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Questo il comunicato stampa del CIF di Amantea.

 

“L’ente provincia danneggia gravemente le donne del comprensorio di Amantea.

E’ con profonda indignazione che il Centro Italiano Femminile (Cif) sez. di Amantea Provincia di Cosenza, nella persona del Suo Presidente Sig.ra Carmela Franco, in uno con la Presidente Provinciale della stessa, sig,ra Concetta Grosso, che apprende dalle pubblicazioni dei siti accreditati, che l’Ente Provincia di Cosenza ha arrecato un grave danno e pregiudizio alle richieste unanimi di una comunità finalizzate a favorire ed a contribuire alla piena attuazione e qualificazione della DIGNITÀ delle donne nel territorio del vasto comprensorio Amanteano.

 

Il CIF si era fatta promotore per l’istituzione di un corso serale I.T.C. presso l’I.I.S. di Amantea per trovare strategie utili e necessarie per la riduzione del grave disagio occupazionale che sta contribuendo alla desertificazione ed all’abbrutimento del territorio.

 

Tale corale richiesta, così per come sottoscritta e documentata da un notevole numero di donne interessate, molte delle quali versano in situazione socio economiche gravi e precarie, aveva trovato la fattiva e propositiva azione di supporto e di collaborazione da parte dell’Ente Comunale territoriale e da parte degli Organi Collegiali del Polo Scolastico che nei modi e nei termini utili previsti dalle norme hanno attivato le corrette e propedeutiche procedure per ottenere LA POSITIVA FORMALIZZAZIONE del corso serale, indirizzo Tecnico Commerciale Finanza e Marketing.

 

Purtroppo inaspettatamente l’Ente provinciale con il proprio disinteresse nell’accogliere la richiesta ha dimostrato di essere insensibile non solo all’ascolto della voce sociale del territorio nel suo complesso ma soprattutto ha negato una possibile opportunità ad una cellula sociale univocamente ritenuta destinataria di azioni di supporto e di cura.

Le donne che si sono rivolte all'Associazione che ha raccolto firme e richieste, che sono state inserite come parte integrante della pratica istruita, si vedono ancora una volta, nel nostro territorio, umiliate ed emarginata da scelte politiche miopi ed esclusivamente condizionate da logiche incomprensibili.

L’associazione CHIEDE formalmente A VOCE ELEVATA al Presidente della Provincia Avv. Graziano Di Natale di istruire una revisione delle procedure con regolare rettifica in accoglimento di quanto indispensabile alle comunità interessate.

Al Presidente della REGIONE CALABRIA Dott. Mario Oliverio si chiede una competente ed apicale revisione dell’erronea determinazione amministrativa che può trovare luogo di riesame nelle sedi, nei modi e nei termini previsti dalle disposizioni normative.

 

Lo stesso CIF si rivolge al Direttore Generale dell’USR Calabria Dott.re Diego Bouchè per ogni adempimento funzionale alla Sua figura.

Agli Organi Collegiali del Polo Scolastico di Amantea ed all’Amministrazione Comunale di Amantea il CIF ritiene di dare merito di tutte le azioni sin qui poste in essere e esprime l’invito a continuare a supportare una iniziativa MERITEVOLE DI RISPOSTE URGENTI.

Il CIF manifesta la propria disponibilità a poter incontrare le delegazioni istituzionali affinché possano concordare ogni intervento utili al ravvedimento in difesa degli aventi diritto.

Si ritiene opportuno concludere rappresentando l’urgenza di quanto specificato in previsione dell’avvio dell’anno scolastico 2017/2018.

Amantea, 19 Gennaio 2017

                                                                               F.to Sig.ra Carmela Franco

Pubblicato in Politica

Questa è la nota che la signora Carmela Franco ha inviato a noi, a Webiamo ed a Rino Muoio.

 

Si tratta di una lettera che ha scritto a Gesù ma che noi siamo convinti Gesù non riceverà mai considerato che l’ha consegnata al Comune( e chi gliela porta?).

 

La nota che vi accludiamo a piè delle presenti righe è accompagnata dal seguente messaggio:

“Gentili signori, Vi mando la lettera che ho protocollato in Comune solo col timbro e data di ricezione a mano dato che non c'era linea ieri, in JPG per conferma della consegna e in word per Vostre esigenze tecniche.

Qualora Vogliate pubblicarla a beneficio dei più, ognuno nel proprio piccolo é portatore di pace che costruisce.

Vi auguro buon lavoro e sereno Natale perenne. GRAZIE Carmela Franco”

 

Speriamo che Gesù la legga.

Magari qualche Angelo di passaggio da Amantea in volo per un luogo di pace e bellezza potrebbe anche via web inviargliela. ( non siamo così presuntuosi da pensare che Gesù od i suoi Angeli leggano il nostro sito).

Pubblicato in Primo Piano

La forma vince sulla sostanza. La negatività vince sulla positività.
Il comune rinnega i diritti delle associazioni.

 

Questa, in sintesi, la storia dei rapporti tra Carmela Franco del Centro Italiano femminile( CIF)

La presidentessa del CIF il 6 aprile 2016, con nota assunta al protocollo dell’ente 5303 in pari data,

“Considerata la parziale pubblicazione e la difficile comprensione dei seguenti documenti che non sono pubblicati sul sito dell’ente www.comuneamantea.gov.it:

-quota di bilancio destinata al settore servizi sociali nonché suo preciso ammontare nel dettaglio analitico, in riferimento agli anni 2013,2014,2015;

-la programmazione, fatta all’uopo, preventiva per il raggiungimento e degli obiettivi del settore servizi sociali, in riferimento agli anni 2013,2014,2015;

la relazione che rendiconta gli obiettivi raggiunti negli anni 2013,2014,2015;

chiede la pubblicazione dei documenti e la contestuale trasmissione alla sottoscritta di quanto richiesto, ovvero la comunicazione dell’avvenuta pubblicazione e la indicazione del collegamento ipertestuale.

 

Deludendo le sue attese la segretaria comunale con nota 5347 del 7 aprile , tempestivamente, rispondeva che la documentazione richiesta dalla presidente del CIF dal 4 gennaio 2016 è presente nel sito dell’ente, sezione trasparenza, accesso civico al seguente link: comune.amantea.accessocivico.it?=amministrazione-trasparenza/bilancio-preventivo-e-consuntivo.

Concludeva, poi, la segretaria evidenziando che “ con riferimento alla specifica richiesta relativa al programmazione e rendicontazione dei servizi social si precisa che i predetti atti non sono obbligatori per il comune di Amantea”.

 

Ma Carmela Franco osserva e contesta lo stato di solitudine nel quale l’ente si è arroccato dimenticando che l’articolo 29 dello statuto comunale detta che:
”Il Comune di Amantea riconosce e promuove le forme di associazionismo presenti sul proprio territorio” , ed inoltre che l’articolo 30 del medesimo statuto stabilisce i Diritti delle associazioni statuendo che

1. Ciascuna associazione registrata ha diritto, per il tramite del legale rappresentante o suo delegato, di accedere ai dati di cui è in possesso l'amministrazione e di essere consultata, a richiesta, in merito alle iniziative dell'Ente nel settore in cui essa opera.

