Scrive la minoranza del comune di Longobardi nelle persone di Nicola Bruno e di Francesco Cicerelli.
“Si è tenuto ieri, alle 10 del mattino, presso la casa municipale di Longobardi, il consiglio comunale, in prima convocazione, avente all'ordine del giorno l'approvazione del conto del bilancio 2015 e del bilancio di previsione 2016/2018.
Malgrado "l'impossibilità a partecipare dei consiglieri di minoranza -ha dichiarato il capogruppo Nicola Bruno- la seduta si è svolta regolarmente senza l'opposizione ed in pochi minuti".
Infatti "alle 10 e venti circa -continua Bruno- il consigliere Francesco Cicerelli si recava in consiglio ed apprendeva che l'assise era già terminata.
Neppure i due cittadini presenti si sono resi conto dello svolgimento della stessa.
Ora come si fa ad approvare in pochi minuti due documenti importanti come il conto consuntivo ed il bilancio di previsione?
E' evidente che i consiglieri di maggioranza partecipano alle sedute consiliari per alzare o abbassare la mano senza entrare nel merito degli argomenti.
Inoltre, più volte abbiamo segnalato l'opportunità di tenere i consigli di pomeriggio onde consentire la partecipazione sia dei cittadini sia dei consiglieri, impegnati in attività lavorative, a differenza di qualche amministratore che di non lavorare ne ha fatto una ragione di vita.
Chiediamo con forza che il Prefetto adotti gli opportuni provvedimenti".
Comunque "è evidente -continua il consigliere Bruno- la totale fallimentare gestione del comune. Non solo il bilancio di previsione 2016/2018 è privo di qualsivoglia programmazione, ma se si confrontano i dati del conto consuntivo 2015, con quelli del 2014, emerge che nessuna riduzione è stata effettuata sul fronte delle spese.
Anzi, passando da 4.263.477,29 euro del 2014 a 4.540.196,43 euro del 2015, si evince un incremento consistente delle spese generali di circa 300.000,00 euro.
Sicuramente questo non voleva essere ascoltato dalla maggioranza".
Lo stesso organo di revisione, sul rendiconto 2015 "evidenzia -conclude Bruno- riserve: infatti "l'eventuale mancata approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale -si legge nella relazione- da parte della corte dei conti, non consentirà il pagamento dei debiti con fondi di bilancio e potrà compromettere l'equilibrio economico e finanziario dell'Ente".