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Ormai è una abitudine darsi gli auguri di Buon Anno.

Auguri che sono speranze, della serie # La speranza ti aiuta a vedere l’invisibile, ti aiuta a toccare l’intangibile, ti aiuta a raggiungere l’impossibile#

Ee se non ci riesci puoi sempre dire a te stesso che ci hai provato.

 

Auguri che sono illusioni, come illusione è la stessa idea dell’illusione. Diceva il filosofo e mistico indiano Sri Aurobindo che “Non c'è mai stata ancora, nella mente umana, un'illusione che non nascondesse una verità o non ne fosse la deformazione“.

Auguri che nelle intenzioni sarebbero apotropaici( dal greco allontano da), cioè dotati della facoltà magica di tenere lontano l'influsso degli spiriti maligni.

Auguri che nelle intenzioni sarebbero scaramantici, della serie, cioè, #nonèveromacicredo#, tocco ferro, tocco gobba, tocco legno, faccio corna e simili.

Auguri, in sostanza, di dubbia utilità.

Auguri della serie#augurisoloperfartiricordarebenedime#che usano fare i politici anche per rassicurare quelli che hanno paura del domani .

Auguri che sono prassi, semplice e mera abitudine.

Auguri che sono dati per essere ricambiati.

Auguri per richiamare una vecchia amicizia.

Auguri per strappare un sorriso da una bella donna o da un bell’uomo

Intanto c’è un nuovo anno che incombe sulla nostra Amantea, su di noi suoi abitanti.

Si è vero che in cielo c’è lo stesso sole, la stessa luna, le stesse stelle, come ieri, e per fortuna (speriamo) come domani.

E ci sono gli stessi colori del cielo, del mare, dei campi, delle case, come ieri e per fortuna ( speriamo) come domani.

E ad Amantea ci sono da anni gli stessi problemi,ai quali si sono aggiunti i debiti comunali che riducono i servizi gratuiti ai quali eravamo abituati quasi che fossero nostri diritti.

Servizi pretesi pur nella consapevolezza che proprio da queste esigenze sociali sono nati gli aumenti di tasse ben difficili da sostenere.

Ad Amantea c’è una economia che lentamente si spegne fino a morire .

Ad Amantea cresce solo la disoccupazione e la povertà.

Le strade sono piene di buche , le mareggiate distruggono le scarne spiagge, i lidi, lo stesso lungomare.

Ma uno dei problemi principali è che Amantea non sogna il suo nuovo futuro , non ha il coraggio di salpare verso nuovi lidi , non ha reali nuove ambizioni , non tenta d volare alto per vedere meglio il suo destino: Amantea è una città vecchia e per vecchi

E poi ci sono sempre inaccettabili pretese individuali che si tenta di soddisfare per mantenere lo status del potere politico

Già come sempre chi ha la voce più forte si fa sentire mentre chi non ha voce non è ascoltato.

Amantea diventa sempre più la città dei forti

Ed allora quali auguri se non quelli di essere una città coraggiosa, forte, unita, leale, solidale verso chi ancora non è tra noi, attenta ai bambini ed agli anziani, con speranze fondate su scelte serene e giuste, senza guerre fratricide, senza finti colti a scrivere pagine di un libro che nessuno leggerà ed attori ed attrici sempre in scena imprigionare fotogrammi e selfies per un film che nessuno amerà , né vedrà, una città che conosca ed ami la sua grande storia, i suoi meravigliosi paesaggi, i suoi espressivi valori culturali, ma insieme una città semplice che rispetti la legge, che aspetti che la legge sanzioni le responsabilità di chi ha sbagliato e sbaglierà, che ripari le buche, che non sfrutti i beni pubblici , che ricordi le sue nobili tradizioni, che sia ospitale, che abbia più responsabilità, eccetera ……..?

Ed ai nostri amici chiediamo di essere migliori di ieri e di rimboccarsi le maniche e di impegnarsi per verso un domani migliore di ieri.

Non è facile ma non è nemmeno impossibile!.

Pubblicato in Politica

Buongiorno!
Non riuscivo più a dormire stamattina e mi sono alzata molto presto.

Tante le cose da fare, la famiglia, il lavoro, i problemi..

