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Il testo è stato concepito a seguito dell’invito rivoltomi dal giornalista, nonché ex alunno ed amico, Paolo Orofino a scrivere qualcosa sullo scioglimento del Consiglio Comunale di Cleto e le dimissioni del Sindaco.

 

Gli ho risposto che avrei dovuto aspettare che la Musa mi facesse visita e mi ispirasse.

Poi questo è accaduto dopo qualche giorno: sul far del giorno la bella Musa mi è comparsa e mi ha parlato. Quindi il testo, dopo essere stato composto, ha atteso un po’ di tempo in computer prima di essere pubblicato, perché ho voluto limarne e perfezionarne i suoni e le rime, per quanto ho saputo fare. Penso, infatti, che sia ottima abitudine quella di “… nonam edere post hiemem …”, cioè pubblicare solo dopo un lungo lavoro di rifinitura, come dicevano i Latini.

 

Nell’ora che i sogni veritieri

son e ogni imago sotto i veli appare

più chiara e chiara parla ai miei pensieri,

agli occhi miei la regina appare,

 

cosí come in boscaglia al cacciatore

fanciulla snella e fiera si presenta,

che ucciso ha un animale predatore

e i muscoli la corsa non le allenta.

 

Ha l’arco in spalla, in pugno la saetta,

negli occhi un lampo, in fronte il sol fulgente;

e, mentre ferma il passo, un po’ s’assetta,

per presentarsi in atto conveniente.

 

Poi si rivolge a me con dir tonante,

che rende del suo cuore l’apprensione

sí che ad un fine solo non mutante

tendono il corpo e l’alma l’espressione:

 

“ Spiegami tu, che d’altra terra vieni,

ove fiorisce il gelso e l’artigiano

ovra e intelletto è fine e non ha freni:

perché la gente mia di vita vano

 

ha il corso, sí che mai non giunge al mezzo

quel che ha previsto per la settimana,

ma dell’impresa compie solo un pezzo

e lascia alla mercé d’acqua piovana

 

il resto, che l’ingordo mar travolge?

L’invidia l’opra intrapresa segna,

poiché l’un l’occhio all’altro bieco volge

e lite in paese eterna regna.

 

Gli animi tutti l’alterigia incera

e al peggio ogni buon pensiero move

sí che nel mio palazzo spesso impera

estraneo reggitor che ha il cuore altrove.

 

Contrasti di vedute tengon campo

più che badare al ben comune insieme,

sí che discordia scoppia come un lampo

e squarcia in ciel le nuvole serene.

 

Dimmi di queste cose la ragione

cosí che un poco in petto rassereno

l’animo che sobbalza in apprensione

e do riposo ad ogni pena in seno!

 

Tali non fûro i figli miei passati,

che uniti in campo sempre si battêro

persin di fronte ai forti Crotoniati

ed ampia di coraggio prova diêro.

 

Perciò d’esempio sian per l’avvenire

a chi s’appresta a gîr per governare,

ché dopo il verno viene primavera

e il frutto appronta all’uom d’ assaporare.

 

A chi le sacre penne vestir vuole

d’aver giustizia a cuor si raccomanda,

ché quel che in corpo e in animo si duole

guarda con speme verso chi comanda.

 

Respira, opra e rema in sola barca

chi va benigno in mare periglioso,

e pesca ed in comune mette in arca

come Noè in diluvio rovinoso.

 

Non segga al posto mio chi di spennare

pensa l’uccello sacro del potere,

che al popolo si volge per guidare

la terra ov’olio e vino si può bere.

 

Forse era meglio fosse femminile

la trasmissione del potere antico:

tenevo al seno il popolo qual prole

ed il potere al popolo era amico”.

 

Quinci si volge e a me le belle terga

mostra né udire vuol la mia risposta,

ché la sua voce e il tono sa che alberga

ferma opinion e in cuor l’è ben riposta.

 

Indi scompare sí com’era apparsa,

lasciando me in gran dubbio e in afasia

e dietro a sé d’ambrosia in aere sparsa,

qual si conviene a dea, lunga scia.

 

Pubblicato in Basso Tirreno

Quale miglior cronista e commentatore delle vicende politiche di uno che le ha vissuto e che ora le vive, ma che nella cronaca puntuale riesce e conservare la sua indipendenza culturale di libero cittadino?

Ed ecco quello che succede a Cleto viste da Peppe Furano!

“A Cleto a circa un mese dallo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale si è avviato il lavoro politico in vista delle prossime amministrative.

Da oggi e fino alle prossime elezioni amministrative cercherò di fare anche il cronista commentatore politico per informare periodicamente i cittadini.

Perché questa esigenza? Per due motivi, il primo perché ritengo che, anche in una piccola comunità ,sia utile al processo democratico una periodica informazione pubblica e scritta,che raccolga ma vada oltre il passa parola o le discussioni del bar e si sforzi di fare analisi politica, il secondo perché mi piace interessarmi e scrivere di politica sia nazionale che locale.

Sono consapevole che, essendo parte in causa, non mi sarà facile dare informazione sui fatti,sugli avvenimenti e fare commenti in modo obiettivo, ma ci proverò facendo anche appello alla mia formazione scientifica che mi ha abituato a vedere la realtà per quella che è e non per quella si vorrebbe fosse.

Anche se ad onor del vero bisogna convenire che una cronaca politica obbiettiva è molto rara anche a livelli alti!

Intanto informerò,per ogni intervento, se sto facendo il cronista o la parte in causa.

Poi sarà chi mi vorrà leggere a giudicare dell’obiettività della mia informazione.

In questo articolo voglio fare il cronista-commentatore.

Per comprendere e valutare quello che sta accadendo nella politica cletese in questi giorni è necessario riprendere quanto accaduto,almeno, nelle elezioni amministrative

2009 e 2011.

Sia nelle elezioni amministrative 2009 che in quelle del 2011 a Cleto ci sono state tre liste civiche contrapposte, con capilista Giuseppe Furano,Giuseppe Longo e Giuseppe Filice.

I tre capilista hanno storie politiche e amministrative sicuramente diverse e contrapposte.

Dal 2011 e fino al primo di aprile 2015 ha amministrato Cleto la lista Longo.

Lo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale si è verificato in quanto il vicesindaco Bossio,l’assessore Briglio G. e la Consigliera Briglio M. non si sono più riconosciuti nella maggioranza.

Di fatto il gruppo Longo si è diviso tra i sostenitori del Sindaco e i sostenitori dei fuoriusciti.

I motivi dei contrasti politici all’interno dell’amministrazione sono stati dati in modo ufficiale, attraverso articoli, e sono ripetuti giornalmente in ogni posto sia dai fuoriusciti, sia dal Sindaco Longo. Chiaramente ogni parte racconta la sua versione dei fatti.

Il gruppo che fa capo a Filice è stato abbandonato da alcuni grandi elettori.

Come cronista, raccogliendo le voci, posso dire che pare che il contrasto all’interno del gruppo sia scaturito per una questione di candidatura a Sindaco,ma è onesto aspettare che gli interessati,almeno quelli che vogliono continuare a fare politica attiva a Cleto,anche per rispetto della democrazia e dei cittadini, facciano una comunicazione pubblica.

Anche nel gruppo “Cleto Futuro” c’è stato un qualche smottamento. Una candidata nelle liste “Cleto Futuro” alle amministrative 2011 e un gruppo di grandi elettori pare non si riconoscono più nelle ragioni politiche che hanno ispirato “Cleto Futuro”.

