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pizzino mario amantea 2017Una resistenza civica, per combattere il degrado e per riaffermare l’identità di un territorio che necessita di cure e di attenzione. Non hanno avuto un attimo di esitazione: i soci del circolo Auser di Amantea non potevano celebrare il 25 aprile in un contesto che non fosse idoneo a ricordare chi ha combattuto per la libertà. E siccome la quotidianità è fatta soprattutto di piccoli gesti, armati di pale, rastrelli e sementi hanno sistemato le aiuole della piazza dedicata alla memoria di questo evento che ha segnato il passato, incidendo in maniera indelebile il futuro.
L’Auser, con il suo agire, ha dimostrato quanto si possa fare per la propria città, semplicemente mettendo in campo quel senso civico che sembra essersi ormai smarrito. Troppi attendono che siano le istituzioni ad attivarsi per ogni cosa, dimenticando che il cittadino è un componente fondamentale del sistema, che può attivarsi nel rispetto delle regole per fare qualcosa di buono nei confronti degli altri e del territorio in cui vive. Un insegnamento che farà certamente proseliti.
A dire il vero l’Auser non è nuovo a questi gesti. In passato ha assunto la manutenzione di alcune aiuole situate sul lungomare dedicato al capitano di corvetta Natale De Grazia, fornendo anche in questo caso un esempio di abnegazione e di impegno. E sempre l’Auser è stato in prima linea nel favorire l’integrazione con gli esuli africani presenti in città, calendarizzando corsi di lingua e di informatica, senza chiedere mai nulla in cambio.

Pubblicato in Politica

diocesi-04232018-150151Soveria Mannelli - Mercoledì 25 aprile una rappresentanza della comunità di Soveria Mannelli, guidata dal vescovo Luigi Cantafora, sarà in Piazza San Pietro per l'udienza generale di Papa Francesco. Al termine dell'udienza il Pontefice benedirà un'immagine della Madonna di Fatima, una copia autentica della statua presente nel santuario mariano portoghese donata dal vescovo di Leiria-Fatima alla comunità di Soveria Mannelli.

Il dono della statua della Madonna, destinata alla nuova Chiesa di Soveria Mannelli che sarà intitolata a ‘Nostra Signora di Fatima’, è segno della comunione tra la Diocesi di Leiria-Fatima e la Chiesa lametina ed è un'occasione, affermano dalla Diocesi “per la nostra comunità diocesana, già profondamente legata alla Madonna, per rinnovare il proprio affidamento a Maria e attraverso di lei crescere nella comunione con Cristo e i fratelli”. Insieme al vescovo Cantafora, saranno presenti a Roma all'incontro con il Papa il parroco di Soveria Mannelli don Roberto Tomaino, il sindaco Leonardo Sirianni, il comandante della Compagnia Carabinieri Soveria Mannelli Francesco Zangla.

Pubblicato in Calabria

Mercoledì 25 aprile a Cleto torna il Trekking Urbano.

Cleto, su iniziativa dell’ associazione culturale “La Piazza”, è uno dei primi comuni della provincia di Cosenza a promuovere questa iniziativa che, partita da Siena, porta appassionati a spasso tra i misteri e le leggende dei più suggestivi centri storici d’Italia.

Giunto alla sua quinta edizione, il trekking urbano di Cleto vuole essere una festa del turismo sostenibile, offrendo un programma di iniziative per scoprire camminando gli angoli più suggestivi di uno borghi più caratteristici della Calabria attraverso un percorso che unisce arte, cultura e prodotti tipici.

L’iniziativa vuole essere un modo nuovo per visitare e conoscere Cleto, un incantevole borgo di origine medievale, coniugando il piacere per una sana pratica fisica all’amore per la storia e lo stare all’aria aperta, lontano dai caotici centri commerciali.

Le guide illustreranno, lungo il percorso studiato, la storia e i monumenti più rilevanti dell’antico borgo di Pietramala, secondo un itinerario che si snoda tra vicoli suggestivi e panorami stupendi dove la vista sugli uliveti si perde all’orizzonte.

Lungo l’itinerario del trekking urbano, i partecipanti avranno l’opportunità di ammirare dal Castello Medioevale, dell’anno mille, fino alla Chiesa della Consolazione, eretta nel 1600 con cupola a cuspide maiolicata, vera e propria rarità; poi ancora la Chiesa di Santa Maria Assunta, importante testimonianza architettonica del 1500, nonché le numerose grotte e cisterne presenti nel centro storico.

