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nesci - menichino

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Francesca Menichino in merito alla sanità Calabrese, in particolare riferimento al dipartimento della Salute nella cittadella Regionale.

" È davvero triste dover constatare l'indifferenza del nuovo management della sanità calabrese. 
E risuona nella mente la domanda: "perché?". La vicenda che voglio raccontare riguarda  il più importante dipartimento della Regione Calabria.
Rendo pubblico il caso,  non più nel ruolo di consigliere comunale  M5s del Comune di Amantea  ricoperto fino a febbraio in opposizione, ma nella semplice veste di una cittadina calabrese che si confronta per ragioni di lavoro con la pubblica istituzione, e come cittadina è costretta a riscontrare ritardi inefficienze immobilismo, e persino porte in faccia. 
Eppure avevamo riposto fiducia nel cambio al vertice del dipartimento, vista la recente nomina di un nuovo direttore generale, il dottore Bevere che può vantare un curriculum di rilievo  e lunga esperienza, e che ben conosce i processi amministrativi. Ma allora ancora una volta: "perché?". Perché il settore  delle autorizzazioni e degli accreditamenti è ancora dopo due mesi fermo e non è stato pubblicato nemmeno un decreto, nonostante il dottor Bevere abbia ricostituito il settore dotandolo anche di un gruppo di lavoro?
Negli ultimi 50 giorni quasi ogni settimana mi sono recata alla Cittadella, e ogni settimana venivo rinviata alla settimana successiva, senza mai  vedere l'orizzonte della conclusione del procedimento amministrativo seguito.
Il problema però è ben più ampio e riguarda una trentina di procedimenti che sopportano un ritardo ingiustificato, che da mesi paralizza ampi spazi di economia e posti di lavoro, imprese e famiglie, a testimoniare, se ce ne fosse bisogno, di quanto coraggio e forza ci vogliono per coloro (e siamo sempre di meno) che continuano a vivere e ad investire in Calabria. 
Al dottore Bevere sfugge forse, nonostante l'esperienza che può vantare, il danno economico che si crea alla Regione per i ritardi amministrativi, mi risulta infatti che oltre alle diffide sono stati depositati da più imprese ricorsi al TAR per l'emanazione dei decreti e la richiesta dei danni. 
Ed è incredibile che non vi è stata nemmeno la capacità di rispondere alla richiesta avanzata di una data certa per la conclusione del procedimento, formulata proprio al fine di evitare all'amministrazione regionale un ricorso che ormai è stato depositato. La risposta ricevuta è stata il silenzio e l' inspiegabile indifferenza. Nonostante tutto io continuerò ad agire affinché al più presto coloro ai quali è affidata la Sanità calabrese, la presidente Santelli e il dottore Bevere, garantiscano ai cittadini calabresi e alle imprese l'efficienza e la qualità  che meritano, mettendo in evidenza la vicenda oltre che per la pubblica opinione anche a livello  delle valutazioni del Ministero della Salute.
La Sanità in Calabria deve risvegliarsi dal coma!"
 

Francesca Menichino

ex consigliere M5s Amantea

 

 

 
Pubblicato in Politica

Parla Nesci, nella foto, e dice: «Non mi sento ridimensionato»

Il comandante della Polizia municipale di Vibo commenta con distacco la scelta del sindaco Limardo di ritirargli la competenza su vari settori dopo il maxi-blitz della Finanza

«Non mi sento ridimensionato, non sono deleghe importanti quelle ritiratemi».

 

 

Così il comandante della Polizia municipale di Vibo Valentia, Filippo Nesci, intervistato – a margine delle celebrazioni della Virgo Fidelis – a proposito della riorganizzazione degli uffici decisa dal sindaco Maria Limardo, all’indomani della notizia della maxi indagine della Dda di Catanzaro.

Il dirigente, che prima si occupava anche di Urbanistica e di una serie di servizi diversi dall’Area vigilanza, smentisce quindi di sentirsi declassato dopo le disposizioni che il primo cittadino ha deciso e che tanti commentatori hanno considerato un giro di vite, effetto delle nuove attenzioni degli investigatori dell’antimafia.

Nesci, che qualche consiliatura fa aveva subito anche l’onta della sospensione, ha inoltre affermato di «non avere processi in corso, di non essere rinviato a giudizio», trovandosi d’accordo con la collega Adriana Teti che aveva prefigurato una certa normalità nel binomio indagine-dirigenza.    

