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pizzo2020Proseguono senza soluzione di continuità le attività di controllo svolte dai militari del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia.

Nel corso delle verifiche effettuate, dalla Guardia Costiera di Vibo Valentia e Pizzo, durante i controlli finalizzati alla verifica dell’impianto di depurazione ubicato in località Marinella del Comune di Pizzo, i militari hanno accertato la non corretta gestione della piattaforma depurativa comunale che aveva portato ad una inefficace depurazione dei reflui in uscita dall’impianto; inoltre, le risultanze delle analisi eseguite con l’ausilio dell’ A.R.P.A.CAL - Dipartimento Tematico Acque di Vibo Valentia hanno permesso di riscontrare il superamento dei valori tabellari previsti da legge.

Tali verifiche hanno portato, in coordinamento con la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, al sequestro dell’intera struttura depurativa di Pizzo per gravi violazioni del testo unico ambientale.

La corposa ed articolata attività investigativa, oltre a determinare il sequestro del depuratore, ha consentito altresì di accertare l'attuale e persistente stato di degrado degli impianti che, a causa di gravissime condizioni manutentive e precarietà nella conduzione, risultano funzionanti in pessime condizioni ed inidonei all'espletamento dei cicli di depurazione.

I reati contestati attengono a gravi illeciti di natura ambientale, quali l’attività di gestione di rifiuti non autorizzata, l’immissione abusiva di rifiuti speciali non pericolosi in mare, il getto pericoloso di cose, il danneggiamento, il superamento dei valori tabellari nello scarico in acque superficiali, reati contro la pubblica amministrazione e ulteriori violazioni delle norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, accertati dal Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia.

L’intervento, coordinato dalla Autorità Giudiziaria, ha consentito l’accertamento dell’ennesimo reato commesso ai danni dell’ambiente costiero, in una area altamente frequentata nel corso della stagione balneare.

L’attività di tutela dell’ambiente da parte della Guardia Costiera – che si inserisce nel più vasto piano di controlli sui reati in materia ambientale voluti dal Procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo e che presto porterà alla creazione di una apposita task force, che vedrà tra i protagonisti proprio la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia – proseguirà senza soluzione di continuità al fine di salvaguardare e preservare lo stesso garantendone la fruibilità per la collettività.

http://www.guardiacostiera.gov.it

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«Sta mostrando una forza d’animo eccezionale, alimentata dalla solida certezza di poter dimostrare la sua totale estraneità alle ipotesi di reato che gli vengono contestate».

Lo scrivono, in una nota, gli avvocati di Gianluca Callipo.

Gli avvocati del sindaco di Pizzo Gianluca Callipo – Roberto Franco, Armando e Clara Veneto – si dichiarano confortati dall’esito dell’interrogatorio di garanzia, nel corso del quale il primo cittadino della città napitina ha risposto con puntualità alle accuse che ne hanno determinato l’arresto nell’ambito dell’inchiesta Rinascita Scott.

Callipo non si è avvalso della facoltà di non rispondere ed ha sostenuto l’interrogatorio con estrema precisione.

Ha sostenuto le proprie ragioni e risposto alle domande del Giudice senza alcuna riserva o titubanza, sottolineando più volte la sua fiducia nella Magistratura e nella Giustizia, ora come sempre, quale uomo della Società Civile e rappresentante delle Istituzioni al servizio esclusivo della collettività.

Un atteggiamento – concludono gli avvocati – che ha colpito per la determinazione con cui ha rigettato i capi d’imputazione, dichiarandosi completamente estraneo alle finalità delittuose attribuite a fatti e circostanze.

Nel corso della sua audizione, Gianluca Callipo ha anche comunicato la decisione di dimettersi dalla carica di sindaco.

Lo ha fatto chiedendo di allegare agli atti una lettera indirizzata al Prefetto di Vibo Valentia e, nelle intenzioni, anche ai cittadini di Pizzo.

