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GIUSEPPE-GRAZIANO-2«Auspichiamo che il Governo elevi il commissariato di Corigliano-Rossano a Distretto di polizia»

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – Lunedì, 17 Febbraio 2020 – «La nascita della nuova terza Città della Calabria e la recrudescenza di atti criminali che si stanno registrando, sempre con più frequenza, sul territorio della Sibaritide e di Corigliano-Rossano impongono una presa di posizione ferma da parte dello Stato. Ecco perché risulta necessario e indispensabile un’azione forte da parte del Governo. La bozza del Decreto Ministeriale sulla riorganizzazione dei presidi di polizia non prevede che il locale Commissariato venga elevato a rango di Distretto. Pertanto, ho invitato il Ministro ed il Capo della Polizia a valutare ogni possibilità per rivedere questa scelta».

È quanto dichiara Giuseppe Graziano, redattore e promotore della legge regionale sulla fusione di Corigliano-Rossano ed eletto in Consiglio regionale alle ultime consultazioni di domenica 26 gennaio scorso, che stamani ha scritto al Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e al Capo della Polizia, Franco Gabrielli, per chiedere la rettifica della bozza del Decreto Ministeriale sulla Riorganizzazione dei posti di funzione di Dirigente Superiore e di Primo Dirigente, in discussione domani (martedì 18 febbraio) con le Organizzazioni sindacali.

«Non possiamo rimanere silenti – dice Graziano – rispetto alla possibilità che Corigliano-Rossano venga tenuta fuori dalla riorganizzazione delle dirigenze. Allo stesso tempo, però, confido nell’interesse del sindaco Stasi e della deputazione parlamentare del territorio affinché, insieme, possiamo avviare un’azione persuasiva nei confronti del Governo verso una scelta di buonsenso».

«Non riconoscere la necessità di un Distretto di Polizia - aggiunge il consigliere regionale -, in un territorio che gode di un’utenza maggiore rispetto al capoluogo di provincia e che, purtroppo, è ritornato ad essere scenario di violenti atti criminali, equivale a voltare il capo dall’altra parte e a disconoscere i problemi legati alla sicurezza pubblica che ci sono e vanno affrontati nella Calabria del nord-est. E non mi riferisco solo ai fatti eclatanti di cronaca nera che abbiamo registrato nell’ultimo anno, ma anche a tutto quel mondo criminale sommerso, al racket che colpisce le attività produttive e commerciali (si legga l’entità degli interventi compiuti dalle Forze dell’ordine e dai Vigili del Fuoco per chiudere il cerchio sulla forza delinquenziale che intimidisce e soffoca il territorio) ed il dilagante fenomeno del caporalato e del lavoro nero secondo, in Calabria, solo alla Piana di Gioia Tauro. Qui – precisa - abbiamo bisogno della presenza assidua dello Stato. Dobbiamo evitare che Corigliano-Rossano e la Sibaritide vangano mortificate da un provvedimento che fomenterebbe ancora di più il pericoloso sentimento “anti-Stato” che, purtroppo – e lo dico da massimo funzionario del Corpo Forestale dello Stato in quiescenza – continua a percepirsi ogni giorno di più tra i cittadini di questo territorio, e dare – conclude Graziano - campo libero all’attività della criminalità organizzata. Pretendiamo più sicurezza». ©CMPAGENCY

Pubblicato in Calabria

Dice Giuseppe Graziano:

PAOLA (Cs) – Mercoledì, 30 Ottobre 2019 – Per tutelare un’area di alto valore ambientale non serve chiuderla all’interno di una recinzione.

Piuttosto, occorre che si facciano rispettare le regole e le leggi per evitare che posti bellissimi come monte Cocuzzo e l’Appennino calabro diventino discariche a cielo aperto.

La Calabria non ha bisogno di un nuovo Parco forestale.

 

Ha bisogno, invece, di tutelare e mettere a sistema le aree protette che già ci sono e rappresentano una ricchezza per la regione, dal Parco nazionale della Sila al Pollino per finire a quelli d’Aspromonte e delle Serre.

È quanto ha detto il presidente nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, nel contesto di un incontro con i coordinamenti territoriali del Movimento del tirreno cosentino, rispetto alla proposta di istituire un nuovo parco nell’area di Monte Cocuzzo lungo l’Appennino calabrese.

