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Amantea ha bisogno di una tenenza di carabinieri ed, in particolare, di più uomini esperti e qualificati per tenere sotto controllo quanto avviene nella nostra cittadina.

 

Impossibile che in 20 giorni, come dicono ad Amantea, due “colpi” circuiti distruggano due auto.

E peraltro di notte.

L’ultima stamattina intorno alle 04.00

Un’altra auto bruciata in una traversa della frequentatissima e centralissima via Vittorio Emanuele.

La traversa dove insiste il vecchio cinema Bruni.

Ovviamente nessuno ha visto niente, nessuno sa niente.

La notizia stamattina si è sparsa per la città ma con immediatezza il mezzo completamente distrutto è stato rimosso.

E sempre con immediatezza gli operai comunali hanno pulito e lavato tutto( vedi prima foto).

Poi, nella mattinata, i carabinieri della locale caserma hanno provveduto ad acquisire i fotogrammi delle telecamere pubbliche e private che insistono nell’area interessata all’evento.( vedi seconda foto).

Dai fotogrammi, forse, la possibilità di risalire a chi od a coloro che hanno dato fuoco all’auto parcheggiata sulla traversa dell’ex Cinema Bruni.

Questo sempre se non siano stati uomini dal viso travisato come sembra possibile, se non certo.

Gli investigatori seguono tutte le tracce alla ricerca di ragioni che possano aver indotto il gesto criminale.

Aspettiamo che l’amministrazione comunale prenda posizione su questo evento anche se non lo ha fatto nemmeno su quello precedente.

AUTO DEI CARABINIERI DI FRONTE AL LUOGO DELL'INCENDIO

Campora SG. E’ passata da poco la mezzanotte quando per cause sconosciute prende fuoco uno dei piccoli appartamenti siti nello stabile che ingloba la antica torre di San Giovanni, quella che secoli fa presidiava la campagna di Campora San Domenico, in uno a quella di Campora San Giovanni, di Cozza-Fravitte e della Marinella sulla quale , oggi, insiste il PIP.

 

Se ne accorge, per fortuna, il vicino di casa che chiama i pompieri di Paola.

In attesa però ci si aiuta con un tubo e l’acqua della fontana.

Meno male che stanotte c’era!

Campora SG è lontana da Paola ed i Vigili del Fuoco impiegano troppo tempo perché il fuoco possa attendere.

Si adoperano i pompieri ma non è facile spegnere il fuoco.

Ci vogliono due carichi della autobotte per averne ragione.

 

E meno male che non è scoppiata la bombola di gas che i vigili sono riusciti a portare fuori interamente annerita dalla fiamme dell’incendio. (Vedi Foto 2)

Insieme ai VVFF arrivano anche i carabinieri per verbalizzare l’incidente.

 

L’appartamento è totalmente bruciato. 

 

Non si è salvato niente. (Vedi foto 3)

Il camporese che vi risiedeva ha aspettato l’alba nel portone del fabbricato su una sedia che fortunatamente si trovava nelle scale.

Da stanotte non ha più un alloggio.

 

Da stanotte dormirà nelle scale …o sotto le stelle.

 

Pubblicato in Campora San Giovanni

Abbiamo parlato della presenza in Amantea di pattuglie speciali di carabinieri che hanno esercitato un forte controllo sulla città.

 

Ci è mancato, però, di segnalare che tra i vari effetti di questa presenza va evidenziato il sequestro di decine di caschi non omologati.

Come nota l’art. 171.del CdS dispone dell’ Uso del casco protettivo per gli utenti di veicoli a due ruote, obbligando all’obbligo di indossare e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme ai tipi omologati, in conformità con i regolamenti emanati dall'Ufficio europeo per le Nazioni Unite - Commissione economica per l'Europa e con la normativa comunitaria.

 

E così decine e decine di conducenti con caschi non omologato sono stati fermati e contravvenzionati con una sanzione che va da euro 81 a euro 326.

A questa sanzione pecuniaria consegue anche il fermo amministrativo del veicolo per sessanta giorni ai sensi del capo I, sezione II, del titolo VI.

Anzi quando, nel corso di un biennio, la violazione è ripetuta il fermo del veicolo è disposto per novanta giorni.

