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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota del circolo PD di Amantea

“Crediamo che la città non possa continuare a vivere in questo stato comatoso. Non merita ulteriori mortificazioni e soprattutto non merita una disattenzione cosi  grave e colpevole che provoca danni a dismisura che non potranno mai essere recuperati.

L’episodio da barzelletta, a cui abbiamo assistito ieri pomeriggio, raccontato dalla stampa e che vede coinvolto l’Assessore Mazzei, è l’ennesimo esempio di divisione feroce che caratterizza i rapporti politici di un gruppo di persone che ha, oramai, perso la bussola della ragione ed è in preda ad un delirio dialettico su questioni futili e di nessuna utilità per la comunità.

È il momento di staccare la spina e delle dimissioni. È il momento di dimostrare responsabilmente alla città che la dignità ha un valore maggiore rispetto all’attaccamento alla poltrona. Che il rispetto verso i cittadini è più importante della indennità di Sindaco e di Assessore. È il momento di dimostrare di non essere sordi e ciechi e quindi di sentire e vedere che la città, la gente, vuole cambiare pagina ed è nauseata da questi comportamenti da circo. È mai possibile che la città perda un finanziamento di quattrocento mila euro e che nessuno ne risponda politicamente? È mai possibile che Tonnara non avverta un minimo di orgoglio e di dignità politica e non si affretti a riferire alla città, in seno al Consiglio comunale, sullo stato della situazione politica all’interno della maggioranza. Anzi, che non certifichi la circostanza che non ha più da tempo una maggioranza, e che forse non la ha mai avuta?

Non era mai accaduto che Amantea scendesse ad un livello così basso di qualità ed efficienza dell’azione amministrativa. Non c’è un solo problema che in tutti questi anni l’Amministrazione Tonnara è riuscita a risolvere. Solo promesse, propaganda, liti. Il Partito Democratico sta ascoltando la gente, nelle vie, nelle piazze e nei quartieri. Non c è una sola persona che manifesti apprezzamento per l’amministrazione. Ovunque serpeggia l’auspicio che si volti pagina e che gli occupatori inutili del Palazzo comunale vadano via.

Salvatore Pirillo - segretario PD Amantea

Antonio Rubino - Consigliere Comunale PD”

Pubblicato in Politica

Fuscaldo. I dissesti o presunti tali ormai diventano occasione di lotta politica, di querelle interpretative, di vicende che non riescono ad avere risposte se non giudiziarie, a dimostrazione dei grossissimi, immensi limiti della nostra legislazione finanziaria.

Non è finita la storiaccia del dissesto di Paola, non è ancora aperta quella di San Lucido, e quella di Fuscaldo si avvia fortissimamente verso le pronunce dei giudici amministrativi.

Il Gruppo Fuscaldo europea scende in piazza e ricorre al Consiglio di Stato contro il dissesto. Scrive «Finalmente - si fa luce su una delle pagine più buie della storia amministrativa del nostro comune e, finalmente, le bugie e le accuse mosse, in tutti questi mesi, dal sindaco Ramundo sono state smascherate e denudate.Tutto il fango che c’è stato buttato addosso dal primo cittadino si è rivelato per quello che era e che è: un grande bluff. Una triste storia, dall’epilogo prevedibile, che noi avevamo annunciato e che è servita solo ed esclusivamente a recare danno ad un paese in balia del degrado e di un sindaco che non svolge il proprio ruolo. Detto questo – si legge nella nota di Fuscaldo Europea - ciò che maggiormente ci fa riflettere, è comunque la natura di questi 4 milioni di euro di debiti ufficiali e certificati dall’Osl. Di questi, infatti, non tutti sono riconducibili all’amministrazione Gravina, ma addirittura più di 1 milione di euro di debiti sono stati contratti dall’attuale compagine governativa: un qualcosa di realmente aberrante e scandaloso, che ci porta, oggi, a richiedere le immediate dimissioni del sindaco Gianfranco Ramundo, il quale, per lo meno, dovrebbe iniziare a chiedere scusa ad una comunità intera, umiliata da decisioni affrettate rivelatesi, tra l’altro, per nulla sagge. Un’intera consiliatura ed un’intera maggioranza, difatti, sono state ingabbiate da un indirizzo politico errato e fuori luogo, del quale il sindaco risulta essere responsabile. Mesi e mesi di accuse, di fango e di rancori contro la passata esperienza amministrativa per arrivare a nulla, anzi: per perdere tempo e per distruggere tutto quello che, in passato, si era potuto realizzare con tanti sacrifici. Davvero una pagina buia ed oscura da dimenticare in fretta».

Poi conclude: «Alla luce della delibera dell’organo straordinario di liquidazione, abbiamo prontamente dato mandato di ricorrere, al Consiglio di Stato, contro la deliberazione di dissesto economico del comune e, in aggiunta, reputiamo alquanto opportuno ed indispensabile organizzare, per Domenica pomeriggio, un incontro pubblico con tutta la cittadinanza, per esprimere lo sdegno e la nostra forte preoccupazione per le sorti del Paese e per chiedere al sindaco Ramundo dimissioni immediate ed irrevocabili».

