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Era la voce che un tempo correva negli uffici regionali .

Insomma bastava entrare e poi non uscivi più.

Prima o dopo saresti stato stabilizzato.

E non era importante quello che realmente facevi.

 

 

L’importante era che fossi presente , magari seduto su una sedia in attesa di un lavoro.

Lì negli uffici regionali nessuno era un numero, ma ognuno era figlio, amico, parente di qualche persona importante .

Politico, massone, giudice, non era importante.

La quota di ognuno era chi lo aveva segnalato, non che titolo avesse o cosa sapesse fare.

Ora sembra che non sia più così.

Almeno stando a sentire il consigliere regionale Gianluca Gallo, i quale dichiara che «In Calabria esistono migliaia di lavoratori precari».

Ma poi insiste sostenendo che “a centinaia di loro viene negato persino il diritto di potersi dire tali”. E continua dichiarando che “È il caso del personale che, tra il 2003 ed il 2015, ha prestato servizio negli uffici regionali garantendo, attraverso contratti a progetto, diverse attività: dalla rendicontazione dei bandi del Fondo sociale europeo al monitoraggio della realizzazione delle operazioni cofinanziate col Por all'inserimento dei dati nelle banche dati”

Infine denuncia che “Una volta giunti a termine i progetti, dopo anni di impiego sono stati confinati nel nulla insieme alle competenze nel frattempo acquisite. Uno spreco trasformato in discriminazione quando la Regione ha scelto di negare loro finanche un bacino nel quale confluire, in vista di un possibile reimpiego attraverso politiche attive o strade alternative. Un paradosso nella terra dei paradossi, finito al centro di un incontro svoltosi stamane a Catanzaro tra una delegazione dei lavoratori, affiancati dal consigliere regionale Gianluca Gallo, e i vertici della macchina burocratica regionale: presenti il dirigente generale del dipartimento Lavoro, Fortunato Varone; il dirigente generale del Segretariato generale, Ennio Apicella, e i dirigenti dei Settori Mercato del lavoro e Segreteria di giunta, Roberto Cosentino e Francesca Palumbo”.

Ma che significa ?

Sono stati mandati a casa?

Sono ancora negli uffici regionali a non far nulla?

E chi li ha mantenuti se i loro progetti erano giunti a termine?

Ma nessuno controlla la spesa pubblica?

Ma allora è vero che nella regione Calabria non s’è mai visto un precario licenziato.

C’è lavoro per Gratteri, visto che nessuno applica la legge?

Bene che Gratteri intervenga, subito e con decisione.

Pubblicato in Calabria

Tutti i giornali, anche i più seri come “Il Corriere della Calabria” deve sintetizzare l’articolo in un titolo.

Un titolo che talvolta può essere come lo specchietto delle allodole

 

 

Oggi c’era questo «Stop al precariato, puntiamo a creare nuovo lavoro », e sotto il volto di Mario Oliverio

Subito la domanda.

Che avrà voluto dire che licenzierà i precari che sono stati assunti durante il suo governo evitando di illuderli, anche se alla regione si è sempre saputo che nessuno mai è stato mandato via ( poi se sia stato sempre così non lo sappiamo con certezza)?

O forse che non assumerà più per tutto il periodo del suo governo regionale evitando, così, di creare nuovi precari da stabilizzare successivamente?

No!

Oliverio un mese prima delle elezioni dice : «Il problema del lavoro è la questione centrale della nostra terra. Una questione che ci vede impegnati incessantemente per individuare strumenti, percorsi e soluzioni finalizzate ad alleviare lo stato di sofferenza in cui vivono migliaia di calabresi e le loro famiglie».

Perché parla di migliaia e non di decine, se non centinaia di migliaia di calabresi?

Ah! L’articolista traduce il pensiero oliveriano e chiarisce che si tratta dei lavoratori ex percettori di indennità di mobilità in deroga.

Ed ecco l’altra parte del suo dire: «Nel corso dell’ultimo Tavolo operativo che ho presieduto nei giorni scorsi presso la Cittadella regionale abbiamo definito, di concerto con le parti sociali e facendo seguito ad un precedente accordo dello scorso 7 dicembre 2016, l'individuazione di un nuovo bando di 12 mesi rivolto agli enti pubblici e ai privati per i tirocinanti calabresi (per quei lavoratori inquadrati nell'accordo del 7 dicembre 2016) da emanare nei prossimi giorni».

