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PotereAlPopoloAbbiamo assistito, sgomenti, in questi ultimi giorni al teatrino vergognoso di cui è stata protagonista suo malgrado la sanità calabrese.

Nel giro di pochissimi giorni: il commissario Cotticelli ha dimostrato pubblicamente la sua incompetenza, giustificandola penosamente con presunti complotti ai suoi danni; il governo ha nominato un nuovo commissario, Zuccatelli, la cui fama lo ha preceduto tramite un video in cui dichiarava l’inutilità della mascherina e la necessità di baci prolungati e piuttosto intimi per contagiarsi, cui ha fatto seguito l’imbarazzo del governo che lo ha destituito dall’incarico dopo qualche giorno di inutili tentativi di difesa invitando l’opinione pubblica a valutarne il pluridecennale curriculum (non così eccellente a quanto pare, data la precedente esperienza proprio in Calabria quale Commissario delle Aziende Ospedaliere catanzaresi). Infine, il terzo nome che il governo ha proposto non ha avuto sorti migliori: il Professor Gaudio, ex Rettore dell’Università “La Sapienza” di Roma, sembrava possedere i requisiti ma risulta indagato in un’inchiesta sull’Università di Catania e in seguito al clamore mediatico, a poche ore dalla sua nomina, rifiuta l’incarico perché sua moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro.

Noi di Potere al Popolo - Calabria siamo sempre stati contrari al commissariamento della sanità, senza per questo ritenere l’attuale classe politica regionale capace - sotto il profilo morale e politico - di assumere oggi la guida di questo settore vitale. Lo stato attuale della sanità calabrese, dopo quasi dodici anni di commissariamento che hanno ulteriormente minato il diritto delle cittadine e dei cittadini calabresi alla salute, spiega chiaramente il perchè.

La situazione calabrese, riguardo i contagi covid 19 registra casi in costante aumento, in particolare nella provincia reggina. E la cittadinanza calabrese è costretta ad assistere al solito rimpallo di responsabilità tra autorità più o meno investite di competenza a riguardo.

Nella più totale confusione, dovuta alla mancanza di coordinamento tra Commissari, sub commissari, licenziati, eletti o da sostituire, istituzioni regionali decadute ed in attesa di rinnovo elettorale, ogni personaggio ed ogni formazione politica o civica che sia, utilizza qualsiasi mezzo per stare alla ribalta in previsione delle prossime elezioni.

In un continuo susseguirsi di articoli su giornali locali e nazionali, talk show e libere espressioni negazioniste di piazza, di fatto la campagna elettorale è già cominciata anche a costo della messa in secondo piano della tutela della salute pubblica.

Sparisce, di conseguenza, l'obiettivo primario da perseguire: ridare alla popolazione calabrese il diritto alla salute, ormai perso nei meandri di un tessuto costituito da incompetenza gestionale, intrallazzi, forti interessi di gruppi della sanità privata che lavorano controcorrente rispetto al giusto obiettivo.

Osserviamo un Governatore f.f. che, in pompa magna, sulle TV locali e nazionali, mentre disonora la Calabria gettando fango sul fondatore di Emergency, Gino Strada, esprime soddisfazione per il risultato ottenuto con l'approvazione della sua proposta da parte del governo: quattro ospedali da campo attrezzati di tutto, che saranno operativi da qui ad un mese a cura della Protezione Civile Nazionale e gestiti da militari.

Ah, che bel risultato! Intanto l'ospedale appena inviato è uno solo; gli altri arriveranno.

Ma ci chiediamo, è proprio impossibile attrezzare, riattivandoli, i numerosi ospedali costruiti con soldi pubblici, dislocati su tutto il territorio calabrese e chiusi nel 2010 dall’allora Commissario ad acta nonché Presidente della Giunta Regionale Giuseppe Scopelliti? Non possono avere le caratteristiche necessarie come ospedali Covid?

Bene, trasferiamo in questi ospedali i reparti non Covid dagli HUB ed aumentiamo qui i posti letto e terapie subintensive ed intensive; ma questo significherebbe dotarli di attrezzature e soprattutto di personale medico, infermieristico e OSS, quindi andare verso un potenziamento strutturale della sanità pubblica.

Ed ecco la seconda perla comunicata tramite ordinanza: l'autorizzazione all'assunzione di 300 unità tra medici, infermieri e personale OSS. Ma, appena prestata maggiore attenzione, si scopre l'inganno: si tratta di Assunzioni co.co.co che si aggiungono a quelle già autorizzate a marzo, a tempo determinato.