2. Le scelte amministrative che incidono sull'attività delle associazioni devono essere precedute dall'acquisizione di pareri, non vincolanti, espressi dagli organi collegiali delle stesse.

3. I Pareri devono pervenire all'Ente nei termini stabiliti nella richiesta, che in ogni caso non devono essere inferiori a tre giorni.

In sostanza- dice la presidente del CIF – il comune ci prende come controparte invece che come soggetto che concorre al raggiungimento degli obiettivi dell’ente nei settore dei servizi sociali ed in modo diffidente ci frappone ostacoli.

Pubblicato in Politica

Carmela Franco, Presidente CIF Amantea, richiama la recente vicenda dei minorenni interessati dal consumo e dallo spaccio di droga.

E lo fa da madre.

E richiama, in sintesi, la nota inviata Amantea il 30 dicembre 2014 al Sindaco D.ssa M.Sabatino, all’Ass. ai Servizi Sociali Dott.G.B.Morelli ed all’allora C.te della stazione dei Carabinieri M.llo M.Diamanti

“L’adolescenza è una fase evolutiva in cui l’individuo deve affrontare una serie infinita di compiti avendo a disposizione risorse personali talvolta inadeguate, e sempre meno riferimenti culturali e sociali.

Ciò che maggiormente contribuisce ad accentuare queste difficoltà sono situazioni familiari problematiche, separazioni, ma anche semplici carenze educative ed affettive, ambienti sociali deprivati culturalmente o economicamente, atteggiamenti caratterizzati da scarsa autostima, instabilità emotiva, comportamenti provocatori spesso collegati ad un percorso scolastico marcato da insuccessi, o ancora l’uso di alcool e sostanze stupefacenti.

Tutto un insieme di fattori che, combinandosi tra loro, spesso e quasi inevitabilmente, generano abbandoni scolastici, violazione sempre più abituale di norme, incapacità ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni ed altri atteggiamenti poco corretti.

La famiglia resta l’ambiente sociale che più di ogni altro preme sulla vita dell’adolescente, nonostante egli sia impegnato nella costruzione della propria personalità, è dei genitori il compito di far interiorizzare al giovane un certo sistema di ruoli e modelli di comportamento”.

Si tratta di concetti ampiamente noti e sintesi di convegni e progetti sociali.

Poi la vicenda letta da madre : “Sono passati otto giorni dal fermo del nostro giovane minore compaesano, più altri, e la prima immagine che mi è venuta davanti è stata un letto vuoto e una madre basita a guardarlo inerme, come inermi sono stati tutti coloro che avrebbero dovuto supportarla nel difficile ruolo del genitore, e che ancora continuano, dov’è il supporto del consultorio familiare con tutta la sua bella equipe socio-psico-pedagocica che si dovrebbe attivare, in questi casi e similari, come l’altro giovane minore ricoverato in coma etilico, durante il carnevale di quest’anno, attorno al quale ce n’erano altri venti circa, nelle stesse condizioni, come il suicidio dell’altro giovane minore nel gennaio di due anni fa, tutto nell’assoluta indifferenza”.

Come ho avuto modo di scrivere ad Amantea “Uomini, famiglie e società sono soli!”

E Carmela offre alcuni suggerimenti “Cari concittadini, prendendo spunto dal pensiero del Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho, il quale suggerisce di attivare presidi preventivi di carattere sociale, economico e culturale, si pensi al rafforzamento della scuola, alle occasioni di lavoro, ad un’istituzione politica che diventi esempio in positivo, le forze dell’ordine, le parrocchie, le associazioni e tutte le donne e gli uomini di buona volontà che, di concerto, tutti insieme, dovrebbero contribuire a fornire alternative alla strada alle ragazze e ai ragazzi.

Io dico, facciamolo, non giriamo il volto per far finta di non vedere la solitudine nei cuori dei nostri figli, il loro senso di smarrimento e il loro entusiasmo smorzato dal cattivo esempio che noi adulti stiamo dando loro, sì noi, che con la fretta del quotidiano non ci fermiamo ad ascoltarli e non creiamo dei punti certi e fermi di riferimento.

Lavoriamo, invece, insieme, sull’educazione al senso civico e alla legalità e sui rapporti umani, che pare ormai siano in disuso ma di cui ce n’è tanto bisogno.

Noi ciffine in collaborazione con i frati del Convento di San Bernardino ci stiamo mobilitando per l’apertura di un centro ascolto per la famiglia e un oratorio per i giovani, che potrebbe essere di già operativo dopo le festività della Santa Pasqua”.

Anche noi abbiamo detto che è necessario lavorare “per meno letti vuoti e meno madri basite“, ma prima che avvenga!

Scrive il sindaco di Conflenti Giovanni Paola in una lettera indirizzata a tutti i comuni della Calabria, ai presidenti delle province calabresi, al governatore della Calabria ed ai parlamentari calabresi, che “Il 60 % dei Comuni Calabresi sono stati costretti a denunciare episodi di micro (e macro) criminalità contro la Pubblica Amministrazione e tali numeri superano abbondantemente la soglia di sopportabilità per un Paese che si debba definire civile. La cosa più triste è che di fronte a tali drammatici accadimenti, si rimane sempre più soli”.

 

E’ dalla sua presa di posizione che è derivato l’incontro dei sindaci calabresi in Roma con il Viceministro degli Interni On. Filippo Bubbico e la senatrice Doris Lo Moro.

Molto scarsa ci è parsa la partecipazione dei sindaci( vedi foto grande) come se gli attentati fossero stati cosette da nulla o come se fossero stati dimenticati od accomodati.

 

Ma la cosa più grave non è l’assenza degli amministratori quanto la affermazione resa dall’On. Filippo Bubbico che, al contrario del sindaco Paola che ricorda la “ineludibile la necessità di una maggiore presenza dello Stato in Calabria per favorire una più serena e tutelata condotta Amministrativa”, pur evidenziando di sapere “ bene che fare l'amministratore in Calabria significa essere esposto a condizionamenti e forti pressioni provenienti da ambienti criminali che cercano di infiltrare il territorio” , ha dichiarato “Molte volte gli amministratori chiedono maggiore presenza sul territorio delle forze di polizia.

Io sono convinto che serva un'efficace distribuzione di queste forze e che militarizzare i territori non serva a nulla se non si crea cultura della legalità. Per fare questo è giusto che gli amministratori del Mezzogiorno per primi si adoperino e agiscano. E' giusto, infatti, che il Mezzogiorno esiga il grande debito che lo Stato ha nei suoi confronti, ma lo stesso Mezzogiorno deve dimostrare di essere credibile, efficace e autorevole, capace di agire e intervenire con consapevolezza e forza per superare gli insopportabili divari. Credo ci siano tanti amministratori in grado di lavorare perché questo avvenga".

Ci sembra come la storia della gallina e dell’uovo

In un contesto se non ‘ndranghetista, quantomeno fortemente privo di legalità è possibile chiedere agli amministratori di essere giusti ed onesti perché sono lo Stato ed anche per sollecitare nella comunità il senso della legalità?

Ma se non lo fanno a chi spetta controllare, se non ai carabinieri?

 

Una alta presenza dello Stato significa quindi una maggiore opportunità per i calabresi di praticare la legalità , ma anche di esigere legalità.

