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LA MISURA A CARICO DI LA RUPA

Franco La Rupa, da anni protagonista della politica locale, già finito più volte nel mirino della magistratura, ha raggiunto l’apice della sua carriera nel 2005, quando fu eletto consigliere regionale nella lista dell’Udeur (cessando dalla carica nel 2010, al termine della legislatura).

Prima ancora di ricoprire incarichi politici a livello regionale, già nel 1992, era stato eletto consigliere comunale di Amantea, rivestendo poi nell’arco di quindici anni e più volte la carica di assessore (ai lavori pubblici, personale, bilancio, turismo, sanità, commercio e pubblica istruzione) e successivamente di vicesindaco, fino a diventare primo cittadino, eletto per tre volte consecutive.

Nel 1995, inoltre, era stato anche consigliere provinciale nelle file del Ccd.

Proprio a causa delle modalità della sua elezione a consigliere regionale era stato coinvolto nelle operazioni “Nepetia” e “Omnia”, quando gli venne contestato lo scambio elettorale politico-mafioso.

Nel contesto di quest’ultima inchiesta fu condannato in via definitiva a tre anni di reclusione proprio per voto di scambio con degli appartenenti alla cosca Forastefano di Cassano allo Ionio; mentre per la “Nepetia” fu invece assolto perché il fatto non era previsto dalla legge come reato, ovvero difettava la prova che i voti fossero stati procacciati “con l’utilizzo dei metodi tipici dell’operare mafioso”.

Tuttavia, la stessa sentenza di assoluzione avrebbe dato atto dell’esistenza di presunti rapporti diretti tra La Rupa e la cosca Gentile di Amantea.

Le indagini patrimoniali condotte dalle fiamme gialle avrebbero consentito di ricostruire a suo carico un notevole complesso patrimoniale il cui valore è stato ritenuto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

Tra questi il 50% della struttura immobiliare adibita in precedenza alla casa di cura “Papa Giovanni XXIII” di Serra d’Aiello (nel cosentino).

I sigilli sono stati apposti anche ad una villa lussuosa ad Amantea; un bar sempre ad Amantea, nei pressi del polo scolastico; una grossa azienda agricola a Cleto; undici fabbricati ad Amantea e due a Cleto; trentadue terreni agricoli nel comprensorio di Cleto; tre autoveicoli, di cui uno di lusso; due polizze assicurative e diversi rapporti bancari e finanziari. Il tutto per un valore complessivo stimato in oltre 9 milioni di euro.

Da Iacchitè

Pubblicato in Cronaca

andate-a-casa-1La situazione ad Amantea e Campora è drammatica, ormai questa comunità è abbandonata a se stessa mai come ora la sporcizia la fa da padrone,  le strade le piazze non vengono pulite da oltre dieci giorni , sono invase da rifiuti siamo vicini all' emergenza sanitaria, a Campora non si  vedono operai comunali all'opera da circa un mese nelle campagne manca l'acqua da diversi giorni in alcune zone anche da mesi, gli amministratori comunali dicono che stanno lavorando ma a che cosa non si capisce, l'unica cosa che si è capito che sono specializzati nel perdere i finanziamenti pubblici. Gli uffici comunali non riescono a dare risposte, anzi l'unica risposta che danno è :"non abbiamo dipendenti esterni" . Il vice sindaco parla di riforme e potenziamento della delegazione di Campora, continuando a prendere in giro i cittadini   , è sotto gli occhi di tutti, che gli uffici della delegazione ormai sono aperti qualche giorno a settimana e in quei giorni di solito non funzionano i computer. Altra incognita dell'amministrazione Pizzino è l'assessora al turismo; praticamente e completamente assente, non si capisce quale sia la sua politica turistica, l'assessora si rende conto che Amantea è una meta Turistica?  l'estate è alle porte , e come biglietto da visita ci ritroviamo una città piena di sporcizia ed erbacce,  Possibile che in un anno di Amministrazione i cittadini e gli operatori del settore non sono a conoscenza di alcuna strategia turistica per questo Paese ? A questo punto è lecito chiedersi:  ma l'assessora al turismo Veltri che ci sta a fare? Si prospetta un'estate tremenda a causa dello stato d'abbandono in cui versano le strade e le campagne e sarà difficilissimo recuperare la lunga assenza degli operai esterni è chiaro che ormai questa amministrazione vive alla giornata senza nessuna programmazione, le promesse fatte sui palchi    sono servite solo a prendere in giro i cittadini .  Mario Pizzino e la sua squadra con le inaugurazioni e le commemorazioni tentano di distrarre i cittadini dalla loro completa inadeguatezza a governare, Amantea va amministrata devono chiaramente dimostrarlo con i fatti, e non con i soliti annunci e selfie, se ne sono capaci, altrimenti

se vogliono veramente bene a questo paese si facciano da parte . Gruppo Sabatino

Pubblicato in Campora San Giovanni

Parla Tommaso Signorelli

Sindaco PIZZINO, per l'ennesima volta, per il bene della CITTÀ di AMANTEA DIMETTITI.....