Già ad Aprile Potere al Popolo Reggio Calabria, a seguito di una campagna informativa presso i principali ospedali della provincia, aveva stilato un articolato documento contenente le nostre proposte

per affrontare con determinazione l'emergenza Covid. Eravamo alla vigilia dello stanziamento di 54 milioni di euro, a ciò preposti, più altri 23 per l’assunzione del personale mancante, ed erano state emanate ordinanze regionali che disponevano tutt'altro rispetto le nostre proposte.

Ad oggi lo stato delle cose è questo: mancano strutture territoriali attrezzate per l'assistenza domiciliare; gli ospedali HUB sono al collasso; i piccoli ospedali non sono ancora stati attrezzati per un’assistenza ai malati no Covid; i laboratori di analisi sono senza personale dedicato e quindi impossibilitati a tracciare adeguatamente i casi Covid; manca personale medico, infermieristico e Oss.

Ma, allora, la sostanza qual'è? È sempre quella degli interessi economici dei soliti soggetti; quelli che ad ogni tornata di commissariamento nominano il proprio numeroso e ben pagato staff di esperti; quelli dei politici in continua campagna elettorale, senza mai una minima assunzione di responsabilità; quelli delle lobby della sanità privata che vantano, a loro dire, crediti non pagati.

La sostanza è quella della popolazione calabrese lasciata senza indirizzi chiari, senza assistenza, senza tamponi e con la speranza del "si salvi chi può".

In un piano di rientro di bilancio, mai rientrato, in Calabria succede anche che alcuni gruppi della sanità privata riescano a vincere ricorsi al Consiglio di Stato contro riduzioni di budget sugli stanziamenti loro assegnati negli anni precedenti al 2018 effettuati dal Commissario pro tempore. (ct.art Corriere della Calabria dell'11/11/2020).

La motivazione è che a parità delle riduzioni effettuate, non sono corrisposti aumenti di produttività nella sanità pubblica, non garantendo quindi il raggiungimento dei Lea previsti.

È ora di dire basta! Potere al Popolo Calabria si unisce alla protesta che a gran voce sta inondando le piazze calabresi per pretendere servizi pubblici nella sanità, nella scuola, nei trasporti.

Decretiamo nostro malgrado, ancora una volta, l'impossibilità per la nostra regione di avere una gestione ordinaria della sanità gestita da istituzioni democraticamente elette.

Ribadendo la contrarietà che il nostro partito ha sempre espresso a proposito delle nomine di Commissari per la gestione della sanità pubblica non possiamo, però, non prendere atto della necessità, in questo momento contingente che una personalità autorevole, competente e portatrice di discontinuità rispetto alla sciagurata gestione manageriale di questi anni guidi la nostra regione fuori dal pantano in cui è stata ricacciata. Unendoci ai numerosi cittadini calabresi che già si sono espressi in tal senso appoggiamo la candidatura del dott. Gino Strada alla guida della sanità regionale.

Siamo sicuri che i finanziamenti stanziati per l'emergenza Covid, sotto la sua guida, saranno utilizzati per porre le minime basi affinché si restituisca nel minore tempo possibile il diritto alla salute ai calabresi.

Potere al Popolo! Calabria

Pubblicato in Italia

Riceviamo e pubblichiamo:

“Buon 1997!

Sì, perché a quanto pare a livello regionale e in tema di gestione rifiuti faremo un salto nel passato e alla sciagurata stagione del commissariamento di questo settore.

 

 

E questo a seguito della nuova emergenza rifiuti che sta mandando in crisi già in questi primi giorni del 2019 un intero sistema, diversi comuni e tutti i servizi annessi.

Una stagione fatta di sprechi enormi, di imposizioni fatte senza il minimo rispetto dei territori e degli stessi calabresi, di business per la criminalità, senza raggiungere nessuno degli obiettivi previsti dai diversi piani regionali per i rifiuti.

Una stagione continuata tristemente con l’attuale amministrazione che ha approvato un nuovo piano, il piano delle “discariche zero”, tra roboanti paroloni e messaggi tranquillizzanti.

Ma per tante e tanti di noi che hanno vissuto le esperienze dei comitati territoriali contro le discariche e gli inceneritori, che hanno lottato con la RDT Franco Nisticò per la fine del commissariamento, questo nuovo piano ha rappresentato da subito l’ennesimo bluff.

E infatti ci ritroviamo nella situazione attuale, causata in primis da una mancanza di impianti idonei al crescere della raccolta differenziata nei diversi comuni, figlia a sua volta di un’assenza di programmazione (quella sempre citata e illustrata su carta ma mai messa in atto).