Proprio per questo non ci sembra possibile che Amantea , sia praticamente l’unica grande città calabrese a non avere un Tenenza dell’Arma o comunque una dotazione organica pari a quella di una Tenenza , tanto più quando manca persino un Posto di Polizia e quando la durata brigata della Guardia di Finanza è a rischio!

Non solo, ma l’altro primato di Amantea è la totale assenza di presidi stabili di forze dell’ordine nella frazione di Campora SG , che ha una popolazione simile ad un medio comune calabrese.

Non si può chiedere ulteriormente altro spirito di abnegazione che oggi offrono i pochi militi della locale caserma dei CC.

Occorre quantomeno potenziarne la dotazione.

Piangere dopo è perfettamente inutile.

Carmela Franco

Pubblicato in Politica

Uno degli ambiti sociali di interesse del CIF riguarda i giovani.

Ho affrontato il tema dei servizi sociali e dei piani di zona, oggi vorrei parlarvi in particolare dei nostri giovani, che oggi per mancanza di prospettive sono costretti ad andarsene.

 

Voglio parlarvi soprattutto dei più deboli e fragili, di quelli che vivono il disagio del “vuoto”, senza riuscire ad avere o trovare delle occupazioni, né per il lavoro né per lo svago, aspettano semplicemente che il tempo passi, e spesso si imitano nei comportamenti, soprattutto quelli negativi, altrimenti c’è il forte rischio di rimanere isolati, soli come rimangono quelli che non vogliono seguire la massa.

 

Eppure basterebbe poco, offrire loro delle opportunità: i mezzi e gli strumenti già ci sarebbero, a cominciare dal Campus depositario dei mastelli della differenziata, al capannone dei carri dato in concessione per essere usato tutto l’anno ma di fatto aperto solo il periodo della costruzione dei carri di carnevale, alla struttura inutilizzata e degradata dell’ex giudice di pace, a finire ai beni confiscati.

Per tutte queste strutture ho chiesto la disponibilità, con tanto di protocolli, allegati e riferimenti normativi, affinchè la comunità tutta ne potesse trarre giovamento; preciso e sottolineo la comunità tutta e non necessariamente il CIF, perché l’obiettivo è lo svolgimento del servizio –sia chiaro- con l’apertura di centri diurni , laboratori creativi e informativi, la biblioteca comunale, oggi tristemente relegata in un sottoscala della delegazione comunale a Campora S.G. e tutte quelle strutture di aggregazione sociale che se utilizzate adeguatamente, sarebbero un ottimo strumento formativo di legalità.

 

Nella nostra Calabria e nella nostra Amantea sembra che tutto sia impossibile e che nessuno sappia niente.

Chiederei al sindaco, a cui mi rivolgo come donna e madre: abbi l’umiltà e la saggezza di scendere in mezzo al popolo, per il bene del popolo e di vivere con il popolo, così come hanno fatto le donne e gli uomini veri che ci hanno preceduto e che hanno combattuto per ottenere quel che resta della democrazia e della civiltà, e ti renderai conto che il popolo, che ti ha concesso di essere la più alta autorità della nostra città, ha sete di giustizia e sicurezza sociale, non rendere vano ogni sforzo di noi amanteani che per avere un servizio che ci spetta di diritto dobbiamo salire fin sulla vetta ove “il passero solitario sta”, a cui di fatto ancora oggi bisogna rivolgersi.

 

A tal riguardo racconto un aneddoto molto significativo: un giorno, all’incirca un mesetto fa, la Segretaria Comunale dialogando sul progetto “Delfini fuori dall’acqua” , depositato in data 30.12.2014 prot. 20573 a un certo punto mi rassicurò testualmente sull’argomento: “In una struttura pubblica quando un servizio che spetta di diritto, si fa passare per un piacere da fare, si può parlare di mafia”; dopo di che uscendo dal Comune non potei fare a meno di notare il cartello sul quale c’è scritto “Qui la ‘ndrangheta non entra”, quindi questo messaggio è solo aleatorio?

La verità la conosciamo, ed è una sola: la crisi che attanaglia la nostra bella terra non è economica come tutti vogliono farci credere, di sicuro c’è una crisi della buona volontà e della capacità di fare il bene collettivo, cosa che evidentemente da noi non avviene, tanto che la politica viene interpretata solo come mezzo di sistemazione individuale.

Dal canto mio farò sempre e solo il mio dovere di libera cittadina, denunciando le illegalità e le ingiustizie sociali, non ci devono essere cittadini di serie a, b e c…, a seconda delle conoscenze o appartenenze a famiglie note o legate a lobby di potere; c’è una carta dei servizi per il cittadino che deve essere messa in pratica.

 

Concludo ricordando un pensiero di Sandro Pertini, “I giovani non hanno bisogno di sermoni ma di buoni esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”.

 

Pubblicato in Cronaca

Che coraggio questa Carmela Franco!

Tanto più che questo coraggio (o similare) manca a tantissimi Amanteani.

 

Ed ancora più perché espresso in un paese ( con pretesa di città) nel quale i rappresentanti della minoranza sono intensamente silenti e spenti nella difesa della verità e della democrazia.

L’ultimo esempio coraggioso di denuncia che abbiamo visto è quello dello SPI CGIL per la perdita dei fondi PAC.

 

Ed in questi ultimi tempi sono stranamente silenti anche le poche voci libere di questa cittadina dal nobile passato e dall’incerto futuro.

Ecco la sua nota che-ne siamo certi- non passerà inosservata e che –come una valanga-potrà trascinare a mare con l’acqua ed il fango anche “altro”:

“Voglio esprimere la mia profonda delusione per l’operato dell’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Sabatino la cui gestione delle politiche sociali è assolutamente carente, caratterizzata da assenza, incapacità amministrativa, e mancanza di valutazione dei bisogni e di ascolto empatico dei tanti cittadini che si rivolgono agli amministratori e ai funzionari degli uffici preposti, e che ormai si sono stancati anche di farlo.

L’ associazione che rappresento dovrebbe incentrare la propria azione sulla violenza verso donne e minori, e sul disagio sociale in genere; il funzionario responsabile del Settore Servizi Sociali al Comune di Amantea è il Dott. Mario Aloe, da poco promosso Vice Segretario dell’Ente.

 

Ho rivolto decine di domande, di protocolli, ho presentato progetti, in particolare, sul rischio della devianza giovanile, con l’illusione forse di essere di supporto all’Ente e attendendo i “tempi” del Vicesindaco G. B. Morelli, nonché assessore ai servizi sociali, sento da un anno e mezzo sempre le stesse, fuorvianti, ipocrite e ricorrenti risposte,: “Soldi non ce ne sono”, “Dalla Regione non arrivano fondi”….

A conferma di ciò il fatto che il dott. Aloe e chi di competenza sono in un insostenibile ritardo riguardo all’attivazione del Piano di Zona, piano che serve per veicolare i finanziamenti regionali.

 

E’ chiaro il fatto che se non si attiva questo PIANO, i soldi non arriveranno MAI!

