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Il ministro dell’Interno alla presentazione della relazione dell’Antimafia ha lanciato l’allarme che: «Le mafie minacciano il voto libero» cioè che esiste il «Rischio concreto di condizionamento».

Ha fatto seguito Orlando sostenendo la necessità che : «Credo sia un errore grave», escludere il tema della mafia dalla campagna elettorale e «spero che le forze politiche in questi ultimi giorni pongano rimedio».

La Bindi: «Sono assenti i segretari di partito, vorremmo che questo tema irrompesse di più nella campagna elettorale».

Ovviamente è intervenuto “il ministro degli esteri” del vaticano Monsignor Galantino il quale ha dichiarato : «Sento un silenzio assordante intorno al tema delle mafie. Pare che l'unico problema alla sicurezza lo diano gli immigrati».

Sostanzialmente ha quindi detto che le mafie sono tutte costituite da italiani.

E soprattutto che gli immigrati “tutto sommato” sono meno pericolosi delle mafie!

A tutti loro una domanda.

Ma la mafia è nata pochi giorni fa?

Finora non ha condizionato le elezioni, in particolare in Calabria?

Nessuno ascolta quello che dice Gratteri?

Nessuno comprende che le mafie sono favorite anche dallo scadimento della politica ( e soprattutto) a livello locale quando si opera sulla base del presupposto che “ la politica può tutto” , tanto più che le forze dell’ordine sono o poche o distratte od iper-impegnate in talune direzioni e dimenticano i reati minori che affermano il potere della politica?.

Nessuno comprende che se la politica può fare ciò, il suo scadimento si trasferisce “sic et simpliciter “ nella società che la esprime e la usa?.

Possibile che infine la Chiesa non comprenda che il problema degli italiani non sono solo i migranti “cattivi” ma anche il fatto che la società ha smarrito Cristo?.

I migranti non sono il “problema”.

Il problema sono i migranti che spacciano e che uccidono. Il problema sono le mafie. Il problema è la malapolitica.

Il problema è che questa malapolitica finora la omeliato impaurendo il popolo e distraendolo e prendendolo in giro. Ha ragione De Raho quando dice che «non è pensabile che una democrazia continui a mantenere dei lati oscuri soprattutto quando attengono alle proprie istituzioni, è quanto di più grave possa avvenire».

Forse come adesso, riscoprendo all’improvviso le mafie come se esse non avessero condizionato da tempo e dappertutto le libere votazioni!

Come è possibile dimenticare infine che la Bindi è stata eletta in Calabria e che invece Minniti ha scelto, questa volta, le Marche?

Pubblicato in Italia

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (TUEL), dei Consigli comunali di Marina di Gioiosa Jonica (RC), Lamezia Terme (CZ), Cassano all’Ionio (CS), Isola di Capo Rizzuto (KR) e Petronà (CZ), nei quali sono stati accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

Innegabile la sorpresa per tutti.

Ora scopriamo che a restare sorpresa è sarta anche Enza Bruno Bossio che ha inviato il seguente comunicato stampa

"Appena sono entrata nella Commissione parlamentare antimafia mi sono posta il problema della procedura sugli scioglimenti dei Comuni che e' collegato al Tuel (testo unico enti locali, ndr). Volevo capire come avvenisse.

La prima questione da chiarire e' che lo scioglimento di un Comune per mafia non e' un atto penale, ma amministrativo.

Viene sciolto alla luce di atti amministrativi scorretti.

Tant'e' che quando si fa ricorso a questo atto ci si rivolge al Tar.

Ci sono stati alcuni casi di ricorsi al Tar andati a buon fine, penso a quello di Amantea (CS), sul quale il ministero dell'Interno ha dovuto pagare non pochi soldi per questo episodio.

Per cui fare il collegamento: comune sciolto per mafia e quindi tutti gli amministratori sono mafiosi, tutti i cittadini sono mafiosi, non va bene".

Cosi' all'agenzia Dire la parlamentare calabrese, Enza Bruno BOSSIO (Pd) componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando la notizia dello scioglimento per mafia di cinque Comuni calabresi: Lamezia (CZ), Cassano allo Ionio (CS), Marina di Gioiosa Jonica (RC), Isola Capo Rizzuto (KR) e Petrona' (CZ).