«Uno scritto toccante – raccontano gli avvocati – con il quale ha espresso tutto il suo amore per la città che per due volte l’ha eletto sindaco.

Una lettera nella quale ringrazia tutti i componenti della Giunta e, prima ancora, i cittadini che hanno avuto fiducia in lui e assicura che riuscirà a dimostrare che questa fiducia è stata ben riposta, perché assolutamente estraneo alle accuse che gli vengono mosse».

Callipo ha motivato le sue dimissioni con la volontà di non gravare con la sua vicenda personale sulle sorti e sull’immagine di Pizzo, pur nella consapevolezza di non aver commesso i reati che gli vengono imputati e con la convinzione di doversi difendere nell’ambito del processo in cui è coinvolto, rispettandone tutte le regole.

«Un vero e proprio atto di amore nei confronti di Pizzo – rimarcano i legali. La sua lettera e le sue dichiarazioni esprimono razionalità, competenza amministrativa e trasporto emotivo, del Sindaco e dell’uomo chiamato ad affrontare la più difficile delle prove».

22 Dicembre 2019 Redazione Calabria 7

Pubblicato in Calabria

Fabrizio Anello Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Pizzo ha deciso di osare.

Secondo quanto si legge sul web avrebbe trovato in una busta di spazzatura abbandonata per strada un documento che permette la precisa individuazione del responsabile della infrazione.

Ed ha deciso di postare il tutto sul suo profilo face book

Ecco cosa ha scritto: Buonasera sig.ra S.C. di anni 42, residente a Pizzo, so che leggerà questo mio post perché lei è molto attiva su Facebook e, molte volte, ho letto suoi commenti dove con grande facilità usava il termine “vergogna”, particolarmente quando si evidenziava qualche piccola pecca della nostra attività amministrativa.

 

 

Ecco, oggi lo scrivo io: VERGOGNA!

Auspico che da domani possa avere un comportamento più civile, su Facebook ma principalmente nella vita di ogni giorno, perché le azioni valgono più delle parole; le parole le possiamo dire tutti ma le azioni dobbiamo essere capaci di farle e se si è “Lordazzi” prima o poi si inciampa…

La saluto e, da domani, Buona differenziata anche a Lei!

Forte la reazione della signora S.C. che ha anticipato il ricorso al giudice.

Staremo attenti e vi diremo come andrà a finire

Si tratta di un comportamento molto frequente anche ad Amantea.

Pubblicato in Reggio Calabria

Il fenomeno dei rifiuti bruciati è il chiaro sintomo che il sistema di raccolta dei rifiuti deve essere rivisto.

La terra dei fuochi, infatti, non è più la sola Campania.

Ormai si bruciano rifiuti dappertutto , anche in Lombardia dove la Camorra non c’è!.

E nel piccolo anche in Calabria come a Pizzo dove sette operatori ecologici sono stati denunciati, perché sorpresi a dar fuoco a materiale di scarto all'interno di un sito di stoccaggio per la raccolta differenziata.

Il fatto è stato accertato grazie ad un'attività mirata nel settore ambientale condotta dai carabinieri della locale Stazione.

A loro i carabinieri sono arrivati seguendo le tracce di fumo sprigionate dal grosso rogo composto da materiale di vario genere: una vera e propria colonna di fumo nero che ha sprigionato un forte odore acre nelle vicinanze del centro abitatocon probabile concentrazione di diossina.

Notevoli anche i disagi per residenti del limitrofo centro abitato.

Il terreno in questione, dell'estensione di circa 800 metri quadrati,è stato sottoposto a sequestro.

E non è certo un caso che si tratti di dipendenti di ditte private impiegate nella raccolta dei rifiuti e della pulizia delle strade dell'area napitina.

Ci sembra evidente che la RSU gestita dai privati non garantisce la totale correttezza dei servizi ambientali

La RSU è quindi un servizio che deve essere pubblico!

