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Renzi continua farne una dopo l’altra.

La prima: Dice che in Andalusia la sinistra è andata malissimo e si chiede se la colpa non sia anche lì del suo carattere.

La seconda dice che «Quelli che ce l’hanno con Macron sostengono i gilet gialli, io sto invece con Macron e la legalità»

La terza per smentire di voler fare un partito con Berlusconi: «Il Cavaliere non mi ha mai votato la fiducia, cosa che ha fatto con Monti e persino una volta con Gentiloni».

La quarta fa disperare Marco Minniti che si arrabbia delle giravolte renziane

Ma ecco cosa dice il Corriere della Sera:

“Pd, Minniti dà l’ultimatum all’ebetino: “O fai sul serio o non mi candido più”

«Basta, se è così non mi candido più»: poche parole ma esaustive che Marco Minniti manda come un messaggio non proprio d’amore a Matteo Renzi.

L’ex ministro dell’Interno è veramente arrabbiato. Non ne può più delle giravolte renziane: «O sei con me o sei contro di me».

Tradotto: o fai il nuovo partito, e allora io cedo il passo, o vai avanti con me.

«Marco è proprio incavolato», ammettono quelli del giro stretto renziano.

E poi si interrogano: «E adesso, che facciamo?».

Poi si rispondono da soli in questa giornata convulsa: «Faremo di tutto per arrivare all’obiettivo della candidatura di Minniti».

La risposta dei pd che stanno lavorando per l’ex ministro dell’Interno non è confortante: «Non è che possiamo continuare con una parte di renziani che si impegnano sulla candidatura di Marco, o almeno dicono di impegnarsi, e lui, Renzi, che ci dice “buon lavoro” e poi si impegna a creare comitati civici, fa girare, non smentita, la voce che sta facendo un nuovo partito.

E insomma, così un congresso non lo si vince di certo».

C’è anche stato un colloquio telefonico tra Renzi e Minniti: il secondo ha chiamato il primo per tentare di chiarire la questione. Alla fine di quella chiacchierata a Minniti è rimasto l’amaro in bocca: «Matteo non prende impegni, continua con questa storia dei comitati», ha sbuffato allargando le braccia e alzando le spalle.

A quel punto è cominciata a circolare l’ipotesi concreta e realistica di un disimpegno, dapprima nei termini «ci starebbe pensando», dopo sempre più concreta, alle porte, ad horas.

Non solo. Minniti disdice tutti gli appuntamenti della giornata (era atteso a Bergamo e a Brescia). Panico tra i renziani che hanno deciso di appoggiare la sua candidatura come segno di continuità del «riformismo renziano dentro il Pd», come ripete spesso Lorenzo Guerini. Tanti altri renziani, invece, hanno maturato l’idea che questo Pd sia ormai un guscio vuoto, più un qualcosa da archiviare che far rinascere.

Sullo sfondo c’è la questione europea, nel senso delle elezioni. Renzi non ha alcuna intenzione di andare nelle file di un Pse dato ormai in caduta libera: in settimana sarà a Bruxelles con Sandro Gozi, il teorico dell’andare oltre il Pd per vedere di stringere alleanze con le forze di stampo macroniano. Nella sua e-news, Renzi fa due passaggi significativi. Primo: in Andalusia la sinistra è andata malissimo, «sarà mica colpa anche lì del mio carattere?». Secondo: «Quelli che ce l’hanno con Macron sostengono i gilet gialli, io sto invece con Macron e la legalità». E in chiusura, Renzi affida il suo pensiero a una decina di righe per smentire di voler fare un partito con Berlusconi: «Il Cavaliere non mi ha mai votato la fiducia, cosa che ha fatto con Monti e persino una volta con Gentiloni». Smentisce il partito con Berlusconi, ma non che ne voglia fare uno comunque, distinto e magari distante dal Pd.

La decisione, Renzi o non Renzi, Minniti non l’ha ancora presa.

Forse la sola minaccia di desistere potrebbe servire a dare una scossa ai renziani «fermi sulle gambe», come ha detto Veltroni.!

Pubblicato in Italia

Hai visto mai che davvero Minniti diventa segretario del PD?

Saremmo finiti!

Lui non ubbidisce ai nostri ordini, non fa nulla per realizzare i nostri desideri, per garantire i nostri bisogni.

E poi lui è vicino ai servizi segreti ed a lui non si può nascondere nulla.