"Ci sono degli atti amministrativi - ha aggiunto Bruno BOSSIO - che, prima la Commissione d'accesso, il Comitato per la sicurezza, il prefetto e poi il ministro decidono di portare a compimento per questa decisione.

In questo senso mi e' sembrata un po' irrituale la dichiarazione della presidente della Commissione antimafia Bindi perche' la documentazione sulla proposta di scioglimento non puó arrivare in Commissione, prima che il Consiglio dei ministri prenda la decisione sullo scioglimento.

E quindi nessuno di noi ha la possibilità di accedere a nessun documento ufficiale".

"Ora dobbiamo capire bene e leggere le carte, cosa che farò per ciascun Comune interessato. L'unica cosa che voglio dire con certezza - ha concluso Enza Bruno BOSSIO - ancor prima di aver letto le carte, poichè conosco Papasso personalmente, che il sindaco di Cassano allo Ionio e' una persona perbene".

NdR. Che cosa dobbiamo capire, allora? Che la Bindi parla a vanvera o che aveva letto “le carte” prima degli altri componenti della Commissione parlamentare antimafia,il spregio ad ogni regola politico amministrativa?

O forse la Bindi sapeva tutto perché deputata eletta in Calabria?

Pubblicato in Politica

Lo ha detto la Bindi in occasione di un incontro a Cosenza per la sigla di un protocollo di legalità sugli appalti.

Alla firma era presente anche il ministro dell’Interno, Marco Minniti.

 

Una Bindi spietata: “Ci sono tutti gli elementi per sciogliere il Consiglio di Lamezia”.

Anche Cassano a rischio.

E’ vero che la decisione dello scioglimento spetta al Consiglio dei Ministri ma certo la Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi ne sa tanto.

Ovviamente dopo i fatti, non prima delle elezioni!

Anzi sembrerebbe che la decisione potrebbe essere presa entro questa settimana.

Bene!

Almeno il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro soffrirà poco la fame.

Uno sciopero quindi inutile anche se lui lamenta di non essere stato sentito dalle autorità preposte per discutere dell’ipotesi di commissariamento (sarebbe il terzo in pochi anni per la quarta città della Calabria).

La stessa Bindi ha inoltre ricordato che la decisione sullo scioglimento.

Nel frattempo il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, che aveva iniziato lo sciopero della fame lamentando il fatto di non essere stato ricevuto dalle istituzioni potrebbe anche porre fine a questo sforzo che sembra ormai inutile.

La Bindi si è spinta oltre, affermando che “anche Cassano Ionio è in una situazione che presenta elementi che possono portare allo scioglimento”.

Pubblicato in Lamezia Terme

In Calabria c’è un massone ogni 293 abitanti.

Nessuno batte la Calabria nelle affiliazioni.

Il Gran maestro del Goi Stefano Bisi nell’ audizione del 18 gennaio scorso in Commissione antimafia con

forza e veemenza ha negato che la Calabria sia la regione con il maggior numero di affiliati e lo ha fatto anche di fronte al diverso e altrettanto veemente pensiero della presidentessa Rosy Bindi.

La Calabria – ha ricordato Bisi – è terra di antica tradizione massonica, i fratelli operano per il meglio e non è giusto criminalizzare alcuna regione.

Sacrosanto.

Ma la Bindi ha ricordato che l’interesse della Commissione è legato al fatto che si domanda come mai ci siano così tanti iscritti in una regione a così forte predominio mafioso e travolta da indagini su massoneria deviata e cosche.

Beh, ad onor del vero la Calabria è anche la regione dove Gerardo Mario Oliverio ha avuto un risultato rumeno, un plebiscito , con il 61,41 % , pari a 490.229 voti.

Né dimentichiamo che la Bindi è stata eletta proprio in Calabria!

Ma lasciamo la politica e parliamo di massoneria: cominciamo dai dati.

Questa è la classifica completa rielaborata prendendo come fonte i dati dei fratelli del Goi (Eurispes) e i residenti da 18 a 99 anni (Istat a fine 2015).

Toscana 3.075 fratelli, uno ogni 484.

Calabria 2.634 fratelli, uno ogni 293 residenti .

Sicilia 2.208 fratelli, uno ogni 938 residenti.

