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Lo spread sale ed i migranti ci invadono!

Intanto il commissario Ue Oettinger dice: «I mercati insegneranno all’Italia a votare giusto».

Ecco la verità! L’Italia non ha più democrazia, la tanto decantata democrazia costituzionale.

Non ha senso far votare gli italiani.

Al loro posto voteranno i mercati.

Non solo ma la Bce incalza: «L’Italia ripassi le regole».

E poi Moscovici avverte l’Italia: «Ha il destino nelle sue mani».

E non serve a nulla che Salvini dica che . “E senza vergogna”

E che il M5Sn dica : «Juncker smentisca».

Ancor meno che il Pd si indigni e dica che “E’ offensivo”

«I mercati insegneranno agli italiani a votare nella maniera giusta»: è un’entrata a piedi uniti, nella crisi politica, finanziaria ed istituzionale dell’Italia quella del commissario europeo al bilancio Gunther Oettinger. La frase è stata pronunciata dall’esponente della commissione di Bruxelles nel corso di un’intervista a un tv tedesca e lo stesso Oettiger l’ha retwittata. L’intervista andrà in onda in forma integrale questa sera ed è destinata a suscitare reazioni a catena. Lo stesso esponente della Ue pochi giorni fa aveva adombrato il dubbio che l’Italia non fosse salvabile. «Lo sviluppo negativo dei mercati porterà gli italiani a non votare più a lungo per i populisti» si augura adesso Oettinger.

«Ma l’Italia riceverà più soldi»

Le parole di un esponente «falco» della politica comunitaria? Per la verità Oettiger, tedesco ed esponente del Ppe aveva usato una tattica «bastone e carota» nei confronti di Roma, affermando che la Ue si appresta ad aumentare la fetta di fondi comunitari a favore dell’Italia: «Paesi dell’Europa orientale come la Slovacchia, i Paesi Baltici e la Polonia riceveranno meno soldi» da Bruxelles nell’ambito della politica di coesione europea nel prossimo bilancio 2021-2027, essendo diventati più «competitivi», mentre altri che «negli ultimi anni si sono ritrovati in una situazione di maggiore stagnazione, come l’Italia, riceveranno più soldi» aveva detto il commissario in un dibattito all’Europarlamento di Strasburgo.

I mercati

Spread vola fino a 320 punti, la Borsa trema

Salvini: «Io non ho paura»

Immediata la pioggia di reazioni alle parole di Oettinger. «Pazzesco, a Bruxelles sono senza vergogna. Il commissario europeo al Bilancio, il tedesco Oettinger, dichiara `i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta´. Se non è una minaccia questa. Io non ho paura» annuncia via twitter Matteo Salvini. «Chiediamo al Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker di smentire immediatamente il Commissario Oettinger» dice la capodelegazione del M5S a Srasburgo Laura Agea. Anche il segretario del Pd Maurizio Martina si schiera. «Nessuno può dire agli italiani come votare. Meno che mai i mercati. Ci vuole rispetto per l’Italia». Il commissario viene rimbrottato anche dal presidente del Consiglio Ue Donald Tusk: «Per favore rispettiamo gli elettori, siamo qui per servirli non per impartire lezioni». Sia Salvini che il Pd hanno chiesto le dimissioni di Oettinger.

Juncker: «Commento sconsiderato»

«Juncker è stato informato di questo commento sconsiderato, e mi ha chiesto di chiarire la posizione ufficiale della Commissione: compete agli italiani e soltanto a loro decidere sul futuro del loro paese, a nessun altro»: così il portavoce del presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker a proposito dei commenti di Oettinger. Anche il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani stigmatizza le dichiarazioni: «L’Italia non è una democrazia a sovranità limitata. Non sono i mercati a decidere il destino della Repubblica, ma i cittadini con il loro libero voto e le Istituzioni che li rappresentano. Chiedo a tutti di rispettare la volontà degli italiani, in loro ho piena fiducia».

La precisazione di Oettiger

La bufera ha indotto Oettiger e Berndt Thomas Riegert, il giornalista tedesco che per primo aveva diffuso il testo della dichiarazione (e poi rimossa su Twitter) ad alcune precisazioni: «Le prossime settimane - ha detto il commissario - dimostreranno che l’evoluzione dei mercati potrebbe spingerà gli elettori per non votare per populisti di destra e sinistra ...spero che questo mandi un segnale perché non venga data la responsabilità di governare a populisti di destra e sinistra».

Anche Moscovici avverte Roma

Un fatto appare ormai chiaro: non solo i mercati e le agenzie di rating incalzano l’Italia sospettata di voler allentare le politiche di rigore finanziario (innescando il rialzo brusco dello spread e lo slittamento verso il basso della Borsa); anche le istituzioni comunitarie hanno aumentato il pressing politico su Roma. Prova ne siano anche le parole pronunciate in queste ore da un altro commissario Ue, quello all’economia, Pierre Moscovici. «Gli italiani hanno il destino nelle loro mani - ha premesso Moscovici - e sono loro che lo definiscono, tutti come europei siamo attaccati all’idea dell’Italia pienamente europea, al cuore dell’Europa al cuore della zona euro, e ci auguriamo che questa situazione politica trovi la migliore soluzione.

