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Celico 16 luglio 2018 – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Spezzano Sila hanno nei giorni scorsi denunciato un operario di Celico per incendio boschivo colposo.

L’uomo, dipendente di una azienda agricola del luogo, si è reso responsabile di un incendio in località “Miugliano Morelli” di Celico causato dall’abbruciamento di residui vegetali che lo stesso stava effettuando a ridosso di un terreno boscato nella proprietà dell’azienda.

I militari avvertiti da una segnalazione al numero di emergenza ambientale 1515 hanno constatato il mancato controllo del propagarsi delle fiamme che si sono estese sulla vicina area boscata interessando il sottobosco e alcune piante di Pino Laricio.

Le fiamme hanno inoltre interessato un rottame di autovettura ed altri vecchi attrezzi agricoli posti all’interno dell’area interessata dalle fiamme.

L’uomo pertanto, a cui è stata applicata una sanzione di 2000 euro, dovrà rispondere anche di abbruciamento illecito di rifiuti.

Sull’area interessata all’incendio, posta sotto sequestro, i militari hanno inoltre applicato il Metodo delle Evidenze Fisiche (MEF) che consente di ricostruire l’evoluzione del fuoco attraverso i segni e le tracce che lo stesso rilascia.

Pubblicato in Cosenza

I Bruzi della Sila non ci stanno e gridano: ““Non saremo la nuova Terra dei Fuochi”.

Dallo scorso 12 marzo l’incubo è tornato per le popolazioni della Presila cosentina.

La Regione Calabria ha riaperto da quel giorno la discarica di Celico e la scorsa settimana è iniziato il via vai di camion.

Stavolta però non sono rifiuti dei comuni calabresi ma si tratta di rifiuti privati provenienti dalla Campania e precisamente da una ditta di Casalnuovo di Napoli, area che ricade nella zona tristemente nota come “terra dei fuochi”.

Per l’impianto della Mi.Ga non ci sono dispositivi per il conferimento di rifiuti pubblici e dunque non sono rifiuti calabresi quelli che arrivano alla discarica.

I rifiuti pubblici no, ma quelli privati si.

A trasportarli, mezzi recanti il logo della Maya Ecologia di Casalnuovo di Napoli, che pare siano resti della lavorazione di rifiuti non differenziati.

A spiegare la situazione allarmante ai microfoni di Rlb, Italo Romano, del Comitato Ambientale Presilano

Il Comitato Ambientale Presilano che da anni si batte per la chiusura definitiva dell’impianto, ha realizzato foto e video di questi mezzi che da una settimana transitano e approdano alla discarica sottolineando come la situazione stia tornando, dall’apparente normalità di questa estate all’allarmante situazione di anni di lotta per difendere il territorio diventando stavolta la pattumiera della Terra dei Fuochi.

Se prima arrivavano i rifiuti pubblici calabresi, ora arrivano quelli ‘privati’ dalla Campania. “L’impatto è invasivo come sempre – spiega Italo Romano, rappresentante del Comitato Ambientale Presilano – e noi abbiamo rifiutato il piano di monitoraggio e controllo proposto dalla Regione Calabria che prevede, ai primi “odori sospetti” il blocco dell’impianto.

Ma qui gli odori non c’entrano nulla: la puzza è l’ultimo dei problemi perchè le sostanze tossiche che vengono emesse da una discarica non hanno odori.

Le sostanze più pericoloso sono quelle emesse in forma gassosa e liquida.

Il risultato non cambia: noi vogliamo che l’impianto venga chiuso”

Il Tar intanto, nei giorni scorsi ha rigettato il ricorso dei sindaci di Rovito, Celico, Lappano, Spezzano Sila e del Parco Nazionale ma i sindaci hanno già annunciato l’intenzione di rivolgersi al Consiglio di Stato.

Il Comitato Ambientale Presilano lo scorso 22 Marzo, ha anche inviato una pec ad Arpacal e al Dipartimento per chiedere dei controlli sul traffico mezzi e sugli sversamenti in discarica ma ad oggi non è arrivata risposta.

E così in attesa che prosegua l’iter per il ricorso al Consiglio di Stato, il Comitato Ambientale Presilano non resta certo a guardare e a subire “immobile, la devastazione finale delle nostre amate montagne”.

