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16/11/2018 – Chiuse le indagini sui finti matrimoni misti per l’ottenimento della cittadinanza italiana in stile Lucano.

Settanta sono le persone sottoposte ad indagine. L’inchiesta della Procura di Salerno, ribattezzata “Unione di fede”, ha portato alla scoperta di un’associazione per delinquere, con base a Battipaglia,

nei palazzoni popolari di via Manfredi, che combinava sulla carta matrimoni con africani, in prevalenza marocchini di entrambi i sessi, dietro il pagamento di un lauto compenso.

Seimila euro.

Agivano come un’agenzia, una sorta di “Wedding planner” del falso.

Organizzavano in ogni dettaglio tutto ciò che occorreva per il rito, rigorosamente davanti all’ufficiale di stato civile.

Si preoccupavano di trovare lo sposo o la sposa italiana, coi quali combinavano il “cachet” per un anno di matrimonio, e reclutavano anche i testimoni per dimostrare, sempre falsamente, l’unione dei due sposi che, se andava bene, si erano visti due sole volte nella loro vita.

L’organizzazione seguiva i finti sposi durante l’iter burocratico, fornendo assistenza e mezzi di sostentamento.

Holding familiare.

A dirigere e promuovere l’organizzazione era Laura Iadanza, 57 anni di Battipaglia, che si serviva dei suoi più stretti familiari e di due stranieri, Ackik Mustapha e El Haryry Badia, che svolgevano i ruoli di mediatore ed interprete di lingua araba.

Soprattutto avevano il compito di reclutare i clandestini disposti a pagare per ottenere il permesso di soggiorno fingendo di sposarsi in Comune.

Nell’associazione avevano ruoli Donatina Iadanza , sorella di Laura, Donatella Raso , figlia di Laura, e l’amica Daniela Maresca .

Tutte agivano su delega di Laura Iadanza, reclutavano stranieri e trovavano gli italiani disposti a partecipare ai matrimoni fasulli.

La finta paternità.

Anche l’alterazione dello stato civile, attribuendo la paternità di una bambina, fu usata da un’indagata per favorire l’immigrazione di un clandestino, dietro il pagamento di corrispettivo.

La donna risulta a pieno titolo nella holding che, tra il 2015 e il 2016, organizzò decine di finti matrimoni tra Battipaglia, Eboli e nel Nord Italia.

La puerpera concordò con la Iadanza la falsa dichiarazione di paternità, permettendo al marocchino di ottenere la carta di soggiorno e favorendo così gli affari dell’associazione.

La falla nel sistema.

A far saltare gli equilibri dell’organizzazione fu il matrimonio fittizio e burrascoso celebrato il 22 settembre di due anni fa davanti all’ufficiale di Stato civile di Olevano sul Tusciano.

Per renderlo più credibile, la Iadanza aveva suggerito di far ospitare per qualche tempo la finta sposa, una marocchina irregolare, nella casa del finto sposo. La convivenza non fu delle migliori.

Fu il fratello del finto sposo a rivelare l’imbroglio ai carabinieri della locale stazione (grande!).

E a rivelare che la straniera non era, di fatto, la cognata.

Pubblicato in Italia

Riceviamo e pubblichiamo:

"La collaborazione nasce dalla ottemperanza al protocollo d’intesa siglato tra la prefettura di Cosenza ed il comune di Longobardi, finalizzato alla realizzazione di percorsi di accesso al volontariato, accoglienza e di integrazione dei richiedenti asilo

 

 

Si tratta di protocolli finalizzati a permettere ai profughi di conoscere il contesto sociale attraverso attività dirette al raggiungimento di uno scopo sociale e non lucrativo.

In tale contesto gli ospiti del CAS Villa Caterina di Longobardi dal mese di giugno scorso stanno contribuendo in modo determinante alla pulizia del territorio( pulizia spiaggia, pulizia aree pubbliche, pulizia verde pubblico, pulizia vie e strade, eccetera)

Non solo , ma a causa delle abbondanti piogge il giorno di ferragosto i richiedenti asilo sono intervenuti di urgenza per rimuovere detriti e materiali che costruivano alcune strade".