L’analisi

Spread in rialzo: ma perché i mercati continuano a crollare?

La Bce: «l’Italia ripassi le regole»

Non bastasse la commissione Ue, anche la Bce non resta a guardare. Il vicepresidente della banca centrale europea Vitor Constancio ha ricordato (in un’intervista allo Spiegel) che ogni intervento di salvataggio da parte delle autorità monetarie nei confronti di Paesi in difficoltà «è soggetto a regole molto chiare. Intervenire sui mercati dei titoli di Stato di Paesi vulnerabili può essere utilizzato solo se il paese in questione accetta anche un programma di aggiustamento. L’Italia conosce le regole. Forse dovrebbe il caso di dargli di nuovo uno sguardo»

«Fino a quando l’Italia potrà permetterselo»

L’apprensione contagia un po’ tutti gli ambienti, compresa l’informazione. Il siti della Frankfurter Allgemeine Zeitung, la voce più autorevole della comunità finanziaria tedesca, oggi dedica l’apertura proprio a quanto sta accedendo a Roma con un interrogativo eloquente: «Fino a quando l’Italia potrà permetterselo?». La Faz si mostra preoccupata proprio dalla svolta impressa agli avvenimento questa mattina, quando il rendimento dei titoli di stato italiani a breve termine è balzato dallo 0,8% al 2,3%: «Questo è il sintomo di una crisi di prim’ordine perché in tempi normali...questi titoli non divergono all’interno dell’area euro. Non c’era un divario tanto grande dai tempi della crisi del 2012» di Claudio Del Frate

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Così Guido Gozzano scriveva:- E’ nato! Alleluia! Alleluia! E’ nato il sovrano bambino. La notte che fu così buia risplende di un astro divino. Così cantavano gli Angeli e gli Arcangeli in quella notte santa quando in una misera capanna era nato il Re del cielo:- Gloria a Dio nel più alto dei cieli -.

 

 

Orsù, cornamuse, più gaie suonate! Squillate campane! Alleluia!

E’ nato finalmente dopo un lungo travaglio durato due lunghi estenuanti mesi, mettendo a dura prova le coronarie degli italiani e del Presidente della Repubblica, il Governo tanto atteso. Finalmente la Lega e il Movimento 5 Stelle hanno trovato l’accordo.

Cantiamo dunque tutti in coro:Alleluia!

Facciamo suonare le nostre campane, facciamo squillare le nostre trombe.

Non tutti però sono d’accordo.

Già il Pd critica l’intesa tra Salvini e Di Maio.

E’ una sciagura per l’Italia.

Ora anche a Travaglio, il Direttore del Fatto quotidiano, non gli piace l’intesa, non gli piace il passo di lato compiuto da Berlusconi.

Il dialogo tra i due l’ha giudicato una pagliacciata.

E’ una reazione scomposta, è uno psicodramma.

Povero Travaglio. Dovrà ammettere che senza il consenso benevole di Silvio Berlusconi non ci sarebbe stato nessun dialogo tra Salvini e Di Maio.

Un simile accordo e un simile governo sembrava impossibile alcuni giorni addietro, ma con l’assenso all’esecutivo di Berlusconi e di Forza Italia che non voterà la fiducia ma nemmeno si opporrà alla sua nascita, Di Maio e Salvini forse oggi stesso o domani saliranno al Quirinale per dire al Presidente che hanno trovato un accordo e per ricevere possibilmente già un incarico per formare il governo.

Chi sarà il Presidente designato?

Chi saranno i nuovi Ministri?

Ancora non hanno trovato nessun accordo e già sono incominciate le prime grane, le prime scaramucce.

La trattativa appena incominciata potrebbe incagliarsi sul nascere.

Un proverbio nostrano così recita:- Mo ti vuogliu cane curcio a pilare su ristucciu!- Adesso che Berlusconi ha fatto un passetto indietro non ci sono più alibi, dovranno per forza concretizzare tutti i progetti fatti finora.

O faranno il governo o si andrà al voto.

E la responsabilità questa volta sarà solamente di Salvini e Di Maio, di questi due personaggi che a tutti i costi vogliono governare l’Italia e che per due mesi si sono beccati a vicenda e ci hanno riempito la testa di slogan, di contumelie, di obiettivi, di strutture ministeriali, di euro che bisogna abolire, di Europa che bisogna cambiare, di programmi snelli, di emigrazione incontrollata, di reddito di cittadinanza, di flat tax, di conflitti di interessi, di latte e di miele che dovrebbe scorrere dalle pubbliche fontane, del lupo e dell’agnello che dovrebbero pascolare insieme.

