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giorgiaIeri 25 settembre si è votato in Italia per eleggere il nuovo Parlamento Italiano. Per la prima volta tutti i politici, i commentatori politici, gli opinionisti hanno ammesso che a vincere le elezioni è stato il centro destra trainato dalla eccezionale performance del partito di Giorgia Meloni che è risultato il partito più votato. Era nell’aria. Lo avevo previsto. Lo avevo finanche scritto in un mio articolo pubblicato una settimana fa che avrebbe vinto Giorgia Meloni e che in Italia avremmo avuto per la prima volta una donna giovane Primo Ministro. L’On Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, pur riconoscendo la vittoria del centro destra ha fatto alcuni distinguo. Era triste. molto triste quando è apparsa in televisione per commentare il risultato scaturito dalle urne. Per lei, però, la destra è maggioranza in Parlamento, ma non nel Paese. On. Serracchiani cosa dici? Una coalizione che piglia il 45% dei voti e il 55% dei parlamentari è minoranza nel Paese? Svegliati! Non essere arrogante. Anche per Letta è un giorno triste non per il suo partito che è stato sonoramente sconfitto e che ci vorranno parecchi anni per riprendersi ma per l’Italia. Secondo lui, ora che ha stravinto la Meloni, ci aspettano giorni duri e invece di fare mea culpa addossa agli altri la sonora debacle del Pd. E’colpa di Conte se la Meloni va al Governo perché ha fatto cadere il Governo Draghi. Sono tante le sorprese che emergono dalle urne elettorali. Tanti big che abbiamo visto ogni sera nei vari talkshow non sono riusciti a ritrovare una poltrona nel prossimo schieramento parlamentare. Ma per essere sicuri bisogna aspettare forse domani o dopodomani i risultai dei Collegi plurinominali per avere contezza dei seggi assegnati a ciascun partito politico. Per il momento non risultano eletti: Cirinnà, Fiano, Carfagna, Civati, Di Maio, Marcucci, Sgarbi, Cottarelli. Di Maio sonoramente sconfitto nel suo Collegio di Napoli-Fuorigrotta. Il suo partitino fondato dopo la scissione dal Movimento 5 Stelle non ha superato neppure la soglia dello sbarramento del 3%. Le scissioni non pagano. Evidentemente Alfano e Fini non hanno insegnato nulla. Nel nostro Collegio di Cosenza il rampollo della famiglia Gentile, Andrea, è stato superato per pochi voti dalla candidata del Movimento 5 Stelle Laura Orrico. Il movimento 5 Stelle tiene, è risultato il terzo partito italiano, grazie ai voti nell’Italia meridionale e al reddito di cittadinanza. Al di sotto le previsioni Calenda e Renzi. Il terzo polo è stato un fallimento. L’obiettivo di raggiungere il 10% è fallito. Calenda addirittura è andato KO nel suo collegio di Roma. E’ rimasto a bocca asciutta, si è sgonfiato e come la rana dello stagno che voleva diventare grande e grossa come la mucca è scoppiato. Voleva annientare Forza Italia e voleva essere l’ago della bilancia nella formazione del nuovo Governo. Non c’è riuscito. Gli italiani non hanno dato retta ad un voltagabbana, ad un radical shick dei Parioli.

La Lega, praticamente scomparsa nel Sud Italia. Nel mio paese dove alcuni anni fa aveva preso centinaia di voti e che San Pietro in Amantea era risultato il paese leghista calabrese più votato, in questa tornata elettorale ha preso a malapena 7 voti. Stamattina io mi sono svegliato in ottima forma, calmo, sereno. Molti Deputati e senatori sconfitti si sono svegliati sicuramente incazzati. I trombati dalle urne hanno sicuramente incominciato a fare le valigie e si imbarcheranno sul primo volo disponibile che li porterà lontano dall’Italia. Prima del voto lo avevano promesso. Se la Meloni diventerà Presidente del Consiglio lasceremo l’Italia. Questa è la volta buona. Finalmente non li rivedremo mai più. Ma sono sicuro che resteranno tutti in Italia, non andranno via, li rivedremo ancora in televisione che pontificano e che ritorneranno a fare la vita di sempre rompendoci i ………….. E il pericolo fascismo? E su una eventuale marcia su Roma? Ma quale fascismo! Non ci sarà nessuna marcia su Roma e la democrazia in Italia non corre nessun pericolo. Hanno sbraitato sciocchezze e improperi ma alla fine non hanno raccolto nulla. Solo migliaia e migliaia di like su Facebook e Instagram. I like, purtroppo, non si sono trasformati in voti. Questi li ha ottenuti Giorgia Meloni.