Piemonte e Valle d’Aosta 2011 fratelli, uno ogni 891

Lazio 1971 fratelli, uno ogni 1.159.

Lombardia 1.838 fratelli, uno ogni 2.134.

Sardegna 1307 fratelli, uno ogni 517.

Emilia Romagna 1.149 fratelli, uno ogni 1.522.

Campania 1.073 fratelli, uno ogni 2.063.

Puglia 989 fratelli, uno ogni 1.596.

Umbria 975 fratelli, uno ogni 362.

Marche 965 fratelli, uno ogni 760.

Liguria 964 fratelli, uno ogni 645.

Veneto 526 fratelli, uno ogni 3.714.

Abruzzo e Molise 363 fratelli, uno ogni 1.806 residenti.

Friuli Venezia Giulia 343 fratelli, uno ogni 1.418.

Trentino Alto Adige 136 fratelli, uno ogni 2.990.

Italia, 23.000 fratelli: uno ogni 1.030 residenti.

Stando a q2uesti dati ad Amantea dovrebbero esserci almeno 23 iscritti al GOI ( Grande Oriente d’Italia)

Se poi ci mettiamo anche quelli delle altre Obbedienze, chissà dove arriviamo.

Intanto lo Scico della Guardia di Finanza due giorni nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra mafie e massoneria, ha proceduto al sequestro degli elenchi degli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche:

Grande Oriente d’Italia;

Gran Loggia Regolare d’Italia;

Serenissima Gran Loggia d’Italia;

Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori.

Appena pubblici ne riparleremo.

E chissà che si scopra qualcosa….

Scoppia il caso Rende e la commissione parlamentare antimafia scende a Reggio Calabria.

 

Per fortuna (e non si sa fino a quando) esiste una stampa ancora libera che insiste nelle domande.

Claudio Fava va dritto al nodo del rapporto perverso fra 'ndrangheta e politica che contamina non solo l'intero tessuto amministrativo regionale, ma anche i partiti incluso il suo Pd ed afferma :«Non c'è solo un caso Rende, c'è un caso Calabria».

 

Come a dire : “ Così fan tutte”.

Rosy Bindi , invece, cerca di glissare «Siamo nella Calabria di sotto, quando saremo nella Calabria di sopra ne parleremo».

Ma i cronisti insistono e sollecitano le sue risposte.

Ed allora la Bindi rivendica l'operato della commissione parlamentare, che prima dell'arresto di Principe aveva esaminato il caso Rende e le conclusioni di quella commissione d'accesso che ha deciso di non sciogliere il Comune.

E dice : «Non avevamo torto noi. Eventualmente c'erano state delle carenze da parte di chi ha fatto il lavoro di accertamento».

Poi continua Fava: «La vicenda di Rende non è lontana da altre cronache che da tutta la Calabria ci sono arrivate. C'è un tema complessivo, che affronteremo nei due anni di legislatura che ci restano, che è il rapporto fra mafia e politica».

 

Ovviamente, insiste “bisognerà vedere cosa tireranno fuori i magistrati, però è una vicenda che pretende particolare attenzione. C’entra anche il Pd e un dirigente che aveva, ha avuto, ha pesi, responsabilità e ruoli di particolare rilievo. Per questo, non possiamo limitarci all'analisi della vicenda in sé ma il modo in cui una stagione di governo è stata inaugurata anche attraverso l'ombra di un sospetto pesante”.

E poi insiste : «confinare il problema del rapporto fra 'ndrangheta e politica esclusivamente alla vicenda di Rende sarebbe un errore di prospettiva, perché è una questione che riguarda tutte le province . Ovunque c'è capacità di infiltrazione, di controllo, di condizionamento delle amministrazioni. È particolarmente imbarazzante quando scopriamo che in un Comune viene rieletto il sindaco, il cui Consiglio comunale era stato sciolto due anni prima, che era considerato incandidabile, ma nonostante questo si ricandida, viene rieletto e con grande senso di impunità ritiene che quel paese sia cosa sua”.

 

Due le domande:

-le commissioni di accesso sono ancora utili?

-la politica in Calabria è autonoma rispetto alla ,ndrangheta, alla massoneria, alle lobby varie?

Una la riflessione:

-e’ corretto dire che si tratta di un effetto del renzismo se le date scendono a quando Renzi era sindaco di Firenze?

