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Nei giorni scorsi, per porre l’attenzione su alcune questioni che riguardano il nostro comune, ho incontrato la commissaria prefettizia, dott.ssa Aurora Colosimo.

 

 

 

L’incontro e’ servito per avviare un percorso di collaborazione e di confronto, sulle tante e diverse problematiche che riguardano la gestione dell’ente comunale.

Con la dott.ssa Colosimo abbiamo affrontato la questione del porto, le problematiche dell’isola ecologica e la gestione finanziaria dell’ente.

Sul futuro del porto abbiamo avuto ampie rassicurazioni. In questi giorni sono stati avviati i lavori per sgomberare la zona del molo di sopraflutto dall’accumulo si sabbia.

A seguire, dopo che queste operazioni termineranno, si passerà alla rimozione della sabbia che ostruisce l’imboccatura del porto.

Inoltre, ci e’ stato confermato che gli uffici comunali stanno lavorando per la presentazione della domanda riferita al bando regionale sulle Infrastrutture portuali, da presentare entro la fine di marzo. Se la domanda verrà accolta dalla Regione Calabria, per il porto di Amantea si prospetterebbe la possibilità di ricevere fino ad un massimo di 5 milioni di euro, utilizzabili, finalmente, per la risoluzione strutturale dei tanti problemi che affliggono l’importante infrastruttura.

 

Questa è sicuramente una buona notizia per i tanti pescatori di Amantea e per i diportisti che attualmente non possono utilizzare le proprie imbarcazioni, bloccate nel porto proprio a causa del noto insabbiamento, dall’inizio di Gennaio.

Il porto, quindi, a breve verrà riaperto e le imbarcazioni riprenderanno il mare!!

Sull’isola ecologica, abbiamo chiesto alla dott.ssa Colosimo di verificare se il sito risulta provvisto di idoneo sistema di captazione e convogliamento delle acque di piazzale (tra cui le acque meteoritiche di dilavamento) e di raccolta delle acque derivanti dalla caduta accidentale di liquami e/o percolato, nonché di pavimentazione impermeabilizzata (cemento industriale), per evitare infiltrazioni nel suolo di percolato da discarica che possano mettere a rischio, soprattutto, la tutela dei lavoratori che operano nell’isola.

Abbiamo, inoltre, chiesto di porre la giusta attenzione sul futuro affidamento della gestione per la raccolta differenzia e dell’isola ecologica, ponendo in essere tutte le scelte necessarie alla tutela degli attuali dipendenti che con enormi sforzi, in tutti questi anni, hanno portato avanti il servizio di raccolta dei rifiuti.

 

Infine, sulla gestione finanziaria dell’ente, la dott.ssa Colosimo è stata chiarissima; non saranno più ammessi sprechi come avvenuto nel passato.

Oggi, infatti, è più che mai importante portare avanti un’azione di risanamento dei conti, che, come purtroppo è ben noto a tutti, sono in profondo rosso.

I risultati delle nostre azioni, soprattutto sulla questione del porto, lo diciamo con soddisfazione, hanno trovato concretezza.

Ci siamo spesi e continueremo a spenderci per la nostra comunità, in modo costruttivo e propositivo, perché Amantea ha bisogno di questo!!

Ringrazio, infine, la dott.ssa Colosimo per la disponibilità che mi ha dimostrato durante il nostro cordiale incontro; sono fermamente convinto che avremo ancora modo di collaborare per migliorare la nostra meravigliosa città.

Amantea 9 marzo 2017                                             Vincenzo Lazzaroli

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Vi starete chie dendo che cosa mai c’entri la politica amante ana con il porto.

Cerchi amo di spie garlo.

Vi ricorderete che nelle fasi precedenti le scorse elezioni scrivevamo di grandi navi, ricche di gran pavesi, con capitani e marinai in divisa di alta uniforme, con programmi altisonanti ed obiettivi mirabolanti.

Bene. Indipendentemente da chi abbia vinto( o perso) la gara di apprezzamento da parte degli astanti sulle banchine ( le banchine amantean e sono sempre piene di gente pronta ad imbarcarsi), ci aspettavamo che le navi sarebbero state costantemente ormeggiate nel porto amanteano, in vista a tutti, proprio per permettere il confronto continuo tra le promesse iniziali e le realtà successive

Siamo per questo andati a vedere il porto, ma non abbiamo trovato alcuna nave; a terra, al più, legate ad un fil di ferro, le bandiere dei gran pavese.

