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salparete marsiliSei un appassionato di pesca sportiva? Sei un vero e proprio professionista? In entrambi i casi non puoi fare a meno di utilizzare il nuovissimo modello di salparete “Marsili”.

Sempre più persone oggi si appassionano di pesca, e sono sempre di più le tecniche di pesca utilizzate; sono tante le federazioni sportive presenti nel nostro paese, e sono tantissimi i tornei di pesca che vengono organizzati su tutto il territorio nazionale; sono innumerevoli, infine, gli attrezzi di ultima generazione utilizzati oggi, e sempre di più la tecnologia che investe un settore per tanto tempo rimasto molto ancorato su elementi di tradizione più che di innovazione. Che molti pratichino la pesca per pura passione o perché lo si trovi un hobby rilassante da trascorrere all’aria aperta, è indispensabile dotarsi di quanto la tecnologia oggi è capace di offrirci per agevolare questo hobby, o quello che magari è un vero e proprio lavoro. Anche se poi la pesca sportiva è solo un modo per mettersi in una posizione di parità con la propria preda, ed anche se l’obiettivo non è nemmeno quello di catturare la preda o di nutrirsene. Sia che la pesca venga intesa solo come una sfida con se stessi per cercare di catturare il pesce per poi liberarlo nuovamente in mare (quella che gli anglosassoni chiamano la “catch & release”), sia che l’idea sia quella di catturare il pesce ma senza ucciderlo (no-kill), in entrambi i casi è opportuno dotarsi di un buon salparete.

Per tutti gli innamorati sia di pesca sportiva, ed ovviamente anche per i professionisti esistono in commercio dei verricelli utilissimi per raccogliere le reti. Uno di questi è il nuovissimi modello “Marisili”. Si tratta di una salparete che è utilissimo per raccogliere, appunto, le reti, ma anche per nasse e calume. Il tutto senza il minimo sforzo. Infatti il salparete è elettrico, dotato di un motore da 300 w. Il motore è estremamente affidabile e silenzioso. Il salparete modello “Marsili” è un attrezzo sicuro e a basso consumo. Infatti “Marsili” consuma appena 20 A, ed è dotato di un fusibile di protezione. Come ogni salparete è dotato di invertitore di marcia e di un regolatore di giri. Un attrezzo, dunque, indispensabili ancora più che utile per chi pratica la pesca sportiva a livello di passione o per i professionisti. Acquista qui il tuo salparete  oppure il 0039 3478532838

Il motore del “Marsili”, affidabilissimo per raccogliere reti automaticamente e senza nessuno sforzo, è il gioiellino di questo salparete costruito interamente in acciaio inox lucidato. Ciò permette al salparete di non temere la corrosione. Nessuna paura quindi per gli agenti atmsferici o per la salsedine: l’acciaio inox, infatti, preserva l’intero salparete, compresa la ruota da 35 centimetri di raggio anch’essa totalmente in acciaio inox.

Anche la velocità di recupero del salparete è ottima. Infatti il salparete “Marsili” ha una velocità di recupero di 18 metri al minuto.

Per informazioni sul salparete “Marsili” si può chiedere informazioni telefonando, in orari di ufficio, al seguente numero: 3478532838

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puglia

La Marina di San Cataldo è una zona affascinate, a pochi chilometri dalla città di Lecce. Un luogo dove la bellezza naturalistica degli ampi litorali si coniuga con le vicende storiche antiche, ricche di tradizioni e usi locali.

Caratteristiche naturalistiche di San Cataldo

Le basse scogliere inframezzano la costa sabbiosa di origine vulcanica, incorniciando l'azzurro e trasparente mare Adriatico.

Un altro elemento che determina il contesto paesaggistico di questa zona, è la fitta pineta che si sviluppa lungo il litorale di San Cataldo. In questo contesto si inserisce il Residence Campo Verde, una serie di appartamenti in vendita vicino Lecce, che rappresentano il giusto investimento immobiliare per chi intende acquistare la propria seconda casa nel Salento.