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bandiera-mezz-asta-801x480-1Questa è la domanda che mi faccio mentre mi accingo a scrivere questo articolo odierno. Riusciranno Zingaretti, Di Maio, Salvini, Renzi, Berlusconi ed altri a sedersi intorno ad un tavolo e mettersi d’accordo? La risposta è affermativa. Si metteranno d’accordo per il bene del Paese. Non si va contro il Paese che soffre, che langue, che sanguina, che piange i suoi figli che vede morire ogni giorno causa coronavirus e che lentamente ma inesorabilmente sta distruggendo la nostra economia. Nessuno si metterà di traverso. Alcuni si tureranno il naso, altri troveranno il modo di digerire il nuovo governo Draghi, voluto dal Presidente Mattarella. E mentre il Prof. Draghi si accinge, dopo giorni di consultazioni, a formare il nuovo governo, coinvolgendo tutti i partiti dell’arco costituzionale, mi sovviene il film comico di Marco Monicelli “L’armata Brancaleone”. Ce la farà il Prof. da molti ritenuto il salvatore della Patria a mettere d’accordo i vari portiti politici molto litigiosi fino ad ieri, i gruppi e i gruppuscoli nati da diverse scissioni? Non c’è dubbio che ha grandi capacità nel convincere i leader dei partiti ad appoggiarlo. E’ l’unica occasione per andare avanti. Se fallisse il suo tentativo ci sarebbero lo scioglimento del Parlamento ed elezioni anticipate che nessuno le vuole o auspica. Lo spauracchio di elezioni anticipate fa venire la pelle d’oca a tutti, nessuno escluso. Nessuno vuole lasciare la comoda poltrona che occupa. Tutti sanno benissimo, causa anche la nuova legge parlamentare approvata di recente, che per la maggior parte di loro non ci sarebbe più posto in Parlamento. E lo sanno pure i Costruttori, i Responsabili, i Ciampolillo. Anche per loro non ci sarebbe più posto. Per diversi giorni la stampa si è occupata di loro come i pilastri delle istituzioni, come i salvatori della Patria, come i traghettatori del Governo Conte ter. Ed ora? Dove sono? Con l’avvento del Prof. Draghi sono stati messi nel dimenticatoio. Non servono più. Nessuno più li nomina, nessuno li cerca, anche le televisioni li hanno completamente dimenticati. Che fine ingloriosa! La loro popolarità è durata lo spazio di un mattino, si è sciolta come la neve di aprile. Solo Conte, perché non voleva abbandonare lo scranno presidenziale, aveva dato loro importanza e credibilità. Non sono serviti a nulla. Con un colpo di bacchetta magica Matteo Renzi li ha annientati e seppelliti. E con la sua pattuglia di Italia Viva che gode appena del 2% di consensi ha fatto nascere prima Conte per abbattere Salvini e poi lo ha fatto cadere. Caro Conte, addio sogni di gloria, addio castelli in aria. Ora è Draghi al centro di tutto. Draghi è il sole intorno al quale tutti gli altri pianeti dovranno girargli attorno. E’ il pifferaio magico che con la sua musica porta dietro prima i topi e poi i bambini, prima il Pd e il M5S e poi la Lega di Salvini. C’è veramente da rimanere basiti. Ma questo, amici, è il bello della politica. Ieri si gridava mai con tizio e con caio, oggi ben venga tizio e caio. E noi, come al solito, staremo a vedere.