Qualche yacht e qualche barca; e poi, in un settore fuori mano, alcune zattere; in ognuna di esse una ruota che gira in senso orario e antiorario, ma senza timone; la ruota cioè non governa la zattera ma è solo per finzione. Dicono che si tratta di zattere politiche.

Una è grande; capace di ospitare l’intero consiglio comunale. Le altre sono piccole, idonee, al massimo, per una persona.

Lo strano è che sarebbero dovuto essere 4 e da qualche giorno addirittura 5.

Invece ce ne sono solo 4. Ne manca una.

Le acque del porto sono sporche e non si riesce a vedere se per caso sia affondata. Tantomeno si riesce a rilevare se una zattera sia uscita. Delle zattere -giustamente- non si tiene conto.

Ed è inutile tentare di sapere la verità, di approfondire.

La ipotesi più logica è che la zattera sia uscita e si sia persa nel vasto mare e non abbia fatto ritorno per aver perso l’orientamento( sembra che- in verità-non abbia mai avuto nemmeno una bussola)

Un’altra ipotesi è che sia affondata. Ma allora viene da chiedersi che fine abbiano fatto i consiglieri imbarcati. Sono sulla zattera della maggioranza? Sono scesi a terra e si sono nascosti tra il pubblico del porto?

Abbiamo provato a chiamarli, ma non ci è pervenuta alcuna risposta. E’ come se non ci fossero, anzi come se non ci fossero mai stati.

E non si pongono nemmeno il problema di mantenere fede agli impegni assunti.

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Riceviamo e pubblichiamo:

Amministrazione comunale: Palese ignoranza istituzionale

Ieri ci è toccato sentir dire ufficialmente dal Sindaco di Amantea e dagli Amministratori appartenenti al Consiglio Comunale nella precedente legislatura (tanto tra i banchi della maggioranza quanto tra quelli dell'opposizione) che sul Porto di Amantea per via delle loro deleghe e "dei loro interessi" non erano minimamente al corrente del mancato collaudo e dell'assenza totale per 2 anni e mezzo degli adempimenti che le Autorità preposte avevano richiesto (sin da Marzo 2012 in una "Commissione di Collaudo" tenutasi ad hoc).

Il sequestro del Porto pertanto è stato incredibilmente giustificato dal sindaco Sabatino come una "mannaia caduta dal cielo" invece di rilevare le pesantissime colpe politiche imputabili a tutti quanti loro in virtù della mancanza di attività di controllo e di sindacato ispettivo, rientranti tra i compiti primi di ogni Consigliere Comunale, sia di maggioranza che di opposizione.

Non si trattava infatti di una semplice questione tra le tante di tipo amministrativo che un Consiglio si trova ad affrontare nel corso di una legislatura ma di una delle opere pubbliche strategiche più importanti del territorio, già sottoposta a sequestro per infiltrazioni mafiose nel 2008 a seguito dell'operazione antimafia "Nepetia". Quello a cui abbiamo assistito è un livello sconcertante di ignoranza istituzionale che provoca solo sgomento e paura per le azioni future dell'attuale giunta. Adesso il problema è uno solo: se Amantea debba accontentarsi di tale livello dell’azione amministrativa o debba chiedere di più, nella convinzione che occorra restituire dignità ad una città mortificata da troppi anni di “malapolitica”. Con questo obiettivo il MoVimento 5 Stelle di Amantea attraverso l’azione del portavoce in Consiglio e di tutto il meetup a supporto ha chiesto al sindaco impegni precisi:

- ripercorrere tutta la vicenda che ha condotto al sequestro del porto, individuare responsabilità politiche e amministrative ed eventualmente agire a tutela dell’ente;

-mostrare quella serietà che possa restituire credibilità all’ Istituzione comunale partendo dalla revoca immediata dell’incarico all’Ing. Pileggi. Abbiamo chiesto anche le dimissioni dell’assessore Tempo titolare di due deleghe fondamentali (bilancio e lavori pubblici, oltre a contenzioso e società partecipate) perché risolva le sue pendenze con la giustizia per poi assumere senza ombre incarichi amministrativi così importanti;

