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La vicenda del fiume Catocastro sembra tragicomica.

Qualche tempo fa gli abitanti delle zone limitrofe al fiume hanno denunciato il rischio di una sua esondazione.

Intervenne la Regione e provvide ad alzare i muri laterali antiesondivi e ad abbassare il letto del fiume.

Non fecero invece l’unica cosa assolutamente necessaria quale era ed è l’abbassamento della briglia prossima al mare e che riduce la velocità delle acque ed il trasporto di materiale litoide.

E così il letto del fiume si è alzato.

Ed allora ecco un escavatore che realizza un fosso nella zona centrale del letto del fiume dove le acque dello stesso si riverseranno .

In sostanza le eventuali piene si concentreranno in una piccola parte del fiume così da determinare una maggiore potenza delle acque ed un maggiore trasporto di sabbia e pietrisco verso il mare.

Non sappiamo se funzionerà e se questo artificio meccanico riuscirà a ricostituire la spiaggia che oggi manca totalmente.

Vedremo e vi faremo sapere.

Sul tavolo del procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla ci sono 2 planimetrie

La prima aero fotogrammetria è del 2010, la seconda è di qualche mese fa.

Se li sovrapponiamo si scoprono interi boschi rasi al suolo, ampie parti di territorio desertificate.

 

Siamo in presenza, quantomeno, di una burocrazia regionale che, complice le “distrazioni” della politica, ha autorizzato di tutto.

Oltre al danno ambientale ed alla ridotta sicurezza del territorio c’è anche il danno erariale.

Stiamo parlando di decine di milioni di euro sottratti alle casse regionali e di licenze concesse a prezzo vergognosamente basso.

Ma la cosa più grave è che questo intreccio di collusioni ha sterilizzato qualsivoglia controllo, ivi compreso, in alcuni casi, anche quello devoluto alla polizia giudiziaria.

È un capitolo delicato, questo, ma trova robusti riscontri.

Da Calabria Verde erano partite segnalazioni alla Guardia di Finanza alla quale è stato chiesto di acquisire anche quelle relazioni ma, almeno a sentire le dichiarazioni di Furgiuele, tali inviti non sono stati mai raccolti.

La guerra tra Calabria Verde e il dipartimento regionale competente sul demanio boschivo, era combattuta senza esclusione di colpi e spesso in nome di interessi particolarissimi.

Sembra che inizialmente si siano raccolti elementi parziali, cioè relativi solo ad una delle fazioni in lotta, sorvolando sul resto.

Un andazzo finito con l'indagine aperta dal procuratore Eugenio Facciolla e le relazioni prodotte in questi mesi dal generale Aloisio Mariggiò, che Mario Oliverio ha chiamato alla guida di Calabria Verde conferendogli pieni poteri.

Non solo, ma nel rispetto di una abitudine fortemente praticata da certa politica e da certa stampa non son mancati i tentativi di depistaggio , affidati a campagne di stampa che dovevano servire a portare l'attenzione in segmenti diversi da quelli poi finiti nel mirino della Procura di Castrovillari. Un quadro devastante quello che emerge dalle indagini della Procura distrettuale di Catanzaro.

E le responsabilità restano , comunque, di natura strettamente politica.

Lungo l'elenco degli indagati stilato negli uffici della Procura di Castrovillari.

E poi documenti falsificati; autorizzazioni con i dati alterati; licenze concesse e poi revocate ma senza notificare la revoca; controlli eseguiti solo virtualmente.

Un modello che sembra stia emergendo anche in provincia di Reggio Calabria.

Speriamo che le indagini vadano avanti.

Pubblicato in Calabria

Dice il Presidente della Regione Mario Oliverio in relazione all’inchiesta aperta dalla Dda e dalla Procura di Catanzaro.

 

“Il quadro che emerge dalle indagini giudiziarie della Procura di Catanzaro che interessano Calabria Verde è grave e non può essere in alcun modo sottovalutato”.

 

Poi continua:

“Certamente non lo è da parte nostra che, vorrei ricordarlo a quanti fanno di tutto per sottacerlo o minimizzarlo”

Inoltre aggiunge” Non è a caso nei mesi scorsi abbiamo assunto la decisione di mettere alla guida di Calabria Verde una personalità autorevole e di indiscussa garanzia di legalità qual è il Generale Mariggiò, con il chiaro intento di avviare la necessaria opera di risanamento, di riorganizzazione, rilancio e recupero di legalità e trasparenza nella gestione dell’ente più importante della Calabria”.