 

Pubblicato in Longobardi

Ormai i profughi sono diventati autonomi

Sono siriani e iracheni, partono da chissà dove e sbarcano ad Isola Capo Rizzuto senza che nessuno li intercetti.

 

 

 

È successo stamattina quando 56 persone, , tra i quali undici bambini, 6 donne e 39 uomini,sbarcano sulle spiagge tra Capopiccolo e Sovereto.

Il veliero si è arenato sulla spiaggia rossa di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone e pur con iniziale difficoltà i migranti sono scesi verso riva

Aiutati da bagnini e bagnanti di due villaggi turistici.

Poi sul posto sono arrivati gli uomini della Guardia Costiera, della polizia di Stato, dei carabinieri, della Croce Rossa Italiana e della Misericordia di Isola Capo Rizzuto.

I profughi sono stati trasferiti al Cara di Isola Capo Rizzuto dopo le procedure di identificazione effettuate dalla polizia.

Un neonato che era in compagnia della madre è stato subito portato a terra.

(le foto sono tratte da Crotonenews).

Pubblicato in Crotone

Simulare, fingere, falsare, mentire, mistificare, imbrogliare, ingannare, dire il contrario della verità, sembrano gli sport popolari che sono praticati in Calabria, e ad Amantea in particolare, per descrivere una realtà non reale, una verità finta.

Uno sport praticato scientificamente da chi detiene il potere( ogni forma di potere) e da chi non vuole essere giudicato per quanto fatto

Uno sport fatto per non far impaurire il popolo, per non far reagire la comunità, per evitare rivoluzioni di ogni tipo, armate, fisiche, od anche etiche, morali, sociali .

Praticamente è lo stesso sport delle belle parole che vengono dette al moribondo perché muoia il più possibile tranquillo, parole che lo invitano a pensare di poter continuare a vivere, ad avere un futuro, a progettare il suo domani.

E la cosa più strana è che lui stesso, il moribondo, fa finta di crederci; che gli costa, infatti, tanto è ormai quasi morto!? E gli amanteani, similmente, fanno finta di credere ai politici locali!’

Ma come fanno i vivi, i giovani, a crederci?

Come fanno a sperare che la regione possa assumerli se ha una situazione finanziaria ed economica così drammatica che se vengono meno i fondi europei può chiudere totalmente?

Come fanno i precari, che sopravvivono con fondi sempre più inesistenti, a credere ad una politica che li ha usato, che si sfrutta, che li illude?

Possibile che nessuno si chieda perché ormai sempre più persone non rinnovino la seconda rata semestrale dell’assicurazione, e girino senza, con il rischio che, in caso di incidente stradale, passeranno i guai loro?

Amantea non fa certo eccezione , anzi.

Possibile che nessuno si chieda perché mai la gente non paghi tributi e le tasse, rischiando la vendita all’asta della unica casa, il blocco dell’auto ( che già manca di assicurazione), ed il prelievo forzoso del quinto dello stipendio o della pensione?

Ma se non fosse disperata credete che si comporterebbe in questo modo? Certamente no!

Tasse, tasse, tasse, tributi, tributi, tributi , ormai non si parla di altro.

Quel poco di lavoro che si trova, ormai, è obbligatoriamente nero, disperatamente nero. Né lo stato combatte questa piaga. Anzi.

E se i calabresi e gli amanteani si rifiutano di lavorare per pochi euro e senza assicurazioni, è proprio lo stato, che dovrebbe difenderne i diritti, che, invece, riempie l’Italia di manodopera a basso costo, proveniente da tutte le parti del mondo: dalla Romania, dall’Africa, dall’Asia!

Uno stato che poi si spaccia di sinistra, che dice di difendere i lavoratori ! Si ma solo i migranti!

Nella vita ci vuole c…, cioè, fortuna.

