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Tra pochi giorni passerà da Amantea la carovana del Giro d’Italia.

In passato la politica si è autodata visibilità facendo montare un palco sul quale ha trovato posto quasi tutta la Giunta municipale.

Solo per farsi notare, solo per farsi vedere, solo per apparire( non essere) importanti.

Purtroppo, lo sappiamo bene, Amantea è il paese del Cinema, dei selfie, degli album fotografici che mostreranno agli eredi chi si è stati!

Ma forse questa volta non sarà così!

Forse questa giunta Pizzino non pensa a se stessa ed alla propria immagine.

Forse la giunta Pizzino intende dare attenzione alla città, visibilità alla città.

Tra l’altro il nostro paese ben si presta a promuovere i propri valori, le proprie bellezze, il proprio turismo.

Abbiamo due scenari naturali straordinari da sfruttare.

La collina di Oliva sulla quale con pochi teli si potrebbe scrivere “ Temesa è qui. Venite a scoprirla!”

La collina del castello sulla quale con pochi teli si potrebbe scrivere “ Amantea saluta il Giro d’Italia “.

Difficile pensare che gli operatori non colgano questi messaggi unici e che non li filmino.

Basterebbe per far conoscere o se volete ricordare il nome di Temesa e della città di Amantea.

Nomi che parlano di Amore, di amanti segreti, di storia .

Ovviamente poi gli italiani attirati dalle bellezze paesaggistiche sottolineate dalle scritte cliccherebbero i due nomi e scoprirebbero la grandezza di questo nostro territorio.

Beh, certo, non sarebbe male se “qualcuno” ponesse in rete il meglio delle nostre meraviglie.

Pubblicato in Cronaca

Se fossi sindaco di Amantea andrei sul pianoro del castello e porterei con me la giunta, tutti i consiglieri comunali, i big politici che vogliono davvero bene ad Amantea ed anche tutti quelli che dicono di volere bene alla nostra città, i presidi, gli insegnanti, le associazioni, i colti e pseudo colti, la gente comune, quella che davvero ama Amantea

Per fare cosa? Semplice.

Per vedere, ora che il fuoco ha fatto piazza pulita delle erbacce che lo infestavano, le tante cose finora nascoste dalla vegetazione

Ma anche le distruzioni provocate dal fuoco, dalla incuria, dalla disattenzione, dall’abbandono.

Su quel pianoro è scritta la storia della nostra città

Una storia che deve essere conosciuta, perché solo conoscendola si può amare Amantea

Abbiamo visto il grande muro lato ovest spaccato ed inclinato verso avanti e la cui sommità è inclinato di circa 30 centimetri rispetto alla base.

Sarà il prossimo crollo. Basta un piccolo terremoto od un po’ di vento e crollerà

Abbiamo visto i muri lato nord ed aggettanti sul crollati all’interno del fossato e la cui mancanza porterà a crolli successivi

Abbiamo visto pietre pendule pronte a cadere sul sottostante centro storico

Insomma di tutto e di più

Ma occorre vedere con i propri occhi

Le foto non sono sufficienti a dare la dimensione del disastro che incombe.

Abbiamo avuto difficoltà a salire l’erta che dal pianoro di San Francesco porta alla porta nei pressi della torre civica

Abbiamo visto la torre civica sempre più malmessa e prossima a cadere

E poi abbiamo visto i resti dell’insediamento urbano esterno al castello.

Quello che resta di piccole e grandi stanze con muri intonacati

L’assessore competente dovrebbe, secondo noi, urgentemente convocare specialisti atti a comprendere l’epoca della loco costruzione , la funzione , le tecniche costruttive e quant’altro utile alla conoscenza della nostra storia civica. Amantea ha tanti amici che la hanno amata. Troppi per poterli elencare tutti.

Si tratta di vani dentro od all’esterno dei quali si trovano cocci di ogni tipo, forma, dimensione, colore, da studiare

Alcuni di questi vani mostrano veri e propri forni dei quali deve essere capito la logica e l’uso civile.

Insomma un patrimonio che si sta perdendo e della cui scomparsa qualcuno dovrà rispondere.

Un bene capace di attrarre turismo e soprattutto cultura.

Un bene che non deve essere perso.

Non resta che intimare la sua messa in sicurezza a spese del legittimo proprietario non come fatto in passato a spese del comune( pardon del devoto)!

Giuseppe Marchese

Muro prossimo a cadere

Crollo Fossato

Pietre cadenti

La Torre

Pubblicato in Politica

Maledetti.