Anche in questo caso sarebbe utile per il dibattito democratico e per rispetto dei cittadini,almeno da parte di chi vuole continuare a fare politica attiva a Cleto, che ci fossero delle motivazioni ufficiali per il distacco.

I fuoriusciti dai gruppi Furano,Longo e Filice dopo una serie di incontri informali tra singoli, hanno avuto due incontri semi ufficiali con la chiara intenzione di formare un gruppo per partecipare alle prossime elezioni amministrative.

Il gruppo al momento si può dire che sia retto da un quadrunvirato,Bossio e Falsetto (fuoriusciti dal gruppo Longo) Roppo Valente (fuoriuscito dal gruppo Filice) e Isabella (fuoriuscita dal gruppo Furano).

E’ chiaro che questo gruppo, che è formato per lo più di giovani,e questo è sicuramente cosa buona, deve trovare in primis un qualche coagulo politico amministrativo interno che sia diverso dal semplice “essere giovane”.

Poi deve indicare,a breve, un leader o un portavoce o un eventuale capolista riconosciuto che sia abilitato a comunicare il progetto del gruppo ai cittadini ed eventualmente confrontarsi con gli altri gruppi.

E’ evidente che, al momento, la nascita di questo nuovo gruppo non semplifica la vita politica a Cleto,ma la rende ancora più frammentata.

Se il nuovo gruppo,scelto al suo interno il leader e/o il capolista, andrà per la sua strada, si potrebbe verificare che alle prossime elezioni amministrative a Cleto si confronteranno quattro liste.

Quattro liste che si confrontano in elezioni amministrative in un paese di circa 1400 abitanti danno il segno evidente di un paese in crisi che non è capace di fare mediazioni politiche e trovare una da una parte una sintesi tra posizioni culturali e idee amministrative differenti, dall’altra una mediazione tra legittime aspirazioni personali.

E’ evidente che a Cleto come in tutt’Italia i confini destra-sinistra, conservatori-progressisti sono saltati e i significati di queste parole non trovano più concreta applicazione nell’agire e nella prassi delle formazioni politiche nazionali e locali.

Come commentatore politico penso che sarebbe invece utile che, a partire dal livello del più piccolo paese, le liste concorrenti potessero essere identificate per la diversità delle idee,dell’ideologie, dei progetti,delle visioni della società,della politica e della sua prassi quotidiana e progettuale.

A Cleto,per il bene di questo paese, sarebbe ottimale il confronto tra due liste formate,

in primis, da persone con una visione della società della politica e della prassi politica il

più possibile omogenea.

In secundis le liste dovrebbero essere composte da persone competenti e motivate che nei rispettivi ruoli di sindaco,assessore o consiglieri siano capaci di portare il loro contributo sia che diventino maggioranza sia che diventino minoranza per tutto il periodo del mandato.

Se, a Cleto, questo attivismo dei giovani, che hanno voglia di impegnarsi in prima persona nella politica locale,fatto di per sé positivo, saprà innestare un vero e autentico rinnovamento del fare e vivere la politica in questa direzione, questo può diventare un vero e autentico evento rivoluzionario e positivo per Cleto. Giuseppe Furano

Pubblicato in Calabria

La riforma del lavoro (jobs act,perchè questo nome inglese poi!) votata dal governo Renzi (che si definisce di sinistra), raccontata nella sua essenza, elimina l’art. 18 e concede incentivi alle aziende per le nuove assunzioni.

Questa riforma piace molto a Confindustria, poco ai sindacati e ai lavoratori. Se è vero che questa riforma è una riforma di sinistra,come sostengono molti rappresentanti del governo e del PD, se ne deve dedurre che Confindustria e Sindacati vivono in un mondo che non c’è!

Ora se è pensabile che i lavoratori possano essere ingannati da quelli da loro votati per rappresentarli (e spesso è capitato nei vari periodi storici e oggi solo i ciechi o quelli in malafede non riescono a vederlo!),è veramente poco credibile che la Confindustria si faccia ingannare da un Renzi qualsiasi.

Pertanto se il jobs act piace a Confindustria possiamo stare tranquilli che è sicuramente conveniente per Confindustria!

E in estrema sintesi cosa prevede questo famoso jobs act:

Gli incentivi alle assunzioni determinano per l’aziende un risparmio di 8000,00 euro all’anno per ogni nuovo contratto con le cosiddette tuteli crescenti.

Una riduzione del costo del lavoro del 30%, non sono parole ma cose concrete,che si toccano.

Per il lavoratore, ci sono le parole “contratto a tutele crescenti”!

Ma cosa si nasconde dietro queste parole? La fregatura del contratto a licenziamento libero per qualsiasi causa: economica, aziendale, che sia vera o fasulla. Ogni piccolo sgarro può essere motivo di licenziamento senza possibilità di reintegro.

Ma i furbetti del renzismo galoppante spiegano al povero lavoratore che è tutto fatto a loro vantaggio.

E con stampa e TV martellante, giorno dopo giorno, sono riusciti ad ipnotizzare tanti lavoratori (tanti sono intenzionati a votare ancora il PD!) che una minore tutela legale del lavoro genera un aumento dell’occupazione.

Poi, oramai sicuri dello stato di ipnosi dei lavoratori, politici PD,Tv e giornali asserviti, lo dicono e ripetono più esplicitamente e senza pudore: se togliamo quegli “odiosi diritti” conquistati dai tuoi genitori e tu diventi un lavoratore più conveniente,più flessibile e più ricattabile,cioè permetti un tuo più corretto sfruttamento, c’è più occupazione e tu “stai più sereno”!

Se solo i lavoratori avessero un po' più di memoria e un po' più di furbizia,ricordando che l’OCSE (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) già negli anni novanta faceva l’ipotesi che una minore tutela legale del lavoro avrebbe prodotto maggiore occupazione e che dieci anni dopo la stessa ocse riconosceva che non c’era nessuna prova che confermasse quell’ipotesi, fuori dall’ipnosi, in questo giorno della festa del lavoro, da tutte le piazze d’Italia dovrebbero alzarsi un solo grido verso questo governo: Non siamo così grulli e “stai sereno tu, Renzi” (Vaffa….).

Pubblicato in Basso Tirreno

Scrive Giuseppe Furano:

