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«Una volta entrati nei Maphite non si può più uscirne, si può smettere di farne parte solo con la morte».

Sono le parole di un collaboratore di giustizia - in Italia ce ne sono solo due - che ha scelto di abbandonare la mafia nigeriana.

Chi volta le spalle ai «Cult» muore.

E condanna a morte anche i familiari.

 

 

Non qui, a Torino, tra le piazze di spaccio, dove l’organizzazione criminale fa affari, ma controlla le forze dell’ordine.

Ma nei paesi di origine, dove la violenza non ha argini.

«Entrano nelle case, squartano donne e uomini, cavano gli occhi e poi disperdono i pezzi.

In Nigeria i vari partiti politici usano i Maphite per raggiungere i loro obiettivi.

In pratica li usano come militanti violenti».

Ecco cos’è la mafia nigeriana, smascherata dagli investigatori della Squadra Mobile di Torino e Bologna, in sinergia con la polizia municipale torinese, partita ad indagare su questo fronte criminale seguendo le tracce di prostituzione e tratta di donne.

Ogni famiglia è costituita da 1000 affiliati. I «forum» sono costituiti da 250 affiliati. Da qui il controllo del territorio.

C’è il «forum Piemonte-Lombardia» inserito nell’ambito della più vasta «famiglia Vaticana» e la «famiglia latino».

In una intercettazione telefonica c’è il senso di questa inchiesta: «I Maphite hanno avuto inizio a Torino».

Qui è cresciuta la cupola nigeriana.

Qui c’è stata la prima zona di espansione in Italia, al di fuori della Nigeria.

La Stampa Di Massimiliano Peggio

Ndr . A per favore ditelo al Papa

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Se lo ricordino gli amici dei 5stelle ora che saranno chiamati ad esprimersi sul governo PD-M5s.

La storia leggerà le loro scelte.

Ovviamente non lo dico io, lo dice, tra gli altri, nientemeno, che Zingaretti

Lo fa dicendo ne restano a bordo ancora 31.: “Il governo non faccia finta di nulla”

 

 

 

 

 

Intanto l'Alan Kurdi, dopo che anche i ministri Trenta e Toninelli hanno firmato il divieto di ingresso, ha fatto rotta verso Malta.

Il segretario Pd: "È la conferma che in Italia sull'immigrazione bisogna cambiare tutto"

Già sabato Nicola Zingaretti aveva dichiarato che quanto sta succedendo “non è umano”.

E ieri il segretario del Pd ha scritto su Twitter: “La vicenda Mare Jonio conferma che in Italia sull’immigrazione bisogna cambiare tutto.

Coinvolgere con autorevolezza l’Europa, unire sicurezza, legalità e umanità è possibile.

Il Governo non faccia finta di niente, stiamo parlando di esseri umani”.

Ecco il problema.

Una ipocrisia galoppante, inarrestabile, irrefrenabile.

La distruzione dei valori della cultura italiana venduti all’Europa ed altri.

Ma perchè i migranti diventano esseri umani solo quando sono sulle navi delle ONG e non anche nei centri libici o nel deserto libico?

Perché Zingaretti, il Papa, i PPMM non dispongono l’invio di navi, magari delle stesse ONG, per prelevare i migranti dai campi libici, pullman per portarli in sicurezza nel deserto, militari disarmati nei loro paesi di provenienza per offrire la possibilità di venire tutti in Italia( non dico in Europa).

Non ci sarebbe più bisogno di porti sicuri

Non ci sarebbero più annegamenti.

Non ci sarebbero più ingiustizie nel mondo.

W il Papa che apre il Vaticano ai migranti .

W certa magistratura che scopre i diritti dei migranti

Wn Zingaretti che vuole cambiare la politica verso le “migrazioni” aiutando l’Africa a venire in Italia.

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"In Paradiso non c'è il 'numero chiuso'! Ma si tratta di attraversare fin da ora il passaggio giusto, che c’è, per tutti, ma è stretto. Questo è il problema".

Lo sottolinea il Papa in occasione dell'Angelus. "Gesù non vuole illuderci, dicendo: 'Sì, state tranquilli, è facile, c’è una bella autostrada e in fondo un grande portone…'.