Una meta consigliata e molto frequentata sia dai leccesi che dai turisti, dove è possibile trovare ogni servizio e comodità.

La discesa a mare è dolce e insieme ai fondali bassi rendono la località molto adatta alle famiglie con bambini piccoli.

Vela, kitesurf e windsurf sono solo alcune delle attività sportive da praticare mentre si può ammirare la bellezza dei limpidi fondali, organizzando un'immersione oppure un giro in barca lungo la costa.

Infatti, sono numerosi i reperti archeologici subacquei rinvenuti nei dintorni, come la "Chiesa sommersa" e i resti dell'antica zona portuale.

Molte spiagge della Marina di San Cataldo sono libere e dotate di diversi servizi, grazie ai differenti lidi dislocati lungo la costa.

Sul versante sud, a solo 2 chilometri da San Cataldo si trova l'oasi naturale denominata "Le Cesine", che ricade nel comune di Vernole.

Il contesto ambientale è caratterizzato dalla presenza della duna di sabbia, lunga all'incirca 6 chilometri, che separa i due stagni Salapi e Pantano Grande posti verso l'entroterra.

L'area protetta è visitabile sia a piedi che in bicicletta, un'occasione ideale per scoprire le diverse specie della flora e fauna locale.

I pini di Aleppo, i lecceti e la fitta macchia mediterranea sono i principali protagonisti che caratterizzano il paesaggio in riva al mare.

Si contano ben 180 differenti tipologie di uccelli, oltre alla presenza di numerosi mammiferi tra cui il tasso, la donnola e la faina.

Inoltre, a San Cataldo è presente un porto turistico che ospita fino a 200 imbarcazioni.

Cenni storici, tradizioni e prodotti tipici

Dove sorge il faro di San Cataldo un tempo si trovava lo scalo di epoca romana conosciuto con il nome di Porto Adriano, in onore dell'imperatore che ne commissionò la costruzione.

La località era nota come “Salapia” e nel Medio Evo l'intera zona venne quasi del tutto abbandonata.

Alla fine dell'Ottocento furono intraprese alcune opere di bonifica che rivalutarono l'intera area, trasformandola in un'affascinante meta turistica, dagli aspetti naturalistici di indubbio rilievo.

A soli 11 Km da Lecce

San Cataldo è anche detto "la marina dei leccesi" e rappresenta un ottimo punto di partenza per conoscere i monumenti o la vita notturna del capoluogo.

La breve distanza che non supera i 10 chilometri, permette di esplorare al meglio ogni aspetto di questi territori, visitando le tante e famose attrazioni monumentali di Lecce.

Gastronomia e feste a San Cataldo (Lecce)

Le trattorie e i ristoranti presenti a Marina di San Cataldo offrono l'opportunità di assaporare la cucina tradizionale salentina, composta da saporigenuini e profumi mediterranei.

Durante la prima metà del mese di agosto ogni anno viene organizzata la “Sagra del Pane”, una manifestazione dove apprezzare i prodotti tipici e gli ottimi vini che vengono realizzati in queste terre.

Imperdibili e molto gustosi sono la "puccia con olive", il pane tipico con le olive marinate e i "pizzi", con cipolla, olive e pomodoro.

Senza dimenticare il dolce locale detto il "pasticciotto", composto da pasta frolla e crema pasticcera, le cui origini risalgono al XVIII secolo.

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case vac

 

Il Salento è ricco di splendide spiagge, questo si sa. Scegliere è difficile, sono tutte meritevoli di apprezzamento e lode. Conosciamo le marine di Ugento, due perle lungo la costa, due angoli invidiabili dove vivere momenti di puro piacere.