Con ripercussioni negative che vanno ancor di più ad aggravare la situazione della nostra società già martoriata dalla mancanza di lavoro, dal disagio sociale e giovanile, dalla povertà educativa, dalla malattia e dall’indifferenza delle istituzioni e dei loro rappresentanti che, invece, se ne dovrebbero occupare.

E la Segretaria Mercuri come interpreta il proprio ruolo di garante del rispetto e dell’applicazione della legge e dei regolamenti ?

Di recente si è dimessa dalla Commissione che avrebbe dovuto affidare, mediante apposita gara, la gestione dei PAC (Piano Azione Coesione) ossia Fondi europei per i servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti, che non hanno nulla a che fare con la gestione “regolare e normale” dei servizi sociali a programmazione preventiva e annuale sopra citata, e stanziati col solo obiettivo di potenziare ciò che già dovrebbe esistere. Perché?

Ha denunciato alle autorità competenti le supposte irregolarità?

Sa la dott.ssa Mercuri di essere garante della legittimità e non garante dell’ amministrazione Sabatino?

Sa che è organo terzo e imparziale?

Come fa a svolgere il ruolo di “controllore” se è lei che redige il bilancio comunale visto che è anche responsabile del settore Ragioneria, da quando il padre del Sindaco collocato a riposo svolge “solo” un servizio di volontariato all’interno della casa comunale?

A proposito del tutor-collaboratore chiedo a chi sa: come mai quando chiedo qualcosa relativa all’ area finanziaria ancora mi sento rispondere, compreso l’assessore al bilancio Sergio Tempo, “Dillo a Peppe”?

Mi augurerei si trattasse di Peppino Impastato e che il suo bisogno di giustizia venisse a contaminare anche gli animi degli amanteani e le menti di chi dovrebbe effettuare controlli seri di legalità e di efficienza della amministrazione che ad Amantea ritiene di essere non rappresentante della sovranità popolare e al suo servizio, ma padrona indiscussa di un potere gestito a titolo personale e familiare.

Ma ho il fondato sospetto che quando mi dicono di rivolgermi a “Peppe” non abbiano esattamente in mente il grande Peppino di Cinisi.

 

Carmela Franco Presidente e Rappresentante legale dell’Associazione di Promozione Sociale CIFAmantea (Centro Italiano Femminile Sezione di Amantea)

Sede in Amantea alla Via Monte Rosa,21 - Tel.0982427009 e 3804764505

Pubblicato in Politica

Carmela Franco scrive alla Commissione consiliare B ed al maresciallo dei Carabinieri. Leggiamo cosa ha scritto:

 

“Alla C.A. della commissione B del Comune di Amantea e del C.te Carabinieri M.llo Massimiliano Diamanti.

Gentilissimi Signori componenti la Commissione consiliare B.

vorrei esporVi il mio parere sulla soluzione di due importanti questioni concatenate tra esse; non sembrerebbe ma lo sono, servizi sociali e ampliamento organico delle forze dell’ordine, perchè convinta sulla promozione di reti sociali solide, radicate e capaci di creare nuove sinergie tra le varie componenti della società civile, di collaborare con le diverse realtà del nostro territorio, per creare infrastrutture sociali che possano favorire uno sviluppo basato anzitutto sulle risorse della nostra comunità locale e non ci può essere sviluppo senza legalità, e non c’è legalità senza controllo delle forze dell’ordine, e infatti attualmente, la sicurezza sociale è alquanto sottovalutata se non per niente considerata, tale fenomeno deve invece essere alla base di una società con alto senso civico e democratico e che quindi riesca a cogliere senza dubbi ed esitazioni la possibilità di avere la presenza, forte, costante e rappresentativa dei tutori della legge, al fine di prevenire le turbative per l’inosservanza delle leggi e dei regolamenti generali e speciali dello Stato, nonché delle ordinanze delle autorità, e ai sensi e per gli effetti dell’ Art. 1 del R.D. n. 773/1931, ( a cui vi rimando per la lettura, in particolare al Sindaco) per sicurezza pubblica dei cittadini, si deve intendere un settore relativo alle misure inerenti il mantenimento dell’ordine pubblico che è determinato da quei beni giuridici fondamentali e da quegli interessi pubblici primari sui quali, secondo la Carta Costituzionale e le leggi ordinarie, si sostiene l’ordinata e civile convivenza dei consociati nella comunità nazionale. Nei predetti beni giuridici fondamentali rientrano l’integrità fisica e psichica delle persone, la sicurezza, il rispetto, la garanzia di ogni altro bene giuridico di fondamentale importanza per l’esistenza e lo svolgimento dell’ordinamento. Pertanto, le funzioni relative all’ordine pubblico ed alla sicurezza pubblica restano ancora affidate in via esclusiva allo Stato.

La missione dell’Amministrazione Comunale (d’ora in poi A.C.) consiste nel perseguire l’utilità sociale della comunità di riferimento e favorire lo sviluppo economico del territorio. L’A.C. persegue la sua missione principalmente attraverso la modalità granting (sovvenzioni) che prevede il perseguimento delle finalità istituzionali attraverso l’erogazione di contributi a soggetti terzi, a pioggia ai quali è demandata la realizzazione materiale dei progetti finanziati senza prestare particolare attenzione alle modalità di utilizzo dei contributi o ai risultati conseguiti, si consiglia caldamente alle S.V.Ill.me la modalità operating che determina invece un impegno diretto dell’A.C. che si implica in prima persona nella realizzazione di progetti e iniziative giudicate importanti per il territorio. Nel rispetto dei bisogni del territorio l’A.C. dovrebbe, dapprima ascoltare i vari stakeholders, portatori di tali bisogni, e poi individuare autonomamente le proprie strategie di intervento, bilanciando come meglio crede la selezione, realizzazione e valutazione delle iniziative, attraverso accorgimenti volti a garantire un maggior grado di compartecipazione alla definizione degli aspetti strategici e attuativi degli interventi. L’A.C. dovrebbe assumere un ruolo progressivamente più attivo all’interno delle comunità di riferimento, in termini tanto di realizzazione diretta degli interventi quanto di propulsione delle progettualità di territorio, attraverso una più diretta partecipazione a queste ultime, contribuire alla loro ideazione, strutturazione e implementazione. In anni recenti, ad esempio, è stata seguita con sempre maggior convinzione la strada del bando, individuata quale via intermedia tra il finanziamento di progetti di terzi ideati e sviluppati totalmente al di fuori dell’ente finanziatore e la realizzazione diretta di interventi propri. I bandi vengono impostati in modo da identificare con precisione finalità, destinatari e modalità di realizzazione dei progetti ammissibili alla selezione, senza tuttavia agire direttamente per implementarli. Attraverso questo strumento sentiti i bisogni della comunità l’A.C. sviluppa le risposte giudicate più adatte a soddisfarli. Così, pur non coinvolti direttamente nella fase esecutiva degli interventi, l’A.C. assume un ruolo di indirizzo strategico che permette loro, da un lato, di contenere gli oneri organizzativi ricadenti sulle proprie strutture, dall’altro di stimolare e valorizzare competenze e capacità progettuali presenti sul territorio. Tale strada però è da sottolineare, non deve essere troppo intensivo e standardizzato perché si rischia di limitarne l’efficacia.