Erano da poco passate le tredici quando è stato lanciato l’allarme del fuoco sulla collina del castello.

Sembra, secondo i testi, sia partito da nord ovest, nei pressi della chiesa di San Francesco.

Immediata la presenza dei carabinieri e dei vigili del fuoco.

 

 

Ma la zona era non raggiungibile con gli automezzi.

Per questo è rimasta una pattuglia automontata per verificare l’eventuale avanzamento e sviluppo delle fiamme.

E così è stato!

Il fuoco ha bruciato tutto quanto c’era sul pianoro.

Poi le fiamme sono scese ed hanno toccato l’area del centro storico immediatamente sotto il castello.

Fiamme da far paura.

Ed allora il doppio, anzi triplo intervento.

Dell’elicottero del VVFF, dell’autobotte del VVFF e dell’autobotte del comune con Giuliano Rizzo ed Antonio Mosca.

Sul posto non solo i carabinieri ed i vigili urbani, ma anche il sindaco ed il consigliere Robert Aloisio

Ci sono volute le 17.30 per avere ragione delle fiamme, anche se in serata si vedevano ancora braci ardere sugli alberi, in particolare gli ulivi.

Per fortuna la strada che passa dietro la Chiesa del Carmine ha permesso ai mezzi Antincendio di giungere al centro storico e di evitare danni possibili alle abitazioni che vi insistono.

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Pubblicato in Primo Piano

I ricordi sono come il dolore, piano, piano spariscono, si dimenticano, non per nostra scelta, spesso, addirittura, indipendentemente dalla nostra volontà.

Ma quando, invece, l'edificio dei ricordi vacilla e non c'è che il presente, e sembra che ci sfugga la nostra stessa vita, allora rimpiangiamo il passato e ciò che ne hanno fatto parte, i genitori, gli amici, i giochi, i vicoli, il quartiere.

Un rimpianto talmente forte che questo passato pretendiamo di conservarlo “intatto” come lo abbiamo vissuto.

L’immagine intatta del viso della mamma, anche se poi nel tempo si è avvizzito, la dolcezza del suo sorriso, anche se poi man mano si è spento, la bellezza del proprio paese nel quale siamo nati, nel quale abbiamo vissuto, i riti, le tradizioni.

Succede spesso agli emigranti che hanno imprigionato nella mente e nel cuore esattamente le immagini ed i fatti di quando sono partiti.

Molti di noi vogliono conservare tutto come era, anche noi stessi.

Per paura di veder sfuggire la vita, per restare come eravamo, al punto di fingere che tutto sia rimasto immutabile

Soprattutto il centro storico, dove pensiamo di poter vedere ancora le mamme, le zie e le nonne che filavano e chiacchieravano nelle piazzette o nei vicoli freschi della serrantina.

E sussurriamo pieni di amore “Cumu è biellu u centro storico d’amantia!”

Purtroppo non è così.

Purtroppo il nostro centro storico cade pezzi, e le sue memorie si perdono man mano che cadono i suoi muri.

Ed è inutile sognare che sia rimasto vivo e vitale, anzi sciocco.

E ipocrita è chi vuole illudersi e mente a se stesso ed agli altri.

Del castello non è rimasto quasi niente, anzi cominciamo a non parlarne più, a dimenticarlo.

Similmente per la torre civica.

E che dire del collegio dei Gesuiti ingabbiato dai tubi dalmine.

Ed ancora peggio di via Duomo chiusa da oltre 10 anni!

Per non parlare dello storico quartiere di Catocastro dove la Via Antica , quella che dal ponte del Pacichelli porta al collegio, è anche essa chiusa da oltre 10 anni, dove non solo le case cadono ma vengono anche demolite.

Non sia provocazione per nessuno se postiamo l’immagine del castello nel 1812, ancora meravigliosamente intatto.

Serve solo per capire che abbiamo abbandonato al tempo la nostra storia che piano, piano stiamo perdendo.

Pubblicato in Cronaca

Mario Oliverio presidente della Regione, presente il presidente della Provincia di Cosenza, hanno inaugurato il castello medievale e dichiarato "Quella odierna è una bella giornata, perché ritorna nella disponibilità della nostra regione un manufatto di particolare rilevanza storica, intorno al quale è nato il borgo".

Alla inaugurazione, in un tripudio di bandiere e di sfolgoranti sorrisi, hanno partecipato sindaci, amministratori regionali, provinciali e comunali e tantissimi cittadini provenienti da ogni parte della Calabria.

