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Reggio Emilia, 26 luglio 2018 - Una frode fiscale da 167 milioni di euro.

Sono stati necessari mesi di indagini, accertamenti e una successiva verifica fiscale condotta dal Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio per individuare una società con sede a Poviglio (in provincia di Reggio Emilia), utilizzata secondo le accuse per ottenere indebiti rimborsi Iva ed evadere sistematicamente le imposte.

Dopo i primi approfondimenti la situazione contabile della società è apparsa subito molto grave agli investigatori della Guardia di Finanza: costi iscritti in bilancio in assenza di idonea documentazione; ingenti crediti Iva ottenuti senza aver svolto alcuna attività economica presso la sede dichiarata; omissioni contabili e fiscali che qualificano la società come “evasore totale”, avendo omesso di presentare la dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2016; coinvolgimento della società stessa e del suo amministratore in complesse indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Cosenza, sono solo alcune delle evidenze oggetto di indagine.

Peraltro la società aveva repentinamente cambiato l’attività svolta: circa un anno fa aveva abbandonato il settore dell’edilizia per passare al commercio all’ingrosso di prodotti non alimentari, una differenza di categoria economica troppo evidente per non destare sospetti.

I finanzieri contestano ingenti costi indebitamente dedotti e basi imponibili sottratte a tassazione per importo complessivo di oltre 135 milioni di euro, nonché circa 32 milioni di euro di maggiore Iva dovuta.

Il responsabile, un 67enne, origini e residenza in provincia di Cosenza, già noto alla Finanza reggiana per precedenti in materia fallimentare, è stato denunciato alla Procura di Reggio Emilia per reati tributari.

Pubblicato in Italia

Un uomo di 42 anni, residente in un centro del Cosentino, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver abusato di una ragazzina di 14 anni.

 

I fatti sarebbero avvenuti qualche settimana fa.

La ragazzina non era andata a scuola ed era stata adescata dall’uomo, sposato e con figli, che è anche un suo vicino di casa.

 

Il procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, ha praticamente confermato i fatti sottolineando: “Abbiamo leimmagini delle telecamere di sorveglianza di un bar, dove l’uomo ha portato la ragazza.

 

Poi l’ha anche condotta in una località montana della zona – ha detto ancora il procuratore – dove l’avrebbe palpeggiata abusando di lei”.

 

Dalle prime risultanze comunque, pare che il 42enne non abbia consumato con la 14enne, un atto sessuale completo.

La cosa sarebbe stata confermata anche dalla giovane ai genitori, che sono separati, e che si erano, alla scomparsa della ragazza, messi in contatto con i carabinieri.

 

La giovane, uscita di mattina, e' infatti tornata a casa solo la sera, mettendo in forte apprensione i genitori.

Pubblicato in Paola

La vicenda prende inizio esattamente un anno fa quando la ragazzina racconta ai carabinieri di Treviso, affiancata dai genitori, dello scambio di immagini sessuali tra lei e l'allora fidanzatino su un social network.

Poi le immagini sono state piratate e diffuse.

Sono così scattate nei confronti della ragazzina una serie di richieste e ricatti che ha portato alla denuncia di otto persone.

Un 'furto' che ha portato gli otto indagati, via social network ed sms a ricattare la ragazzina chiedendo ulteriori immagini e video minacciando una diffusione ancora più ampia delle prime.

I carabinieri, dopo una lunga indagine tuttora in corso, sono risaliti agli otto, tutti maggiorenni tra impiegati e studenti, che vivono a Padova, Montebelluna (Treviso), Pomigliano d'Arco (Napoli), Correggio (Reggio Emilia), Firenze, Genova, Cosenza e Palermo.

Sono accusati a vario titolo di prostituzione e pornografia minorile, tentata estorsione e violenza privata

Nelle loro abitazioni - su disposizione del Tribunale dei Minori di Venezia - sono scattate una serie di perquisizioni che hanno portato all'acquisizione di Pc, tablet, iphone, cellulari e chiavette Usb ora al vaglio degli investigatori.

Pubblicato in Cosenza
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