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soldi sarremoAmici, anche io oggi vi voglio parlare del Festival della Canzone Italiana Sanremo 2019. Come sapete quest’anno ha vinto un giovane cantautore milanese di madre sarda e di padre egiziano. La canzone vincitrice si intitola “Soldi”. La vittoria di questo ragazzo di nome Mohamood ha fatto discutere per diversi giorni. Addirittura il secondo classificato di nome Ultimo con la canzone “I tuoi particolari” si è ribellato e non ha voluto partecipare al dopo festival. E il pubblico pagante in sala ha protestato sonoramente contro il voto della giuria. Volevano che il primo premio venisse assegnato alla cantante di origine calabrese Loredana Bertè. Niente da fare, Mohamood ha vinto perché la canzone in fondo è orecchiabile e piace ai giovanissimi e sta riscuotendo a distanza di una settimana un grande successo. La vittoria dell’italo egiziano ha lasciato alcuni strascichi però. In molti hanno criticato la giuria del festival non solo perché ha ignorato il voto popolare da casa a pagamento ma anche perché, secondo loro, ha voluto usare il cantante vincitore della kermesse sonora contro il Ministro Salvini spostandola sulla questione migranti. La polemica è stata abbracciata anche da qualche sacerdote che ha utilizzato la Santa Messa per criticare la canzone vincitrice e la scelta della giuria. Tutto questo non è piaciuto a don Vitaliano della Sala, parroco delle parrocchie dei S.S. Pietro e Paolo e dell’Annunziata di Mercogliano in provincia di Avellino. E sapete cosa ha combinato? Domenica scorsa ha fatto cantare ai ragazzi dell’oratorio, in chiesa, prima della celebrazione della santa Messa, la canzone “Soldi”. Così si è giustificato:- E’ una occasione per riflettere sul tema della canzone, che parla come l’attaccamento ai soldi possa rovinare i rapporti familiari e interpersonali. Tra l’altro è anche il tema del Vangelo di oggi. Le messe non si fanno per polemiche, vogliono riflettere sugli spunti che ci offre e pregare. Nessuna polemica, è stata l’occasione di discutere di argomenti che forse non saremmo riusciti a fare entrare nel nostro programma dell’oratorio. Noi abbiamo voluto semplicemente riflettere sugli spunti che ci ha offerto questa canzone, quindi pregare per la comunità, per la Chiesa e gli immigrati che vivono difficoltà inenarrabili -. Fin qui don Vitaliano. Ma non tutti hanno apprezzato le sue parole e i suoi intendimenti. Le polemiche si sono sparse a macchia d’olio. Fare introdurre la Messa da quella canzone cantata dai ragazzi dell’oratorio ha assunto un significato del tutto diverso da quello che il parroco ha spiegato nel video di Irpinia News. Non una riflessione sul potere corruttore del denaro ma una precisa scelta ideologica che con la liturgia ha ben poco a che fare. Anche io ho voluto ascoltare attentamente questa canzone e leggere i versi. E’ un pezzo molto accattivante che non si dimentica facilmente. E’ orecchiabile. Ha conquistato i giovanissimi fin dal primo ascolto. La canta finanche la mia nipotina. Ieri me l’ha fatta ascoltare e ho capito, con ritardo, che la canzone ha davvero un significato più profondo di quello che si può pensare. La canzone non parla di soldi che uno possiede o che vorrebbe avere per potere comprare chissà che cosa. Parla di soldi che possono cambiare i rapporti all’interno di una famiglia. Il ragazzo che canta si è accorto che i genitori che credeva lo amassero per quello che realmente era, avevano in realtà altre intenzioni. Soldi, soldi, quanti soldi aveva a disposizione? Quanti soldi poteva dare ai genitori? E’ un pezzo che racconta una storia familiare. Si parla di un padre che ha abbandonato la famiglia e non è più tornato, si parla di periferia, di interni in cui si fuma il narghilè e si beve lo champagne. Tu dimmi, mamma, se pensavi solo ai soldi. Dimmi se ti manco o te ne fotti. Mi chiedevi come va. Ciò che devi dire non l’hai detto. Ho capito in un secondo che tu da me volevi solo soldi. I soldi, per la mamma del ragazzo, rappresentano un modo per veicolare affetto. Ma don Vitaliano, però, poteva far cantare la canzone del ragazzo italo egiziano non in chiesa ma in un altro luogo adatto alle manifestazioni canore. E nessuno avrebbe avuto nulla da ridire.