Praticamente un altro anno di calvario per questi calabresi.

Poi per fortuna una cosa ottima : «A questa misura abbiamo deciso di affiancare un altro bando che prevede un “bonus” annuo di cinque-seimila euro (la cifra precisa la definiremo in base alle risorse a nostra disposizione), come incentivo alle imprese che assumono per tre anni e che, alla fine dei tre anni, si impegnano a stabilizzare i lavoratori. In queste ore si sta lavorando alla stesura del bando che, entro pochissimi giorni, sarà pubblicato».

Questa si che è una cosa buon per la quale Oliverio merita i nostri apprezzamenti

Lui lo sa che i comuni non sono in grado di stabilizzare i “tirocinanti” calabresi prchè la gran parte è sulla strada del fallimento( dissesto)

A parte il fatto che chiamare “ tirocinanti” gente di grande esperienza attitudinale e professionale ed in età avanzata solleva un amaro sorriso.

In più, ha aggiunto il governatore, «anche per quanto riguarda la definizione della Banca Dati regionale abbiamo lavorato in questi mesi per ricostruire tutte le situazioni di intervento che riguardano i percettori di mobilità dal 2009 ad oggi.

Abbiamo affrontato il problema dei 4600 lavoratori che fanno parte del bacino degli Lsu-Lpu per i quali abbiamo avviato la contrattazione il 1° gennaio 2015, fuoriuscendo da una impostazione che era quella del bacino, attraverso una integrazione dell’intervento dello Stato che ammonta a 50 milioni di euro con 39 milioni di euro del bilancio regionale per consentire la contrattazione a 26 ore settimanali e ciò ha consentito a questi lavoratori di maturare il diritto alla stabilizzazione.

Il 31 dicembre 2017, infatti, gran parte di essi hanno maturato 36 mesi di lavoro dipendente che consente loro di acquisire il diritto alla stabilizzazione ed altri la stanno maturando in queste settimane».

BENE! Bellissima notizia.

Oliverio, in sostanza, assumerà 4600 perone e le farà lavorare a spese della regione presso tutti i comuni calabresi

E poi una ulteriore bellissima notizia che riguarda anche il comune di Amantea

Fa sapere Oliverio «ieri l’altro abbiamo avuto l’ok anche da parte della Direzione Generale del Ministero dell’Interno relativamente ai comuni che sono in dissesto finanziario a contrattualizzare».

Un politichese incomprensibile, invero.

Che significa che possono fare contratti per far lavorare i “tirocinanti” pagati con i fondi regionali?

«Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Stabilità, la Presidenza del Consiglio dei Ministri dovrà assumere un DPCM per regolare ulteriormente le procedure di stabilizzazione. Non appena il DPCM sarà emanato proporremo al Consiglio regionale di approvare una legge per incentivare la stabilizzazione e, nello stesso tempo, per consentire la mobilità nelle procedure di stabilizzazione. Predisporremo, quindi, uno strumento che dovrà aiutarci ad accompagnare un percorso che è iniziato nel gennaio del 2015 e che noi intendiamo portare a conclusione».
Per Oliverio «il nostro unico obiettivo - conclude Oliverio - è quello di creare lavoro vero e di individuare, nella realizzazione di tale obiettivo, un percorso che consenta alle istituzioni, così come è doveroso, di farsi carico delle gravi situazioni di sofferenza sociale e di completa assenza di reddito da parte di cittadini e delle loro famiglie.  Abbiamo la chiara consapevolezza che tutto questo non basta e che occorrerà fare molto di più ma, nelle condizioni date, stiamo profondendo ogni sforzo e tutte le nostre energie, con grande determinazione e profonda convinzione, per affrontare e alleviare, per quanto è nelle nostre possibilità, le condizioni di grave sofferenza in cui vivono migliaia di nostri corregionali. In questa direzione proseguiremo il nostro impegno senta tentennamenti e incertezze»

Pubblicato in Calabria

Ciò che sta caratterizzando l'azione della parlamentare Enza Bruno Bossio e dell’assessore regionale Federica Roccisano è un nuovo protagonismo della classe dirigente meridionale, che non vuole piangersi addosso ma risolvere con volontá le questioni urgenti dei territori e dei cittadini.
E' qualcosa - quello del protagonismo responsabile delle classi dirigenti - in cui crediamo fermamente.