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presidente2020Il Prof. Mario Draghi, ricevuto il mandato dal Presidente Mattarella per cercare di formare un nuovo governo, ha finito oggi di consultare i vari partiti politici e i piccoli gruppi parlamentari. Tutti, tranne Giorgia Meloni, si son detti disponibili ad appoggiare la nascita del Governo Draghi, politico o tecnico ancora non si sa. Come era nelle previsioni tutti cercano di salire sul carro del vincitore e purtroppo, prima ancora che Draghi sciogliesse la riserva, troppi lacchè gli girano intorno. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Ci garantisce discontinuità. E’ bravissimo. E’ competente. Già si vede l’effetto Draghi sullo spread. E’ sotto la soglia dei 100 punti. I mercati sono euforici Non si vedeva dal 2015. E già questa è una buona notizia. Già lo vedono come un salvatore della Patria. Un uomo mandato dalla Provvidenza. Sappiamo tutti, però, che fine hanno fatto gli uomini tanto osannati e mandati dalla Provvidenza. Uno è finito a testa in giù a Piazzale Loreto a Milano. Per colpa di quell’altro, che ha poi fondato un suo partito perché si era affezionato al potere, ancora oggi ci stiamo leccando le ferite. Ecco perché alcuni politologi temono un periodo di austerità lacrime e sangue come con il governo tecnico di quell’altro Mario, cioè Monti.

E mentre scrivo queste note mi è venuta in mente la commedia buffa di Giacomo Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Canta Figaro: Ah, che bel vivere, che bel piacere, per un barbiere di qualità. Bravo, bravissimo, fortunatissimo. Tutti mi vogliono, tutti mi cercano, donne, ragazze vecchi, fanciulli. Uno alla volta, per carità. E come Figaro, ottimo barbiere, anche Draghi, ottimo banchiere, è ricercato da tutti i politici e i lacchè nostrani, incominciando da Emma Bonino, da Zingaretti, da Berlusconi, da Di Maio a finire a Salvini. Conte, addirittura è sceso in piazza, anziché la più sobria sala stampa di Palazzo Chigi, ha fatto preparare un tavolinetto infarcito di microfoni e ha fatto sapere che lui auspica un governo politico e che lui c’è e ci sarà. Tutti sono concordi, sembrano entusiasti nel ritenere che Draghi sia la persona giusta, la persona adatta e competente per fare uscire l’Italia dalla crisi economica, sociale e sanitaria a causa del coronavirus. Tutti ora lo tirano per la giacchetta. Sono tutti a disposizione, ma un certo imbarazzo già trapela tra le fila del comico Grillo e del Pd scombussolando i piani del segretario Zingaretti. Riuscirà Draghi, tanto osannato, a formare un governo stabile e duraturo? Un governo tecnico o un governo politico con quasi gli stessi uomini politici del governo precedente? Sarebbe un governo Conte bis senza la guida di Conte. Ma non credo che Draghi stia preparando un simile pastrocchio, un governo con gli stessi uomini politici che hanno combinato disastri immani.

