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E’ finito il calvario giudiziario dell’architetta Concetta Schettini un tempo responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Amantea.

L’architetta rimase coinvolta nel processo Nepetia iniziato il 20 dicembre 2007 con l’arresto di 39 persone ed il sequestro del Porto di Amantea.

 

Fu durissima la prima sentenza a suo carico che la vide condannata a 7 anni e 6 mesi.

Una sentenza poi ridotta ad 1 anno e 6 mesi per il reato di turbativa d'asta.

Ora l’assoluzione finale in Cassazione.

Il fatto non sussiste.

Finisce così il calvario durato 10 anni ed al quale l’ex dirigente del comune di Amantea è stata sottoposta.

Un calvario che l’ha vista anche emarginata in un ufficio lontano dal capoluogo.

Quasi una impropria ed inaccettabile anticipazione “civile” della possibile sanzione penale.

Una emarginazione che ora deve avere fine.

Ora che la Cassazione l’ha definitivamente assolta resta il giudizio sulle scelte fatte da una pseudo politica che uccide le persone per una sua qualche paura e per allontanare “il male”.

Pubblicato in Cronaca

Lo ha stabilito la Cassazione oggi pomeriggio.

Tommaso Signorelli non è responsabile di alcun reato connesso con il processo Nepetia.

 

Una vicenda che ebbe inizio nel dicembre 2007, or sono nove anni.

Poi il 29 ottobre 2012 al termine del processo di primo grado scaturito dall’operazione Nepetia in primo grado il tribunale di Paola condannò l’ex assessore del Comune di Amantea, Tommaso Signorelli, a 6 anni di reclusione.

 

Una sentenza completamente ribaltata in secondo grado quando il 18 febbraio 2015, dopo che il Procuratore Eugenio Facciolla al termine della sua lunga requisitoria aveva fatto cadere il reato di Associazione a delinquere di stampo mafioso, per giungere, tutt’al più al reato di concorso esterno, pur mancando gli elementi probatori, i giudici avevano mandato assolto l’ex assessore amanteano.

“Una sentenza che aveva posto fine ad una dolorosa vicenda processuale che ha macchiato non solo la sua persona ma anche la città che ne è uscita sporca, viziata”.

 

Parole, queste, che lui ha riferito felice ai suoi più intimi amici di Amantea e che ci sono state riportate.

Perché Tommaso Signorelli ci sperava in questa assoluzione.

Ma non bastò perché la procura fece ricorso alla sentenza e il processo si portò fino alla suprema corte.

E stasera la conferma dell’assoluzione definitiva da parte della Cassazione.

Un calvario durato 9 lunghi anni.

Nove anni di dolore, di lacrime, ma anche di amici che non gli hanno mai fatto mancare il loro affetto

9 anni di isolamento politico con una brillante carriera davanti che si è chiusa solo per via del processo Nepetia.

E per questo quando il su avvocato gli ha datola bella notizia Tommaso è stato vinto da un lungo irrefrenabile pianto che ha commosso non solo la sua famiglia ed i suoi parenti ma anche i tanti amici presenti nelle sua casa.

 

Tommaso Signorelli così esce "a testa alta" dal processo Nepetia. E per lui domani sarà un altro giorno

Pubblicato in Politica

Parliamo, ovviamente, di Carlo Samà amministratore delegato dell’Appennino paolano durante la gestione successiva a quella di Franco La Rupa.

 

Ne avevamo dato notizia sul nostro sito il 5 luglio 2013 quando la Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro dispose la confisca dei beni mobili ed immobili a lui riconducibili.

All’imprenditore amanteano, attivo nel settore della raccolta dei rifiuti, condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito dell'operazione "Nepetia" vennero confiscati:

  • compendio aziendale della "Sama' Carlo srl", con sede in Amantea (CS);
  • compendio aziendale della "Servizi Ambientali srl", con sede in Amantea (CS);
  • Quote sociali e compendio aziendale della "Amagestioni srl", con sede in Amantea (CS);
  • Quote sociali e compendio aziendale della "Amambiente srl", con sede in Amantea (CS);
  • Quote sociali e compendio aziendale della "Tirreno Servizi srl", con sede in Amantea (CS);
  • Quote sociali della "Ecosud srl" con sede in Fuscaldo (CS);
  • nonche' decine di beni immobili (tra i quali spicca una quota di palazzo baronale amanteano del 1700), mobili registrati, mezzi industriali e svariati rapporti finanziari. (Roma, 5 lug 2013 AGI).

 

Allora i particolari delle indagini furono illustrati dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dal capo sezione della Dia del capoluogo calabrese, Antonino Cannarella, e dal suo vice, Ten.Col. Michele Conte.

''Il tribunale di Cosenza - disse Lombardo - a tempo di record, con decreto camerale, ha emesso il provvedimento di sequestro.

Quello di Sama' e' un modello di imprenditoria del quale la Calabria non ha bisogno.

E' emerso, infatti, un circuito perverso tra criminalita' ed economia mentre la Calabria ha bisogno di ben altro''. Durante le indagini e' emerso anche che Carlo Sama', nel 2007, ha ottenuto un prestito di 900 mila euro da un istituto di credito attraverso il quale effettuava ''attivita' speculative - hanno reso noto gli investigatori - attraverso l'acquisto di titoli o di quote societarie''.

Cannarella ha evidenziato che ''ancora una volta emerge che la 'ndrangheta punta al lucro e quindi e' la ricchezza che bisogna colpire.