Saprebbe tutto e sapendo tutto non ci farebbe fare passi avanti.

Dovremmo emigrare!

Meglio Nicola Zingaretti. E’ più flessibile. Non conosce la Calabria. Potremmo continuare ad esserne i padroni.

Sembra un discorso plausibile e possibile.

Ed allora Oliverio dà il benservito a Minniti.

L'ex Ministro degli interni presenta il suo libro a Cosenza nella sala degli specchi della Provincia presente Franco Iacucci, Presidente della provincia Bruzia, il quale, invece, ha già dichiarato la sua adesione alla candidatura di dell'ex Ministro degli Interni

Oliverio e Nicola Adamo gli danno il benservito facendo circolare un documento di adesione alla candidatura di Nicola Zingaretti.

Il benvenuto a Marco Minniti, in Calabria per la presentazione del suo libro, i big storici del PD calabrese lo danno facendo partire un documento da far sottoscrivere ai segretari circoli a sostegno della candidatura alle primarie di Nicola Zingaretti.

Più che un benvenuto, dunque, appare un benservito.

Mario Oliverio ancora fa finta di essere defilato, ma i suoi più fidati collaboratori hanno già cominciato a contattare i segretari per le firme.

Eminenza grigia del benservito a Minniti, estensore del documento pro Zingaretti, Nicola Adamo, già intervenuto per raffreddare i bollenti spiriti dei 50 sindaci sottoscrittori del sostegno a Marco Minniti.

Pubblicato in Cosenza

L'altra faccia della verità:

[Le intercettazioni] “È una brutta persona. Ha fatto un decreto... Se non vi sposate vi cacciano”. Il sindaco ora agli arresti spiega a una donna straniera il motivo per cui è necessario procedere alla truffa del matrimonio

Il Gip di Locri non ha concesso la misura cautelare nei confronti del sindaco di Riace, Domenico Lucano, per gran parte dei capi di imputazione contestati dalla Procura: accuse generiche prive di riscontri, i rilievi mossi con maggiore frequenza all’impalcatura messa in piedi dagli inquirenti. Laddove, invece, ha avvalorato l’impianto accusatorio, però, il Gip non risparmia pesanti valutazioni sulle condotte messe in atto dal sindaco dell’accoglienza, finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Xenia” per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: “L’indagato vive oltre le regole, che ritiene d’altronde di poter impunemente violare nell’ottica del ‘fine giustifica i mezzi’; dimentica però che quando i ‘mezzi” sono persone il ‘fine’ raggiunto tradisce quegli stessi scopi umanitari che hanno sorretto le proprie azioni”.

Tra le accuse nei confronti di Lucano, quella di essere l’organizzatore di matrimoni “di comodo” tra gli abitanti del suo comune e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano. “Dimestichezza e spregiudicatezza” da parte del sindaco che, nonostante sapesse di essere indagato, nelle conversazioni intercettate non avrebbe fatto mistero di trasgredire norme civili e amministrative per mantenere in piedi il “Modello Riace”, divenuto famoso nel mondo. Scrive il Gip: “Per il perseguimento dei suoi scopi, l’uomo non risparmiava il ricorso a condotte non solo penalmente, ma anche moralmente riprovevoli per quanto, dal suo punto di vista, finalizzate a garantire a soggetti svantaggiati la possibilità di permanere in Italia o di raggiungere il Paese per godere di un migliore regime di vita”.

Il riferimento è appunto, ai matrimoni fittizi. Tre i casi che gli inquirenti sono convinti di aver verificato. In uno di questi, peraltro, lo stesso Lucano si sarebbe recato in Etiopia al fine di garantire l’esecuzione delle procedure sul suolo africano: “Dei tre matrimoni fittizi organizzati, due vedevano protagonisti suoi concittadini facilmente malleabili ai suoi fini o perché non avvezzi a intrattenere relazioni amorose (“lui è piccolino così, mai avuto donne” si dice in una conversazione intercettata) o perché affetti da deficit mentale (“quello stupido” viene definito nelle conversazioni il ‘prescelto’); l’ultimo era invece ‘interpretato’ da fratello e sorella, il primo dei quali, una volta sposatosi, avrebbe lasciato temporaneamente in Etiopia la sua vera moglie e tre figli”.