Ora dovranno sedersi attorno ad un tavolo e parlare seriamente di cose serie. Non siamo più in campagna elettorale e le promesse lasciamole perdere. Hanno fatto il loro tempo.

Bisogna parlare di un programma snello, serio da realizzare, di piccole cose buone da fare, di nomi dei Ministri competenti ed onesti, della premiership.

Il Presidente del Consiglio dovrà essere una persona affidabile, esperta, competente, conosciuta in Italia ed in Europa. E qui viene il bello. Io voglio gli Esteri ed io voglio gli Interni. Io voglio il Lavoro e io voglio la Difesa.

Ora si comincerà a fare sul serio. E Mattarella non darà via libera se i nomi non lo convinceranno. Comunque prima che questa sera il sole tramonti forse si conoscerà il nome del prossimo Presidente del Consiglio.

Speriamo che sia per la prima volta nella storia della Repubblica una donna. Io me lo auguro.

Ma se l’accordo dovesse saltare per alcuni cavilli sorti all’ultimo momento Salvini e Di Maio farebbero una figuraccia che la pagherebbero a caro prezzo.

Il fallimento, l’impossibilità, l’incapacità di trovare una intesa tra due forze politiche alquanto diverse tra di loro cadrà soltanto su di loro e non potranno più usare come alibi il divieto di Berlusconi, il quale, questa volta, mettendo da parte tutto il suo orgoglio, pur di non spaccare Forza Italia e la coalizione di centrodestra, di non mettere soprattutto in difficoltà la sua azienda, ha detto “Sì” alla formazione di un nuovo Governo formato soltanto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle.