E riteniamo che la prioritá in questo quadro sia rappresentata dalla capacitá di mettere in campo strumenti di tutela nei confronti, innanzitutto, delle fasce deboli.

Questa è la ragione che ha portato il nostro Partito a prendere posizione sulle sacche di precariato presenti in cittá.

Perchè riteniamo che la quantitá di lavoro che una societá è in grado di offrire ai propri cittadini è un parametro per dire che quella societá è giusta, moderna e civile e - allo stesso tempo - riteniamo che la quantitá e la qualitá di strumenti di tutela dinnanzi alle difficoltá che un governo è in grado di porre in essere, è un parametro per dire che quel governo è un buongoverno.

E’ quanto ha dichiarato il segretario cittadino del Partito  Democratico Enzo Giacco, intervenendo ieri  all’iniziativa della Cgil su “ammortizzatori sociali, welfare e politiche attive del lavoro”

Circolo PD Amantea

Non è certamente compito di questo blog farlo ,ma dobbiamo ricordare che mentre Renzi ha stabilizzato decine di migliaia di insegnanti, e mentre Oliverio sta assicurando il lavoro perfino ai precari della Giustizia , altri precari anche di AMANTEA soffrono e piangono e con loro le rispettive famiglie.

Pubblicato in Politica

Il Partito Democratico di Amantea prende posizione e tutela il “Diritto al lavoro ed i lavoratori” .

Questo il comunicato:

 

AMANTEA (CS) -Il PARTITO DEMOCRATICO TUTELA IL DIRITTO AL LAVORO ED I LAVORATORI

Durante le ultime settimane diversi nostri concittadini hanno visto sfumare la prospettiva concreta del diritto al lavoro. Se, da una parte, il lavoro è un aspetto qualificante della vita, dall’altra, il reddito rappresenta lo strumento capace di trasferire agli individui quelle libertà che stanno alla base della sicurezza economica e sociale.

Il PARTITO DEMOCRATICO ritiene che il “nulla di fatto” prodotto dalla clausola di salvaguardia prevista nel bando di reclutamento per gli Ausiliari del traffico (strisce blu) nonché la mancata stabilizzazione di sei Agenti di Polizia Municipale, abbiano causato un profondo senso di insicurezza in diverse famiglie della Città;

 

Ciò è ancor più vero se si tiene conto della sfavorevole congiuntura economica nazionale, in essere da molto tempo, e che specie nel Mezzogiorno è causa di gravissimo disagio economico e sociale.

Il PARTITO DEMOCRATICO invita l’Amministrazione Comunale a mettere in campo, con urgenza, le azioni necessarie utili ad una ricomposizione di tutte le situazioni di precariato che fanno capo all’Ente, affinché le professionalità di cui la Città ha beneficiato negli ultimi anni - e che hanno garantito servizi di vitale importanza - possano continuare ad offrire il proprio lavoro e le proprie competenze.

 

Anche al fine di non alimentare disservizi e sofferenze in settori nevralgici, per ciò che concerne la sicurezza e l’ordine pubblico.

In tale contesto, il PARTITO DEMOCRATICO domanda a che punto sia la definizione del bando delle Cooperative sociali di tipo B che – per la loro propensione alla gestione di attività finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate – debbano sempre più essere patrimonio comune della Città, elaborando meccanismi di inserimento (anche a rotazione) atti ad ovviare alle sacche di insicurezza economica di tante famiglie.

Sulle questioni messe in evidenza, il PARTITO DEMOCRATICO chiede all’Amministrazione Comunale risposte tangibili e risolutive.

E’ quello che dichiara il potente consigliere regionale Pino Gentile.

Come dargli torto?

In particolare quando chiede a Scura, Oliverio e Urbani «di mettere la parola fine al precariato: anche quello amministrativo, perché è vergognoso dovere invecchiare da precari».

Ma ancora peggio è invecchiare e morire da disoccupati.

Se i precari, infatti, sono avvolti nelle malefiche spire di chi può decidere del loro destino e può quindi condizionarne le libertà, che dire dei disoccupati eternamente alla ricerca di un lavoro anche se fosse precario o di una indennità anche se non sufficiente per se stesso e tantomeno per la famiglia?.

Ma una domanda si impone .