Tu che dici di essere un ALTO FUNZIONARIO DELLA PREFETTURA DI CATANZARO e nello stesso tempo ti sei vantato dai palchi di avere un CANDIDATO ESTERNO di nome LA RUPA FRANCO non hai altre possibilità se non le DIMISSIONI....

La lista azzurra, così come confermato da FULVIO CHILELLI, è stata voluta fortemente da FRANCO LA RUPA....

La maggior parte dei tuoi Assessori e Consiglieri Comunali, compreso te, si ispiravano a FRANCO LA RUPA e PRENDEVANO DIRETTIVE proprio dall'ex CONSIGLIERE REGIONALE tant'è che ogni giorno dovevano interloquire con lui o con il SINDACO ESTERNO FACENTE FUNZIONE e non perdevano mai occasione di dimostrarlo (Vedi la PARATA Processione del VENERDÌ SANTO...una vergogna).

MENO MALE CHE L'AMMINISTRAZIONE LA RUPA/PIZZINO/PD DOVEVA PORTARE FUORI DAL TUNNEL LA NOSTRA AMATA CITTÀ.....

SINDACO DIMETTETEVI.............

Nessun giornale ne ha parlato.

Nessun sito web ne ha parlato.

Nessuno politico ne ha parlato.

Eppure Franco La Rupa è fuori.

La notizia ci è stata offerta da un suo amico che ha contestato la mancata correzione dell’articolo postato ieri dal nostro sito.

 

Rapido e frenetico giro di telefonate alla ricerca di una conferma.

Molta la sorpresa alla sola domanda.

Nessuno ne sapeva niente.

Poi le prime informazioni che confermavano la possibilità della liberazione dell’ex sindaco.

La ragione starebbe in un clamoroso errore giudiziario per la mancata applicazione dell’ultimo indulto.

Infine le prime testimonianze.

Franco La Rupa è a Piazza Commercio.

Non poteva essere arrestato.

Disattenzione od abuso, non è dato sapere.

Né c’è da attendersi una dichiarazione stampa, stante la assoluta discrezione dell’ex sindaco amanteano

Solo un giro veloce per la città per fare sapere che è fuori

Domani ne sapremo di più!

Pubblicato in Politica

Amantea. L’ex sindaco di Amantea e già consigliere regionale nonchè imprenditore Franco La Rupa, 60 anni di Amantea, torna in carcere per il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

L’ordine per la carcerazione è stato emesso oggi dalla Procura Generale presso Corte d’appello di Catanzaro.

Dovrà scontare tre anni di carcere il politico interdetto dai pubblici uffici per cinque anni.

La Rupa era stato coinvolto nell’operazione “Omnia”, in cui fu accusato di aver consegnato al boss di Cassano allo Ionio (Cs), Antonio Forastefano, la somma di 15.000 euro in cambio di un pacchetto di voti che sarebbero stati fondamentali per la sua elezione a consigliere regionale nel 2005.

La Rupa venne condannato a 5 anni, in primo grado. La Corte d’Appello di Catanzaro lo condannò poi ad una pena di 4 anni, ma la Cassazione ha poi annullato, con rinvio, la condanna.

La condanna a tre anni di reclusione che La Rupa deve scontare sarebbe in relazione ai fatti di Cassano allo Ionio, il sostegno che avrebbe ricevuto dalla cosca di ‘ndrangheta dei Forastefano in occasione delle elezioni regionali del 2005.

L’ordinanza è stata eseguita nella giornata dai carabinieri della compagnia di Paola, alle direttive del comando provinciale di Cosenza diretto dal tenente colonnello Piero Sutera.

Finite le formalità di rito per La Rupa si apriranno le porte del carcere di Paola.

Appena pubblica la notizia ecco cosa scrive la consigliera comunale Francesca Menichino:

Non è una misura cautelare come il 21 luglio scorso.

Ma un'esecuzione di pena per voto di scambio politico-mafioso, pare a tre anni di reclusione.

