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La notizia della accusa avanzata al prefetto di Cosenza Paola Galeone ha fatto volando il giro della città.

Molti non hanno nemmeno creduto al fatto che un Prefetto si sia piegata ad una mini tangente da 600-700 euro.

Amantea conosce bene il prefetto Paola Galeone non fosse altro che per il fatto che il destino della amministrazione comunale potrebbe essere dipeso dal suo parere.

E tutti, amministratori compresi, si chiedono quale parere abbia espresso il Prefetto Galeone sulla vicenda dello scioglimento del consiglio comunale della città di Amantea.

Ha proposto forse lo scioglimento?.

Ed era serena quando lo ha fatto?.

E poteva farlo visto che ora appare compromessa da una vicenda giuridica ben rilevante al punto che si è posta in aspettativa e che sarà sostituita dal prossimo Consiglio dei Ministri.

Amici, l’anno che va via si chiude con un grande botto che lascerà il segno in seno alle istituzioni: Il Sig. Prefetto di Cosenza dott.ssa Paola Galeone, di 58 anni, indagata per corruzione.

Avrebbe, uso il condizionale, chiesto e ottenuto una fattura falsa da una imprenditrice per ottenere il fondo di rappresentanza.

Non è una fake news.

 

 

 

Non me la sono inventata io e non se la sono inventati i giornali che subito hanno riportato la grave notizia in prima pagina dei giornali.

La notizia si è sparsa in un baleno e questa mattina a Corso Mazzini non si parlava d’altro e sotto il Palazzo della Prefettura in Piazza 11 settembre la folla si era radunata per commentare la notizia.

Sono stato intervistato da una emittente privata ma poco ho saputo dire perché ancora non sapevo tutti i particolari.

La notizia l’ha data per primo “La Gazzetta del Sud”.

Ora tutti i giornali on line l’hanno messa in bella evidenza.

Invece di parlare del Capodanno, della notte di San Silvestro, dei fuochi d’artificio, del cenone di questa sera e del complesso musicale che si esibirà questa notte a Cosenza Vecchia in piazza davanti il Teatro Rendano, i giornali ancora una volta parlano di una Calabria corrotta, e qui la ‘ndrangheta non centra per niente.

Corrotta è l’istituzione.

Che schifo!

Un Prefetto che incassa una mazzetta di appena 700 euro ha lasciato basiti tutti i cittadini della provincia di Cosenza, ma soprattutto Le Forze dell’Ordine che hanno dovuto eseguire la perquisizione della borsetta del Prefetto, il loro superiore diretto.

Per 700 euro, una mancia, se l’ipotesi accusatrice sarà vera, un Prefetto, che avrebbe dovuto essere un grande e fedele servitore dello Stato, ha calpestato tutta la sua storia in un attimo, per una misera bustarella.

Il Prefetto Dott.ssa Galeone è a Cosenza dal 23 luglio 2018.

In precedenza aveva svolto le stesse funzioni a Benevento.

Ho avuto il piacere di conoscerla ed incontrarla in occasione della festa della Repubblica in Piazza Bilotti lo scorso 2 giugno.

Quale è la grave accusa?

Avere intascato da una imprenditrice, il cui nome è ancora ignoto, che ha denunciato i fatti alla Polizia, una mazzetta di 700 euro.

La consegna della bustarella avvenuta in un bar della città di Cosenza sarebbe stata videoripresa.

Fermata, all’uscita dal bar, gli uomini delle Forze dell’Ordine hanno trovato i soldi che in precedenza erano stati fotocopiati.

Se fosse ancora Direttore del Telegiornale il giornalista Emilio Fede così avrebbe commentato la notizia:- Che figura di merda!- Che vergogna!

Pubblicato in Cosenza

Come noto il Ministro dell'Interno ha delegato il Prefetto della provincia di Cosenza ad esercitare i poteri di accesso e di accertamento di cui all'art. 1, comma 4, del D.L. 629/1982, convertito con legge 726/1982 ed integrato dalla legge 486/1988, nei confronti del Comune di Amantea.

Al riguardo il Prefetto Galeone ha nominato una Commissione di Accesso composta dal Dott. Samuele De Lucia, Viceprefetto con incarico ex art.12, comma 2 bis, D. Lgs. 139/2000, dal Ten. Col. Michele Borrelli, Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza, dal Magg. Alfredo Ferrentino, Capo Ufficio Comando del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza.

Detto Organismo, ai sensi dei commi 1 e 2 dell'art. 143 del D. Lgs. n.267/2000, dovrà porre in essere approfonditi accertamenti per verificare la sussistenza di elementi di collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori e/o dipendenti di detto Ente.

Sono 5 mesi allora che la commissione di accesso indaga sui fatti del comune di Amantea.