Forse il significato di Ugento è lucente, splendente; se così fosse è fin troppo facile capire perché a questi luoghi è stato dato un nome con tale accezione.
Ugento si trova sull'estrema punta del tacco d'Italia, nel basso Salento e si affaccia sul mar Ionio, con circa 12 chilometri di costa, in prevalenza sabbiosa. La cittadina è ricca di interessanti aspetti storico artistici e, come tale, meta di turismo balneare, ma non solo. Viene definita “città messapica” perché abitata nel passato dai Messapi, una popolazione che stanziava nella 'terra tra i due mari', ovvero la Messapia.

Al comune di Ugento appartengono due splendide spiagge, rinomate per la limpidezza delle acque e la bianca sabbia fine. Sono Torre San Giovanni e Torre Mozza, due esempi di eccellenze italiane, sia per gli aspetti prettamente naturali, sia per tutto il contorno che va dalla cura dei lidi, all'ospitalità, alla cultura dell'accoglienza in ogni sua forma, culinaria compresa.

Le due località, distanti circa 5 chilometri l'una dall'altra, sono unite nella denominazione di “Marine di Ugento”, simili eppure ciascuna con una sua precisa identità.

Molto spesso, numerosi turisti, innamorati della zona, decidono di comprare casa qui. Su D’Amico Immobiliare, ci sono decine di appartamenti in vendita a Ugento. Per chi vuole una seconda casa al mare nel Salento, sicuramente potrà trovare la soluzione ideale.

Torre San Giovanni

Come molte località del basso Salento, Torre San Giovanni prende il nome dall'omonima torre eretta nel 1.500 a scopo difensivo. La torre che un tempo serviva a fronteggiare gli attacchi dei Saraceni, oggi è un faro molto utile per la navigazione lungo la costa.

La torre è stata dipinta a scacchi bianchi e neri; è facilmente identificabile e si fa ricordare molto bene grazie a questa sua caratteristica. La costruzione sorge su un piccolo promontorio che fa da divisorio tra la spiaggia sabbiosa tanto amata da un certo tipo di vacanzieri e il tratto verso nord, più roccioso e con basse scogliere, preferito da altre tipologie di amanti del mare.

Tra le caratteristiche della lunga spiaggia bianca ci sono le intriganti dune che separano il mare dalla pineta, che quasi la invade. La pineta è un piacevole modo per ripararsi durante le ore più calde, senza lasciare la spiaggia.

Non dimentichiamo però, nella frazione di Torre San Giovanni, i resti archeologici e le mura messapiche, nelle vicinanze dell'attuale torre.

Torre Mozza

Altra frazione, altra torre, altra splendida spiaggia da sogno o da invitante cartolina. Torre Mozza, collegata a vista con Torre San Giovanni, è il centro del nucleo cittadino. Il nome è esattamente la sua descrizione: una torre a forma di tronco di cono che più volte è crollata, assumendo l'aspetto attuale.

Adesso è stata stabilizzata, ma non è visitabile. É formata da due piani e all'interno, un tempo, vi erano le stalle con i cavalli che permettevano, in caso di avvistamenti di nemici, di correre nell'entroterra per avvisare dell'imminente attacco. La spiaggia è tranquilla, semplice da raggiungere, meno caotica delle altre località limitrofe e adatta a chi cerca soprattutto riposo, silenzio e atmosfera serena. La marina di Torre Mozza è, al pari delle altre spiagge, ampia e con i tipici colori salentini: tonalità incredibili di azzurri e di verdi e trasparenze cristalline.

Le marine di Ugento sono un tesoro dell'Italia che si fa conoscere. Piccoli posti che in estate si popolano, splendidi nelle mezze stagioni; luoghi che custodiscono bellezze incontaminate da preservare con cura, ma anche da godersi intensamente.

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La Xylella fastidiosa è un batterio fitopatogeno capace di attaccare oltre all’olivo, diversi tipi di piante fra le quali la vite, il pesco, il mandorlo, diverse specie di agrumi, l’oleandro e diverse altre. In totale le specie di piante ospiti di Xylella fastidiosa sono oltre 150, fra le quali molte infestanti.

