Non stupisce che nel Meridione aumenti il senso di insicurezza, la frustrazione e anche il risentimento di gran parte dell’opinione pubblica nei confronti delle classi dirigenti economiche e politiche, considerate le principali responsabili dell’attuale situazione.
Il malcontento è talmente diffuso che dalla piazza si è trasferito alle urne, come dimostra la scarsa affluenza negli ultimi anni. Grandi protagonisti della contestazione sono i giovani. Accusati di non sapersi accontentare degli impieghi meno qualificati offerti dal mercato del lavoro e di non volersi impegnare nella “cosa pubblica”, le nuove generazioni stanno partecipando attivamente ai moti di protesta che si diffondono in tutta Europa e utilizzano i nuovi media sperando di far sentire la loro voce nell’arena politica.
E’una generazione istruita e piena di competenze, che si rende conto di essere tra le vittime della crisi economica globale, che rivendica il diritto a costruirsi un futuro e di far sentire la propria voce. Spesso la politica ufficiale è sorda alle richieste dei nuovi movimenti politici che utilizzano internet e i social media per criticare e presentare proposte alternative.
I due mondi non comunicano: mentre i politici partecipano a solenni conferenze e si concentrano su grandi quanto indefinite tematiche, come la riforma dell’Unione Europea e il destino della moneta unica, i giovani europei esprimono non solo preoccupazione per il proprio destino lavorativo ma anche la volontà di dare un contributo alla discussione sul fallimento del sistema liberal democratico che avrebbe dovuto garantire alle nuove generazioni un futuro di crescita culturale e di lavoro.
Poi ci sono i figli di un dio minore: i Calabresi. Molti, a causa della crisi hanno ridotto le spese mediche (rinunciano a curarsi: soprattutto cure dentistiche). Emergency di Gino Strada di solito presente nei teatri di guerra ( Afghanistan, Sierra Leone) ha aperto un proprio ambulatorio a Polistena, in provincia di Reggio Calabria.
In aumento l’emigrazione sanitaria verso gli ospedali del Nord (nonostante la sanità regionale occupi la prima voce di spesa di bilancio!). Una buona fetta di calabresi si reca nei “compro oro” per cavare qualcosa dai propri “ricordi”. Tanti calabresi hanno mutato la propria abitudine di spesa (si compra nei discount o si aspettano le offerte nei supermercati); o peggio si rivolgono direttamente alla Caritas. Un discreto numero di calabresi si veste ormai nei negozi cinesi (tessuti di infima qualità, se non alle volte cancerogeni). La situazione attuale riporta alla mente il primofilm diretto da Lina Wurtmuller: “I Basilischi”.
In un paese del Meridione, le giornate scorrono sempre uguali, anche per Antonio, studente in giurisprudenza e Francesco, figlio di una famiglia benestante. Le loro giornate si dividono pigramente tra le passeggiate al Corso e il circolo. Due giovani, con due sogni differenti, nati e vissuti tra il l’Hauser ed i viottoli, le strade.
Tra gli studi molto a rilento del primo, iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Bari e le aspirazioni del secondo nel voler fondare con altri proprietari terrieri una sorta di cooperativa per la produzione e vendita di salamini e latticini, la loro vita da venticinquenni è del tutto incentrata sulla voglia di accasarsi, in una realtà locale che negli Anni Sessanta non lasciava spazio a frequentazioni tra ragazzi, libere e scevre da giudizi negativi di stampo scandalistico.
Tornando ai giorni nostri, questi giovani, dopo aver partecipato a uno dei tanti concorsi, non hanno più un volto. Non sono un “soggetto” né politico, né sociale, sono dei “disperati” che al massimo si possono usare in un disegno di contrapposizione ai diritti storici del movimento operaio. Vagano tra i bar del paese mentre il resto della popolazione fa lo struzzo. Quegli stessi giovani, in ogni vigilia elettorale si aggirano nelle anticamere della politica, nello sperare di racimolare qualche briciola di lavoro attraverso le cooperative, bacino inesauribile del clientelismo più abominevole.
Gigino A Pellegrini & G elTarik