Chi sperava ( pochi , invero)che sarebbero bastati i primi 3 mesi (aprile, maggio, giugno) è rimasto deluso.

Ed evidentemente le prove raccolte in questi primi 3 mesi non sono bastate per indurre la commissione di accesso a formulare la proposta di scioglimento dell’attuale consiglio comunale.

E così la commissione di accesso ha chiesto altri 3 mesi( luglio,agosto e settembre, max 10 ottobre).

E così la commissione di accesso ha chiesto ulteriori tre mesi.

Due di questi ( quasi tutto uglio e quasi tutto agosto) sono passati tranquillamente; qualcuno dice inutilmente.

Segno, almeno teorico, che tutto sommato non sia stato trovato niente o quasi.

In questa stessa direzione sembra potersi orientare chi ha avuto notizia che la commissione di accesso abbia chiesto altri atti relativi ad altri filoni di indagine

Uno, in particolare, che riguarda incarichi dati senza alcuna giustificazione.

Sia dalla precedente amministrazioni che da questa.

Il tutto, ovviamente, avvolto nel massimo segreto.

Tanto che ci si chiede come mai tali atti sia stati chiesto con un ritardo che sembra estremo.

Delle due l’una, allora.

O tra poco scoppierà una bomba riferita non solo allo scioglimento del consiglio comunale ed altro.

O la commissione di accesso dovrà dichiarare la inesistenza di elementi induttivi di tale scioglimento dichiarando la piena legittimità degli atti posti in essere da questa e dalla precedente amministrazione comunale.

Ormai ci siamo.

Basta al massimo un altro mese circa e sapremo se crolleranno rovinosamente tutte le supposizioni che hanno indotto la deputata Nesci ed il Sottosegretario Carlo Sibilia ad operare verso la nomina della commissione e smentiranno il lavoro del Prefetto di Cosenza Paola Galeone e delle forze dell'ordine che sono stati alla base della commissione stessa.

Pubblicato in Politica

Riceviamo e pubblichiamo:

“Longobardi– "La preoccupazione per la fragilità dei nostri territori, messa in luce dal maltempo, di questi giorni, ci ha indotto a chiedere l'intervento del Prefetto affinchè convochi un tavolo tecnico fra gli attori della gestione del territorio".

E’ quanto affermano i consiglieri di opposizione del comune di Longobardi Francesco Cicerelli e Nicola Bruno.

"Non possiamo e non vogliamo rimanere inerti -prosegue il capogruppo di minoranza Nicola Bruno- di fronte ai recenti eventi alluvionali che hanno interessato la Calabria.

La scarsa o nulla azione manutentiva fluviale è stata causa di morti, ingenti danni e dissesti idrogeologici.

Di qui la nostra richiesta al Prefetto di un tavolo tecnico affinchè ogni Ente competente adotti le misure utili per la manutenzione e la pulizia dei corsi d'acqua, degli alvei, delle fiumare, dei canali e dei fossi di scolo, secondo le rispettive competenze.

D'altronde, abbiamo segnalato, invano, alla maggioranza, le criticità e le emergenze dei nostri corsi d'acqua, in particolare, del torrente Cordari, così come, invano, abbiamo chiesto, al sindaco di Longobardi, il programma di priorità degli interventi sul nostro territorio".

Ad, oggi, "non c'è prevenzione nè manutenzione, nè si procede –continua il consigliere Nicola Bruno- ad una pulizia dei nostri torrenti.

Capiamo, e lo ribadiamo, che gli enti locali non hanno soldi ma la giunta Mannarino, malgrado due interrogazioni, rispettivamente del 16 luglio 2015 e 15 novembre 2017, ribadite con l'interpellanza del 4 ottobre scorso, continua a fare orecchie da mercante".

E poichè "l'allarme non cessa e l'inerzia dell'amministrazione comunale permane, abbiamo chiesto -conclude Bruno- l'intervento del Prefetto".

Pubblicato in Longobardi

Cosenza - "A seguito della recente operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Paola che ha disposto l'adozione di misure cautelari nei confronti di 14 persone, tra cui il sindaco ed altri amministratori del comune di Fuscaldo, il prefetto di Cosenza,

Paola Galeone, ha nominato un commissario prefettizio per assicurare la funzionalità dell'ente al quale sono stati attribuiti i poteri del sindaco e della giunta comunale".

Lo rende noto un comunicato stampa della prefettura.

"Il prefetto di Cosenza - prosegue la nota - ha altresì adottato i provvedimenti di sospensione dalle cariche elettive ricoperte, ai sensi del decreto legislativo n. 235/2012 (Legge Severino), nei confronti degli amministratori del Comune di Fuscaldo coinvolti nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Paola".

Pubblicato in Paola
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