LaCNEWS

Come noto il Ministro dell'Interno ha delegato il Prefetto della provincia di Cosenza ad esercitare i poteri di accesso e di accertamento di cui all'art. 1, comma 4, del D.L. 629/1982, convertito con legge 726/1982 ed integrato dalla legge 486/1988, nei confronti del Comune di Amantea.

Al riguardo il Prefetto Galeone ha nominato una Commissione di Accesso composta dal Dott. Samuele De Lucia, Viceprefetto con incarico ex art.12, comma 2 bis, D. Lgs. 139/2000, dal Ten. Col. Michele Borrelli, Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza, dal Magg. Alfredo Ferrentino, Capo Ufficio Comando del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza.

Detto Organismo, ai sensi dei commi 1 e 2 dell'art. 143 del D. Lgs. n.267/2000, dovrà porre in essere approfonditi accertamenti per verificare la sussistenza di elementi di collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori e/o dipendenti di detto Ente.

Sono 5 mesi allora che la commissione di accesso indaga sui fatti del comune di Amantea.

Chi sperava ( pochi , invero)che sarebbero bastati i primi 3 mesi (aprile, maggio, giugno) è rimasto deluso.

Ed evidentemente le prove raccolte in questi primi 3 mesi non sono bastate per indurre la commissione di accesso a formulare la proposta di scioglimento dell’attuale consiglio comunale.

E così la commissione di accesso ha chiesto altri 3 mesi( luglio,agosto e settembre, max 10 ottobre).

E così la commissione di accesso ha chiesto ulteriori tre mesi.

Due di questi ( quasi tutto uglio e quasi tutto agosto) sono passati tranquillamente; qualcuno dice inutilmente.

Segno, almeno teorico, che tutto sommato non sia stato trovato niente o quasi.

In questa stessa direzione sembra potersi orientare chi ha avuto notizia che la commissione di accesso abbia chiesto altri atti relativi ad altri filoni di indagine

Uno, in particolare, che riguarda incarichi dati senza alcuna giustificazione.

Sia dalla precedente amministrazioni che da questa.

Il tutto, ovviamente, avvolto nel massimo segreto.

Tanto che ci si chiede come mai tali atti sia stati chiesto con un ritardo che sembra estremo.

Delle due l’una, allora.

O tra poco scoppierà una bomba riferita non solo allo scioglimento del consiglio comunale ed altro.

O la commissione di accesso dovrà dichiarare la inesistenza di elementi induttivi di tale scioglimento dichiarando la piena legittimità degli atti posti in essere da questa e dalla precedente amministrazione comunale.

Ormai ci siamo.

Basta al massimo un altro mese circa e sapremo se crolleranno rovinosamente tutte le supposizioni che hanno indotto la deputata Nesci ed il Sottosegretario Carlo Sibilia ad operare verso la nomina della commissione e smentiranno il lavoro del Prefetto di Cosenza Paola Galeone e delle forze dell'ordine che sono stati alla base della commissione stessa.

Pubblicato in Politica

«Adesso la deputata del Pd Enza Bruno Bossio e i suoi megafoni chiedano scusa ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, nonché agli amministratori locali, cui hanno mentito vendendo la favoletta della risoluzione del precariato per l’intera categoria e della proroga universale dei contratti».

Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, a seguito della circolare con cui la Funzione pubblica ha chiarito la vicenda della proroga dei contratti per gli Lsu-Lpu, che aveva messo in allarme sindaci e segretari comunali della Calabria.

Poi prosegue la parlamentare 5stelle «Al netto della spregiudicata caccia al voto da parte della Bruno Bossio, la Funzione pubblica ha spiegato che sono prorogabili soltanto i rapporti di lavoro con i soggetti, che abbiano superato i 36 mesi lavorativi, interessati alle procedure di stabilizzazione».

«La Funzione pubblica ha specificato che gli enti territoriali con vuoti in organico per determinate qualifiche procedono all’assunzione a tempo indeterminato dei soggetti collocati in un apposito elenco regionale, ancora da stilare.

Tali assunzioni da parte degli enti territoriali sono però subordinate alla compatibilità con il loro fabbisogno e soggette ai pesanti vincoli finanziari di legge».

«In merito alle risorse stanziate, la Funzione pubblica ha confermato che i 50 milioni dello Stato servono soltanto alla compartecipazione agli oneri derivanti dai contratti a tempo determinato dei lavoratori, per perseguire l’obiettivo, non ancora raggiunto nei tre anni precedenti, dell’avvio di percorsi assunzionali a tempo indeterminato».