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conte preDopo due lunghi mesi di tira e molla la crisi governativa ora è davvero in atto. Conte ieri è salito al Quirinale ed ha rassegnato le proprie dimissioni e del Governo nelle mani del Presidente della Repubblica, il quale, già da mercoledì pomeriggio inizierà le consultazioni con i partiti politici. I Deputati e Senatori che dovrebbero formare un nuovo gruppo politico in vista di un Conte ter sono già al lavoro. Ci sono, ci sono fanno sapere, ma al momento sono ancora pochi e la costituzione del gruppo non ha ancora preso forma. Il punto, però, è un altro. Questi parlamentari raccattati, arruolati con la promessa di qualche posto importante nel nuovo Governo, non è che faranno aumentare il numero della maggioranza. Tutti hanno votato sia alla Camera che al Senato la fiducia a Conte. Quindi gravitavano già nell’alveo della maggioranza. Si sono rimescolate le carte ma da un punto di vista numerico non cambia nulla. Conte bis poteva contare su 156 Senatori, Conte ter, se ci sarà, potrà contare sempre su 156 Senatori. Non cambierà nulla, ma proprio nulla. La maggioranza al Senato non si è allargata fino ad oggi. Per allargarla sarà necessaria l’adesione di altri Senatori che finora hanno fatto parte dell’opposizione e che non si trovano, purtroppo. Forse i responsabili, i costruttori, i voltagabbana ci sono, ma per il momento sono invisibili. Ancora non sono usciti allo scoperto. Hanno paura. Ci saranno delle sorprese, ma noi fino ad oggi non abbiamo visto nulla. Tutto è rimasto come prima. Ma quando Mattarella dovrà decidere a chi affidare il nuovo incarico di formare il governo non basteranno le promesse, o i si dice, o vedremo. Ci vorranno numeri certificati e adesioni vere non fasulle. La senatrice Binetti continua a garantire la lealtà al suo partito. L’UDC ha garantito che non lascerà il centro destra. Nessuna fuga si intravede. Le consultazioni dureranno fino a giovedì, poi il Presidente Mattarella scioglierà la riserva e darà il nuovo incarico e non è detto, non è assolutamente scontato che lo ridia a Conte, perché, come abbiamo visto, i numeri al Senato sono sempre gli stessi. E se sono gli stessi Conte non potrà formare una nuova maggioranza più stabile e compatta rispetto a quella raccogliticcia della settimana scorsa. E insomma, come andrà a finire? Andrà a finire, se Conte davvero vuole ritornare a Palazzo Chigi, che dovrà formare una nuova maggioranza con il rientro di Renzi e di Italia Viva dalla porta principale. Con quel Renzi che aveva mandato al diavolo e che non voleva più nulla a che fare. Visto cosa dovrà fare Conte per salvare la poltrona? Se non avesse posto il veto sull’ex rottamatore forse la vera crisi politica sarebbe già in via di soluzione. Si è fidato di Tabacci e di Mastella e della solita truppa di raccattati. Con questi non andrà lontano.

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conte preFamosa frase attribuita al grande timoniere Mao Tse Tung: Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione, quindi, è eccellente. Perfetta per descrivere la situazione politica italiana oggi 25 gennaio 2021. Conte, forse, finalmente sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Per ritornare al suo lavoro usato? Cioè a casa e all’università. No, per ritornare un’altra volta a Palazzo Chigi con una nuova maggioranza in soli tre anni. E’ un record. E’ uno schifo altro che record. Cose mai viste prima. C’è una grave crisi di governo in atto e il Premier si trastulla a Palazzo Chigi nella speranza di riuscire a trovare alcuni Deputati e Senatori responsabili. Nessuno sconto a Matteo Renzi. Lui ha innescato la crisi e quindi deve restare fuori dalla maggioranza. Ma se il Premier vuole ancora restare a Palazzo Chigi, se vuole davvero superare la crisi, se vuole salvare la sua poltrona alla quale è incollato con la pece del falegname, per l’interesse dell’Italia come sempre ripete come un mantra, un dialogo con Renzi e Italia Viva è essenziale. Conte non ha i numeri sufficienti per governare. Ha sbagliato, è vero, molte cose, ora però dovrà riparare. Inutile girarci intorno. O si trova un accordo di legislatura con Renzi mettendo da parte gli odi, i rancori, le invettive o il voto anticipato che tutti non lo vogliono. Il voto anticipato bisogna a tutti i costi evitarlo non solo per meri calcoli elettorali ma anche per l’Italia. C’è il Recovery Plan che ci aspetta. C’è il morbo che avanza. Ci sono i vaccini che tardano ad arrivare. C’è la questione economica e sociale. Ci sono i negozi che chiudono. C’è la disoccupazione che ogni giorno aumenta. C’è la povertà che galoppa e le file dei disoccupati si fanno sempre più lunghe nella Caritas. E poi se si andasse davvero al voto i due terzi dei Parlamentari che ora occupano Camera e Senato resterebbero a casa ad ingrossare le file dei disoccupati e dei percettori del reddito di cittadinanza, perché la maggior parte di loro sono senza arte né parte. M5Stelle e Pd, convinti che il governo non può andare avanti così, spingono Conte di salire al Quirinale e rassegnare le dimissioni per poi ottenere un reincarico per formare un nuovo governo con una nuova maggioranza parlamentare. Ma Conte ha paura, tanta paura, perché potrebbe uscire da questa crisi con le ossa rotte. Entrare al Quirinale da Papa e uscirne da Cardinale. Mattarella potrebbe dare l’incarico di formare un nuovo governo ad un altro esponente politico. E allora? Bisogna aspettare il giorno della verità che potrebbe essere giovedì prossimo quando si voterà la risoluzione sulla Giustizia del Ministro Bonafede. Nel frattempo non ci resta che piangere. Palazzo Chigi, nel frattempo, ha annunciato che il Premier salirà al Colle domani per presentare le sue dimissioni lampo, dopo un passaggio in CDM alle 9 per comunicare le sue intenzioni.