- contemporaneamente bisogna impegnarsi e mostrare alla Procura e agli altri enti interessati tutta la solerzia e la competenza che un’amministrazione degna di Amantea dovrebbe avere, nel tentativo di sanare le problematiche che hanno condotto al sequestro di un opera costata 10 miliardi di lire e che produce lavoro e dovrebbe portare sviluppo. A questo fine abbiamo offerto ampia collaborazione dichiarando in Consiglio che “il MoVimento 5 Stelle si rende disponibile ad un dialogo aperto sulla questione, mettendo a disposizione il proprio impegno, la propria visione politica e le competenze di cui può disporre anche con l’ausilio dei propri portavoce al Parlamento italiano e al Parlamento europeo”. L'Amministrazione dinanzi ai rilievi giuridici e politici mossi risponde con sorrisini di scherno e distrazione (non potete vederli perché hanno nuovamente rifiutato la diretta streaming della seduta consiliare richiesta dal Movimento 5 Stelle), il MoVimento 5 Stelle va avanti per la sua strada e per il bene della città!

Ecco la nota di cui abbiamo chiesto l’allegazione agli atti del verbale.

Movimento 5 Stelle Amantea

NdR Ci permettiamo di porre in evidenza lo splendido quadro posto nella sala consiliare che raffigura quel “tempo felice” in cui Amantea mancava del porto e tutti questi “problemi attuali” non esistevano.

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Gigino Pellegrino che “approfitta” della vicenda del porto per “ricordare” il potere ( qualunque sia) “legittima e avvalora i propri inganni”.

Ci permettiamo di ricordare a Gigino che il vero problema ci sembra, anche, se non soprattutto, che il popolo evita di conoscere la “verità” che potrebbe essere fortemente preoccupante e si è abitato a credere alle giustificazioni politiche spesso sostenute dal rimando alle vecchie giunte se non al destino ineludibile, così evitando di cercare i responsabili a tutti garantendo il silenzio se non il perdono !

Comunque eccovi il testo della nota di Gigino:

“E FESTA SIA

Potrebbe anche esser vero che la propaganda politica non bisogna sempre considerarla menzognera, ma è vero anche , al di là del luogo comune che indica la politica come la sede per eccellenza della menzogna, che il problema del rapporto tra politica e falsità, sia pur esso per il “bene pubblico”, sembra essere complementare al ruolo di chi governa.

Uno potrebbe anche ironizzare sulla grossolana incapacità persino nel mentire da parte dei governanti, non è possibile minimizzare il fatto che, a partire da Platone, il problema abbia costituito una vera e propria controversia.

Questo è il punto che dovrebbe rappresentare uno dei temi centrali del dibattito socio politico per poter riconsiderare i caratteri e la natura stessa del sistema liberal-democratico per quanto concerne la manipolazione che lo stesso sistema mette in atto per poter trasferire, con l’aiuto anche dei mass-media, le proprie “verità” all’opinione pubblica, pronta a subire, ancora una volta, altre umiliazioni come quelle che vedono i cittadini di Amantea, in questi giorni, sgomenti nell’apprendere  dai giornali che chi amministrava il Paese aveva occupato arbitrariamente un suolo demaniale per la costruzione abusiva di una struttura portuale. “Effettuata senza l’ottenimento della necessaria concessione”.

Non essendo, i cittadini, sufficientemente sgomenti, fieramente  subiscono un’altra punizione: “…una situazione debitoria con il Demanio che ammonterebbe a circa 3 milioni di euro”. Un’ulteriore disastro economico e di immagine di questo nostro Paese che ancora una volta si sentirà obbligato ad ascoltare le menzogne del caso.

Cosa significherà tutto ciò, da un lato, per la natura e dignità dell’ambito “politico” e, dall’altro, per la natura e la dignità della verità e della sincerità?

A questo punto bisogna tirar le somme e prendere atto che è dell’essenza stessa del potere essere ingannevole!

