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Per la corte d’assise di Catania, Mamadou Kamara il 30 agosto del 2015 uccise nel corso di una rapina Vincenzo Solano e la moglie Mercedes Ibanez nella loro villetta di Palagonia, in provincia di Catania.

 

La donna fu violentata e gettata dal balcone mentre era ancora in vita.

Ergastolo e 12 mesi di isolamento diurno.

Questa la condanna che la Corte d’assise di Catania ha stabilito nei confronti di Mamadou Kamara, l’ ivoriano accusato di avere ucciso il 30 agosto 2015 nella loro villa di Palagonia per rapina Vincenzo Solano, 68 anni, e sua moglie Mercedes Ibanez, 70,che sarebbe stata anche violentata, prima di essere gettata dal balcone quando ancora in fin di vita.

Accolto la richiesta del procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera secondo cui si trattò di una rapina finita nel sangue, compiuta, secondo l'accusa, dal 20enne all'epoca ospite del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo.

Alle richieste dell’accusa si erano associati i legali delle parti civili

Le indagini sul duplice omicidio sono state eseguite da personale del commissariato della polizia di Caltagirone e della squadra mobile della Questura di Catania.

“Questa sentenza risponde alle esigenze di giustizia dalla famiglia Solano, ma un soltanto un primo passo. Perché la nostra battaglia continuerà per accertare le responsabilità di chi nel Cara di Mineo ha permesso che l'ivoriano uscisse, nonostante fosse vietato, consentendogli di uccidere due persone”.

Così l’avvocato Francesco Manduca, legale di parte civile, commenta la condanna all’ergastolo di Kamara, che si è sempre proclamato innocente.

L’ivoriano, dopo aver commesso il fatto, era rientrato in bicicletta nel Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo, in cui era ospite, dove era stato bloccato da militari dell’esercito e da un ispettore capo in servizio nel Cara.

“Se non fosse stata per l’attenzione di un caporale dell’esercito – aggiunge il penalista – che quando Kamara è rientrato al Cara di Mineo indossando abiti non suoi e sporchi di sangue non ci sarebbe stato alcun processo.

La famiglia ringrazia gli investigatori, la squadra mobile di Catania e la polizia di Caltagirone, che hanno svolto un grande lavoro.

Ma soprattutto il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, che ha fatto un grande lavoro ed è sempre stato presente in aula e vicino alla famiglia”.

Pubblicato in Italia

Pescara. Ha rubato un cellulare e aggredito la commessa di un centro Vodafone, ma è stato arrestato a tempo di record.

 

 

È accaduto a Pescara, al centro Vodafone Store di corso Vittorio Emanuele dove un 27enne ivoriano, alla presenza dei commessi ha afferrato uno smartphone tentando inutilmente di strapparlo dal cavo di sicurezza.

Poi, impossessatosi di un cellulare Iphone 8 lasciato dalla commessa sul bancone, ha tentato di allontanarsi.

Nel riprendersi il cellulare, la commessa è stata poi afferrata per il collo dall'extracomunitario che ha poi spintonato con violenza la giovane per poi uscire dal negozio, inseguito da un commesso.

Il giovane ivoriano è stato poi bloccato e tratto in arresto per rapina aggravata dagli agenti della Squadra Volante subito intervenuti. (ANSA) -

Pubblicato in Italia

Tentano di rapinare un extracomunitario minacciandolo con una sega e un'ascia e ferendolo con un coltello ma la vittima riesce a fuggire.

Loro, a distanza di alcuni giorni, vengono identificati e arrestati.

Il tutto è accaduto nei pressi di un bar sul lungomare di Falerna, qui un giovane ivoriano è stato avvicinato da tre soggetti che gli chiedono il telefono cellulare per poter fare una telefonata, egli si rifiuta e parte l'aggressione: «Uno di loro gli sferra un pugno sul volto e, subito dopo, una coltellata alla mano e, nella breve colluttazione che ne è seguita, gli altri due recuperano dal cofano dell’auto con la quale erano arrivati un’ascia ed una motosega e sopraggiungono minacciando il ragazzo nordafricano che, però, riesce a darsi alla fuga ed a raggiungere a piedi la vicina Stazione Carabinieri di Falerna».

Mentre il giovane viene medicato a seguito della frattura del setto nasale e del taglio sulla mano, i carabinieri avviano le ricerche riuscendo a rintracciare poco dopo i tre aggressori, ancora in zona, e l’autovettura a bordo della quale vengono recuperati anche gli attrezzi utilizzati per l’aggressione.

Si tratta di Dario Mendicino cl.65, Rosen Bonko Minchov c.90 e Georgi Dodnikov cl.79.

«Una personalità “violenta e spregiudicata” evidenziata anche dalle modalità dell’aggressione, nata per futili motivi, all’origine del provvedimento di custodia cautelare in carcere - spiegano i militari - emanato nei loro confronti dal locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica a seguito di un’accurata ricostruzione della vicenda, corroborata anche da alcune testimonianze.

I tre soggetti, quindi, sono stati tradotti alle prime ore della giornata odierna presso la casa circondariale di Catanzaro con l’accusa di tentata rapina aggravata in concorso e lesioni personali»

Pubblicato in Lamezia Terme
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