«Infine – conclude Nesci – la Funzione pubblica ha esplicitato il ritorno al bacino regionale degli Lsu-Lpu per quei lavoratori che gli enti territoriali non possano assumere.

Morale della favola, tanti resteranno fuori dalle stabilizzazioni e saranno appesi alle scelte ignote della Regione a causa di questo pasticcio di Bruno Bossio e sodali, che, carte alla mano, si è rivelato un inganno elettorale, proprio come avevamo denunciato.

Ora la Regione ha il dovere di dare risposte rapide agli esclusi dalle stabilizzazioni, per i cui diritti ci batteremo con determinazione»

Pubblicato in Calabria

«Adesso la deputata del Pd Enza Bruno Bossio e suoi megafoni chiedano scusa ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, nonché agli amministratori locali, cui hanno mentito vendendo la favoletta della risoluzione del precariato per l'intera categoria e della proroga universale dei contratti».

Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, a seguito della circolare con cui la Funzione pubblica ha chiarito la vicenda della proroga dei contratti per gli Lsu-Lpu, che aveva messo in allarme sindaci e segretari comunali della Calabria.

«Al netto – prosegue la parlamentare 5stelle – della spregiudicata caccia al voto da parte della Bruno Bossio, la Funzione pubblica ha spiegato che sono prorogabili soltanto i rapporti di lavoro con i soggetti, che abbiano superato i 36 mesi lavorativi, interessati alle procedure di stabilizzazione».

«La Funzione pubblica – prosegue la deputata 5stelle – ha specificato che gli enti territoriali con vuoti in organico per determinate qualifiche procedono all'assunzione a tempo indeterminato dei soggetti collocati in un apposito elenco regionale, ancora da stilare.

Tali assunzioni da parte degli enti territoriali sono però subordinate alla compatibilità con il loro fabbisogno e soggette ai pesanti vincoli finanziari di legge».

«In merito alle risorse stanziate, la Funzione pubblica – aggiunge la deputata 5stelle – ha confermato che i 50 milioni dello Stato servono soltanto alla compartecipazione agli oneri derivanti dai contratti a tempo determinato dei lavoratori, per perseguire l'obiettivo, non ancora raggiunto nei tre anni precedenti, dell’avvio di percorsi assunzionali a tempo indeterminato».

«Infine – conclude Nesci – la Funzione pubblica ha esplicitato il ritorno al bacino regionale degli Lsu-Lpu per quei lavoratori che gli enti territoriali non possano assumere.

Morale della favola, tanti resteranno fuori dalle stabilizzazioni e saranno appesi alle scelte ignote della Regione a causa di questo pasticcio di Bruno Bossio e sodali, che, carte alla mano, si è rivelato un inganno elettorale, proprio come avevamo denunciato.

Ora la Regione ha il dovere di dare risposte rapide agli esclusi dalle stabilizzazioni, per i cui diritti ci batteremo con determinazione».

Pubblicato in Amantea Futura

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Nesci e Parentela:

«Gli sviluppi dell'inchiesta della Procura di Castrovillari sulla vicenda dei tagli boschivi dovrebbe indurre il governatore della Calabria, Mario Oliverio, a mettere da parte l'attuale capo di gabinetto della Presidenza della Regione Calabria, Gaetano Pignanelli».

Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela, che aggiungono: «È un problema di credibilità politica.

Il governatore non può dire di voler rinnovare la burocrazia regionale, senza poi intervenire in concreto.

In questo momento storico per lui Pignanelli, che l'ha accompagnato per anni come dirigente della Provincia di Cosenza, costituisce un grosso problema, anche se Oliverio continua a ignorarlo».

«Dai fatti ricostruiti dalla Procura – proseguono i parlamentari 5stelle – emergerebbe un sistema tipico, nella Regione Calabria, già visto sotto la precedente giunta di centrodestra.

Oliverio è dunque a un bivio: o dimostra di voler restituire credibilità alla burocrazia regionale, oppure fa soltanto chiacchiere da bar.

Perciò è bene che tolga a Pignanelli l'incarico apicale e decisivo di capo del suo gabinetto».

«Ci auguriamo – concludono Nesci e Parentela – che Oliverio comprenda le evidenti ragioni di opportunità politica per una simile scelta, che darebbe un segnale netto anche fuori della Calabria, in cui troppo spesso si sono visti clientelismo sfacciato e favori ai compari».