Domani infatti, mercoledì 28 Marzo alle ore 18 presso la Villetta Comunale di Celico (nella Sala consiliare del Comune in caso di pioggia), si terrà una assemblea pubblica, in cui saranno pianificate e discusse le azioni da mettere in pratica per difendere la nostra terra.

E l’intento potrebbe anche essere quello di tornare, come già accaduto, a bloccare l’arrivo dei camion di rifiuti: “I nostri boschi non saranno la pattumiera della Campania”.

Quicosenza

Pubblicato in Cosenza

Leggiamo da un comunicato di ARPACAL che l’ente che dovrebbe tutelare l’ambiente avrebbe incaricato dei legali di querelare il Comitato Ambientale Presilano.

Il CAP risponde che è pronto a far valere davanti ai giudici le ragioni delle popolazioni presilane e che ARPACAL dovrà rispondere di falso ideologico per aver mentito allorquando ha comunicato che il problema odorigeno provocato dall’impianto della MiGa era risolto.

Ieri il Governatore Oliverio ha dichiarato che “se non cambia la burocrazia non muore la Calabria, si sappia molto bene che muore una parte della burocrazia”.

Lo invitiamo ad essere conseguente perché è inaccettabile che ARPACAL non rispetti i compiti d’istituto.

Così come è incettabile che un ente regionale, finanziato con i contributi dei calabresi, aggredisca un comitato di liberi cittadini che a loro parere “si arroga la pretesa di rappresentare le popolazioni di un territorio” dichiarando che la “polemica squallida” è “finalizzata a mantenere alto il livello della tensione e, quindi, dell’attenzione, si badi bene, non più sulla vicenda ambientale ma su personaggi in evidente astinenza da presenza mediatica”.

Il Comitato Ambientale Presilano da anni lotta e propone soluzioni.

Le osservazioni presentate dal CAP hanno contribuito al miglioramento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti.

Il CAP organizza corsi nelle scuole. Il CAP partecipa a pieno titolo alle riunioni e commissioni insieme alle istituzioni regionali.

Il Comitato Ambientale Presilano ha una storia di difesa dell’ambiente che se fosse stata adottata anche solo in minima parte da ARPACAL, la nostra regione avrebbe aria, acqua e suolo più puliti.

Il CAP e i tecnici dei comuni di Rovito e Celico, nel sopralluogo del 12 settembre scorso, hanno richiesto la verbalizzazione di fatti e circostanze accadute, compresa l’apertura delle porte, cosa facilmente documentabile e della quale ARPACAL dovrà dare conto davanti ai giudici.

ARPACAL tenga ben presente che non saranno le minacce di querela a fermare una lotta di popolo in difesa della propria salute.

#eadessoquerelatecitutti

#anchiosonodelcomitatoambientalepresilano

#ARPACALnonfaipaura

14 settembre 2017

Pubblicato in Cosenza

"Passi finché si tratta di qualche imprecisione causata dalla scarsa dimestichezza con le norme e procedure tecniche, ma la misura è colma quando si agisce per aizzare la popolazione contro chi fa il suo dovere".

La Direzione dell'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) replica alle dichiarazioni rilasciate ieri dal Comitato Ambientale Presilano sulla gestione della discarica di Celico (CS).

"La vicenda della discarica di Celico, di cui evitiamo di fare il resoconto storico perché riteniamo sia nota a tutti sta pericolosamente scivolando da una questione ambientale legata alla protesta di un comitato, che si arroga la pretesa di rappresentare le popolazioni di un territorio, verso una squallida polemica finalizzata a mantenere alto il livello della tensione e, quindi, dell’attenzione, si badi bene, non più sulla vicenda ambientale ma su personaggi in evidente astinenza da presenza mediatica.

Detto ciò - e informando il Comitato e chi lo rappresenta che dovrà spiegare le sue affermazioni sulla stampa ad un giudice, perché abbiamo dato mandato ai nostri legali di sporgere querela a tutela dell'onorabilità dei nostri tecnici e dell'Arpacal - informiamo il pubblico, che vuole sapere correttamente la verità dei fatti e dei dati ambientali acquisiti, cosa è in realtà successo il 12 settembre scorso nell’impianto MiGa di Celico, anche alla presenza di rappresentanti di alcuni Comuni e dello stesso Comitato

Innanzitutto il controllo svolto il 12 settembre scorso non rientra tra quelli ispettivi, previsti nel piano di monitoraggio ambientale di cui all’AIA (autorizzazione integrata ambientale) rilasciata dalla Regione alla MiGa, in quanto l’impianto dal 21 giugno scorso ha sospeso le sue attività su disposizione della stessa Regione.