Ma la mancanza di programmazione non ha interessato solo la parte tecnica e gli impianti necessari per tutta la filiera dalla raccolta al riuso, ma anche quella burocratico-istituzionale, arrivando clamorosamente in ritardo alla fatidica data del 1 gennaio 2019, con il passaggio dei diversi impianti di conferimento dei rifiuti dalla competenza Regionale a quella comunale.

Questo ha creato l’ennesima crisi che ha colto i comuni impreparati e la Regione che sta correndo ai ripari chiedendo agli impianti di continuare a lavorare senza contratti e senza la nuova struttura organizzativa fondamentale per operare secondo legge in un settore delicatissimo come quello dei rifiuti, troppo spesso sottovalutato.

Alla fine chi subisce le conseguenze di tutto questo sono i cittadini che dietro i ritardi nella raccolta, non capiscono e forse non sanno cosa vi sia dietro questa complessa macchina.

Da una parte gli si chiede loro di differenziare i rifiuti correttamente - e in questa direzione, nonostante la crescita della RD nella nostra regione, va lavorato ancora di più e meglio per andare verso una raccolta porta a porta - dall’altra poi non si hanno gli impianti, o meglio non si riesce ad avere una gestione ottimale di questi rifiuti.

Così si va avanti di deroghe in deroghe, si continua a spendere cifre esorbitanti per mandare rifiuti fuori regione, si insiste nella logica dei grandi impianti che favoriscono gli interessi dei privati e non impianti - a gestione pubblica - più piccoli e maggiormente diffusi nei territori, si continua a cercare buche in tutta la regione da trasformare in discariche.

Insomma 22 anni sono passati ma sembra non abbiano insegnato nulla in materia di gestione dei rifiuti.

L’istituto del commissariamento non ci piace, in ogni settore: nella nostra regione non ha mai risolto l’emergenza per il quale è stato imposto, producendo invece danni ancora maggiori.

Non crediamo sia la risposta neanche in questo caso.

*Potere al Popolo - Calabria*

Pubblicato in Calabria

Si chiama Mario Pasquino come il nonno, amanteano doc.

Vive a Perugia.

Sembra che Mario Pasquino insieme ad un cugino militanti di Potere al Popolo mentre stavano affiggendo i manifesti elettorali in una plancia a Ponte Felcino siano stati aggrediti ed abbiano ricevuto 4 coltellate ed una bastonata in bocca.

Potere al Popolo parla di "Agguato fascista".

CasaPound invece dichiara : "Noi le vittime".

L’avvocato di Pasquino Luciano Ghirga ha dichiarato"Il mio assistito è parte offesa per lesioni volontari gravi per le quali presenterà denuncia querela contro ignoti. E' stato sentito a sommarie informazioni dalla Digos, dichiarando di essere rimasto vittima insieme al cugino di una aggressione e di aver ricevuto quattro coltellate più una bastonata in bocca. Non è stato in grado di riconoscere gli aggressori in quanto  erano con il volto travisato".  

Si tratta di una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire: c'è, infatti, anche la verità di CasaPound a raccontare tramite i social una versione diametralmente opposta: ovvero quella di aver subito a loro volta un attacco.

Intanto sono stati sentiti dalla Digos alcune persone, tra cui il militante di Potere al Popolo, Mario Pasquino.

Intanto la prognosi medica per i due militanti di Potere al Popolo parla di otto giorni per ferite da taglio lacere non profonde mentre per l'altro ragazzo, un trauma cranico con una prognosi di cinque. La Digos di Perugia ha ascoltato alcune persone per dare una svolta alle indagini anche attraverso l'acquisizione delle telecamere di videosorveglianza nella zona e capire eventuali responsabilità.

Secondo la Lega: “L’estremismo non fa parte di alcun dibattito politico e deve essere condannato senza distinzione”.

Marco Squarta di Fratelli d’Italia, invece, dice che “La politica che amo, che rispetto, e per la quale sempre mi sono battuto e mi batterò, non giustifica mai la violenza, né la tollera. Sono cresciuto con valori e ideali che mi portano a rifiutare ogni forma di violenza e prevaricazione. Abbiamo il dovere di arginare la rabbia di questi tempi bui. Lo dobbiamo ai ragazzi che ci leggono, che ci ascoltano nelle piazze e ci seguono in mezzo alla gente. I violenti vanno isolati. Senza se e senza ma”

Pubblicato in Politica
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