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povertàPrioritario in questi giorni si è rilevato poter garantire beni di prima necessità a tante persone e famiglie  che si sono trovate senza reddito e senza lavoro e che si aggiungono, in numero sempre crescente, a chi già nella nostra città e provincia era in difficoltà. E’ un imperativo per gli enti locali ma anche per tutto il volontariato,anche quello culturale e per i singoli.

Ulysses, Associazione culturale senza scopo di lucro,  conta sull'aiuto dei Soci per divulgare una nuova iniziativa  nella certezza che,  insieme alle tante Associazioni collegate nella Consulta comunale Politiche sociali e a tante altre persone ed enti che ne hanno la possibilità, si potrà  dare un contributo al Banco alimentare reggino, che distribuisce cibo e beni di prima necessità in città e provincia, per poter  continuare la sua preziosa opera senza problemi. Lo sta già facendo con il Centro Operativo Comunale attivato al Cedir sotto la guida della Protezione civile con il Consigliere Ruvolo e l’Assessore Lucia Nucera, con la Croce Rossa,la Caritas,l’AGESCI.
E' urgente poter disporre di somme che saranno via via utilizzate in tempo reale per acquisti di beni indicati dal responsabile del Banco alimentare reggino,Giuseppe Bognoni, in modo da rispondere alle esigenze del momento.
I donatori potranno essere anonimi o dare il proprio nominativo per incitare altri a  donare.

La piattaforma Gofundme, la stessa utilizzata per il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, garantirà la trasparenza e le informazioni sul procedere della raccolta.
Bisogna far superare con dignità questo difficile momento a tutti.
Partiamo dal costo di una ricca colazione di 5 euro ,tanto i bar sono chiusi, e riempiamoci il cuore con una buona azione!

Si propone in questi giorni anche “la spesa sospesa” secondo la tradizione del caffè sospeso napoletano ed è giusto che si moltiplichino tante forme di solidarietà quante mai ne sarebbero servite in tempi normali.

In questo senso credo vada l’iniziativa comunale del Fondo dl Mutuo soccorso per l’acquisto di attrezzature e protezioni medicali per gli ospedali, per il fermo delle aziende e attività commerciali, professionali, artigianali o per coloro che hanno perso il lavoro, ma soprattutto per il giorno dopo,quando il virus sarà sotto controllo e si dovrà pensare alla ricostruzione della vita economica della città con la ripresa delle attività commerciali,artigianali,degli studi professionali e delle piccole imprese che dovranno poter riaprire dopo il fermo obbligatorio per un tempo che ancora non sappiamo per quanto si protrarrà.

I provvedimenti comunicati ieri sera dal Presidente del Consiglio Conte, che trasferiscono ai Sindaci in anticipo somme per dare aiuti in buoni alimentari a chi ne ha bisogno, sono un importante sussidio ma non coprono se non parzialmente e temporaneamente la totalità dei bisogni che non riguardano ormai solo i cosiddetti poveri o i bassi redditi ma, ,interessano un numero sempre crescente di famiglie. Ecco perché è necessario contare anche sulle donazioni private verso enti, come quello che abbiamo scelto per questa nuova raccolta fondi, che svolgono da tempo e in tutta trasparenza su specifici territori un ruolo fiduciario fondamentale e soprattutto continuativo di supporto alle famiglie.

Chiediamo alla stampa sia cartacea che online di aiutarci a divulgare questa iniziativa. Grazie

Marisa Cagliostro,Presidente Associazione Ulysses / Presidente Consulta comunale Politiche sociali e del lavoro,Cultura

Il Link

https://www.gofundme.com/f/unopertutti-raccolta-per-il-banco-alimentaredi-rc

Pubblicato in Italia

euroAlcuni italiani sostengono che aiutare i lavoratori in nero non sia corretto. Anche di fronte al dramma della pandemia costoro non hanno smesso di essere malvagi?

Roma, 29 marzo 2020. "Il Governo stanzi assegni di 600 euro al mese per tutti, anche per chi lavora in nero, senza dover presentare alcuna documentazione, solo il codice fiscale" esortano i Sudisti Italiani, affermando, altresì, che: "Giuseppe Conte sta dimostrando grande attenzione sociale nei confronti degli esclusi dai processi economici legalizzati. 