Pubblicato in Vibo Valentia

Adesso state esagerando!

L’altro giorno eravamo stanchissimi.

Provate voi a fare km e km sulla spiaggia, sotto il sole, con una temperatura più calda di quella da noi in Marocco!

Ed è per questo che abbiamo piantato sulla spiaggia di Pizzo un grande ombrellone sotto il quale abbiamo esposto alcuni capi di abbigliamento.

Non molti , al massimo 550!

Ed ecco che arrivano i Carabinieri

Non la Guardia Costiera che è competente per il demanio e che eleva a tutti gli altri tante contravvenzioni per occupazione abusiva di area demaniale.

Non la Finanza competente per gli scontrini fiscali che non rilasciamo mai.

Non la Polizia municipale competente per le licenze commerciali.

NO! I Carabinieri delle Stazioni di Pizzo, Vibo Marina e Briatico

E ci hanno elevato contravvenzioni.

Ma diciamo! State esagerando in Italia.

Una contravvenzione per occupazione di suolo pubblico senza autorizzazione.

Una contravvenzione per la mancanza di licenza ambulante.

Ma insomma volete che ce ne torniamo in MAROCCO?

Ditecelo, che ce ne andiamo!

Se cominciate a fare così non guadagniamo più niente.

Non solo ma poi ci chiederete dove abbiamo comprato la merce ed andrete a contravvenzionare anche i grossisti .

E magari ci fermerete mentre usciamo dagli ingrosso e ci chiederete , pure, la fattura.

Basta! Non se ne può più!

Questa non è più l’Italia di una volta!

Pubblicato in Basso Tirreno

I militari della Compagnia della Guardia di finanza di Vibo Valentia hanno individuato, nel comune di Pizzo, una vastissima piantagione di marijuana, della qualità notoriamente conosciuta come “skunk”.

La coltivazione era effettuata in 20 serre ed insistente su un appezzamento di terreno di oltre un ettaro, interessava un totale di 89.624 piante di varia altezza, gran parte delle quali già giunte a fioritura e, pertanto, pronte per essere sottoposte alla successiva fase di essiccazione.

Al momento del massiccio blitz operato dalle Fiamme gialle sono state sorprese sette persone intente a coltivare parte delle innumerevoli piante. Si tratta di G. D., 43 anni, e P. M., 34 anni, cittadini italiani; D. T., 23 anni, originario del Mali; B. A. 23 anni, originario della Guinea; T. M., 33 anni, K. B., 33 anni, e T. S., 35 anni, (gli ultimi tre tutti originari della Costa d’Avorio), tratti in arresto in flagranza di reato e associati alla Casa circondariale di Vibo Valentia.

Oltre alle 20 serre già in coltura, è stata altresì rilevata l’esistenza di un’estesa area già predisposta per l’impianto di ulteriori 3200 piante, posizionate in vivaio in appositi contenitori di polistirolo. 

Quella scoperta dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia è apparsa sin da subito una vera e propria azienda agricola, estremamente strutturata e munita di ogni elemento produttivo necessario per la coltivazione e la successiva distribuzione dello stupefacente: teli, mezzi, utensili, un capillare ed ingegnoso sistema di irrigazione automatico, aeratori, un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica, buste, bilance di precisione e, “last but not least”, ben 5 braccianti di nazionalità extraeuropea, regolarmente pagati per lo svolgimento delle mansioni loro affidate. 

In prossimità della piantagione i militari hanno scoperto anche l’esistenza di una casa colonica che, formalmente disabitata, era in realtà adibita sia allo stoccaggio e all’essiccazione della marijuana sia a modulo abitativo per gli addetti agli illeciti lavori.

I finanzieri vibonesi, in esecuzione di quanto prontamente disposto dal Pm di turno presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, Benedetta Callea, tempestivamente informata della scoperta, hanno proceduto all’arresto delle sette persone individuati in loco ed al sequestro dell’intera piantagione, di un ingente quantitativo di stupefacente già essiccato e di tutta l’attrezzatura scovata all’esito delle approfondite attività di perquisizione eseguite. 

