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Non è che Mario Oliverio abbia indovinato tanto nella sua azione di Governo, ma certamente tra i suoi innegabili meriti va ascritta la nomina di Carlo Tansi a capo della Protezione Civile calabrese.

Due giorni fa leggemmo il suo post L “ La burocrazia regionale ha vinto” dove ha scritto:

“È riuscita a bloccare il trasferimento della sede provinciale di Cosenza della Protezione Civile regionale dalla attuale sede di Via degli Stadi all’edificio di Vaglio Lise, dove avevano già trovato ospitalità vari dipartimenti regionali.

A livello logistico Vaglio Lise sarebbe stato un sito ottimale per l’efficacia strategica della protezione civile in una provincia ad altissimo rischio sismico. Avremmo avuto a disposizione un’ampia area adiacente messa gratuitamente a disposizione da Trenitalia per portare a Cosenza mezzi e attrezzature fondamentali a fini di protezione civile (autobotti, torrifaro, tende, gruppi elettrogeni, ecc.) che in ogni emergenza nel cosentino devono giungere da Catanzaro con assurdo spreco di denaro pubblico (per il carburante necessario per mobilizzare enormi mezzi e per le ore di straordinario in più per il personale) e per il conseguente notevole ritardo sui tempi di intervento, che in molti casi risultano vitali per salvare vite umane. E invece no! Di tutto ciò ringrazio i signori burocrati, con i quali da più di un anno ho avviato una corposissima quanto inutile corrispondenza formale che esibirò a tempo debito. Bravi bravissimi!

Cambia soltanto il finale. Due giorni fa Tansi si diceva ancora fiducioso, oggi sembra che abbia perso definitivamente le speranze. Aspettiamo la formalizzazione delle dimissioni”.

Pochi minuti fa Carlo Tansi ha annunciato sul suo profilo FB la volontà di dimettersi dal suo incarico di capo della Protezione Civile calabrese che gli è stato conferito da Mario Oliverio.

Le ultime polemiche relative alle sedi sono state la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Dopo quella di Cosenza, adesso arriva anche la mazzata di Reggio Calabria. 

Pubblicato in Calabria

La bellissima e dolcissima consigliera comunale Rosella Ferraro eletta con la lista Una città nel Cuore si è dimessa

Nessuna comunicazione ufficiale.

Almeno a stasera.

Ma la notizia è certa.

Proviene da un amministratore camporese.

Ragioni personali ad indurle.

Elegante Rossella anche nelle dimissioni.

Il suo sorriso, la sua bellezza, la sua eleganza e la sua dolcezza mancheranno agli amanteani abituati a seguire le sedute del consiglio comunale.

Le auguriamo tantissima serenità.

Fra una settimana ci sarà il consiglio comunale durante il quale avverrà la sua sostituzione.

A subentrarle Eleonora Gagliardi.

Con le dimissioni viene meno il contenzioso determinatosi dopo lo scambio di preferenze avvenuto in una delle sezioni di Campora SG.

La lista Una città nel Cuore in consiglio così sarà rappresentata oltre che da Tommaso Signorelli anche da Gagliardi Eleonora e da Alessandro Salvatore.

Ovvie le modifiche anche nelle commissioni consiliari.

Pubblicato in Campora San Giovanni

Stamattina 1 agosto è pervenuta al comune ed è stata protocollata la raccomandata inviata da Marcello Socievole alle più alte cariche amministrative e politiche cittadine, contenente le sue dimissioni irrevocabili dalla carica di consigliere comunale.

 

Come previsto dal comma 8 dell’Art 38 del dlgs 267/2000 le dimissioni dalla carica di consigliere vanno indirizzate al rispettivo consiglio e devono essere assunte immediatamente al protocollo dell’ente nell’ordine temporale di presentazione.

Le dimissioni come previsto sempre dal comma 8 dell’art 38 del Tu sono irrevocabili, non necessitano di presa d’atto e sono immediatamente efficaci.