No, - osserva Bergoglio - Gesù ci parla della porta stretta, ci dice le cose come stanno: il passaggio è stretto.

In che senso?

Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo!".

Dice il Papa che "siamo chiamati a instaurare una vera comunione con Gesù, pregando, andando in chiesa, accostandoci ai Sacramenti e nutrendoci della sua Parola.

Questo ci mantiene nella fede, nutre la nostra speranza, ravviva la carità.

E così, con la grazia di Dio, possiamo e dobbiamo spendere la nostra vita per il bene dei fratelli, lottare contro ogni forma di male e di ingiustizia"

Nulla ci dice il Papa dell’Inferno.

Non ci dice se c’è il numero chiuso.

Non ci dice se la strada per arrivarci è stretta o larga, se il portone finale è piccolo o amplissimo.

Non ci dice se è a destra od a sinistra del paradiso, più avanti o più indietro, più sopra o più sotto.

Non ci dice nemmeno se andremo all’inferno se non lottiamo contro ogni forma di male e di ingiustizia.

Come potrebbe succedere a tutti coloro che rubano i popoli, il loro futuro, la loro storia, i loro sacrifici per offrirli ad altri.

Non ci dice nemmeno come arrivare dignitosamente alla fine del mese senza cercare tra i rifiuti, senza un posto letto dove dormire, eccetera.

Non ci dice che abbiamo circa 3 milioni di italiani che non hanno di che mangiare e che rovistano tra i rifiuti ed ai quali non basta la speranza del paradiso ma va data la dignità della attuale vita

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papafrancesco.guerra«Arrabbiarsi con il Signore è un modo di pregare»: così Francesco ha risposto ai giovani e ai bambini incontrati nella parrocchia romana di San Giulio dove domenica è stato in visita pastorale

"Ho avuto tanti dubbi, di fronte a calamità, per esempio, ma anche davanti a cose che sono successe nella mia vita. Come ne sono uscito? Non ne sono uscito da solo, non si può uscire da soli dal dubbio per questo è importante avere sempre degli amici, un gruppo e parlare con Gesù". Papa Francesco, in visita alla parrocchia romana di San Giulio, si confessa. Anche lui ha avuto dubbi nella fede perché avere dubbi - dice rispondendo alla domanda di una giovane catechista - è un bene.
Grande festa a Monteverde, quartiere di Roma dove è stato in visita pastorale papa Francesco: dopo tre anni di lavoro, e Messe celebrate in una tensostruttura, riapre la chiesa di San Giulio con un lungo e suggestivo rito per la dedicazione dell'altare. A presiedere la celebrazione è papa Francesco e tutto il quartiere è mobilitato per accoglierlo con canti, striscioni, bandiere. Prima della visita in parrocchia va a trovare un gruppo di malati ospiti della vicina clinica Città di Roma. Poi l'incontro con tutte le realtà della comunità parrocchiale, dalla Caritas ai gruppi del catechismo, dai nuovi sposi ai sacerdoti.

Momento centrale, oltre alla Messa, è stato l'incontro con i bambini e giovani nella tensostruttura che per tre anni ha ospitato le celebrazioni. "Se avete dubbi sulla fede, arrabbiatevi con Gesù", ha anche esortato il Papa, "ditegli, io a questo dubbio non ci credo, è una bella preghiera. Alcuni giorni fa ho ricevuto la lettera di un ragazzo di trent'anni che si è lasciato con la fidanzata, io sono rotto, mi ha scritto.
Tante volte ci sentiamo così distrutti e ci chiediamo, che cosa posso fare? Cerca Gesù e cerca un amico". "Tutti abbiamo un amico - ha aggiunto - l'unico momento in cui si può guardare una persona dall'alto in basso è quando la si aiuta a rialzarsi altrimenti non si può guardare nessuno con superiorità".

Poi il Papa parla della carità e alla bambina che chiede se personalmente qualche volta ha dato da mangiare ai poveri, il Papa risponde: "Sì l'ho fatto perché è una cosa che tutti i cristiani devono fare, dare da mangiare ai poveri. Tutti noi lo siamo stati in un momento della vita, siamo stati come poveri quando ci ha allattato la mamma".