Poi ha aggiunto Oliverio "I piccoli borghi sono fondamentali per il rilancio dell'offerta turistica in Calabria.

E' per questo motivo che stiamo predisponendo un'apposita legge sulla quale pensiamo di destinare 100 milioni di euro per il recupero, non solo strutturale e urbanistico, che pure è necessario, ma soprattutto per sostenere e rilanciare il valore identitario, la storia, la cultura, i percorsi enogastronomici e le tradizioni di questi piccoli centri.

L'inaugurazione di questo castello che dovremo completare, non può essere fine a se stessa, deve essere messa in rete e collocata in un progetto più ampio di valorizzazione dell'intero comprensorio. Sono certo che, insieme, lavoreremo per fare di questo e dei nostri piccoli borghi veri e propri scrigni di tesori unici ed incommensurabili, di tradizioni antiche che solo qui e da nessuna altra parte del mondo possono essere ammirati e apprezzati"

Non state a chiedervi se sia il castello di Amantea.

No, non è quello di Amantea, ma quello di Cleto

Quello di Amantea non interessa a nessuno, soprattutto agli amanteani!

Pubblicato in Basso Tirreno

Il “volto” del centro storico di Amantea è certamente rappresentato dalla rocca sulla quale esso insiste e da quanto su essa è stato costruito o realizzato.

 

 

 

 

 

Parliamo dei ruderi dell’antico castello, dei ruderi della Torre Normanno-Angioina, dei ruderi della chiesa di San Francesco d’Assisi, dei ruderi del collegio dei Gesuiti, della Chiesa matrice, delle antiche case e delle strade.

Ma sempre di straordinaria bellezza sono gli elementi arborei impiantati dall’uomo.

Parliamo degli aranceti , dei pochi fiori e soprattutto delle palme.

Ed in particolare della Palma dinanzi alla Chiesa Matrice, delle palme gemelle di Via Cavour e della palma sottostante la chiesa di San Francesco d’Assisi.

Ahimè il punteruolo rosso continuando la sua opera distruttrice del patrimonio naturalistico amanteano è riuscito a giungere fin sotto la chiesa trecentesca colpendo mortalmente la pianta.

Un’altra palma che lascia Amantea.

Una strage che continua . Infinita .

Il coleottero andrà via solo quando avrà finito di distruggere tutte le palme della città.

Tanto ad esso nessuno si oppone.

Si svolgerà sabato 23 luglio (ore 20.00) al Castello della Valle la presentazione dei lavori di restauro delle pitture murali di una sala del maniero diventata “La stanza dei desideri”, le cui pareti interne furono dipinte da Salvatore Fiume nell’estate del 1996.

Un capolavoro del Maestro che, a partire dalla metà degli anni settanta, con il suo estro impreziosì il borgo di Fiumefreddo con affreschi e sculture trasformandolo nella cassaforte di un bagaglio artistico inestimabile.

Gli affreschi, che iniziavano a risentire del passare del tempo, sono stati soggetti ad un lungo restauro curato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e “La stanza dei desideri”, nella quale verranno collocate due sculture dell’artista, sarà finalmente riaperta al pubblico.

All’evento - moderato dal giornalista Antonio Chiappetta - intervengono: il sindaco Vincenzo Gaudio Calderazzo, che porgerà i ringraziamenti per il restauro delle pitture murali da parte dei figli di Salvatore Fiume Laura e Luciano; Mario Pagano (direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone); Faustino Nigrelli (funzionario di zona per i Beni Culturali); il restauratore Giuseppe Mantella

In contemporanea con la riapertura della sala affrescata da Salvatore Fiume verrà inaugurata la mostra di dipinti e installazioni "San Francesco di Paola nel seicentenario della nascita” a cura di Roberto Bilotti e Riccardo Magarò, che dopo l’esposizione nel Palazzo della Provincia di Cosenza sarà possibile ammirare (dal 23 luglio al 04 agosto) nelle sale del Castello della Valle.

La mostra – concessa dall’amministrazione provinciale di Cosenza – è composta da oltre 50 opere contemporanee e si prefigge di riscoprire la figura e il significato della missione del santo calabrese, la sua azione sociale e religiosa.

Impossibile non cogliere la opportunità.

Pubblicato in Basso Tirreno

Sangineto è un piccolissimo comune di quasi 1300 abitanti sito sulla costa tirrenica cosentina.