Pubblicato in Cosenza

Un anno fa gli attentati a 4 amministratori del nostro comune.

Dopo un anno la presenza della Bindi e della commissione antimafia presso la Prefettura di Cosenza. Già i primi di ottobre   Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia emanò una nota nella quale dichiarò.

«L'efferato omicidio del piccolo Cocò non resterà impunito. Grazie alle indagini del carabinieri di Cosenza e del Ros, coordinati dalla Dda di Catanzaro, emerge l'atroce verità di una strage premeditata, di stampo 'ndranghetista perseguita con feroce determinazione e senza alcuna pietà verso un bambino usato dal nonno come scudo umano. Prima ancora di morire Cocò era già una vittima innocente della 'ndrangheta che, come tutte le mafie, si serve anche dei minori e non si ferma di fronte a nulla pur di affermare il proprio potere».

 

E poi continuava «Si conoscono le difficoltà di spezzare la sudditanza dei legami familiari nelle organizzazioni criminali, ma si tratta di un tema decisivo per restituire futuro e libertà alla vita di tanti bambini e adolescenti. La Commissione Antimafia è da tempo impegnata su questo fronte e nella prossima missione a Cosenza, alla fine di questo mese, proseguiremo tra l'altro anche gli approfondimenti con i magistrati dei Tribunali dei minori».

 

Non solo Cocò, quindi, ma tutto quanto necessario nella lotta alla’ndragheta.

Per questo nel pomeriggio di lunedì 26 ottobre, nella Prefettura di Cosenza, avranno inizio di lavori della Commissione, la cui missione è finalizzata ad approfondire le dinamiche criminali della 'ndrangheta nella provincia, i problemi del rapporto mafie minori alla luce degli sviluppi dell'inchiesta sull'omicidio del piccolo Cocò Campolongo e la situazione degli uffici giudiziari dopo l'accorpamento del Tribunale di Rossano.

 

A partire dalle 17.30 saranno ascoltati il Prefetto di Cosenza, i comandanti delle diverse forze di polizia ed capo centro della DIA.

Le audizioni proseguiranno anche martedì 27 ottobre, a partire dalle ore 9.30, sempre in Prefettura. Verranno sentiti il Procuratore distrettuale di Catanzaro insieme ai magistrati della Dda, il Procuratore ed il presidente del tribunale per i minorenni di Catanzaro, il Garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenza ed i vertici dei tribunali di Cosenza, Castrovillari e Paola.

Al termine dei lavori, alle 16.30, ci sarà la conferenza stampa conclusiva della presidente Bindi.

Pubblicato in Politica

Abbiamo scritto della preoccupazione del sindaco Giuseppe Aieta per la chiusura della Brigata della Guardia di Finanza di Cetraro.

Paura passata.

Giuseppe Aieta avuto rassicurazioni in tale senso dal viceministro dell’Interno, Marco Minniti

Nn solo ma Giuseppe Aieta fa sapere che il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi ha comunicato e confermato la notizia del mantenimento della Guardia di Finanza a Cetraro ai deputati Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio e Stefania Covello.

È un risultato importante, che dimostra la volontà dello Stato di non fare passi indietro rispetto ad un territorio che ha estremo bisogno di presidi di legalità. Devo esprimere un ringraziamento particolare all’onorevole Marco Minniti, che, ancora una volta, come era già capitato nel 2006, ha dimostrato grande serietà, non deludendo le nostre attese. Così come ringrazio l’onorevole Rosy Bindi, che ormai ci ha abituati alla sua vicinanza.

Ma un particolare ringraziamento lo voglio esprimere, a nome della mia città, ai parlamentari calabresi del Pd e in particolare ai deputati Magorno, Bruno Bossio e Covello, per avere immediatamente sposato e sostenuto la nostra causa, mettendo in campo gli strumenti necessari, affinché si giungesse alla notizia che tutti aspettavamo con ansia”.

Ecco a cosa serve un sindaco capace ed attivo.

Anche ad attivare la politica per salvare i pochi presidi di legalità ancora presenti nei nostri comuni.

E si sono mossi in 5: Marco Minniti, Rosy Bindi, Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio e Stefania Covello.

Se avesse bisogno Amantea chi si muoverebbe?

Pubblicato in Alto Tirreno
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