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Qualche riflessione

I dati del PD ad Amantea sono incredibili

Ben 2997 i voti ottenuti direttamente dal PD

La sinistra insieme (Tsipras, verdi, IV e PD) ammontano a 3376 voti su 7520

Almeno 1000 voti in più rispetto ai voti della sinistra del 2013

Grillo conferma il forte risultato del 2013.

Allora alla camera ebbe 2240 voti su 7737 voti validi. Oggi 2221 voti su 7520. Confermata la massa elettorale abbondantemente oltre i 2000 voti, superata la percentuale della camera

Un dato sorprendente almeno rispetto al secondo dato delle preferenze che sono state solo 990 a fronte delle teoriche 2200.

Questa abnorme differenza sembra orientare a capire che il partito “tira” indipendentemente( quasi) dai candidati.

La stessa situazione la si rileva in Forza Italia che prende 1042 voti di partito ma solo 325 voti di preferenza

Ben diversa la situazione per l’UDC che prende 426 preferenze su 455 voti

Ma anche Fratelli d’Italia AN raccoglie 228 preferenze su 455 voti.

Ma tornando al Movimento 5 stelle il voto sembra solidissimo. E questo potrebbe significare una sorpresa per le comunali se al voto di base si aggiungessero le preferenze dei candidati. In questo caso Amantea avrebbe un governo grillino.

Al contrario i candidati potrebbero non aggiungere “nuovi” voti, se non- come dicono i politologi locali- addirittura perdere voti.

Di fatto però i dati delle europee indicano la opportunità di valutare per le prossime elezioni il superamento della gabbia delle liste civiche muovendo decisamente verso le liste di partito

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Pubblicato in Primo Piano

Riceviamo e pubblichiamo

La direzione nazionale approva le liste per le elezioni del 25 maggio. La terza preferenza dovrà andare per forza a una donna, pena la nullità del voto. Sfuma la possibilità di inserire una rappresentante dei Gd. Pina Picierno capolista

Una giornata di riunioni e lunghe trattative. Alla fine il dado è tratto: saranno tre i candidati calabresi nella lista del Pd – votata dalla direzione nazionale – alle prossime Europee. Ai parlamentari uscenti Pino Arlacchi (eletto nel 2009 nelle liste di Italia dei valori) e Mario Pirillo (vicino a Beppe Fioroni), si aggiunge il consigliere regionale Mario Maiolo. Lettiano, ma all'ultimo congresso schierato con i renziani, Maiolo è stato espressamente indicato al duo Renzi-Guerini dall'area politica vicina al segretario regionale Ernesto Magorno. Non ci sarà nessuna presenza femminile. In compenso la lista del Pd nella circoscrizione meridionale sarà guidata da Pina Picierno, deputata casertana e responsabile Legalità del partito. È sfumata la possibilità – ventilata nelle ultime ore – di inserire una rappresentante dei Giovani democratici.
Ufficializzati i nomi, adesso viene il difficile perché per conquistare un seggio nel Parlamento di Bruxelles sarà necessario non solo fare il pieno in Calabria ma anche trovare gli accordi giusti con i candidati “forti” - vedi Emiliano, Pittella (sulla concessione della deroga si attende ancora la decisione dei garanti), Cozzolino e Picierno – delle altre regioni. Alle Europee, come è noto, è possibile esprimere fino a un massimo di tre preferenze ma con una particolare attenzione alle presenze femminili.
Proprio stamattina, infatti, è arrivato il sì definitivo dell'Aula della Camera al disegno di legge sulle elezioni europee, che contiene fra l’altro il meccanismo delle quote rosa. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 338 sì, 104 no e 29 astenuti (i deputati della Lega). Il ddl introduce le quote rosa nelle elezioni europee a partire dal 2019, con una misura transitoria per le elezioni di maggio 2014. Stabilisce che «nelle prime elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia successive alla data di entrata in vigore della presente legge nel caso di tre preferenze espresse» queste «devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l'annullamento della terza preferenza». Per le elezioni successive, dunque a partire dal 2019, si stabilisce che «all’atto della presentazione, in ciascuna lista i candidati dello stesso sesso non possono eccedere la metà, con arrotondamento all'unità. Nell’ordine di lista, i primi due candidati devono essere di sesso diverso».
Il primo parlare dopo l'ufficializzazione della candidatura è stato Arlacchi: «Spero che gli elettori calabresi valutino quello che ho fatto per il porto di Gioia Tauro, l'impegno per la valorizzazione del patrimonio archeologico della Calabria insieme al mio lavoro per rendere i fondi europei accessibili ai Comuni, bypassando la burocrazia regionale». Antonio Ricchio da il Corriere della calabria

Pubblicato in Mondo

Riceviamo e pubblichiamo

Si è svolto sabato 14 marzo a Spadola il terzo convegno di presentazione, in Calabria, della lista civica di scopo TERRA NOSTRA, con la partecipazione dei candidati calabresi alle prossime elezioni europee, Carmen Altilia, Rosella Cerra e Francesco Tassone, quest’ultimo proprio nativo di Spadola.

