BANNER-ALTO2
A+ A A-

E’ la riprova che la Chiesa è pronta ad accogliere tutti gli stranieri e tutti gli immigrati.

Non solo come preti e monache, ma anche come fedeli.

E’ la conferma della scelta fatta dalla CEI che ha ospitato 100migranti della Diciotti.

Anche se poi la gran parte di loro è andata via disimpegnando la CEI dai costi della loro ospitalità.

La Chiesa così conferma che gli immigrati hanno solo diritti: diritto di entrare nel nostro Paese, di essere accolti a prescindere, di poter andare dove vogliono e quando vogliono.

La Chiesa però in questo modo manca ai propri impegni con lo Stato Italiano perché si era resa disponibile a farsi carico di loro, ma in realtà non lo ha fatto, perché nessuno ha controllato questi immigrati. Ora nessuno sa dove si trovano, e a quanto pare nessuno pagherà per questo.

Parole allora,soltanto parole!

Parole come quelle di Morosini pur grande saggezza ed umanità

«Senza accoglienza, senza solidarietà, senza prossimità, senza apertura al diverso, senza il coraggio dell’ascolto, senza la tutela della dignità di tutti, noi condanneremo i giovani a vivere in una cultura disumana e barbara che nulla ha da spartire con i grandi valori del progresso e della tradizione culturale e cristiana».

Poi ha aggiunta «La xenofobia non è né ragionevole né cristiana. Supplico la Vergine consolatrice di non far giungere, anche tra noi, come sta accadendo in altre parti d’Italia e d’Europa, il vento della xenofobia: terribile parola che significa odio contro lo straniero e il diverso.

La paura degli stranieri, degli immigrati ed il conseguente odio nei loro confronti, è una condizione che non ci appartiene, né come italiani, né come calabresi.

Noi, per tradizione e cultura, abbiamo sempre trattato con rispetto e amore chi è “diverso da noi”, con tutto l’aiuto di cui siamo capaci.

L’impegno legittimo a correggere tutti gli errori, le storture e gli inganni del fenomeno migratorio degli anni passati, se mai esistiti, non può giustificare l’ondata di xenofobia che sta invadendo l’animo di tanti italiani ed europei».

Quello che non si comprende è a quali errori, storture ed inganni del fenomeno migratorio degli anni passati, egli si riferisca.

Tanto più perchè immediatamente aggiunge “se mai esistiti”

E quello che ancora meno si comprende è perché questa pseudo xenofobia- come lui dichiara- stia “ invadendo l’animo di tanti italiani ed europei”.

Sono forse folli?

Sono forse anticristiani?

Sono forse incolti e barbari?

Ed ancora, coloro che non sono xenofobi ma che semplicemente amano i loro simili andranno all’INFERNO?

Ovviamente se Italiani.

Perché non leggo di vescovi francesi, spagnoli, tedeschi che invochino questo amore esclusivo per gli stranieri e dimentichino gli altri poveri, quelli che parlano la loro lingua , che hanno i medesimi valori, la medesima cultura.

Pubblicato in Mondo

San Ferdinando La polizia ha sgomberato a San Ferdinando, un capannone industriale dismesso da anni e che nel tempo è stato occupato da centinaia di migranti che stazionano nella Piana di Gioia Tauro per cercare un impiego nei campi per la raccolta degli agrumi.

In inverno ci vivevano anche in 500 persone.

Il dispositivo è scattato dopo che l’autorità giudiziaria ha disposto la restituzione del manufatto ai proprietari, una famiglia di Gioia Tauro coinvolta in passato in inchieste giudiziarie che avevano portato anche al sequestro del capannone industriale.

Dopo l’assoluzione dalle accuse a loro contestate, l’autorità giudiziaria ha disposto la restituzione del bene, che nel frattempo è diventata la dimora di centinaia di immigrati.

Un capannone che d’inverno, nei mesi della raccolta delle arance e dei mandarini, arrivava a ospitare anche fino a 500 migranti.