Questi sono solo alcuni dei luoghi oggetto della visita.

L’appuntamento con i visitatori è il 25 aprile alle h 9.30 in piazza Aldo Moro.

Il percorso si svilupperà ad anello per circa 2,5 km intorno e dentro le mura del borgo.

Per tutti gli appassionati di enogastronomia segnaliamo inoltre il ricco “aperitivopranzo” ovvero un momento conviviale con degustazione di prodotti tipici locali.

La giornata continuerà con balli e canti della tradizione popolare calabrese grazie allo spettacolo dei Giamberiani, formazione guidata dall’etnomusicologo Alessio Bressi, che propone al pubblico un repertorio curato nei minimi particolari per essere il più possibile vicino all’originale che i contadini della campagna calabrese eseguivano nella loro quotidianeità fatta di cose semplici.

«Il trekking urbano, nella piccola ma “grande ” comunità cletese, si colloca come una giornata di condivisione e di grande allegria in quanto nel corso degli anni Cleto è sempre più riuscito a mantenere quel rapporto familiare che da anni caratterizza le manifestazioni targate associazione La Piazza».

Pubblicato in Basso Tirreno

liberazioneIn uno scritto autobiografico Luigi Settembrini scriveva: “Quando le strade comunali, provinciali, e ferrovie metteranno i Calabresi in facili comunicazioni tra loro e con le altre genti d’Italia, allora si scioglierà quell’antica lotta chiusa in ogni paesello tra il proprietario sempre usuraio lì, e il proletario sempre debitore, si ammansirà quell’odio per oltraggi antichi che è la vera cagione del brigantaggio.

 

Quando quelle genti avranno lavoro, istruzione e giustizia, quelle loro nature sì gagliarde nei delitti saranno gagliarde nel lavoro, nelle industrie, nelle arti, nella guerra santa e nazionale.

In nessuna contrada ho veduto più ingegno che in Calabria, lì schizza proprio dalle pietre, ma raramente è congiunto a bontà, spesso è maligna astuzia”. Ed io aggiungo, malaffare e corruzione.

Bisogna innanzitutto sforzarsi di capire il significato etimologico di questa parola. Corruzione: dal latino: corruptio. Degenerazione spirituale e morale, depravazione, totale abbandono della dignità e dell’onestà.

Derogare e indurre a derogare i propri e altrui doveri in cambio di denaro o di altri vantaggi personali. Questa è la definizione che i dizionari danno di tale parola.

Per capire la vastità del fenomeno in Calabria è importante scorrere i titoli dei giornali che quotidianamente escono in edicola. Si viene a scoprire l’acqua calda. Cioè il risultato è un sistema parassitario-clientelare, espressione di un blocco affaristico in cui convergono interessi politici, imprenditoriali e criminali, che registra il protagonismo di figure "cerniera" in grado di favorire le istanze degli “imprenditori” malavitosi.

 

La sintomatica presenza di insidie nell’Organizzazione pubblica, evidenzia, però, che il sistema di discipline normative e la ferma azione di contrasto al degrado non sono sufficienti a soddisfare le cautele che il settore degli “appalti” richiede. Secondo Shakespeare L'onestà sarebbe più potente della corruzione.

Il grande Drammaturgo conosceva il Volgare italiano come linguaggio, ma non conosceva gli italiani ed in particolare non poteva conoscere gli Amministratori della cosa Pubblica di oggi in Calabria. La corruzione malavitosa e non solo, in Calabria è evidente che riesce a penetrare in ogni livello, da quello istituzionale, dai Comuni alle magistrature; la collusione con la delinquenza è a livelli impensabili. Qualcuno, ingenuamente, si chiede che fine abbia fatto lo Stato.

Quale Stato quello borbonico o quello Savoiardo con le sue emanazioni attuali. La realtà è che la presenza dello Stato liberal-democratico volutamente e rispettosamente si astiene dopo aver consegnato questa Terra in comodato d’uso all’andazzo malavitoso piccolo e grande che sia. Questo è ciò che la popolazione percepisce.

 

Di fatto non sono solo io a scriverlo, lo svela la Direzione Nazionale Antimafia che nella sua annuale relazione espone un quadro allarmante sulla situazione del territorio calabrese.