E non basta.

 

Prosegue, infatti, il Presidente Oliverio:

“La Giunta Regionale guidata dal sottoscritto è impegnata in una opera di bonifica e di affermazione della legalità nella vita della Regione a 360 gradi.

In questa direzione sono state assunte in questi primi venti mesi di governo, concrete misure attraverso la riorganizzazione delle strutture della Regione, la realizzazione della rotazione nei ruoli di responsabilità, il commissariamento di tutti gli enti sub regionali, le società partecipate, le fondazioni, le società in house e l’avvio di un processo di riordino, di accorpamento e di messa in liquidazione di strutture inutili e spesso produttrici di clientele, sprechi, illegalità.

Anche per questo l’opera della Magistratura volta a fare luce e a colpire responsabilità e illegalità non può che essere incoraggiata e salutata positivamente”.

E conclude :“La Calabria cresce se si afferma la legalità, si recupera la fiducia nelle istituzioni, si affermano le regole e la trasparenza nell’utilizzazione delle risorse pubbliche”.

Una domanda ad Oliverio.

Perché le regole e la trasparenza devono essere affermate solo nell’utilizzazione delle risorse pubbliche e non anche e soprattutto nella gestione totale dell’ente regione?

Pubblicato in Calabria

Calabria Verde sembra una nuova Mani Pulite un quarto di secolo dopo.

 

A Milano il “mariuolo isolato” Mario Chiesa del Pio Albergo Trivulzio , in Calabria “un gruppo di mariuoli” di Calabria Verde.

Poi a Milano le indagini si allargarono a livello nazionale nei confronti di esponenti della politica, dell'economia e delle istituzioni italiane, e portarono alla luce un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano, e la politica reagì accusando la Procura di Milano di muoversi secondo un «preciso disegno politico»( Bettino Craxi)

Ora in Calabria i PP.MM. Bombardieri e Gratteri dichiarano che “Calabria verde è solo la punta di un iceberg” e che in Calabria c'è il marcio di Calabria Verde e quello della sanità e altro ancora.

E la DDA tenterà di far luce su “un sistema di grassazioni, malversazioni, appalti truccati, forniture fantasma, nomine illegittime, consulenze illegali”

Ma tanto dipenderà dai “Chiesa” calabresi ed occorrerà vedere se anche i nostri “mariuoli”, come a Milano, parleranno e sveleranno i nomi di chi c’è dietro, di chi li ha protetto e diretto.

La speranza è tutta nella collaborazione dei cittadini liberi ed onesti , da sempre invocata dai PM, Gratteri in testa, e proprio per questo è stato ricordato che tutto è cominciato da alcuni articolo di un giornale regionale, ed in primis da quello con il titolo “Calabria verde, spese sospette” .

Si, da sempre la Stampa libera può influire anche sul lavoro della magistratura, se essa vuole cogliere quegli elementi che difficilmente potrebbe avere nel fascicolo, anzi aprirlo proprio con gli articoli del mondo della stampa e del web.

Una situazione incredibile e vergognosa ed una occulta "cabina di regia" che da sempre investe molto in disinformazione e tenta di spostare l'attenzione della magistratura , magari, “sulle gare d'appalto arrivate con sentenze del Tar e pronunciamenti del Consiglio di Stato che hanno visto soccombere finanche l'ufficio legale della Fiat”.

Ma non tutto è marcio in Danimarca ed in Calabria fino a quando ci saranno giornali e penne “onesti” che scrivono senza timore e senza paura perché “liberi”.

E’ il caso, e non è piaggeria, del giornalista Paolo Orofino che fu autore di uno dei primi articoli su Calabria Verde.

Una indagine che darà il senso di quanta malversazione ci sia nella nostra terra soltanto quando- e speriamo presto- sapremo che cosa succedeva e succede negli enti pubblici ed avremo cognizione dell’arroganza e supponenza con cui si praticava.

Pubblicato in Politica

L’inchiesta Calabria Verde giunge all’epilogo.

Il 4 maggio, scorso come si ricorda, gli uomini del Corpo forestale hanno effettuato una serie di perquisizioni a carico di dirigenti e consulenti dell'azienda Calabria Verde, ente strumentale della Regione Calabria, e titolari di ditte boschive.