 

Da stamattina, quindi, Marcello Socievole non è più consigliere del comune di Amantea.

Gli subentrerà al primo consiglio comunale Giuseppe Maria Vairo.

Nessun comunicato è stato emanato dall’amministrazione comunale.

 

Silenzio assoluto, quasi tombale.

Certamente le dimissioni del consigliere Socievole sembrano connesse alla vicenda che lo ha visto coinvolto nell’arresto insieme all’ex sindaco Franco La Rupa.

Socievole ha voluto probabilmente dimostrare di non essere mai stato interessato alla carica di consigliere comunale.

E la sua candidatura obbediva esclusivamente al desiderio di fare qualcosa per amore del suo paese.

Pubblicato in Primo Piano

Aveva ragione Paolo Orofino la penna “d’oro” che anticipa spesso le notizie più scottanti che riguardano la nostra città!

Lo scopriamo dalla nobile lettera di dimissioni dalla carica di assessore comunale di Rocco Giusta.

Una storia “vecchia” nata nel 2016 e relativa ad un “in-prenditore” che ha la brutta abitudine di trascinare nei guai chiunque non scappi via dai suoi paraggi.

Un”in-prenditore” di cui a breve parleremo, magari sempre anticipati da Orofino.

Una nobile lettera di dimissioni, dicevamo, indirizzata al sindaco ma diretta anche alla città ed ai suoi tanti amici.

Lo rileviamo dal passaggio “ La mia scelta seppur sofferta è dettata dal rispetto che nutro per la mia città ma soprattutto dalla esigenza di concentrare le mie forze sulla difesa personale e professionale che sono certo mi vedrà vincitore”.

La lettera inizia evidenziando che “Invero in data odierna mi è stato notificato provvedimento di chiusura delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza Tenenza di Amantea che mi vedono coinvolto a livello professionale”

Poi ringrazia il sindaco Pizzino per l’incarico di assessore e conclude esprimendo “fiducia nell’operato della magistratura che potrà dissolvere ogni dubbio sulla mia correttezza professionale”

Una lettera amara ma ricca di orgogliosa dignità

Dimissioni che stemperano le critiche di chi avanzava dubbi sulla compatibilità dello stato di indagato e di amministratore

Tempi difficili per la Giunta ed il sindaco Pizzino che sappiamo accetterà le dimissioni e provvederà a sostituire Giusta affidando ad un altro consigliere le sue cariche

Crediamo che Pizzino e la sua Giunta non pensiono proprio alle dimissioni anche perché corre voce che qualcuno, tra cui l’OPA, si stia preparando per partecipare alle prossime elezioni.

Pubblicato in Cronaca

Arrestati La Rupa e Socievole cosa succederà della Giunta Pizzino?.

 

E’ la domanda che si pone tutta la città!

La cosa strana è che tutta Amantea si preparava a festeggiare il “21 luglio”, da noi chiamato “ U juornu di cjuoti”, un evento che trae la sua orìgine da un fatto vero, quello dell’arrivo di una nave che prendeva i “cjuoti” per portarli nel manicomio di Nocera Inferiore.

 

Un evento apotropaico che ha la “funzione” di allontanare il “male”.

Ed invece questo 21 luglio 2017 si è presentato con una inaspettata notizia che sta portando la città in bocca a tutto il mondo.

Ma negativamente. Od almeno così pensano in tantissimi.

Nessun comunicato da parte della Giunta di Pizzino che è coinvolta nella vicenda con un consigliere e, come dicono i giornali, con un “sostenitore della sua amministrazione”.