E questa volta Amantea sembra l’abbia avuta!

Eccome!

Il ministro Minniti sta operando per incrementare la platea dei comuni che ospiteranno i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione internazionale.

L'obiettivo, stabilito già dallo scorso aprile con il decreto sull'immigrazione, è l'accoglienza diffusa in base a criteri di proporzionalità e sostenibilità.

Accoglienza diffusa significa migranti in ogni comune

Proporzionalità e sostenibilità significa tre migranti ogni mille abitanti secondo il piano di riparto già deciso dal ministero.

Per ottenere l’assenso dei sindaci il Viminale ha dato il via libera al progetto che consente ai migranti di svolgere attività socialmente utili a costo zero, senza ricevere alcun compenso.

Un provvedimento che intende in questo modo cambiare anche la percezione del fenomeno da parte dei cittadini che in alcune aree del Paese vivono come «un'invasione» la presenza dei migranti.

Insomma Minniti vorrebbe comprare l’accondiscendenza delle amministrazione comunali e delle popolazioni sfruttando i poveri migranti e facendoli lavorare gratis

Noi la riteniamo una vergogna, ma chi siamo noi.

Peperà per la nostra citta sarebbe davvero una bella botta di c…, pardon di fortuna.

Pensate a 350 profughi che lavorano ogni giorno a pulire la città, a tagliare l’erba, a potare gli alberi, a manutenzionare strade e marciapiedi, a riparare le rotture d’acqua e delle reti fognarie, a pulire le spiagge d’estate .

Un esercito di operai che ogni giorno sciamerebbero nelle strade interpoderali

Un esercito di operai che ogni giorno manutenzionerebbero il centro storico.

Non avremmo più bisogno del personale della Multiservizi e del personale delle cooperative e del personale del servizio civile.

Nessuna paura per il personale della Multiservizi e del personale delle cooperative e del personale del servizio civile.

Potranno andare a lavorare nei campi o dai commercianti all’ingrosso al posto dei profughi, o chiedere l’elemosina davanti ai supermercati di Amantea.

Il comune di Amantea però risparmierà centinaia di migliaia di euro

Che bell’idea quella del ministro del PD, vero?

Per ora l’accordo è stato firmato dal ministro degli Interni Marco Minniti e da De Magistris e 265 sindaci della Campania.

A breve sarà firmato per tutti i comuni

Un’altra grande novità è che cambiano anche i criteri per la scelta delle strutture da adibire all'ospitalità.

Basta gare d'appalto!

Saranno direttamente i sindaci ad individuare autonomamente gli edifici da impiegare per l'accoglienza e decidere quindi dove alloggiare i migranti.

Eventualmente potranno essere utilizzati anche i beni confiscati alla mafia, immobili che potrebbero essere ristrutturati anche con i fondi Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione).

Per impedire l'infiltrazione della malavita organizzata, come già avvenuto soprattutto nei centri Cara in Sicilia e Calabria, saranno puntuali le verifiche dell'antimafia sugli enti gestori e su tutta la filiera interessata.

Misure di sburocratizzazione per incentivare ulteriormente i primi cittadini ad accettare il piano di riparto del Viminale ed evitare alte concentrazioni di immigrati in piccole porzioni di territorio: più comuni accolgono viene spiegato - meglio i migranti potranno essere distribuiti.

Per i sindaci che accetteranno di partecipare è prevista anche la possibilità di assumere personale in deroga al tetto di spesa.( ovviamente dirigenti e funzionari)

Secondo il Viminale questo sistema può rappresentare un'occasione di sviluppo dei territori creando nuovi posti di lavoro.

A seconda di quanto siano “Poverino, poverini” sono le parole che ci vengono istintive alla mente quando ci troviamo di fronte a quei disperati che vivono in condizioni vergognose ed incredibili.

E’ passato il tempo in cui le “zingare” nostrane mellifluamente ci invitavano a fare l’ elemosina vantando i nostri “occhi de cavalieri”

Le vedevamo, in particolare, la domenica nei pressi delle chiese, all’uscita della messa, o nei pressi del mercato.