La polemica con l’attuale ministro degli Interni, Matteo Salvini, è nota. Dalle intercettazioni emerge però cosa il sindaco dell’accoglienza pensasse del predecessore del leader leghista, al Viminale, Marco Minniti, esponente di quel Partito Democratico che ha sostenuto pubblicamente Lucano nel suo modello di accoglienza. Proprio con riferimento all’organizzazione del matrimonio di una cittadina straniera cui era già stato negato - per ben tre volte - il permesso di soggiorno, in cui Lucano affermava: "... se ne deve andare, se ha avuto per tre volte il diniego ... ecco perché non lo rinnovano più. Ti spiego dal punto di vista dei documenti lei non può stare ... mica dipende da ... questo purtroppo, dico purtroppo perché io non sono d'accordo con questo decreto, come documenti lei non ha diritto di stare in Italia, se la vedono i carabinieri la rinchiudono ... perché non ha i documenti, non ha niente”.

Per spiegare il perché di tutto questo, Lucano alla giovane donna, Joy, spiega così il perché del presunto artifizio: “Adesso con il nuovo Governo c’è uno che si chiama Minniti, una brutta persona, vi mandano via, vi cacciano”. Il raggiro, però risolverebbe le cose: “Lei va alla Questura di Siderno e richiede il permesso di soggiorno per motivi familiari, in barba a Minniti!”.  Frasi che potrebbero imbarazzare il Pd, soprattutto ora che Minniti viene inserito tra i papabili candidati alla segreteria del partito, in alternativa a Nicola Zingaretti.

di Claudio Cordova, giornalista d’inchiesta 3 ottobre 2018 https://notizie.tiscali.it/

Pubblicato in Calabria

Il risultato del PD in Calabria è la somma di una serie di scelte sbagliate.

Tante e da parte di tanti.

Da parte dei Teorici della politica

Da parte dei parlatori della politica

Da parte di chi esprime la cultura comprata, ipocrita e bugiarda

 

Ma la maggiore responsabilità la portano coloro che non hanno compreso i mille problemi dei calabresi.

Dei giovani calabresi che nel 2018 devono, per dignità, emigrare, anche se vorrebbero lavorare per i calabresi nella loro Calabria.

Degli LSU ed LPU che Oliverio vorrebbe stabilizzare a spese dei comuni che se non sono già in dissesto lo saranno tra poco.

Delle famiglie calabresi che hanno il reddito più basso d’Italia, penultimi in Europa.

E potremmo continuare a lungo.

Una Calabria che governa con un non governo, illudendo i “non politici” di esserlo e creando forti ed ipotizzabili reazioni da parte dei politici che lo sono ed ai quali viene vietato di esserlo.

E magari, poi, si contesta il M5s che propone un governo senza politici!

Una Calabria alla quale si mente, nascondendo, non tanto e solo, la verità, ma, perfino, gli elementi che normalmente supportano la qualità dei giudizi sociali, economici e politici.

Una Calabria dove si ricevono incarichi professionali o di lavoro a secondo non della professionalità e nemmeno della quantità di voti che potrebbero portare alla causa, ma della fedeltà al padre –padrone.

Un PD ed una Calabria che esporta nelle marche il suo miglior politico quale è stato certamente Marco Minniti, trombato nel collegio di Pesaro, e che si è stato sacrificato per lasciare spazio ad altri onestamente impresentabili.

Non solo lui è stato sacrificato, ma, per esempio, anche la Covello. Sacrificio che pure ci stava

Non poteva Minniti essere tutelato con i famigerati listini bloccati che hanno salvato , come sembra, Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio ed Antonio Viscomi?.

Aspettiamo che Mario Oliverio, Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio, Antonio Viscomi, Filippelli ed altri ci spieghino come mai il PD in Calabria sia passato dal 22 ed il 23 % delle politiche del 2013 ai risultati attuali.

Ed aspettiamo che Mario Oliverio ci spieghi la sua debacle personale.

E personalmente aspettiamo che qualcuno ci spieghi questo PD che passa alla Camera dal 19,3% di Vibo Valentia all’11,8% del collegio di Castrovillari.

Che anche per il PD sia un problema di candidati?.

Diceva la vecchia canzone di Modugno :

“Siamo rimasti in tre, tre somari e tre briganti, sulla strada longa longa di Girgenti.

Sì, ma se stasera, se incontriamo la corriera, uno balza sull’arcione, uno acciuffa il postiglione,
due sorvegliano di fuori, uno spoglia i viaggiatori e ce ne andiam”.