Quello che il Comitato non ha detto, perché non gli interessa o non vuole farlo sapere, è che questo controllo era stato ampiamente comunicato a tutti gli enti territoriali, invitati a presenziare anche con propri tecnici. Il perché di tale invito sta proprio nell’avvio delle procedure di monitoraggio olfattometrico tanto richiesto dalle popolazioni del territorio e pianificato con Arpacal dal Dipartimento Ambiente della Regione dopo l’intervento del Presidente Oliverio.

I campioni prelevati il 12 settembre scorso, infatti, sono stati immediatamente trasferiti al laboratorio specializzato di Arpa Piemonte che, come anticipato peraltro da Arpacal nel febbraio scorso, è stata coinvolta in questa iniziativa.

Il tutto nell'ambito della rete delle agenzie del SNPA (Sistema Nazionale della Protezione dell'Ambiente) e quindi con l'ausilio di una Arpa con esperienza specifica.

L’obiezione del perché vi sia stato un controllo ad impianto non operativo è assolutamente puerile oltreché disinformata; è stata proprio l’Arpa Piemonte che, sulla base della pianificazione degli interventi sulla discarica, dopo aver chiesto un primo sondaggio tecnico nel luglio scorso, ha chiesto il prelievo di campioni di aria ad impianto non operativo, nell’ipotesi che, qualora l’impianto dovesse riaprire, sia così possibile un confronto tra “il prima ed il dopo”.

I nostri tecnici, ai quali va la nostra più ampia solidarietà per gli attacchi mediatici costantemente subiti e per i quali promuoveremo in questo caso azioni giudiziarie a loro tutela , hanno giustamente rifiutato di firmare un documento, quello proposto dal consulente tecnico del Comune di Celico, per due ordini di motivi: il primo sta nel fatto che l’unico verbale che doveva essere stilato, e nel quale i comuni, la ditta ed il comitato erano stati invitati a fare le loro opportune dichiarazioni nonché sottoscrizioni, era quello dell’Arpacal, ente tecnico-scientifico avente titolo a procedere per come incaricato dalla Regione; il secondo motivo sta nel fatto che un semplice foglio firme presenza, così era stato presentato, era diventato una accozzaglia di annotazioni varie rilasciate dai presenti, che non poteva acquisire alcun significato tecnico tantomeno giuridico.

Sull’apertura dei capannoni o delle porte che accedono al biofiltro, le dichiarazioni del Comitato sono assolutamente false e lesive della nostre onorabilità: i tecnici hanno operato secondo le procedure previste dalla normativa sia nei capannoni che conservano i rifiuti, e sia sul biofiltro.

Tanto si doveva".

Pubblicato in Catanzaro

Il Comitato Ambientale Presila per conto del comitato ambientale presilano ha inviato la seguente nota:

“MigArpacal colpisce ancora

Il 12 settembre scorso, alcuni tecnici dell’ARPACAL si sono recati nell’impianto della MiGa per prelevare alcuni campioni d’aria in uscita dal biofiltro che dovrebbe limitare gli odori diffusi dalla lavorazione dei rifiuti.

Al sopralluogo erano presenti i tecnici dei comuni di Celico e Rovito e quelli del CAP.

Per l’ennesima volta abbiamo avuto conferma di quello che denunciamo da anni e cioè che non possiamo fidarci di ARPACAL e di conseguenza del Dipartimento Ambiente che dovrebbe essere l’ente che dispone il tipo e la quantità di verifiche da effettuare.

Da qualche giorno nell’impianto abbiamo notato movimenti di operai, che erano assenti da molto tempo.

Inoltre, un odore sgradevole aveva invaso i dintorni dell’impianto.

Durante i campionamenti effettuati per verificare l’emissione di sostanze odorigene, abbiano notato che tutte le porte dei capannoni erano aperte.

Inoltre, durante il primo campionamento, i tecnici hanno avuto difficoltà a creare la dovuta depressione nell’apparecchiatura che doveva prelevare l’aria in uscita dal filtro.