Perché in Italia, ed in Calabria ancora più, ci sono i precari? Chi li ha determinati? Chi è stato così incosciente da crearli pur sapendo che così li condannava ad una situazione di instabilità molto lunga con i rischio di “farli invecchiare d precari”.

Sicuramente gente ( politici e dirigenti) senza coscienza .

Ed ancora . Perché in Calabria per la copertura dei posti pubblici non si usano i concorsi? Quelli veri intendiamo

Gentile, infine, auspica che «si utilizzino le graduatorie del 2007 per gli incarichi a tempo determinato nella provincia di Cosenza”.

Graduatorie di otto anni fa? Incredibile, vero!

Forse è stato fatto un concorso nel 2007 e da otto anni non sono coperti i posti?

Ed infine.

Quale giustizia ci sarebbe a stabilizzare solo il personale della sanità? Gi altri precari ( e sono tanti) sono figli della gallina nera?

La verità è quella che ancora oggi si creano nuovi precari ( spesso scegliendoli ad Usum Delphini) e poi si chiede di stabilizzarli.

Fa eco anche il coordinamento regionale di Ncd che scrive "Chiediamo al commissario Scura, al presidente Oliverio e ai commissari delle Asp di porre fine alle sofferenze di tanti precari legittimamente riconosciuti tali da sentenze: non è pensabile che maturi un altro contenzioso con danni erariali. Ci sono sentenze che vanno rispettate ed attuate e non si può assistere a sperequazioni e discriminazioni. I commissari delle Asp devono applicarle le sentenze e non discuterle e la stessa cosa deve fare il dipartimento regionale tutela della salute. Nel passato le Asp sono state il luogo di arbitrii e chiediamo a Oliverio di farsi garante del cambiamento reale e di una nuova stagione".

Pubblicato in Italia

Calabria. Stamattina, nella sede del dipartimento Lavoro, si è svolto un incontro tra l'assessore Carlo Guccione, e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Usb.

Al vertice hanno preso parte anche i dirigenti regionali Vincenzo Caserta e Cosimo Cuomo e il funzionario Pasquale Capicotto.

60 ex Why not hanno stazionato davanti alla sede del dipartimento Lavoro

Si sono vissuti momenti di tensione, ma le forze dell'ordine presenti sono riuscite a riportare la calma quasi subito.

Si è parlato della loro stabilizzazione

Stiamo parlando di circa 300 lavoratori che attendono la stabilizzazione da 16 anni

Pi toccherà a tutti gli altri.

Sembra certo Oliverio e Guccione abbiano deciso di svuotare il bacino degli instabili.

È solo questione di tempo. Ed i sindacati sono d’accordo.

Qualcuno dice che i precari sono figli dei politici e delle OOSS e quindi ora devono stabilizzarli: hai viso mai che parlano e dicono chi li ha assunti?

Ma il “sistema calabria” non è stupido e sembra abbia deciso di riempire di nuovo il bacino così che non manchino mai altri precari dai quali assumere voti ed altre utilità politiche sindacali

Per esempio potrebbero entrare nel bacino i 32 dell’Aterp di Vibo Valentia assunti forse proprio perché la regione ha adottato una legge che ne prevede la soppressione. Così si creeranno i nuov precari da stabilizzare prima o dopo

E perché non anche i nuovi assunti di Calabria Etica?

E perché no i precari della sanità?.

E perché no le cooperative della sanità?

Non sono anche loro figli e sodali di politici e potenti della Calabria?

E gli altri? Possono emigrare!

Ah, fate finta di non saper leggere. Non leggete cosa c’è scritto sullo striscione “ Mai più precari” . In Italia non è possibile! Morirebbero i partiti e gli imbroglioni della Pubblica amministrazione!

E poi si dovrebbero fare i concorsi, quelli previsti dalla Costituzione, il che è impossibile!Chissà chi vincerebbe!

Ed infine occorrerebbe chiedere ai giudici di giudicare anche questi imbrogli , il che è davvero difficile! Vero?

Pubblicato in Catanzaro

La domanda sorge spontanea, avrebbe detto Antonio Lubrano nel suo famoso programma “ Mi manda Lubrano “, ormai storia della TV pubblica italica.

Quale domanda?

Ma è semplice: “Ma in Calabria si viene assunti ( si dice “stabilizzati”) soltanto, e, se precari?