A tutto aggiungiamo, infine, la decurtazione di 5 punti dalla patente.

 

La custodia dei veicoli è stata affidata ai proprietari dei motoveicoli.

Ed infine va precisato che i caschi sono stati tutti soggetti al sequestro ed alla relativa confisca, ai sensi delle norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI.

Segnaliamo che finora abbiamo visto tanti caschi a scodella corredare le teste di noi ciclomotoristi senza che nessuno ci abbia mai fermati, al punto che ci apparivano legittimi

Ricordiamo ai nostri lettori che il primo problema nell’acquistare un casco online è proprio questo: l’omologazione.

Per essere utilizzabile in Europa un casco deve essere omologato secondo le procedure europee. Ciò significa che all’interno del casco ci deve essere l’etichetta con la lettera “E” cerchiata e la relativa indicazione del numero di omologazione(vedi prima foto).

Ogni numero corrisponde a uno stato europeo.E1 Germania – E2 Francia – E3 Italia – E4 Paesi Bassi – E5 Svezia – E6 Belgio – E7 Ungheria – E8 Cecoslovacchia – E9 Spagna – E10 Jugoslavia – E12 Austria – E13 Lussemburgo – E14 Svizzera – E16 Norvegia – E17 Finlandia – E18 Danimarca.

 

Ecco qualche casco non omologato.

 

ed infine un casco per gattino...

 

I carabinieri di Pizzo, in collaborazione con i colleghi del Nucleo ispettorato del lavoro di Vibo Valentia, del Nas (Nucleo Anti-sofisticazione) di Catanzaro, del Nucleo Ambiente della sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Vibo Valentia e del Comando Stazione Forestale Carabinieri di Vibo Valentia,hanno fatto un colpo grosso.

Sono andati a controllare gli impianti di depurazione delle strutture ricettive dei comuni costieri,ed hanno trovato gravi irregolarità in un noto ristorante

In particolare hanno riscontrato la presenza di 22 lavoratori non regolarmente occupati su 27

Poi hanno trovato gravi carenze igienico-sanitarie nelle cucine.

Infine hanno accertato lo scarico abusivo di acque reflue domiciliari ed industriali sul suolo.

Sul nome del locale i carabinieri mantengono al momento il più stretto riserbo per non compromettere l'esito delle indagini tuttora in corso.

Ma il ristorante è stato chiuso.

Così che basta farsi un giro per capire quale è il ristorante in questione

A seguito degli accertamenti sono state elevate contravvenzioni amministrative per un importo totale di 131.000 euro.

Pubblicato in Vibo Valentia

Sono ormai diversi giorni che Amantea è posta sotto ferreo controllo da parte delle Forze dell’ordine.

Posti di blocco ripetuti vengono eseguiti per tenere presidiata la città.

 

In particolare, e potrebbe non essere un caso, la zona nord del capoluogo del paese, quella prossima alla Villa Comunale.

In questa ottica di opportuno presidio anche l’arresto per produzione e spaccio di droga di un giovane 21enne, R.B.

Il giovane disoccupato ed incensurato abita nel quartiere di Santa Maria.

Presso la propria abitazione sono stati rinvenute 7 piante di marijuana da 50 cm di altezza media e 10 gr di sostanza tipo marijuana, già divise in droga

Insiemr anche un bilancino

Voci segnalano che si tratti dell’effetto di una continua azione informativa espletata dall’arma ed in particolare dalla locale stazione CC.

La notte scorsa un ladro è entrato nei locali del distretto sanitario di Paola

Parliamo di quelli siti in viale Giardini

Per fortuna questi locali erano dotati di allarme collegato con la centrale operativa del comando dei carabinieri.

Sono partite immediatamente che hanno bloccato lì’area impedendone la fuga

Il successivo sopralluogo portava alla scoperta della presenza di un uomo travisato da un passamontagna

L’uomo, un 44enne del posto, veniva prontamente bloccato e veniva sottoposto a perquisizione personale.

Successivi accertamenti ed indagini condotte nell’immediatezza hanno consentito di ricostruire la dinamica dei fatti e d’individuare l'uomo come il presunto autore del furto che era avvenuto poco prima all'interno degli uffici dell'azienda sanitaria.