Infine il rito della dedicazione, lungo e pieno di canti, e, il Papa rinuncia anche alla annunciata omelia. Al posto del commento al Vangelo Francesco sceglie un momento di raccoglimento in silenzio e a capo chino.

 

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roma papaRoma, 26 marzo 2019 Papa Francesco si affaccia dal balcone dello studio della sindaca Raggi in Campidoglio Papa Francesco arriva in Campidoglio, ad accoglierlo la sindaca di Roma, Virginia Raggi

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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I genitori di Alessandro Battaglia, il giovane milanese che ha subito abusi sessuali da parte di un prete, hanno scritto una lettera al Papa dai toni fortemente critici. Nella missiva, inviata all’Adnkronos, i genitori ripercorrono la drammatica vicenda del figlio: “Caro papa Francesco,

siamo quella famiglia che da ormai sette anni ha visto la propria vita sconvolta dal tragico episodio dell’abuso sessuale subìto da nostro figlio Alessandro, da parte di un sacerdote di Rozzano (Milano), don Mauro Galli, che da poco è stato condannato, in primo grado, a sei anni e quattro mesi di reclusione”. Inizia così la lettera che Cristina Balestrini ed Ettore Battaglia, genitori di Alessandro, unitamente allo zio Giovanni, hanno scritto a Bergoglio per chiedere “a nome nostro e di tutte quelle vittime, magari senza voce o che non sono state ascoltate” azioni concrete e tempi certi contro i preti pedofili.

Nella missiva, i genitori di Alessandro ricordano al Papa di essere stati a Roma nei giorni del summit e di avere seguito tutto quello di cui veniva discusso: «Abbiamo seguito attentamente questi giorni di summit in Vaticano sulla protezione dei minori. Ti scriviamo ancora, questa volta per chiederti come si manifesta ed esplicita la coerenza dei tuoi preziosi annunci per il bene della Chiesa, in cui vogliamo credere, e soprattutto per la tutela dei bambini. Ti scriviamo rispetto al nostro specifico caso, e lo facciamo anche in forma pubblica, perché abbiamo purtroppo sperimentato che è l’unico mezzo per poterti raggiungere e poi tu stesso hai parlato dell’importanza di perdere del tempo per ascoltarci: quante volte ti abbiamo chiesto di incontrarci».

Cristina ed Ettore Battaglia ricordano al Papa di avere scritto altre volte ma di non avere mai ricevuto risposta: «Ti abbiamo scritto più volte, e recapitato le nostre missive attraverso diversi canali ufficiali a partire dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, costantemente ed incessantemente già dal lontano 2015, ma fino ad ora senza alcuna risposta nel merito. Finalmente la settimana scorsa, il presidente dell’associazione Rete l’Abuso, Francesco Zanardi, che avrebbe voluto parlare proprio con te di persona caro papa Francesco insieme ad altre vittime di associazioni nel mondo, ha incontrato l’arcivescovo Scicluna, padre Lombardi e alcuni membri della Commissione che ha organizzato il summit. Zanardi ha potuto consegnare il dossier sulla gestione della diocesi di Milano proprio sul caso che ci riguarda personalmente, il caso don Galli. Padre Lombardi ha ritirato il materiale ed ha riferito che aveva già la nostra lettere, dunque i nostri precedenti invii erano andati a buon fine anche se non abbiamo ricevuto alcun riscontro».

I genitori di Alessandro ricordano il contenuto del discorso del Papa al termine del summit con i capi della Chiesa e osservano: «Caro papa Francesco nel nostro caso la chiesa Ambrosiana ha fatto di tutto: non solo per non consegnare il prete alla giustizia, ma nemmeno aveva avviato il processo canonico, pur sapendo del presunto abuso già nel dicembre 2011. Solo dopo quattro anni, nel 2015, avvierà il processo canonico di cui ancora noi non sappiamo nulla. Altro che ‘trasparenza’ da voi discussa un giorno intero durante il summit! Altro che “non si risparmierà mai!”».