Pubblicato in Alto Tirreno

Il ministro dell’Interno alla presentazione della relazione dell’Antimafia ha lanciato l’allarme che: «Le mafie minacciano il voto libero» cioè che esiste il «Rischio concreto di condizionamento».

Ha fatto seguito Orlando sostenendo la necessità che : «Credo sia un errore grave», escludere il tema della mafia dalla campagna elettorale e «spero che le forze politiche in questi ultimi giorni pongano rimedio».

La Bindi: «Sono assenti i segretari di partito, vorremmo che questo tema irrompesse di più nella campagna elettorale».

Ovviamente è intervenuto “il ministro degli esteri” del vaticano Monsignor Galantino il quale ha dichiarato : «Sento un silenzio assordante intorno al tema delle mafie. Pare che l'unico problema alla sicurezza lo diano gli immigrati».

Sostanzialmente ha quindi detto che le mafie sono tutte costituite da italiani.

E soprattutto che gli immigrati “tutto sommato” sono meno pericolosi delle mafie!

A tutti loro una domanda.

Ma la mafia è nata pochi giorni fa?

Finora non ha condizionato le elezioni, in particolare in Calabria?

Nessuno ascolta quello che dice Gratteri?

Nessuno comprende che le mafie sono favorite anche dallo scadimento della politica ( e soprattutto) a livello locale quando si opera sulla base del presupposto che “ la politica può tutto” , tanto più che le forze dell’ordine sono o poche o distratte od iper-impegnate in talune direzioni e dimenticano i reati minori che affermano il potere della politica?.

Nessuno comprende che se la politica può fare ciò, il suo scadimento si trasferisce “sic et simpliciter “ nella società che la esprime e la usa?.

Possibile che infine la Chiesa non comprenda che il problema degli italiani non sono solo i migranti “cattivi” ma anche il fatto che la società ha smarrito Cristo?.

I migranti non sono il “problema”.

Il problema sono i migranti che spacciano e che uccidono. Il problema sono le mafie. Il problema è la malapolitica.

Il problema è che questa malapolitica finora la omeliato impaurendo il popolo e distraendolo e prendendolo in giro. Ha ragione De Raho quando dice che «non è pensabile che una democrazia continui a mantenere dei lati oscuri soprattutto quando attengono alle proprie istituzioni, è quanto di più grave possa avvenire».

Forse come adesso, riscoprendo all’improvviso le mafie come se esse non avessero condizionato da tempo e dappertutto le libere votazioni!

Come è possibile dimenticare infine che la Bindi è stata eletta in Calabria e che invece Minniti ha scelto, questa volta, le Marche?

Pubblicato in Italia

Kurz contro la Ue: «Costringere ad accettarli non aiuta»

«Costringere i Paesi ad accogliere i rifugiati non aiuterà l'Europa».

Lo ha affermato il neo cancelliere austriaco Sebastian Kurz alla guida di una coalizione di destra e ultradestra in un'intervista al quotidiano tedesco Bild am Sonntag, opponendosi alle quote Ue per la ripartizione del migranti.

«Se continuiamo così divideremo l'Unione europea e gli Stati membri decideranno ognuno per conto proprio quante persone accogliere», ha aggiunto.

Le discussioni sulle quote sono in larga parte prive di senso, ha aggiunto Kurz perché «i migranti che intendono venire in Europa non vogliono andare in Bulgaria o Ungheria, bensì in Germania, Austria o Svezia».

Kurz ha poi proposto all'Ue di sostenere una politica che aiuti i migranti nei loro Paesi di origine. Ad opporsi al sistema di ripartizione deciso da Bruxelles i Paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia). 

Per Sebastian Kurz, nuovo cancelliere austriaco, la ripartizione degli immigrati che hanno raggiunto l'Europa secondo quote fisse da imporre ai paesi Ue è un errore.

In un'intervista pubblicata dalla Bild am Sonntag, Kurz - a capo di una coalizione tra il suo partito conservatore e il populista di destra Fpoe - si dice convinto che «obbligare gli stati ad accogliere rifugiati non porterà nulla all'Europa».

«Se continuiamo su questa strada divideremo ancora di più l'Unione Europea. Gli stati membri dovrebbero decidere da soli se vogliono accogliere persone, e quante».

Per Kurz il dibattito sulle quote è senza senso, «posto che i migranti che si mettono in strada verso l'Europa non vogliono andare in Bulgaria o Ungheria.