«La mia formazione personale e politica – dice Graziano - è improntata da sempre sui temi della tutela ambientale.

Ne ho fatto una bandiera della mia vita e da ufficiale dell’allora Corpo forestale dello Stato, da commissario del Parco d’Aspromonte e da direttore del Parco del Pollino ho lavorato sempre affinché in Calabria e nel Meridione si avesse sempre più una maggiore percezione della ricchezza che rappresentano per l’ecosistema e per l’economia di un territorio le aree e le riserve naturali. E ne rimango, ovviamente e senza ombra di dubbio, un convinto sostenitore».

«Con la stessa certezza e competenza acquisita in anni di lavoro, confermo che un nuovo Parco in Calabria non serve.

E questo perché il sentore comune è quella che un luogo vada rispettato solo se è tutelato.

Non è così.

Ogni angolo del nostro emisfero è un patrimonio eccezionale di cui gli uomini devono avere cura.

E dove il cittadino sbaglia, deturpando la natura e commettendo reati, è lì che lo Stato deve intervenire sanzionando e ripristinando i luoghi.

Non c’è angolo della terra che non debba essere protetto dalle regole morali e del diritto».

«Auspico allora, che la proposta di istituire un nuovo parco di Monte Cocuzzo, si trasformi in una battaglia che miri innanzitutto a proteggere un luogo che è stato preso di mira dalla barbarie dell’uomo, senza la necessità di piazzare altri paletti e cartelli.

Bisognerebbe, ad esempio, partire dal sollecitare la Provincia affinché intensifichi l’attività della Polizia provinciale, specializzata contro i crimini ambientali, ad attuare maggiori e più specifici controlli».

«Tra l’altro, l’istituzione di un nuovo parco, che è una cosa seria ed ha una regolamentazione severissima che in alcuni casi può stravolgere le vocazioni dei territori su cui viene istituito, non può avvenire senza una concreta concertazione con i territori.

E non ci sembra che la proposta del nuovo parco di Monte Cocuzzo sia passata al vaglio degli oltre 25 comuni che dovrebbero afferirvi».

Pubblicato in Paola

CATANZARO – Interpellato dal Quotidiano del Sud, Stefano Graziano, commissario regionale del Pd, ha risposto così alla convention di Oliverio di sabato scorso che lo aveva duramente attaccato: «È stata una inutile prova muscolare.

Ci appassiona la politica e non i muscoli.

Siamo in una fase politica nuova e Oliverio non sarà il candidato del Partito Democratico.

 

 

Anzi con queste operazioni si allontana sempre più dal Partito democratico».

Dunque, nessun passo in avanti verso la ricomposizione della lite.

Anzi due passi indietro considerato il tono usato nei confronti dei dem oliveriani che gli hanno consegnato cinquemila firme (ma poi, chi le ha certificate?).

La tenzone procede per inerzia, non si rompe e non si cuce.

La vecchia malattia dei democratici, la pietrificazione degli animi sperando che il tempo lenisca le ferite.

Per decifrare la questione calabrese, per capire dove si andrà a parare, conviene leggere e tradurre le notizie che giungono da fuori regione.

Più precisamente dai territori interessati alle elezioni regionali.

Ce n’è traccia persino nel documento votato per acclamazione dai partecipanti alla convention di Oliverio laddove si legge: «Non va consentito che la Calabria possa diventare merce di scambio nelle contrattazioni politiche in corso a livello nazionale.

È prioritario evitare il rischio di offrire una lettura sbagliata della realtà sociale e politica di una regione dove è in atto uno scontro tra conservazione e rinnovamento, tra assistenzialismo e sviluppo, tra trasparenza e illegalità».

Lo scambio riguarderebbe l’Emilia-Romagna con la Calabria.

E non è finita qui.

Dalla stampa campana si viene a sapere che neanche la ricandidatura di Vincenzo De Luca sarebbe certa, a fronte, peraltro, di sondaggi a lui favorevoli.

Nei giorni scorsi era stato fatto un parallelo tra Oliverio e De Luca, concludendo che quest’ultimo è un personaggio nazionale a differenza del primo.

