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Parliamo, ovviamente, di Carlo Samà amministratore delegato dell’Appennino paolano durante la gestione successiva a quella di Franco La Rupa.

 

Ne avevamo dato notizia sul nostro sito il 5 luglio 2013 quando la Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro dispose la confisca dei beni mobili ed immobili a lui riconducibili.

All’imprenditore amanteano, attivo nel settore della raccolta dei rifiuti, condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso nell'ambito dell'operazione "Nepetia" vennero confiscati:

  • compendio aziendale della "Sama' Carlo srl", con sede in Amantea (CS);
  • compendio aziendale della "Servizi Ambientali srl", con sede in Amantea (CS);
  • Quote sociali e compendio aziendale della "Amagestioni srl", con sede in Amantea (CS);
  • Quote sociali e compendio aziendale della "Amambiente srl", con sede in Amantea (CS);
  • Quote sociali e compendio aziendale della "Tirreno Servizi srl", con sede in Amantea (CS);
  • Quote sociali della "Ecosud srl" con sede in Fuscaldo (CS);
  • nonche' decine di beni immobili (tra i quali spicca una quota di palazzo baronale amanteano del 1700), mobili registrati, mezzi industriali e svariati rapporti finanziari. (Roma, 5 lug 2013 AGI).

 

Allora i particolari delle indagini furono illustrati dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dal capo sezione della Dia del capoluogo calabrese, Antonino Cannarella, e dal suo vice, Ten.Col. Michele Conte.

''Il tribunale di Cosenza - disse Lombardo - a tempo di record, con decreto camerale, ha emesso il provvedimento di sequestro.

Quello di Sama' e' un modello di imprenditoria del quale la Calabria non ha bisogno.

E' emerso, infatti, un circuito perverso tra criminalita' ed economia mentre la Calabria ha bisogno di ben altro''. Durante le indagini e' emerso anche che Carlo Sama', nel 2007, ha ottenuto un prestito di 900 mila euro da un istituto di credito attraverso il quale effettuava ''attivita' speculative - hanno reso noto gli investigatori - attraverso l'acquisto di titoli o di quote societarie''.

Cannarella ha evidenziato che ''ancora una volta emerge che la 'ndrangheta punta al lucro e quindi e' la ricchezza che bisogna colpire.

La Procura distrettuale di Catanzaro sta dando ormai da tempo un grosso impulso alle indagini sui patrimoni illeciti ed il Procuratore Lombardo e' impegnato in maniera incisiva su questo fronte''.

Il Ten.Col. Conte ha ricordato come ''durante le indagini siamo rimasti colpiti dal fatto che un imprenditore, ad un certo punto della sua attivita', decide di appoggiarsi ad una cosca per incrementare i suoi profitti e per eliminare i concorrenti''. L'operazione di stamane della Dia di Catanzaro rientra nell'ambito di una apposita strategia pianificata dal direttore della Dia, Alfonso D'Alfonso, contro i patrimoni illeciti della criminalita' organizzata”.

 

Ora la Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha avviato l’esecuzione del decreto di confisca di prevenzione emesso dalla Corte d’Appello di Catanzaro giacchè il decreto stesso è divenuto definitivo per effetto del vaglio della Suprema Corte di cassazione.

Il procedimento in parola, venne avviato nel 2012 con il deposito di un’articolata proposta approntata dal procuratore distrettuale di Catanzaro, sulla base di puntuali accertamenti patrimoniali esperiti dal personale della Dia di Catanzaro, è poi confluito in un’autonoma proposta di applicazione di misura di prevenzione a firma del direttore della Direzione investigativa antimafia, Nunzio Antonio Ferla.

Ricordiamo che Carlo Samà fu coinvolto nell’operazione “Nepetia” contro le cosche del cosentino.

Pubblicato in Primo Piano
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