Pubblicato in Calabria

«Mario Oliverio passi ai fatti, perché di parole ne ha fatte fin troppe, lasciando la Calabria allo sbando».

Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, commentando la recente tre giorni del Pd all'Università della Calabria.

«Non bastano – incalza la parlamentare 5stelle – i propositi annunciati dal governatore, del resto costanti nel suo mandato, per far dimenticare la vicenda dei fondi per il teatro;

le nomine in sanità agevolate da leggine regionali e deliberazioni di giunta sotto Ferragosto; l'immobilismo sui 2miliardi che lo Stato deve alla sanità calabrese;

il caos sul personale delle Province che doveva essere trasferito alla Regione;

la mai chiarita vicenda dell'officina provinciale del Centro viabilità a San Giovanni in Fiore;

i prezzolati incarichi a fedelissimi e sostenitori;

i 10milioni all'anno in più che dalla Cittadella arrivano al policlinico universitario di Catanzaro senza valido protocollo d'intesa;

i rovinosi roghi estivi e il ricorso ai soliti dirigenti camaleontici».

«Non bastano – prosegue la parlamentare 5stelle – le ultime promesse di Oliverio, i suoi abbracci con il ministro Marco Minniti e le sue lacrime da libro Cuore, per nascondere l'improvvisazione amministrativa; il navigare dell'esecutivo a vista;

il ritardo imperdonabile sul rilancio della Fondazione Terina;

la mancanza di coraggiosi investimenti per il sistema aeroportuale;

le scelte improvvide sui conti con l'estinta Fondazione Campanella;

l'incapacità politica di difendere le prerogative della Regione in materia sanitaria,

l'inadeguatezza nelle politiche per i trasporti, il lavoro e il sociale e l'evidente subalternità al governo Gentiloni-Renzi, che usa la Calabria come serbatoio di voti».

«Se vuole una seconda possibilità, Oliverio – conclude Nesci – cominci a fare pulizia ai piani alti della Cittadella.

Se non l'ha ancora capito, il governatore ha perduto la faccia proprio per i codici particolari e le scelte imbarazzanti partorite in quelle sedi»

Pubblicato in Calabria

Questo il comunicato stampa:

«Il governatore della Calabria, Mario Oliverio, chiarisca, come gli ho chiesto in via formale, se esistono atti specifici sul trasferimento delle pratiche del Demanio dalla Provincia di Cosenza, avvenuto oggi e pare senza disposizioni scritte».

Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, che aggiunge:

«La vicenda riguarda il remoto passaggio di legge del Demanio alla Regione, inspiegabilmente non accompagnato da quello dei dipendenti provinciali che ci lavoravano.

A riguardo ci furono precise obiezioni sindacali sul trasferimento di altro personale dalla Provincia di Cosenza alla Regione Calabria.

I fascicoli del Demanio giacevano da anni presso la Provincia di Cosenza, come ho denunciato alla magistratura ordinaria e contabile, fornendo le prove.

Inoltre, mancando il personale addetto si sono cumulati ritardi enormi e la Regione non ha incassato almeno un milione di euro di canoni del Demanio».

«Oliverio – prosegue la parlamentare 5stelle – dica se prima del trasferimento di quelle pratiche è stato redatto un inventario, spieghi come la Regione intenda recuperare i canoni arretrati e riferisca perché gli addetti della Provincia cosentina non sono stati collocati negli uffici regionali del Demanio».

«La questione – conclude Nesci – merita risposte pubbliche, per un fatto di trasparenza e perché, piaccia o meno al governatore, c'è da recuperare una cifra significativa, da agricoltori e da gestori di servizi di pubblica utilità.

Purtroppo Oliverio è rimasto ancora in silenzio, il che non lo aiuta, specie in un momento in cui sono al centro delle cronache i suoi metodi di gestione e parte dei dirigenti che ha scelto».

Pubblicato in Cosenza

Il prefetto Tomao diffida i comuni che non hanno approvato il bilancio di previsione 2017

Avevamo scritto proprio ieri che il Prefetto Tomao non aveva ancora diffidato i comuni della provincia di Cosenza inadempienti all’obbligo della approvazione del bilancio preventivo 2017, ed ecco che la notizia fa capolino sui giornali.