di Francesco Gagliardi

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bandiera-italianaSperiamo che me la cavo, dice il “guagliune” napoletano appena uscito dal colloquio col Presidente della Repubblica Mattarella. Vuole a tutti i costi diventare Presidente del Consiglio. Vuole passare alla storia come il più giovane Premier della Repubblica Italiana.. Alle elezioni politiche del 4 marzo scorso il suo Movimento ha preso il 33% dei voti validi, non sufficienti però per formare da solo un nuovo governo. Ha bisogno di un altro partito, di destra o di sinistra, che faccia da stampella. Ha tentato di coinvolgere Matteo Salvini. Non c’è riuscito perché il leader leghista fino adesso ha tenuto duro, non ha voluto tradire la coalizione di centro destra e Berlusconi in particolare. Ora, però, dopo il fallimento con la Lega, Di Maio vuole coinvolgere il Pd, il partito che dalle urne è uscito sconfitto e umiliato. Quel partito che per cinque anni ha dovuto subire rampogne, umiliazioni, contumelie, insulti volgari, offese da Grillo, Di Maio, Di Battista e altri. Per loro i piddini erano mafiosi, schifosi. Erano delle merde, dovevano morire. La senatrice che diceva queste cose ieri sera è apparsa in televisione e non si è pentita delle parole pronunciate contro gli esponenti del Partito Democratico col quale ora vuole fare un nuovo Governo. Ma davvero le liti e le offese saranno facilmente dimenticate? Per il bene del Paese? No! Per il tornaconto personale di alcuni deputati e senatori che non vogliono perdere la comoda poltrona di Ministro. Franceschini che non vuole lasciare la poltrona di Ministro e aspira a diventare Presidente della Camera se Fico dovesse diventare Primo Ministro. Veltroni e Fassino alla spasmodica ricerca di un incarico di prestigio. Ma Veltroni non è quello che doveva abbandonare l’Italia quando venne sconfitto da Berlusconi e andare lontano lontano? Sì, è proprio lui. Doveva partire per l’Africa. Evidentemente neppure in Africa lo hanno voluto. Fassino, invece, è disoccupato e anela ad un posticino di prestigio, Di Maio permettendo. Di Maio, guagliune molto furbo e scaltro, ha dimenticato il torbido passato e guarda al futuro e cerca di trovare una intesa con quel che resta del Pd e con il reggente Martina, possibilmente con il bene placito di Matteo Renzi, che fino ad ieri è stato zitto. La strada è stretta e lunga, comunque, ci sta tentando, anche perché se si dovesse andare di nuovo al voto con la stessa legge elettorale difficilmente uscirebbe dalle urne un vincitore. Resta, però, ancora una probabile intesa con Matteo Salvini dopo il voto del Friuli Venezia Giulia. Dipende dal risultato elettorale. Per un accordo col Pd Di Maio dirà sicuramente sì a tutte le proposte che faranno i piddini salvo poi tirare loro un bel calcio nel sedere quando non ne avrà più bisogno. Ha in mente una sola cosa e non ci dorme la notte. Vuole Palazzo Chigi. Lo hanno capito pure le mosche che gli ronzano attorno. Non ci sono ostacoli quando c’è un nobile fine da raggiungere. E poi si ricorda di Macchiavelli quando dice che il fine giustifica i mezzi. E’ propenso a coinvolgere gli attuali Ministri Franceschini, Fedele, Lorenzin e perché no? Anche il desaparecido Angelino Alfano. Quest’ultimo ha fatto da stampella a Renzi e Gentiloni, continuerebbe anche con Di Maio. Che c’è di male. Che male c’è. Ma nel Pd che fu di Renzi, Bersani, Veltroni, Fassino, D’Alema, la confusione oggi regna sovrana e c’è pure spazio per un gigante della politica italiana, quel Pierferdinando Casini che nella sua lunga vita di parlamentare ha fatto casini a non finire. Ha cambiato partiti e schieramenti politici una decina di volte. Riporta “Repubblica” la dichiarazione fatta da questo illustre parlamentare:- Il Pd è davanti a scelte drammatiche. Ha bisogno del suo leader-. E chi sarebbe il leader? Ancora una volta Matteo Renzi uscito sconfitto dalle urne nel referendum costituzionale e nelle elezioni politiche del 2018. Ma Casini pensa ai fatti suoi. Se si dovesse andare di nuovo a votare chi garantirebbe per lui una nuova candidatura ed in un collegio blindato? Casini, come del resto tutti i nuovi parlamentari appena eletti due mesi fa, sono terrorizzati ora che lo spauracchio delle elezioni anticipate bussa alle porte. E così Casini, come del resto gli altri parlamentari porta borse, bussano alla porta dei grillini:- Per favore, fateci entrare. Non daremo fastidio. Staremo buoni buoni. Fate la carità ad un povero cieco!- Sì, sono diventati non solo ciechi, ma sordi e muti. Direbbe Dante Alighieri:- Ahi serva Italia, di dolore ostello. Nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello -. Che Iddio ce la mandi buona! Cosa possa unire il programma dei grillini e quello del Pd per me è un mistero. Tre punti soltanto, però, ci sono e sono l’antiberlusconismo, il famoso conflitto di interesse e le poltrone. Solo questi tre punti potrebbero avvicinare Pd e Movimento 5 Stelle. Ahi Italia, asservita agli interessi di uomini faziosi, ignoranti, qualunquisti, senza aver mai lavorato, luogo di sofferenza, priva di un governo autorevole, stabile e duraturo, 200 mila insegnanti che fra non molto perderanno il posto di lavoro, le nostre coste invase da immigrati africani, le nostre scuole frequentate da alunni delinquenti incalliti, dove i professori e le maestre non sanno più reagire, i pronto soccorsi intasati, malati curati per terra, per una visita medica in ospedale bisogna aspettare mesi e mesi, le nostre città invivibili ed inospitali. A Di Maio, a Renzi, a Martina, a Di Battista, a Mattarella e agli altri questo vorrei dire usando una terzina di Dante Alighieri:- Vieni a veder la gente quanto s’ama! / e se nulla di noi pietà ti move, / a vergognar ti vien de la tua fama-.

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portroneSe fosse ancora in vita Dante Alighieri avrebbe potuto intitolare questo articolo così:-Non c’è maggior dolore che ricordarsi dei tempi felici nella miseria-. Il 4 marzo scorso si sono svolte regolarmente e democraticamente le elezioni nazionali per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Nessuno dei partiti in lizza è riuscito ad avere la maggioranza per poter formare da solo un nuovo governo. Comunque dalla competizione sono usciti vincitori il Movimento 5 Stelle e la Lega. Amara sconfitta del Pd di Renzi, uscito con le ossa rotte al di sotto del 20% dei voti. E Matteo Renzi, Segretario del Pd che fino al 4 marzo si vantava con orgoglio e baldanza di essere il primo partito in Italia col 40% di voti è stato costretto a dimettersi. Ha subito riconosciuto la sconfitta e si è messo momentaneamente da parte dicendo che da oggi in poi farà il semplice Senatore della Repubblica, invitando il suo partito a fare l’opposizione in Parlamento. Chi ha vinto è tenuto a fare il Governo, sempre se ci riuscirà ed avrà i numeri necessari. Ma non tutti i Deputati e Senatori del Pd vogliono fare opposizione. Non ci sono abituati. E poi non vogliono lasciare le comode poltrone che occupano. Infatti segretamente starebbero lavorando per fare fuori Renzi definitivamente e il grillino Di Maio, candidato del Movimento 5 Stelle a Presidente del Consiglio. Andrea Orlando e Dario Franceschini abbarbicati alle poltrone come l’edera hanno un piano segreto che dovrà materializzarsi dopo i fallimenti di Salvini e Di Maio a formare un nuovo Governo. Infatti stanno già interloquendo con alcuni parlamentari del Movimento grillino. Stanno pensando anche in questo senso due personaggi che il popolo italiano ricorda certamente. E i ricordi non sono belli. Uno è quel Romano Prodi che fu costretto a dimettersi sfiduciato dalla sua stessa maggioranza che per ben due volte aveva vinto le elezioni. L’altro è quel personaggio, Presidente del Consiglio da pochi mesi, che di notte tra il 9 e 10 luglio del 1992 mise le mani nelle tasche degli italiani rubando agli onesti cittadini che avevano un conto corrente bancario il 6 per mille su tutti i depositi. Mi riferisco a Giuliano Amato, il quale avendo ricevuto onori e gloria dal PSI e dal suo Segretario Bettino Craxi, non solo non è andato al suo funerale, ma neppure una sola volta è stato a depositare un garofano rosso sulla sua tomba ad Hammamet.