Ma la prima che mi sono messa a fare, mannaggia a me, è venire

davanti al computer per scrivere il comunicato stampa con il quale informare i cittadini di quello che sta accadendo ad Amantea, politicamente parlando.

E quello che sta accadendo non è bello: certo ci sarà anche questa volta come è successo un anno fa, esattamente il 13 gennaio, qualcuno che gongola pensando "adesso tocca a me", quasi come se la città di Amantea fosse una palla da gioco attorno alla quale quelle due o tre persone giocano avidamente e voracemente facendo a gara, con ogni mezzo, per accaparrarsela.

E paradossalmente sono sempre gli stessi anche la maggior parte dei cittadini che non si rendono conto che di gioco al massacro trattasi e stanno a guardare aspettando di vedere chi sia il prossimo ladro di palla e di galline.

Che nel caso di Amantea erano galline dalle penne d'oro per tutto quello che poteva essere e non è stato, ripeto erano perchè adesso nemmeno le penne ci sono rimaste.

E dico questo con riferimento non solo ai soldi di cui il Comune di Amantea poteva essere ricco se non fosse iniziata circa trenta anni fa la stagione della "esenzione fiscale" agli amici soprattutto quelli più possidenti, mentre i poveretti pagavano, e dell'amministrazione scellerata modello "mucca da mungere" finchè è possibile.

Lo dico con riferimento all'ambiente che è stato massacrato e con l'ambiente inevitabilmente la salute, lo dico con riferimento al lavoro e alla sua dignità ( e solo il 30 dicembre si è persa, spero non per sempre, la possibilità di stabilizzare 6 vigili precari per non parlare della mancata dignità degli autisti degli scuolabus e degli operai delle cooperative), lo dico con riferimento alle occasioni di sviluppo (qualche giorno vorrei contare quanti milioni di euro di finanziamenti si sono persi, solo Pizzino in pochi mesi sarà arrivato a circa un milione tra strade interpoderali, isola ecologica e persino i pacchi alimentari di Natale promessi ai disagiati!), lo dico e lasciatemelo dire con riferimento alla cultura, perchè se i modelli sono stati questi amministratori e queste squallide amministrazioni che si sono intercambiate che cosa abbiamo potuto trasmettere alle generazioni che si andavano formando?

E lasciatemi pure dire e finisco che questa ultima forse è la cosa più importante perchè solo un cambiamento radicale nel modo di pensare ci può dare la capacità di cambiare nel tempo le sorti di questa città e dell'intero Paese.

Buon anno 2018 a tutti.

Pubblicato in Primo Piano

“Vada via, brutto 2016”, così titola il suo augurio di fine anno il nostro amico Francesco Gagliardi, innamorato della nostra quotidianità, del nostro passato, delle nostre consuetudini, dei riti e delle tradizioni, di quel “bell’essere e bel vivere” della nostra gente umana e sincera, che della modestia e della serenità faceva uno stile di vita che permetteva di incontrarsi in chiesa , nelle piazze, nelle vie e di darsi un buongiorno vero che durava fino al prossimo, magari accompagnato , quando era necessario, da un cespo di scarola e quattro “cap’ì patati” che sarebbe stata la minestra di quel giorno per lei e per i figli.

 

Ne diamo pubblicazione, non dimenticando di ringraziarlo per essere la nostra memoria viva di un “paese che non c’è più” ed insieme di porgergli i nostri auguri di Buon Anno.

 

“Sì, fila via, brutto anno bisestile 2016, anno davvero funesto.!

 