“Partendo dallo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale di Cleto da ex Consigliere di minoranza del Gruppo “Cleto Futuro” sento il dovere di fare alcune riflessioni. Non per litigare sul passato remoto e recente ma per analizzare il passato, leggere il presente e guardare al futuro. Il gruppo “Cleto Futuro” ha dato ,sia con l’ultima lettera aperta ai cittadini in occasione delle dimissioni,sia durante tutti i quattro anni di Amministrazione con interrogazioni, manifesti e interventi in Consiglio Comunale, un severo giudizio sull’operato dell’Amministrazione Longo sia in termini di rispetto delle più elementari regole democratiche sia in merito alla gestione amministrativa. E’ giusto lasciare ai componenti della maggioranza il compito e il diritto-dovere di dare le loro versioni sui rapporti,sui contrasti interni e sui motivi amministrativi della rottura. Solo voglio ricordare a tutti i componenti la maggioranza che in una piccola comunità ci sono verità che, anche se condivise o semplicemente ritenute inevitabili si percepiscono,si intuiscono e si conoscono. Lo scioglimento anticipato di un Consiglio Comunale,che avviene,è bene ricordarlo,per lo sfaldarsi della maggioranza, rappresenta sempre una sconfitta, non solo della maggioranza. E’ una sconfitta non solo politica,ma anche e sopratutto socio-culturale di tutta una comunità,ancor più drammatica,a mio giudizio, quanto più la comunità è piccola. E questo,per chi ha voglia,sensibilità e cultura per ascoltare lo si coglie nelle semplici e brevi dichiarazioni di tanti cittadini che manifestano il loro malessere e la loro delusione con pensieri del tipo “ Cleto è finito male…”, “ Cleto non è governabile…“ a Cleto dovrebbero eliminare le elezioni e fare amministrare sempre il Commissario…” Io,anche a nome del gruppo che rappresento, voglio iniziare a dare un primo contributo a un confronto e dibattito che spero si avvii e si sviluppi e possa essere rinascita per Cleto sia dal punto di vista politico che socio-culturale. Dal 1950 al 1995 a Cleto si sono fronteggiate liste che vedevano,sostanzialmente, da una parte la DC e dall’altra PCI-PSI. Questi schieramenti contrapposti erano lo specchio della divisione culturale e politica caratteristica dell’Italia di quegli anni. Questa contrapposizione a livello comunale, a Cleto, ha resistito anche negli anni 70,80 e metà anni 90 quando a livello nazionale erano in atto governi DC-PSI. Con tutti i limiti, le contraddizioni e anche le superficialità di appartenenza questi schieramenti erano comunque connotati da alcuni chiari e semplici elementi culturaliideologici che dal livello nazionale scendevano fino alle più piccole realtà e rappresentavano elementi di unità e uniformità di agire. A Cleto dal 1950 e fino alla metà degli anni 90 sono state attive tre sez. di partito (DC,PCI,PSI) che hanno rappresentato un grande veicolo di democrazia e partecipazione oltre che formazione culturale e veicoli per una maturazione di consapevolezza di appartenenza a un campo idelogico-culturale e in ultima istanza luoghi esclusivi di discussione dove si formavano le liste per le elezioni comunali. Dal 1995 ad oggi la crisi,la scomparsa e la continua trasformazione dei maggiori partiti a livello nazionale ha avuto come effetto a Cleto anche la scomparsa delle sez. tradizionali. Dal 1995 a Cleto si confrontano liste civiche, tutte molto eterogenee con dentro un po’ tutti gli orientamenti politici-culturali anche agli antipodi,dove per la formazione delle stesse hanno contano sempre di più le parentele,le clientele,i rapporti amicali ecc.. Nelle ultime due elezioni amministrative del 2009 e del 2011 ci sono sempre state tre liste. Quelle che hanno avuto maggiori consensi sono state, “Stella del Sud” con capo lista Giuseppe Longo (ex DC confluito nel PD) e “cambiare Rotta” nel 2009 e “Cleto Futuro” nel 2011 con capo lista il sottoscritto(ex PCI). L’elettorato tradizionale ex DC (confluito a livello di tessere nel PD) ha sostenuto sostanzialmente la lista Longo. L’elettorato tradizionale ex PCI (non confluito a livello di tessere nel PD) ha sostenuto le liste Furano sia nel 2009 che nel 2011. Il risultato è stato che in 20 anni a Cleto 4 Amministrazioni Comunali sono state sciolte anticipatamente. E allora è necessario,si o no, che qui a Cleto tutti i soggetti singoli,gruppi, associazioni,che vogliono bene a questo paese, che hanno interesse a rappresentarlo, che ne hanno la voglia e le capacità,si pongano il problema di avviare una discussione e un confronto, prima per fare una analisi di questi fallimenti e dopo tentare di trovare una soluzione per non condannare questo paese ad un certo e inesorabilmente declino? Noi come “Cleto Futuro”, nella ultima nostra riunione, abbiamo indicato alcuni punti base da cui partire che io voglio ancora ampliare ed esplicitare per sottoporli a una seria discussione che sia da guida alla formazione delle liste. 1) Si dovrebbe avviare un dibattito tra soggetti e gruppi che prioritariamente accettino pochi, ma chiari (se poi qualcuno ne vuole indicare degli altri ben vengano!) punti fondamentali: -volere bene sinceramente a questo martoriato paese -considerare la politica un servizio, non un’occasione per avere tornaconti personali -essere assolutamente lontani dalla politica familistica-clientelare che è alla base della corruzione ed è il più grande male dell’Italia e anche di Cleto; -se si è maggioranza o opposizione ci deve essere il massimo di rispetto per le regole democratiche; -la partecipazione dei cittadini deve essere agevolata durante tutta la durata del mandato utilizzando tutti gli strumenti umani e tecnologici; -pur rispettando le aspirazioni e la dignità di tutti si dovrebbe evitare di avere amministratori con competenze non adeguate ai compiti richiesti; 2) Consapevole che ci troviamo a vivere in un’epoca in cui anche a livello nazionale sono saltate e sbiadite tutte le differenze ideologiche comportamentali, culturali e di operare politico tra destra e sinistra,chiedo e metto nell’ipotetico confronto qui a Cleto: potrebbe essere interessante e percorribile, per la formazione delle prossime liste puntare ad una aggregazione dove sia privilegiata l’omogeneità dal punto di vista politico-culturale dei componenti, piuttosto che le parentele e le valutazioni sulla vittoria? 3) un confronto che, partendo dalle componenti morfologiche,agro-alimentari e insediative,dalle esigenze di servizi,di riqualificazione,dai valori patrimoniali possa delineare un progetto di paese condiviso che sia capace di utilizzare in ogni momento con coerenza,e non in modo episodico e disorganico, tutti i finanziamenti esterni e le disponibilità interne. E su questo progetto di paese chiedere la condivisione e la fiducia ai cittadini e non perché parente,amico,cliente ecc. Se siamo capaci di fare far questo salto alla politica, qui in questo piccolo paese, non solo avremmo reso un gran servizio al nostro paese ma avremmo contribuito ad avviare dal basso quello che dovrebbe verificarsi in tutt’Italia. Se questo sarà possibile queste dimissioni avranno avuto un senso. Ex malo,bonum! Altrimenti ex malo “malissimum". Giuseppe Furano”

Pubblicato in Basso Tirreno

Anche Pinocchio chiederebbe scusa per un cumulo di bugie così grandi come quelle messe assieme da Longo nei suoi due comunicati!

 

   E’ vero! Il popolo non è più sovrano (Forse la sola verità rintracciabile nelle sue parole)! Perché le decisioni volte ad amministrare un comune, che dovrebbero essere prese nelle sedi istituzionali e nelle assemblee di gruppo, in piena condivisione, e avere come scopo il bene comune, venivano prese invece solo ed esclusivamente dal sindaco, e se poi non venivano eseguite nelle sedi preposte, ovvero nella giunta, c’era la punizione, come evidenzia il caso del ritiro della delega di assessore a Giuseppe Briglio, avvenuto il 27 marzo scorso. Semplicemente uno schema ben preciso, familistico-clientelare, volto alla conquista del voto. Un sistema che si andava rafforzando sempre di più, quanto più si avvicinava il periodo elettorale, varcando già più volte – nell’ultimo anno - il limite della legalità: mi riferisco alla gestione della selezione per il servizio civile 2014, all’affidamento – senza bando – del servizio raccolta differenziata, al concorso pubblico per custode cimiteriale, nonché alle forti divergenze con i funzionari responsabili degli uffici (uno di loro pronto a iniziare un processo per mobbing), i quali, fra le altre cose, si opponevano a una richiesta da parte del sindaco di accedere ad un nuovo pesantissimo mutuo – 400.000 euro! – per lavori pubblici, cosa che avrebbe automaticamente portato il comune, per incapacità di indebitamento – ad un nuovo dissesto finanziario.