 

Molti giudicano probabili le dimissioni del sindaco, peraltro sollecitate su Facebook solo dal M5s di Amantea:

Francesca Menichino, infatti, scrive:” La verità è come un fiume in piena, non la puoi fermare. E la verità rende giustizia. Oggi 21 luglio è finita la farsa ad Amantea . Ve lo avevamo detto che sarebbe durata pochissimo”

Poi continua :” Durante il primo consiglio comunale alle domande su La Rupa e sullo svolgimento della campagna elettorale il sindaco Mario Pizzino rispondeva così. Ovviamente noi del M5s non abbiamo convalidato questi eletti e abbiamo chiaramente detto il perché! Oggi sono stati arrestati La Rupa Franco e Socievole Marcello. Il sindaco deve lasciare la sua poltrona se vuole salvare la nostra città da un altro scioglimento. Lo faccia subito e chieda scusa ad Amantea per questo ulteriore dramma arrecato alla nostra Città!”

 

Silenzio invece, almeno per ora, da parte della minoranza costituita dalla lista di Tommaso Signorelli che ha dato la stura alla intera vicenda.

Molti altri, invece, ritengono non opportune le dimissioni di Pizzino per non lasciare abbandonata a se stessa, ed in un momento difficilissimo, la città.

Noi abbiamo una sola certezza che è quella che Amantea accetterà democraticamente qualsiasi decisione sarà presa.

Ma temiamo di sapere anche che ad Amantea, come sempre, vincerà il silenzio. quello che avvolge la città e le sue cose.

Purtroppo Amantea è una città fatta di un popolo ancora non abituato alla verità ma che, anzi, diffonde le bugie in nome e per conto della “propria verità”

Non ci resta che fare gli auguri alla città perché abbia un futuro sereno .

Auguri sinceri.

Pubblicato in Cronaca

Ecco cosa scrive il sindaco di San Pietro Gioacchino Lorelli:

 

ILL.MO SIGNOR SINDACO -          Presidente Ufficio di Piano   - AMANTEA

 

e, p.c.

SIGNORI SINDACI DI

BELMONTE CALABRO

LAGO

FIUMEFREDDO BRUZIO

CLETO

LONGOBARDI

SERRA AIELLO

 

Oggetto: Ufficio di piano. Dimissioni carica vicepresidente Coordinamento Istituzionale.

 

Egregio Presidente,

l’andamento della riunione di stamattina ha solo confermato i dubbi e le perplessità già in essere sia nella gestione del progetto “Home Care Premium”, della precedente amministrazione, sia nella gestione commissariale.

Del che con la schiettezza che gli è propria, ha sempre fatto constare, sia nei verbali del coordinamento istituzionale, sia tramite missive, tutte acquisite al predetto Ufficio di piano. L’azione del sottoscritto è stata sempre improntata a tutele della vigile osservanza della legalità e delle popolazioni amministrate.

Non pensa che si siano verificate le condizioni per un prosieguo di collaborazione quale vicepresidente del predetto coordinamento anche perché le Sue prese di posizioni non si discostano molto da quelle fin’ora assunte da predecessori e commissario.

Pertanto con la presente rassegna le proprie dimissioni irrevocabili dalla carica di vice presidente del Coordinamento Istituzionale.

Non me ne voglia, sig. Presidente, per la decisione presa, ma a questo punto lo scrivente non se la sente di continuare e pensa che la partecipazione, come semplice componente del coordinamento, sia la soluzione che più si confà al suo pensiero ed al suo modo di gestire alcune situazioni.

La collegialità è un bene prezioso e, per dire, la pubblicazione sul sito del Comune di Amantea del bando, senza avvisare nessuno, per l’Istituzione del registro pubblico dei fornitori per l'erogazione di prestazioni integrative nell'ambito del progetto "Home Care Premium 2017” non è certamente un buon viatico.

 

Le auguro buon lavoro.

San Pietro in Amantea 29 giugno 2017IL SINDACO  (Gioacchino Lorelli)

Pubblicato in Basso Tirreno

Pizzuti da tempo lamentava difficoltà di dialogo con i consiglieri comunali

Forti anche le difficoltà nella gestione amministrativa determinate anche dalla carenza di risorse finanziarie.

Queste le ragioni delle sue dimissioni:

“Con sommo rammarico, ritengo che l’esperienza amministrativa che stiamo faticosamente portando avanti, allo stato non sia più praticabile né abbia alcun futuro ipotizzabile.

