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palazzo chigiLa celebre e bellissima canzone di Achille Togliani “Come pioveva” mi ha ispirato a scrivere l’odierna articolesse. Sì, è vero, Salvini e Di Maio si sono tanto amati per un anno e forse più. Ora si separeranno? Litigheranno? Prenderanno altre strade? Ma forse si comporteranno come i famosi ladri di Pisa. Si sono incontrati a Palazzo Chigi per fatal combinazione perché insieme volevano cambiare il mondo. Hanno fallito, ma il ricordo del potere, delle prebende, del prestigio, del passato li tiene ancora legati come due leali innamorati. Fingono di andare d’accordo, ma litigano su tutto.

Dopo le elezioni del 4 marzo dello scorso anno il M5Stelle e la Lega di Salvini hanno dato vita ad un Governo a dir poco bizzarro che lo hanno chiamato spocchiosamente del cambiamento. E’ trascorso quasi un anno e ancora oggi non abbiamo visto nessun cambiamento sostanziale rispetto all’operato dei precedenti governi. Hanno approvato, è vero, la legge su Reddito di Cittadinanza ma questa legge non produrrà nessun beneficio, non creerà nessun posto di lavoro, non farà diminuire la galoppante disoccupazione, farà soltanto incassare qualche spicciolo a qualche disoccupato incallito che non ha mai avuto voglia di cercare un utile lavoro. E poi la Tav. Che storia noiosissima. Sì oppure No? Forse. Vedremo. Comunque andrà a finire il M5S e la Lega si sono cacciati in un cul de sac. Se i grillini dicono sì alla Tav avranno tradito loro stessi e perderanno ulteriori consensi come in Abruzzo e in Sardegna. Se diranno No saranno giudicati dagli italiani e dagli europei come cavernicoli e perderanno altri consensi. Insomma, sono spacciati e non solo a causa della Tav. E Salvini? Ha dimostrato di essere un ominicchiolo, un politico non all’altezza della situazione. Dice di volere la Tav, ma a parole. Infatti non agisce, non reagisce, non rompe il contratto stipulato col M5S. Pur di non far saltare il Governo ha già fatto dietrofront. La Tav è una robetta e per questa robetta non può far cadere il Governo del cambiamento. Ci sono altre cose più importanti da fare. E quali sarebbero queste cose? In primo piano la questione della nave Diciotti. Se Salvini si impuntasse nel dire a tutti i costi Sì alla Tav, i grillini hanno fatto intendere che al Senato voterebbero Sì per processarlo con l’accusa di sequestro di persona aggravato e per aver abusato dei propri poteri. E Salvini non vuole essere processato, non vuole finire nel banco degli imputati. Preferisce, invece, sedere negli scranni più alti del Parlamento. Molti ora lo attaccano e lo criticano. Salvini è un traditore del Nord, lo ha svenduto a Roma e ai grillini in cambio di protezione, potere, visibilità e televisione. Molti sono i delusi della linea politica del partito. L’aria che tira nel partito è gelida. Non c’è più quel grande entusiasmo che si respirava alcuni mesi fa. Salvini dice che lui vuole lavorare, non ha tempo di litigare. Ma vuole lavorare per il bene del paese o per conservare la poltrona di Ministro e lo scranno al Parlamento al posto di una brandina in un carcere del Bel Paese? La colla del potere è molto forte, la poltrona è salva e l’Italia, però, sta andando a picco con il governo giallo-verde che è minoranza nel paese reale. Arrivati a questo punto al Presidente Mattarella converrebbe sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni così queste pagliacciate finirebbero al più presto.