   Fatti noti ed evidenti agli occhi di tutti, che il sottoscritto insieme ad altri ha voluto stroncare, interrompere e denunciare, e che l’ormai ex sindaco cerca di lasciare senza spiegazioni veritiere o nascondendo del tutto, mettendo davanti una questione che nulla ha a che vedere con la mia azione politico-amministrativa di questi quattro anni e con la decisione da me presa negli ultimi giorni assieme ad altri. Perché voglio ricordare che la sfiducia al sindaco non è venuta solo dal vicesindaco, ma da ben sei consiglieri su nove, la sfiducia più schiacciante nella storia repubblicana (pur burrascosa!) di Cleto: infatti, se avesse avuto contro solo cinque consiglieri – senza di me! – il sindaco sarebbe stato sfiduciato in consiglio comunque!

   Già questo dimostra che la parcella di cui tanto parla Longo ha avuto ben poca influenza sulla sua caduta, il che è altrettanto dimostrato dal fatto che a firmare la sfiducia sono stati anche gli stessi consiglieri che erano contrari al pagamento della suddetta parcella, e soprattutto dal consigliere Giuseppe Briglio, che da assessore, assieme al sindaco e all’assessore Giannuzzi, l’anno scorso aveva votato l’opposizione al Decreto Ingiuntivo emesso in merito dal Tribunale di Paola. Insomma, cosa c’entra la minoranza in tutto questo? Cosa c’entra la consigliera Maria Briglio con la questione della parcella? Cosa c’entra Giuseppe Briglio, che su questa cosa ha votato sempre assieme al sindaco? Forse l’“imperio paterno” ha avuto effetti anche su questi due membri della maggioranza e addirittura sui tre della minoranza?

   Ma se fosse questo ad aver segnato il destino dell’amministrazione comunale da quattro anni – come dice Longo -, perché avrei dovuto aspettare tutto questo tempo? Perché avrei dovuto aspettare l’aprile 2014, quando ormai la questione è in mano ad un giudice da un anno, e l’amministrazione comunale di Cleto non può influire sulla decisione della parcella in alcun modo? Come implicitamente ammette lo stesso Longo nel secondo comunicato, dopo l’opposizione al decreto Ingiuntivo, deliberata dalla giunta il 9 giugno 2014, oltre a continuare la mia attività amministrativa sempre al servizio della popolazione, ho votato altri due fondamentali atti di bilancio. Mi riferisco soprattutto a quello del 31 dicembre, quando due consiglieri di maggioranza erano assenti, e io ho votato la variazione di bilancio, abbandonando subito dopo l’aula perché in disaccordo sulla gestione della raccolta differenziata, che era il terzo punto all’ordine del giorno di quella seduta consiliare.

Ormai sulla questione della parcella si pronuncerà la magistratura, per cui io non entro in merito, così come non l’ho mai fatto durante il periodo della mia azione amministrativa, non partecipando a nessuna riunione decisionale, non intervenendo quando la questione è stata discussa in consiglio, lasciando che la decisione su questo fosse presa dagli altri membri della giunta, cosa che mi è stata sempre riconosciuta dalla popolazione, dai funzionari del comune, ma anche dallo stesso sindaco fino poche settimane prima delle dimissioni: allora diceva di apprezzare il mio senso di responsabilità; ora invece sostiene il contrario, per infangarmi e nascondere – lo ripeto! – le vere motivazioni che hanno portato alla sfiducia nei suoi confronti da parte di sei consiglieri su nove!

   Sull’accusa dell’assenteismo, e precisamente sulla barzelletta delle 40 (!) riunioni di giunta in cui io sarei stato assente, visto che la media di tali riunioni era di quattro al mese, ciò vorrebbe dire che sarei stato assente per quasi un anno!! Ma guarda un po’! Sono un assenteista (nel primo comunicato) e al tempo stesso un complice nelle scelte dell’amministrazione, tra cui la proroga della differenziata, di cui è accusato Longo (nel secondo comunicato). Capisco il nervosismo e le contraddizioni dell’ex sindaco, perché d’altronde le bugie non hanno coerenza, e per chi inventa è difficile non contraddirsi! Tutti possono controllare le carte, le quali dimostrano che io sono stato presente al 78% delle riunioni di Giunta e al 100% delle sedute del Consiglio comunale (in questo caso, anche più dello stesso sindaco!). Tengo a precisare, comunque, che, se effettivamente c’è stato un periodo in cui sono stato poco presente alle riunioni di Giunta, è perché in poche settimane ho concentrato il mio impegno sui lavori di ripristino della strada di contrada Sant’Antonio, sui lavori di ultimazione ed inaugurazione del campo sportivo, sulla preparazione della seconda edizione del “Cletolandpark”, cose che sono sotto gli occhi di tutti. Inoltre, credo che la popolazione concordi sul fatto che l’operato di un amministratore non si giudichi solo dalle presenze in giunta, ma soprattutto dal lavoro, dall’impegno e dalla disponibilità dimostrata quotidianamente per risolvere, sul territorio, i problemi posti dai cittadini.

   Per la collettività e per il comune ho lavorato di giorno e – è vero! – anche di notte! E senza fare distinzioni fra elettori del gruppo “Stella del Sud” ed elettori di altri gruppi. Un impegno che forse è stato riconosciuto dalle ultime cinque tornate elettorali, nelle quali il PD, partito di cui sono stato, a Cleto, prima Coordinatore giovanile, e poi Segretario, è sempre risultato il più votato nel nostro comune. Credo di non essere immodesto nel dire che, oltre a effetti di carattere nazionale, tale successo sia dovuto anche al mio impegno sul territorio e se ho svolto la funzione di vice-sindaco, ciò non è avvenuto “impunemente”: è stato lo stesso Longo che mi ha conferito tale carica, in base agli accordi pre-elettorali, che forse a volte l’ex sindaco tende a dimenticare, secondo i quali il numero di voti avrebbe determinato la carica. E, infatti, gli 87 voti di preferenza ottenuti alle elezioni comunali del 2011, 3 in meno rispetto al record storico (Avv. Giuseppe Filice, 90 voti nelle elezioni del 2004), corrispondenti a quasi il 23% dei voti ottenuti dell’intera lista “Stella del Sud”, mi hanno permesso di rivestire tale carica e consentire anche la seduta a sindaco comoda dello stesso Longo. Inoltre, in questi anni ho riscontrato la vicinanza di una larga fascia della popolazione, ricevendo anche, all’interno del partito, ruoli di un certo rilievo a livello provinciale e nazionale (ruoli che tuttora ricopro).

   Strano che questo, che poteva essere un valore aggiunto per l’amministrazione, sia diventato invece per il sindaco un problema, soprattutto dopo le elezioni regionali del 23 novembre scorso! Anzi, spesso mi giungevano notizie secondo cui, durante la campagna elettorale, in cui il sindaco sosteneva Forza Italia, la sua principale preoccupazione era quella di screditarmi pesantemente, e dopo il risultato delle elezioni, pochi giorni dopo la vittoria del 23 (guarda caso!), riuniva i consiglieri di maggioranza per ufficializzare la revoca della mia delega di vicesindaco, con la motivazione – pare – che era troppo “pericolosa” la mia vicinanza al Presidente della Regione appena eletto, Mario Oliverio, revoca a cui non si giunse per l’opposizione di alcuni consiglieri, tra cui l’assessore Giuseppe Briglio, lo stesso scenario che si sarebbe ritorto poi contro quest’ultimo due settimane fa.