Pubblicato in Alto Tirreno

Lo ha annunciato personalmente, in latino. Sodano: un fulmine a ciel sereno. Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. "Chiedo perdono per i miei difetti". A marzo il nuovo pontefice

Città del Vaticano, 11-02-2013

Il Papa lascia il pontificato dal 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto.

''Un fulmine a ciel sereno''. Con queste parole il decano del collegio cardinalizio, cardinal Angelo Sodano ha commentato la decisione di Benedetto XVI di lasciare il pontificato.

Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa.

"Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono piu' adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino". "Carissimi Fratelli - ha detto il Papa ai cardinali che non si aspettavano un tale annuncio - vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino". "Sono ben consapevole - ha aggiunto - che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacita' di amministrare bene il ministero a me affidato".

Carissimi Fratelli - ha detto ancora Benedetto XVI - vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesu' Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinche' assista con la sua bonta' materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice".

Il papa ha indicato il 28 febbraio per il termine del pontificato e chiesto che si indichi un conclave per l'elezione del successore. La ''sede vacante'' dopo le dimissioni di Benedetto XVI scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio. Lo ha detto il Papa annunciando ai cardinali la decisione di dimettersi. Dovra' quindi essere convocato un conclave per l'elezione del nuovo Papa.

"Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovra' essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice". E' questa la formula pronunciata dall'85enne Papa Benedetto XVI questa mattina, in lingua latina. Il Conclave potra' dunque tenersi nel mese di marzo.

Pubblicato in Mondo

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato da Katia Stancato.

“A Sibari è accaduto qualcosa di molto grave, un vulnus irreparabile per l’immagine culturale e la tradizione della Calabria, con la città greca vivente più importante del mondo, dal punto di vista archeologico, ridotta in condizioni miserrime e inaccettabili .

Le responsabilità dell’assessore regionale alla cultura, prof. Mario Caligiuri, sono enormi ed evidenti .

La mancata attuazione dei progetti di consolidamento e di ridefinizione di tutta l’area e la superficialità plastica con la quale ci si è approcciati a un problema che andava prevenuto non consentono dilazioni di intervento, né esoneri di colpe gravi che sono oggettivamente evidenziabili

Il Presidente della Giunta Regionale , on. Scopelliti, deve ritirare la delega all’assessore regionale e predisporre un piano cadenzato per rivitalizzare un giacimento che avrebbe dovuto diventare strumento di esportazione turistica e culturale “.

Ndr. Forse se qualche cosa dei 20 milioni di euro utilizzati per Calabria Jones fossero andati alla tutela di Sibari non sarebbe stato male. Il problema è che nessuno pare li abbia chiesti e tantomeno abbia contestato le scelte dell’assessore Caligiuri. Anzi sembra che gli amministratori della zona siano stati contenti di avere avuto la presenza negli alberghi locali degli studenti calabresi. Allora forse è anche il caso di chiedere anche altre dimissioni; tante altre!

Pubblicato in Cosenza

Appena aveva conosciuto la composizione della lista Udc alla Camera l’assessore Francescoantonio Stillitani aveva annunciato l’abbandono dell’UDC e le dimissioni da assessore. Ed è stato di parola. Tra i pochi! Ed oggi ha consegnato al governatore Peppe Scopelliti le dimissioni da assessore regionale al Lavoro. Consapevole di essere stato nominato assessore in quota all’Udc, Stillitani ha dichiarato di ritenere «giusto mettere a disposizione del presidente Scopelliti, che ringrazio per la fiducia sinora accordatami, l’incarico di assessore al lavoro, formazione professionale e politiche sociali e rinnovo la mia piena fiducia e il mio appoggio a Scopelliti».

Poi ha affermato «Non me la sento di continuare a militare nell’Udc e perciò lascio il partito, non condividendone più la logica gestionale che ritengo oggettivamente ingiusta».

«Non mi riconosco più nell’Udc. In merito alle scelte di politica nazionale ho espresso le mie considerazioni in altre sedi. In merito alle scelte sulle composizione delle liste alle prossime elezioni, senza ipocrisia, dico di non condividerle. I propositi, le ambizioni, gli obiettivi di ognuno di noi devono essere coerenti e corretti». Per la cronaca va detto che Stillitani era stato piazzato (l'offerta è stata rifiutata dal diretto interessato) al quarto posto della lista calabrese dello Scudocrociato per Montecitorio e non al terzo (come lui auspicava) dietro Lorenzo Cesa e Roberto Occhiuto. I vertici del partito gli hanno preferito il presidente del consiglio regionale Franco Talarico e questa scelta non è stata mai accettata dall'esponente politico vibonese. Che ora cambierà scranno anche in consiglio regionale, andando a sedere tra i banchi del gruppo.

E non ha fatto come altri che hanno immediatamente aderito ad un altro partito o coalizione . Affatto. Anzi ha dichiarato di non voler aderire a nessun altro partito.

Pubblicato in Calabria
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