Allo sgombero del manufatto, nel quale vivevano circa duecento immigrati, si è arrivati dopo una serie di mediazioni avviate dal commissariato di polizia di Gioia Tauro per convincere i migranti a spostarsi in un’area attrezzata con tende nei pressi della nuova tendopoli di San Ferdinando.

Le operazioni, alle quali hanno partecipato anche reparti operativi della Polizia di Stato, si è svolta senza alcun incidente.

Il capannone è stato quindi chiuso e recintato per evitare che venga nuovamente occupato.

Poveri migranti!.

Adesso non possono nemmeno occupare un capannone per giunta inutilizzato?

Ma che Italia è questa?

Prima li fa venire, poi non gli da né un lavoro, nè una casa e se occupa un capannone li sfratta!

Chi li ha fatti venire ha grandi responsabilità!

Pubblicato in Calabria

Verona- Sono sospettati di oltre 30 rapine in abitazioni tra il Veneto e la Lombardia, tutte con violenze contro i proprietari, i quattro nordafricani arrestati dai carabinieri di Verona e di Rovigo. L'ultimo episodio ieri in una villa nel mantovano.

La banda, secondo quanto accertato dall'Arma, agiva principalmente tra le province di Verona, Mantova e Rovigo.

I proprietari, spesso anziani, colti anche nel sonno, venivano picchiati con veemenza e minacciati di morte al fine di consegnare denaro o altre cose di valore.

E' durata una notte intera fino all'alba l'operazione compiuta da 12 pattuglie dei carabinieri di Verona e Rovigo per arrestare, con un blitz, i 4 marocchini che alcune ore prima avevano picchiato selvaggiamente due fratelli in una casa di Goito (Mantova) per rapinarli di un migliaio di euro tra denaro, orologi e qualche oggetto di valore.

Gli indagati, tra i 25 e i 30 anni, sono irregolari, tutti con precedenti, alcuni dei quali in attesa di giudizio per fatti analoghi.

I malviventi hanno agito, come nei precedenti casi, sfondando la porta d'ingresso e, una volta in casa, hanno colpito al volto, con un piede di porco, uno dei due fratelli che s'era svegliato di soprassalto, rompendogli lo zigomo, per farsi dire dove tenevano la cassaforte. Che non c'era, come in tutte le altre case.

Poi hanno arraffato quel che hanno trovato e sono fuggiti. Quando le due vittime hanno chiamato il 112 l'Arma di Verona, con i colleghi di Rovigo, ha accerchiato una vasta area alla ricerca dei fuggitivi.

I carabinieri avevano messo sul campo una sessantina di uomini, anche in borghese, dopo che nella zona, ad agosto, a cavallo delle due province, erano stati fatti 15 assalti, tutte in case isolate nella campagna, e a danni quasi sempre di anziani, tutti finiti in ospedale per le percosse ricevute.

Le vittime avevano riferito che i banditi agivano in meno di una decina di minuti, portavano il passamontagna, avevano tute da lavoro e li percuotevano con un piede di porco. Lo stesso modus operandi di Goito dove l'auto usata per la fuga è stata intercettata, all'alba, da un pattuglia dei carabinieri che si erano insospettititi perchè era rubata.

Così gli investigatori anzichè bloccare i passeggeri ha preferito pedinarli fino a Legnago, dove tre nordafricani sono saliti in una casa, mentre un quarto si è diretto a Giovanni Lupatoto (Verona), entrando in un'altra abitazione.

L'Arma ha atteso qualche ora prima di compiere il blitz in entrambi le dimore, arrestando i 4 marocchini che hanno reagito violentemente.

Nelle perquisizioni è stata trovata refurtiva di Goito e altra attinente ad altre rapine, oltre ad un machete, piedi di porco, bastoni e una pistola scacciacani“.

Ndr E se i Carabinieri si stancano?

Poverini non hanno un lavoro!

Pubblicato in Mondo

Non è uno scherzo .Finora i migranti arrivavano solo con i barconi

Ora no!