Infatti, tanto per dire, è stato invitato al Forum Ambrosetti, alla Festa nazionale dell’Unità, viene intervistato da network europei.

Insomma, una bella differenza.

E tuttavia – secondo quanto riferisce il sito orticalab – Nicola Oddati brigherebbe per non farlo ricandidare preferendo «il magistrato Raffaele Cantone, che ha da poco lasciato l’Anticorruzione; e il Rettore della Federico II, Gaetano Manfredi.

Guarda caso, entrambi vicini al Pd e graditi ai 5Stelle».

Una purga? Chi invece mostra una certa confusione è l’onorevole Maria Elena Boschi, nuovo capo gruppo del partito di Renzi alla Camera, che – sul sito Lettera 43 – sostiene che «”Italia Viva” non corre né in Umbria né in Emilia-Romagna […] ma è possibilista sugli appuntamenti in Toscana, Calabria, Campania e Puglia».

Sulla linea della Boschi, ovvero quella di articolare le varie situazioni in base alle dinamiche politiche che emergono, è il senatore Ernesto Magorno, la punta più avanzata del renzismo calabrese.

Bruno Gemelli Il quotidiano

Pubblicato in Calabria

GRAZIANO-INCONTRIGraziano:«Disponibili a confronto e a raccogliere idee programmatiche»

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – Martedì 26 Marzo 2019 –Liste pulite che, insieme, sottoscriveranno un protocollo di legalità e trasparenza per il governo della nuova città di Corigliano-Rossano. - Massima sinergia con le associazioni anti-ndrangheta e supporto incondizionato ai cittadini e agli imprenditori impegnati nella lotta contro il racket. Lodevole l’appello lanciato nei giorni scorsi dal referente del Presidio di Libera di Corigliano-Rossano, Gennaro De Rose, affinché tutte le coalizioni assumano impegni concreti sui temi della legalità, della sicurezza, della corruzione e sulle politiche sociali. «È anche e soprattutto da qui che passa il cambiamento».

È quanto fa sapere il candidato sindaco Giuseppe Graziano, che il prossimo Sabato 30 Marzo alle 17.30 al teatro Metropol di Corigliano presenterà la Coalizione, le linee di programma e le nuove idee per la Città.

«Noi ci siamo – dichiara Graziano – e non possiamo non esserci, in prima linea, nella lotta a tutte le mafie e alla sopraffazione. Diamo disponibilità ad un incontro con il Presidio di Libera e con tutte le associazioni aderenti, avendo piacere di confrontarci e di poter ospitare all’interno nel nostro Programma elettorale proposte e suggerimenti per costruire, nel segno della partecipazione e della condivisione, una città sicura e legale che sappia unire e combattere, insieme ai cittadini, il malaffare, le sopraffazioni e la criminalità. L’inizio della mia esperienza politica iniziò sotto il segno delle parole e dell’insegnamento di Giovanni Falcone. L’uomo che pagò con la sua vita la speranza del cambiamento. Oggi, nella memoria e nell’esempio di persone e cittadini come il giudice Falcone vogliamo impegnarci per un mondo migliore e per una Corigliano-Rossano che sappia davvero unire le aspirazioni della gente e porre le sue fondamenta sulla legalità e la trasparenza. Noi a questo non vogliamo rinunciare! Anzi – precisa ancora - vogliamo farci promotori positivi di un’esperienza politica nuova che sia quanto più inclusiva di idee. E non è un caso se la prossima campagna elettorale della nostra Coalizione, che affronteremo con lo spirito di chi vuole proporsi alla Città con una visione chiara delle cose, sarà pensata proprio per portare all’interno del nostro contenitore politico le esperienze e la visione di Città che ha la gente. A questo mira la piattaforma web che sarà attiva dal prossimo martedì 2 aprile, dove ogni cittadino liberamente potrà fornire le sue proposte. Del resto, un buon amministratore – conclude Graziano - deve essere soprattutto un bravo interprete dei bisogni della sua comunità per aggredire e cercare risolvere i problemi che ci sono».