Per realizzare autonomamente attività e progetti propri, l’A.C. si deve affidare ai cosiddetti enti strumentali, operanti in via esclusiva per la diretta realizzazione di alcuni scopi, individuati come prioritari dagli organi di indirizzo, ritengo utilissima e urgente l’istituzione di una task-force permanente e, se possibile, portatrice di culture organizzative aperte al cambiamento. Si veda l’esempio della Regione Calabria con Fondazione Calabria Etica. Questi soggetti rappresentano il braccio operativo per lo svolgimento di attività che per loro natura rientrano nei settori d’intervento ma, in ragione della loro specificità, richiedono strutture imprenditoriali specialistiche difficilmente integrabili nell’operatività ordinaria dell’A.C.. Tali soggetti permettono all’ente d’intervenire su quei rischi e bisogni giudicati più importanti per il territorio, indirizzando il lavoro di personale qualificato verso obiettivi precisi, ritenuti preminenti per il benessere della comunità, a prevedere la realizzazione di investimenti atti a sostenere in maniera continuativa e stabile la risoluzione dell’emergenza, diretti al sostegno e la promozione dello sviluppo economico e sociale del territorio. In quest’ottica l’ente deve indirizzare le proprie risorse su investimenti che, oltre ai classici criteri economici finanziari, fanno riferimento a variabili basate su principi etici e sociali, assumendo in questo senso il ruolo di «investitori responsabili». L’obiettivo di tali operazioni è quello di amplificare l’effetto dell’azione svolta, indirizzando verso particolari aree d’intervento caratterizzato da un interessante effetto moltiplicatore, il ricorso al quale, inoltre, permette all’ ente di perseguire obiettivi di più lungo periodo: mentre infatti i progetti hanno normalmente durata determinata, a scadenza, tali investimenti possono permettere di sostenere attività su orizzonti temporali più lunghi, garantendo basi più solide e stabili alle iniziative promosse. È necessario un patrimonio di conoscenze, competenze e operatività per riuscire nell’intento, pur tenendo conto dei vari aspetti su cui occorrerà lavorare ulteriormente, è possibile affermare che oggi l’A.C. dovrebbe offrire ai cittadini una non scontata possibilità di reinvestire su loro stessi, permettendo loro di mettere in comune, e quindi in gioco, alcune delle migliori caratteristiche che li contraddistinguono. La capacità dell’A.C. di catalizzare interessi diversi, promuovere reti e collaborazioni innovative, sostenere realtà che generano valore sociale, è un fattore cruciale, del tutto coerente con la nozione di secondo welfare e che può contribuire nel proprio piccolo ad aiutare il paese a uscire dalla profonda crisi in cui si trova immerso. L’A.C. deve essere orientata allo sviluppo di strumenti multi-stakeholders che permettano di intervenire anche in ambiti differenti da quelli tradizionali. L’azione innovativa intrapresa in un’area complessa come il Mezzogiorno, in cui si fatica a operare autonomamente con incisività, rappresenta senza dubbio un elemento interessante in ottica evolutiva, la forza dell’A.C. è identificabile, più che nelle sue capacità economiche, comunque importanti, tanto nell’essere un laboratorio di idee e interventi che possono contaminare il territorio e diffondere la cultura e le prassi di comunità all’interno del Mezzogiorno, ciò è possibile e grazie alla collaborazione continua tra tutti i stakeholders locali, intravedendo nella società civile e nel capitale sociale le condizioni e le leve di uno sviluppo concreto e sostenibile nel Sud. L’A.C. deve sviluppare modalità operative che vedono il coinvolgimento a tutto tondo di altri soggetti nel sostegno e nella realizzazione delle iniziative fondati sulla compartecipazione. Dopo queste perle di saggezza, da umile vivente nel nostro territorio, suggerisco:

come primo passo, per il punto uno, l’attivazione e messa in pratica del Piano di Zona senza del quale, non ci potrà arrivare nessun tipo di finanziamento dalla Regione come dettato nella delibera 311 dell’11.09.2013 a cui vi rimando per la lettura nella sua completezza.

Per il punto due, propongo, l’utilizzo della struttura dell’ex Giudice di Pace, ora adibita a deposito mobilio, attrezzature, archivio, altro non precisato e la polvere del non uso, e vi rimando alla lettura, sempre nella sua completezza, della legge 119 del 15 ottobre 2013, sottolineo e preciso, finanziata, recante “Norme in materia di sicurezza per lo sviluppo, di tutela e della sicurezza pubblica e per la prevenzione e il contrasto di fenomeni di particolare allarme sociale - Accordi territoriali di sicurezza integrata per lo sviluppo Capo II Art.6 bis e Norme per la prevenzione e contrasto della violenza di genere tutto il Capo I.

Chiedo caldamente alle S.V.Ill.me, a chi è di dovere, in particolare al Signor Sindaco D.ssa M.Sabatino, deputata dall’Art.1 del succitato D.R., detto T.U.L.P.S., quale autorità locale per garantire l’ordine, la pace sociale e la protezione dell’intera collettività, di adoperarsi al più presto in merito a questa importante problematica.

Certa della Vostra sensibilità mille volte GRAZIE ……. Carmela Franco

 

P.S.: Ultima richiesta, ci sono novità a riguardo delle consulte di: pari opportunità, servizi socio-assistenziali e per la legalità e la sicurezza urbana, per cui, dopo aver letto il bando sul sito del Comune, ho fatto richiesta di partecipazione e la cui istituzione come da regolamento comunale dovrebbe avvenire entro tre mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione Comunale?

Vorrei aggiungere, inoltre, che è mia ferma intenzione far mettere in pratica la delibera regionale 312 del 11.09.2013, recante linee di indirizzo riguardanti, in particolare il punto 3, interventi di recupero, prevenzione e reinserimento rivolti a giovani e giovanissime ragazze che vivono in contesti domestici, ambienti e quartieri degradati, a rischio di prostituzione minorile, devianze estreme e coinvolgimento di attività di microcriminalità minorile, problematiche di cui nessuno si occupa, perché convinti che nel nostro territorio non ce ne sia la necessità, ma che in effetti esiste anche se latente, e invito le S.V.Ill.me a prenderne atto e consapevolezza. GRAZIE, Carmela Franco.

Riceviamo e pubblichiamo:

“Ciao a tutti sono e mi chiamo Carmela Franco gestisco un'associazione di promozione sociale denominata Centro Italiano Femminile  comunale di Amantea quindi CIFAmantea, siamo tutte donne per le donne convinte che solo con l'impegno quotidiano di tutte le forze presenti sul territorio, insieme, si risolvono tutte le varie problematiche che un essere umano si trova a dover affrontare lungo il proprio percorso di vita, e condividiamo a pieno l'idea di Gigi, anche noi consideriamo il  Campus come un'Agorà della Demos, utopia forse, ma nessuno ci può impedire di sognare e provare a migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini amanteani e non, la parità del godimento dei  diritti umani e dei servizi che una società con alto senso di civiltà dovrebbe offrire, la partecipazione alla vita democratica di tutti i cittadini, sono fra i nostri scopi statutari.