Quale sarebbe la condizione per formare un Governo Pd e Movimento 5 Stelle? Far fuori contemporaneamente Renzi e la sua pattuglia rimastagli fedele e Di Maio. Dicono Franceschini e Orlando che il Pd non potrà mai votare un Governo Di Maio e lo hanno fatto capire ai 5 Stelle. E lo dovrebbe capire anche Di Maio il quale dovrebbe fare un bel passo indietro: Rinunciare alla Poltrona. Ma è giusto, avrebbe detto alla Stampa uno dei registi della operazione, che ci arrivino piano piano. E chi dovrebbe essere il Premier? Un premier votabile. E chi potrebbe essere? Romano Prodi o Giuliano Amato. Mamma mia! E questi due personaggi sono la novità della XVIII Legislatura Repubblicana? Immagino che Franceschini e Orlando abbiano fatto una bella seduta spiritica alla quale abbia partecipato anche Romano Prodi come costui ha fatto 40 anni fa quando seppe dov’era prigioniero il grande uomo politico democristiano l’On. Aldo Moro. Renzi ha capito quello che si sta muovendo alle sue spalle e ha fatto dire al suo fedelissimo capogruppo al Senato Andrea Marcucci:- Il Pd non sosterrà mai nessun Governo del Movimento 5 Stelle. Se qualche dirigente vuol cambiare posizione, lo dica chiaramente-. Chiaramente non lo diranno mai. Sono, da vecchi marpioni della politica, a tramare in segreto e poi pugnalare alle spalle.