Pertanto, consapevoli della sua sensibilità socio-economica, gli  chiediamo di non richiedere, come sempre accade, documenti particolari (vecchi bilanci, vecchi 740 e così via) che potrebbero costituire un impedimento all'ottenimento del beneficio. E' indiscutibile che, in questo tragico momento storico, tanti hanno bisogno di aiuto. 

I lavoratori 'in nero' corrono spesso il rischio di essere etichettati con il termine furbetti e fannulloni, ossia sono considerate persone che sfruttano lo Stato in quanto veri parassiti. Oltre al danno, la beffa! C'è da chiedersi: Ma è vero che esista chi vuole lavorare 'in nero' o, invece, è costretto a farlo, correndo seri rischi?

Certamente esistono i cosiddetti 'furbetti' , tuttavia è tragicamente vero che sono tanti i lavoratori che non hanno avuto la fortuna di trovare chi li assumesse nelle aziende o nella Pubblica Amministrazione e, pertanto,  sono costretti ad 'arrangiarsi', che è un verbo non certo indulgente per definire il lavoro dei disoccupati, in quanto non tiene conto del dramma esistenziale di chi è disoccupato.

Chi lavora in nero è un lavoratore senza diritti: è questa la tragica verità! 

Chi lavora in nero lo fa per sopravvivere,  per mantenere la propria famiglia, certo non è un delinquente, è un essere umano che eroicamente si procaccia da vivere!

Viviamo un' emergenza umanitaria che esige un approccio umano alle problematiche di ognuno di noi, sorte in seguito al suo manifestarsi: occorre aiutare tutti anche per evitare disordini sociali. Basta razzismo sociale, divisionismi, campanilismo! Siamo tutti figli di Dio! Lo Stato ha il dovere morale di aiutare tutti i cittadini, anche i cosiddetti 'furbetti' , che, al di là della  veridicità della definizione, ora non possono certamente ricorrere alla furbizia. Perché, poi, definire il povero 'furbetto' ? Non esistono poveri furbi, perché se lo fossero certamente non sarebbero poveri!

Povero e furbo: è certamente un binomio che 'non tiene', ridicolo e ridicolizzante la miseria umana.

Alcuni cittadini sostengono che aiutare i lavoratori in nero non sia corretto. Anche di fronte al dramma della pandemia costoro non hanno smesso di essere malvagi?

Chi lavora in nero non è un fannullone, ma un lavoratore che, per svariati motivi, non gode dei diritti propri dei lavoratori, sanciti dal diritto del lavoro. Non è un furbetto, ma un povero, senza o con  famiglia e figli. Dobbiamo farlo morire di fame? 

Perché nessuno si è lamentato quando sono state aiutate le banche? 

Se le banche sono state aiutate, allora aiutiamo anche i cittadini, soprattutto quelli non abbienti. 

E' facile definirsi cristiani, ringraziare Sua Santità della sua benedizione e poi, alla prova dei fatti, manifestare la propria anima razzista e meschina. Qualcosa non funziona!

Dopo aver superato questo momento drammatico, non vi è dubbio che il lavoro 'legalizzato' per tutti dovrà essere il primo obiettivo che lo Stato italiano dovrà perseguire. 

Conte deve disporre aiuti per tutte le famiglie, per tutte le persone.

Noi ci battiamo per eliminare le disuguaglianze e l'esclusione.

Continueremo, ancor più, d'ora in avanti , ad impegnarci per la giustizia sociale, viste le conseguenze dolorose  dell'iniquità sociale. 

I poveri sono e saranno coloro ai quali rivolgeremo il nostro impegno, perché divengano anch'essi cittadini, in quanto realmente non lo sono, come i fatti dimostrano.

Bravo Giuseppe Conte, sempre più nostro leader!  Auspichiamo il suo ingresso nel PPI, con noi, Gianfranco Rotondi e Lorenzo Cesa".

Pubblicato in Italia
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