© Ufficio Stampa Graziano Sindaco

Pubblicato in Politica

denaroGraziano: Con il fondo di 600mila euro si potrebbero attivare delle borse lavoro

COSENZA – Venerdì, 20 Aprile 2018 – I soldi, con i quali una maggioranza promiscua e trasversale ha voluto finanziare quella legge per i calabresi nel mondo, discutibile per contenuti e finalità, vengano dati ai giovani. Come? Attraverso progetti validi di sostegno al reddito per tutti quei cittadini under 40 che, costretti ad andar trovar fortuna lontani da casa ed affetti, che hanno voglia di ritornare in Calabria o trovare motivazioni a rimanerci per rendersi utili nella loro terra. Si potrebbe pensare, per esempio, alla formula della borse di studio o, ancora meglio, borsa lavoro per l’avvio di meritevoli attività artigiane o di piccola impresa. Insomma, strumenti semplici e utili che aiutino a dare speranza alle nuove generazioni e che evitino di fomentare quella giusta indignazione dei cittadini che vedono proprio nelle leggi, come quella approvata martedì scorso dal Consiglio regionale, il trionfo dello spreco ed i privilegi della casta.

Il presidente de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, torna as incalzare il Consiglio ed il Governo della regione, a seguito dell’approvazione della Legge regionale in materia di relazioni tra la Regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro comunità.

Nei giorni scorsi – dice Graziano – abbiamo aperto una breccia nella discussione politica regionale, evidenziando quella che, a nostro avviso, rappresenta l’esempio plastico e concreto di come spesso vengono sprecate le risorse pubbliche. La legge per i Calabresi nel mondo, così come è stata studiata e redatta, è una legge inutile e fatta male. Perché – precisa - come dicevamo nei giorni scorsi e come ha avuto modo di ribadire anche qualche consigliere regionale con buonsenso, non ha nessuna finalità di sostegno alla disoccupazione né frena, in alcun modo, la massiccia emorragia di giovani. Anzi, a leggerla meglio, la normativa proposta da Orlandino Greco – sottolinea il leader del CCI - favorisce e spera nell’emigrazione dei calabresi così che poi possano esserci fantomatiche associazioni filantropiche di loro conterranei, foraggiate dalla Regione, pronte a seguirli nel loro cammino di integrazione nei nuovi paesi di approdo. Per fortuna la Calabria non è terra di guerre civili o di persecuzioni e non abbiamo cittadini costretti a chiedere asilo politico lontani da casa loro. C’è solo bisogno di lavoro e dignità, che una regione come la nostra può garantire se solo riuscisse a bandire i privilegi e gli sprechi di politici e amministratori.

Oliverio ed il fido Greco – aggiunge Graziano - appena rientreranno dalla “utilissima” trasferta in Argentina (dicessero poi con quali soldi sono andati in Sud America), diano un segnale forte, da subito, ai calabresi. Riportino la legge sui Calabresi nel Mondo in Consiglio con modifiche sostanziali. Cioè, tagliando tutte le spese superflue per il mantenimento di strutture e associazioni o per i fantomatici costi di funzionamento della consulta, ed inserendo un solo capitolo di spesa: quello del sostentamento al reddito di tutti quei giovani che volessero ritornare o continuare a vivere in Calabria. È vero, 600mila euro sono pochissimi per aiutare tutti. Ma sicuramente – conclude Graziano - sarebbero il segnale di come la politica, le istituzioni e la cosiddetta casta, consapevoli delle difficoltà contingenti, sono capaci di rinunciare alla propaganda e alle prebende per dare risposte ai cittadini.

Pubblicato in Calabria

GIUSEPPE-GRAZIANO 6riceviamo e pubblichiamo

Il presidente Graziano scrive a Oliverio: Rilanciare le ambizioni della struttura

AMANTEA (Cs) – Giovedì, 28 Dicembre 2017 –  La Regione Calabria inserisca nelle opere finanziabili anche il progetto di riqualificazione del Porto di Amantea, ammesso nell’ambito del bando porti emanato dal Dipartimento Lavori pubblici che prevede la ripartizione di oltre 21 milioni di euro sulle proposte ritenute idonee. È necessario rilanciare le ambizioni di una struttura strategica nell’intero bacino tirrenico. E questo è possibile solo integrando le risorse disponibili così da finanziare anche l’area portuale di Amantea.