La Procura distrettuale di Catanzaro sta dando ormai da tempo un grosso impulso alle indagini sui patrimoni illeciti ed il Procuratore Lombardo e' impegnato in maniera incisiva su questo fronte''.

Il Ten.Col. Conte ha ricordato come ''durante le indagini siamo rimasti colpiti dal fatto che un imprenditore, ad un certo punto della sua attivita', decide di appoggiarsi ad una cosca per incrementare i suoi profitti e per eliminare i concorrenti''. L'operazione di stamane della Dia di Catanzaro rientra nell'ambito di una apposita strategia pianificata dal direttore della Dia, Alfonso D'Alfonso, contro i patrimoni illeciti della criminalita' organizzata”.

 

Ora la Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha avviato l’esecuzione del decreto di confisca di prevenzione emesso dalla Corte d’Appello di Catanzaro giacchè il decreto stesso è divenuto definitivo per effetto del vaglio della Suprema Corte di cassazione.

Il procedimento in parola, venne avviato nel 2012 con il deposito di un’articolata proposta approntata dal procuratore distrettuale di Catanzaro, sulla base di puntuali accertamenti patrimoniali esperiti dal personale della Dia di Catanzaro, è poi confluito in un’autonoma proposta di applicazione di misura di prevenzione a firma del direttore della Direzione investigativa antimafia, Nunzio Antonio Ferla.

Ricordiamo che Carlo Samà fu coinvolto nell’operazione “Nepetia” contro le cosche del cosentino.

Pubblicato in Primo Piano

Il Procuratore Eugenio Facciolla ha svolto una lunga requisitoria nel processo “Nepetia”. Una nuova posizione per Tommaso Signorelli, viene infatti lasciato cadere il reato di Associazione a delinquere di stampo mafioso

 

In sostanza ha chiesto la conferma delle condanne comminate in primo grado a Franco la Rupa, Antonio Coccimiglio, Settimio Coccimiglio, Gianluca Coscarella, Paolo Launi, Angela Maria Marano, Natale Rizzo, Giuliano Serpa, Ulisse Serpa, Antonino S. , Venturino Sposaro , Concetta S. Francesco B., Giovanni Amoroso.

Diverse le sorprese.

La principale è la nuova posizione di Tommaso Signorelli per il quale è stato lasciato cadere il reato di Associazione a delinquere di stampo mafioso.

Per lui resterebbe il reato di Associazione esterna ma mancano gli elementi di riferimento

Peraltro il PM Facciolla ha ricordato la vicenda dello scioglimento del Consiglio Comunale di Amantea, poi annullato “giustamente” –ha ribadito- dal Consiglio di Stato osservando che alteri coniglio sarebbero dovuti essere sciolti!

Di quanto sopra ha dato notizia ad alcuni amici un emozionatissimo Tommaso Signorelli che commosso ha raccontato ripetutamente la lunga requisitoria del PM Facciolla.

Una requisitoria che sicuramente per la forza delle parole usate contro taluni degli imputati , e non, sarà acquisita dai mass media.

Il PM ha infatti esplicitamente richiamato la vicenda dell’Appennino Paolano e le responsabilità ancora non emerse, aggiungendo un sibillino “ma….” che ha creato forti attese!

Notti insonni per qualcuno ?

Parole forti non scevre, come abbiamo detto, da alcune di relativa considerazione per taluni imputati.

Parole che probabilmente potranno orientare la Corte a rivedere le proprie conclusioni.

Ora spetta alla difesa.

Diverse le udienze già predisposte tra ottobre ed inizio dicembre.

Udienze tali che si può supporre che prima di Natale 2014 si avrà la sentenza definitiva.

7 lunghi anni dal quel famoso 20 dicembre 2007.

Anni di passione, di sofferenze e di amarezze per diversi imputati.

Ora non resta che attendere la sentenza definitiva.

La Cassazione nella udienza di mercoledì 11 giugno 2014 ha confermato totalmente tutte le pene comminate dalla corte di Appello di Catanzaro nella sentenza emessa il 24 novembre 2010.

Eccole in estrema sintesi:

Tommaso Gentile condannato a 10 anni e 8 mesi in luogo dei 20 anni richiesti dal PM

Guido Africano 6 anni e 6 mesi in luogo dei 15 anni richiesti dal PM

Massimo Africano 7 ani ed 8 mesi in luogo dei 15 anni richiesti dal PM

Giacomino Guido 6 anni e 6 mesi in luogo dei 15 anni richiesti dal PM

Pasqualino Besaldo 9 anni in luogo dei 18 anni richiesti dal PM

Luca Azzinnaro 4 anni in luogo dei 9 anni ed 8 mesi richiesti dal PM

Alessandro Marigliano 6 anni e 10 mesi in luogo dei 10 anni richiesti dal PM

Pier Mannarino 4 anni in luogo dei 10 anni e 10 mesi richiesti dal PM

Amedeo Mandarino 2 anni e 2 mesi in luogo dei 2 anni richiesti dal PM

Carlo Samà 3 anni pari ai 3 anni richiesti dal PM

Pietro Giannetti 1 anno pari ad 1 anno richiesto dal PM

Confermate anche le assoluzioni di Saverio Cambareri, Domenico Santoro, Domenico De Luca, Salvatore di Mauro, Gennaro di Mauro, Franco Muto.

Giunge così a definitiva conclusione il processo a carico degli imputati che scelsero il rito abbreviato.

Ancora in corso l’altra parte del processo.

Pubblicato in Primo Piano
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