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conte premioIl Premier Giuseppe Conte si è presentato alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia al suo Governo in crisi dopo l’uscita dalla maggioranza della componente di Matteo Renzi. Ha attaccato Renzi senza mai nominarlo perché lo ha tradito e ha fatto sapere che lascerà la delega ai servizi segreti come del resto Renzi aveva sempre auspicato. E’ dunque una vittoria di Renzi. Infine si è rivolto ai responsabili, lui li ha chiamati volenterosi, cioè ai voltagabbana, ai traditori, a quei Deputati e Senatori che hanno tradito il partito che li ha fatti eleggere e che nel corso della Legislatura hanno cambiato casacca confluiti negli altri schieramenti politici e nel gruppo misto. Aiutateci! Questo è il grido di dolore lanciato oggi a Montecitorio. Da questo invito si capisce, però, che Conte non ha i numeri in Senato per continuare a governare. Ma con un colpo di teatro in chiusura del suo lungo e appassionato discorso di quasi un’ora in cui ha rivendicato le grandi opere realizzate, ha promesso di voler lasciare la delega dei servizi e di dare ad ogni figlio fino all’età di 21 anni un assegno mensile a partire dal prossimo mese di luglio. Riforma epocale l’ha chiamata. Tutto questo potrebbe servire ad intavolare un nuovo discorso con Renzi e con Italia Viva. Forse non subito, ma certamente in seguito, quando le acque saranno un po’ calmate e quando sarà formato un altro governo di minoranza, che per la sopravvivenza di Conte, per non andare a elezioni anticipate e per non consegnare su un piatto d’argento il Governo alle destre sovraniste, i voti di Italia Viva potrebbero essere necessari e determinanti. Aiutateci! Salvateci la poltrona! Adesso voltiamo pagina! Ma perché non l’ha voltata prima quando lo chiedeva Renzi con insistenza? L’Italia ha bisogno di una serie di riforme! E adesso se ne è accorto? Sono quasi tre anni che è alla guida del Governo e ora che il suo governo vacilla si è finalmente accorto che l’Italia ha bisogno di riforme. E del Ponte di Messina, del Porto di Gioia Tauro, della Statele 106, della ferrovia Salerno- Reggio Calabria, dell’ex ILVA di Taranto? Silenzio assoluto. Ma dove ha vissuto in questi lunghi tre anni? Sulla luna? Aiutateci! Mamma li Turchi! Aiutateci a tenere lontano da Palazzo Chigi i sovranisti, specialmente quell’altro Matteo! Viva l’Italia! Saragat avrebbe aggiunto: Viva la Resistenza! E il Magistrato Borrelli: Resistere, resistere, resistere!