Ora usano velieri da 12 metri.

E fanno un viaggio lunghissimo.

Dal Bengala in Italia, in linea d’aria ci sono circa 7000 km.

 

 

Via mare sono molti di più.

Chi parte dal Bengala con un veliero da 12 metri deve attraversare il Pacifico, entrare nel Mar Rosso e poi attraversare quasi tutti il Mediterraneo.

E per caricare i Pakistani deve navigare anche nel mar Arabico dopo aver circumnavigato l’India.

Il mistero principale di questi viaggi è sapere chi guida questo veliero.

Un Bengalese od un Pakistano?.

L’ultimo veliero è sbarcato lungo le coste del crotonese, a Capo Cimiti nel territorio del Comune di Isola Capo Rizzuto, all’interno dell’Area marina protetta Capo Rizzuto.

Del gruppo, arrivato a bordo di un veliero di 12 metri, fanno parte 27 pakistani e 5 bengalesi.

Tra loro anche 4 minori e due donne.

A dare l’allarme è stato il proprietario del fondo attiguo al tratto di costa che i migranti avevano già raggiunto dopo essere scesi dalla barca.

Sul posto è intervenuto il dispositivo di soccorso del quale ha fatto parte anche personale della Croce Rossa e della Misericordia.

Sullo sbarco indaga la Polizia di Stato.

Gli investigatori stanno cercando chi ha costruito il veliero, a quale nazione appartenesse, chi lo abbia pagato, quanto abbia pagato, chi lo abbia guidato ed altro.

Comunque sia ora l’Italia ha un veliero in più!.

Chissà se lo Stato ne regalerà qualcuno anche al Comune di Amantea da tenere nel nostro porto?

Forse il comune potrebbe richiederlo.

Nel nostro porto farebbe una bella figura. Magari solo arredato di bandierine.

Pubblicato in Amantea Futura

Una notizia meravigliosa.

Una Chiesa vera e non virtuale.

Non parole, ma fatti.

Il piano della Chiesa per raddoppiare i posti per i migranti. In Italia e in Europa.

Ma la vera partita, se possibile ancora più difficile, si gioca nel cuore dell'Europa.

La Chiesa mira a estendere il modello dell'accoglienza diffusa anche nelle diocesi europee a più forte tradizione cattolica.

Dove, in base alle prime stime potrebbero essere creati per i migranti fino a 250 mila posti, tutti sovvenzionati con risorse ecclesiastiche.

E a prescindere dallo status: richiedenti asilo o migranti economici sarebbero accolti tutti, senza distinzione.

“Secondo quanto riporta il Messaggero nella sua edizione cartacea l'impegno cui pensa la Chiesa dopo essersi già fatta carico di cento migranti della nave Diciotti che saranno ospitati dalla Cei in una struttura a Rocca di Papa, alle porte di Roma è di raddoppiare l'accoglienza dei migranti nelle strutture diocesane, fino a 30-40 mila posti aggiuntivi.

Il progetto della Chiesa

Si apre dunque una nuova fase, in cui la Chiesa sarà impegnata a tutto campo nell'accoglienza, sia in Italia che in Europa.

L'obiettivo, ambizioso ma non irrealistico - si legge sul Messaggero -è quello di fare posto nel Vecchio Continente a 250 mila persone tra richiedenti asilo e migranti economici.

Un progetto ambizioso considerato che dall'Europa sarà difficile attendersi soluzioni concrete all'emergenza degli sbarchi. Sarà dunque compito del Vaticano presentare soluzioni all'Europa.

La frattura

A complicare ulteriormente la situazione sono i fedeli.

Secondo il Messaggero, sul tema dell'immigrazione si è aperta una faglia profonda tra i fedeli, sempre più intolleranti e diffidenti verso lo straniero, e il dettato del Vangelo che al contrario si fonda sull'amore per il prossimo.

I sondaggi assegnano a favore del pugno di ferro di Salvini sette cattolici su dieci.