«Caro papa Francesco, – chiedono ancora i genitori di Alessandro nella lettera – ma occorre un summit mondiale per rendere consapevoli i Vescovi che abusare, insabbiare non è una cosa buona, questo l’obbiettivo? La consapevolezza? Occorre un vademecum per aiutare i presidenti delle conferenze episcopali per far capire a tutti i Vescovi dei loro paesi che violentare un bambino e spostare i preti che si macchiano di tale crimine da un oratorio all’altro non risponde esattamente all’obbiettivo che hai dovuto chiarire? Caro Papa Francesco, per continuare a credere in questa Chiesa ti chiediamo, a nome nostro e a nome di tutte quelle vittime, magari senza voce o che non sono state ascoltate, presenti a Roma da tutto il mondo in questi giorni: come si traduce tutto questo in azioni concrete? E in che tempi? Questo è ciò che desideriamo chiederti, e ti chiediamo di inviarci puntuali risposte a queste specifiche domande. Grazie di cuore».

di Robert Perdicchi

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Quale è la chiesa di Papa Francesco?

Certamente non quella dei vescovi che vivono in Venezuela e che colgono quotidianamente ed a piene mani il dramma di quel popolo

Infatti i vescovi venezuelani hanno preso posizione contro il presidente in carica, Nicolas Maduro.

ama solo i migranti ma non i venezuelani

Sulle tensioni in corso in Venezuela è intervenuto anche Papa Francesco, che chiede di mettere fine alle violenze, ma non si schiera con i vescovi.

“Voglio solo una soluzione pacifica”

“Io do il mio sostegno a tutto il popolo venezuelano, che si trova in sofferenza: se cominciassi a dire ‘date retta a questi paesi o a quegli altri’, entrerei in un ruolo che non conosco e sarebbe una grave mancanza di prudenza pastorale da parte mia”, ha dichiarato Bergoglio durante il viaggio di ritorno dalla sua visita ufficiale a Panama.

“Ho manifestato vicinanza, ho espresso i miei sentimenti: provo sofferenza.

Mi fa paura lo spargimento di sangue”, ha sottolineato il Pontefice, precisando che tuttavia prendere posizione da parte sua a favore o contro un paese “sarebbe un danno”.

Mentre era a Panama Bergoglio non ha assecondato la linea dell’Episcopato venezuelano, che ha dichiarato illegittimo il secondo mandato presidenziale di Maduro. Papa Francesco si era limitato a fare un appello per “una soluzione nell’esclusivo interesse della popolazione” del Venezuela

Una linea confermata da Bergoglio anche durante il confronto con i giornalisti sul volo di ritorno verso Ciampino: “Le parole che ho usato a Panama le ho pensate e ripensate”, ha puntualizzato.

E ancora: “Io voglio bene a tutto il popolo venezuelano che sta soffrendo”, ma “non posso mettermi in un ruolo che non conosco, sarebbe un’imprudenza. Il popolo soffre. So quello che sta passando. Io voglio una soluzione giusta e pacifica, e non voglio il sangue. Se hanno bisogno di aiuto, che si mettano d’accordo e lo chiedano”.

“Temo la violenza”, ha ripetuto più volte Francesco nella conferenza stampa tenuta sull’aereo.

  “Non mi piace la parola bilanciato”, ha però tenuto a precisare Francesco, perché il problema, secondo lui, non e’ l’equidistanza del Papa tra le parti ma la ricerca di “una soluzione giusta e pacifica” della crisi venezuelana.

Possibile che il cuore del Papa sia orientato a tutelare solo i migranti?

Possibile che il papa non sappia cosa sta succedendo e cosa sta per succedere in quel lontano paese dove sono emigranti centinaia di migliaia di Italiani molto dei quali ne stanno fuggendo?