Cioè l’articolo 97 della costituzione è stato forse cambiato da “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso...", in “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede soltanto mediante concorso al quale vengono chiamati solo i precari da stabilizzare “?

Ed è stato modificato anche l’art 3 della costituzione da “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, in “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, salvo che i precari che precedono tutti gli altri nelle assunzioni nei ruoli dello Stato e degli enti pubblici”?.

Sembrerebbe di si! Anzi è certamente così!

Ed ora “Intelligenti Pauca” ( alle persone di intelletto basta poco per capire) lo hanno compreso anche gli stagisti calabresi che “rivendicano” lo stato di “precari ” quale condizione per essere stabilizzati.

Mai visto uno che è “entrato” nella regione che sia stato poi mandato via, cioè, che non sia stato prima o dopo stabilizzato!

E molti dei politici che vogliono le stabilizzazioni sono stati loro stessi “stabilizzati” o sono “padri putativi” dei precari!

Ma nessuno che li arresti!

Ed allora perché le eccezioni con gli stagisti?

Se si tenta di stabilizzare gli LSU ed LPU perchè si mandano via gli stagisti?

Sarebbe ingiusto! Anzi una porcheria !

Anzi sarebbe pure ingiusto far tornare gli emigranti! Anche loro dovrebbero essere stabilizzati!

Perché mai dovrebbero ritornare in Calabria? Sono fuori e che vengano anche loro stabilizzati in questa condizione!

Anzi che siano stabilizzati anche i disoccupati! Perché mai anche loro dovrebbero fare concorsi “liberi”? Mica perdono lo stipendio, loro! Non ce l’hanno. Che vengano stabilizzati.

Poi vedremo come inventare un posto precario per tendere alla fine anche alla loro stabilizzazione.

Ecco che cosa dice il Comitato spontaneo degli ex stagisti.( i nuovi assunti non sono ancora ex stagisti!)

"La Regione non può scaricarci" : siamo precari a tutti gli effetti

"Sembra un’evoluzione contraddittoria e paradossale quella di noi ex stagisti: selezionati con bando di selezione pubblica (L.R. 8/2007), inseriti organicamente nella quotidiana attività amministrativa di vari enti locali con reiterati contratti di collaborazione, considerati utili e necessari dagli enti utilizzatori, posti in una successiva situazione di standby e poi scaricati, ad incominciare da quella stessa Regione che ci aveva considerati, beffardamente, eccellenze". Lo afferma, in una nota, il Comitato spontaneo di lavoratori ex art. 14 l.r. 8/2010. Il Comitato spontaneo degli ex stagisti "non intende dar adito a sterili polemiche o fomentare speculazioni politiche e gogne mediatiche per come accaduto in passato, ma vuole guardare con lucidità al presente per fare in modo che, anche per noi, vengano costruite meritate prospettive di stabilità. Per questo chiediamo di non essere esclusi dalle procedure di superamento del precariato della pubblica amministrazione, responsabilmente avviate dalla Regione Calabria, incominciando, pertanto, dal nostro inserimento nei costituendi elenchi regionali dei precari previsti dalla legge regionale 1/2014. Nei giorni scorsi, infatti, alle nostre richieste di chiarimenti ad esponenti politici e tecnici del dipartimento Lavoro della Regione, ci è stata palesemente e inspiegabilmente comunicata la nostra esclusione da tali procedure, adducendo motivazioni assai insensate. Ricordiamo, infatti, che è la stessa Regione Calabria, con D.G. 160/2013 ad inserirci nel “bacino di precariato consolidato”. Rammentiamo che è la stessa Regione ad inserirci nelle disposizioni in materia di lavoro e personale della legge regionale 8/2010 all’articolo 14. Per quale motivo, dunque, escluderci dalle procedure di cui alla legge regionale 1/2014?". "Forse - è scritto ancora nella nota - il nostro peso politico e sindacale non è forte come quello delle altre categorie di lavoratori? Non vogliamo usurpare diritti, né metterci in competizione con gli altri precari del lavoro pubblico, viviamo tutti un’eguale condizione di disagio e vogliamo tutti concorrere all’innalzamento della qualità del lavoro nella e della pubblica amministrazione. Ma rivendichiamo un'estensione delle tutele e un trattamento non discriminatorio. Chiediamo alla Regione di non scaricarci come se non fossimo mai esistiti, o come se fossimo un ingombro ereditato di cui sbarazzarsi in fretta. Chiediamo alla Regione di pianificare una strategia organica e complessiva di assorbimento del precariato da cui noi non possiamo essere esclusi, perché formalmente, nominalmente e concretamente siamo dei precari. Con senso di responsabilità, non chiediamo tutto e subito, ma pretendiamo di essere inseriti in un processo sì graduale, ma certo, neutrale e con percorsi non accidentati di stabilità. Chiediamo che il nostro assorbimento debba essere valutato all’interno del riordino complessivo del sistema delle autonomie locali, guardando anche alla Programmazione 2014/2010, ma con l’adozione di meccanismi di mappatura (del fabbisogno, delle professionalità, delle tipologie di Enti, etc) e di assorbimento definiti ed equi. Chiediamo alla Regione di non fomentare divisioni, per come, ad esempio, il requisito della scadenza contrattuale potrebbe generare, perché si rischia il cannibalismo fra lavoratori differenti ma eguali nella precarietà. Chiediamo anche alle organizzazioni sindacali di non abbandonarci, di rappresentarci perché esistono interessi comuni tra tutti quei lavoratori che subiscono la medesima condizione di precarietà, incertezza, svalorizzazione delle professionalità di cui noi ex stagisti siamo una parte. Adiremo per vie legali ed innalzeremo il conflitto, se sarà necessario, ma auspichiamo – vista la situazione generale di crisi occupazionale e sociale – che venga adottato un approccio di apertura, lungimiranza e articolata pianificazione che non ci escluda". (0050)