E’ giunto il momento, amici cari, di prendere coscienza che qualsiasi potere, politico o economico che sia, ha sempre cercato, e continuerà a farlo, di legittimare e avvalorare i propri inganni proponendone una funzione benevola e orientata al Bene Pubblico.

Il neo eletto Sindaco a proposito del sequestro del porto parla pacatamente di “dilazione nel tempo della somma di 3 milioni di euro, che il Comune di Amantea dovrà saldare con l’Agenzia del Demanio”.

Tutto questo come se la sopracitata somma, frammentata in più rate, potesse scomparire in maniera definitiva, invece di dire la semplice verità  su quei soldi.

Soldi che verranno sottratti al capitolato di bilancio in un momento così critico e disperato. 

Gigino Adriano Pellegrini”

La questione del porto e' l'emblema di una gestione scellerata di una infrastruttura che doveva diventare volano per lo sviluppo del territorio, invece e' luogo di sperpero di denaro pubblico.

Non sapevamo tutto quanto emerso dalle indagini della magistratura, sicuramente oggi possiamo dire che ha regnato per tutto questo tempo l'irregolarità .

Diventa paradossale penalizzare i pescatori e i diportisti , e , magari non arrivare ai veri colpevoli.

La magistratura faccia il suo dovere: accerti i fatti e le responsabilità , senza perdere molto tempo.

Sappiamo che e' difficile, così come sappiamo che e' importante rilanciare la struttura pensando, magari, ad una gestione diretta del Comune, escludendo da subito tutti coloro che in un modo o in un 'altro hanno avuto a che fare con il porto.

La trasparenza, la correttezza negli atti ,a questo punto e' fondamentale anche per evitare appetiti da parte della criminalità organizzata.

Gli amministratori, di allora e di oggi, (non tutti) devono chiedere scusa ai cittadini del comprensorio.

Quanto successo e' colpa loro, così come siamo convinti che il progetto faraonico per ingrandirlo, più' volte sbandierato, e' pura utopia.

Abbiamo semplicemente bisogno di mantenere l'esistente, magari risolvendo una volta per sempre i problemi legati all'insabbiamento che costringe chi usufruisce del porto a non poter uscire ed entrare nello stesso.

Ha fatto bene il Sindaco a convocare la conferenza dei servizi, prevista per Lunedì mattina.

Il governo della citta' dovrà iniziare a gettare le basi per la risoluzione definitiva dei problemi riguardanti questa infrastruttura.

Non sappiamo se e' legalmente possibile, sicuramente bisognerà chiedere alle autorità competenti, la sospensione del provvedimento magari fino a Ottobre.

Consentiremmo, in questo modo ,a tutti i pescatori, ai diportisti, agli imprenditori del posto, ai turisti di vivere una stagione estiva serena e tranquilla.

Tutto ciò non significa fare sconti a qualcuno.

Le responsabilità, per come abbiamo detto, vanno perseguite.

Questo territorio, devastato dall'inquinamento, da una disoccupazione dilagante, da una criminalità sempre più invasiva, non ha bisogno di altre mortificazioni da parte di chi pensa che l' illegalità sia l'unica pratica.

Alla politica il compito (dovere) di rimediare ai danni provocati.

Massimiliano Ianni. Segr CGIL amantea

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Francesco Saverio Falsetti (Responsabile C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca”) sull’articolo di Filippo Vairo, sottolineando che il tema del Porto per la sua rilevanza ci sembra debba continuare a ricevere ancora ben altre attenzioni e ben altri contributi acchè tutti ne sappiano e tutti se ne sappia di più, molto di più! Ecco il testo integrale della nota:

“ Grazie Filippo, fa piacere avere la percezione che quello che diciamo da sempre ha un fondo di verità, almeno ogni tanto possiamo sentirci “normali” anche noi, questo è gratificante. Prima che il Porto nascesse noi, allora giovani ambientalisti, ci siamo confrontati tra di noi e con tecnici che all’epoca gravitavano al WWF, il tuo dire di oggi conferma quanto andiamo dicendo da tempo nell’indifferenza totale da sempre (mi viene da dire …. anche la tua). Poniamo da sempre la situazione come una grande “TRUFFA”, il progetto non è mai stato supportato da studi seri e reali, è tutto un “taglia ed incolla” con i mezzi dell’epoca fotocopie ritoccate – neanche tanto – se si considera che si faceva riferimento ad un rigagnolo come se fosse un fiume capace apportare un significativo ripascimento naturale, ma il bello che anche degli sprovveduti come noi ci accorgemmo che quel “fiume” poteva solo essere considerato (almeno per portata) un solco irriguo.