Il paesino è composto da due borghi. Il primo , ed il più antico, sulla collina, il secondo sul mare.

Sangineto è famoso per possedere in Calabria, uno dei pochi castelli sul mare.

Il castello del “principe” di Bisignano risale al XV sec. e venne “costruito dai Sanseverino di Bisignano per sostituire il distrutto castello di Sangineto. Nel 1605 passò ai Majorana e quindi ai Firrao che lo tennero fino alla eversione feudale”.

Dopo tanti secoli ora sembra che Sangineto avrà un nuovo “principe”.

Si parla, nientemeno, che dell’ex senatore Franco Covello, un tempo emblema umano della DC , oggi rappresentante del PD ( la D è rimasta in comune).

E così Franco Covello, da emblema di un partito, ora sembra deputato a diventare emblema di un territorio.

Un neo “principe” machiavelliano capace di essere il nuovo “dominus” , ma, contemporaneamente, il difensore del suo principato.

Una voce del “suo popolo” da spendere a Bruxelles, a Roma, a Reggio Calabria, a Catanzaro; dovunque, cioè, sia necessario per ricordare le esigenze di Sangineto e per attrarre finanziamenti, investimenti, risorse, turisti .

La proposta verrebbe dal circolo cittadino del Pd.

Un ritorno all’antico, a quando nei nostri paesi arrivavano i governatori mandati dai re di ogni tempo? .

O forse una nuova strada da seguire per ognuno dei nostri paesi?

Se è così, chi sarà il nuovo principe di Amantea?

O forse aspettiamo di ristrutturare il castello?

Pubblicato in Alto Tirreno

Sono le sette di stamattina 30 giugno e , ad est di Amantea, si nota un fumo densissimo.

La vicina mi chiede se stia bruciando qualche casa del centro storico

La tranquillizzo. Dal mio balcone, un piano più sopra il suo, si vede che l’incendio è dietro la collina del castello, dalla parte del fiume Catocastro

La prova è nelle vampoglie che riempiono l’aria e che spinte dalla brezza mattutina cadono su tutta Amantea nord riempiendo terrazzi, posandosi sulle auto, sulle strade, sporcando i panni stesi ad asciugare ed entrando dai balconi aperti.

Il fuoco è iniziato di buon mattino dietro il vecchio mattatoio ed ha cominciato a risalire la collina.

Non vediamo Vigili del Fuoco o la mitica Protezione civile amanteana che un tempo era sempre pronta per tali occasioni.

Nel corso della mattinata, poi, il fuoco arriva sul pianoro del castello per riscendere sul versante ad ovest.

Ovviamente, si tratta di un incendio casuale quale quello che origina dall’incontro tra l’erba secca e l’accendino che gli da fuoco, magari sorretto da un po’ di benzina

Ovviamente il piromane è una persona civile che ha pensato bene di dare fuoco il 30 giugno prima che arrivino i turisti e proprio per non dare lì’impressione di una città senza regole.

Volete sapere chi è stato a dar fuoco? Non lo sappiamo, ma anche se qualcuno lo avesse visto ad Amantea nessuno denuncia.

Pubblicato in Politica

Questa è la dichiarazione del sindaco di Amantea Monica Sabatino all’ex assessore Luciano Cappelli.

 

Il sindaco di Amantea Monica Sabatino, a seguito della dichiarazione rilasciata dall’ex assessore Luciano Cappelli, relativamente alla mancata acquisizione dell’area sui cui sorge il castello di Amantea con l’utilizzo dei fondi che il Ministero dell’interno ha destinato ai componenti della giunta Tonnara a titolo di risarcimento per l’ingiusto scioglimento del consiglio comunale avvenuto nel 2008, precisa quanto segue:

«Vorrei puntualizzare che sulla questione ho interpellato solo alcuni dei miei ex colleghi, anche se qualcuno oggi smentisce.

Ma non mi interessa polemizzare.

Il mio ringraziamento allo stesso Cappelli stava proprio nella possibilità che mi aveva fornito di palesare la mia idea anche agli altri.

Ora se i miei ex colleghi ritengono valida la mia proposta e vogliono concretizzare la cosa offro la mia piena disponibilità al dialogo e al confronto civile e democratico, affinché si possa fare qualcosa di concreto e simbolico per la nostra città.

Con questa nota chiudo la polemica che mi ha visto mio malgrado coinvolta e spero che da questa storia possa nascere qualcosa di buono».

Monica Sabatino – sindaco di Amantea

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