In particolare, alla luce di alcuni episodi verificatisi in questi ultimi giorni, è del tutto palpabile e vero lo strisciante scollamento tra i componenti la maggioranza fra di loro e degli stessi nei confronti della mia persona, peraltro denunciato da più parti. Si aggiunga la pesante campagna di denigrazione nei confronti del sottoscritto…

Ho inoltre e soprattutto la netta sensazione di amministrare una macchina comunale del tutto inefficiente in ogni sua componente e col chiaro proposito di creare ad ogni piè sospinto ostacoli all’attività amministrativa…

Si aggiungano le difficoltà derivanti dallo stato di dissesto economico-finanziario che impediscono ogni e qualunque possibilità di spesa e ogni possibile intervento di riqualificazione del nostro comune…

Stando così le cose non posso fare altro che rimettere nelle mani della dottoressa Amatruda le mie dimissioni da sindaco.

Cercherò nei giorni che il Testo unico degli enti locali riserva ai sindaci prima che le dimissioni divengano effettive (20 giorni, ndr), di ricercare possibili soluzioni a quanto sopra evidenziato, anche se il compito appare improbo”.

Forse si tratta di dimissioni tattiche.

Il sindaco, infatti , può di ripensarci

La legge gli assegna entro venti giorni, per ritirare le dimissioni

Potrebbe ritirarle solo se trovasse un nuovo dialogo con la sua maggioranza e soluzione ai gravi problemi finanziari

Diversamente si andrà alle elezioni.

Pubblicato in Alto Tirreno

Questo il comunicato stampa dei parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela, Federica Dieni e Laura Ferrara:

«Il Consiglio regionale della Calabria cacci subito il consigliere Arturo Bova dalla presidenza della commissione Antindrangheta, in quanto il politico è stato socio in affari di un boss, come ha raccontato il “Corriere della Calabria”».

Lo affermano in una nota i parlamentari M5s Dalila Nesci, Paolo Parentela, Federica Dieni e Nicola Morra, insieme a Laura Ferrara, del parlamento europeo.

«Questa gravissima vicenda – proseguono i 5stelle – conferma lo stato in cui si trova la politica calabrese. Simili paradossi non esistono in alcun luogo al mondo.

Per anni Bova si è accreditato come paladino della lotta alla criminalità organizzata calabrese, arrivando, in un contesto di profonda debolezza e doppiezza della politica, a piazzarsi al vertice della commissione Antindrangheta del Consiglio regionale.

Adesso che il re è nudo, servono scelte politiche inequivocabili, anche da parte del governatore regionale, Mario Oliverio, che finora ha fatto pura retorica, con fiumi di parole sulla sua ostilità, puramente virtuale, nei confronti del malaffare, dell'immoralità e dell'illegalità».

«Inoltre – sottolineano i 5stelle – il caso imbarazza anche Nicola Fiorita, attuale candidato sindaco di Catanzaro, sostenuto in modo evidente e innegabile proprio da Bova.

Se questo è il rinnovamento della politica nel capoluogo della Calabria, non c'è da stare tranquilli». «Al di là – concludono i 5stelle – di ogni questione di carattere penale, da cui la politica deve prescindere, la Dda di Catanzaro sta scoperchiando scenari inquietanti per la classe dirigente. Emerge un quadro di assoluta inaffidabilità della politica tradizionale, che noi abbiamo sempre denunciato, subendo il biasimo e la riprovazione del vecchio sistema.

È necessario prenderne atto e ricostruire da capo il tessuto sociale e politico».

Questa, invece, la dichiarazione del presidente della Commissione regionale antindrangheta Arturo Bova:

“ L’attenzione dedicata da alcune testate giornalistiche locali in ordine a fatti che, pur non avendo nessuna rilevanza penale e pur essendo risalenti negli anni, mi impone una riflessione sul ruolo che la politica e i rappresentanti delle Istituzioni devono tenere in un momento delicato nella vita dell’intero Paese”.