   Mi rendo conto che Longo ha la necessità di portare avanti la questione della parcella, perché in questo modo può cercare di deviare l’opinione pubblica riguardo ai veri problemi che si sono avuti, soprattutto nel corso dell’ultimo anno di amministrazione, in cui io ho sempre messo in evidenza ciò su cui non ero d’accordo, sempre in maniera responsabile, come pubblicamente accaduto nelle ultime sedute di consiglio comunale: se allora, come in molte altre occasioni, ho poi votato assieme alla maggioranza, l’ho fatto per fedeltà ad un progetto in cui credevo, ma che man mano che si avvicinava il periodo elettorale, era sempre più sotterrato da ben altri interessi!

   Perché nei suoi comunicati l’ex sindaco ha voluto accanirsi solo contro di me, arrivando a forme di denigrazione personale, nascondendo le motivazioni politiche dietro (presunte!) motivazioni che non rispecchiano la realtà e che i lettori attenti non faticano a riconoscere?

   Per quanto riguarda il servizio della raccolta differenziata, è vero che ho votato la proroga, ma per sole due volte su un totale di otto mesi (gli altri su ordinanza del sindaco), dando come data ultima per la preparazione del bando il 28 febbraio: che non fossi d’accordo sul modo in cui si stava procedendo, è dimostrato dal fatto che quando il 31 dicembre si è discusso pubblicamente dell’argomento in consiglio comunale (terzo punto all’ordine del giorno) mi sono alzato e ho abbandonato l’aula. Chiarisco che se in giunta non avessi votato la proroga si sarebbe tornati alla raccolta con i cassonetti, vanificando lo sforzo dei cittadini che per cinque soli mesi di raccolta differenziata, hanno visto aumentare la tariffa di oltre il 25%. Perché l’ex sindaco non ha detto, tra l’altro, che è stato proprio questo modo di procedere, per “somma urgenza” (oltre otto mesi di urgenza!), ad aver prodotto tale pesante aumento?Nel suo comunicato, poi, l’ex sindaco dice che il bando avrebbe dovuto prepararlo il responsabile del procedimento, ma ha forse dimenticato che il responsabile era lui e che tale si era autonominato? Se ha tolto la responsabilità dell’ufficio tecnico all’Ing. Roseto, non è perché - come da lui affermato – l’ingegnere tardava ad avviare il bando della differenziata, ma perché il sindaco voleva avere libertà di manovra su questo e su ben altro! Perché non spiega invece alla gente che con un bando di gara per la differenziata, il costo per il comune, e quindi la tariffa annua, avrebbero un drastico abbassamento? Perché non dice che lui e altri consiglieri sono stati interrogati in procura per la gestione della raccolta differenziata? Sottolineiamo che già questi primi quattro mesi del 2015 provocheranno un ulteriore aumento nella tariffa del 2015 (basta guardare gli atti).

   Vogliamo dimenticare il concorso? Perché, nonostante la spesa di 6000 euro per il pagamento della commissione esaminatrice, il concorso pubblico per custode cimiteriale è risultato senza vincitore? Perché si è dovuto necessariamente cambiare i criteri per il bando di selezione per il suddetto concorso? Perché lo svolgimento del concorso ha avuto tanti rinvii? Perché uno dei candidati, giudicato non idoneo, ha pubblicamente minacciato di fare ricorso?

   E’ comunque con il Servizio Civile che si è toccato il fondo! Pretendere di nascondere un fatto evidente a tutti è proprio da sfacciati! Se Longo, nel suo secondo comunicato, ha voluto sottintendere qualcosa di strano, sottolineando l’appartenenza di alcuni volontari ammessi al gruppo dei Giovani Democratici (il che oltretutto non credo sia titolo che né debba favorire né sfavorire l’ammissione), ci vuole davvero una bella faccia tosta! Come sanno anche le pietre, 1) Il presidente della commissione esaminatrice era lui, e non certamente io! 2) I suddetti Giovani Democratici – comunque due e non tre, come da lui affermato- proprio agli inizi del 2014, guarda caso, hanno abbandonato il gruppo GD e tuttora stentano addirittura a salutarmi! 3) Proprio i due suddetti Giovani Democratici sono parenti del sindaco–presidente di commissione! Perché l’ex sindaco, invece, non dice che ci sono stati due esposti in procura da parte di candidati giudicati non idonei dalla commissione?

   Perché imporre agli uffici di accedere ad un nuovo pesante mutuo di 400000 euro, che avrebbe sicuramente portato nuovamente il Comune al dissesto? A differenza di quanto dice Longo, l’impegno economico per il comune sarebbe stato questo, 400000 euro! E un po’ anche lui si tradisce, ancora una volta, quando parla di “co”finanziamento. Da precisare che non si mette in dubbio l’utilità delle strade di cui Longo parla, così come nessuno nega l’utilità del famoso svincolo autostradale, che i Cletesi meno giovani malinconicamente ricordano: quella che va criticata è solo una politica fatta di promesse elettorali irrealizzabili, o realizzabili solo portando il comune al dissesto finanziario. Non metto, e non ho mai messo in dubbio, che Longo stimi il neopresidente della Regione, On. Mario Oliverio: magari ho potuto dire – ma pure questo è risaputo anche dalle pietre, anche le ultime arrivate!- che nella campagna elettorale per le Regionali Longo ha sostenuto in modo acceso Forza Italia, opponendosi dunque al centrosinistra capeggiato da Mario Oliverio, e che nell’occasione non ha mancato di cercare di sminuire l’On. Carlo Guccione, candidato sostenuto dal sottoscritto.

   Tutti elementi di scarsa trasparenza e incoerenza politica, elementi che nell’ultimo anno sono andati sempre crescendo, cosa messa in risalto e criticata da me e altri in seno al gruppo di maggioranza, e che ha causato anche discussioni di piazza, interrogazioni da parte dell’opposizione consiliare, continue richieste di atti da parte dei carabinieri e della procura di Paola, arrecando così un grave danno all’immagine di Cleto e allontanando la mia posizione rispetto a Longo. L’unica pretesa che ho ripetutamente avanzato negli ultimi tempi è quella di cercare di risollevare l’immagine dell’amministrazione e del comune di Cleto, promuovendo un percorso di imparzialità da qui a fine mandato, a cominciare dalla commissione per il servizio civile 2015 e dall’indizione immediata del bando per la raccolta differenziata, poiché il modo di procedere attuale, oltre a essere di per sé scorretto, avrebbe potuto portare all’intervento degli organi giudiziari. Invece di venire incontro a questa richiesta mia e di altri consiglieri (tra cui Giuseppe Briglio) – ed è questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso! -, il sindaco, per tutta risposta, revocava la delega di Assessore allo stesso Briglio, conferendola al fedelissimo Antonio Bruni. In questo modo si riprendeva la maggioranza in Giunta e, contemporaneamente, dopo aver tolto la responsabilità dell’ufficio tecnico all’ingegnere Roseto, proponeva se stesso alla guida di tale ufficio, in attesa di una nuova nomina esterna. Questo avrebbe significato che ormai ogni potere amministrativo e gestionale, tra cui commissione servizio civile 2015, bando differenziata, procedure di gare d’appalto, ecc… sarebbe stato nelle mani del sindaco e dei suoi ormai pochi fedelissimi, un vero e proprio capolavoro antidemocratico! Questa è l’immagine di un uomo solo al comando! Se questa è la sovranità popolare di cui parla Longo, lascio riflettere ai cletesi!