Abbiamo chiesto di mettere a verbale queste incongruenze, suscitando l’irritazione prima del gestore e poi di ARPACAL, fino al punto che entrambi si sono rifiutati di sottoscrivere un verbale.

A questo punto chiediamo al Governatore Oliverio se sia ancora tollerabile che ARPACAL continui a non rispettare i propri compiti d’istituto che sono la tutela dell’ambiente e quindi delle popolazioni.

MiGa ha affermato che i prelievi sono stati effettuati a sorpresa, ma guarda caso nell’impianto, che ricordiamo è chiuso da mesi, nella mattinata prevista per il sopralluogo era presente il loro chimico. Così come ci sembra strano che i tecnici ARPACAL, sempre pronti a vantare le perfezioni dell’impianto, abbiano sostato sul luogo dei prelievi per quasi un’ora senza che sia stata data possibilità, da parte del Gestore che accampava diverse scuse, ai tecnici dei comuni e del CAP di verificare cosa stessero facendo.

E’ arrivato il momento per il Governatore di riprendere in mano la questione.

C’è qualcuno che gioca sulla nostra salute.

Tra qualche giorno scade la sospensione decretata per 90 giorni e il suo RINNOVO è INDISPENSABILE.

Ci spieghi il Dipartimento Ambiente a cosa serve il controllo delle emissioni odorigene in uscita dal capannone nel quale non vengono lavorati rifiuti da quasi 90 giorni, con tutte le porte aperte che impediscono la depressione del sito e il convogliamento dell’aria sul filtro.

Ci dica anche come mai ancora non sono state avviate le verifiche richieste dalla commissione tecnico-legale.

E’ arrivato il momento nel quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, anche perché c’è chi mette in giro furbescamente notizie prive di ogni fondamento, come quella secondo la quale l’impianto è chiuso per l’impossibilità di raggiungere la discarica con il viadotto chiuso o che continuano ad essere interrati rifiuti privati.

La Regione ha imposto la sospensione di ogni tipo di conferimento solo ed esclusivamente perché la popolazione si è mobilitata e 13 consigli comunali, all’unanimità, hanno deliberato per chiedere la sospensione.

La sospensione è frutto solo della determinazione del popolo presilano, sostenuto dalle istituzioni locali, che non è più disposto a subire le connivenze tra burocrazia regionale e imprenditori.

Non permetteremo che i tre mesi di aria pulita di questa estate siano solo un episodio passeggero e che si debba tornare a chiudere le finestre perché qualcuno, negli anni passati, ha rilasciato delle autorizzazioni in violazione di norme cogenti.

14 settembre 2017

Pubblicato in Cosenza

Palla palla contunua a giocare(nella prima foto)

Scopriamo che con Palla Palla basta gridare e prima o poi si avrà quello che si chiede.

È solo questione di tempo e di voce!

È quello che dimostra la lotta portata avanti dagli abitanti di Celico che non volevano la discarica di rifiuti.

Ora ogni comune o contesto sovra comunale che non voglia una discarica sa come fare.

Il presidente della Regione Mario Oliverio, infatti, accogliendo le istanze dei sindaci e dei cittadini dei comuni presilani ha deciso di sospendere l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla discarica di Celico.

Di conseguenza, l’impianto resterà chiuso e non vi potrà essere sversato alcun tipo di rifiuto.

La notizia è stata diffusa a Casole Bruzio, dove si erano radunati gli abitanti dei comuni costretti a respirare da anni i veleni della discarica.

Una delegazione dei comitati è stata ricevuta a Catanzaro da Oliverio, con il quale è stato raggiunto l’accordo per la sospensione dell’Aia.

Erano stati tredici i consigli comunali che avevano chiesto la chiusura della discarica, incompatibile con il contesto ambientale rappresentato dall’altopiano silano e dal Parco Nazionale.

Non è mancata la chiosa finale di Palla Palla il quale ha dichiarato “Non siamo stati noi ad autorizzare questo impianto”.

Come a dire “se fosse stato per noi….”

E poi ha aggiunto “Per quanto ci riguarda siamo in forte sintonia con la domanda dei cittadini calabresi che ci chiedono di salvaguardare il nostro territorio e l'ambiente, che rappresentano due grandi risorse per lo sviluppo e la crescita della nostra terra".

E poi ha aggiunto “Sin dal nostro insediamento abbiamo avviato un'azione costante ed intransigente nel settore dello smaltimento dei rifiuti in Calabria che può essere sintetizzato nello slogan "rifiuti zero" e "zero discariche".

