"In Paradiso non c'è il 'numero chiuso'! Ma si tratta di attraversare fin da ora il passaggio giusto, che c’è, per tutti, ma è stretto. Questo è il problema".
Lo sottolinea il Papa in occasione dell'Angelus. "Gesù non vuole illuderci, dicendo: 'Sì, state tranquilli, è facile, c’è una bella autostrada e in fondo un grande portone…'.
No, - osserva Bergoglio - Gesù ci parla della porta stretta, ci dice le cose come stanno: il passaggio è stretto.
In che senso?
Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo!".
Dice il Papa che "siamo chiamati a instaurare una vera comunione con Gesù, pregando, andando in chiesa, accostandoci ai Sacramenti e nutrendoci della sua Parola.
Questo ci mantiene nella fede, nutre la nostra speranza, ravviva la carità.
E così, con la grazia di Dio, possiamo e dobbiamo spendere la nostra vita per il bene dei fratelli, lottare contro ogni forma di male e di ingiustizia"
Nulla ci dice il Papa dell’Inferno.
Non ci dice se c’è il numero chiuso.
Non ci dice se la strada per arrivarci è stretta o larga, se il portone finale è piccolo o amplissimo.
Non ci dice se è a destra od a sinistra del paradiso, più avanti o più indietro, più sopra o più sotto.
Non ci dice nemmeno se andremo all’inferno se non lottiamo contro ogni forma di male e di ingiustizia.
Come potrebbe succedere a tutti coloro che rubano i popoli, il loro futuro, la loro storia, i loro sacrifici per offrirli ad altri.
Non ci dice nemmeno come arrivare dignitosamente alla fine del mese senza cercare tra i rifiuti, senza un posto letto dove dormire, eccetera.
Non ci dice che abbiamo circa 3 milioni di italiani che non hanno di che mangiare e che rovistano tra i rifiuti ed ai quali non basta la speranza del paradiso ma va data la dignità della attuale vita
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Amici carissimi di Tirreno News. Tutti sappiamo che per accedere alla cabina elettorale ed esercitare il diritto di voto durante le elezioni amministrative, regionali o nazionali, devi presentare al Presidente del seggio la tessera elettorale.
Depositata la scheda nell’urna dopo aver votato, il Presidente oppone sulla tessera un timbro e dice ad alta voce :- Il signor…. ha votato -.
Se non hai la tessera elettorale che il Comune ti ha rilasciato non puoi esercitare il tuo diritto al voto. La tessera elettorale, dunque, è indispensabile che può essere, in caso di perdita, rinnovata.
Tanto è vero che l’ufficio elettorale rimane sempre aperto durante le operazioni di voto.
Ma perché sono stato costretto a fare questo cappello?
Per farvi sapere una strana iniziativa presa da un sacerdote. Hai la tessera? Puoi fare la santa comunione.
Non hai la tessera?
Non puoi fare la cresima.
Volete andare in Paradiso?
Fatemi vedere la tessera a punti.
Strana Italia.
E strana iniziativa presa da un sacerdote don Angelo Fontana nella sua parrocchia di Lunate Caccivio in provincia di Como.
Per i ragazzi che frequentano la sua parrocchia è indispensabile la tessera a punti se vorranno accedere ai sacramenti. E questo vale per i genitori.
Hai la tessera?
Puoi accostarti ai sacramenti.
Non hai frequentato almeno per 2/3 le attività della parrocchia?
Non potrai neppure ricevere il sacramento della Cresima.
Questa insolita iniziativa escogitata dal Parroco ha creato parecchia agitazione e qualche sarcasmo.
I bambini, forse, l’hanno presa come un gioco.
Alla fine della Santa Messa i parrocchiani si mettono in fila e presentano al parroco una grande tessera sulla quale il curato oppone un timbro, così come alle lezioni di catechismo.
Timbro dopo timbro, chi avrà collezionato almeno i 2/3 delle presenze potrà iscriversi alla catechesi, ricevere la santa comunione, ricevere il sacramento della Cresima. Don Angelo è rimasto sorpreso per il clamore suscitato e per le valanghe di critiche ricevute da parte dei genitori dei ragazzi, ma lui difende la sua lodevole iniziativa. –
Questa tessera vuole aiutare i ragazzi ad avvicinarsi alla parrocchia attraverso il gioco.
Se qualcuno la vede come una cosa fiscale allora non andiamo da nessuna parte-.
Volete andare in Paradiso? Sì, ma con la tessera a punti.
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E’ difficile accettare la morte.
E’ difficile, perfino, accettare quella morte che giunge dopo una vita terrena di sofferenze.
Una vita dove ogni giorno occorre trovare il coraggio di vincere il male , od almeno di resistere al male, una vita dove giorno dopo giorno occorre cercare la speranza che ogni domani sia migliore, più sereno, più dolce.
Una vita difficile da vivere , ma dove si diventa angeli giorno dopo giorno.
Resta, forse, la fede nell’al di là.
La fede in un posto, cioè, dove non esiste il dolore, dove tutto è amore, solo amore.
Un posto non certo ambito, e, comunque, da raggiungere il più tardi possibile.
Ma è ancor più difficile comprendere la morte degli angeli.
Quegli Angeli come Simona che abbiamo vista accompagnata per un breve tratto dai palloncini che si sono librati verso il cielo.
In mezzo, a loro uno stuolo infinito di cherubini che le tenevano le mani, la giovane amanteana che ha avuto solo dolore ma che pur riusciva a sorridere.
Ti abbiamo vista in tanti giovane e candida amica viaggiare verso la tua destinazione, quel Paradiso che da oggi è ancora più ricco, con la tua presenza.
So che eri tra noi e che hai visto le calde lacrime che hanno bagnato le gote di tanti presenti, muti nel loro dolore.
So che hai sentito le parole della lettera d’amore fraterno di una delle tue amiche.
Noi ci siamo commossi e abbiamo spinto via il magone che ci stringeva il cuore con un applauso liberatorio.
Lo stesso applauso che ti abbiamo tributato quando siamo rimasti tristi, inani, senza vita, lì davanti alla chiesa di San Bernardino, quando ci hai lasciati per il tuo ultimo percorso terreno.
Amantea non ti dimenticherà Simona.
Resterai il monumento della sofferenza ed insieme della dolcezza.
A te, per quanto tu non ne abbia bisogno, il paese eleverà le sue preghiere.
Sono il tardivo segno dell’amore che avremmo voluto e dovuto tributarti.
Addio, Simona.
O forse solo arrivederci, se sapremo avere i tuoi stessi meriti nel procurarci il Paradiso.
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