Sono ancora 51, sui 60 diffidati dal prefetto Gianfranco Tomao, i Consigli comunali della provincia di Cosenza che non hanno approvato il bilancio di previsione per il 2017.

"Gli organi consiliari - é detto in un comunicato della Prefettura - sono stati invitati ad adottare la deliberazione riguardante il bilancio di previsione entro il termine di venti giorni dalla data di ultima notifica nei confronti dei singoli consiglieri.

Decorso infruttuosamente il termine sopra indicato, si potrebbe concretizzare la necessità di esercitare i poteri sostitutivi previsti all'art. 141, comma 2 lettera c), del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al Decreto legislativo 267/2000, nonché avviare il procedimento per lo scioglimento dell'organo consiliare".

Ovviamente lo scioglimento del consiglio comunale vale solo per i comuni che c’è l’hanno.

Non certo per Amantea!

Amantea, infatti è commissariata.

Ed il commissario è stato nominato del Ministro, non certo dal Prefetto.

Ed allora è obbligatoria la domanda: “ Un comune commissariato può essere commissariato per la redazione del bilancio preventivo? “

Può, cioè, il Prefetto nominare un commissario ad acta per redigere il bilancio preventivo.

Un bel pasticciaccio.

E infatti sembra che in questi giorni si uscirà dall’empasse

Ci giunge notizia informale, infatti, che il ragioniere del comune di Amantea ed almeno uno dei commissari si recheranno a Roma per avere indicazioni sulla redazione del bilancio preventivo nella grave e difficile situazione del nostro comune.

Una situazione grave e difficile confermata da quanto emerso dall’incontro tra la deputata nesci ed il ministro Minniti.

Una situazione grave e difficile come emerge dalla seguente dichiarazione del M5s di Amantea; “Oggi al Viminale una portavoce del M5s e dei cittadini calabresi ha parlato di Amantea chiedendo al Ministro di dare al nostro Comune e a tutti i cittadini amanteani la giusta e quanto mai necessaria attenzione.

Se non adesso quando?

Siamo riusciti a sfrattare con i Sabatino la politica distruttrice degli ultimi venti anni, adesso la presenza dello Stato ha il dovere di mettere le carte in ordine e di darcene conto, anche rilevando le dovute responsabilità.

Da qui occorrerà ripartire con orgoglio e impegno.

Bisognerà lavorare con forza e costanza, ricostruendo tutto.

Ma c'è la luce in fondo al tunnel !”

Pubblicato in Primo Piano

Come noto il giudice del Lavoro di Catanzaro, Laura Orlando, ha stabilito l'illegittimità della procedura con cui un dirigente regionale fu sostituito prima della scadenza del contratto.

 

A volerlo i politici regionali.

Ora la regione deve pagare i danni al dirigente licenziato.

Perché mai si chiedono i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela se l’errore è degli assessori regionali e del presidente Mario Oliverio.

 

Troppo comodo.

Per questo i due deputati del M5s annunciano “ un nostro esposto alla Corte dei conti perché gli oltre 600 mila euro che la Regione Calabria deve sborsare per i licenziamenti illegittimi di alcuni dirigenti siano pagati dagli assessori responsabili e dal presidente Mario Oliverio».

 

Va ricordato che la vicenda è analoga a quella, sempre recente, di un altro ex dirigente della Regione Calabria, già condannata a pagare.

Concludono Dalila Nesci e Paolo Parentela: «Si tratta dell'ennesima dimostrazione dell'incapacità di gestione del governatore Mario Oliverio, che, malgrado le tante poltrone occupate nella sua trentennale carriera politica, ora giunta al termine, ha commesso a riguardo un errore marchiano». Poi proseguono «La Corte dei conti dovrà procedere contro i responsabili dell'ennesima beffa a danno dei cittadini.

Nel frattempo Oliverio dovrà spiegare perché non ci sono più soldi nelle casse regionali: dalla “bollitura” di Calabria Verde ai misteri della Fondazione Terina, sempre a discapito dei lavoratori, sino al mancato recupero di quei milioni che alcuni imprenditori incassarono, negli anni d'oro, pur senza le assunzioni pattuite».

 

Infine i deputati concludono «La Calabria deve andare al voto al più presto. Oliverio paghi di tasca propria le nomine degli amici e non con i soldi dei calabresi.

Poi potrà dedicarsi a una lunga e religiosa meditazione, tra le montagne della Sila, sulle importanti occasioni che ha bruciato» .

Pubblicato in Calabria
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