L’autorità giudiziaria ha disposto, inoltre, previa opportuna campionatura, l’estirpazione delle piante di canapa indiana e l’immediata distruzione delle medesime.

Le coltivazioni, a fioritura completa, avrebbero prodotto circa 8 tonnellate di marijuana.

Lo stupefacente, una volta essiccato ed immesso sul mercato, avrebbe fruttato un profitto, sul mercato illegale, pari ad almeno 20 milioni di euro.

Un duro colpo inferto dalla Compagnia della Guardia di finanza di Vibo Valentia a quella che rappresenta, ad oggi, una delle più fruttifere forme di business della criminalità calabrese.

Le indagini delle Fiamme Gialle, dirette dal sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Benedetta Callea, sono ancora in corso di esecuzione al fine di accertare eventuali ulteriori responsabili nell’attività illecita.

Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa della Guardia Costiera:

30 marzo 2018: Continuano i controlli dei militari della Guardia Costiera di Pizzo e Vibo Valentia a tutela dell’ambiente e del territorio vibonese.

Nel corso della giornata odierna, nell’ambito di una programmata attività di polizia ambientale, esperita nel territorio della Provincia di Vibo Valentia, una pattuglia di vigilanza ambientale, in attività nel Comune di Pizzo, ha accertato la presenza di una discarica di rifiuti solidi urbani e speciali, abbandonati ed occultati al suolo, tra cui rifiuti derivati dalle attività agricole e agro-industriali del tipo materie plastiche.

Si tratta di una area demaniale marittima di circa 700 mq compresa nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia nonché nella fascia di 150 metri dall’attuale argine del Fiume Angitola, sottoposta a vincolo paesaggistico.

L’area è stata immediatamente posta sotto sequestro penale, per violazione del Testo Unico Ambientale e del Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici, ed affidata in custodia giudiziale al Sindaco del Comune di Pizzo secondo le disposizioni della Autorità Giudiziaria.

L’attività di monitoraggio ambientale e verifica del territorio, condotta dalla Guardia Costiera continuerà senza sosta ai fini della salvaguardia dell’ambiente marino costiero.

Pubblicato in Vibo Valentia

salparete marsiliSei un appassionato di pesca sportiva? Sei un vero e proprio professionista? In entrambi i casi non puoi fare a meno di utilizzare il nuovissimo modello di salparete “Marsili”.

Sempre più persone oggi si appassionano di pesca, e sono sempre di più le tecniche di pesca utilizzate; sono tante le federazioni sportive presenti nel nostro paese, e sono tantissimi i tornei di pesca che vengono organizzati su tutto il territorio nazionale; sono innumerevoli, infine, gli attrezzi di ultima generazione utilizzati oggi, e sempre di più la tecnologia che investe un settore per tanto tempo rimasto molto ancorato su elementi di tradizione più che di innovazione. Che molti pratichino la pesca per pura passione o perché lo si trovi un hobby rilassante da trascorrere all’aria aperta, è indispensabile dotarsi di quanto la tecnologia oggi è capace di offrirci per agevolare questo hobby, o quello che magari è un vero e proprio lavoro. Anche se poi la pesca sportiva è solo un modo per mettersi in una posizione di parità con la propria preda, ed anche se l’obiettivo non è nemmeno quello di catturare la preda o di nutrirsene. Sia che la pesca venga intesa solo come una sfida con se stessi per cercare di catturare il pesce per poi liberarlo nuovamente in mare (quella che gli anglosassoni chiamano la “catch & release”), sia che l’idea sia quella di catturare il pesce ma senza ucciderlo (no-kill), in entrambi i casi è opportuno dotarsi di un buon salparete.