“A prescindere da ogni mia personale valutazione e da ogni mio personale interesse a chiarire l’irrilevanza e la pretestuosità della notizia giornalistica che, ripeto, nulla ha a che vedere con l’operazione “ Jhonny”, a prescindere da una specchiata e riconosciuta moralità tanto nella vita privata, tanto nella vita professionale quanto, e soprattutto, nella vita istituzionale, ritengo che sia mio preciso dovere salvaguardare la Commissione che mi onoro di presiedere e l’intero Consiglio Regionale dall’esposizione mediatica e dal pregiudizio che ne deriverebbe nel faticoso e difficile processo riformatore che stiamo cercando di mettere in atto per risollevare le sorti della nostra martoriata terra”.

“Ho sempre detto, sia pubblicamente che in privato, che i rappresentanti della politica e delle istituzioni non dovrebbero mai e poi mai anteporre la loro figura privata a quella delle istituzioni o del partito politico che rappresentano”.

“Ho già detto in passato che non avrei esitato un attimo a lasciare l’incarico, qualora ciò fosse servito a rafforzare la credibilità di questa consiliatura regionale nei confronti di una disillusa, stanca e irretita opinione pubblica”.

“Siamo ad un passo dall’approvazione della legge regionale contro la ‘ndrangheta. Il Consiglio Regionale, anche grazie all’impulso della Giunta Regionale, ha approvato importanti leggi che caratterizzano e qualificano un processo riformatore che non ha precedenti”.

“A nessuno di noi è dato di frenare gli esiti collettivi di quel processo riformatore, soprattutto sotto l’aspetto della percettibilità e credibilità nei cittadini”.

“Queste considerazioni mi impongono di sospendere ogni mia attività connessa alla carica di Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta, al fine di porre fine ad un linciaggio mediatico annunciato e di fornire, ove ne fosse bisogno, ogni chiarimento politico. Lo faccio con la consapevolezza che tra poco meno di un mese si dovrà procedere al rinnovo delle cariche, comprese quelle dei Presidenti di Commissione. Un lasso di tempo che mi permetterà di fornire pubblicamente ogni chiarimento e di risalire, a ritroso, a vicende che erano state già abbondantemente chiarite nell’anno 2009”.

“Mi rammarica soltanto che si sia voluto associare una notizia giornalistica risalente negli anni, priva di qualsivoglia rilievo penale, ad una operazione giudiziaria di così grande qualità e che nulla a che vedere con la mia persona, e lo si sia fatto senza sentire neppure la necessità di chiedere al sottoscritto alcun chiarimento”.

“Mi domando in quale atto di quell’operazione sia comparso il mio nome o un qualsivoglia riferimento alla mia persona”.

“Sono stato Consigliere Comunale e Sindaco del mio paese per 21 anni consecutivi”.

“Quale sia stato il mio modo di amministrare e a quali principi si sia ispirato il mio agire politico, è sotto gli occhi di tutti. Ancor di più, da quando ho assunto la carica di Presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, legalità e giustizia sono stati gli unici due criteri ispiratori del mio agire politico. Con orgoglio ritengo di poter dire che l’intero territorio della Calabria ne sia testimone”.

“Ho percorso la Calabria in lungo e in largo, senza sosta o tregua alcuna, andando nelle scuole, incontrando il mondo dell’associazionismo e del volontariato, nelle assemblee pubbliche, nei consigli comunali aperti all’indomani di una serie incredibile di attentati, sempre dalla parte di chi subiva i soprusi del potere mafioso e, lasciatemelo dire, di chi non trovava la giusta attenzione nel mondo istituzionale. Ho sacrificato i miei affetti personali, la famiglia in primis, pur di dimostrare che c’è spazio per una politica fatta di ideali, onestà e rettitudine”.