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renzi conte-2Domani avremo un altro governo, un Conte ter, con un semplice rimpasto, grazie ai costruttori di poltrone. Il mercato delle vacche è bello e pronto. E quindi uscimmo a riveder Mastella. Chi Clemente? Esattamente, ma anche la moglie Lonardo, eletta senatrice nelle liste di Forza Italia, ma ora, dopo una piroetta, nel Gruppo misto. Anche lei fa parte dei responsabili? No, ora si chiamano costruttori. Cosa vorranno costruire? Un nuovo governo, il terzo di Giuseppe Conte, con una nuova maggioranza. L’ennesima, nella speranza di poter superare l’ostacolo Renzi. I giornali italiani e i vari commentatori politici che ogni giorno pontificano nei vari talk show l’hanno presa male che Renzi abbia innescato la crisi di governo. Se l’Italia fosse un paese normale il Premier Conte sarebbe dovuto salire al Quirinale e rassegnare le dimissioni perché due Ministri e un Sottosegretario lo hanno abbandonato e il partito di Renzi “Italia Viva” si è allontanato dalla maggioranza. Allora è vera crisi di governo? Ma quale crisi. Sono solo scaramucce per ottenere visibilità e qualche poltrona importante. L’Italia sta soffrendo, siamo sull’orlo di una rivoluzione. Ci chiudono in casa fino a marzo e Conte e Renzi, Zingaretti e Di Maio litigano sulla spartizione del Mes e del Recovery Plan. E tutti zitti. A quanto pare questa volta Renzi non ha bluffato. Ma Conte non si è scomposto. Prende tempo e la prossima settimana si presenterà alle Camere. Non vuole dimettersi, non vuole andare a casa, non vuole elezioni anticipate. Ma le elezioni anticipate non le vuole nessuno. Nessuno vuole ritornare a casa a fare il disoccupato. E così avremo il terzo Governo Conte con una nuova maggioranza con un bel patto di legislatura, come predica da settimane Zingaretti. Un governo con gli stessi parlamentari? Quasi. Spostando qualcuno, inserendo qualche responsabile e forsanche qualche renziano perché a quanto pare Renzi stia facendo marcia indietro. E le parole di fuoco verso il Premier Conte dette da Renzi nella conferenza stampa? Sono solo parole e le parole si sa volano e non lasciano tracce. Per il bene dell’Italia, dicono, si metteranno tutti d’accordo perché nel bel mezzo di un’emergenza, con vaccini che non arrivano, con morti che aumentano, con un Recovery Plan di 210 miliardi da spalmare, con una grave crisi economica e sociale, con i trasporti, la scuola, la sanità che vanno a catafascio, sarebbe da irresponsabili lasciare la nave Italia che affondi in un mare in tempesta. Tanto è vero che Conte è salito al Quirinale non per rassegnare le dimissioni ma per assumere ad interim il Ministero dell’Agricoltura. La prossima settimana si presenterà in Parlamento per ottenere la fiducia. Da chi? Dal M5stelle, dal Pd, da Leu e dai responsabili. E chi sarebbero i responsabili? Sarebbero i voltagabbana, i traditori, i quaquaraqua, i tappabuchi che hanno lasciato i partiti che li hanno eletti in Parlamento. Chi realmente siano a Conte non interessa sapere, interessa il loro voto che gli servirà per continuare ad essere il Premier italiano. Punto. Il resto sono quisquilie, pinzillacchere. Una nuova maggioranza? Certo. Scolorita, però, da accordi indecenti. E in un paese normale questo non dovrebbe accadere. Ma in Italia dopo un anno di decine e decine di conferenze stampe notturne, dopo decine di Dpcm, dopo le passeggiate a piedi di Conte per le vie di Roma per stringere mani, per ascoltare gli elogi e i ringraziamenti ora non ci dobbiamo meravigliare. Conte è persuaso, è arciconvinto di essere davvero il santo protettore, l’uomo della provvidenza e che tutto questo sposterà più in là la sua sopravvivenza. Fine della sceneggiata.