Vogliono andare, principalmente, in Germania, Austria o Svezia».

Per il cancelliere austriaco è necessario correggere urgentemente la politica migratoria e dei rifugiati della Ue: «il confine che separa asilo e migrazione economica è attualmente del tutto labile». Si tratta di aiutare le persone nei rispettivi paesi di origine.

E quando questo non è possibile, negli stati ad essi confinanti. «E se neanche questo è possibile allora all'interno di territori sicuri nei rispettivi continenti.

Questo dovrebbe avere l'appoggio dell'Ue, forse anche essere organizzato dall'Ue e garantito militarmente».
Infine si potrebbe stabilire sul posto quanti potranno venire in Europa: «Tuttavia non possiamo continuare ad accogliere chi riesce ad arrivare illegalmente grazie ai trafficanti di uomini».

Insistiamo:

Non abbia nessuna paura presidente . Parola di Minniti. Leggi:

https://www.laltrocorriere.it/minniti-dallo-stop-agli-sbarchi-ai-corridoi-umanitari/

Pubblicato in Mondo

Nella vita ci vuole c…, cioè, fortuna.

E questa volta Amantea sembra l’abbia avuta!

Eccome!

Il ministro Minniti sta operando per incrementare la platea dei comuni che ospiteranno i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione internazionale.

L'obiettivo, stabilito già dallo scorso aprile con il decreto sull'immigrazione, è l'accoglienza diffusa in base a criteri di proporzionalità e sostenibilità.

Accoglienza diffusa significa migranti in ogni comune

Proporzionalità e sostenibilità significa tre migranti ogni mille abitanti secondo il piano di riparto già deciso dal ministero.

Per ottenere l’assenso dei sindaci il Viminale ha dato il via libera al progetto che consente ai migranti di svolgere attività socialmente utili a costo zero, senza ricevere alcun compenso.

Un provvedimento che intende in questo modo cambiare anche la percezione del fenomeno da parte dei cittadini che in alcune aree del Paese vivono come «un'invasione» la presenza dei migranti.

Insomma Minniti vorrebbe comprare l’accondiscendenza delle amministrazione comunali e delle popolazioni sfruttando i poveri migranti e facendoli lavorare gratis

Noi la riteniamo una vergogna, ma chi siamo noi.

Peperà per la nostra citta sarebbe davvero una bella botta di c…, pardon di fortuna.

Pensate a 350 profughi che lavorano ogni giorno a pulire la città, a tagliare l’erba, a potare gli alberi, a manutenzionare strade e marciapiedi, a riparare le rotture d’acqua e delle reti fognarie, a pulire le spiagge d’estate .

Un esercito di operai che ogni giorno sciamerebbero nelle strade interpoderali

Un esercito di operai che ogni giorno manutenzionerebbero il centro storico.

Non avremmo più bisogno del personale della Multiservizi e del personale delle cooperative e del personale del servizio civile.

Nessuna paura per il personale della Multiservizi e del personale delle cooperative e del personale del servizio civile.

Potranno andare a lavorare nei campi o dai commercianti all’ingrosso al posto dei profughi, o chiedere l’elemosina davanti ai supermercati di Amantea.

Il comune di Amantea però risparmierà centinaia di migliaia di euro

Che bell’idea quella del ministro del PD, vero?

Per ora l’accordo è stato firmato dal ministro degli Interni Marco Minniti e da De Magistris e 265 sindaci della Campania.

A breve sarà firmato per tutti i comuni

Un’altra grande novità è che cambiano anche i criteri per la scelta delle strutture da adibire all'ospitalità.

Basta gare d'appalto!

Saranno direttamente i sindaci ad individuare autonomamente gli edifici da impiegare per l'accoglienza e decidere quindi dove alloggiare i migranti.

Eventualmente potranno essere utilizzati anche i beni confiscati alla mafia, immobili che potrebbero essere ristrutturati anche con i fondi Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione).

Per impedire l'infiltrazione della malavita organizzata, come già avvenuto soprattutto nei centri Cara in Sicilia e Calabria, saranno puntuali le verifiche dell'antimafia sugli enti gestori e su tutta la filiera interessata.

Misure di sburocratizzazione per incentivare ulteriormente i primi cittadini ad accettare il piano di riparto del Viminale ed evitare alte concentrazioni di immigrati in piccole porzioni di territorio: più comuni accolgono viene spiegato - meglio i migranti potranno essere distribuiti.