Occorre ricordare che la Xylella fastidiosa è stata a lungo conosciuta esclusivamente come agente della ben nota e devastante malattia di Pierce (PD) della vite (le prime viti ammalate sono state osservate negli anni ’80 del 1800, nella zona di Anaheim, Contea di Orange, in California).

Solo di recente si sono aggiunte, nel continente americano (Nord e Sud America, in particolare), le segnalazioni della presenza di Xylella fastidio su altre piante oltre che sulla vite.

Ad esempio, la presenza di Xylella fastidiosa nell’olivo, con la sintomatologia tipica di una brusca parassitaria e l’aggiunta di più o meno estesi disseccamenti di rametti e branche, è stata segnalata, in California, solo nel 2007 (ma le indagini erano cominciate nel 2003, 2004 dopo le prime segnalazioni di piante ammalate).

Nel 2008 c’è stato un incremento della mortalità di piante di olivo colpite da “leaf scorch” nella contea di Los Angeles e le indagini sono state riprese.

Nell’estate del 2013 sono stati segnalati in alcuni oliveti pugliesi diversi casi di disseccamento di piante di olivo coltivate in una zona a sud di Gallipoli nella Provincia di Lecce.

Le piante colpite presentavano la seguente sintomatologia:

-disseccamenti estesi della chioma che interessavano rami isolati, intere branche e/o l’intera pianta;

-imbrunimenti interni del legno a diversi livelli dei rami più giovani, delle branche e del fusto;

-foglie parzialmente disseccate nella parte apicale e/o marginale.

In seguito alle indagini svolte dal Servizio Fitosanitario della Puglia con il supporto dell’Università degli Studi di Bari e del CNR, nell’area colpita sono stati individuati diversi agenti parassitari che associati costituiscono il cosiddetto “Complesso del disseccamento rapido dell’olivo” ;

Essi sono:

-il batterio fitopatogeno da quarantena Xylella fastidiosa;

- il lepidottero Zeuzera pyrinao Rodilegno giallo;

-alcuni miceti lignicoli vascolari ( Phaeoacre-monium parasiticum , P. rubrigenun , P. aleophilum

, P. alvesii e Phaemoniella spp.) noti per causare disseccamenti di parti legnose di piante arboree e di vite.

Sembra che il batterio della Xylella Fastidiosa sia stato individuato per la prima volta in Francia- dove si teme per i vitigni-, nel mercato all’ingrosso di Rungis, alle porte di Parigi. A sostenerlo in una nota il ministero dell’Agricoltura. Il batterio è stato individuato su una pianta di caffè arrivata dal Sudamerica attraverso l’Olanda

La diffusione nel mondo

La Xylella fastidiosa è presente in varie parti del mondo :Canada, Messico, Usa, Costarica, Brasile, Argentina, Paraguay, Venezuela, Taiwan, Italia, Iran.

La Xylella fastidiosa colonizza lo xilema delle piante ospiti e il suo sviluppo nella pianta sembra condizionato dalla temperatura: valori compresi fra 25 e 32°, le temperature più idonee per la moltiplicazione del batterio, sarebbero favorevoli ad uno sviluppo epidemico della malattia; al contrario, temperature al disotto di 12-17°C e superiori a 34°C potrebbero influire negativamente sulla sopravvivenza del batterio nelle piante ospiti. La sensibilità di Xylella fastidiosa alle basse temperature invernali spiega in parte la sua distribuzione geografica che appare limitata alle aree tropicali e subtropicali. Tuttavia la Xylella fastidiosa è stata segnalata anche in Canada (Ontario),

dove le temperature possono essere piuttosto rigide. Xylella fastidiosa si moltiplica nei vasi xilematici della pianta ospite provocandone l’ostruzione.