Secondo quanto ricostruito dai militari, l'uomo, dopo aver forzato la porta d'ingresso dei locali, si era introdotto all'interno degli stessi e scardinando le casse dei distributori automatici di snack e bevande era riuscito ad impossessarsi di un’esigua somma di monete riuscendo ad essere successivamente bloccato dai carabinieri prima di scappare dal luogo del delitto.

L'arrestato è stato poi condotto ai domiciliari su disposizione dell'autorità giudiziaria di Paola.

Ora dovrà rispondere di furto aggravato

E’ andata meglio ai ladri che ripetutamente si sono introdotti nel poliambulatorio di Amantea e che non sono stati mai arrestati.

Chissà se anche il poliambulatorio di Amantea è stato munito di allarme collegato ai carabinieri?.

Pubblicato in Paola

Giorno 7 giugno intorno alle 18.30 circa sulla ss18 è avvenuto un incidente mortale.

Una Renault Modus guidata da Graziano Aloise ad altissima velocità percorreva la SS18 in direzione nord.

Improvvisamente si è spostata sulla corsia di sorpasso.

 

Un' auto che veniva nord percepito il pericolo si è buttata sulla destra, sul parcheggio antistante la via di accesso al porto di Campora SG evitando, così, l’ urto e gravi danni alla sua famiglia.

Ma dietro l’auto salvatasi dall’urto c’è una Fiat Punto guidata da Maria Notti, 76 anni di Lamezia Terme.

La signora Notti non percepisce il pericolo ed urta violentemente contro la Modus.

Lo scontro è violentissimo tanto che la Fiat viene trascinata per circa20 metri in direzione opposta a quella seguita fino all’impatto

I venti metri della SS189 sono pieni di pezzi di auto.

La signora Notti perde la vita.

I carabinieri della compagnia di Paola provvedono alle rilevazioni del caso.

In conducente della Renault Modus Graziano Aloise resta feriti, così come un’altra signora che viaggiava sulla Punto.

Graziano Aloise non era in possesso della patente di guida che gli era stata ritirata

Ed oggi giorno di Sant’Antonio i carabinieri della compagnia di Paola in esecuzione di disposizione giudiziale hanno arrestato Graziano Aloise.

Non è dato sapere se come supposto dagli astanti all’incidente e stante la incredibile ed azzardata manovra di sorpasso il conducente della Modus fosse in condizioni di normalità.

Grande soddisfazione è stata espressa degli abitanti della frazione Campora San Giovanni che non apprezzavano il modo di guidare di Graziano Aloise e temevano qualcosa di simile a quanto successo.

I reati sarebbero stati commessi tra il 2012 ed il 2016.

 

Secondo gli investigatori ci sarebbero state frodi nella gestione e conduzione dell'impianto.

Stamattina 19 maggio i Carabinieri del nucleo operativo ecologico di Reggio Calabria, a conclusione di indagini in materia ambientale, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo del depuratore comunale di Mammola disposto dal gip presso il tribunale su richiesta della procura della Repubblica di Locri.

 

Nel contesto delle stesse indagini i Carabinieri hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 8 persone,A.N., S.A., R.A., A.F., S.A., R.G., S.F.E S.L,.ritenute, nelle rispettive qualita’, responsabili di una serie di reati in relazione alla gestione dell’impianto di depurazione.

 

Tra gli indagati, un tecnico del comune di Mammola, amministratori e responsabili tecnici delle societa’ che nel tempo hanno gestito l’impianto.

I reati contestati, sono quelli di immissione, nel “torrente chiaro” di mammola, di una quantità indeterminata di reflui fatti precedentemente confluire nel depuratore comunale e poi riversati nel corso d’acqua senza nessuna preventiva effettiva attività di depurazione, con il conseguente danneggiamento dello stesso torrente; il mancato smaltimento dei rifiuti solidi (fanghi, sabbie e vaglio di grigliatura) provenienti dal trattamento di depurazione, trattenuti invece nell’area dell’impianto di c.da Gioia di Mammola;

 

La frode nell’adempimento degli obblighi derivanti dal contratto di conduzione e manutenzione dell’impianto di depurazione, ottenendo comunque gli importi erogati dal comune. Contestata anche la violazione del codice degli appalti.

