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San Pietro in Amantea. Scrive Ciccio Gagliardi:” E’ passato molto tempo dall’ultimo mio intervento sul “Quotidiano”.

E’ dal mese di giugno che non scrivo. Sapeste quanto mi dispiace.

 

 

E chiedo scusa ai miei 10 lettori che a Corso Mazzini mi fermano e mi chiedono:- Hai finito l’inchiostro?-

Non ho finito l’inchiostro e mi dispiace davvero, però questa situazione politica che si è venuta a creare con l’avvento del Sig. Renzi mi ha fatto stare male.

Cosa avrei dovuto scrivere? Che fa schifo? Che fa pena? Che le tasse sono aumentate? Che il Pil non cresce? Che la disoccupazione aumenta giorno per giorno? Che i poveri sono diventati sempre più poveri e sono in continuo aumento?

Mi fanno pena e mi fanno schifo tutti quei personaggi che ogni santo giorno appaiono in televisione e spocchiosamente affermano che le cose in Italia vanno a gonfie vele.

Per loro sicuramente che percepiscono un lauto stipendio.

Non vanno bene per milioni di italiani che fanno ogni giorno la fila alla mensa della Caritas per avere un piatto caldo.

Questi poveracci non fanno pena, mi fanno rabbia, perché vorrei che la gente per bene scendesse in piazza come faceva una volta e facesse sentire la sua voce.

Per questi motivi sono stato in rispettoso silenzio. Non ne vale più la pena parlarne e scrivere.

Gli elettori non contano più. Non hanno più voce in capitolo.

Come un ammasso di pecore belanti siamo costretti a dire sempre di sì. Guai ad opporsi. Sarebbe la fine.

Cosa mi ha spinto allora a scrivervi? E’ stato un articolo apparso su un giornale nazionale con una intervista ad un noto e famoso architetto italiano: Ricostruiamo tutti i paesi distrutti dove erano prima, perché tutto si può ricostruire come hanno fatto le nazioni europee che dopo i bombardamenti della seconda guerra hanno ricostruito le case e gli edifici pubblici come prima, meglio di prima.

Falso.

La maggior parte di quei paesini distrutti dal terremoto nelle Marche e nell’Umbria non verranno mai ricostruiti come prima, perché è impossibile ricostruirli.

Lo dicono gli esperti, lo confermano i geologi, lo sostengono i tecnici del Genio Civile.

Il motivo è semplice: il terreno è ad elevato rischio sismico.

E poi è franoso, argilloso e presenta lesioni e fratture visibili ad occhio nudo. Ma queste cose non le dicono.

Per loro la priorità è la consultazione del prossimo 4 dicembre.

Le priorità invece sono: assicurare e subito ai tanti bambini che hanno abbandonato i loro paesi e le loro scuole la continuità dell’anno scolastico; garantire ai tanti sfollati non un solo piatto di lenticchie calde ma tutti i servizi essenziali; le tende e i container vanno bene per l’emergenza, ma ora che il crudo inverno in quelle zone colpite dal sisma sta per arrivare, servono casette vere e sicure; e servono sostegni adeguati e urgenti agli agricoltori e alle imprese.

Ma la cosa prioritaria e necessaria è snellire le pratiche burocratiche.

Basta con le pastoie, con firme, contro firme, con domande in carta bollata, con pareri degli esperti, dei Comuni, delle Province, delle Regioni, del Genio Civile, dei Vigili del Fuoco.

Se si incominciano a preparare gare di appalto come sempre si è fatto i tempi si allungherebbero e la gente non avrebbe mai una casetta decente e gli allevatori una stalla per il bestiame.

Tutto si può costruire, tutto si deve costruire. E’ vero.

Bisogna fare presto perché i soldi ci sono.

Bisogna pure dire, però, che tutto non si può costruire sullo stesso posto di prima perché è impossibile farlo.

Ma nessuno fino ad oggi, nemmeno le più alte cariche dello Stato, hanno messo sull’avviso gli abitanti delle Marche e dell’Umbria ormai sistemati negli alberghi della riviera marchigiana.

E chissà per quanto tempo ancora.

Francesco Gagliardi

Pubblicato in Basso Tirreno
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