L’Europa ha deciso che per fermare l’epidemia dovranno essere abbattute anche le piante sane

Nella zona del focolaio del batterio killer, infatti, sarà creata una zona "cuscinetto" di 100 metri dove saranno abbattute tutte le specie vegetali presenti.

Attualmente non vi sono focolai di Xylella in Calabria.

Nel frattempo il Ministero delle Politiche agricole ha approvato un Decreto che da' la possibilità di richiedere lo stato di calamità per gli ulivi colpiti dal batterio con una dotazione iniziale pari a 4 milioni di euro per l'anno 2015 e a 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017.

Dopo una lunga e difficile discussione-maratona durata due giorni, il Comitato Ue per la salute delle piante ha deciso che "le nuove misure Ue richiedono agli stati membri di notificare nuovi focolai, di condurre test ufficiali e di demarcare le aree infette in cui rigide misure di eradicazione sono state messe in piedi ed includono la rimozione e la distruzione delle piante infette e di tutte le piante ospiti in un raggio di 100 metri, a prescindere dal loro stato di salute".

La Coldiretti reagisce e Roberto Moncalvo presidente della Coldiretti dice che “Non è possibile accettare passivamente la strage degli ulivi sani proposta dalla Commissione Europea dalla quale si attendono peraltro ancora misure concrete di sostegno agli agricoltori colpiti da una calamità di cui i veri responsabili sono i mancati controlli alle frontiere dell’Unione. Questa soluzione avrebbe costi improponibili e causerebbe danni economici e ambientali inaccettabili, oltre a rischiare di spazzare via centinaia di anni di storia delle aree del Salento. Bisogna ricordare a tutti i cittadini che la xylella non mette minimamente in dubbio la qualità e la sicurezza alimentare dell’olio extravergine”.

Pietro Molinari, presidente della Coldiretti calabrese, invece, invita a potenziare le funzioni dell'ufficio fitopatologico della Regione Calabria per rendere più efficaci i controlli soprattutto nel Porto di Gioia Tauro dove arrivano centinaia di container da tutto il mondo e quindi bloccare oltre alla droga anche le piante infestate.

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Chi aveva speranza di trovare una soluzione facile, semplice, immediata e poco costosa al problema dei rifiuti calabresi trasferendoli a Taranto e comunque in Puglia, ora resterà deluso.

L'assessore all'ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro dichiara : «Smentisco l'arrivo di rifiuti da Catanzaro»

Ed intende Catanzaro per Calabria!

Anzi sostiene che «La legge prevede la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani all'interno dei confini regionali». Non solo ma ribadisce , come logico, che «Il nostro sistema regionale dei rifiuti urbani è tarato per garantire il soddisfacimento del fabbisogno interno»

Non è quindi come quello calabrese che non realizza l’autonomia regionale e soprattutto provinciale e comprensoriale, per cui il trasferimento altrove è diventato un mestiere per quanto irresponsabile.

« Smentisco la notizia apparsa sulla stampa pugliese e calabrese che parla di un arrivo di rifiuti urbani da Catanzaro verso la nostra regione».

«In aggiunta e per ulteriore chiarezza è opportuno dire che, in questo momento storico, il nostro sistema regionale dei rifiuti urbani è tarato per garantire il soddisfacimento del fabbisogno interno ed è, quindi, nell'impossibilità di accogliere alcunché da qualunque parte d'Italia».

E chiarisce che «Devo smentire la circostanza spiega Nicastro in primo luogo va chiarito che la legge prevede la chiusura del ciclo degli urbani (rifiuti, ndr) all'interno dei confini regionali e che, eventuali conferimenti in deroga a tale norma, devono essere stabiliti con opportuni protocolli d'intesa tra le Regioni».

Poi conclude evidenziando che «Nel caso specifico rileva non esistono protocolli né, tanto per essere chiari, sono state avviate le procedure per sottoscriverli».