Pubblicato in Italia

margheritaVi ricordate, amici, quel bel giochino che facevamo nelle soleggiate giornate primaverili quando nelle aiuole, nei giardini, negli argini dei fossati cominciavano a spuntare quei fiorellini bianchi dai tanti petali? Raccoglievamo una margheritina e staccavamo ad uno ad uno i petali e ad ogni strappo ripetevamo, alternativamente, le parole: mi ama, non mi ama. Amici, sfogliamo la margheritina pure adesso come facevamo una volta anche se siamo avanti negli anni. Ma al posto delle paroline mi ama, non mi ama, mettiamo la Tav, perché ogni santo giorno i politici, i giornali, le televisioni parlano soltanto di questo grave problema La Tav si farà o non si farà? Di Maio dice di no, Salvini dice di sì. Chi dei due sta dicendo la verità? S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno s   quillo. Ieri sera i due Ministri e Vice Presidenti del Consiglio si sono incontrati ancora una volta a Palazzo Chigi alla presenza del Premier Prof. Conte, del Ministro Toninelli e di tanti tecnici per discutere del problema. E’ stato un incontro infruttuoso, molto lungo, è durato più di 5 ore. Conclusione, non hanno risolto un bel nulla come al solito. E neppure questa volta, malgrado le sue buone intenzioni, il Premier Conte, è riuscito a risolvere il contrasto che esiste tra il Movimento 5 Stelle e la Lega, alleati di governo. Ieri sera c’è stato un incontro ma domani ci potrebbe essere uno scontro che potrebbe sfociare anche nella crisi di Governo, e che porterebbe ad uno scioglimento del Parlamento, Mattarella permettendo, e direttamente a nuove elezioni. Hanno parlato a lungo, ma anche questa volta il problema Tav è stato rimandato. Nessuna decisione è stata presa,hanno bisogno di ulteriori incontri e intanto il tempo passa. Ma alla fine la crisi di Governo non c’è perché nessuno la vuole. Salvini e Di Maio non vogliono lasciare il posto che occupano, hanno paura di andare a casa perché sanno benissimo cosa sarebbe il loro futuro: una lunga coda all’Ufficio Postale per compilare il modulo del Diritto di Cittadinanza. All’unisono hanno detto:-Troveremo la quadra, il Premier farà una sintesi-. Si uniranno magari oggi, domani, dopodomani, fra un mese, magari fino alle elezioni Europee. Gli italiani sono stanchi d’aspettare. Di Maio dovrà pur dire con chiarezza Si oppure No. Così non si potrà andare avanti. Una decisione bisogna pur prenderla e subito, perché l’Italia sta perdendo la faccia e anche i milioni di euro messi a disposizione dall’Europa se non si da subito inizio ai bandi per l’Alta velocità. Ma a Di Maio, come abbiamo visto, la Tav non interessa poi tanto, perché sa che il Movimento 5 Stelle è sempre stato contrario alla realizzazione e quindi sta facendo di tutto per non realizzarla e per non scontentare e dividere il Movimento. Se dicesse di sì subito alcuni Senatori potrebbero votare contro i provvedimenti del Governo e altri si dimetterebbero e a questo punto a Palazzo Madama il Governo non avrebbe più una maggioranza. Alla domanda di alcuni giornalisti:- Ma la Tav si farà- Di Maio così ha risposto:- Concentriamoci sul Reddito di Cittadinanza-. E Salvini cosa dice?-: Non cambio idea. La Tav si farà -. Ha riconosciuto, però, che la situazione è al limite della crisi di Governo, ma non ha nessuna intenzione come del resto Di Maio a rompere con gli alleati. E allora arrivati a questo punto quale sarebbe la via d’uscita? Un referendum popolare. Ma per indire una consultazione elettorale ci vorrà del tempo, in ogni caso se ne parlerebbe in autunno inoltrato. Campa cavallo che l’erba cresce. Li abbiamo votati, ora teniamoceli. Abbiamo voluto la bicicletta ed ora zitti e mosca. Pedaliamo, pedaliamo!

Pubblicato in Calabria

Gentili telespettatori, vi comunichiamo che domenica 26 maggio alle 22.30 su Rai3 andrà in onda Off The Report il programma di inchieste curato da Milena Gabanelli e realizzato da giovani video giornalisti. 

La puntata tratterà alcune problematiche del trasporto ferroviario e aeroportuale.