In questi anni ho amministrato la cosa pubblica con lealtà e senso di obiettività politica: non fermare tutto ciò avrebbe significato “abbassare la testa” e fortificare una politica clientelare che avrebbe riportato in ginocchio, ancora una volta, un’intera comunità. E le mie dimissioni, assieme a quelle degli altri cinque consiglieri, lo hanno impedito. Se la verità ora è noia…                                                                                                            #PeppiStaiSereno!

Pubblicato in Basso Tirreno

Cleto, la città delle amazzoni , sembra una di quelle micro realtà locali della Calabria nelle quali le reazioni si susseguono alle azioni, ma in forme e modi duri ed accelerati.

Siamo andati a tentare di capire il perché metà dei consiglieri di maggioranza hanno sfiduciato il sindaco Giuseppe Longo.

Intanto abbiamo scoperto che il sito del comune non è aggiornato nemmeno sui nomi dei consiglieri visto che ancora riporta:

-          La presenza della consigliera Pagliaro Veronica da tempo sostituita da Briglio Maria Nigro;

-          La presenza di Danubio Raffaele da tempo sostituito da Piero Guzzo che, in uno a Giuseppe Filice e Giuseppe Furano costituisce la minoranza;

-          La presenza quale assessore di Briglio Giuseppe al quale invece il sindaco ha revocato la delega affidata poi a Bruni Antonio.

In sostanza a firmare per l’allontanamento del sindaco oltre la minoranza anche Armando Bossio, ex vicesindaco, Briglio Giuseppe e Briglio Maria Nigro, mentre sono rimasti fedeli al sindaco Candido Giuseppe, Giannuzzi Francesco e Bruni Antonio: troppo pochi per poter restare in carica

La fronda , però, non sarebbe nata all’improvviso. Affatto!

Ci sarebbero varie ragioni alla base di questa evoluzione. In primis la commissione per la valutazione dei giovani che potranno prestare servizio civile nel comune di Cleto: ben 14 ragazzi; non pochi per una realtà come Cleto.

Sembra che il sindaco, come già avvenuto in passato, avrebbe voluto essere nella competente commissione mentre due assessori Briglio Giuseppe e Armando Bossio avrebbero voluto una commissione indipendente ed imparziale della quale non avrebbero potuto e dovuto far parte i politici e per questo non abbiano votato la proposta del sindaco, il quale, per tutta risposta, ha sfiduciato l’assessore Giuseppe Briglio ma senza riuscire a fare in tempo ad approvare la costituzione delle commissione.

Poi ci sarebbero le reazioni alla reiterazione dell’affidamento d’urgenza e senza gara del servizio di raccolta Porta a porta da agosto 2014. Quanto alla accennata parcella essa sarebbe relativa agli amministratori del 2002 , peraltro già ripetutamente assolti per non aver commesso il fatto contestato ed essendone stata rifiutata la liquidazione sicuramente dovuta, anche alla luce del noto parere della Corte dei Conti della regione Veneto, è in corso procedimento giudiziario.

Voci, infine ,parlano di una riconquistata serenità nel personale di cui almeno uno sembra fosse già pronto ad iniziare un processo per mobbing.

Pubblicato in Basso Tirreno

Cleto, l’antica Petramala, è un paesino del cosentino di poco più di 1300 abitanti posto sulle colline che fronteggiano le isole Eolie tra l’Oliva ed il Savuto.

L’ultima giunta è stata eletta a seguito delle consultazioni elettorali del 15-16 maggio 2011 e sarebbe dovuta durare fino al 2016

Nulla faceva presagire quanto occorso proprio oggi primo aprile. Davvero un bello scherzo quello poto in essere da sei consiglieri, tre di maggioranza e tre di minoranza che hanno sfiduciato il sindaco dimettendosi contemporaneamente e presentando le dimissioni al protocollo dell’ente.

Cleto ha un Consiglio Comunale, composto dal Sindaco  e da 9 consiglieri, per cui 6 dimissionari rappresentano la maggioranza del consesso e quindi tali dimissioni importano lo scioglimento dell’amministrazione

Il Consiglio Comunale, ora venuto meno, era composto dal sindaco Giuseppe Longo, dal vicesindaco Bossio Armando, con deleghe: Affari generali - Organizzazione personale - Sport - Protezione civile - Politiche Giovanili - Impiantistica sportiva – Viabilità, e dagli assessori Briglio Giuseppe , con deleghe al Bilancio e patrimonio - Trasporti - Programmazione e gestione territoriale - Attività economiche e produttive, e Giannuzzi Francesco, con deleghe all’ Agricoltura foreste e forestazione - Risorse idriche e ciclo integrato delle acque, dai consiglieri di maggioranza Pagliaro Veronica, con delega in materia di Tutela della salute  e politiche sanitarie - Pubblica istruzione e politiche culturali e che rivestiva la carica di presidente del consiglio, Candido Giuseppe , con  delega in materia di Politiche sociali-mercato del lavoro edilizia e politica della casa-strutture ed infrastrutture, Bruni Antonio, con delega in materia di Turismo-Spettacoli-Beni culturali-Politiche dell'ambiente e sua tutela (smaltimento rifiuti)

In uno costituivano il consiglio comunale anche i consiglieri di minoranza Furano Giuseppe, già sindaco, Filice Giuseppe, anche lui già sindaco , e Danubio Raffaele.

Sembra che alla base delle dimissioni ci sia , tra l’altro, la mancata volontà del sindaco Longo di aderire al pagamento di una parcella da 70 mila euro ad un noto legale cosentino e relativa ad un procedimento che ebbe ad interessare alcuni amministratori tra cui il vicesindaco.

Pubblicato in Basso Tirreno

Storia e storie di persone e di paesi che si affacciano sulla costa tirrenica calabrese e che hanno fatto del fiume Savuto (1 a )un luogo d'incontro e di socialità.

Dal mito delle Amazzoni alle vicende di Temesa e Terina, con una città antica chiamata Cleta, attaccata e distrutta da Crotone, la colonia della Magna Grecia risorta dopo l'arrivo di Pitagora.

Dalla presenza dei monaci basiliani alla costruzione dei castelli medievali, dagli attacchi dei guerrieri saraceni alle torri di guardia lungo le coste.

E poi il dominio feudale dei d'Aquino, le riforme del decennio francese, il regno dei Borbone e l'Unità d'Italia.

Una ricostruzione di vicende millenarie che arriva fino ai nostri giorni e che ci aiuta a conoscere gli aspetti storici, letterari, antropologici ed economici di Cleto, Savuto e San Mango d'Aquino.

Armando Orlando

Nato nel 1948 a San Mango d'Aquino (Catanzaro), primo di cinque figli, ha conseguito il diploma di Ragioniere presso l'Istituto Tecnico di Nicastro (ora Lamezia Terme) e dopo gli obblighi militari è emigrato.

Metalmeccanico a Milano e Roma, è tornato in Calabria nel 1983 per lavorare presso un istituto di credito.

E' stato dirigente della Federazione Italiana Metalmeccanici della CISL di Roma e provincia e della Federazione Unitaria della Capitale, ed in Calabria ha ricoperto incarichi di responsabilità politica a livello regionale.