È quanto chiede il Presidente nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, che sostenendo la vertenza incalzata da tempo da Vincenzo Lazzaroli, in rappresentanza dei cittadini, in merito alla questione del Porto di Amantea ha scritto al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio.

Il porto di Amantea – dice Graziano - rappresenta uno dei siti di approdo storico sul tirreno cosentino che ogni anno accoglie centinaia di diportisti contribuendo, di fatto, all’economia e allo sviluppo turistico del territorio. Una struttura strategica, dunque, riconosciuta anche dalla commissione tecnica che ha valutato il progetto di riqualificazione, facendolo rientrare tra i primi otto ammissibili sull’intero territorio regionale. Ora è necessario, per contribuire a rilanciare le ambizioni economiche e di sviluppo del comprensorio del basso tirreno cosentino, rendere attuativo questo progetto. Ecco perché – aggiunge – abbiamo chiesto al presidente Oliverio di integrare e rimpinguare le risorse già assegnate con altri fondi così che tutte le otto idee progettuali ritenute idonee dalla commissione di valutazione, compresa quella per il porto di Amantea, possano essere finanziate.

Questa - precisa il leader del CCI – è una vertenza dei cittadini che non può essere issata su bandiere politiche ed il cui esito positivo sarebbe un risultato grandioso per tutti. Ecco perché la stessa Amministrazione comunale dovrebbe rivolgere un’attenzione maggiore a questa problematica. Che al momento non c’è. Tant’è vero che il porto di Amantea rischia addirittura di non essere operativo per la prossima stagione estiva se – spiega Graziano - non verranno attuate le urgenti e necessarie azioni di dragaggio della darsena. Che ormai, puntualmente, tutti gli inverni si insabbia. Nell’aprile scorso, grazie ad una idea concreta proposta dal nostro movimento e sostenuta da Vincenzo Lazzaroli indicammo la soluzione, poi attuata con successo dall’allora Commissione prefettizia insediata presso il Comune di Amantea, per avviare le attività di disocclusione dell’ingresso del porto. Basterebbe, oggi – precisa il Presidente de Il Coraggio di Cambiare l’Italia– che l’Amministrazione comunale ri-adottasse sic et simpliciter quel provvedimento commissariale che prevede l’asporto dei sedimenti insabbiati in deposito temporaneo utilizzandoli, previa analisi chimico-fisica dei materiali – conclude -, per il ripascimento della costa.

Pubblicato in Politica

Ecco il comunicato con il quale Graziano spiega i fatti che hanno motivato la sentenza della Corte d’Appello in base alla quale so trova fuori dal Consiglio.

Riceviamo e pubblichiamo

CORIGLIANO-ROSSANO – Venerdì, 10 Novembre 2017 – È solo per un cavillo burocratico che mi trovo fuori dal Consiglio regionale.

Il mio posto è legittimo.

Il rammarico più grande è per la sentenza che cancella la volontà chiara di diecimila cittadini calabresi.

Che hanno fatto confluire la loro preferenza personale su di me dando, di riflesso, fiducia e sostengo alla lista della Casa delle Libertà e quindi anche agli altri candidati dello schieramento.

È quanto dice il leader nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, già Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria, che ritornando sulla decisione assunta dalla Corte d’Appello, spiega i motivi che hanno spinto i giudici a confermare la sentenza di ineleggibilità emanata dal Tribunale civile di Catanzaro.

All’epoca della mia candidatura al Consiglio regionale nella lista della Casa della Libertà – spiega Graziano – essendo dipendente di una Forza di polizia, ho dovuto presentare domanda di aspettativa. Istanza che è stata formalizzata, così come si evince da tutti i documenti depositati in fase di escussione e dibattimento, nei tempi e nei modi previsti dalla legge. Il problema sarebbe sorto nel momento in cui le pratiche di concedo sono state assunte dall’Amministrazione di riferimento che avrebbe risposto con ritardo.

Dunque, se errore c'è stato, non sarebbe da imputare a Giuseppe Graziano bensì a chi doveva compiere nei tempi prescritti gli adempimenti burocratici e non lo ha fatto. E di questo ne dovrà tener conto, sicuramente, la Corte di Cassazione presso la quale lo stesso Graziano ha annunciato ricorso.