"LA TORINO - LIONE"Di Emanuele Bellano

Si parte dalla Tav con particolare riferimento al tratto Torino-Lione, che secondo le stime attuali, costerà almeno 24 miliardi di euro. Le previsioni di traffico merci elaborate negli anni e con cui si giustifica un'opera così costosa per le casse dello Stato, prevedono un aumento degli scambi commerciali tra Italia e Francia. Oggi i dati  però fotografano una situazione assai diversa: dal 2005 sulla direttrice Torino-Lione il trasporto merci è diminuito costantemente e la linea esistente è sfruttata solo per un quinto. Secondo la pianificazione europea, la Torino Lione deve essere un nodo cruciale del corridoio mediterraneo, la direttrice ferroviaria che unendo Lisbona a Kiev dovrebbe collegare l'Atlantico all'Est Europa. Ma Portogallo e Ucraina si sono già tirati fuori, e in Francia è in corso un acceso dibattito istituzionale. Alla fine rischiamo di essere gli unici a realizzare un tratto di questo corridoio.
 
"TRENI A NORDEST" Di Luca Chianca

Mentre si concentrato risorse e polemiche sulla Tav, le Ferrovie dello Stato hanno abbandonato le tratte internazionali che collegano l'Italia alla Slovenia, all'Austria e alla Germania. Il Friuli Venezia Giulia si ritrova senza collegamenti ferroviari con tutto l'est Europa. L'unico modo per arrivare in Slovenia sono le strade statali e l'autostrada ed è lo stesso se uno vuole andare da  Venezia a Vienna. Mentre il passaggio dal valico del Brennero, per andare a Monaco di Baviera, è gestito solo dall'azienda ferroviaria tedesca.

"TRENI A NORDOVEST"Di Claudia Di Pasquale
 
Le ferrovie dello Stato stanno pensando di eliminare la  tratta Cuneo-Ventimiglia, una linea storica che collega l'Italia alla Francia. Proprio in questi giorni ci sono manifestazioni e presìdi di cittadini italiani e francesi che protestano contro la possibile chiusura. Ormai da anni sono scomparsi anche il diretto Cuneo Nizza, gli Eurocity Milano Nizza ed il notturno Nizza Roma. Tutto questo mentre  in Liguria sono in corso i lavori per il raddoppio della linea ferroviaria che ha anche la funzione di migliorare i collegamenti con la Francia, un'opera che però rischia di essere l'ennesima incompiuta.


"IL BIGLIETTO INFLESSIBILE" Di Giorgio Mottola

I disagi per gli utenti che viaggiano con Trenitalia sono diversi. Per esempio non basta comprare il biglietto per essere certi di viaggiare in treno. Le tariffe e le regole imposte da Trenitalia sono tra le più farraginose e rigide d'Europa. Il titolo di viaggio che fornisce Trenitalia vale solo per un preciso orario, una precisa tariffa, una precisa categoria di treno. Se vuoi cambiare programma o arrivi in ritardo in stazione, rischi di pagare sovrapprezzi salatissimi oppure, in alcuni casi, sei addirittura costretto a ricomprare per intero il tuo biglietto. In Germania, ad esempio, la prenotazione dei treni, persino dell'alta velocità, non è obbligatoria, per cui con lo stesso biglietto si possono prendere treni diversi, senza essere multati o costretti a pagare di più.


"PIANO AEROPORTO" Di Antonino Monteleone

Anche il sistema aeroportuale italiano è da tempo in crisi. Ci sono troppi aeroporti e la presenza pubblica è considerata eccessiva. Per fare un esempio, sei aeroporti, in 4 diverse regioni, sono costati 300 milioni di euro. Secondo il presidente Enac, Vito Riggio, gli enti pubblici devono lasciare la materia aeroportuale, mettere tutto nelle mani del mercato e chi avrà i numeri resterà in piedi. Il Ministro Passera ha stabilito quali aeroporti sono da considerare strategici, quelli sostenibili, quelli indispensabili. Ma, soprattutto, quali aeroporti non sono più utili al paese. E chi vuole tenerli in piedi, ne sosterrà direttamente i costi.


"IL MUOS" Di Giuliano Marrucci

Dai trasporti dei passeggeri a quello delle informazioni. Off The Report tratterà anche le vicende del Muos, il controverso potentissimo centro di antenne satellitari che gli americani stanno costruendo in Sicilia.

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I Racconti

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