Per i sindaci che accetteranno di partecipare è prevista anche la possibilità di assumere personale in deroga al tetto di spesa.( ovviamente dirigenti e funzionari)

Secondo il Viminale questo sistema può rappresentare un'occasione di sviluppo dei territori creando nuovi posti di lavoro.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (TUEL), dei Consigli comunali di Marina di Gioiosa Jonica (RC), Lamezia Terme (CZ), Cassano all’Ionio (CS), Isola di Capo Rizzuto (KR) e Petronà (CZ), nei quali sono stati accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

Innegabile la sorpresa per tutti.

Ora scopriamo che a restare sorpresa è sarta anche Enza Bruno Bossio che ha inviato il seguente comunicato stampa

"Appena sono entrata nella Commissione parlamentare antimafia mi sono posta il problema della procedura sugli scioglimenti dei Comuni che e' collegato al Tuel (testo unico enti locali, ndr). Volevo capire come avvenisse.

La prima questione da chiarire e' che lo scioglimento di un Comune per mafia non e' un atto penale, ma amministrativo.

Viene sciolto alla luce di atti amministrativi scorretti.

Tant'e' che quando si fa ricorso a questo atto ci si rivolge al Tar.

Ci sono stati alcuni casi di ricorsi al Tar andati a buon fine, penso a quello di Amantea (CS), sul quale il ministero dell'Interno ha dovuto pagare non pochi soldi per questo episodio.

Per cui fare il collegamento: comune sciolto per mafia e quindi tutti gli amministratori sono mafiosi, tutti i cittadini sono mafiosi, non va bene".

Cosi' all'agenzia Dire la parlamentare calabrese, Enza Bruno BOSSIO (Pd) componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando la notizia dello scioglimento per mafia di cinque Comuni calabresi: Lamezia (CZ), Cassano allo Ionio (CS), Marina di Gioiosa Jonica (RC), Isola Capo Rizzuto (KR) e Petrona' (CZ).

"Ci sono degli atti amministrativi - ha aggiunto Bruno BOSSIO - che, prima la Commissione d'accesso, il Comitato per la sicurezza, il prefetto e poi il ministro decidono di portare a compimento per questa decisione.

In questo senso mi e' sembrata un po' irrituale la dichiarazione della presidente della Commissione antimafia Bindi perche' la documentazione sulla proposta di scioglimento non puó arrivare in Commissione, prima che il Consiglio dei ministri prenda la decisione sullo scioglimento.

E quindi nessuno di noi ha la possibilità di accedere a nessun documento ufficiale".

"Ora dobbiamo capire bene e leggere le carte, cosa che farò per ciascun Comune interessato. L'unica cosa che voglio dire con certezza - ha concluso Enza Bruno BOSSIO - ancor prima di aver letto le carte, poichè conosco Papasso personalmente, che il sindaco di Cassano allo Ionio e' una persona perbene".

NdR. Che cosa dobbiamo capire, allora? Che la Bindi parla a vanvera o che aveva letto “le carte” prima degli altri componenti della Commissione parlamentare antimafia,il spregio ad ogni regola politico amministrativa?

O forse la Bindi sapeva tutto perché deputata eletta in Calabria?

Pubblicato in Politica

Lo ha detto la Bindi in occasione di un incontro a Cosenza per la sigla di un protocollo di legalità sugli appalti.

Alla firma era presente anche il ministro dell’Interno, Marco Minniti.

 

Una Bindi spietata: “Ci sono tutti gli elementi per sciogliere il Consiglio di Lamezia”.

Anche Cassano a rischio.

E’ vero che la decisione dello scioglimento spetta al Consiglio dei Ministri ma certo la Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi ne sa tanto.

Ovviamente dopo i fatti, non prima delle elezioni!

Anzi sembrerebbe che la decisione potrebbe essere presa entro questa settimana.

Bene!

Almeno il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro soffrirà poco la fame.

Uno sciopero quindi inutile anche se lui lamenta di non essere stato sentito dalle autorità preposte per discutere dell’ipotesi di commissariamento (sarebbe il terzo in pochi anni per la quarta città della Calabria).

La stessa Bindi ha inoltre ricordato che la decisione sullo scioglimento.

Nel frattempo il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, che aveva iniziato lo sciopero della fame lamentando il fatto di non essere stato ricevuto dalle istituzioni potrebbe anche porre fine a questo sforzo che sembra ormai inutile.