Socio fondatore dell'associazione culturale "Valle del Savuto", che ha sede a Cosenza e che gestisce l'Istituto Artistico Musicale "Diesis", ha iniziato l'attività letteraria nel 1971 con la partecipazione alla collana di contemporanei dell'Editrice Letteraria "Arpa" di Milano.

Nel 1981 ha iniziato a scrivere la storia della Calabria dalle origini.

L'opera è pubblicata a capitoli su "Calabria Letteraria", la rivista di cultura e arte fondata nel 1952 a Longobardi da Emilio Frangella e stampata oggi dalle Industrie Grafiche ed Editoriali Rubbettino di Soveria Mannelli. Partito dalla preistoria, il lavoro conta attualmente 35 capitoli e nei numeri della rivista del 2003 affronta le vicende del Settecento, con il passaggio della Calabria dal dominio spagnolo a quello borbonico, per proseguire poi fino ai giorni nostri, attraverso il decennio francese, il ritorno dei Borbone, l'unità d'Italia, il Fascismo ed il tempo recente.

Ha pubblicato articoli e commenti sul quotidiano "Gazzetta del Sud", sui periodici "La Calabria" di Cosenza, "il piccolissimo" di Catanzaro e "Diesis" di Cosenza, e sulle riviste "Obiettivo Calabria" del Sistema Camerale Calabrese e "l'altra Calabria", organo ufficiale dell'associazione "Calabresi nel Mondo" di Montreal (Canada)

1a) Del Savuto Armando orlando scrive nel suo “Cleto Savuto e San Mango:un viaggio della memoria tra stria e leggenda” che :

“Il Savuto è luogo dove termina il mito e nasce la storia.

Con la città di Temesa avvolta nel mistero, citata da Omero nell’Odissea e sparita nel nulla nelle

vicinanze della foce del fiume o, più a nord e verso l’occidente, sulle alture di Serra d’Aiello; e con il Pian della Tirena, nel territorio di Nocera, che custodisce gelosamente nel suo grembo i resti di una città antica, certamente greca, forse fenicia, lambita in tre lati dalle acque di due fiumi e dal mare, tanto da sembrare un’isola.

Il Savuto – «fiume grosso e navigabile, noto per la gran copia dell’acque», scrive padre Fiore nel

1691 – è via di comunicazione, ed i due versanti si uniscono nel territorio di Scigliano grazie ad un

ponte a campata unica, in pietra, attraversato da Annibale nel 202 avanti Cristo.

Il fiume è importante strada di accesso.

Specialmente verso le zone interne, dove gli insediamenti che sorgevano a mezzacosta e sui pianori sono occupati in epoche successive da vari popoli, fino agli Italici, che parlavano la lingua osca e che seppero dare vita ad una propria cultura locale. Attraverso la sua valle i Neolitici penetrano nelle zone collinari e montane e si insediano nelle terre di Nocera, San Mango, Savuto, Cleto, Martirano e Conflenti, mentre il territorio di Falerna, più prossimo al mare, partecipa allo sviluppo della Piana di Sant’Eufemia, ricca di strutture abitative.

J. De La Genière ci informa che i sentieri lungo il Savuto collegavano la costa tirrenica con la valle

del Crati e con la zona di Sibari, e risalendo il fiume si poteva giungere pure alla valle del Neto e a

Crotone. Ed il Piano di Tirena, posto allo sbocco del Savuto e del fiume Grande, era un punto

d’incrocio delle strade terrestri e marittime.

Lungo la sua valle scorre per lunghi tratti l’antica strada consolare romana Popillia-Annia, la quale, nelle vicinanze della foce, da via interna diventa litoranea e attraversa gli attuali territori di Falerna e Gizzeria fino a Capo Suvero, passando per sant’Eufemia Vecchia e continuando fino all’Angitola: una strada che, dopo secoli di abbandono, è resa efficiente dai Normanni per motivi militari e viene poi ripresa nel 1774 dal re Ferdinando di Borbone.

Ed è proprio attraverso la valle del Savuto e poi quella del Crati che il generale francese Reynier

ripara, con i suoi soldati, nella piana di Sibari, dopo la sconfitta inflitta alle truppe napoleoniche

dagli Inglesi nella battaglia di Maida del 4 luglio 1806.

Il Savuto è via di conquista.

Sulla sponda destra del fiume, nella località chiamata ancora oggi “Passu du Piru”, i soldati

mamertini fedeli ai Romani affrontano e sconfiggono Pirro, re dell’Epiro, sbarcato in Italia nel 281

a. C. per portare aiuto alle colonia greche; ed in quel luogo nel 1690 il principe Tommaso d’Aquino fece porre una lapide nella quale, in latino, veniva ricordata la battaglia, “affinché non si perdesse il ricordo di quell’evento”

Sulle sue sponde e lungo la strada consolare romana sorge la stazione “Sabbatum flumen”, ed anche per questo Martirano diventa, durante il X secolo, il punto di passaggio delle grandi invasioni saraceniche, nella Calabria interna.109 Lungo i suoi sentieri transitano i cavalieri normanni che muovono alla conquista del Regno del Sud, e sotto Federico II schiere di Saraceni, risalendo la valle, si spingono verso l’interno e attaccano la popolazione.

A presidio della valle, per rendere le vie inaccessibili ai soldati aragonesi che dalla Sicilia possono

portarsi sulle coste della Calabria e mettere in pericolo la dinastia angioina, Carlo conte d’Angiò,

nuovo re di Napoli dopo la morte di Corradino di Svevia, fa costruire sulla riva destra del fiume un forte castello, il Castrum Sabatii, i cui ruderi sono visibili ancora oggi e dominano l’abitato di

Savuto.

Pubblicato in Lamezia Terme

Riceviamo e pubblichiamo un nuovo contributo di Peppe Furano

Chi ha studiato un po' di fisica sicuramente avrà sentito raccontare l’aneddoto della mela di Newton. Questo aneddoto racconta che il grande genio inglese del Seicento Sir Isaac Newton mentre sonnecchia sotto un albero di mele viene svegliato dall’improvviso colpo di un frutto maturo che cade sulla sua testa,appunto una mela. Lo scienziato s’interroga su quale sia la forza che abbia fatto cadere la mela, collega la caduta della mela alla luna e capisce perché questa pur “cadendo” continuamente verso la terra non raggiunge mai il suolo e combinando osservazione e inferenza arriva a formulare la sua famosa legge di attrazione universale che riesce a descrivere tutti i movimenti degli oggetti del sistema solare e anche oltre.

La mela è parte piccolissima di un universo molto grande ma il suo semplice e banale moto di caduta è regolato dalle stesse leggi che regolano i moti di tutti gli oggetti grandi e grandissimi del nostro immenso universo mondo.

Da più di 40 anni vivo, e sono politicamente impegnato, a Cleto, che è un piccolissimo e periferico paese della regione più periferica dell’Italia,la Calabria.

Sono stato molto colpito da una serie di episodi e circostanze che si sono verificate in questa campagna elettorale per le elezioni regionali.

Ma la cosa che più mi ha colpito è stata il rimescolamento degli schieramenti di destra e sinistra!

Leader locali storicamente di centro destra diventati promotori di candidati della lista Oliverio Presidente, e viceversa, leader storici di centro sinistra diventati promotori di candidati della lista Ferro Presidente.