La Rupa, che ad Amantea e non solo conosciamo tutti, aveva forzatamente messo da parte il suo "patrimonio elettorale" ed era incandidabile per via delle note vicende giudiziarie, ma è stato rimesso in gioco l'anno scorso da Mario Pizzino, Concetta Veltri, Ianni Palarchio, Caterina Ciccia e quant'altro.
Senza dimenticare che Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo avevano voluto il segretario del PD amanteano Enzo Giacco candidato nella storica lista di La Rupa, la Lista Azzurra.

Oggi questa lista che guida la città di Amantea e che ha apertamente rivendicato di ispirarsi all'amico Franco, il diciassettesimo uomo, dovrebbe fare solo una cosa: andarsene a casa in fretta.

Non c'è più nemmeno spazio per il garantismo vergognoso di Pizzino.

SINDACO ABBI RISPETTO DI TE STESSO E DEI CITTADINI AMANTEANI, E DIMETTITI SUBITO.

DIMETTETEVI TUTTI.

Pubblicato in Politica

Il Processo Nepetia aveva portato allo scioglimento del consiglio comunale, scioglimento poi annullato dal Consiglio di Stato.

Ora una raffica di assoluzioni e di riduzioni di pena comminate dalla Corte d’Appello di Catanzaro ce ribaltano in buona parte la sentenza di primo grado del processo Nepetia, scaturito dall’omonima operazione scattata nel 2007 ad Amantea contro la cosca Gentile-Africano e le presunte infiltrazioni mafiose negli appalti del comune.

Ecco le assoluzioni:

Franco La Rupa, ex consigliere regionale ed ex sindaco del centro tirrenico ( da 7 anni alla assoluzione);

Tommaso Signorelli ex assessore comunale ( da 6 anni alla assoluzione);

Franco Berardone ex assessore comunale ( da 1 anno e 8 mesi alla assoluzione)

Con l'assoluzione dei politici amanteani crolla il castello accusatorio che legava il mondo della politica a quello della potente 'ndrina amanteana

Antonio Coccimiglio imprenditore (da 1 anno e 8 mesi alla assoluzione)

Settimio Coccimiglio imprenditore(da 1 anno e 4 mesi alla assoluzione)

Venturino Sposaro ( da 2 anni e 8 mesi alla assoluzione),

Antonio Sposaro ( da 2 anni e 8 mesi alla assoluzione),

Ecco le condanne:

Giovanni Amoroso (da20 anni e 4 mesi a 13 anni e 6 mesi), per il ferimento di  due carabinieri, che nel 2007 lo avevano individuato durante la latitanza ad Amantea;

Natale Rizzo (da 10 anni ad 8 anni e 10 mesi).

Paolo Launi (7 anni e 4 mesi),

Giuliano Serpa (da 2 mesi a 4 anni)

Ulisse Serpa (da 4 anni e 2 mesi a 4 anni).

Gianluca Coscarella (da 1 anno ed 8 mesi a 1 e 3 mesi),

Angelamaria Marano (da 2 anni e 4 mesi ad 1 e 3 mesi),

Concetta Schettini ( da 7 anni e 6 mesi ad 1 anno e 6 mesi per il reato di turbativa d'asta)

Pubblicato in Cronaca

Il 16 ottobre del 2014 scrivevamo che “Tommaso Signorelli potrebbe “uscire bene” dal Processo Nepetia”.

 

E ieri 18 febbraio 2015,quattro mesi dopo, ecco la sua assoluzione.

Profetici?

No, giornalisti attenti alle cose del nostro tempo, del nostro paese.

Lo avevamo intuito dalle parole del Procuratore Eugenio Facciolla che nella sua lunga requisitoria nel processo “Nepetia” aveva fatto cadere il reato di Associazione a delinquere di stampo mafioso, per giungere , tutta più al reato di concorso esterno pur mancando gli elementi probatori.

Quelle parole che lui ha riferito felice ai suoi più intimi amici di Amantea e che ci sono state riportate.

La sperava anche Signorelli questa assoluzione.

E ieri sera quando il giudice ha letto la sentenza chiedendola e tra l’altro perché il fatto non sussiste il politico amanteano è scoppiato in un pianto dirotto ed ha abbracciato gli amici che da sempre gli sono stati vicini in quel lungo calvario che è stata la sua vita in questi ultimi anni.

 

Finisce così una vicenda processuale che ha macchiato non solo la sua persona ma anche la città che ne è uscita sporca, viziata.

I primi dubbi con la pronuncia del Tar calabria e del Consiglio di Stato che aveva annullato lo scioglimento del consiglio comunale.

Se Lui era il politico di riferimento come mai restava , da solo, nella vicenda Nepetia- si chiedeva la gente?

Ed oggi la domanda si pone ancor più visto che la Corte ha pronunciato la assoluzione anche di Franco La Rupa e di Franco Berardone.