E sempre in quei periodi vedevamo altri “zingari foritani” ospiti delle ferrovie, visto che alloggiavano sotto i ponti ed i pontini.

Poi sciamavano negli orti dove facevano spesa.

Il pane, invece, lo compravano vendendo piccoli oggetti di artigianato tra cui le famose palette per i carboni e la cenere dei bracieri

Ma erano, quelli, fenomeni molto più contenuti di questi attuali.

Oggi stanno anche finendo gli elemosinieri dell’est europa che passavano lunghe ore davanti alle chiese ed alle farmacie

Oggi dicevo, per chi vuol vedere, il fenomeno più consistente è quello dei profughi che stanno puntuali davanti ai supermercati e che automaticamente ti dicono buon giorno quando entri e quando esci

Altri profughi ,invece, sono nelle sale gioco( per vedere il fenomeno non c’è bisogno nemmeno di entrare, basta passarci davanti)

Altri, ancora,sono nei campi , in lunghe file a piantare cipolla

Gli ultimi,infine, sono nei negozi di Amantea.

Hanno anche il pregio di costare poco.

Ma c’è un altro mondo tutto loro.

Il mondo di chi vive stabilmente( fino a quando non interviene la Polfer, come già occorso) negli androni delle ferrovie, dormendo sulla poche panchine o per terra sui cartoni che vengono stesi sera per sera.

Sono i meni fortunati.

Sono quelli ai quali lo stato italiano non offre un posto letto, docce e pasti giornalieri nei centri profughi.

Sono per lo più uomini e donne dell’est europa.

Quelli che non rientrano nei programmi di assistenza ai profughi.

Quelli che non vengono con i barconi dalla Libia.

NO. Sono europei come noi.

Gente che scappa dai propri paesi non perché li ci sia la guerra ma per altre ragioni sulle quali non è opportuno indagare perché scopriremmo situazioni incredibili.

Ma c’è di peggio

La foto è stata scattata sotto il ponte della ferrovia nel fiume Catocastro.

Si proprio quello del mistero dell’acqua scura( non è più il tempo di Lucio Battisti)

Una simil brandina, un jeans, un giaccone, una coperta

Ecco dove dorme uno dei poveri derelitti di questa società che accoglie taluni ed emargina altri.

Ecco gli effetti della povertà non vista.

Una vergogna per tutti,soprattutto per coloro che fanno finta di essere buoni.

Buon Natale,chiunque tu sia.

Pubblicato in Primo Piano

Su Tirreno News giovedì 19 ottobre è apparso un articolo:-Per la prima volta lo Stato commissaria un centro di accoglienza per migranti-.

Mi è piaciuta assai l’espressione “mbrazz’a Maria” usata dalla Redazione, che poi è una espressione che dalle nostre parti viene spesso usata: Ccu sa fame e pezzentia… simu tutti ‘mbrazza a Maria.

 

Il Ministro Minniti ha commissariato tre centri a Briatico per presunta infiltrazione mafiosa.

Ora mi chiedo, possibile che fino ad oggi nessuno si era accorto di nulla?

E se le cose non vanno poi così bene presso i centri di accoglienza come si vuol far credere, perché 140 comuni calabresi hanno aderito al progetto SPRAR?

Anche il Comune di Amantea ha aderito agli SPRAR e pure il comune di Aiello Calabro e il comune di Carolei che sono molto vicini al nostro.

Tutti i Sindaci, per l’occasione, si sono presentati a Taverna di Catanzaro indossando per l’occasione i vestiti migliori e naturalmente la fascia tricolore.

Questa non manca mai, come diciamo dalle nostre parti .-E’ petrusino ad ogni minestra.

Ma non ci sono già i migranti ad Amantea e a Carolei?

Certo che ci sono e ci sono da diversi anni.