Per tutti gli innamorati sia di pesca sportiva, ed ovviamente anche per i professionisti esistono in commercio dei verricelli utilissimi per raccogliere le reti. Uno di questi è il nuovissimi modello “Marisili”. Si tratta di una salparete che è utilissimo per raccogliere, appunto, le reti, ma anche per nasse e calume. Il tutto senza il minimo sforzo. Infatti il salparete è elettrico, dotato di un motore da 300 w. Il motore è estremamente affidabile e silenzioso. Il salparete modello “Marsili” è un attrezzo sicuro e a basso consumo. Infatti “Marsili” consuma appena 20 A, ed è dotato di un fusibile di protezione. Come ogni salparete è dotato di invertitore di marcia e di un regolatore di giri. Un attrezzo, dunque, indispensabili ancora più che utile per chi pratica la pesca sportiva a livello di passione o per i professionisti. Acquista qui il tuo salparete  oppure il 0039 3478532838

Il motore del “Marsili”, affidabilissimo per raccogliere reti automaticamente e senza nessuno sforzo, è il gioiellino di questo salparete costruito interamente in acciaio inox lucidato. Ciò permette al salparete di non temere la corrosione. Nessuna paura quindi per gli agenti atmsferici o per la salsedine: l’acciaio inox, infatti, preserva l’intero salparete, compresa la ruota da 35 centimetri di raggio anch’essa totalmente in acciaio inox.

Anche la velocità di recupero del salparete è ottima. Infatti il salparete “Marsili” ha una velocità di recupero di 18 metri al minuto.

Per informazioni sul salparete “Marsili” si può chiedere informazioni telefonando, in orari di ufficio, al seguente numero: 3478532838

Pubblicato in Italia

“È illegittima e scellerata la scelta della Commissione straordinaria di liquidazione del Comune di Pizzo Calabro (Vv), dopo analoga delibera del Consiglio comunale, di affidare ad Agenzia Entrate

Riscossioni, ex Equitalia, il servizio di riscossione coattiva dell’entrate tributarie e patrimoniali.

Tra le seconde rientrano i canoni per acqua e fognatura».

Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela, insieme alla consigliera comunale 5stelle di Pizzo Calabro, Carmen Manduca, e al giurista Giuseppe D’Ippolito, referente del Punto M5s Sos Antiequitalia Calabria.

«I canoni del servizio idrico – precisa D'Ippolito – non costituiscono tributi ma corrispettivi contrattuali che non possono essere iscritti a ruolo e quindi affidati a concessionario.

Il principio, già affermato dalla Corte costituzionale con sentenza numero 335 del 2008, è stato costantemente ribadito dalla giurisprudenza di legittimità e di merito».

«È facile prevedere – prosegue il giurista e docente universitario – che si apriranno, quindi, una marea di contenziosi».

«Segnaleremo alla Prefettura – sottolineano i 5stelle – tale illegittima scelta e forniremo assistenza gratuita ai cittadini».

«Gli amministratori di Pizzo Calabro – incalzano D'Ippolito e Manduca – approvino piuttosto modalità di rottamazione dei tributi locali, secondo le possibilità offerte dalla legge di bilancio, in dirittura d’arrivo».

«Peraltro – concludono Nesci e Parentela – le tariffe del servizio idrico sono assolutamente illegittime, poiché formate sulla scorta delle tariffe altrettanto illegittime richieste da Sorical, secondo quanto più volte affermato e ribadito dalla Corte dei conti e dalla stessa Corte costituzionale.

Bene farebbe la giunta comunale di Pizzo, guidata da Gianluca Callipo, sindaco che è anche a capo dell’Anci calabrese, a contestare in giudizio le tariffe di Sorical, così rendendo giustizia alla comunità locale».

Pubblicato in Calabria

Paolo FIORELLO, 36 anni maresciallo la Stazione dei carabinieri di Pizzo Calabro si è sparato con un colpo di pistola nel suo ufficio.