Nel provvedimento cautelare, proprio per non aggravare lo stato di inquinamento del corso d’acqua nel quale l’impianto di depurazione comunale scarica, e’ stata concessa la facoltà d’uso.

Pubblicato in Reggio Calabria

I Carabinieri di Paola acquisiscono documenti in nove comuni del tirreno cosentino.

 

Esiste sempre più la speranza che la procura di Paola si ponga all’avanguardia della azione penale nei confronti della Pubblica amministrazione.

Quella Pubblica amministrazione che si è supposta onnipotente, intangibile, o quantomeno al di sopra della legge, se non peggio.

 

Un fenomeno che poi si è riverberato a cascata sul popolo che man mano si è considerato figlio della stessa logica e si è convinto che tanto anche lui sarebbe stato non emendabile.

 

In questa nuova visione della legge non sorprende che stamattina i Carabinieri della Compagnia di Paola, su disposizione della Procura della Repubblica di Paola, si siano recati in diverse sedi comunali ricadenti nella territorio della Compagnia al fine di acquisire della documentazione finalizzata a verificare l’affidamento del servizio pubblicitario e la regolarità nella costruzione di maxi impianti pubblicitari che insistono nei territori dei comuni interessati.

 

Si tratta del prosieguo investigativo dell’attività condotta dai carabinieri di Guardia Piemontese della Compagnia di Paola e relativa al sequestro preventivo d’urgenza, operato lo scorso 18 marzo, di tutti gli impianti pubblicitari che insistono nei territori dei Comuni di Guardia Piemontese ed Acquappesa e più specificamente di 17 impianti pubblicitari di grosse dimensioni (6 metri per 3 metri).

 

A seguito di tale attività d’indagine il sostituto procuratore presso il Tribunale di Paola, Anna Chiara Fasano, iscrisse nel registro degli indagati 12 soggetti tra i quali anche amministratori comunali, tecnici e funzionari comunali.

Il PM contestò i reati di : turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, depistaggio, concorso di abuso d’ufficio, rifiuto di atti d’ufficio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Pubblicato in Paola

Leonard Mucllari, 28enne albanese, è ricercato da ottobre del 2011 quando evase dal regime di detenzione domiciliare cui era sottoposto presso l’abitazione di residenza dei genitori, a Palizzi Marina (Reggio Calabria).

Si tratta di una persona considerata elemento dalla elevata caratura criminale

Leonard Mucllari è stato condannato in contumacia nel 2014 dal Tribunale di Locri a 7 anni di reclusione per produzione, traffico e detenzione di stupefacenti, rapina a mano armata, ricettazione ed evasione, oltre che per svariati reati minori.

Dopo soli 5 giorni modificava i propri dati anagrafici da Leonard Mucllari a Hasan Mucollari, convinto di garantirsi così l’impunità per i numerosi reati commessi in Italia e riorganizzare la propria vita in Albania da uomo libero.

Ad agosto 2012, poi, il latitante si è sposato con una connazionale in Albania fissando la propria residenza a Pogradec, cittadina di circa 30mila abitanti nel sud-ovest del Paese, che affaccia sul lago di Ocrida ai confini con la Macedonia, dove svolgeva saltuariamente l’attività di autotrasportatore.

Poiché la giustizia , come la verità, non ha confini i Carabinieri continuarono a cercarlo per arrestarlo

Poi la svolta.

E’ bastata una intercettazione telefonica, a settembre 2016.

Una telefonata tra lui ed il padre

Infine a dicembre 2016 i genitori di Mucllari partono diretti in Albania per incontrare la propria nipote permettendo così di localizzare il latitante

In questi giorni dopo l’avvio delle procedure idonee ad internazionalizzare il provvedimento esecutivo del Tribunale di Locri, in forza del quale gli uomini dell’Arma hanno potuto catturare il latitante direttamente in Albania.

Leonard Mucllari dovrà scontare la pena di 7 anni e 3 mesi di reclusione

Pubblicato in Calabria
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