Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di GB Morelli
“ La recente sentenza con formula piena che i giudici hanno emesso nei confronti del funzionario comunale Concetta Schettini, accusata illo tempore nell’ambito dell’inchiesta Nepetia, è chiamata a rispondere ad una duplice necessità:
-da un lato conferma l’estraneità dei fatti contestati da parte dell’apparato municipale che ha dimostrato la propria integrità in questa lunga e travagliata vicenda,
dall’altro deve servire per restituire alla Schettini la dignità perduta in questo angoscioso cammino.
Ritengo che il primo cittadino e l’intero esecutivo debbano restituire alla Schettini, alla soglia della pensione, quel ruolo e quella funzione di responsabile dell’ufficio tecnico dalla quale era stata sollevata per adempiere ad altri incarichi.
È un atto di riconoscimento dovuto a chi ha operato in silenzio, nel rispetto delle leggi, attendendo con fiducia prima lo svolgimento delle indagini e poi la sentenza dei giudici.
Quanto accaduto a Concetta Schettini, inoltre, deve indurre ad una profonda riflessione su come sia fuorviante il giudizio personale rispetto al diritto e all’osservanza delle norme processuali.
Rinnovo alla funzionaria, che certamente affronterà quest’ultimo scorcio di carriera con la leggerezza di chi ha dimostrato le proprie ragioni, la mia stima personale e professionale e le auguro di ritrovare quella serenità che merita.
Un plauso va rivolto anche all’avvocato Gregorio Barba che ha saputo districare una matassa quanto mai complessa e difficile.
All’esecutivo rivolgo un appello formale, affinché sia dato valore a questa sorta di via crucis che dal 2007 in poi ha profondamente mutato il rapporto tra amministratori e amministrati:
le carte e le sentenze hanno dimostrato che Amantea, ma soprattutto gli amanteani sono più trasparenti di quello che si è voluto colpevolmente far credere.
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Nei giorni scorsi abbiamo scritto che è finito “il calvario giudiziario dell’architetta Concetta Schettini un tempo responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Amantea”.
E questo perché Concetta Schettini è stata dichiarata non colpevole dei reati a lei ascritti per il processo Nepetia.
“Il fatto non sussiste” hanno dichiarato i giudici.
Ora deve aver fine l’altro calvario subito dall’ex dirigente, un calvario quale quello della sua emarginazione.
L’architetta, infatti, solo per via della vicenda per la quale è stata totalmente e definitivamente assolta, venne trasferita dal municipio del capoluogo al municipio di Campora San Giovanni.
Non solo, ma venne anche trasferita dall’ufficio tecnico alla biblioteca.
Quella biblioteca che era nel capoluogo e che venne anche essa trasferita in Campora san Giovanni.
Una vera e propria punizione civile per una funzionaria ex 285, peraltro, oggi, quasi prossima alla pensione.
Oggi noto con piacere le due locandine di quotidiani sulle quali è scritto:
Gazzetta del Sud: “Proposta di Morelli dopo Nepetia: Schettini torni dirigente”;
Il Quotidiano: “Assoluzione” Ora ridiamo dignità alla Schettini”
Una sorta di eco a quanto da noi scritto.
Bene.
Ma vogliamo ricordare che la Schettini non ha mai perso la propria dignità e lo dimostra il fatto che ha accettato la punizione che le è stata comminata da chi ha pensato pilatescamente, in questo modo, di lavarsi le mani dalle proprie responsabilità.
Il silenzio della donna oltre che della funzionaria è l’emblema non della sua passività, ma della sua eleganza.
Ma ora se esiste giustizia oltre che da parte della magistratura anche da parte della politica bisogna rimediare .
Lo si deve alla donna.
Lo si deve alla dirigente.
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