Tutti i politici escono onorevolmente ed a testa alta fuori dal processo.

La politica amanteana, di quel tempo, almeno , non era collusa con la ‘ndrangheta.

Non resta che prenderne atto, come per tutte le sentenze della magistratura ed attendere la sentenza integrale.

Qualche riflessione forse dopo dovremo farla tutti.

Qualche riflessioni su “altri” , su quelli che sono stati gli accusatori.

Ma forse resteranno riflessioni e semplici giudizi morali.

Pubblicato in Cronaca

Si è svolto oggi 18 febbraio presso la Corte di Appello di Catanzaro il secondo Round del processo Nepetia che vide coinvolti Franco La Rupa ed altri 50.

 

Il processo ebbe inizio nel dicembre 2007.

Poi si divise in due tronconi.

Un gruppo scelse il rito abbreviato, un altro gruppo scelse il rito ordinario.

Questo secondo gruppo venne sottoposto al giudizio della collegiale del Tribunale di Paola che emise una serie di importanti condanne ed insieme 8 assoluzioni.

 

Tra le condanne:

Franco La Rupa, ex consigliere regionale e più volte sindaco di Amantea, accusato dalla Dda di voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa, condannato a sette anni di reclusione e al pagamento pagamento spese processuali.

Tommaso Signorelli, ex assessore comunale è stato condannato a sei anni e al pagamento delle spese processuali;

Antonio Coccimiglio è stato condannato ad un anno e 8 mesi, oltre a una multa di 1.600 euro e spese processuali;

Settimio Coccimiglio, è stato condannato ad un anno e 4 mesi, e pagamento spese processuali;

Gianluca Coscarella è stato condannato ad un anno e 8 mesi, oltre al pagamen- to delle spese processuali e di custodia cautelare;

Paolo Launi, braccio armato della cosca amanteana, è stato condannato a 7 anni e 4 mesi ed a pagare 1.600 di multa oltre spese processuali e di custodia;

Angela Maria M., condannata a 2 anni e 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare;

Natale Rizzo è stato condannato a 10 anni di carcere, oltre al pagamento di 1.800 euro di multa ed alle spese processuali e di custodia cautelare;

Concetta Schettini, ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Amantea, è stata condannata a 7 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 3.000 euro ed alle spese processuali, atteso il vincolo della continuazione;

Giuliano Serpa, ex capo della cosca Serpa di Paola, già condannato in sede di tribunale di Catanzaro è stato condannato a 4 mesi di reclusione oltre al pagamento di 400 euro di multa;

Ulisse Serpa, componente dell’omonima cosca, è stato condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 19.000 euro.

Antonino Sposaro è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;

Venturino Sposaro è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;

Francesco Berardone è stato invece condannato a un anno e 8 mesi di reclusione, più 1.600 euro di multa, oltre al pagamento delle processuali;

Giovanni Amoroso, intraneo alla cosca rosarnese Pesce-Bellocco, colpevole di tentato omicidio, è stato condannato a 20 anni e 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali;.

Oggi la sentenza della Corte di Appello che ha mandato assolti Franco La Rupa, Franco Berardone e Tommaso Signorelli.

Pene ridotte per altri.

Pubblicato in Politica

Si sta svolgendo presso la Corte d’Appello di Catanzaro il processo “Omnia” che vede inquisito l’ex sindaco di Amantea ed ex capogruppo regionale dell'Udeur, Franco La Rupa, ed il presunto , presunto boss dell'omonimo clan del Cosentino Antonio Forastefano.

Il sostituto procuratore generale dr Eugenio Facciolla ha concluso la propria requisitoria ed ha chiesto la conferma della pena a 5 anni di reclusione per voto di scambio politico-mafioso inflitta dal GUP di Castrovillari Loredana De Franco il 18 luglio del 2011, al termine del giudizio abbreviato.

Chiesta anche la conferma a due anni e sei mesi per Antonio Forastefano, nel mentre divenuto collaboratore di giustizia.

È stato proprio lui a tirare in ballo il politico amanteano. Nelle sue dichiarazioni Forastefano aveva raccontato che La Rupa lo aveva contattato per ottenere un sostegno alle regionali del 2005, nelle quali l'esponente politico era in campo per l'Udeur. Per ottenere quell'appoggio, il capo clan avrebbe chiesto e ottenuto una somma in contanti – trentamila euro – che l'ex sindaco di Amantea avrebbe fatto recapitare all'uomo.

Il processo è stato rinviato al 16 aprile per le arringhe dei difensori, l’avvocato Francesco Gambardella per La Rupa, e l'avvocato Ernesto D’Ippolito per Forastefano, e la sentenza.

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