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vaccinoLa Calabria è una regione alquanto strana che a volte riserva delle piacevoli sorprese. Le più svariate e gravi problematiche che da sempre hanno caratterizzano la nostra regione, in questi ultimi mesi sembrano essere dimenticate, non certamente per meriti di natura umana, atteso che la classe politica Calabrese è la peggiore in assoluto e di tutti i tempi, ma per una serie di coincidenze, ambientali, territoriali e culturali che hanno favorito e protetto i calabresi dal feroce attacco del virus Covid 19.

È un dato di fatto che tra tutte le regioni, la Calabria è stata una di quelle meno colpite, tant’è che il sistema sanitario, nonostante il preoccupante allarme mondiale, non è stato fortunatamente messo alla prova, i reparti di terapia intensiva non sono stati presi d’assalto, a differenza di alcune regioni del nord che per gli eccessivi ricoveri hanno dovuto creare ulteriori posti, utilizzando strutture diverse da quelle sanitarie. Nell’analizzare questo particolare fenomeno, dopo svariate riflessioni, abbiamo assunto, già da tempo, la consapevolezza che in Calabria il virus non ha trovato terreno fertile grazie all’alimentazione basata su prodotti tipici locali che per le specifiche ed uniche caratteristiche organolettiche fungono da farmaco naturale di prevenzione e cura del virus. Così la ricercatissima soppressata con la “lacrima”, il salame piccante, la nduja, il sanguinaccio di maiale, i funghi sott’olio, le polpette di carne e melanzane, le frittelle di fiori di zucca e le olive locali nere e verdi, rappresentano il vero ed unico vaccino a difesa del coronavirus, insieme all’ottimo vino rosso paesano, curato nelle private cantine.

Ad avvalorare questa nostra tesi, un team di ricerca italiano, dell’Universita’ di Torino il quale ha individuato una molecola del colesterolo che da sola blocca il coronavirus. Si tratta della 27OHC, la molecola 27- idrossicolesterolo, presente nel corpo umano per il metabolismo del colesterolo. I ricercatori dell’Universita’ di Torino hanno fatto questa interessante scoperta in collaborazione con la Panoxyvir, una start up innovativa e tale studio è stato pubblicato sulla celebre rivista scientifica Redox Biology, con cui dimostrano che tale molecola è in grado di bloccare la replicazione del coronavirus nelle cellule dell’uomo. Tale interessante scoperta evidenzia che il 27OHC è un antivirale ad ampio spettro che ha la capacità di bloccare i cosiddetti Rhinovirus, ossia i principali patogeni responsabili del raffreddore comune e i Rotavirus che sono la causa più comune delle gastroenteriti virali. Questa molecola, inoltre, riesce a bloccare i patogeni attraverso un meccanismo che non bersaglia direttamente le particelle virali, bensì modifica in modo transiente fattori della cellula ospite necessari ai virus per replicarsi.

Nel prossimo futuro, la Calabria diventerà la regione più ambita per le mete degli Italiani e non, i quali grazie allo studio scientifico sul rapporto tra alimentazione e coronavirus, troveranno quella tranquillità psicologica che a causa di falsi allarmismi hanno da tempo perso. Il risveglio del desiderio di una nuova vita è legato quindi alla nostra terra Calabrese che non sarà ricordata più per le notizie di malaffare, bensì per la varietà di piatti tipici, ricchi di colesterolo, da sempre considerato erroneamente nocivo alla salute, laddove invece è risultato idoneo a bloccare gli effetti nefasti del virus più odiato al mondo.

Avv. Carlo Salvo

Pubblicato in Calabria

medicina coronaIl vaccino per sconfiggere il coronavirus sarebbe stato trovato. Un primo test su un essere umano sembrerebbe aver dato esito positivo. Il 28 gennaio, il nuovo kit di rilevazione dell’acido nucleico del coronavirus sviluppato dall’Accademia delle Scienze militari ha ottenuto il certificato di registrazione dei dispositivi medici attraverso l’approvazione di emergenza della State Drug Administration, che sta bloccando la SARS (nella foto in esclusiva il vaccino utilizzato in Cina). Da questo il protocollo medico che sta portando a dei risultati che tutto il mondo si aspettava. Chen Wei è il medico dietro questo nuovo progresso scientifico che apre uno spiraglio per la cura del Covid-19. L’epidemiologo di fama mondiale e maggiore generale dell’esercito popolare cinese di liberazione si è iniettata, lo scorso 3 marzo, la prima dose al mondo di un nuovo vaccino contro il coronavirus sul braccio sinistro assieme alla sua equipe. Un gruppo di medici che appena si è appiccato il focolaio del contagio del coronavirus si è immediatamente trasferito a Whan. Chen e il suo gruppo di ricerca hanno lavorato per oltre un mese presso il Wuhan Institute of Virology, un laboratorio con la più alta classificazione di biosicurezza La scoperta potrebbe cambiare la storia del mondo e arriva da dove è nata questa brutta avventura per tutto il genere umano. Si è all’inizio della sperimentazione ma i risultati fino ad ora ottenuti sembrano dare i risultati sperati.

Nata nel 1966 nella piccola città di Lanxi nella provincia di Zhejiang, si è laureata in Chimica nel 1988 e un anno dopo ha sposato il suo compagno, Ma Yiming , un chimico impiegato nelle cantine dove viene prodotto il vino. Tre anni dopo, Wei si arruolò nell’esercito popolare di liberazione e divenne virologa all’Accademia di Scienze mediche militari, dove ora ricopre il grado di generale. E’ stata uno scienziato modello e subito si è fatta valere per le sue capacità diventando uno dei pionieri nella lotta contro l’Ebola che la porta ad andare in prima linea in Africa, perché voleva bloccare l’epidemia fuori dal paese. Alla fine del 2015, Chen Wei ha guidato il team a sviluppare il primo gene per sconfiggere questo virus.

Ed ora rappresenta la speranza per tutto il mondo per mettere fine al Civid-19. Una notizia stupenda che arriva nel primo giorno di primavera in quell’equinozio di primavera che potrebbe rappresentare un nuovo inizio per tutto il mondo.

Il direttore responsabile Andrea Viscardi e tutta la redazione ringraziano i  fratelli cinesi e la dottoressa Chen Wei per questa scoperta che potrà riportare la serenità in tutti gli angoli del mondo.

fonte notizia

Pubblicato in Italia
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