Signor presidente che cosa vuole dire che in attesa che si raggiungano questi obiettivi manderemo la nostra monnezza in altre regioni ed altre nazioni?

Pubblicato in Italia

I Militari della Stazione Forestale Carabinieri di Spezzano della Sila hanno nei giorni scorsi posto sotto sequestro tre aree boscate oggetto di trasformazione d’uso del suolo per complessivi due ettari in località Serra Cappella del Comune di Celico (CS) e di proprietà del Comune di Spezzano Sila.

 

All’interno delle tre aree sono stati rinvenuti diversi cumuli di ceppaie e parti di piante sradicate. In particolare piante di Abete, Pino Laricio, Pioppo e Castagno.

 

 

Il controllo, che ha accertato lo sradicamento di circa 200 piante, ha portato al deferimento dell’amministratore di una azienda agricola in quanto tali lavori sono stati eseguiti in assenza delle autorizzazioni previste dalla normativa ed hanno prodotto un cambio d’uso ed una trasformazione del terreno rimboscato con fondi pubblici.

 

All’interno dell’area è stata inoltre realizzata abusivamente una pista in terra battuta lunga 130 metri anch’essa posta sotto sequestro dai militari di Spezzano.

Cosenza 18 marzo 2017

Pubblicato in Cosenza

Terremoto-Sila-4-45 gli eventi sismici nell'arco di 17 minuti tutti nella zona della Sila.
Davvero tanta la paura dei calabresi ed in molti si sono riversati per le strade di Cosenza e delle cittadine limitrofe all’epicentro.

 

Succedeva 106 anni fa il terremoto distruttivo delle ore 05:20 una scossa terribile, localizzata nelle acque dello Stretto, del 9° della scala Mercalli. Uno dei più potenti sismi della storia italiana che sconvolse Reggio Calabria e Messina, causando la morte di circa 100mila persone.
Deve essere stato questo il pensiero di alcuni, pochi secondi dopo aver avvertito il terremoto di domenica sera.

Non vi sono segnalazioni relative a danni a strutture o informazioni circa feriti.


L’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia riporta cinque eventi, uno di magnitudo 4.4 (scala Ricther) delle 22.43 e gli altri quattro a seguire, chiamati anche di assestamento di magnitudo leggermente più basso 3.4 delle 22:46, mentre la terza di magnitudo 2 alle 22:51, 2.3 delle 22:53 e di 2.2 delle 23:00. 

 

L’epicentro avvenuto nella Sila Cosentina alla profondità di 11,1 km questi i comuni in prossimità dell’epicentro APRIGLIANO (CS), CASOLE BRUZIO (CS), CASTIGLIONE COSENTINO (CS), CELICO (CS), CELLARA (CS), FIGLINE VEGLIATURO (CS), LAPPANO (CS), MANGONE (CS), PEDACE (CS), PIANE CRATI (CS), PIETRAFITTA (CS), ROVITO (CS), SAN PIETRO IN GUARANO (CS), SERRA PEDACE (CS), SPEZZANO DELLA SILA (CS), SPEZZANO PICCOLO (CS), TRENTA (CS), ZUMPANO (CS).

 

In continuo Aggioramento:

Terremoto-1908

Una delle rare foto del Terremoto distruttivo del 28 Dicembre 1908 nello stretto di Messina che rase al suolo Reggio Calabria e Messina

Pubblicato in Cosenza

Nella giornata di ieri 1 dicembre , in località Lagarò –Lupinacci del comune di Celico (cs) il Nucleo Artificieri della Caserma "Manes" di Castrovillari è intervenuto, su segnalazione del personale del Corpo Forestale dello Stato, per un doppio rinvenimento di munizioni d'artiglieria lanciate ed inesplose.

 

Le munizioni sono state rinvenute dalla pattuglia del Comando Stazione Forestale di Spezzano della Sila in un terreno seminativo da poco arato la quale ha subito attivato le procedure previste per tali rinvenimenti.

Il Team guidato dal Primo Maresciallo Giuri, coadiuvato dall'operatore, Sergente Maggiore Aversa, dopo aver provveduto al riconoscimento e alla verifica della pericolosità del materiale, hanno rimosso tutti gli ordigni per provvedere alla loro neutralizzazione in una zona sicura.