“Continuerò a farlo nella convinzione che gli onesti mi daranno conforto e sostegno e nella certezza che abbiamo tutti gli strumenti per scrivere nei prossimi due anni, dai banchi del Consiglio Regionale, una bella pagina di storia”.

Pubblicato in Calabria

«Dimostrerò la mia estraneità alle accuse».

 

Giuseppe Paladino, vicepresidente del consiglio comunale di Lamezia, è indagato perché avrebbe chiesto appoggio elettorale alla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri.

 

L'indagine che lo coinvolge non gli consentirebbe di portare avanti «una proficua attività consiliare», così Giuseppe Paladino, indagato dalla Dda di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta “Crisalide” per avere chiesto appoggio elettorale alla cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri”, ha depositato le sue dimissioni «irrevocabili» dalla carica di consigliere comunale di Lamezia Terme.

 

«Ho rassegnato le mie dimissioni – scrive Paladino, che era anche vicepresidente del consiglio comunale, in una nota – innanzitutto per il rispetto che devo e che porto alla istituzione che ho rappresentato sin ad oggi, orgoglioso ed onorato di aver ricoperto detta carica per quasi due anni e non da ultimo per potermi difendere nella maniera migliore possibile.

 


Dimostrerò la mia assoluta estraneità a tutti gli addebiti che mi vengono mossi e l’assoluta correttezza ed onestà del mio operato.

Confido nell’operato della magistratura, certo che verrà chiarita e dimostrata – conclude l'ex consigliere comunale – la mia più totale estraneità a quanto mi viene contestato».

Pubblicato in Lamezia Terme

Pasqualino Ruberto è in carcere dal 2 febbraio, nell’ambito dell’inchiesta “Robin Hood” che gli inquirenti hanno definito “un comitato d’affari” organizzato per sottrarre fondi pubblici.

Dopo l’arresto la Prefettura di Catanzaro aveva sospeso Ruberto dalla sua carica.

Ieri la lettera dal carcere con la quale si dimette.

Questa la lettera :

“Con la presente il sottoscritto Pasqualino Ruberto, consigliere comunale del gruppo consiliare Labor, formula in modo irrevocabile le proprie dimissioni dalla carica di consigliere comunale.

Le vicende giudiziarie che hanno anche coinvolto la mia persona, non mi lascerebbero il tempo e la dovuta serenità che le funzioni del consigliere implica di avere.

Ringrazio tutti voi colleghi consiglieri per la collaborazione avuta, in questi due anni quasi, di lavoro comune nelle commissioni e nei consigli comunali.

Grazie per l’affetto e la stima dimostratami in discussioni politiche e/o di merito anche quando ci ha visti su posizioni contrapposte.

Una certezza posso darvi: è quella che non avrete mai da vergognarvi di un collega consigliere che ha potuto rubare un solo euro dalle casse pubbliche che ha gestito”.

E poi ha aggiunto: “Scrivo dall’interno di una cella nel carcere di Vibo e le condizioni non mi permettono una forma della comunicazione consona al destinatario.

Di questo, presidente, le chiedo scusa ma sono certo che ne comprenderà il motivo.

Auguro a tutti voi un buon lavoro, un lavoro che produca il meglio per la città di Lamezia Terme nel prosieguo della consiliatura.

Lamezia Terme lo merita ed io ve lo auguro con tutto il cuore, così come auguro a me di abbracciare presto la mia adorata figlia, i miei affetti più cari e la conclusione della vicenda giudiziaria che mi vede coinvolto on le giuste condanne per chi colpevole, e le giuste libertà per chi innocente.”

Al suo posto entrerà Davide Mastroianni.

È lui, infatti, ad aver totalizzato più voti nella lista di riferimento di Ruberto (candidato a sindaco nel 2015): 294 i voti ottenuti risultando il primo dei non eletti.

L’entrata di Mastroianni sarà ufficializzata nel prossimo consiglio comunale, previsto per venerdì 17 febbraio.

Pubblicato in Lamezia Terme
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