Pubblicato in Calabria

Il sottosegretario alla Salute Paolo Fadda ha infatti firmato la direttiva alle Regioni per la proroga fino al 31 dicembre 2016 di tutti i contratti di lavoro precari in sanità.

Stante il blocco delle assunzioni ma in attesa dell'emanazione dello specifico decreto che permetterà la stabilizzazione il sottosegretario ha inviato la direttiva ai governatori con l'obiettivo di mantenere l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza e la ricerca in sanità.

"La proroga non solo è un impegno che, con il ministro Lorenzin abbiamo voluto onorare nei confronti dei sindacati di tutto il comparto sanità, ma è finalizzata a far sì che le aziende sanitarie programmino al meglio l'utilizzo delle risorse umane e professionali e predispongano un migliore benessere organizzativo delle stesse lavoratrici e degli stessi lavoratori precari che consenta loro di erogare, con più tranquillità e vigore, le prestazioni sanitarie e sociosanitarie, nonché di continuare e sviluppare i programmi di ricerca biomedica".

Abbiamo voluto ricordare alle Regioni che, nel rispetto delle normative vigenti, il ricorso a nuovi contratti di lavoro a tempo determinato debba essere circoscritto ai soli casi eccezionali e limitati previsti, anche al fine di non riprodurre il fenomeno del precariato".

"La positività di quest'accordo raggiunto tra il ministero della Salute e tutti i sindacati del comparto sanità ha avuto come presupposto l'innovazione che con il ministro Lorenzin abbiamo voluto realizzare nelle relazioni sindacali e che dovranno costituire la normalità quando si affrontano i problemi della sanità. Infatti, per la prima volta da decenni, al ministero della Salute è stato realizzato un unico tavolo di confronto con tutti i sindacati dei medici e dell'altra dirigenza con quelli del comparto, cioè degli infermieri e delle altre professioni sanitarie e del personale tecnico e amministrativo".

"Insieme si può difendere, qualificare e potenziare il sistema pubblico di tutela della salute, che è la più grande conquista di civiltà del nostro Paese. Vorrei, infine, ricordare che con quest'accordo si inizia ad invertire la tendenza per quanto riguarda la conclamata fuga dei cervelli dando prime risposte di certezza e di futuro nella proroga e nelle stabilizzazioni di quanti con rapporti precari facciano attività di ricerca in sanità. A un'intera generazione, di medici, infermieri, ricercatori, da oggi il ministero della Salute con quest'intesa coi loro sindacati restituisce la speranza per un futuro di vita e professionale".