E noi li vediamo scorazzare per le nostre piazze e per le nostre vie in vecchie biciclette, ma spesso li vediamo con bicchieri di plastica in mano a chiedere l’elemosina davanti ai supermercati.

I Sindaci si sono presentati tutti come abbiamo detto con le fasce tricolori perché rappresentavano l’autorità ed hanno firmato il protocollo d’intesa alla presenza del Ministro Minniti e del Governatore della Calabria On. Oliverio.

Ma i Sindaci prima di firmare il documento d’intesa hanno consultato i loro Consigli Comunali, i loro cittadini e i loro elettori che li hanno votati?

E se fino ad ieri eravamo ‘mbrazza a Maria, da oggi in poi saremo ‘mbrazza al Figlio e allo Spirito Santo.

 

Anche il mio Comune San Pietro in Amantea aveva aderito con delibera di Giunta n.7 del 28 marzo 2017 al progetto di accoglienza, integrazione e tutela a favore dei richiedenti protezione internazionale e beneficiari di protezione umanitaria.

Il progetto, per il momento non è stato accolto.

Non c’è nella lista dei 140 Comuni calabresi.

San Pietro in Amantea era pronto e disponibile ad accogliere gli immigrati.

Il progetto aveva per finalità, tra le altre cose, avviare percorsi di inserimento socio economico; inserimento scolastico; apprendimento della lingua italiana;assistenza socio sanitaria; orientamento al territorio e ai suoi servizi.

Poiché il comune non aveva strutture proprie in grado di gestire il progetto avrebbe dovuto individuare un soggetto di comprovata esperienza e competenza nei servizi a favore dei destinatari del bando.

Il progetto prevedeva l’organizzazione dei servizi per N. 20 ospiti.

Il Comune avrebbe garantito il 5% quale quota di cofinanziamento del progetto, la fornitura elettrica, il servizio idrico, la raccolta rifiuti, etc.

Il progetto aveva un costo complessivo di 282 mila euro per complessivi 12 mesi.

Se il progetto fosse stato accolto il Comune avrebbe dovuto reclutare personale da impiegare stabilmente nella struttura che nel paese non ci sono, fatta eccezione per il personale per la pulizia, come: Operatori sociali, interpreti, operatori legali, assistenti sociali, psicologi.

Non conosco il progetto presentato dal Comune di Amantea, quindi non so quanti richiedenti asilo e rifugiati verranno ospitati, quanto è il costo complessivo del progetto e quanti addetti ai lavori verranno impiegati.

Se per San Pietro in Amantea, Comune di appena 500 abitanti, i richiedenti asilo da collocare erano in numero di 20, in Amantea, Comune di 14 mila abitanti, i richiedenti asilo saranno almeno duecento.

E dove verranno collocati?

L’ex Sindaco Sabatino era molto preoccupato dell’alto numero di profughi presenti in Amantea, ora invece a distanza di pochi mesi Amantea si accinge ad accogliere altri profughi.

Perché?

Evidentemente i Comuni aderenti al progetto si aspettano dallo Stato incentivi economici e occupazione per decine e decine di ragazzi e ragazzi disoccupati che in tempo di elezioni si trasformeranno poi in voti.

E come disse l’ex sindaco di Acquaformosa:- L’integrazione è una straordinaria opportunità-

Sì, davvero. Per qualcuno è un vero business.

Che tradotto in italiano significa commercio, affari.

Ecco perché lo Stato ha commissariato alcuni centri di accoglienza e messo in galera alcuni personaggi.

Ma Babbo Natale e la Befana non sono ancora arrivati.

Pubblicato in Politica

Carissimi amici e lettori di Tirreno News oggi vi voglio parlare di una storia pruriginosa che ha fatto parlare quasi tutti gli abitanti della Versilia e di Camaiore e Viareggio in particolar modo.

Ne ha dato notizia il giornale “La Nazione” di Firenze: Incontri hot con i profughi.

Giovani e meno giovani donne della zona ogni sera si intrattenevano con i giovanissimi profughi africani in una casa del paese e li ringraziavano pure per le loro prestazioni sessuali con ricariche telefoniche.