 

Tra gli altri anche negli uffici del capo di Gabinetto di Mario Oliverio, Gaetano Pignanelli e del dirigente del dipartimento Agricoltura Mario Caligiuri.

Gli Indagati furono Marino De Luca, Aurelio Pio Del Giudice, Ivo Filippelli, Antonietta Caruso, Leandro Savio, Gennarino Magnone e Paolo Furgiuele, ex dg di Calabria Verde, Gaetano Pignanelli e Mario Caligiuri.

Le accuse a carico degli indagati, secondo quanto riportato dal decreto di perquisizione, furono di truffa in concorso.

 

Ora la DDA ha disposto le seguenti misure cautelari:

-Carcere per Paolo Furgiuele (ex direttore generale) e Alfredo Allevato (dirigente terzo settore). --Arresti domiciliari per Marco Mellace, dirigente dell'economato.

-Interdizione dai pubblici uffici per l'ex dirigente Antonio Errigo.

-Obbligo di dimora per l'agrotecnico Gennarino Magnone.

Al direttore Paolo Furgiuele è stato contestato il conferimento all’agrotecnico Gennarino Magnone dell’incarico di “dottore agronomo” , senza quindi che ne avesse i titoli per ricoprirlo.

Peraltro all’interno dell’ente vi erano almeno diciotto dipendenti con la qualifica e i titoli per poter svolgere il medesimo incarico.

La vicenda della nomina di Magnone è finita prima al TAR Calabria ed è ora pendente presso il Consiglio di Stato che si pronuncerà il 20 ottobre prossimo.

Ma la DDA non ha atteso la pronuncia amministrativa e stamani ha fatto eseguire i provvedimenti penali di cui in precedenza.

Pubblicato in Belmonte Calabro

Uno dei cinque arrestati dalla DDA di Catanzaro per il gran casino di Calabria Verde è l’ex direttore generale Paolo Furgiuele. 
La Guardia di Finanza gli aveva notificato un avviso di garanzia il 4 marzo scorso.

 

Furgiuele è meglio noto come ‘O Principale.

Le indagini della DDA di Catanzaro (il pm è Giovanni Bombardieri) stanno finalmente facendo luce sugli appalti irregolari gestiti da Calabria Verde con la longa manus dei politici.

Le complesse e articolate attività investigative della Guardia di Finanza hanno consentito di evidenziare il compimento di illeciti nell’ambito di un progetto comunitario.

In particolare sarebbero stati impiegati fondi per circa 80 milioni di euro, stanziati per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua e per i rischi frane del territorio regionale, per fini differenti rispetto a quelli previsti, in quanto erano utilizzati progressivamente per il pagamento in via stabile e continuativa degli stipendi ordinari e degli straordinari dei dipendenti di dell’ente.

 

Le indagini hanno, altresì, consentito di appurare ulteriori fatti gravissimi.

Tra questi uno su tutti: il direttore generale pro tempore Furgiuele avrebbe fatto eseguire alcuni lavori di ristrutturazione della propria abitazione privata, utilizzando operai, che oltretutto risultavano in servizio, così distraendoli dall’attività dell’ufficio, e mezzi della azienda e acquistando materiale con i soldi dell’ente pubblico per un danno complessivo alle casse della stessa di quasi 33 mila euro.

Furgiuele era stato sentito come persona informata sui fatti il 10 dicembre 2015: una lunga audizione negli uffici della procura sulla gestione di Calabria Verde degli ultimi 18 mesi.

 

Ora è stato arrestato.

Vedremo se chiamerà in causa i politici o se si assumerà solo le sue responsabilità.

Quando si ha un esercito occorre usarlo, quantomeno per fare esercitazioni.

L’alternativa è che o l’esercito , se possibile, diventi debosciato o inizi contestazioni, occupazioni con sventolio di bandiere, se non mini rivoluzioni.

 

In Calabria per taluni esiste il diritto al lavoro e Calabria Verde è tra questi.

Ed allora ecco la trovata, la boutade della politica.

Il personale di Calabria Verde passa dai boschi, nientemeno che alla archeologia.

Ed il passaggio è garantito da un protocollo di intesa ( che parola nobile) tra la Regione e la Direzione generale per i Beni culturali e paesaggistici.