Uscire fuori dal Consiglio regionale - aggiunge il Presidente nazionale del CCI - dopo un’affermazione così importante – essendo stato il candidato più votato nel centro destra in provincia di Cosenza ed il primo della Casa della Libertà in Calabria – chiaramente dispiace.

Anche perché le battaglie condotte in questi anni a sostegno dei cittadini e dei territori sono state tante.

Questo dispiace ma continueremo ugualmente – conclude Graziano - con più forza e determinazione a portare avanti le nostre battaglie per favorire la crescita dei territori calabresi e a far sì che si abbia il coraggio di cambiare le sorti di questa regione".

Graziano .

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La Corte d'appello conferma la sentenza del Tribunale di Catanzaro e dichiara ineleggibile il segretario-questore.

Il nuovo entrato esulta: «Si chiude una brutta pagina per la Calabria».

L'avvocato Morcavallo: «Giustizia è fatta».

Il fondatore de "Il coraggio di cambiare": «Voto tradito, ricorrerò in Cassazione».

Gentile: «Un cavillo, per Ap non cambia nulla»

Giuseppe Graziano non è più un consigliere regionale della Calabria.

Gianluca Gallo vince la sua battaglia giudiziaria e torna a Palazzo Campanella a tre anni dall’inizio della legislatura.

La Corte d’appello di Catanzaro ha infine emesso il suo verdetto: quel seggio spetta a lui.

Si chiude così una battaglia giudiziaria iniziata all’indomani del voto del novembre 2014. In un primo momento era stato il Tribunale di Catanzaro a dichiarare l’ineleggibilità di Graziano, dovuta al ritardo con cui il fondatore del Movimento “Il coraggio di cambiare l’Italia” si era messo in aspettativa dal ruolo di vicecomandante regionale del Corpo forestale dello Stato.

Il segretario-questore aveva poi impugnato la sentenza davanti alla Corte d’appello che, in accoglimento della richiesta dei suoi legali, aveva rimesso la causa alla Corte Costituzionale, al fine di valutare la legittimità della norma sulle aspettative.

La Consulta aveva infine dichiarato non fondata la questione di legittimità sulla legge che disciplina le cause di ineleggibilità e rimesso nuovamente la decisione ai giudici di secondo grado.

Che ora hanno chiuso la partita confermando il verdetto del Tribunale. Gallo, con 6.531 voti, era risultato il primo dei non eletti.

Graziano aveva invece – temporaneamente, con il senno di poi – conquistato il seggio grazie a 9.041 preferenze.

Gallo ha espresso tutta la sua gioia dalla sua pagina Facebook: «Voglio dirvelo subito, perché ve lo devo. E voglio dirvelo con la foto del momento in cui tutto ebbe inizio, qualche tempo fa: stamattina la Corte d’Appello di Catanzaro ha depositato la sentenza con cui, confermando il giudizio di primo grado, si stabilisce il mio ingresso in consiglio regionale. È stato necessario attendere quasi tre anni e scomodare la Corte Costituzionale, ma alla fine giustizia è fatta. Io sono felice e pronto a lavorare come sempre, nell’interesse generale». Dopo aver ringraziato la sua famiglia e i suoi avvocati (il padre, Francesco Paolo, e Oreste Morcavallo), il neo componente dell’assemblea regionale dichiara chiusa definitivamente «una brutta pagina per la Calabria, una vicenda nella quale si sono registrate strane intromissioni: ne parlerò nei prossimi giorni. Adesso voglio guardare avanti, al lavoro che attende me, e voi con me, secondo il mandato elettorale ricevuto: opposizione ad un governo regionale inconcludente, costruzione di un’alternativa credibile».

«Avanti, allora – conclude Gallo –, riannodando i fili della storia che ci ha visti umili protagonisti per scrivere, con grande dignità, nuove pagine nel futuro della Calabria che vogliamo».

«Sono particolarmente soddisfatto – commenta l’avvocato Morcavallo – per l’esito di un giudizio particolarmente complesso con notevoli profili di diritto costituzionale, elettorale, del lavoro, con l’affermazione della tesi che abbiamo sempre sostenuto, della perfetta equiparazione tra dimissioni e aspettativa ai fini della rimozione della causa di ineleggibilità, con una soluzione valida per tutte le elezioni. Finalmente dopo ben 3 anni giustizia è fatta e si assegna la funzione di consigliere regionale al legittimo titolare».