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Don BiancalaniL’altro giorno anche su Tirreno News è apparso un articolo: La chiesa fa politica. Non mi sono scandalizzato affatto. Questa è una delle tante accuse che vengono rivolte alla chiesa cattolica quando il Papa, i Vescovi e i sacerdoti intervengono spesso a gamba tesa su temi di interesse civile. Ma hanno fatto sempre politica. Qualcuno ricorda certamente i famosi Comitati Civici del 1948 di Luigi Gedda e la posizione presa dalla chiesa in occasione dei referendum popolari sul divorzio e sull’aborto. Ora, addirittura, alcuni Cardinali e alcuni Vescovi vorrebbero far rinascere la gloriosa Democrazia Cristiana fondando un altro partito perché molti cattolici italiani si sono allontanati dalla vita pubblica e i loro voti si sono dispersi. Molti elettori di dichiarata fede cristiana sono rimasti a dir poco disorientati dalla decisa presa di posizione di alcuni sacerdoti sul tema Decreto Sicurezza approvato dal Parlamento Italiano e divenuto Legge dello Stato. Troppi parroci, dicono in molti, vogliono fare politica invece di fare i preti. Prendiamo il caso del parroco di Vicofaro, don Biancalani, il quale all’inizio del nuovo anno ha postato sul Web:- Speriamo in un 2019 senza razzismo, xenofobia e leghismo, allegando un video nel quale un gruppo di profughi che si trovano nella sua struttura si scatenano in danze a ritmo di musica.- Se avesse detto soltanto in un 2019 senza razzismo e xenofobia anche io mi sarei associato a lui. Non contento, però, ha poi postato un altro messaggio corredato da un gommone in mezzo al mare con sopra tutti i membri del Governo attuale giallo-verde, Lega e M5Stelle, e con la scritta a caratteri cubitali:- I have a dream-. Io ho un sogno lo ha detto per primo Martin Luther King nel suo celeberrimo discorso tenuto il 28 agosto 1963 in America davanti al Lincoln Memorial di Washington (Presidente degli USA John Kennedy). Martin Luther King ( eravamo in piena segregazione razziale) ha voluto esprimere la speranza che un giorno la popolazione di colore avrebbe goduto degli stessi diritti dei bianchi e che i suoi 4 figli avrebbero vissuto in una nazione nella quale non sarebbero stati giudicati per il colore della loro pelle. E’ questa era anche la nostra speranza. Quanti anni sono passati da allora? Tanti. Martin Luther King sognava delle cose meravigliose che avrebbero cambiato il mondo e la vita degli uomini di colore negli USA. Nel suo discorso che ha cambiato il corso della storia non c’è stata nessuna invettiva contro l’uomo bianco, non ha augurato a nessuno di morire affogato su un gommone nel fiume Mississipi. Quello che ha fatto, invece, il parroco italiano, don Biancalani, il quale ha fatto un bel sogno:- Tutti i membri del Governo che muoiono affogati nel mare come muoiono i migranti che cercano di arrivare in Italia ma che vengono respinti dalla Lega e dal Ministro Salvini-. Non solo a Salvini augura la morte, ma anche a chi vota Lega e a tutti i membri del Governo. Ma questo non è un comportamento da cristiano. Il cristiano non odia, il cristiano non augura la morte a nessuno. Gli insulti al sacerdote non si sono fatti attendere. E il Santo Padre in occasione dell’udienza del 2 gennaio si è rivolto a quei cristiani che frequentano quotidianamente la chiesa e don Biancalani la frequenta quotidianamente, eccome, ma poi si comportano da ipocriti, odiano gli altri. E’ uno scandalo, vivono odiando gli altri e parlano male della gente. Ma il parroco don Biancalani è andato oltre. Non solo parla male dei politici che non ama, ma augura loro perfino di morire affogati nel mare in tempesta come i migranti. Ha ascoltato il parroco il discorso del Santo Padre? Credo di sì. Anche lui, dunque, è un cristiano ipocrita che finge di essere un prete e poi trasuda odio contro Salvini, contro gli elettori della Lega e contro gli italiani in genere. E poi si lamentano che le chiese sono vuote.

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preghieraLa preghiera della sera è un momento molto importante per entrare in relazione con Dio e chiedere perdono dei propri peccati commessi durante la giornata. Il momento della preghiera serale deve essere un vero e proprio dialogo con Dio, con cui aprire il cuore in maniera spontanea, ma è anche un momento per ringraziare di tutte le cose belle vissute durante il giorno. Ecco alcune delle preghiere più belle da recitare la sera preghieredelmattino.it per affidarsi a Dio.