"Allo stato attuale della normativa è stato possibile solo proporre la proroga dei rapporti di lavoro. Con questo clima positivo di relazioni sindacali siamo impegnati a continuare il confronto con tutte le rappresentanze sindacali e professionali del personale del Ssn sulla base del calendario e delle priorità che insieme abbiamo concordato per affrontare i tanti problemi che assillano la sanità perché solo con la condivisione e il contributo delle Regioni, dei sindacati e del sapere scientifico e professionale dei medici, degli infermieri e di tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto sanità, possono essere risolti".

Dalla stabilizzazione della sanità alla stabilizzazione di tutti i precari.

Pubblicato in Italia

Non demorde il senatore Gentile dalla sua battaglia di stabilizzare, tutto e comunque. Stabilizzare nella sanità, negli enti locali, nelle società miste e probabilmente domani nelle aziende private( perché no?)

Ed in questa sua feconda battaglia è giunto al punto da affermare la legittimità costituzionale di leggi impugnate dal Governo( dal suo Governo) per il rischio della loro incostituzionalità.

Parliamo della legge regionale da lui fortemente voluta, la 12/ 2013.

Una battaglia che lo ha visto presente presso il ministro d’Alia il 12 scorso con un battage pubblicitario di grande rilievo, prima, e senza alcuna parola dopo.

Già stiamo parlando di 120 mila persone con un costo tale da farci andare in default( si badi 120 mila persone che hanno una giusta aspirazione ad un lavoro, come tutti i milioni di disoccupati).

Ed ora ci sembra quasi a completare il quadro di stabilizzazione ecco la sua ultima boutade: la stabilizzazione dei dipendenti delle società miste.

Ecco la dichiarazione: “Presenteremo un emendamento al dl 101/2013 che prevede l'applicazione della legge 247/2007 per la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato: si tratta di migliaia di precari che lavorano nelle società miste e che vengono sfruttati. L'emendamento non riguarderà le società quotate in Borsa ma quelle con capitale sociale superiore ai dieci milioni di euro e tutti i contratti atipici superiori ai 36 mesi negli ultimi cinque anni. Moltissime di queste partecipate utilizzano il personale con contratti subdoli che mascherano vere e proprie subordinazioni e su questo punto cercheremo l'accordo con il Partito democratico e le altre forze parlamentari. Confidiamo possa essere approvato a tutela del diritto al lavoro e della dignità dei lavoratori e anche nell'interesse delle forze sindacali».

Ecco la soluzione l’accordo con il PD e con i sindacati.

Qualche domanda al senatore ( se avrà la bontà di risponderci) : “Perchè mai la tutela del diritto al lavoro e della dignità dei lavoratori riguarda SOLO quelli precari e non TUTTI i lavoratori? Chi porta la responsabilità delle precarizzazioni? Dove era il PDL ed il PD e le OOSS quando si creava questo esercito di precari? “

Restiamo in attesa di risposta

Pubblicato in Italia

Che strana Italia!

Da un lato si legge che l’ICE( istituto per il commercio con l’estero) ha dismesso( cioè ha avviato in mobilità) un quarto della sua forza lavoro. Il che è una grande stranezza visto che comunque si tratta di gente che non risulta più funzionale ad un ufficio pubblico ma che viene comunque pagata ( quale sarà il risparmio, poi?).

Dall’altro si legge che il “silenzioso” governo Letta emana il dl 101/13 con il quale vieta la assunzione di nuovi precari e finalmente chiama a responsabilità i funzionari che creano la spesa con la piena consapevolezza che tanto poi i precari in qualche modo saranno stabilizzati.

Intanto leggi di un esercito di precari e ti domandi chi mai li avrà creati e come saranno stati scelti. Certamente non con un concorso.

Un ese rcito che fa pressione in nome del diritto al lavoro, quel diritto mai sufficientemente tutelato.

Ed è così che si crea il “diritto” alla stabilizzazione.

Ma se esiste il diritto alla stabilizzazione allora esiste il diritto alla precarietà, nel senso che si prendono parenti, elettori, sodali li si precarizza e poi li si stabilizza. Alla faccia di tutti gli altri

Ed è qui che nasce la domanda.

Visto che per esempio in Calabria sia i politici del PD che del PDL e tutte le sigle sindacali vogliono la stabilizzazione dei precari non è che ci si trova di fronte ad un vero e proprio reato penale quando la precarizzazione e la successiva stabilizzazione viene fatta verso parenti, elettori e sodali?

Sembrerebbe di si. Ma quale Procura sarà mai capace di contestarlo?

Pubblicato in Calabria
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