Il problema dunque è come fare ad accogliere di più senza inimicarsi i fedeli.

Il piano per l'Italia

Saranno formati piccoli gruppi di persone per rendere più sostenibile l'impatto con la gente del luogo.

Saranno sistemate nelle diocesi che ancora non hanno risposto all'appello per l'accoglienza.

A oggi infatti nelle strutture ecclesiastiche risultano presenti circa 25 mila persone, ma sono soltanto in 136 diocesi su 220, ossia il 60%.

Si tratta di canoniche, seminari, associazioni, strutture ecclesiali, episcopi. La maggior parte fa capo al sistema dei Cas, i Centri prefettizi di accoglienza straordinaria, mentre un 16% è compreso nel sistema sprar gestito dal Viminale con i Comuni.

Si tratta di posti sovvenzionati dallo Stato - spiega il quotidiano romano -con i famosi 35 euro al giorno, in base al concetto di sussidiarietà dell'articolo 118 della Costituzione. Se si guarda alle persone interamente a carico dei fondi ecclesiali, siamo a quasi tremila migranti accolti dalle parrocchie - più o meno l'equivalente di quanti sono nello Sprar - e500 in famiglia. L'intento è coinvolgere le diocesi che ancora mancano all'appello per raddoppiare, o quasi, il numero di ospiti (sia in forma sussidiaria che con risorse autonome).

Laddove si lamentano carenze di risorse, si cercherà di provvedere con erogazioni compensative ad hoc, tratte dall'otto per mille, finanziamenti privati, offerte e risorse Caritas.

Un modello da esportare in Europa

Per ampliare l'integrazione, la chiesa confida anche sui corridoi umanitari ideati dalla Comunità Sant'Egidio (circa duemila profughi accolti in tre anni in accordo con lo Stato) e si punta a stanziare inoltre nuove risorse per il tutoraggio che finora ha assegnato a famiglie o singoli accolti in case della diocesi e di organizzazioni cattoliche 500 persone, tutte a carico della Chiesa.

Ma la vera partita, se possibile ancora più difficile, si gioca nel cuore dell'Europa. La Chiesa mira a estendere il modello dell'accoglienza diffusa anche nelle diocesi europee a più forte tradizione cattolica. Dove, in base alle prime stime potrebbero essere creati per i migranti fino a 250 mila posti, tutti sovvenzionati con risorse ecclesiastiche. E a prescindere dallo status: richiedenti asilo o migranti economici sarebbero accolti tutti, senza distinzione”.

Una grande Chiesa. Un grande Papa.

Ovviamente resta qualche problema.

Almeno tre.

Il primo è che cosa farà la Chiesa con gli altri milioni di profughi che sbarcheranno appena si saprà questa meravigliosa opportunità?

Il secondo è di sapere se la Chiesa offrirà un lavoro ai migranti economici o scaricherà il problema sugli Stati?

Il terzo è sapere se gli Stati europei saranno d’accordo.

Pubblicato in Mondo

Anche il Vescovo di Cassano ha affermato di voler ospitare le persone che sono state recluse nella nave Diciotti.

I migranti della nave Diciotti ospitati dalla Chiesa italiana “saranno trasferiti quanto prima, nelle prossime ore vicino Roma nel centro di Ariccia dell’Auxilium, in attesa di essere ospitati nelle tante diocesi che hanno dato la disponibilità: Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano all’Jonio, Rossano Calabro, per citare solo quelle di cui sono a conoscenza”.

Lo dice al Sir, l’agenzia dei vescovi italiani, don Ivan Maffeis, sottosegretario Cei e direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali”.

Ma ci tiene a precisare, contrariamente a quanto avevamo sperato che “Questa è una risposta di supplenza. Non è ‘la risposta’. La risposta di un Paese democratico matura attraverso ben altri processi. Ma anche risposte di solidarietà e di umanità come questa possono aiutare a sviluppare una cultura dell’accoglienza”, spiega don Maffeis.