Tutti gli occhi sono rivolti ad altre regioni italiane senza rendersi conto che al sud, in Calabria, la malavita e gli atteggiamenti malavitosi quotidiani hanno sostituito lo Stato.

Le condanne per corruzione in Calabria sono le più basse d’Italia. “Allora delle due l’una, o la Calabria ha la migliore classe politica del Paese e il miglior livello istituzionale oppure c’è qualche problema anche nella magistratura calabrese”.

Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris commentando la sentenza del Tribunale di Salerno che ha assolto tutti gli imputati nel procedimento basato sull’ipotesi che le inchieste ‘Why not‘ e ‘Poseidone‘, condotte da De Magistris quando era magistrato a Catanzaro, gli furono sottratte sulla base di un complotto.

 

Sempre più di frequente, infatti, il tema della ‘grande’ e ‘piccola’ corruzione appare su tutti i quotidiani: favori, doni (più o meno consapevolmente accettati) e mazzette sono la norma.

Un tempo l’illegalità era concentrata nel settore edilizio, tra licenze, piani di lottizzazione e cambiamenti di destinazione. Poi ha guadagnato terreno: sono comparsi il ‘pizzo per esistere’ (per ottenere certificati di residenza e permessi di soggiorno), il ‘pizzo sulla cittadinanza’ (basti pensare al voto di scambio), il ‘pizzo per un tetto’ (in vista dell’assegnazione di case popolari o dell’imminenza dello sfratto), il ‘pizzo per lavorare’ (assunzioni per concorso, autorizzazioni all’esercizio di attività commerciali e licenze per i liberi professionisti), il ‘pizzo per sopravvivere’ (pensioni e farmaci) e infine il ‘pizzo per riposare in pace’ (trovare un posto al camposanto è sempre più arduo). Una struttura sanitaria incompleta per poter pagare ad alcuni amici affitti per l’utilizzo di appartamenti privati.

In Questo Amantea è sempre stata maestra. Per anni le uniche strutture scolastiche ospitate in edifici costruiti per tale fine sono stati la Scuola Elementare di Via Garibaldi e le Scuola Media in Via Elisabetta Noto. “Quanta acqua può bere un pesce che nuota liberamente nell’acqua?” Così il bramino Kautilya nel IV secolo a.C., nel suo libro ‘Arthashastra’, affrontava il tema della difficoltà nel riuscire a provare la disonestà finanziaria di un pubblico ufficiale.

 

La società va trattata tenendo conto che è composta di persone sensibili alla corruzione, al disprezzo, all'adulazione. Usando queste tre leve non dovrebbe essere difficile dominarla.

Ennio Flaiano

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Calabria

Italia: che strana questa nazione ( se nazione è).

Italiani: che strano questo popolo( se popolo è).

Domani festeggeremo il settantesimo anniversario della Liberazione dell'Italia.

Ma l'Italia ha ancora due prigionieri: Salvatore Girone e Massimiliano Latorre .......

Che profonda amarezza!

Chi non li ha dimenticati( e come sarebbe possibile, soprattutto domani) ricorda ancora le parole e la promessa del neo presidente Mattarella che sarebbe stato fatto di tutto per “portare a casa i nostri Marò".

Loro sono vittime della bislacca giustizia indiana  e di questa incresciosa , impotente e parolaia Italia.

Non basta  come dice sempre Mattarella che, in questo momento di celebrazione della Festa della Liberazione, il suo pensiero vada " anche ai due fanti di Marina, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, che da oltre tre anni attendono giustizia. A loro è rivolto il mio incoraggiamento con l'associazione che l'impegno dell'Italia nei loro confronti non si è attenuato».

Sembra l'unico a ricordarsi di due italiani che hanno la sola colpa di avere obbedito agli ordini e forse di essere italiani.

Chissà viene da chiedersi se fossero stati americani od inglesi o francesi se sarebbero prigionieri?

E bastano 4 pur nobili parole dette ogni tanto per lavarsi la coscienza?

Tre anni e tre governi : Monti, Letta e Renzi!

Quanti altri governi prima che siano liberati?

Quante parole prima di quelle giuste?

Ma davvero l'Italia vuole liberi Massimiliano La Torre e Salvatore Girone?

Non so rispondere a nessuna delle tre domande ed ho molti, molti dubbi sull'ultima.

Ma sento il bisogno di parlare di due italiani prigionieri del loro senso del dovere.

Pubblicato in Italia
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