Amaro il commento di Graziano, che annuncia il ricorso in Cassazione: «Continuerò dritto per la mia strada. Non è certamente un cavillo burocratico che fermerà il mio operato sul territorio.

Quello costruito – lo voglio ribadire – tra la gente e per la gente.

Infatti presenterò ricorso in Cassazione e continuerò a perseguire programmi e obiettivi che ci siamo prefissi.

Renderò concreto ciò che i cittadini hanno espresso attraverso la consultazione popolare: raggiungeremo tutte le nostre mete, ad iniziare dalla città unica Corigliano-Rossano e ci prepareremo insieme verso importanti traguardi, anche nazionali.

Siamo in tanti, 10mila voti non si cancellano, continuerò sempre ad essere il vostro portavoce.

Certo – conclude – la gioia e il compiacimento degli onorevoli Santelli e Occhiuto per l’uscita dal consiglio regionale del rappresentante dell’area urbana Corigliano-Rossano, peraltro proponente del disegno di legge di fusione, rappresenta l’ennesimo atto di viltà nei confronti di questo territorio. D’altro canto però, sereno, li saluto nella convinzione che presto ci rincontreremo perché come si suole dire “il tempo è galantuomo”».

Pubblicato in Alto Tirreno

Prima si chiudono le cucine degli ospedali per risparmiare sui costi.

Poi siccome il personale delle cucine non può essere licenziato occorre trovargli “un posto”.

Sembra che molti vadano fare gli autisti in posti inesistenti.

Qualcuno anche autista di autoambulanza per non avere riduzioni dello stipendio.

Ma i costi del personale diventato eccedente è coperto dai risparmi del nuovo sistema di servizi di cucina?

E tutto ciò è legittimo?

 

Ed ancora in siffatte situazioni i costi della sanità si riducono od aumentano?

Ora della vicenda si interessa la politica e il consigliere regionale Giuseppe Graziano si domanda se i cuochi andranno davvero a guidare le autoambulanze.

Ed il personale di cucina, inoltre a quali mansioni sarà addetto? E per quali servizi?

Ed andrà a coprire posti inesistenti con ulteriori palesi illegittimità amministrative e contabili o saranno spese borse lavoro tratte sui fondi POR per riqualificarlo come uscieri od addetti al centralino od al protocollo?

 

Ora il consigliere Graziano chiede al Presidente Oliverio di aprire un dossier che faccia luce su una vicenda lavorativa paradossale se non grottesca.

E poi si pensa di licenziare ( giustamente) quelli che non lavorano

E quelli che lavorano e fanno questi pateracchi li lasciamo ancora nella sanità?.

E poi perché non si è tentato di ricollocare parte del personale nelle nuove ditte?

E perché non si è organizzata una cucina unica per tutto il tirreno cosentino, magari su Cetraro, anche per Paola e Praia a Mare, con lo stesso personale pubblico?

Come mai, infine, le cliniche private continuano ad avere cucine interne?

Ma siamo davvero sicuri che stiamo risparmiando a parità di qualità del servizio?

E chi lo ha certificato?

Forse l’ASP?

Pubblicato in Cosenza

L’accusa è quella connessa con il parco Eolico tra Borgia, Girifalco, San Floro, Squillace, Cortale e Maida.

Secondo la Procura del capoluogo, il parco eolico non aveva i necessari requisiti per ottenere il via libera

Giuseppe Graziano, è indagato in qualità di ex presidente del nucleo Via ( Valutazione di Ipatto Ambientale) della Regione Calabria assieme agli ex componenti dello stesso organismo Pasquale Maradei, Ubaldo Bertucci e Piero Danieli

Piero Danieli ha optato per il rito abbreviato.

I quattro a vario titolo sono accusai di falso ideologico e abuso d'ufficio

La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dal pm Saverio Vertuccio

L’udienza per la decisione del gup di Catanzaro è fissata per il prossimo 11 febbraio

Pubblicato in Calabria
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