Noi ti avevamo sognato davvero bello,molto bello, radioso, pieno di fascino, di pace e di amore, ma i sogni sono svaniti fin dall’aurora ed è rimasta la cruda realtà, che ci ha riservato cataclismi, assassini, truffe, incendi, case crollate, alluvioni, terremoti, guerre, stragi, arresti,caos negli ospedali, nelle strade, nelle scuole. Nei tuoi 365 lunghi giorni invece di renderci felici hai portato nelle nostre case, nelle nostre aule scolastiche, nei nostri posti di lavoro, giorni infelici, tristi e bui. I nostri fratelli hanno ucciso i fratelli seminando odio, terrore, costernazione e morte. L’anno che finalmente sta andando via sarà difficile da dimenticare. Quante rovine hai combinato con quelle terribili scosse di terremoto del 24 agosto e 30 ottobre nell’Italia centrale. Hai completamente distrutto la bella cittadina di Amatrice e l’incantevole Norcia. Quante case distrutte e quante vite spezzate. Hai causato tanti danni, gravissimi ed estesi, agli edifici e al patrimonio storico e artistico. Paesi completamente distrutti che ora rischiano di diventare fantasma. Migliaia di sfollati. Hai devastato il Piemonte e la Liguria con le esondazioni, le alluvioni. I giorni di forte maltempo hanno causato ingenti danni all’agricoltura. Per diversi giorni le scuole sono rimaste chiuse, alcune tratte ferroviarie sono state interrotte, molte persone hanno dovuto abbandonare le proprie case, molti danni hanno subito le strade comunali e provinciali, con frane e smottamenti, con paesi e frazioni isolate senza luce e senza acqua potabile. Ma quest’anno sarà difficile da dimenticare principalmente per le stragi terroristiche che hanno colpito il cuore dell’Europa ( Nizza, Bruxelles e Berlino). A Nizza   un camion guidato da un terrorista islamico ha ucciso centinaia di persone che assistevano agli spari dei fuochi d’artifizio e a Berlino mentre facevano shopping nei mercatini di Natale. E non possiamo dimenticare neppure i vari disastri aerei che si sono verificati in questo infausto anno 2016. Uno in America latina dove l’aereo, rimasto senza carburante, si è sfracellato al suolo causando la morte di una intera squadra di calcio come quella del Grande Torino a Superga nel 1949.. E ultimo in ordine di tempo quello che si è verificato una settimana fa, proprio il giorno di Natale. Il Tubolev russo precipitato nel Mar Nero subito dopo il decollo provocando la morte delle 92 persone a bordo decimando l’intero coro dell’Armata Rossa di Mosca.

 

Via, brutto 2016! Non c’è stato giorno che, ascoltando la radio e guardando la televisione, non abbiamo sentito fatti di sangue. Si è sparato e ucciso in Afghanistan, in Siria, in Iran , in Irak, nei paesi dell’America latina. Molti uomini e donne e tantissimi bambini sono morti affogati nel nostro Mare Mediterraneo che cercavano di scappare dai loro paesi di origine per sfuggire alla fame, alla persecuzione e alle guerre.

 

Il male sembra prevalere sul bene, i cattivi sui buoni. Ma l’ultima parola sarà di quel Bambino, all’apparenza indifeso, fragile, umile, nato in una stalla umida e fredda, perché non c’era posto per lui in una stanza di albergo. A lui e soltanto a lui sarà riservata la gloria del trionfo ed i cattivi saranno un giorno sterminati, radiati dal regno dei cieli.

 

Abbiate fede negli uomini,nelle istituzioni, nel Cristo, figlio del Dio vivente. E il nuovo anno che verrà sia per tutti voi felice, sereno, tranquillo, non più pervaso dall’odio, dal rancore, dalle guerre, dalle uccisioni, dai terremoti, dalle alluvioni, dalle incomprensioni, ma dall’amore, dalla pace vera e duratura. Pace a tutti voi, amici lettori di Tirreno News, al direttore, ai collaboratori, a tutti i bambini del mondo, ai vostri amici e parenti vicini e lontani dalla nostra amata terra di Calabria, agli amministratori dei nostri paesi, a tutti, alle Forze dell’Ordine che giorno e notte sono al servizio dei cittadini e rischiano la loro vita per difenderci dai vili attentati terroristici, e che il nuovo anno che verrà sia per tutti voi felicità che inebria i cuori. E un pensiero affettuoso va ai nostri cari emigrati in terre lontane che hanno dovuto abbandonare la loro terra e i loro affetti in cerca di lavoro in terre straniere, talvolta anche ostili. Chi scrive è stato per lunghi 16 mesi e 2 giorni in missione ONU in Korea, quando l’Italia ancora non ne faceva parte, e sa cosa significhi passare le feste natalizie lontano dall’Italia, dai propri cari e dai propri affetti.

 

Buon Anno!

Pubblicato in Basso Tirreno
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