Consapevole del rischio che la CEI corre a proporsi come ricevente dei milioni di profughi cattolici pronti a venire in Italia ospiti della Chiesa don Maffeis chiarisce che “È stata una scelta della presidenza Cei, legata alla volontà di uscire da una situazione di stallo in cui queste persone erano da diversi giorni – precisa -. Davanti ad una situazione insostenibile dal punto di vista umanitario si è scelto di non andare avanti con comunicati ed appelli generici ma di intervenire offrendo una disponibilità all’accoglienza concreta, fattiva ed immediata”.

Insomma una finta , tanto per stimolare gli stati a fare quello che la Chiesa ritiene sia un “LORO” dovere.

Dal punto di vista logistico “i migranti saranno trasferiti quanto prima, nelle prossime ore, nel centro di Ariccia dell’Auxilium, in attesa di essere ospitati nelle tante diocesi che hanno dato la disponibilità” spontaneamente, “noi non abbiamo fatto alcun appello”. Ancora non si sa quanti effettivamente saranno accolti dalla Cei: “La Chiesa italiana è disposta a prendere tutti quelli che hanno necessità di essere accolti, non abbiamo fatto una questione di numeri”. Nelle strutture diocesane della Chiesa italiana sono già accolte tra le 26 mila e le 28 mila persone. La Diocesi di Cassano allo Ionio conferma di aver dato la sua disponibilità alla Cei ad accogliere alcuni immigrati sbarcati dalla “Diciotti”. Ad annunciarlo è il vescovo di Cassano, mons. Francesco Savino. “Ho dato alla Cei – afferma il presule – la disponibilità ad accogliere alcuni immigrati sbarcati dalla nave ‘Diciotti’. Nelle prossime ore sapremo quanti saranno. Anch’io ritengo che su quella nave si sia consumata una delle pagine più tristi della storia del nostro tempo.

Ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza di umanità. Sono profondamente convinto che la questione dell’immigrazione va affrontata dall’intera Europa, ma non si possono strumentalizzare gli immigrati per fini politici o per pura propaganda. Non si può giocare sulla pelle, sulla vita degli immigrati. È in gioco la civiltà e direi anche una democrazia più responsabile. Non è buonismo ma è una questione di democrazia. È chiaro che l’accoglienza senza integrazione è fallimentare. L’accoglienza è una sfida e per un cristiano è anche una questione di fedeltà al Vangelo, che va preso nella sua totalità”.

“Gli immigrati – prosegue mons. Savino – non vengono in Italia in crociera, fuggono da Paesi dove ci sono guerre, fame e persecuzione, lasciando anche gli affetti più cari. La Diocesi di Cassano ha nell’anno scorso aperto due centri per immigrati minori non accompagnati, ha accolto, nell’ambito del progetto Cei ‘Corridoi Umanitari’ due famiglie eritree che sono ospitate a Morano Calabro presso la Parrocchia S. Maria Maddalena. Il sogno che ci abita è vivere una chiesa tutta missionaria e inclusiva. L’inclusione è una sfida e anche una opportunità, sia per lo Stato che per la Chiesa. L’immigrazione è una strada per realizzare la convivialità delle differenze”

Insomma , la Chiesa indica la strada che GLI ALTRI devono seguire.

Un palese passo indietro

Inaccettabile.

Pubblicato in Italia

Non solo parole, ma fatti. Era ora!

La bontà della Chiesa fatta con i soldi degli italiani ora è diventata vera bontà .

La CEI si impegna fattivamente.

Cento dei 137 migranti della Diciotti saranno accolti ed ospitati in strutture di proprietà della Chiesa a spese della Chiesa, non dell’Italia.

Questa ci sembra la strada giusta.

Altri 20 andranno della cattolica Irlanda

Altri venti in Albania

Ora abbiamo la strada da seguire.