Le granate d'artiglieria di nazionalità inglese da 25 libbre ( circa 11,5 kg ciascuna , per un quantitativo di tritolo pari a circa 2 kg per ogni granata) si presentavano parzialmente interrate, anche se messe in relativa sicurezza da protezioni in terra pressata, in cattivo stato di conservazione.

I residuati messi in condizione di esplodere regolarmente, dalle operazioni degli Artificieri dell'Esercito, hanno dimostrato tutta la loro forza, attenuata regolarmente dalle opere di protezione, messe in atto dagli operatori, per evitare proiezioni di schegge metalliche e detriti.

L'intervento risolto brillantemente, segue di pochi giorni una ricognizione per un grosso lavoro di scavo presso l'Aeroporto di Grottaglie (TA) dove diversi ordigni da addestramento sono venuti alla luce e dovranno essere accuratamente controllati.

Continua questo autunno "caldo" dal punto di vista dei ritrovamenti di ordigni inesplosi, che conferma la natura prettamente umanitaria e sociale della Caserma "Manes", sempre pronta ad intervenire con tutto il suo personale qualificato, sul territorio per concorrere fattivamente alla sicurezza dei cittadini e del territorio.

Pubblicato in Calabria

Nei giorni scorsi mi sono trovato in Corso Umberto Primo, Proprio davanti al palazzo municipale c’era un gruppo chiassoso di bambini delle scuole elementari guardati a vista da 4 maestre . Memore del mio “vecchio mestiere di dipendente comunale addetto alla promozione di Amantea” mi sono sentito costretto ad “accoglierli” , informandomi da dove venissero e cose fossero venuti a fare ad Amantea.

Tre classi di bambini della pre Sila “scesi” al mare per vedere un ambiente naturalmente diverso.

Una bella idea. Gli scambi culturali tra il mare e l’interno erano e sono importanti. Meglio ancora gli incontri, ma già le visite appaiono indispensabili per la conoscenza della Calabria ai calabresi.

Ed allora mi sono offerto di parlare di Amantea.

Siamo così saliti nella sala consiliare dove ho parlato dell’immenso e storico rapporto del territorio amanteano con il mare. Un mare dl quale venivano i dominatori ma anche le culture . Un mare di scambi commerciali, di incontri culturali, di conoscenze e di rapporti umani. E via di seguito a parlare delle presenze degli Ausoni, dei Greci, Fenici, Siculi, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Saraceni, Normanni, Angioini, Aragonesi e via di seguito.

I grandi quadri che arricchiscono la sala consiliare hanno offerto una eccezionale occasione per parlare dell’assedio da parte dei Francesi , della battaglia di Lepanto, delle modifiche del territorio ( Il Pacichelli) , di San Bernardino, del riscatto della città, eccetera.

Proprio questo connubio ha reso questa ora di storia interessante ed intensa.

Poi una visita alla Chiesa Madre, un’altra a San Bernardino, una passeggiata per la zona commerciale ed infine un momento di riposo presso la villa comunale, dove è stato ancora più facile continuare a parlare del mare con la visita della grande grotta marina, della flora mediterranea.

Troppo poco hanno potuto vedere questi bimbi . E’ mancato il lungomare, la vista degli scogli di Isca, la straordinaria area di Coreca ( con i suoi intensi valori ambientali, naturalistici, geologici, ecc) ed il profumo del mare, il porto, le zone archeologiche ed il museo archeologico di Campora SG e Serra d’Aiello, e tanto altro.

Ma sono partiti felici di aver visitato Amantea, di aver visto il mare, di aver conosciuto un pezzetto della grande storia della nostra città.

Torneranno nei loro paesi di Celico, Casole Bruzio e Serra pedace, nelle loro scuole, nelle loro famiglie dove parleranno di Amantea. Quale migliori messaggeri per il nostro turismo?

Ecco allora cosa fare. Invitare TUTTE le scuole elementari, medie inferiori e medie superiori della Calabria ( e perché no della Cicilia, dalla Basilicata, della Campania ecc.), predisporre opuscoletti da inviare alle scuole stesse perché scelgano gli itinerari più adatti alle esigenze delle singole esigenze e gusti. E poi ovviamente migliorare l’accoglienza come da programma già definito ed agli atti del comune stesso. Giuseppe Marchese

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