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Se non riceverà sufficiente sostegno internazionale, la Turchia potrebbe essere costretta a riaprire la rotta verso l’Europa per i ”rifugiati siriani”.

Lo ha dichiarato il presidente Recep Tayyip Erdogan durante un discorso ad Ankara ripreso dall’emittente satellitare “al Arabiya”.

 

 

 

 

 

Erdogan ha ribadito che la Turchia è determinata a realizzare una “zona di sicurezza” nel nord-est della Siria in collaborazione con gli Stati Uniti entro la fine del mese di settembre, ma è anche pronta ad agire da sola se necessario.

A quel punto, ha spiegato il capo dello Stato, l’obiettivo di Ankara è di trasferire nella “zona di sicurezza” almeno un milione di rifugiati siriani sui 3,65 attualmente ospitati in Turchia.

Un “fardello” che, in ogni caso, il paese “non è in grado di gestire da solo”: la Turchia “non ha ricevuto il sostegno necessario dalla comunità internazionale” e “sarà costretta ad aprire le porte”. Agenzia Nova

EUROPA UE, NEWS giovedì, 5, settembre, 2019

Pubblicato in Mondo

I profughi scacciati dalla Libia di Gheddafi e che dopo essere giunti in Italia vennero distribuiti un po’ dappertutto compreso Amantea erano già un ricordo.

Ma il mondo continua a girare alla rovescia .

Dopo la Libia, eccola Siria, l’Egitto, e via di seguito.

E quello che era sembrato un esodo biblico oggi appare una quisquilia rispetto a quello che è oggi in atto.

Si fugge dalle proprie patrie per cercarne una nuova ed ormai tutti sognano l’Europa( l’America è lontana).

Ed all’Italia il compito di ospitarli, di assisterli, di capire se siano ascrivibili tra quelli che possono vantare il diritto a restare.

Ieri sera le telefonate si sono intrecciate tra la Prefettura, la protezione civile, le Forze dell’ordine, le imprese private, le cooperative, i comuni.

Il primo risultato è che stamattina sono stati viaggiare verso Amantea tre pullman.

Se ne sono fermati solo 2 e circa 110 persone, per lo più Siriani ed Egiziani, sono ospiti dell’amministrazione comunale ed allocati nella palestra della Scuola media del capoluogo.

Ovviamente si tratta di una soluzione approssimativa anche se abbiamo visto una imponente organizzazione di Forze dell’Ordine , di protezione civile e di personale dell’ente comune, in attesa di una soluzione più confacente quale quella alberghiera.

Tra le Forze dell’Ordine i carabinieri di Amantea e quelli di Paola guidati dal tenente Paolo Zupi( sul tardi è arrivato anche il capitano Luca Acquotti) ed il comandante Emilio Caruso della PM di Amantea , oltre ad una notevole quantità di Carabinieri e Vigili Urbani.

Presente il responsabile della Protezione Civile di Amantea Salvatore Socievole con diversi unità addette al servizio.

Presente Rocco Cima che ha coordinato il numeroso personale delle cooperative che hanno allestito in tempo record alcune tende ed alcuni bagni chimici.

I profughi giunti sono nella gran parte giovani tra i 20 ed i 30 anni

Non ci sono né donne, né bambini

Tutti i 110 profughi sono al momento seduti sul parquet della palestra della Scuola Media di Via E Noto in attesa di essere rifocillati di essere poi trasferiti appena possibile in altra struttura più acconcia.

Perplessa la città

Forti e negative le reazioni del vicinato, preoccupato della presenza dei profughi

Stanno arrivando a migliaia, in fuga dai propri paesi. Non vengono più solo dalla Libia, ma anche dall’Egitto e dalla Siria.

E non ci stanno ad aspettare non si sa bene che cosa chiusi in una scuola adattata alla bisogna, senza un destino certo, senza speranze.

Ed allora così come sono fuggiti dai loro paesi fuggono anche da questo nuovo “recinto”.

Siamo a Roccella Ionica dove ci sono circa 150 immigrati di nazionalità siriana ed egiziana sbarcati sabato scorso.

Si sono sparsi per le vie della cittadina e molti si sono diretti verso la stazione ferroviaria gridando «freedom, freedom» (libertà, libertà).

Ma subito sono scattate le ricerche e gli emigranti sono stati riportati nei locali di accoglienza

Per ora la situazione sembra sotto controllo. Ma per quanto?

Pubblicato in Reggio Calabria
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