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urna-elettoraleRisultato uscito dalle urne il 4 marzo 2018: Hanno vinto Salvini e Di Maio, è stato sonoramente sconfitto Renzi e per il Pd è stata una disfatta senza precedenti. Per risollevarsi da questa inattesa e sonora batosta ce ne vorrà del tempo. Sono già incominciate le diatribe e le notti dei lunghi coltelli. Ora tutti a domandarsi:- Di chi la colpa? Perché c’è stata questa rivoluzione? Perché tanta moria di personaggi eccellenti? Perché tanti Ministri in carica sono stati trombati dal corpo elettorale? E Gentiloni non aveva ben governato?-. La risposta è semplicissima:- Gli italiani che si sono recati alle urne vogliono, desiderano un cambiamento radicale. Non si fidano più dei vecchi tromboni che hanno governato l’Italia da trenta anni senza mai risolvere i gravi problemi che affliggono la povera gente -. Renzi, malgrado sia stato eletto senatore nella sua Toscana, non è stato un Segretario e un ex Presidente del Consiglio affidabile. Per anni ha continuato a dire bugie e a raccontare un’Italia che non esiste nella realtà e un’immagine di società italiana che non c’era. Non ha capito che la società italiana è cambiata, che le imprese sono in crisi e lasciano l’Italia ed emigrano altrove, che le famiglie soffrono e che i bonus elargiti non hanno risollevato le sorti di milioni di famiglie che vivono sotto la soglia della povertà, che i disoccupati aumentano, che la disoccupazione giovanile fa spavento, che l’immigrazione incontrollata genera paura, preoccupazione e disagi, che la delinquenza e i furti sono in continuo aumento, che la gente che vive in periferia non è più tranquilla, che i vecchi vengono derubati e malmenati, che lavorare fino a 70 anni è un assurdo, che milioni di giovani con la laurea sono costretti a lasciare il proprio paese ed emigrano all’estero in cerca di fortuna e di un avvenire migliore. Ecco allora il perché hanno vinto Salvini e Di Maio. Non c’è da stupirsi, dunque, se anche in San Pietro in Amantea, piccolo paese, hanno preso un centinaio di voti e in Amantea il Movimento 5 Stelle ha sbancato e Salvini 400 voti. Perché hanno fatto una campagna elettorale senza parlare di populismo, di antifascismo, di razzismo, di Jus soli, di cittadinanza allo straniero, di accoglienza ed integrazione, ma hanno parlato dei problemi reali degli italiani, dei servizi sanitari sempre più scadenti, dei servizi ferroviari in dismissione, delle strade nazionali e provinciali che sono mulattiere, della scuola che non funziona, dei disagi giovanili, dei terremotati che ancora non hanno ricevuto una casa e che le macerie sono ancora agli angoli delle strade. Hanno cercato di dare risposte alle paure della gente. Milioni di italiani hanno scelto Salvini e Di Maio, voglio augurarmi che il botto sia arrivato a Roma nel Palazzo del Quirinale e Mattarella non faccia come ha fatto l’ex Presidente Napolitano, perché checché se ne dica, sono stati lasciati soli in mezzo ad una strada, magari con figli piccoli e disoccupati e non sono stati aiutati. Il Governo e la maggioranza parlamentare che ha governato l’Italia non ha saputo spiegare ai padri di famiglia e alla povera gente che vive in ristrettezza economica, che con la pensione di fame non arriva alla fine del mese, come mai non ha dato loro nessun sussidio. Invece, chi arriva in Italia con le carrette del mare anche da clandestino riceve accoglienza, aiuti, vitto, alloggio in alberghi a 4 stelle, intenet gratuita e soldi. E questo non è razzismo. Il popolo italiano non è razzista e mai lo è stato, malgrado le famigerate leggi razziali volute da Mussolini. Gli italiani hanno votato Salvini e Di Maio perché non hanno creduto alle promesse fatte da Renzi e dal Pd. E le riforme fatte da Letta, Renzi e Gentiloni non hanno impedito un impoverimento continuo del paese. Adesso andranno al Governo Salvini o Di Maio. Manterranno le loro promesse fatte? Dove piglieranno i soldi? La sfida sta tutta qui. I soldi in bilancio sono pochi e il debito pubblico è alle stelle. E allora? Bisogna fare dei sacrifici e incominciare a tagliare per davvero la spesa pubblica. I costi della politica sono davvero esagerati e le tasse sono in continuo aumento. I vitalizi e le pensioni dei dirigenti d’azienda, dei parlamentari, dei consiglieri regionali, dei dipendenti di Camera e Senato sono esorbitanti. Bisogna dargli una sforbiciata subito, ora ci hanno i numeri in Parlamento per farlo. I soldi che si ricaveranno saranno certamente pochi, però il consenso tantissimo. Il Pd non l’ha fatto. Riusciranno a farlo Salvini o Di Maio? Speriamo che una volta andati al Governo non si dimentichino delle promesse fatte agli italiani. Ma ora comincia il bello. Bisogna fare il Governo e né Salvini, né Di Maio hanno abbastanza parlamentari per farlo da soli. I Parlamentari che mancano a tutte e due sono troppi. Impossibile questa volta ricorrere ai soliti voltagabbana che per un pugno di lenticchie salgono sul carro del vincitore. La compravendita di voti in questa legislatura non è sufficiente. A meno che non si pensi davvero ad una alleanza o ad un accordo tra il Movimento 5 Stelle di Di Maio, la Lega di Salvini e i Fratelli d’Italia della Meloni con la benedizione di Silvio Berlusconi.