Tutti i migranti che giungeranno in Italia e che non saranno accolti dall’Europa, ora possono contare sulla CEI che possiede tantissime strutture che possono ospitarli

Né appare difficile credere che la CEI non abbia i mezzi finanziari necessari alla bisogna

Ora si tratta di seguire questo nobile esempio di coerenza

Tutti coloro che come la Chiesa si sono finora spesi a parole per accogliere i migranti di tutto il mondo possono prendere contatti con la parrocchie ed i vescovi di tutta Italia dichiarando la disponibilità ad ospitare a proprie spese uno o più migranti nella loro casa.

Riteniamo anche che la CEI solleciterà lo stesso comportamento ora avuto in Italia in tutte le nazioni cattoliche dell’Europa

Ma occorre tenere conto che in ogni nazione del mondo la Chiesa ha strutture e mezzi economici utili alla bisogna

La CEI potrebbe anche sollecitare lo stesso comportamento italiano in tutte le nazioni cattoliche del mondo

Pensiamo inoltre che gli stati nei quali i profughi sono presenti per creare posti nuovi potrebbero gravarsi delle spese di trasporto verso gli altri insediamenti verso tutto il mondo.

Magari utilizzando i fondi risparmiati per le mancate spese dei CARA

Salvini avrà cura di sopportare i violenti attacchi che gli saranno somministrati dal giornale dei vescovi, Avvenire, come avvenuto recentemente con l'editoriale del direttore Marco Tarquinio.

Tanto Salvini sa che i voti dei vescovi non sono mai andati, e mai andranno, alla Lega ed al M5s!

D’altro canto lo si sapeva visto che Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha dichiarato «Vigileremo sul nuovo Governo» aggiungendo che «Tutto quello che è buono lo apprezzeremo, ma su tutto quello che è contro la famiglia, la persona, i migranti, noi saremo voce critica».

Figurarsi, quindi, se potevano accettare che Salvini potesse pensare prima agli Italiani.

Ma non possiamo non riconoscere la coerenza della CEI e del suo Presidente Bassetti che ora ha deciso di accogliere nelle loro strutture ed a spese loro gran parte di futuri migranti.

Pubblicato in Mondo

Parliamo dei migranti supponendo che gli amanteani sappiano che la casa eventualmente presa in fitto deve essere agibile, cioè avere i requisiti di sicurezza.

Ma i migranti potrebbero non saperlo.

 

Ed allora la domanda si impone.

Ancora più se non viene chiesta la residenza e non scattano pertanto nemmeno i tributi locali.

Saranno i Vigili Urbani?

O forse i carabinieri?

Tutti sappiamo che il certificato di agibilità è un documento estremamente importante che viene rilasciato dopo le verifiche un tecnico abilitato sui requisiti di abitabilità e che comprova l’idoneità di un immobile all’accoglienza di persone nei locali, nel rispetto della sicurezza.

Quando si sceglie un immobile per acquistarlo non basta soltanto verificare con quali materiali è stato edificato, la posizione in cui si trova oppure come sono stati distribuiti i locali, ma è strettamente necessario soffermarsi con molta attenzione a controllare tutte le documentazioni che attestano il rispetto massimo della totalità delle normative urbanistiche, di quelle catastali e di quelle riguardanti sia l’igiene che la sicurezza.

Ogni edificio per il quale è prevista la destinazione d’uso abitativo, infatti, deve essere in possesso del certificato di agibilità al fine di garantire il totale rispetto dei parametri minimi sia dimensionali che tecnologici che sono necessari per l’uso abitativo di un immobile.

Non solo ma ancora più importante è che ci sono parametri minimi da rispettare. Per esempio:

   La dimensione minima per i monolocali per una sola persona di 28metri quadri con i servizi igienici inclusi;

   La dimensione minima per i monolocali per l’uso di due persone di 38 metri quadri con i servizi igienici inclusi;

   Il rapporto aeroilluminante minimo, per ogni camera, di 1/8 sulla superficie calpestabile;

   La dimensione minima per le camere da letto singole di 9 metri quadri;

   La dimensione minima per le camere da letto doppie di 14 metri quadri;

   La conformità dell’impianto idrico, termico ed elettrico;

   Il rispetto delle normative acustiche.