La distanza dichiarata tra la linea di battigia ed il piede della SS18 differiva di circa 200 metri (misurata dal sottoscritto e da un altro socio con una banale fettuccia) da quanto riportato nella progettazione, questo significa che l’intera opera portuale è stata costruita in mare aperto, pertanto ad alto rischio insabbiamento.

Le prove in vasca erano “troppo” simili a quelle fatte per altre strutture portuali ipotizzate. Tanto era necessaria l’opera portuale per Amantea che si ritenne opportuno nominare un Assessore che si doveva interessare esclusivamente del Porto, l’opera del secolo ci avrebbe fatto assomigliare, anche per numero di presenze, a Portofino.

Parli di denunciare, ebbene noi l’abbiamo fatto, le nostre osservazioni furono inviate per raccomandata A.R. a tutti gli Enti, alla Procura e perfino al Ministero – stiamo ancora aspettando che qualcuno ci risponda.

Riteniamo assurdo parlare di ampliamento con gli importi che tu citi e che conosciamo bene, somme non giustificate da nessuna esigenza di presenze sia di marinerie locali che di turisti visti i tempi di incertezza che viviamo. I porti sono insediamenti invasivi che, qualora ritenuti necessari, necessità suffragate da opportuni studi devono trovare allocazione in darsene naturali che li inglobino, senza creare un impatto visivo obbrobrioso, quello di Amantea comunque ha una peculiarità tutta sua, è “quasi perennemente” insabbiato – forse è questo il motivo per cui si ritiene di investire in un ampliamento!? Ci siamo chiesti inoltre, quanti dipendenti effettivi e/o stagionali vi hanno trovato negli anni lavoro? Qualcuno ha mai fatto un rapporto costi/benefici/ricadute sul territorio?

Oggi ad essere contro il Porto, almeno la mattina all’edicola o per strada sono in tanti, ma vi ricordate quanti ne hanno vantato il merito per presunta paternità? L’Associazione che ho il piacere di rappresentare (WWF) lo ha ritenuto inutile da sempre, ricordandone sistematicamente il risultato nefasto che l’ha caratterizzata – allego qualche articolo a firma del sottoscritto che è passato inosservato a tanti, che mi è valso solo qualche pacca sulle spalle per sottolineare che dicevo la verità, ma si sa la verità è sempre scomoda e talvolta porta pregiudizi verso chi la ostenta.

Rimaniamo disponibili a qualsivoglia momento di confronto.

Francesco Saverio Falsetti (Responsabile C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca”)

Il Quotidiano, per la penna di Paolo Orofino, ha pubblicato oggi una sintesi della nota di Filippo Vairo, dal titolo emblematico “Il Porto? Ma quando mai!”. Rinviando alla puntuale lettura del quotidiano locale ed a quanto altro del sagace giornalista, pubblichiamo la nota di Vairo, nella sua interezza, pronti, ovviamente,a pubblicare qualsiasi nota integrativa ( per esempio di organizzazioni od associazioni ambientaliste) o di risposta da parte della locale Pubblica Amministrazione.

 

“Amantea è in continua emergenza. Il Comune insegue i problemi e non li risolve mai. Sovente li crea. Per non farsi mancare niente. Amministrare non significa fare opere che spesso non sono prioritarie, talvolta sono inutili e dannose, e altrettanto spesso servono ad alimentare la catena del clientelismo e del malaffare. Amministrare significa partecipazione e responsabilità, competenze, dedizione e presenza, studio e proposte, stare in sintonia con i sentimenti popolari, orientare l’economia, indicare la via del futuro, fare quel che si deve e di più nell’interesse generale della cittadinanza.