La notizia ha fatto il giro dei paesi coinvolti e subito i social network, le strade, le piazze, i bar, i locali pubblici non hanno fatto altro che diffondere e ampliare la notizia, suscitando ilarità e una bufera politica.

Si dice in giro che donne di tutte le età arrivavano da varie zone della Versilia e si intrattenevano a lungo con i bei ragazzi africani che avevano i giorni e le notti libere a disposizione per divertirsi e far divertire le donne bisognose di coccole.

Non erano i baldi giovanotti che pagavano, come si è sempre fatto, le prestazioni sessuali, ma le donne.

Non con denaro o costosi regali, solamente con ricariche telefoniche.

In un primo momento si era pensato, dopo alcune segnalazioni degli abitanti della zona, che i giovani africani si accoppiassero con ragazze straniere, pure loro di colore, anche loro profughe e accolte nei vari centri di accoglienza.

Se fosse stato davvero così non ci sarebbe stato nulla di male, anche se era tassativamente proibito accogliere donne nella struttura maschile.

I ragazzi africani sono tutti giovani e, come tutti i giovani del mondo, alla loro beata età vanno in cerca di svago e di incontri amorosi con le ragazze.

Grazie, però, agli appostamenti delle Forze dell’Ordine, si è appurato che le donne non erano donne di colore, ma donne tutte bianche e del luogo, alcune addirittura sposate e con figli.

Apriti cielo! Subito si è scatenata la caccia per scoprire chi fossero queste vogliose donne che avevano scelto liberamente la allegra avventura con i baldi e robusti giovani africani e chi fossero i mariti e i fidanzati traditi, i quali, evidentemente, non erano in grado di soddisfare sessualmente i desideri e le voglie delle mogli e delle fidanzate.

Ora però, scoperta questa piccante avventura, le cose sono tornate alla normalità.

La sera non c’è più un via vai presso la casa di accoglienza e le signore se ne stanno chiuse nelle proprie case

La processione, per il momento, è terminata.

Ma il gossip continua.

Fra non molto arriverà a Camaiore un nuovo sacerdote mandato dal Vescovo della Diocesi.

Lui, sì, che nel confessionale ne sentirà delle belle.

Ma nel mese di gennaio di quest’anno si è verificato a Milano un altro curioso e piccante fatto di cronaca. Protagonisti sempre i profughi africani.

In un convento di suore che ospitava alcuni migranti 9 suore sono rimaste incinta. Le suore si difesero negando di avere avuto mai rapporti sessuali con i migranti.

Si vede che anche loro, come la Vergine Maria, siano rimaste incinte per volere ed opera dello Spirito Santo.

Uno dei giovani immigrati ospiti nel convento così si è espresso sulla scabrosa vicenda:- Grazie suore! Grazie Italia!.

Ci siamo divertiti tanto e consigliamo questo posto a tutti i nostri amici-.

Non voglio aggiungere altro.

Pubblicato in Italia

Esiste davvero una Amantea straordinaria . Fatta di uomini straordinari.

Uno di questi è certamente Rocco Morelli, amanteano che ha lavorato negli USA e che ama ritornare nella sua Amantea.

Rocco già negli scorsi anni ha operato a favore dei profughi ospiti presso la Ninfa Marina creando dal nulla alcune squadre di calcio che si sono misurate in giro per la calabria.

Una passione, questa, che Rocco ha da tempo. Anche negli USA Rocco oltre che giocatore del Maryland con il quale ha vinto il Soccer Wins National Title in 1968 (University AlbUM), svolgeva per passione l’attività di soccer training

Una bella copia di Bruce Arena.

Oggi è ritornato nella città natale e qui ha ripreso la sua passione di far giocare i profughi che vengono in Italia, ed in particolare nella sua Amantea.

Un modo per conoscerli, un modo per guidarli verso un futuro che dallo sport tragga incontro e speranza.