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politicaMeno male che fra cinque giorni andremo a votare, così non saremo più costretti a leggere articoli sulle varie testate nazionali e ad ascoltare i vari commentatori politici sulle Reti Rai e Mediaset sulle elezioni politiche della prossima domenica di marzo e se il voto dato a Berlusconi, Renzi, Grasso, Di Maio, Salvini, Meloni sia stato utile o dannoso. Ma quando mai il voto che si da ad un partito o ad una coalizione è inutile. Quando il voto si da con scienza e coscienza è sempre un voto utile e sempre lo sarà. Spetta poi al candidato che ha ricevuto quel voto utilizzarlo per il bene del paese. Se non lo saprà utilizzare al meglio saranno sempre le elezioni dove gli elettori con una matita copiativa ed un semplice segno di croce potranno mandarlo definitivamente a casa negandogli la fiducia. E’ vero, però, che il dibattito sulle elezioni politiche nazionali è stato deprimente. Quante “cazzate” sono state dette e quante promesse sono state fatte che non potranno mai mantenere. Un candidato di Cosenza alla Camera dei Deputati ha promesso ai cosentini che se sarà eletto al Parlamento porterà a Cosenza i vincitori del Festival della canzone di Sanremo 2018. Che bella notizia! Ma avete letto gli slogan sui loro manifesti? Sono davvero deprimenti. Un candidato che nel corso della sua breve vita politica ha cambiato partiti e schieramenti una decina di volte si è rivolto agli elettori chiamandoli “Ohi co! “. Ma io mi chiamo Francesco e se vuoi il mio voto mi devi chiamare per nome, non sono un “Co”. Non voterò per tizio o per caio a vambera, ma neppure per una testa di rape. Altri non avendo nulla da dire hanno scritto che si sono candidati per noi, per il nostro bene. Che facce di bronzo! Ma gli elettori calabresi che non sono fessi non si faranno abbindolare dalle terre promesse, dai posti di lavoro che hanno inventato, dai mari e monti che i Deputati e Senatori uscenti hanno realizzato, dalle case, dai ponti, dalle strade, dalle autostrade che hanno costruito. Tutti sappiamo come sono andate le cose realmente nella nostra martoriata Calabria. Le strade fanno schifo, negli ospedali si muore, nei pronto soccorsi gli ammalati dormono per terra, i trasporti funzionano a singhiozzo, la disoccupazione aumenta, i giovani non trovano lavoro, i vecchi vengono licenziati, le piccole industrie sono costrette a chiudere, le ferrovie sopprimono i treni, le montagne d’estate bruciano e d’inverno, basta un po’ di pioggia, franano, la Salerno Reggio Calabria non è ancora completata, la Statale 106 Jonica è una mulattiera, i termovalorizzatori non ci sono, i depuratori non funzionano e il mare è inquinato. E potrei continuare a lungo, ma non voglio annoiarvi. Questi sono i problemi che affliggono la Calabria e di queste cose i candidati Deputati e Senatori avrebbero dovuto parlare. Ma essi pensano ad altro, non hanno a cuore l’interesse della collettività, hanno a cuore l’interesse del proprio tornaconto. Fanno già i conti di quanto percepiranno e di quanti portaborse potranno nominare ( figli, mariti, moglie, nipoti, zie e zii). Già sognano la macchina blu con autista al seguito e perché no, anche la scorta. Dieci, venti giornali da leggere a sbafo. Viaggi gratuiti sui mezzi di trasporto e ingresso gratis allo stadio per assistere alla partita di calcio della squadra del cuore. Ma il 4 marzo a qualcuno dovremmo pur dare il voto. Astenersi non serve a niente. Prima di entrare nella cabina elettorale facciamoci un bell’esame di coscienza. A chi darò il mio voto? Non importa se è un candidato di destra, di sinistra o di centro. E’ preparato? Sì. Allora lo voto. E’ onesto? Allora lo voto. E’ affidabile? Lo voto. E’ un voltagabbana? Non merita il mio voto. Se ognuno di noi facesse questo ragionamento prima di recarsi alle urne, forse, dico forse qualche cosa anche in Calabria potrebbe cambiare. Ma davvero i calabresi vogliono che le cose cambino? Stento a crederci. In questo sistema di nicchie e di favori molta gente ci sguazza che è una meraviglia.

Pubblicato in Italia

Tensione a Napoli per l’arrivo di Salvini. Tafferugli lungo le strade con la Polizia. Ingenti danni alle cose e alle persone causati dai black bloc. Cittadini spaventati si rifugiano nei negozi e nei bar.

Il Ministro Minniti mette a tacere il Sindaco di Napoli De Magistris. Salvini bastardo, ti diamo una lezione.
Questi sono i titoli giornalistici a caratteri cubitali che campeggiano sulle prime pagine dei maggiori quotidiani italiani dopo il disastro di Fuorigrotta e la guerriglia urbana scatenata dagli antagonisti, dai centri sociali e dai black bloc che volevano impedire con la forza e con la violenza, coadiuvati dal Sindaco De Magistris, che Matteo Salvini, leader della Lega Nord, venisse a Napoli e partecipasse alla riunione alla Mostra D’Oltremare con i suoi simpatizzanti leghisti giunti a Napoli da tutta l’Italia meridionale.
Un centinaio di contestatori volevano impedire con la violenza chi deve parlare in pubblico e chi no.

 

Loro hanno tutto il diritto di protestare, scendere in piazza, manifestare in modo violento in tutte le piazze d’Italia, gli altri, che la pensano diversamente da loro, devono stare zitti, non possono manifestare le loro idee. Guai a loro. Chi osa protestare va annientato..
La scena napoletana è stata già vista altre volte, solo che questa volta ha trionfato la democrazia e un dettato della nostra Costituzione, dicono che sia la più bella del mondo, è stato fatto rispettare. Dice l’Art. 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Mi voglio soffermare e come potrebbero fare altri domani sulla parola “Tutti”, perché tutti i cittadini, uomini e donne, giovani e vecchi, alti e bassi, ricchi e poveri, laureati e analfabeta, hanno diritto ad esprimere le proprie opinioni e poi sull’avverbio”liberamente”, perché tutti hanno diritto a dire ciò che vogliono senza però ingiuriare, diffamare, calunniare, istigare a delinquere. Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente. Non ho mai votato Lega né intendo votarla domani. Non condivido le idee di Salvini, le sue opinioni sull’Italia meridionale, sull’Europa e sull’euro. Sono lontane anni luce dalle mie, ma non per questo io desidero la sua morte fisica. Non lo odio, non lo ingiurio, non lo calunnio.