Abbiamo presentato in data 17 dicembre 2013 e 30 maggio 2014, un progetto di segretariato sociale da sviluppare proprio presso il Campus Temesa ma ahinoi, c'è stato risposto con due missive quasi da copia incolla, cambiano le date dei protocolli e le firme dei due differenti sindaci, ai quali erano rivolte le richieste, che non c'è posto, l'Amministrazione Comunale, recente e attuale, ha altri programmi per quella struttura, uffici comunali, comando vigili e altro, e in più, vista la crisi economica non ci sono soldi anche se le leggi per svolgere tali tipi di servizi sono state finanziate sia dal Governo Centrale  che dall'UE e tal soldi mancanti potrebbero benissimo  arrivare ad Amantea su presentazione di progetti ai vari uffici di competenza, per via diretta o tramite la Regione Calabria, mah, i misteri della natura.

Se è possibile vorrei contattare Gigi chissà magari insieme potremo fare più rumore ed essere più incisivi affinchè il sogno possa realizzarsi, il mio cell. e dell'associazione è 3804764505, per cortesia  potete farglielo avere, e pure la email, per contattarmi o mi fate avere i suoi contatti . I ns progetti sono visionabili sul ns sito, certo un pò scarno e statico ma anzi senza mezzi e strumenti lentamente stiamo cercando di emergere, per una eventuale curiosità  li allego da qui . 

Grazie e buon lavoro. Carmela Franco .

Progetto Temesa1

Al Signor Sindaco D.ssa M.Sabatino del Comune di Amantea (CS) Corso Umberto I

Oggetto: Richiesta uso locali per segretariato sociale.

Io sottoscritta Carmela Franco, nata a Cosenza il 24.10.68 e residente in Amantea alla Via Monte Rosa,21, rappresentante legale dell’Associazione di promozione sociale Centro Italiano Femminile sezione comunale di Amantea, d’ora in poi CIF Amantea, con sede in Amantea alla Via Monte Rosa,21,                                                                                    

VISTI:

- la Carta dei diritti fondamentali dell’uomo proclamata solennemente dall’Unione Europea il 7 dicembre 2000;

- il Decreto Legislativo 112/98 sul conferimento delle funzioni dello Stato alle Regioni ed altri Enti locali, in attuazione della Legge 59/97;

- l’Art. 3 della Costituzione Italiana che afferma: «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. »

- la Legge quadro 328/2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali che dispone e ne rimanda la competenza della programmazione e dell’organizzazione agli enti locali, i quali devono riconoscere e agevolare il ruolo degli organismi non lucrativi di utilità sociale stipulando patti, accordi o intese per la gestione dello stesso. Inoltre, prevede tra gli scopi la promozione della solidarietà sociale con la valorizzazione delle iniziative delle persone, dei nuclei familiari, delle forme di auto-aiuto e di reciprocità e della solidarietà organizzata.

- la Legge Regionale 23/2003 che, in attuazione della legge n. 328/2000, promuove la partecipazione attiva dei cittadini, delle Associazioni sociali e di tutela degli utenti per il raggiungimento dei fini Istituzionali, assume il confronto e la concertazione come metodo di relazione con i suddetti soggetti, e riconosce la centralità delle comunità locali, intese come sistema di relazioni tra le Istituzioni le persone, le famiglie, le Organizzazioni sociali, ognuno per le proprie competenze e responsabilità, migliorando così, la qualità della vita e delle relazioni tra le persone, riconosce e sostiene il ruolo peculiare delle famiglie nella formazione e nella cura della persona, nel benessere e nella coesione sociale. Al fine di ottimizzare la qualità e l’efficienza degli interventi coinvolge e responsabilizza le persone e le famiglie nell’ambito dell’organizzazione dei servizi, ne favorisce la pluralità dell’offerta, garantisce al cittadino la scelta, permettendo di sostituire una prestazione economica con un servizio;

- il Decreto Legislativo sulla privacy 196/03.

PREMESSO che                                                                                                                                                                          

Il Comune di Amantea non è dotato di alcuna struttura o servizio specificatamente finalizzato all’ ascolto dei bisogni e all’accoglienza della domanda del cittadino singolo e del nucleo familiare e né volto a favorire il dialogo, il confronto, l’incontro e la socializzazione e, che, per contro, è fortemente sentita da tutta la Comunità amanteana e anche dal territorio limitrofo corrispondente al numero di Comuni del distretto socio-sanitario.

CONSIDERATO CHE

la complessità del vivere quotidiano moderno che condiziona pesantemente le famiglie, penalizzate da ritmi sempre più oppressivi, sia dall’assenza di reti familiari che di sostegni territoriali nonché del vecchio ma utile rapporto di buon vicinato.

PRESO ATTO CHE

nonostante i continui mutamenti sociali, la famiglia rimane comunque il nucleo primario educativo di socialità, di comunione, del relazionarsi con l’altro, un ambiente di vita in cui la persona può e deve sviluppare le sue capacità e potenzialità, consolidare l’autostima, apprendere che cosa vuol dire amare ed essere amati, in concreto essere una persona di sani principi morali, conscio della sua dignità personale e sociale.

RILEVATA

la consapevolezza dell’importanza della famiglia, e che, nonostante le rivoluzioni legislative-teoriche, le donne sono in pratica il perno intorno al quale ruota tutto il menagè familiare, con le relative responsabilità da svolgere e a cui fanno fronte da sole sia fisicamente che psicologicamente.

ASCOLTATE

le continue richieste pervenute allo sportello di segretariato sociale,   presso la nostra sede CIF Amantea, sita in una strada di difficile individuazione, poco visibile e male strutturata, nonché inidonea per svolgere al meglio l’attività,

                                                                           C H I E D O

alla S.V. la disponibilità in comodato d’uso gratuito, presso il Campus Temesa di, almeno, n°2 stanze, una per l’accoglienza, l’ascolto e la conservazione dei documenti privati, opportunatamente chiusa a chiave, attrezzata di una postazione PC, stampante e collegamento a Internet, l’altra per i laboratori e le attività meglio descritte in allegato, complete dei servizi igienici e utenze necessarie per un salubre e buon vivere civile, e un minimo di contributo economico per le spese necessarie al buon funzionamento del servizio.

Appurata l’esigenza e l’utilità della richiesta in oggetto, e certa della Sua sensibilità e di un Suo gentile sollecito riscontro a riguardo porgo distinti saluti.

Amantea lì__________________        La Presidente     Carmela Franco

Progetto una tata fuori orario

Gent.ma Ass. Pari Opportunità     Dott.ssa Monica Sabatino del Comune di Amantea                                                                                                              

Oggetto: Progetto una tata fuori orario.

                                            Informazioni sull’associazione CIF Amantea

Il Centro Italiano Femminile è un’associazione di donne, senza fini di lucro, costituita ai sensi degli artt.36 e ss. del codice civile. Opera in campo civile, sociale e culturale per contribuire alla costruzione di una democrazia solidale e di una convivenza fondata sul rispetto dei diritti umani e della dignità della persona secondo lo spirito e i principi cristiani, la Costituzione e le leggi italiane,, le norme del diritto comunitario e internazionale. Ispirandosi ai principi di sussidiarietà e solidarietà, elabora proposte e organizza attività e servizi, con particolare riguardo ad una politica della famiglia. Promuove azioni positive in favore delle donne nel quadro di una politica di pari opportunità. Istituisce e gestisce servizi sociali ed educativi tra cui:consultori familiari, centri per la famiglia, asili nido, scuole dell’infanzia, elementari, doposcuola, palestre, parchi gioco, ludoteche, attività ricreative, servizi a: persone in difficoltà, diversamente abili, anziani, donne e minori, centri antiviolenza,centri di formazione sociale, segretariati sociali e stipula convenzioni con istituzioni pubbliche e private.