   Detto questo, andiamo al dunque. Occorre dire subito che l’ampliamento del Porto è una scusa. Il vero scopo è l’ennesima speculazione edilizia. La rapina del secolo. Non ci sono altre verità. Né si può credere alla buona fede dell’Amministrazione Comunale. E’ possibile credere che non si rendano conto dei gravi danni che un’opera del genere arrecherebbe alla città? Penso proprio di no. Sono in mala fede e fingono il contrario. L’eterna commedia amanteana. Un’Amministrazione Comunale che non è capace di fare le cose semplici e tenta di prospettare quelle complicate! Che non sa fare le asticelle e vorrebbe risolvere le equazioni! Ma vi pare possibile? In verità, buttano fumo negli occhi dei cittadini per restare al Comune. Ci vogliono restare, senza fare niente. Anzi, senza neppure andarci. Volli, fortissimamente volli...

   Premesso che l’intera operazione, così com’è stata orchestrata non sarà mai realizzata, perché mi sembra davvero improbabile che una qualsiasi banca, specialmente di questi tempi, possa concedere un finanziamento di 70milioni di euro ad un consorzio di imprese avente un irrilevante capitale sociale. Ma, qualora l’opera si dovesse realizzare, lascerebbe sul terreno solo degrado. Come Pompei dopo l’eruzione del Vesuvio? Forse. Certamente come le vicine Falerna Marina e Torremezzo di Falconara Albanese, che sopravvivono per due mesi all’anno e muoiono per i restanti dieci. Qualcosa di mostruoso. Un ecomostro? Sì, un ecomostro.

   Non entro nel merito delle questioni tecniche dell’opera, compreso il Piano economico, solo per evitare inutili polemiche e per non sviare le responsabilità che restano a totale carico dell’Amministrazione Comunale. Se taluni fanno cose senza senso nel campo privato, è affare loro. Altro è se a farle sono le pubbliche amministrazioni. Sono fatti nostri. D’altra parte, quando si doveva scegliere dove fare il Porto, i tecnici dissero che erano state fatte le prove in vasca e che quello attuale era l’unico sito possibile. Naturalmente, non era vero, anzi era un’evidente falsità, ma lo dicevano i tecnici e gli amministratori facevano finta di crederci.

   Tradotto in parole semplici cosa vogliono fare oggi gli amministratori comunali? E’ presto detto.

-Non avendo i finanziamenti per aggiustare il Porto, gli amministratori comunali sono entrati in contatto con un consorzio di imprese che lo farebbe con i propri soldi (?). L’operazione si chiama Project financing e prevede un costo di 90milioni di euro (10milioni per la sola progettazione), di cui 70milioni (79% del totale) con una linea di credito a lungo termine (30 anni) e 20milioni con capitali privati, divisi in tre annualità.

-Al consorzio di imprese viene assegnata l’area, riconosciuto il compito di realizzare tutte le opere residenziali e di servizio e venderle, oltre che gestire tutte le opere all’interno del Porto per la durata di 45 anni.

-Vogliono allungare il molo sopraflutto per impedire l’insabbiamento dell’imboccatura, oltre la chiusura della fascia dei frangenti, in corrispondenza della profondità di 7 mt, a circa 120 mt dalla battigia. Che precisione! Sarebbe interessante capire da dove ricavano questi dati. Anche loro hanno fatto le prove in vasca?

-Vogliono innalzare l’attuale SS.18 nei pressi del Porto e portarla ad un’altezza di 12 mt slm (+7 mt), realizzare un canale sottostante e una darsena esterna, oltre che svincoli a livelli sfalsati con quattro rampe d’innesto e una rotatoria sulla medesima strada. Sarei curioso di conoscere se è nato prima l’uovo o la gallina, ovvero se nasce prima la speculazione edilizia e dopo la darsena. Già che ci siamo, consiglierei un rifugio antiaereo, un eliporto, magari spostando quello già previsto in località Tuvolo, e almeno tre vie di fuga in caso di maremoto.

-Vogliono costruire 19 comparti edilizi, ovviamente sfruttando il rapporto tra il piano di campagna e la sopraelevazione della strada, con 250 appartamenti, albergo, ristorante, centro commerciale e servizi vari, quali Capitaneria, Club House, Primo Soccorso, Uffici, Lega Navale, Cantiere nautico, Dry storage, rifornimento di carburante, parco acquatico, impianti sportivi, anfiteatro, cappella, asilo nido, dalla cui gestione e vendita, naturalmente sulla carta, il consorzio ricaverebbe il già citato capitale privato di 20milioni di euro.