 

Pubblicato in Amantea Futura

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, delegato sino allo scorso anno dei diritti umani della Regione Calabria, chiede che “la nave Aquarius, di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere, con 141 migranti a bordo, faccia rotta verso il porto di Corigliano, in Calabria, “dove –

dichiara – sono pronti ad accogliere questo carico di disperati”.

Nn solo ma continua sostenendo che “A Corigliano siamo pronti ad accogliere quella nave e il suo carico di umanita’, povera e sofferente.

Non puo’ certo essere Salvini, avallato dal suo collega 5 Stelle, Toninelli, mentre e’ in vacanza con la sua compagna, a impedire, con un tweet, questo doveroso gesto di accoglienza e umanità ”.

Corbelli non spiega chi sia pronto ad accogliere i migranti ed a nome, quindi, di chi parli!

E non basta.

C’è l’altra misteriosa affermazione è quella con la quale Corbelli informa che “e’ già pronta, in un comune del Tirreno cosentino, anche una dignitosa e accogliente struttura per accogliere i bambini e le loro mamme”.

Corbelli non spiega quale sia questo comune.

Né quale sia questa dignitosa e accogliente struttura.

Né chi la gestisca e per conto di cui egli parla.

Né ancora se egli sia rappresentante di questa struttura.

Ne parla Quicosenza.it

Nel frattempo il sindaco di Palermo Orlando si dichiara disponibile ad accogliere i migranti e dichiara : "Il governo guidato dalla Lega si conferma motivo di vergogna"“

E no basta

Anche il sindaco di Napoli de Magistris ha invitato l'Aquarius «ad avvicinarsi verso il nostro porto perché, qualora non li facessero sbarcare, saremmo noi stessi ad andarli a prendere in mezzo al mare, come è giusto che sia dinanzi a persone che stanno rischiando di morire perche c'è chi vuole mostrarsi forte coi deboli, solamente per puro calcolo di opportunismo politico».

Ovviamente non si è fatta attendere la risposta di Salvini che ha vietato all'Aquarius di attraccare nei porti italiani.

«Il sindaco di Napoli vuole ospitare (e mantenere) altri immigrati in città. Paga lui?

A Napoli non ci sono cittadini in difficoltà, senza casa e senza lavoro?

Ah già, per certa sinistra è più importante pensare agli immigrati che agli italiani».

Pubblicato in Alto Tirreno

L'aumento dei pattugliamenti è legato alla crescita degli arrivi lungo quella rotta.

I numeri dell'attività delle questure di Trieste e Gorizia

Oltre 1000 (1.144) immigrati irregolari provenienti dalla frontiera terrestre

rintracciati dalla Polizia di frontiera al lavoro nelle province di Trieste e Gorizia.

A questo si aggiungono più di 2.600 veicoli controllati, 24 respingimenti alla frontiera, un alto numero di arresti e 125 chili di droga sequestrati tra hashish e marijuana.

Sono i numeri che rappresentano una parte dei risultati del lavoro di contrasto alle varie forme di attività illecite transfrontaliere e di lotta all'immigrazione irregolare svolto nei primi mesi dell'anno dalle questure delle due province del Friuli-Venezia Giulia.

A questa attività si aggiunge il potenziamento dei controlli ai confini con la rotta migratoria balcanica, a fronte dell'aumento di migranti rilevato dalla Polizia di frontiera della IV zona di Udine negli ultimi 3 mesi dell'anno, al quale si è accompagnato, in Slovenia, l'incremento di ingressi illegali dalla Bosnia attraverso il confine croato.

Tra i risultati dell'aumento dei pattugliamenti l'arresto di 4 passeur, la denuncia di 24 cittadini kosovari presunti fiancheggiatori di un'organizzazione impegnata a far entrare stranieri dal Kosovo, 33 denunce per altri reati e 13 espulsioni di cittadini stranieri.

Pubblicato in Mondo
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy