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Prima avrebbe chiamato il PD dicendo "Fate l'accordo e fermate Salvini"

La telefonata della Merkel al Pd: "Il Conte bis va fatto a ogni costo"

Il retroscena, è stato raccontato da Goffredo De Marchis in un lungo articolo pubblicato su Repubblica, e la dice lunga sulle pressioni internazionali per non far tornare gli italiani al voto.

Dopo i risultati delle elezioni in Germania si comprende la paura della Merkel.

Ma fra poco ne sapremo di più. (forse)

Ma non basta.

Appena accontentata ecco la sua (per ora) finale lamentela raccontata da Dagospia di Roberto d’Agostino

La Merkel avrebbe telefonato a Mattarella esprimendo la sua delusione per la nomina di Di Maio agli esteri.

Sembra quindi che la Merkel abbia un filo diretto con il PD e con Mattarella ( che siano la stessa cosa?)

Come mai non si lamenta dei ministri pro immigrazione che favoriranno la invasione africana ed asiatica dell’Italia?

Non rimaniamo sorpresi, invece, del fatto che “certi” italiani si lascino guidare dalla Merkel .

Tutti sappiamo che ormai l’Italia non esiste più e che questo pezzo di mondo che ha scritto e scrive gloriose pagine della storia del mondo sarà come un tempo “servo” del resto dell’Europa.

E diamo anche atto che solo la Merkel sia contestata dagli sponsorizzatori dei neo giallorossi ( Merkel, Macron e Urusla von der Leyen).

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«Clamorosa notizia sulla Sea Watch di Carola Rackete.

L’ex capo dei servizi segreti tedeschi, Hans-Georg Maassen sostiene che l’operazione della Sea Watch conclusasi con lo speronamento della motovedetta della Guardia di Finanza, sia stata una iniziativa pianificata e messa in piedi dalla tv pubblica tedesca Ard, quindi di fatto dal governo Merkel.

Obiettivo: forzare l’apertura dei porti italiani e causare un incidente che facesse ripartire la propaganda immigrazionista.

 

 

 

Fratelli d’Italia chiede chiarezza su queste sorprendenti dichiarazioni. Come primo passo chiederemo la convocazione di Maassen al Parlamento europeo perché possa raccontare la sua versione dei fatti».

Così Giorgia Meloni, sui Social, postando l’articolo del quotidiano britannico The Guardian, che ha ricostruito la vicenda.

Massen ha condiviso su Twitter, un articolo del blog di controinformazione Journalistenwatch, critico con le politiche della Merkel, che sostiene come l’operazione Sea-Watch 3, in realtà sia stata finanziata dalla tv di Stato tedesca, per screditare il governo italiano e forzare la mano a Salvini. L’articolo era accompagnato dal commento: “Se questo articolo fosse vero, vorrebbe dire che la tv di Stato tedesca è censurata come ai tempi della Germania comunista dell’Est”.

Successivamente, l’ex capo dei servizi segreti ha cancellato il tweet. A precisa domanda, ha risposto che il suo account è gestito personalmente da lui e che il profilo non è gli è stato hackerato. Insomma, un messaggio agli utenti del web.

Chi vuol capire capisca.

Secondo Maassen, che ovviamente ha ancora buone fonti all’interno della struttura di intelligence, la vicenda della Sea Watch e di Carola Rackete è stata una sceneggiata messa in piedi dalla tv pubblica Ard: quindi dal governo Merkel.

Hans-Georg Maassen è stato rimosso un anno fa dalla guida dei «servizi segreti» tedeschi, l’Ufficio federale per la Protezione della Costituzione, dalla Merkel, dopo un suo intervento in cui contraddiceva la stessa Cancelliera su un episodio di «caccia al migrante» a Chemnitz, avvenuto dopo l’omicidio di un tedesco di origine cubana, che aveva difeso la fidanzata dal tentato stupro di alcuni richiedenti asilo.

Da tempo l’ex capo dei servizi segreti ha dichiarato guerra all’informazione di regime, nel nome del politicamente corretto.

domenica 28 luglio 13:13 - di Laura Ferrari

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Leggiamo da IlGiornale.it quanto segue:

“La Germania caccia gli italiani: "Se poveri via dal nostro Paese"

La lettera ai cittadini comunitari che vivono a Berlino: «A rischio espulsione chi non dispone di mezzi di sussistenza»

«Lei per la mancanza di mezzi di sussistenza perde il diritto alla libertà di circolazione ed è a rischio di abschiebung»: ovvero espulsione, rimpatrio coatto.

Nella Germania di Angela Merkel, paladina in Europa dell'accoglienza e dell'integrazione, girano circolari di ben altro tono. E i destinatari non sono i profughi delle guerre africane ma cittadini italiani, ovvero europei. Nelle lettere ufficiali recapitate nelle scorse settimane si ricorda che i cittadini comunitari «hanno libertà di soggiorno nel territorio federale se dispongono di a protezione sanitaria e di mezzi di sussistenza sufficienti». I destinatari, essendone sfortunatamente privi, sono pregati di trovarsi in fretta un lavoro, oppure fare le valigie e tornare in Italia. Tempo, quindici giorni. Altrimenti si procederà all'abschiebung.

L'ondata di circolari minatorie sta mettendo a rumore il mondo degli italiani di stanza in Rft: soprattutto i più giovani, la generazione attirata dal mito della piena occupazione e del sistema di welfare della locomotiva d'Europa. Un ampio servizio di Cosmo, la trasmissione in italiano di Radio Colonia, pochi giorni fa ha dato conto dell'inquietudine che serpeggia all'interno della comunità tricolore, intervistando i rappresentanti dei patronati sindacali alle prese con la nuova emergenza, sulla cui legittimità vengono avanzate robuste perplessità: perché se da un lato l'iniziativa è basata su una legge tedesca dell'anno scorso, dall'altro sembra muoversi in piena rotta di collisione con le convenzioni dell'Unione europea.

Esiste, e i commenti sul sito di Cosmo ne danno ampiamente conto, anche l'altra faccia del problema: l'abuso che del sistema assistenziale tedesco verrebbe fatto da numerosi nostri connazionali, e che viene severamente criticato da altri italiani: «Finalmente tutti a casa, c'è gente che lavora in nero e prende aiuti dallo Stato». Ma l'iniziativa - assunta dai Centri per l'impiego e dagli Uffici stranieri in diversi lander, ma verosimilmente ben conosciuta anche dal governo federale - non si limita a annunciare il diniego dei sussidi ma parla esplicitamente di espulsione coatta, in barba al principio di libera circolazione dei cittadini europei. Ed è questo a suscitare l'incredulità e le proteste di chi ha ricevuto la lettera.

La radio ha raccolto testimonianze di giovani italiane che hanno ricevuto l'ultimatum nonostante avessero appena partorito o fossero in stato di avanzata gravidanza: «Mi hanno comunicato che avevo quindici giorni di tempo, visto che non potevo provvedere a me stessa, per trovare un lavoro: altrimenti mi avrebbero rimpatriato e mi avrebbero pure pagato il viaggio a me e alle bambine se non potevo permettermelo».

Secondo Cosmo, «le minacce di espatrio non risparmiano nessuno» hanno la maggiore frequenza nel Nord Reno-Westfalia, ma coinvolgono praticamente tutti i lander. «La cosa grave è che il caso non viene analizzato singolarmente, tutti ricevono queste lettere e non c'è scampo» dichiara alla radio Luciana Martena, responsabile di un patronato di Dusseldorf.

La legge del 2017 ha alzato da tre mesi a cinque anni la permanenza in Germania per accedere ai sussidi, ma che questo potesse tradursi in espulsioni di massa non se lo aspettava nessuno. E poi, scrive l'italiano Ennio commentando il servizio, «gli arabi mantenuti dallo Stato che fanno figli per avere il kindergeld non li cacciano?»

Luca Fazzo- Sab, 22/09/2018

Ora, posto che la Merkel è il “faro” per gli Europei e soprattutto per gli Italiani, sempre una guida per l’Europa, quella vera, sembra che debba essere seguita in questa “NUOVA” scelta di mandare via dalla Germania e verso il proprio paese chi non ha sufficienti mezzi di sussistenza.

Ci sembra ben corretto che i popoli siano tutelati dai propri Stati, gli Italiani, dall’Italia, i Rumeni dalla Romania, i Bulgari dalla Bulgaria e via di seguito.

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Il governo di Berlino ha raggiunto un accordo con la Spagna che si è impegnata a riprendere i migranti arrivati in Germania ma già registrati sul suo territorio.

Lo ha annunciato il portavoce del ministero tedesco dell'Interno.

 

In base all'accordo, che è stato firmato lunedì e che entrerà in vigore l'11 agosto, i migranti "saranno rimandati in Spagna entro 48 ore", ha detto la portavoce Eleonore Petermann, aggiungendo che Madrid "non ha chiesto alcuna contropartita".

L'intesa riguarda tutti i migranti arrivati in Germania ma già registrati in Spagna, sulla base dei dati europei.

Il governo tedesco aveva già indicato a fine giugno che la Spagna aveva dato il suo consenso di principio, così come la Grecia.

I colloqui con Atene, così come con l'Italia, "non sono ancora finiti, le trattative sono aperte", ha detto la portavoce in conferenza stampa.

Ma gli accordi con questi due paesi sono "importanti perché le (loro) pressioni migratorie sono le più forti", ha affermato.

Roma è stata finora riluttante, chiedendo un maggiore controllo delle frontiere esterne dell'Ue prima di qualsiasi accordo sui migranti già in Europa.

Resta da capire cosa farà poi la Spagna dei profughi non aventi diritto a restarci

8 agosto 2018

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Non è tutto oro, ciò che luccica, nemmeno in Gerrmania. Ma come in Italia la verità si nasconde. Vediamola !

Germania: La mafia dei cantieri e il lavoro sommerso di Stefano Solaro

 

 

 

 

Un approfondimento sul quotidiano online tedesco die Welt fa luce sulla preoccupante diffusione in Germania del lavoro in nero nell'edilizia.

Questo fenomeno, oltre ad aver assunto dimensioni enormi, comporta una crescente compressione dei salari per i lavoratori nel settore delle costruzioni e una crescente importazione di manodopera a basso costo dall'Europa sud-orientale.

di Christina Brause, Anette Dowideit, Jennnifer Wilton

Il settore dell'edilizia tedesco è sempre più colpito dal fenomeno del lavoro in nero, dietro al quale si cela spesso la criminalità organizzata.

Attraverso società fittizie, condizioni di lavoro simulate e fatture contraffatte, vengono sottratte allo Stato grandi somme di denaro da progetti di costruzione a livello nazionale.

Friedrich Schneider, il noto ricercatore dell'Università di Linz specializzato nello studio del lavoro sommerso, stima che ogni anno nell'edilizia il lavoro in nero produca perdite di oltre 127 miliardi di euro, dei quali circa 28 miliardi finiscono nelle tasche della criminalità organizzata. Secondo Schneider, l'attuale boom delle costruzioni sta ulteriormente accentuando il problema: "Se, in veste di costruttori, avete la necessità di realizzare rapidamente un progetto, nonostante il boom delle costruzioni, difficilmente troverete un esercizio disponibile. Tutti gli appalti saranno già occupati."

Armin Rolfink, presidente dell'ufficio doganale e responsabile del controllo finanziario locale sul lavoro in nero, conferma che la criminalità organizzata nel settore delle costruzioni ha raggiunto un alto grado di professionalità: "Dietro il lavoro illecito esistono spesso delle fitte reti aziendali, che a tratti sono coordinate da un'intensa attività criminale, agendo a un livello estremamente professionale".

Le menti che tirano le fila di questo immenso sistema di frode importano a getto continuo lavoratori a buon mercato dai paesi dell'Europa sud-orientale nei cantieri tedeschi. Il confine con la tratta di esseri umani a volte viene perfino superato, come conferma l'attuale rapporto dell'Ufficio federale di polizia criminale.

La dogana è sopraffatta

La dogana riesce a malapena a seguire le varie indagini, nonostante dal 2016 l'organo si sia concentrato sulla persecuzione di coloro che alimentano il lavoro illegale organizzato, aprendo, solo lo scorso anno, ben 4872 procedure d'infrazione nel settore edilizio.

Il sindacato IG Bau ha invitato il governo federale a "distruggere definitivamente le strutture criminali". "Al fine di consentire una densità di controllo che scoraggi le imprese criminali dalle loro azioni, il personale di controllo finanziario deve essere aumentato il più rapidamente possibile di almeno 10.000 posti di lavoro", afferma il leader sindacale Robert Feiger.

Attualmente, l'unità doganale impiega sulla carta 7211 persone, ma solo 6452 posti di lavoro sono realmente occupati. Inoltre, il presidente del Partito della Sinistra, Bernd Riexinger, parla di un "enorme problema nei controlli" e invoca 10.000 investigatori. Nella situazione attuale, "SPD e Unione sono complici della diffusione del lavoro in nero e della continua violazione del salario minimo nell'edilizia".

Le accuse del FDP

Johannes Vogel, il portavoce sulle politiche del mercato del lavoro del gruppo parlamentare del FDP, muove pesanti accuse al governo: "È completamente incomprensibile che il nuovo governo federale crei 209 nuovi posti nei ministeri, scegliendo invece di risparmiare sulle assunzioni in dogana. Questo è un classico esempio di prioritizzazione errata. Invece di creare più posti di lavoro nel Ministero degli Interni, il governo federale dovrebbe garantire piuttosto che la legge vigente in Germania sia applicata grazie a uno staff adeguato. Attualmente, purtroppo, fa esattamente il contrario".

La frode da un miliardo di euro è possibile perché attualmente nei cantieri in Germania le concessioni illimitate possono essere passate da un subappaltatore all'altro, mentre catene di appalti che contano fino a sette o otto attori contribuiscono a moltiplicare la confusione.

"La politica deve regolamentare l'assegnazione in modo trasparente", chiede a gran voce il leader sindacale Feiger, almeno per quanto riguarda i cantieri del settore pubblico, dove il lavoro sommerso apparentemente è diffuso tanto quanto nei progetti di costruzione privati: "Qui la politica potrebbe facilmente arginare questa dinamica, impedendo la presentazione di proposte con più di tre livelli di subappalto".

Una modifica della legge potrebbe migliorare la situazione

Il membro del Bundestag Matthias Barke (SPD), presidente della commissione per il lavoro e gli affari sociali, vede la questione in modo simile: "Le catene di subappalto favoriscono il dumping salariale e sociale. Se ogni imprenditore estrae il proprio margine, agli operai che si trovano alla fine della catena spesso rimangono solo dei miseri resti. Dobbiamo bloccare questo processo". E aggiunge "la disciplina della pratica degli appalti è compito che dovrebbe spettare al settore pubblico".

Il Ministero federale delle finanze difende però la sua attuale strategia nella lotta al lavoro illegale organizzato. Secondo l'organo istituzionale, l'anno scorso il numero di indagini preliminari è aumentato dell'8% e sono state scoperte frodi per un importo di 460 milioni di euro.

Inoltre, solo di recente è stata effettuata una revisione del codice penale grazie alla quale, in futuro, dovrebbero essere imposte punizioni più severe per i responsabili delle ditte fittizie.

Tuttavia, è prematuro valutare se questa modifica legislativa sarà realmente efficace.

Nuovo articolo su Vocidallestero

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Vi presentiamo l’articolo di Vocidallestero di Malachia Paperoga

Di Zero Hedge, 27 febbraio 2018

Finalmente la Merkel ammette l’esistenza delle zone “No-Go” tedesche e promette di eliminarle.

Dopo che il mainstream ha fatto di tutto per negarne l'esistenza, la Cancelliera tedesca Merkel è costretta a parlare delle zone "no-go" tedesche, riconoscendone la pericolosità e impegnandosi ad eliminarle.

Ormai perfino coloro che hanno propagandato la politica delle "porte aperte" sono costretti a riposizionarsi politicamente, sposando le iniziative degli stessi governi che loro criticavano, come il governo ungherese, polacco e bulgaro.

A seguito della nuova cooperazione tra i conservatori tedeschi e i Social Democratici (SPD) su diverse questioni politiche, la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha concesso un'intervista alla trasmissione TV tedesca RTL Aktuell, dove ha discusso di molte posizioni politiche – inclusa l’ammissione dell’esistenza di zone “no-go” in Germania, e la necessità di fare qualcosa a riguardo.

A causa di un aumento dei reati commessi da immigrati, i funzionari tedeschi hanno iniziato lentamente ad ammettere l’impatto negativo causato dall’ondata di immigrati accolta a seguito dei disordini in Libia e nelle regioni circostanti – fino al punto di offrire migliaia di euro a coloro a cui veniva rigettata la richiesta di asilo.

Questo programma, che il governo ha chiamato “Il tuo paese. Il tuo futuro. Adesso!” continuerà fino a febbraio del prossimo anno. I singoli immigrati possono ricevere fino a mille euro se scelgono volontariamente di tornare a casa, mentre le famiglie possono ricevere fino a tremila euro per fare la stessa cosa. Questo aiuto è pensato per aiutare i richiedenti asilo la cui richiesta viene rigettata ad integrarsi nuovamente nel loro paese di origine – Quartz

Mentre parlava di voler mantenere la Germania un posto sicuro, la Merkel ha detto che “per me è sempre importante che la sicurezza interna sia compito dello stato, lo stato ha il monopolio del potere, lo stato deve assicurarsi che i cittadini abbiano il diritto di essere al sicuro, in qualsiasi momento si incontrino o si muovano in un posto pubblico”.

Poi la Merkel ha discusso l’esecuzione della politica “tolleranza zero” tedesca:

“Questo significa, per esempio, che devono essere eliminate le zone “no-go”, e che non è accettabile che vi siano posti dove nessuno si azzarda a entrare. Questi posti esistono, vanno chiamati col loro nome e bisogna fare qualcosa a riguardo. E io penso che Thomas de Maizière abbia fatto un ottimo lavoro come Ministro dell’Interno, ma ora diciamo anche che vogliamo una legge per la polizia, non possiamo avere differenti standard di sicurezza in diverse regioni e le regole devono essere piupi uniformi possibile”.

Dopo il drammatico afflusso di immigrati in maggioranza nordafricani, molte pubblicazioni tedesche hanno documentato il problema crescente delle zone “no-go” – zone dove è pericoloso viaggiare per i cittadini non musulmani.

Il quotidiano Bild, la rivista Focus, e altri, hanno identificato (qui, qui e qui) più di 40 “aree problematiche” (Problemviertel) in Germania. Si tratta di zone dove l’alta concentrazione di immigrati, l’alto tasso di disoccupazione e la dipendenza cronica dallo stato sociale, combinata con la decadenza urbana, sono diventate incubatori di anarchia.

In un articolo intitolato “Rapporto sui ghetti in Germania”, la Bild descrive queste aree come “ghetti in espansione, società parallele e zone no-go”. Queste includono: Berlin-Neukölln, Bremerhaven-Lehe/Bremen-Huchting, Cologne-Chorweiler, Dortmund-Nordstadt, Duisburg-Marxloh, Essen-Altenessen, Hamburg-Eidelstedt, Kaiserslautern-Asternweg, Mannheim-Neckarstadt West and Pforzheim-Oststadt.

Il problema delle zone no-go è particolarmente grave nella North Rhine-Westphalia (NRW), la regione più popolosa della Germania. Secondo il Rheinische Post, le zone problematiche della NRW includono:

Aachen, Bielefeld, Bochum, Bonn, Bottrop, Dorsten, Duisburg, Düsseldorf, Essen, Euskirchen, Gelsenkirchen-Süd, Gladbeck, Hagen, Hamm, Heinsberg, Herne, Iserlohn, Kleve, Cologne, Lippe, Lüdenscheid, Marl, Mettmann, Minden, Mönchengladbach, Münster, Neuss, Oberhausen, Recklinghausen, Remscheid, Rhein-Erft-Kreis, Rhein-Sieg-Kreis, Solingen, Unna, Witten and Wuppertal. -Gatestone Institute

Il Presidente del sindacato dei Poliziotti tedeschi, Rainer Wendt, ha dichiarato che: “A Berlino o nel nord di Duisburg ci sono quartieri dove i colleghi non si azzardano nemmeno a fermare la macchina – perché sanno che verrebbero circondati da 40 o 50 uomini.” Questi attacchi equivalgono a una “sfida deliberata all’autorità dello stato – attacchi durante i quali gli autori esprimono il loro disprezzo per la nostra società”.