Una bella fregatura. Praticamente la “monnezza calabrese” deve restare in Calabria o mandata molto lontano con costi inaccettabili ancora più per una regione povera come la nostra!

Pubblicato in Catanzaro

Le 18 vittime del batterio sono tutti bambini.

Stanno affrontando le conseguenze dovute all'ingestione di prodotti contaminati, sangue nelle feci, dolori addominali, vomito incoercibile.

Alcuni pazienti più gravi sono finiti in dialisi.

L'ultimo ricoverato presso il reparto di Nefrologia dell'Ospedale Pediatrico "Giovanni XXIII" di Bari è un bambino di un anno che consumato prodotti lattei.

Isolato il batterio Escherichia Coli in alcune partite di latticini del sud est barese e di un caseificio di Monopoli.

Continuano i controlli e le analisi in altri caseifici pugliesi da parte dei Nas e dei veterinari pugliesi

Dieci squadre dei Carabinieri dei NAS di Foggia, Bari e Taranto hanno eseguito ispezioni presso aziende agricole, ditte di produzione, depositi, ingrossi e negozi alimentari.

In conseguenza i Nas hanno sequestrato 145.000 litri di latte all'origine fresco ed arbitrariamente sottoposto a congelazione e di oltre 130 tonnellate di alimenti tra cui oltre 48 tonnellate di pomodori posti all'essiccazione al sole su materiale non idoneo e 79 tonnellate di conserve di pomodoro e vegetali, compresi peperoni e carciofi, e diversi alimenti vari confezionati. Tra questi sacchi di riso e farina, peperoncino, pollo e pesce congelati, acqua e birra) detenuti in precarie condizioni igienico-sanitarie ed in depositi non autorizzati.

Sospese anche attività agricole, una fabbrica di conserve e un magazzino di vivande etniche

Pubblicato in Italia

Non so se queste cose succedono anche in altre parti del mondo, ma sono comunque incredibili. Tutto nasce dalla povertà dell’Italia e dalla mancanza dello Stato. Quando si è poveri si cerca di comprare merce a basso costo. Nel caso pentole che vengono dall’India ( ma sarebbero potute venire dalla Cina o da altre parti del mondo dove la manodopera è pagata pochissimo)

Ovviamente le pentole sono state importate dai soliti. In questo caso da un importatore pugliese( se osservate le merci che vengono dalla Cina o dall’India esposte nei supermercati anche amanteani troverete Imported ……(Puglia))

Poi la vendita in tutta Italia , a Milano, Palermo, Firenze, Napoli, Recanati, Viterbo, Arezzo, Prato, Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Oristano, Padova e Verona.

E poi da qui in tanti supermercati e negozi sparsi per l’Italia

Per fortuna che l’importatore, a dicembre dello scorso anno, quando il carico è giunto in Italia, ha spedito alcuni pezzi ad un apposito organo di controllo.

A febbraio sono state completate le analisi ed è arrivata l'incredibile scoperta. Le pentole e i tegami e gli utensili importati contengono pericolosissimo Cobalto 60, letale se ingerito.

Preoccupato l'importatore sta cercando di recuperare, a sue spese, tutte le pentole e i tegami (ma anche cucchiai, cucchiaini, forchette, coltelli) però l'operazione è lunga e difficile: seguire tutta la filiera del commercio dall'importatore ai distributori, agli intermediari ai rivenditori ai clienti, è una operazione più complicata del previsto.

Sembra che tutti gli articoli siano rientrati alla base e che non ci siano altre pentole pericolose in giro ma la certezza assoluta arriverà solo alla conclusione dell'inventario e delle indagini.

Poi una volta recuperato tutto (se sarà possibile) il materiale radioattivo dovrà essere smaltito.

Pare che sia in corso una procedura per imporre agli indiani di provvedere a questa fase.

Anche se, per adesso, l'allarme pentole radioattive non è ancora cessato in Italia.

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