Stamattina incontro davanti al bar dei Cappuccini un amico carabiniere che, addolorato, mi dice: “E’ una notizia di un’ora fa. Il comandante della stazione di Pizzo si è sparato un colpo di pistola alla testa”

Poi mentre si allontanava si è lasciato sfuggire tutta la sua tremebonda amarezza sussurrando “ E noi facciamo sfilate a cavallo”

Avrei voluto pensarle e dirle io queste parole che sembrano il segno della solitudine nella quale versano probabilmente tutte le forze dell’ordine, ma soprattutto, penso, i carabinieri.

Poi leggiamo che “Ha raggiunto la caserma, ha varcato la porta del suo ufficio, ha estratto l’arma d’ordinanza e ha premuto il grilletto. Ha deciso così di porre fine alla sua giovane vita il comandante della Stazione di Pizzo Paolo Fiorello: aveva soli 36 anni. Dal 2011 era al comando dei carabinieri di Pizzo. Sotto la sua guida sono state messe a segno diverse operazioni che hanno fatto sentire sempre più al sicuro la città turistica vibonese. Comunità che oggi si sente orfana di un figlio.

Conosciuto e ben voluto, il comandante Fiorello partecipava a tutte le iniziative sociali e culturali. Il 5 giugno scorso, durante la festa dell’Arma, aveva ricevuto dal comandante regionale un encomio per avere arrestato un malvivente mentre stava tentando una rapina in una tabaccheria. L’insano gesto poco dopo le 8.

Uno sparo chiaramente udito dai colleghi che erano in caserma.

Subito accorsi al piano terra dell’edificio, hanno trovato il loro comandante con il capo chino e ancora l’arma in pugno.

Una scena drammatica anche ai medici del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del sottufficiale.

In contrada Sant’Antonio si sono precipitati il comandante provinciale Gian Filippo Magro e il capitano della Compagnia di Vibo Piermarco Borettaz.

Sul posto anche il medico legale per i rilievi. Intanto la Procura di Vibo Valentia ha aperto un fascicolo d’inchiesta per chiarire ogni aspetto di una tragedia che al momento non ha un perché e che lascia senza parole.

Appresa la notizia il sindaco Pizzo Gianluca Callipo ha espresso il suo cordoglio anche a nome della città.«La comunità di Pizzo è sconvolta dalla notizia della morte del maresciallo Paolo Fiorello - ha scritto il primo cittadino -. Notizia che ho appreso mentre sono lontano da Pizzo per impegni istituzionali legati alla mia attività in Anci. Tutti noi avevamo grande rispetto, stima e affetto per questo giovane servitore dello Stato che ha sempre interpretato il suo ruolo con umanità e autentico senso del dovere.

La disponibilità e l’efficienza del comandante Fiorello - ha aggiunto Callipo - ne facevano un punto di riferimento imprescindibile per i cittadini e l’amministrazione comunale, con la quale c’è sempre stato un rapporto di grande sinergia. La sua scomparsa rappresenta dunque una grande perdita per l’intera città, letteralmente annichilita da questa tragica notizia».

Quindi il primo cittadino conclude: «A nome dell’intera cittadinanza, porgo le più sentite condoglianze ai familiari del maresciallo Fiorello, ai Carabinieri della Stazione di Pizzo, al comandante della Compagnia di Vibo Valentia, il capitano Piermarco Borettaz, e al comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Gianfilippo Magro».

Parole che il caso impone, parole anche inutili.

Nessuno ci piegherà il perché, quello che il giovane comandante ha passato nei suoi silenzi fino al momento dello sparo.

Occorre intervenire per tempo. Prima che succedano queste disgrazie facendo costanti intervento preventivi di specifici specialisti.

Le nostre forze dell’ordine sono lo STATO, basta allora con questo suicidi che possono essere sicuramente il segno che qualcosa non va.

Pubblicato in Vibo Valentia
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