Combatto democraticamente con lo scritto, con la parola, col voto, le sue idee perché non le condivido. Perché odiarlo? In politica come negli altri campi non si odiano gli avversari, si combattono.
E io combatto Salvini non facendo il segno di croce sul simbolo di Goffredo di Giussano sulla scheda elettorale che il Presidente del seggio mi consegna quando vado a votare. Forse un po’ di coerenza, un po’ di umiltà, un po’ di democrazia, un po’ di buon senso, un po’ di libertà, non sarebbe così disprezzabile.

Essere onesti, sinceri, umili, rispettosi degli altri, democratici, non è un peccato, ma un merito. Invece, ieri, per l’arrivo a Napoli di Salvini c’è stata alta tensione. Bottiglie molotov e sassi contro la Polizia. Hanno protestato i giovani e meno giovani.

Erano vestiti completamente di nero con volti coperti e caschi. Hanno aggredito in modo violento le Forze dell’Ordine. Ma alla fine Salvini è arrivato a Napoli e ha potuto parlare liberamente dopo il braccio di ferro tra il Prefetto, i manifestanti, gli organizzatori dell’evento e il Sindaco di Napoli.

De Magistris non ha partecipato alla manifestazione, era presente però sua moglie. Ha sostenuto la battaglia dei centri sociali, degli antagonisti, ha soffiato sul vento della protesta. E’ intervenuto anche il Ministro degli Interni On. Minniti il quale aveva dato precise disposizioni al Prefetto perché fosse assicurato il diritto costituzionale a Salvini a tenere la manifestazione. Ha poi smontato De Magistris e commentato gli scontri e placato il Sindaco.

Bisognava far parlare anche l’avversario più radicale. Questa è democrazia, bellezza. Certo, la Napoli migliore, la Napoli democratica e libera, non si riconosce in questa gentaglia, in questi sedicenti rivoluzionari figli di papà che hanno cercato di impedire ad un uomo politico di parlare, di esprimere le proprie idee, che si arrogano il diritto di decidere chi possa venire a Napoli e chi no. L’Italia non è questa.

 

C’è un’altra Italia che non scende in piazza , che non brucia cassonetti della spazzatura, che non danneggia bar e negozi, che imbratta muri, che lancia molotov contro le Forze dell’Ordine, che non è violenta, che non si riconosce in questi facinorosi, esagitati.
C‘è un’Italia pulita, libera, democratica, onesta, che purtroppo il giorno delle votazioni se ne sta comodamente seduta a casa e non va a deporre nell’urna la scheda elettorale. E sbaglia.

E lascia agli altri il compito di decidere e sbaglia ancora un’altra volta.

Ed ecco i risultati. Napoli amministrata da un ex magistrato che sta a fianco dei violenti e contro lo Stato.

Pubblicato in Italia

Riceviamo e pubblichiamo il seguente Comunicato Stampa de Il Partito del Sud

Apprendiamo dalla stampa che il 5 di maggio 2014  Matteo Salvini sarà a Lamezia Terme per dare il via alla campagna elettorale delle europee 2014.

Riteniamo piuttosto strano che i meridionali facciano accordi elettorali con la lega nord e soprattutto riteniamo inquietante che, in cambio di posti in lista, vengano legittimati soggetti dediti al razzismo antimeridionale più becero e spregiudicato.

Salvini è il segretario di un partito che ha assunto come slogan “Prima il Nord” e che ha fatto del massacro economico e territoriale del meridione un punto di orgoglio e di forza verso i propri elettori.

Allearsi con i rappresentanti di chi ha concepito il “federalismo avvelenato” e soprattutto di chi per anni ha inquinato i territori dove i bambini meridionali muoiono di tumore è un atto che riteniamo gravemente autolesionista.

Non vogliamo Salvini a Lamezia, non vogliamo la Lega a Lamezia.

Ma la cosa più sconcertante non è che il capo di un partito razzista, che negli ultimi 20 anni ha governato contro il Sud con i tagli che tutti conosciamo, venga a chiedere voti alle proprie vittime; la cosa più sconcertante è che questi voti vengano offerti e dati.

Un superbo e plastico esempio di sindrome di Stoccolma.

La vista e l’ascolto del razzismo militante ci offendono profondamente, così come ci turba l’appoggio dei nostri compatrioti e conterranei a partiti che hanno relegato il Sud a ruolo di colonia occupata.

Probabilmente bisognerebbe studiare un po’ di più la storia recente e passata per capire ciò che succede oggi. L’ignoranza è la nostra peggior nemica. La cultura è la nostra arma migliore.

Franco Gallo (Coordinatore Pr. Catanzaro Partito del Sud)

Franco Gaudio (Coordinatore Pr. Cosenza Partito del Sud)

Pubblicato in Lamezia Terme
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