Ovviamente il violento sistema protettivo dei potenti calabresi, che nel caso di Oliverio diventa incredibilmente intenso, ricorda che :

  1. «Il patrimonio culturale costituisce per tutti noi un'importante eredità che non dobbiamo disperdere».
  2. «La Regione e la Direzione Generale per i beni culturali e paesaggistici si muoveranno di concerto esaltando quel principio di sussidiarietà dinamica richiamato dal codice dei beni culturali e del paesaggio. Meraviglioso il termine di “sussidiarietà dinamica!”
  3. La Regione per raggiungere l'obiettivo, opererà attraverso l'ente strumentale Calabria Verde che nelle passate settimane, dando attuazione ad accordi con la Protezione Civile Regionale, l'assessorato all'Ambiente e l'Ente Parco della Sila, ha già fornito il proprio contributo nella pulitura delle spiagge di alcuni comuni della Locride, sulle quale annualmente nidifica la tartaruga marina Caretta-Caretta. Si impone la domanda: ma la Caretta caretta non nidifica nelle spiagge migliori e più pulite e prossime al mare più pulito? Ed allora?
  4. Calabria Verde che nelle passate settimane, ha già fornito il proprio contributo, nel recupero di rifiuti solidi urbani e speciali abbandonati nel Parco della Sila, che vogliamo far rientrare tra i beni paesaggistici ed ambientali dell'Unesco. Già; per rientrare deve essere pulito
  5. L'introduzione di questo nuovo meccanismo concertativo e la collaborazione tra i soggetti pubblici dovrà esaltare la primaria funzione della valorizzazione dei beni culturali: contribuire allo sviluppo locale.
  6. Il patrimonio culturale, infatti, in quanto luoghi della memoria del nostro passato, costituisce per tutti noi un'importante eredità che non dobbiamo disperdere. Costituisce la testimonianza delle nostre origini. Costituisce un insieme di valori storici, artistici ed ambientali da conservare per non disperdere le tracce della nostra identità culturale». Ma allora il presidente Oliverio manderà il suo esercito di forestali a pulire i nostri centri storici sporchi ed abbandonati?

E non basta!

Oliverio assicura che «Nei prossimi mesi si cercheranno con la Direzione Generale per i beni culturali e paesaggistici, in un contesto programmatico coordinato, altre attive forme di collaborazione, volte sempre a valorizzare e fruire il patrimonio culturale, compreso quello religioso, attribuendogli un più incisivo ruolo nei processi di organizzazione del territorio». In sostanza il patrimonio culturale calabrese non è fruibile se non con la presenza dei forestali, la caretta, caretta non nidificherà senza i forestali,la Sila non rientrerà tra i beni paesaggistici ed ambientali dell'Unesco, se non dopo la bonifica da farsi a cura dei forestali

Ed allora grazie alle falci ed ai decespugliatori del personale di Calabria verde potremo visitare i circa 50 siti d'interesse archeologico ed artistico calabresi per liberarli dall'aggressione della vegetazione spontanea esistente sia all'interno che nelle zone di avvicinamento ed accesso.

Ovviamente anche in questo caso “Il tutto avverrà alla presenza di personale della stessa Direzione Generale per i beni culturali e paesaggistici per garantire la correttezza degli interventi”.

Cosa sarebbe la Calabria senza i Forestali e senza Oliverio ?

Pubblicato in Calabria

Una vicenda quella di Calabria Verde che si fa ogni giorno di più intrigata ed intrigante.

 

Sessanta agenti del Corpo Forestale dello Stato sono stati impegnati ad eseguire una serie di perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Castrovillari.

Fra il materiale prelevato dagli inquirenti anche computers e hard disk.

 

Le perquisizioni sono state eseguite a:

Cosenza,

Catanzaro,

San Giovanni in Fiore,

Luzzi,

Amantea,

Belmonte Calabro.

Le attività rientrano nell’ambito di un’inchiesta sull'utilizzo del patrimonio boschivo.Nello scorso mese di marzo, infatti, la Procura della Repubblica di Castrovillari aveva sequestrato un bosco di oltre 1.300 ettari di proprietà di Calabria Verde a Bocchigliero (Cosenza) iscrivendo nel registro degli indagati cinque persone.

Le persone indagate sono nove ed a loro è contestato il reato in concorso di truffa aggravata.

 

Fra gli indagati figurano Gaetano Pignanelli, capo gabinetto del presidente della Regione, Mario Oliverio, (al centro nella foto)e Mario Caligiuri, capo struttura del Dipartimento Agricoltura della stessa Regione Calabria.