                                          Informazioni sull’iniziativa progettuale

La complessità del vivere quotidiano moderno condiziona pesantemente le famiglie penalizzate da ritmi sempre più oppressivi, dall’assenza di reti familiari e sostegni territoriali. Nonostante i continui mutamenti sociali la famiglia rimane il nucleo primario educativo di socialità, di comunione, del relazionarsi con l’altro, un ambiente di vita in cui la prole può e deve sviluppare le sue capacità e potenzialità, consolida l’autostima, apprende che cosa vuol dire amare ed essere amati, in concreto essere una persona di sani principi morali, conscio della sua dignità e prepararsi ad affrontare il suo unico e irripetibile destino, personale e sociale. La consapevolezza dell’importanza della famiglia, e nonostante le rivoluzioni legislative-teoriche, le donne sono in pratica il perno intorno al quale ruota tutto il menagè familiare e relative responsabilità, in particolare la gestione della cura dei figli,e le continue richieste pervenute allo sportello di segretariato sociale presso la sede della nostra associazione CIF Amantea, sono i motivi per cui noi ciffine intendiamo alleggerire il carico familiare, rafforzando i servizi di cura per la prole, con l’avvio di servizi integrativi socio-ludico- educativi e permettere alle donne di scegliere se partecipare al mercato del lavoro.

                                                              Descrizione progetto

I servizi integrativi socio educativi consentono alle famiglie di esercitare il diritto soggettivo a beneficiare delle prestazioni di cura, educazione e benessere sociale in favore dei minori da zero a trentasei mesi nel rispetto della loro identità individuale, culturale , religiosa e secondo quanto previsto dall’art.3 della Costituzione e dall’art.3 della legge regionale n°23/03 , in armonia con la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia del 20 novembre 1989, con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea del 7 dicembre 2000 e della normativa statale (art.16,18,19 legge quadro 328/2000, 285/97). Permettono di dare risposte unitarie condividendo regole e obiettivi comuni, di offrire servizi flessibili e differenziati tra loro ma congruenti ai bisogni in evoluzione dei bambini e delle loro famiglie. Riducono il rischio di emarginazione sociale a causa delle difficoltà economiche nonché disgregazione familiare poiché le donne sottoposte a stress psico-fisico per arrivare a fine mese non hanno la lucidità giusta per prendere decisioni ponderate e vivere serenamente. Rimuovono gli ostacoli che impediscono alle donne di assumere un impegno lavorativo che potrebbe migliorare loro la qualità della vita.

                                              Modalità di organizzazione e gestione dei servizi

L’orario di apertura dei servizi è dalle 16,00 alle 21,00 salvo diverse esigenze riscontrabili nel corso dell’attività, di tutti i giorni compresi i festivi e i periodi estivi che sul nostro territorio sono di maggior movimento lavorativo essendo situato sulla costa , attraversato da un’importante e trafficata via di snodo per altre località ed è attrezzato con strutture per la ricettività e attività commerciali. Si organizzeranno interventi di sostegno al ruolo educativo della famiglia con:    

-   un punto di accoglienza e ascolto delle problematiche;

-   un aiuto concreto sia tramite altre mamme di comprovate esperienze che con figure professionali specificate in appresso:

n°2 psicologhe;

n°2 assistenti sociali;

n°1 neuropsichiatra infantile;

n°4 educatrici professionali;

n°3 insegnanti;

n°1 sociologa;

n°1 ginecologa;

n°1 dietista;

- per il supporto alla funzione genitoriale nelle situazioni di difficoltà socio-economico-culturale della famiglia, che comportano povertà relazionale e possibili situazioni di disagio, disadattamento e devianza minorile, nonché causa di patologie poco visibili, quali la depressione latente, gli stati ansiosi, che di fatto compromettono la salute complessiva e le capacità di autogestione delle proprie risorse e possono abbassare le difese verso altre patologie, o peggio scivolare in situazioni di irreversibilità.

- e per un corso alla genitorialità per far scoprire al genitore le proprie qualità, risorse e capacità rafforzando la fiducia in se stessi , rafforzare il fatto che ognuno ha il potere di operare su se stesso un cambiamento costruttivo, sviluppare competenze comunicative efficaci per il superamento dei conflitti familiari, facilitando così la comunicazione all’interno della famiglia e migliorando le relazioni intrafamiliari, che avranno ripercussioni positive in tutto l’ambito extra familiare .

n°1 cuoca;

- per la preparazione della cena e varie pappe in diversi orari in base alle esigenze dei piccoli.

n°1 infermiera professionale;

- per ogni eventualità.

n°4 ausiliarie;

- per la pulizia dei locali.

n°1 coordinatrice come punto di riferimento e per una buona qualità della gestione del servizio.

                                                                          Beneficiari

Sarà data priorità alle famiglie monoparentali (ragazze-madri, separazioni, vedovanze), donne disoccupate perché hanno dovuto licenziarsi e/o impedite a trovare lavoro per la mancanza di tranquillità a cui lasciare i figli, a seguire poi anche donne con partner ma che non lavora.

LUOGO: Presso asilo comunale di Amantea in Via Dogana,2.

                                                               Finalità e risultati attesi

La relegazione di una donna nella solitudine, sia essa materiale o morale, dinanzi all’impegno della maternità costituisce una violazione radicale della dignità umana della donna medesima e della sua prole, e nel contempo rappresenta il fallimento dei vincoli solidaristici fondamentali per la convivenza civile, e per ovviare a tutto ciò che la nostra prima finalità sarà attivare un collegamento tra tutte le persone partecipanti, creare un’intesa solidale e permanente fra genitori, insegnanti, operatori sociali, associazioni, istituzioni, favorire lo scambio di esperienze e la crescita delle competenze in modo collaborativo, responsabilizzare più attori sociali possibili, per una società attenta ai bisogni della famiglia.

Offrire alle donne la possibilità di rendersi economicamente autonome. Prevenire l’ansia per un futuro incerto.

Evitare l’isolamento sociale delle persona e della famiglia. Aumentare il movimento economico dovuto al maggior possesso di denaro. Promuovere la famiglia come soggetto sociale di primario interesse pubblico in termini di valorizzazione, per la rilevanza delle funzioni sociali che essa svolge, in particolare ai fini della umanizzazione delle persone, equità fra le generazioni e di coesione sociale     Il Presidente Carmela Franco

Progetto sull’autostima

Quando si parla di autostima, ci si riferisce all'opinione che noi abbiamo di noi stessi, come ci valutiamo, come ci giudichiamo, quanto stiamo bene ed in armonia. Una bassa autostima incide profondamente sul modo che abbiamo di vivere le relazioni con noi stessi per primo, ma anche con le altre persone e su come ci poniamo nei loro confronti, incide su come reagiamo quando le cose non vanno come avevamo previsto, sul raggiungimento dei nostri obiettivi.