Ci sono un sacco di altre storie che a quanto pare non riescono mai ad uscire sui media mainstream europei, ma che sono state documentate da gruppi come il Gatestone Institute.

“Una volta il Duisburg-Marxloh era una zona residenziale e commerciale molto popolare. Ora i clan si sono impossessati delle strade. La polizia è impotente. Inoltrarsi nel distretto è da incubo” – dice il canale TV N24.

La polizia dice di essere in allarme per la brutalità e l’aggressività dei clan, che sembrano considerare il crimine come uno svago. Se la polizia interviene, centinaia di membri del clan si attivano per affrontarla.

Un rapporto di 17 pagine preparato per il consiglio regionale dell’NRW ha rivelato che i clan libanesi di Duisburg si dividono i quartieri per esercitare le loro attività criminali, come la rapina, lo spaccio di droga e l’estorsione.

“Altre raccolte di dati non sono legalmente ammesse. Sia internamente che esternamente, ogni distinzione che possa essere usata per svalorizzare gli esseri umani deve essere evitata. In quest’ottica, l’uso del termine “clan di famiglia” è vietato alla polizia” – Ralf Jager, Ministero degli interni, North Rhine-Westphalia.

Due ufficiali di polizia hanno fermato un guidatore che era passato col rosso. Il guidatore è uscito dalla macchina ed è scappato. Quando la polizia l’ha raggiunto, è stata affrontata da più di 50 immigrati. Un ragazzino quindicenne ha attaccato un poliziotto dalle spalle e ha iniziato a strangolarlo, fino a fargli perdere i sensi.

Duisburg, che ha una popolazione totale di 500.000 abitanti, ospita circa 60.000 musulmani turchi, il che la rende una delle città più islamizzate della Germania. Negli ultimi anni, tuttavia, migliaia di Bulgari e Romeni (inclusi i Sinti e gli “zingari”) sono apparsi a Duisburg, creando un mix esplosivo etnico-religioso.

Pertanto, mentre gli europei sono stati ingannati per fargli accettare un esercito di immigrati con il pretesto dell’aiuto umanitario, i leader liberali dell’Unione europea stanno finalmente rendendosi conto del fatto che l’aumento del crimine associato ai loro nuovi “vicini” non viene accettato serenamente dalla popolazione locale.

   E mentre l’Unione europea si è spinta a criticare la Polonia, l’Ungheria e la Bulgaria per non aver accettato gli immigrati – la Germania, nel frattempo, sta infine occupandosi delle zone “no-go” che hanno reso un inferno la vita dei cittadini tedeschi che osano entrarci.

Muro di Monaco

Profughi che attaccano la Polizei

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RenziArrivoL'Europarlamentare Mario Pirillo è pronto ad accogliere il Presidente Renzi alla manifestazione, organizzata del PD calabrese.
Mario Pirillo: “La presenza di Renzi alla manifestazione contro la ‘ndrangheta è testimonianza di vicinanza e solidarietà verso i cittadini calabresi"
 
Il Presidente del Consiglio Renzi durante la sua visita a Bruxelles ha confermato gli impegni dell’Italia in Europa, attraverso i quali intende perseguire la strada delle riforme condivisa dal Presidente della Commissione europea Barroso, dal Presidente del Parlamento europeo Schulz e dalla Cancelliera tedesca Merkel. “Sono soddisfatto per il modo con il quale il Presidente Renzi si è confrontato con i vertici europei, dimostrando carattere e rafforzando l’impegno del governo a rispettare il 3%”.

Queste le parole dell’eurodeputato Mario Pirillo (già in campagna elettorale per le imminenti europee) che si accinge ad accogliere Matteo Renzi mercoledì 26 marzo a Scalea alla manifestazione “NO ndrangheta” organizzata dal Partito democratico calabrese “La presenza di Renzi alla manifestazione contro la ‘ndrangheta è testimonianza di vicinanza e solidarietà verso i cittadini calabresi. Io sarò al suo fianco per ribadire il mio impegno  - conclude Pirillo  - a  mantenere alta l'attenzione all'interno delle Istituzioni europee sul fenomeno della criminalità organizzata che ha varcato i confini nazionali, ed oggi grazie all'azione del Parlamento è riconosciuta come un fenomeno europeo.

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