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coronavirus202020Esultate gente, esultate! Orsù cornamuse, più gaie suonate, squillate, campane! Finalmente siamo liberi. Balle! Il 4 maggio inizia una nuova era, inizia la tanto attesa fase due, così ha detto il nostro Presidente del Consiglio. E’ finita la guerra? Macché! Il nemico è stato definitivamente sconfitto? Magari. Il maledetto virus risale in disordine e senza speranza le valli e le colline che aveva disceso con orgogliosa sicurezza? Tutti, ma proprio tutti lo speravamo. Il nemico non è stato purtroppo ancora definitivamente sconfitto. Ha perso la battaglia, questo sì. Ma la guerra continua. E’ dietro l’angolo o dietro la collina come canta Francesco De Gregorio. Generale, dietro la collina ci sta la notte crucca e assassina. Però dal 4 maggio in poi qualcosa cambierà. Possiamo uscire dalle nostre case per andare a trovare mamma e papà perché il pericolo di contagio si è affievolito. Basta osservare alcune regole essenziali: Usare sempre la mascherina, tenere le dovute distanze, lavare spesso le mani, evitare gli assembramenti. E quanto ancora dobbiamo aspettare per riprendere almeno in parte la vita di prima? Mettiamoci il cuore in pace, nulla sarà più come prima. Io non credo più a nessuno perché tutti ci hanno mentito sin dal primo giorno, sin dall’inizio quando dalla Cina arrivavano le prime cattive notizie riguardante il numero dei contagiati e dei morti per causa del covid19. A rete unificate è apparso varie volte il Premier Conte sui nostri teleschermi e ci aveva garantito che tutto era sotto controllo, non c’era alcun problema, che il coronavirus era soltanto una influenza, che l’Italia era prontissima ad affrontare questa malattia. Non era vero niente. Tutti sappiamo come sono andate realmente le cose. Abbiamo constatato, purtroppo, che il virus si è espanso ovunque costringendo poi il Governo a chiudere scuole, bar, ristoranti, chiese, pizzerie, negozi, industrie piccole e grandi, cinema, musei, teatri,biblioteche, relegando la gente a stare chiusa in casa perché il nemico aveva valicato le Alpi e aveva invaso la nostra amata Italia. E tutti i giornali a carattere di scatola davano come prima notizia il numero dei morti, dei contagiati e di quelli ricoverati in terapia intensiva. E i titoli dei telegiornali e gli sproloqui degli esperti, dei virologi, degli epidemiologici che nei vari talk show e nei servizi speciali ogni giorno raccontavano balle e si contraddicevano a vicenda smentendo sfacciatamente quello che avevano affermato il giorno prima. Ne hanno detto di tutti i colori sul Covid19, ce ne fosse stato uno che ci avesse capito veramente qualcosa. Uccide tutti. No, solo gli uomini. Quasi sempre i più vecchi. Chi fuma non lo prende. I bambini sono immuni. Il virus muta, cambia, si trasforma. Non ci abbiamo capito nulla. E Borrelli che immancabilmente alle 5 della sera sciorinava il numero dei contagiati e dei morti. E i camion dell’Esercito Italiano pieni di bare che trasportavano da Bergamo i morti perché nel locale cimitero non c’era più posto. Ora pare che sia tutto quasi finito. Diminuiscono il numero dei ricoverati e quello dei morti. Il virus, però, specialmente al Nord, continua a circolare allegramente anche se la curva dei contagiati, ci dicono quelli della Tv, è in costante discesa. Ecco perché Confcommercio e Confindustria premono e vogliono riaprire negozi e industrie e tornare alla vita di sempre in tempi brevi come se niente fosse accaduto. E così finalmente noi potremo andare al mare a mostrare le chiappe chiare, “co’ li pesci in mezzo all’onne, noi s’annamo a divertì”. ma chiusi in gabbie di plexiglass o in cupole di bambù, con fucili, pinne, occhiali e mascherine. Saremo liberi di andare a trovare amici e parenti, vicini e lontani, ma con l’autodichiarazione, liberi anche di morire. Si potranno celebrare i funerali ma solo con i familiari stretti e non più di 15 persone. No alle Messe. La CEI protesta, sono violate tutte le libertà di culto. La chiesa non è il luogo dei contagi. Ecco cosa diceva San Padre Pio:- Il mondo potrebbe stare anche senza sole, ma non può stare senza la Santa Messa-. Le piccole attività commerciali come i bar, i parrucchieri e i ristoranti non riapriranno almeno fino a giugno. Un modo garbato per dire: nel rispetto della legge e del virus potrete morire di fame. Perché si sa, come ha scritto qualcuno, la colpa è sempre di chi muore.