Marino De Luca impresa forestale

Gennarino Magnone agrotecnico

Antonietta Caruso, custode giudiziario del bosco.

Le altre persone indagate sono Leandro Savio, Aurelio Pio Del Giudice, Ivo Filippelli, Paolo Furgiuele.

 

L'inchiesta riguarda il rilascio di una concessione per lo sfruttamento di un bosco di 1.300 ettari a Bocchigliero, nel Cosentino, senza procedura di evidenza pubblica.

Savio avrebbe detto che «Il rilascio della concessione era già stato sollecitato dal capo di Gabinetto del presidente della giunta regionale, Gaetano Pignanelli, nonché dal capostruttura presso il dipartimento dell'Agricoltura Mario Caligiuri».

 

Sempre Savio avrebbe evidenziato «in primis l'interessamento di Gennarino Magnone – nominato consulente per il Piano di gestione in seno a Calabria Verde – al rilascio delle concessioni per la raccolta del legname in favore della ditta De Luca, nonché di altra ditta, Simon Legno, in quanto il De Luca si sarebbe recato direttamente presso gli uffici di Calabria Verde in compagnia di Magnone».

E a quel punto il consulente «avrebbe espressamente chiesto di avviare l'iter concessorio in favore del De Luca, pur a fronte della mancata presentazione della relativa domanda».

 

Per Savio ci sarebbe un'altro aspetto anomalo riguardo alla concessione, perché questa – secondo il suo racconto – «veniva consegnata brevi manu direttamente al De Luca dal Magnone».

 

Le indagini continuano e si ampliano.

Pubblicato in Calabria

Se si vuole la prova certa di cosa sia la Calabria basta infor marsi (bene) su Calabria Verde da cui “Il commis sario prece dente mente nominato, Nello Gallo, è scappato a gambe levate dopo un paio di mesi”.

 

Parliamo di Calabria Verde “nella cui sede di Catanzaro la Guardia di Finanza è ormai di casa”.

Parliamo di Calabria verde, la più grande azienda pubblica della Calabria, nata dopo la messa in liquidazione dell’Afor, un nuovo ente che Oliverio dice non essere ancora nato.

Ed allora ecco la mossa a sorpresa del governatore , che fa nominare dalla “sua”giunta a nuovo Commissario di “Calabria Verde” il generale dei carabinieri Mariggiò

Evidentemente non bastava la Guardia di Finanza costantemente presente nelle sue funzioni investigative ed occorreva anche l’Arma di carabinieri con la esperienza di una della sue più alte cariche quale un generale comeMariggiòche dalla sua ha anchela conosce diretta della Calabria essendo stato Comandante provinciale dei Carabinieri di Catanzaro e di Cosenza e Comandante della Legione Calabria dal novembre 2013 al luglio 2015.

 

Ed Oliverio dal generale si aspetta molto, anzi di più.

Infatti ha detto “Calabria Verde costituisce un tassello importante e decisivo per contribuire a determinare il necessario cambiamento nella vita della nostra Regione e per affermare legalità e trasparenza nella utilizzazione delle risorse pubbliche”.

 

Quasi a dire che finora legalità e trasparenza nella utilizzazione delle risorse pubbliche non si sono mai affermate.

Se è così, forse, ha ragione chi scrive che “ L’arrivo del generale Mariggiò prelude certamente alla tanto attesa operazione di pulizia di questo verminaio”.

Ed ancor più potrebbe avere ragione quando scrive che “ E sono in tanti a tremare”.

Pubblicato in Calabria

Ieri 3 marzo è stato notificato il primo avviso di garanzia relativo alle vicende di Calabria Verde.

Lo hanno fatto gli uomini della Guardia di Finanza.

Ed hanno cominciato dall’ex direttore generale dell’ente strumentale della Regione.

Dal dr Paolo Furgiuele.

Furgiuele era stato sentito come persona informata sui fatti lo scorso 10 dicembre: una lunga audizione negli uffici della procura sulla gestione di Calabria Verde negli ultimi 18 mesi.

Da quella data le indagini sono proseguite senza flessioni

Non si esclude che oggi o domani possano essere notificate altre informazioni di garanzia.

Alla luce degli ultimi fatti e del sequestro operato dagli uomini della Forestale non si può escludere che la indagine raggiunga anche i piani alti.

Pubblicato in Calabria
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