Ti adoro mio Dio

Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questo giorno.  Perdonami il male, oggi commesso e, se qualche bene compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.

Preghiera riparatrice

Eterno Padre, per le mani di Maria Addolorata, ti offro il S. Cuore di Gesù con tutto il suo amore, con tutte le sue sofferenze e con tutti i suoi meriti:

per espiare tutti i peccati che ho commesso quest’oggi e durante tutta la mia vita. Gloria

per purificare il bene che ho mal fatto quest’oggi e durante tutta la mia vita. Gloria

per supplire al bene che devo fare e ho trascurato di fare quest’oggi e durante tutta la mia vita. Gloria.

Ti benedico, o Padre

Al termine di questo giorno. Accogli la mia lode e il mio grazie per tutti i tuoi doni. Perdona ogni mio peccato: perché non sempre ho ascoltato la voce del tuo Spirito. Non ho saputo riconoscere il Cristo nei fratelli che ho incontrato. Custodiscimi durante il riposo: allontana da me ogni male e donami di risvegliarmi con gioia al nuovo giorno. Proteggi tutti i tuoi figli ovunque dispersi. Amen.

Al Signore Gesù

O Gesù Salvatore, Signore mio e Dio mio, mio Dio e mio tutto, che con il sacrificio della croce ci hai redenti e hai sconfitto il potere di satana, ti prego di liberarmi da ogni presenza malefica e da ogni influenza del maligno. Te lo chiedo nel tuo nome, te lo chiedo per le tue piaghe, te lo chiedo per il tuo sangue, te lo chiedo per la tua croce, te lo chiedo per l’intercessione di Maria, Immacolata e Addolorata. Il sangue e l’acqua che scaturiscono dal tuo costato scendano su di me per purificarmi, liberarmi, guarirmi. Amen.

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Era evidente che prima o dopo la questione dei migranti sarebbe scoppiata.

Ci siamo!

 

L’Onu prevede che i flussi provenienti dalla Libia non sono destinati a diminuire.

Il papa chiede all’Europa maggiore solidarietà con i migranti.

L’Italia è al limite e minaccia di chiudere i porti alle navi delle ong.

Francia e Spagna, le uniche nazioni europee sul mediterraneo, secondo fonti da Bruxelles riportate dall’Ansa, diranno no all’apertura dei loro scali marittimi alle navi delle ong cariche di migranti.

E Prodi si arrabbia con Macron!

 

Intanto l'Austria blinda il Brennero e Roma convoca l'ambasciatore.

Il ministro degli esteri Kurz: 'Pronti a difendere i nostri confini' schierando l'esercito al Brennero.

Il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil ha annunciato che "molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e ci sarà bisogno di un dispiegamento dell'esercito fino a 750 uomini - indispensabile se l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuisce".

 

In quest'ambito, sono già stati portati al Brennero quattro mezzi corazzati Pandur delle Forze armate austriache che potrebbero essere impiegati nelle operazioni di controllo sull'immigrazione.

Come scrive l'agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali saranno messi a disposizione da reparti stanziati nella regione del Tirolo, mentre i restanti verrebbero dal comando militare della Carinzia.

Il ministro degli esteri austriaco Kurz chiarisce: "I preparativi per i controlli alla frontiera con l'Italia non sono solo giusti ma anche necessari. Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero se ciò sarà necessario".

 

Secondo Kurz, l'Unione Europea deve chiarire che un soccorso attuato nel Mediterraneo non è un ticket per l'Europa e i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa.

Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, alla seduta plenaria del Parlamento europeo, ha sottolineato che con quanto la Commissione europea delibererà oggi in materia di migrazioni "dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l'Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d'obbligo".

Intanto l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) dichiara che dall'inizio del 2017 al 3 luglio scorso, un totale di 101.210 migranti e rifugiati ha attraversato il Mediterraneo, quasi l'85% è giunto in Italia (85.183), mentre il resto degli arrivi è suddiviso tra Grecia (9.290), Cipro (273) e Spagna (6.464).

Sempre l'Oim stima a 2.247 il numero di persone morte in mare nello stesso periodo.

Toc, toc. Dov’è l’Europa?

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