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URLORiceviamo e pubblichiamo

Chiusi in casa ormai da giorni, stiamo affrontando questa emergenza sanitaria con molta responsabilità, rinunciando a bisogni e abitudini consolidate e facendo molti sacrifici perché non potendo andare a lavoro o aprire le nostre attività, i soldi iniziano a scarseggiare; tutto questo per proteggerci da un nemico invisibile ma molto pericoloso che potenzialmente può colpire migliaia di persone. Eppure, nonostante i nostri sacrifici, non tutti stanno facendo il possibile per debellare questo virus. Il timore giustificato di noi calabresi è che se il virus si diffonde in maniera estensiva nella nostra regione rischiamo una catastrofe perché il nostro sistema sanitario è a pezzi e la situazione economica dei calabresi precaria già prima del coronavirus. Poco o niente è stato fatto per risolvere queste problematiche. Insieme alle criticità strutturali, si palesano le responsabilità di chi ha permesso tutto questo: la colpa è dei partiti e del governo nazionale che negli anni hanno diminuito in maniera consistente gli investimenti pubblici e pensano al Sud solo per procacciare voti e riscuotere tasse. Sono responsabili tutti i nostri politici, che hanno utilizzato i soldi delle nostre tasse per arricchirsi, che hanno trattato la sanità come un bancomat per distribuire favori ad amici. Se siamo in guerra sono necessarie misure di guerra e quelle adottate finora sono assolutamente insufficienti. Siamo stanchi di essere abbandonati dalle istituzioni, di essere nelle mani di pochi e corrotti. Restare a casa non basta se non sono garantite misure di sicurezza a chi lavora nelle strutture sanitarie e nelle fabbriche, se gli ospedali non sono in grado di gestire l’afflusso di contagiati, se non viene istituito un sostegno al reddito per chi non può lavorare.

Su Facebook è nato il gruppo “Calabria contro il virus” per tenerci in contatto e organizzarci per fare sentire la nostra voce. Iniziamo invitando tutti a fare rumore dalle finestre ogni giorno alle ore 18 con pentole, mestoli e tutti gli oggetti che avete a casa.

Noi abbiamo fatto e stiamo facendo il nostro, ora i politici devono darci delle risposte IMMEDIATE: a partire dai sindaci che devono bloccare le imposte comunali per tutto il 2020 e farsi garanti dei cittadini calabresi con la Regione e con il governo, passando per la governatrice Santelli che deve iniziare un urgente piano di investimenti nella sanità e aprire immediatamente nuovi posti letto in terapia intensiva,adottare subito un programma di sostegno al reddito; al governo che deve mettere più fondi sul piatto. Ora o mai più.

Difendiamo la nostra terra, il futuro dei nostri figli, la salute dei nostri cari.

#mobasta

#movitivi

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conte-discorso-coronavirusRoma - Stretta su negozi, fabbriche, ristoranti e bar. Invito a contenere il più possibile tutte le attività produttive, di servizi non legati a settori essenziali. Potranno proseguire tutte le attività legate al mondo agroalimentare.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, annuncia le nuove misure restrittive per affrontare l'emergenza sanitaria Coronavirus, dichiarata oggi dall'Oms. Il calabrese Domenico Arcuri, già alla guida Invitalia, sarà nominato commissario per affrontare l'emergenza sul fronte sanitario e agirà in coordinamento con la Protezione civile.  "L'effetto di questo grande sforzo si potra' vedere entro un paio di settimane". Ha affermato ancora il presidente del Consiglio.

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