-Vogliono creare 1000 posti barca e 1000 posti auto. Ma di che stiamo parlando, del Porto di Milano?

   Una cosa enorme e mostruosa, molto simile a quella prospettata per i Porti di Imperia e di Fiumicino da un noto imprenditore romano (di cui a suo tempo anche ad Amantea si vantavano le lodi per via di parentele politiche che, oggi, naturalmente si negano. Per la cronaca, l’imprenditore è finito al fresco).

   Una cosa enorme e mostruosa, ancorché irrealizzabile, al di là del Piano economico-finanziario, in cui si parla di incassi favolosi, tanto da fare venire in mente una semplicissima domanda: se gli incassi sarebbero così alti, è possibile conoscere i conti del passato e fino ad oggi? E dove sono finiti questi soldi? E’ possibile conoscere, tra l’altro, l’ammontare delle spese di gestione?

   Una cosa enorme e mostruosa, in cui, tuttavia si parla dell’emozione di un nuovo quartiere, così da nutrire il tessuto della città, rafforzando l’identità collettiva e creando una nuova centralità. Che belle parole! Già mi trema il mento e mi viene da piangere. Peccato che non significano niente e non sono per nulla adatte alla fattispecie.

   Un ecomostro dove si parla senza pudore di un nuovo modo di intendere la connessione tra il mare e la terra, di pianificazione e gestione integrata della fascia costiera, di equilibrio e funzionalità del sistema insediativo, di protezione del territorio e qualità urbana, di sostenibilità ambientale, di compatibilità paesaggistica, con riferimento ai contenuti e alle indicazioni dei piani territoriali di riferimento e della Legge Urbanistica Regionale 19/2002. L’esatto contrario di quel che si vuole realizzare, con milioni e milioni di quintali di cemento in un fazzoletto di terreno.

   Un ecomostro, in cui si descrivono perfino le betonelle da dove spuntano i teneri fili d’erba e la necessità di salvaguardare il canneto, come se fosse una pianta in estinzione; mentre si trascurano le problematiche relative al consumo di suolo, al traffico, all’acqua e alla fognatura. Né si fa riferimento al sistema portuale regionale, a cui presto si aggiungeranno i porti di Diamante, Paola e Lamezia Terme.

   Un ecomostro che non affronta l’unica questione davvero rilevante sotto il profilo della legalità. E’ possibile continuare a cementificare il territorio? O forse non è vero che gli standard urbanistici sono stati quasi triplicati, al di là di ogni principio di perequazione e al di fuori di quel che prevede la Legge Regionale sulla casa? Amantea è una Repubblica delle banane, dove si può costruire dappertutto e tutti i metri cubi che si vogliono o è un piccolo paese che deve rispettare le leggi dello Stato italiano? Sono anni che mi occupo di questi temi, sostenendo che ad Amantea il numero delle abitazioni supera il numero dei suoi abitanti. Lo testimoniano i miei saggi sulla materia. Al proposito, ho mandato una corposa memoria (20 pagine) al sito del Comune di Amantea ed all’Architetto Carci che si appresta a concludere i lavori del Piano Strutturale in forma Associata e del Piano Strutturale Comunale (dopo oltre tre anni, quando erano stati previsti sei mesi. La questione non mi sembra legale), senza mai ricevere nessuna risposta. Come mai? E perché non sono stati costituiti gli urban centers? Perché tutto si svolge di nascosto? Se il Piano Regolatore Generale venne redatto da un commissario ad acta e approvato per decorrenza termini (che scandalo!), la stessa cosa non potrà avvenire per il PSC.

   Ora, il punto non residua nell’insipienza degli attuali amministratori comunali. Sono certo che, nonostante la loro indolenza, conoscono i dati e fanno finta di niente. Questa volta, però, questi mangia pane a tradimento non la faranno franca. Così come avevo promesso a quel galantuomo del commissario Sperti, non esiterò neppure un attimo a denunciarli all’autorità giudiziaria, a cui la presente sicuramente arriverà per altre mani; mentre non ho alcun dubbio sul fatto che la medesima autorità avvierà autonomamente un’indagine, dato l’ammontare dell’affare. Com’è noto, l’autorità giudiziaria agisce come il famoso marito cinese. E se altri vorranno associarsi alla mia denuncia, bene, diversamente farò da solo. Giacché, per fortuna, il coraggio non manca e la penna vola. Tanto per essere precisi, non mancherò, altresì, di denunciare l’Amministrazione Provinciale di Cosenza che ha il compito di dichiarare il PSA ed il PSC conforme al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Una provincia, quella di Cosenza, che si colloca al secondo posto in Italia nella graduatoria delle case non abitate, mentre Amantea occupa il quinto posto nella stessa graduatoria provinciale. Ci sarà un giudice a Berlino!

   Oltretutto, dalle carte non si capisce chi pagherà i terreni dell’esproprio e se saranno pagati prima o dopo la loro trasformazione in suoli edificabili. Né si capisce come si sia potuto procedere nello svolgimento delle gare, dal momento che il vigente PRG prevede in quell’area una destinazione diversa da quella prospettata. Permangono, altresì, forti perplessità di natura procedurale che potrebbero dar luogo a contenziosi legali, collegati alle successive modificazioni dell’opera, oggetto di gara. Si sussurra, infine, di una possibile denuncia di plagio riferita al progetto, sulla quale non mi intrattengo per evitare di alimentare la farsa.

   Per concludere, mi sembra che l’intera pratica faccia acqua da tutte le parti. Né sarei meravigliato di un suo repentino ritiro, magari scaricando le responsabilità sull’ex Assessore al ramo.

   Un amico mi ha fatto notare che la presente denuncia è piuttosto forte e questa volta prenderanno il coraggio a due mani e mi denunceranno. Gli ho risposto che sarebbe interessante: il denunciante che viene denunciato. Non vedo l’ora, benché chi non ha coraggio non può darselo. Gli consiglierei, però, di attendere ancora qualche mese, giacché potranno formare un corposo dossier sul mio conto e chi di competenza sul loro.        

   All’uccellino che mi ha fatto notare il gravissimo pericolo che starei correndo, vorrei sommessamente dire che, come al solito, non mi denuncerà nessuno, sostenendo che non ne valga la pena, quando in realtà sanno perfettamente che sarebbe peggio per loro, giacché gli consegnerei una vagonata di precisazioni che tengo sempre di riserva. Non si sa mai.

   Quattro osservazioni finali. La prima. Non ho ancora capito come mai i concittadini di Campora, di solito suscettibili perfino sulle virgole, non abbiano ancora detto una parola sulle intenzioni dell’Amministrazione Comunale. Forse perché nel caso specifico aggiungono, anziché togliere? Mi rifiuto di credere che non abbiano capito che un Porto così concepito sarebbe un disastro per tutti, soprattutto per loro. Il neo eletto Consiglio di frazione farebbe bene ad occuparsene. La seconda. Sono in molti a dirmi che perdo tempo a scrivere del Porto, dal momento che non si realizzerà mai. Concordo, ma preciso che non perdo tempo e non faccio nessuna fatica a scrivere, mentre penso che gli altri non lo facciano semplicemente per vigliaccheria. La terza. Non ho mai denunciato nessuno in vita mai, ma questa volta farei un’eccezione, visto che con le buone maniere si ottiene poco o punto. La quarta. I soliti benpensanti di quattro soldi dicono che non si può dire sempre no e che bisogna avere la capacità di proposta. La risposta è duplice. Sono anni che propongo una nuova visione di Amantea e che, nella fattispecie, non significa grandi opere (come Berlusconi, o sbaglio!), ma edilizia normale, manutenzione del territorio e recupero dell’esistente. D’altra parte, non posso ogni volta scrivere un’enciclopedia e ricevere ogni volta l’accusa di chi la fa lunga. Regolatevi voi!

   Saluti e frasche agli uomini che dire di più sarebbe già troppo. Affettuosità a tutti gli altri, che non hanno l’anello al naso. La vita è un brivido che vola via. di Filippo Vairo

 

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