Pubblicato in Italia

depositoCon i tassi di interesse così bassi non si sa più dove depositare i proprio risparmi. I conti correnti danno un interesse pari a zero, mentre gli investimenti presuppongono un certo livello di rischio.

La soluzione ideale per molti può essere quella del conto deposito, e cioè un conto che fornisce un rendimento certo anche se non alto e senza dover correre nessun rischio. Nella realtà non è un conto e quindi non va incontro ai costi di gestione propri di un conto corrente. Ma come fare a scegliere il miglior conto deposito? C’è un sito internet che li mette a confronto. Tassi, tempi, e somme impiegate sono le variabili in base alle quali scegliere la soluzione migliore per ogni esigenza.

I tassi di interesse

Diciamo subito che i tassi di interesse offerti dai conti di deposito oggi non sono paragonabili a quelli del recente passato. Fino a pochi anni addietro le politiche monetarie restituivano tassi di interessi molto più alti di quelli attuali e ciò si rifletteva su tutto, anche sui rendimenti dei conti deposito. Oggi esistono ancora ottimi conti deposito che possono offrire rendimenti che vanno dall’1% al 2,5%. Niente quindi di eccezionale rispetto al passato ma è anche vero che sui conti correnti i tassi sono pari a zero e con le spese di gestione i risparmi diminuiscono invece che crescere.

Il panorama

Rendimax Family Top offre il 2,60% lordo se si vincolano le somme per 5 anni e non richiede grandi cifre visto che si può iniziare anche con un versamento di 1000 euro.

Conto Arancio offre il tasso loro dell’1,20% a chi decide di vincolare le somme per 12 mesi, e lo 0,40% per chi vuole un normale conto bancario, con somme disponibili e piena operatività del conto.

Findomestic offre un tasso di interesse dell’1,50% sulle somme depositate. Al superamento della soglia dei 10 mila euro il rendimento dell’1%.

Che banca offre 3 tassi di interesse: 0,50%, per chi vincola i risparmi per 3 mesi, 0,70% per chi vincola i risparmi per 6 mesi e 1% per vincoli di 12 mesi.

ContosuIBL libero offre un tasso lordo dell’1,25% per somme fino ad un milione di euro e tassi maggiori per chi intende vincolare i propri soldi.

Banca Mediolanum permette di svincolare i propri soldi in qualsiasi momento e permette di scegliere tra remunerazione posticipata e anticipata.

Come scegliere?

Come detto gli strumenti sono tutti validi e la scelta deve ricadere sul conto deposito più adatto alle proprie esigenze. Tra i fattori da analizzare per effettuare la scelta è importante capire se posso utilizzare le somme o riesco a svincolarle, se necessito di una rendita anticipata o posticipata, se voglio un conto deposito puro o ho bisogno di una operatività anche minima.

Definite queste esigenze preliminari la scelta può essere concentrata sui conti deposito su misura in base alle proprie esigenze discriminando in base alle somme disponibili, il tempo per il quale si possono vincolare e ai tassi.

Vincolare le somme o tenerle libere?

Anche in regime di tassi di interessi a zero è pur sempre necessario difendere i propri risparmi dall’inflazione. Il conto deposito risulta essere un prezioso strumento sia come difesa del capitale dall’inflazione sia in un’ottica di rendimento, seppur minimo, del capitale stesso. Se si cerca di massimizzare il proprio capitale è allora preferibile un conto vincolato che tendenzialmente offre tassi di interesse superiori a un conto libero. L’orizzonte temporale ottimale è quello dei 18 mesi perché è un periodo non troppo lungo per il quale vincolare le somme ed anche per capire qual è l’andamento dei tassi sul mercato.

Pubblicato in Economia e Finanza
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