La Bindi si è spinta oltre, affermando che “anche Cassano Ionio è in una situazione che presenta elementi che possono portare allo scioglimento”.

Pubblicato in Lamezia Terme

Ma che succede a questa nostra Calabria?

Oliverio annuncia che si incatenerà davanti al Parlamento se il governo non manderà via Scura.

Non è tanto per Scura quanto perché andando via la sanità passerà nelle sue mani.

Stanno arrivando le elezioni politiche e senza potere si resterà fuori.

A dargli man forte anche Enza Bruno Bossio (che ora vede il bicchiere mezzo vuoto!) e che non si incatena ma proprio oggi dichiara:

“La giusta e sacrosanta protesta degli amministratori e dei cittadini dell’alto Ionio cosentino, è una ulteriore dimostrazione di quanto sia necessario il superamento dell’attuale gestione commissariale della sanità calabrese”

Secondo la parlamentare “il commissario Scura è omissivo e inadempiente due volte: la prima verso la sentenza del Consiglio di Stato del 2015, la seconda verso il decreto 30 del 2016 da egli stesso emanato”.

Poi prosegue “Entrambi gli atti dispongono la riapertura del presidio ospedaliero di Trebisacce su questa vicenda il Consiglio di Stato ha fatto addirittura ricorso alla diffida nei confronti del commissario Scura.

Infatti attraverso una specifica ordinanza pubblicata il 25 ottobre u.s. ha dovuto prescrivere i termini entro i quali il commissario regionale dovrà provvedere all’attivazione di un efficace procedimento di riapertura dell’ospedale.

Scura è obbligato a procedere al ripristino dei servizi ospedalieri risalenti allo status quo ante e ad attivare in tempi rapidissimi, un efficiente pronto soccorso h 24. D’altra parte il Consiglio di Stato evidenzia una clamorosa pratica di malagestione amministrativa che non può passare inosservata e non essere valutata nella sua gravità dalla ministra Beatrice Lorenzin”.

“Non è possibile che, ancor più alla luce dei diversi pronunciamenti del Consiglio di Stato, il Governo continui ad attardarsi dal prendere atto del fallimento della gestione commissariale. Le sentenze dell’organo extragiudiziale, a partire da quelle relative agli ospedali di frontiera di Praia a Mare e Trebisacce, infatti danno corpo alla richiesta avanzata dal tavolo interministeriale al Governo nazionale di attivare la procedura di sostituzione del commissario per non aver realizzato gli atti indicati nel Piano di rientro e nel mandato commissariale e per le difficoltà registratesi in sede di verifica e monitoraggio nell’attuazione del piano stesso”.

Che si tratti di un effetto delle prossime politiche?

Nessun problema per il Poliambulatorio di Amantea al quale ormai hanno tolto quasi tutto( speriamo non ci tolgano anche il laboratorio di analisi cliniche).

A Lamezia Terme, invece, il sindaco di Paolo Mascaro ha annunciato lo sciopero della fame per protestare contro l’avvio dell’iter di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose all’indomani del lavoro della Commissione d’accesso. Mascaro lamenta di essere stato ignorato nel momento in cui ha chiesto di chiarire la sua posizione e passa dunque a questa clamorosa protesta. Che sembra chiaramente rivolta al ministro degli Interni Marco Minniti, il quale evidentemente sta cercando di fare l’indiano.

Ecco il testo del suo comunicato stampa.

Ad oggi è risultata vana ogni richiesta di essere sentito a chiarimento su qualsivoglia atto, provvedimento o comportamento che possa aver destato dubbi su possibili infiltrazioni o condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

Non può, però, essere calpestato il diritto del rappresentante di una comunità a fornire il proprio contributo nell’ambito di attività ispettiva e di indagine che ha riflessi di straordinaria importanza sul territorio.

Ritenendo ingiusto il comportamento ad oggi tenuto, ed avendo la responsabilità di tutelare in ogni modo la mia città cercando di impedire che a causa del detto mancato contributo possano essere in ipotesi frustrate le legittime aspettative di una collettività ad essere governata dai rappresentanti democraticamente eletti, da lunedì 20 novembre attuerò sciopero della fame sino al momento della mia audizione, assumendo in tale periodo solo sostanze liquide.

NO! Scura in questo caso non c’entra niente. Le prossime elezioni invece si!

Pubblicato in Calabria
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