Questo mescolarsi e scambiarsi tra elettori di destra e sinistra a Cleto potrebbe essere classificata come una banale storia di clientele paesane che niente hanno a che fare con quelle che sono le differenze ideologiche,culturali,intese come portatrici di differenti progetti di società, tra destra e sinistra. Differenze che a livello regionale e nazionale, al contrario, restano e hanno ancora un senso e un significato e come tali sono avvertite nel vissuto delle persone.

Io ritengo che questo inter-scambiarsi delle appartenenze tra elettorato di destra e sinistra in una piccolissima realtà sociale come Cleto non sia una eccezionalità a sé stante, ma abbia un significato generale. Quello che succede a Cleto è l’evidenza che oramai da Milano,a Roma fino a Cleto nel vissuto della gente la differenza tra destra e sinistra si sta annullando.

Questo risultato è il primo traguardo di un lungo viaggio iniziato dalla sinistra fin dagli inizi degli anni novanta e io temo che non sia ancora l’arrivo. La sinistra, sia al governo che all’opposizione,al centro e alla periferia, proprio fin dagli inizi degli anni novanta ha iniziato il lento ma inesorabile distacco dalle sue basi ideologiche e culturali e distacco dopo distacco si è spianata l’autostrada a 8 corsie a Renzi e alla sua politica. Renzi ha messo tutti gli oppositori KO che si muovono,si agitano come pugili stonati pronti a ricevere altri colpi in attesa del KO definitivo!

Per capire in modo semplice quello che voglio dire è utile fare un rapidissimo riassunto degli ultimi 70-80 anni del confronto destra-sinistra in Italia.

Dal 1948 al 1992, con tutte le contraddizioni e tutte le critiche che con il senno di poi possono anche giustamente essere poste, è stato sempre chiaro nella coscienza e nel vissuto degli elettori cosa volesse dire essere di destra o di sinistra o per semplificare essere DC o PCI.

Da Milano a Cleto il vissuto del militante del PCI e del militante DC,e anche del dirigente DC e PCI, aveva una sua caratteristica e distinzione.

Era molto netta e distinta la posizione in ordine ai diritti civili (ad es. divorzio e aborto),distinta e distante rispetto alla laicità dello Stato. Distinta e distante in ordine alla partecipazione democratica, (penso alla lotta nelle scuole e nelle università per i decreti delegati e la partecipazione degli studenti alla vita e alle scelte della scuola e dell’università). Distinta e distante la posizione nei confronti dei diritti dei lavoratori.Lo statuto dei lavoratori negli anni settanta è stata una conquista del sindacato e della sinistra.

Distante e conflittuale sul metodo della clientela sulla quale la DC e gli altri partiti alleati hanno fondato per più di 30 anni il principale motore di consenso.

Nelle lotte contadine il PCI è stato sempre dalla parte dei contadini,nelle lotte nelle fabbriche il PCI è stato sempre accanto al sindacato e agli operai.

Nel confronto scontro tra capitale e lavoro il posto del PCI era sempre dalla parte del lavoro.

Il PCI era vissuto dal militante come il partito che perseguiva un progetto di società solidale dove le diseguaglianze dovevano e potevano essere accettabili ma nessuno doveva essere lasciato nell’indigenza.

Dal 1992 è cominciata la confusione.

In riferimento ai diritti civili nel 2004 viene varata dal governo Berlusconi la legge 40 (procreazione mediamente assistita). Una legge che risente fortemente del potere della chiesa e che non risponde alle esigenze delle coppie con difficoltà di concepire. Nel 2008 vince il centro sinistra, ma la legge 40 resta lì con le sue contraddizioni e deve intervenire la corte costituzionale nel 2009 per abolire alcuni tra gli articoli più assurdi.

Nel 2012 la Corte europea dei diritti umani ha bocciato la legge sull’impossibilità per una coppia fertile, ma portatrice di una malattia genetica, di accedere alla diagnosi reimpianto degli embrioni. Il Governo Monti (sostenuto da PD e PDL!) ha chiesto il 28 novembre 2012 il riesame della sentenza presso la Grande Chambre. L'11 febbraio 2013 il ricorso del governo è stato bocciato dalla corte!

In termini di diritti dei lavoratori oggi Renzi è con Berlusconi e contro i sindacati. Il suo jobs act piace a Squinzi e agli industriali e non piace ai sindacati e ai lavoratori. I sindacati scendono in piazza e Renzi e renziani in contrapposizione si riuniscono con il mondo imprenditoriale e della finanza alla Leopolda. In termini di partecipazione democratica l’Italicum voluto da R&B non è diverso dal porcellum voluto da Berlusconi.

Dal 2007 di fronte alla crisi Pd e PDL recitano la stessa litania crescita-crescita e insieme difendono liberalizzazioni selvagge e la globalizzazione che un economista non ortodosso ha definito “libere volpi in libero pollaio” dove non è difficile capire chi sono i polli e chi le volpi.

Scomparsa nel PD la pur minima elaborazione ideologico-culturale critica nei confronti di questo sistema capitalistico-finanziario che sta letteralmente affamando eserciti di lavoratori e lascia la generazione dei 20-40-enni nella più assoluta precarietà.

Scomparso nel PD Renziano ogni riferimento a un orizzonte di eguaglianza e di diseguaglianza accettabile, anzi se un comico (Grillo) mette in campo proposte come il reddito di cittadinanza o un tetto alle pensioni (ci sono tantissimi che percepiscono pensioni di 30-40 mila euro e più al mese senza avere versato i contributi!) ci si allea con B. per cercare di annientare questo sobillatore di popolo!

E allora quanto accaduto nella piccola periferia Cleto,come la mela di Newton, ha in sé tutto, per farci comprendere quello che è diventato l’universo politico italiano nell’era R&B.

Peppe Furano

Pubblicato in Italia

Stella Maria lavorava in uno degli alberghi amanteani.

Stamattina 17 aprile intorno alla 0.30 ha lasciato il lavoro per far ritorno a casa.

Ma a casa non è mai arrivata.

I familiari, padre e due figli preoccupati la hanno attesa inutilmente.

E stamattina allora l’allarme

Un salto in albergo , la conferma delle riprese delle telecamere di controllo

Un giro nei pressi

Il rinvenimento dell’auto nella zona a mare del fiume Oliva, nei pressi dell’ingresso di un altro albergo.

L’auto era aperta e dentro sono stati trovati il giubbino, il portafoglio i documenti.

Un dubbio allora invade tutti i presenti.

I familiari, le forze dell’ordine, gli addetti della protezione civile di Amantea e di Cleto, il paese di origine della signora Maria.

Tra i primi ad intervenire i Carabinieri della locale caserma e quelli della capitaneria di Paola.

Insieme con loro gli agenti della guardia costiera.

Ed ancora gli uomini della protezione civile di Amantea

Viene percorsa la spiaggia fino al Porto e fino Coreca

Viene anche esaminato il letto del fiume verso l’interno

Vengono effettuati controlli nelle abitazioni a mare del rilevato ferroviario

Nessun risultato utile

Diventa così forte il dubbio è che la signora possa essere annegata.

Per questo viene fatto giungere un pattugliatore che comincia a viaggiare avanti ed indietro alla ricerca del corpo.

Ricerche infruttuose

In attesa dell’arrivo dei cani di ricerca giunge anche un elicottero dell’esercito che dopo essere atterrato sulla spiaggia ed assunte le informazioni del caso inizia a controllare a pettine anche le zone interne

Nessun risultato fino ad ora.

Vi faremo sapere

Pubblicato in Basso Tirreno
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