E così vedi ragazzi di tante nazionalità uniti per amore del pallone, giovani che sul campo sudano , corrono e fanno gol.

Li porta ad allenarsi sulla spiaggia e poi a giocare sul campetto di Natuzzo

Si è perfino portato le magliette dall’america.

Sono quelle nella foto.

Siamo venuti a conoscenza della sua piena e straordinaria disponibilità verso questo giovani calciatori e lo ringraziamo con queste poche note , convinti, come siamo, che per i profughi, per gli immigrati e per gli italiani lo sport sia uno strumento di socializzazione e che l’incontro sul campo di calcio possa far emergere solo positività.

Cogliamo l’occasione per porgere un invito alla “distratta” amministrazione comunale perchè scenda anche essa in campo incontrando Rocco Morelli ed i suoi giocatori.

Avevano bisogno di palloni. Ci siamo rivolti ad un amico che ce ne ha comprato 2 verdi che ora i profughi usano sul campo.

Ma molti di loro giocano con scarpette alle quali hanno tolto i tacchi per non scivolare!.

Un gesto di attenzione da parte dell’amministrazione avrebbe un forte valore simbolico.

Ci eravamo rivolti a Marcello Socievole, prima della incresciosa vicenda che lo ha coinvolto, e ci aveva garantito il suo impegno, quale amante del calcio, ed eravamo certi che avrebbe fatto qualcosa ,anche solo attenzionare questi ragazzi alla ricerca di talenti naturali per il calcio.

Ora ci siamo rivolti all’AC Amantea e chissà….!

Grazie Rocco!

I ragazzi di Rocco sul campo

Rocco da giovane sul campo

Le magliette portate dagli USA

Pubblicato in Primo Piano

Ad Amantea rubano biciclette.

 

Tante biciclette che, poi, vengono rivendute ai profughi che a centinaia vivono nella nostra cittadina.

Spesso vengono riconosciute dai proprietari ed i profughi quando vengono sentiti dicono di averle comprate ma non sanno indicare da chi.

Che fare allora?

Denunciare i profughi per incauto acquisto?

O perseguire chi glieli vende?

 

Tanto oggi una bici costa poco e così coloro ai quali viene rubata ne può ben comprare un’altra che immessa sul mercato può anche essere rubata ancora una volta.

E così si cominciano ad usare protezioni varie per evitarne il furto.

Noi vi suggeriamo di identificarle.

Come? Semplicissimo!

 

Praticate alcuni fori sul telaio, fotografateli e postate le foto su facebook o, se volete, datene una copia ai carabinieri, una ai vigili ed una alla GDF, organismi ai quali, ovviamente andrete a denunciare il furto una volta avvenuto.

Ieri come oggi ladri di biciclette.

Il titolo fa venire in mente il bellissimo film di Vittorio De Sica dal titolo Ladri di biciclette.

Un film con il quale De Sica voleva "realisticamente" mostrare al pubblico la vita italiana dell'immediato dopoguerra.

Un film che è una poesia.

 

Il film di Antonio al quale rubano la bicicletta che gli era necessaria per lavorare e sfamare la famiglia, una bici che lui cerca disperatamente senza trovarla fino a quando disperato, tenta maldestramente di rubarne una incustodita, ma viene subito fermato e aggredito dai passanti.

Solo il pianto disperato del figlio Bruno, che muove a pietà i presenti, gli evita il carcere.

Bruno stringe la mano al padre e i due si allontanano tra la folla mentre su Roma scende la sera.

Il pubblico del cinema Metropolitan di Roma non accolse bene il film, anzi reclamò la restituzione del prezzo del biglietto.

Tutt'altra l'accoglienza a Parigi, con la presenza di tremila personaggi della cultura internazionale. Entusiasta e commosso, René Clair abbracciò al termine della proiezione De Sica dando il via a quel successo mondiale che ebbe in seguito il film.

Un film che è diventato patrimonio del cinema italiano e mondiale.

Ma quelli erano altri tempi.

Oggi è tutt’altra cosa!

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