Una bassa autostima può essere accompagnata o provocare insicurezza, paura del giudizio degli altri, timidezza, difficoltà nel controllare le emozioni, difficoltà a parlare in pubblico, ansia.

L’autostima è fondamentale per ottenere il meglio dalla vita. Poiché il proprio livello di autostima nasce da un confronto fra sé e il mondo circostante, se il confronto è errato, errate sono le conclusioni.

L´autostima è un insieme di atteggiamenti che una persona ha verso se stessa e verso gli altri. Tale atteggiamento prevede l´accettazione delle proprie risorse/competenze e dei propri limiti, la capacità di gestire e utilizzare le regole sociali in modo flessibile, il riconoscimento dei propri diritti e la capacità di agire assertivamente, sapendo gestire in modo appropriato le critiche.

Una buona stima di sé, permette alla persona che la sperimenta, di sentirsi fiduciosa delle proprie competenze, capace di prendersi cura di sé e degli altri senza prevaricazioni e senza imporre la propria personalità.

Il breve ciclo di incontri ha come scopo generale quello di fornire indicazioni utili per la costruzione o il rafforzamento dell’autostima. Gli spunti di riflessione e le di griglie di riferimento forniti inizialmente dal conduttore consentiranno di esaminare/valutare se stessi in maniera più ampia, più obiettiva e costruttiva e dunque di iniziare a mettere i primi mattoni dell’autostima.

Successivamente, a turno, chi vorrà, potrà parlare del proprio bisogno o della propria difficoltà in relazione al tema e il conduttore lo agevolerà in un lavoro di elaborazione/comprensione della problematica, al fine di dare avvio al processo di cambiamento.
La modalità di lavoro si avvale prevalentemente di tecniche psicologiche e consiste in un lavoro individuale in gruppo, nel senso che ciascuno a turno lavora con il conduttore, mentre gli altri ascoltano in silenzio. Inoltre sono previste attività dedicate al rilassamento psico – fisico con il training autogeno.

Questi, alla fine del lavoro individuale, possono intervenire per offrire – secondo specifiche modalità di comunicazione – confronto, feed-back e risonanze personali, dalle quali può prendere spunto un nuovo lavoro. La stessa modalità di comunicazione in gruppo è efficace per esprimere liberamente se stessi e distinguere sé dall’altro e dunque è di per sé funzionale al rafforzamento o alla costruzione dell’autostima. Verranno presi in considerazione i vari ambiti della vita: personale, relazionale, fisico, professionale e culturale, spirituale ed esistenziale.
Il metodo particolare con cui verranno esplorati porterà le persone a conoscere (o riconoscere) le proprie qualità, il proprio valore personale e la propria amabilità.

 

 

Obiettivi generali
Riconoscere il proprio valore personale, il miglioramento della stima di sé con l´acquisizione della capacità di mostrare, attraverso un atteggiamento assertivo, una coerenza tra pensiero, emozione e comportamento.

Destinatari:
Il corso è rivolto a coloro i quali siano motivati ad una esperienza di gruppo, come risorsa che facilita l´acquisizione della consapevolezza dei blocchi e limiti psicologici, che inficiano la realizzazione di sé e l´equilibrio psicologico.

Obiettivi specifici

-          Acquisire maggior consapevolezza delle personali problematiche relative all’Autostima con particolare riferimento alle implicazioni nelle relazioni affettive.

-          Sviluppare la consapevolezza personale e il contatto con le proprie emozioni, sensazioni e desideri.

-          Avviare o proseguire il processo di individuazione personale e di distinzione fra i propri bisogni e percezioni e quelli degli altri.

-          Porre le basi per creare o consolidare relazioni affettive serene e soddisfacenti.

Destinatari:
Il Gruppo è rivolto a coloro che:

-          ritengono di non conoscere se stessi e i propri bisogni affettivo/relazionali;

-          osservano nei loro rapporti affettivi il ripetersi di dinamiche disfunzionali;

-          alla fine di una relazione sentono di essere senza quel supporto interno che consente di non sentirsi annientati in seguito alla perdita del partner;

-          hanno difficoltà a distinguere se stessi dal proprio partner e dunque a riconoscere le tre componenti della coppia (Io, Tu, Noi);

-          coloro che vogliono rafforzare la propria autostima e vincere le paure

Il progetto vi permetterà di :
notare aspetti positivi di voi stessi

-          migliorare l’idea e l’immagine che avete di voi stessi

-          sentirvi più sicuri e più forti

-          scoprire il vostro potenziale

-          piacervi decisamente di più

-          stare meglio con voi stessi e, quindi, con gli altri

-          volervi più bene

-          accettarvi di più

-          desiderare di amarvi di più

Descrizione della Attività

Il progetto si svolgerà in 2 fasi:

Prima Fase: Presentazione del Progetto e Informazione/Formazione delle persone coinvolte

La prima fase prevede un incontro della durata di due ore in cui saranno esplicitati gli obiettivi e le finalità del progetto al fine di incrementare le loro conoscenze sull’autostima. È previsto, previo autorizzazione dei dati personali, la somministrazione di un questionario per valutare l’autostima

Seconda Fase: Attività di gruppo rivolte a favorire la motivazione al cambiamento e al pensiero positivo

Questa seconda fase assume un carattere formativo esperenziale con un coinvolgimento diretto delle persone coinvolte Sono previsti 4 incontri di due ore ciascuno a cadenza settimanale in cui i partecipanti saranno divisi in gruppi per trattare i temi chiave del progetto di intervento. Il tutto attraverso l’utilizzo di varie tecniche quali brainstorming, focus group, circle time, roleplaying con l’obiettivo di incrementare l’autoefficacia, l’autostima e le strategie di coping. L’ultimo incontro sarà caratterizzato anche dalla valutazione finale attraverso la somministrazione di un questionario per verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Personale Coinvolto:

La trattazione dei temi che verranno affrontati richiederà un approccio multidisciplinare che prevede l’intervento di diverse figure professionali individuate a livello locale.

1 psicologa

1 istruttore di difesa personale

1 operatrice

Inizio: da concordare successivamente

Spazi: Le attività previste necessitano della disponibilità di un’aula spaziosa, dotata di sedie comode.

Strumenti: per le attività di cui sopra sarebbero necessari dei pennarelli di colore diverso, materiale di cancelleria e una lavagna.

Valutazione

La valutazione del progetto di intervento prevede una valutazione ex ante attraverso l’utilizzo di un questionario sulla percezione che le persone hanno in merito al problema trattato attraverso la prima fase delle attività.

Una valutazione in itinere attraverso osservazioni ed incontri tra gli esperti sull’andamento del progetto e una valutazione post ante attraverso la somministrazione di questionari per valutare il grado di gradimento efficacia e aumento dell’autostima. In una fase successiva, a distanza di 3 mesi è previsto un follow up per verificare l’efficacia del trattamento.

Diffusione dei risultati

I risultati del progetto saranno comunicati alla popolazione target e alle istituzioni locali attraverso un incontro da concordare successivamente e attraverso la pubblicazione sul sito internet del Centro Promotrice dell’iniziativa.

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