Ha illustrato i lavori il responsabile regionale di Unione Mediterranea Roberto Longo. Il tema del convegno è stato introdotto dalla proiezione del cortometraggio “In Attesa dell’Avvento”, dei registi calabresi Arturo Lavorato e Francesco D’Agostino, vincitore della sezione Orizzonti al Festival del Cinema di Venezia nel 2011.

La parola è quindi passata al Sindaco di Spadola, Giuseppe Barbara, il quale ha plaudito al coraggio avuto con la presentazione di una lista meridionalista come TERRA NOSTRA, in controtendenza con l’andazzo politico odierno. Ha inoltre spiegato il perché dell’aumento di popolazione di Spadola nell’ultimo decennio, tra i pochi paesi calabresi che non hanno subito uno spopolamento, definendo il suo come un popolo attivo e produttivo , che vive in un luogo bello e fornito di servizi.

La capolista Carmen Altilia ha centrato il suo intervento sulla mala-politica accomodante e funzionale ad uno stadio di colonialismo che ha nei condizionamenti mafiosi un utile sostegno. Certo anche una finta storia ha favorito il mantenimento della condizione di colonia interna, che certo l’attuale sistema elettorale non aiuta a debellare.

L’altra candidata, Rosella Cerra, ha posto il discorso sulla definizione stessa di colonia, cioè luogo dal quale attingere manodopera e risorse, dove è utile e funzionale al colonizzatore, mantenere le genti deboli in uno stato di avvelenamento e inquinamento onde scongiurare qualsiasi tentativo di ribellione. Cita quindi alcuni esempi di nuovo colonialismo, come il caso ENI che a Crotone estrae il 15% del fabbisogno nazionale di gas metano , mentre di contro la media nazionale dei malati di tumore è circa il 30% in più.

Riprendendo direttamente il titolo stesso del convegno, nel suo intervento Francesco Tassone lo ha voluto ribaltare , omettendo il punto interrogativo, asserendo quindi che “L’avvento lo possiamo determinare noi”. Si parte certo da una presa di coscienza della condizione di colonia, ma ora che abbiamo finalmente visto l’affermarsi della verità sulla storia del Meridione, bisogna portare avanti la lotta per liberarsene. Il nostro popolo è impregnato dalla grande cultura contadina, di accoglienza, in grado di dare l’esempio di come raggiungere la pace nel mondo. Qualcosa è iniziato. Perché siamo colonia? A livello di diritti siamo tutti uguali, quindi siamo tratti in inganno; noi votiamo ed eleggiamo i nostri rappresentanti che poi non tutelano gli interessi del Sud. “In attesa dell’avvento”, uno scritto di Nicola Zitara del 1968, ha dimostrato la nostra situazione di colonia interna, e non è mai stato smentito.

Le motivazioni che hanno portato al perdurare negli anni una situazione di pseudo-arretratezza, che ha avuto origine sicuramente dall’inganno dell’Unità d’Italia, sono da ricercare anche nella spoliazione delle risorse e nell’induzione alla emigrazione. Una situazione che si è poi aggravata nel dopoguerra. In un parallelismo con la situazione attuale globale, dove l’esistenza dei paesi sviluppati avviene perché esistono i luoghi sfruttati e rapinati, lo sviluppo viene quindi definito come l’altra faccia del sottosviluppo. Mentre l’analisi sulla nostra situazione attuale prevede uno stato di dominazione attuato anche nel sistema bancario italiano, riformato nel 1989 con le Fondazioni Bancarie, le quali percepiscono gli utili sui nostri versamenti: il 96% va al Nord, il 4% al Sud! Non appare quindi per nulla eccessivo se giunge ad affermare che: la battaglia nel Meridione è quindi una battaglia per l’umanità.

È seguito un interessante e partecipato dibattito dai quali è emersa la necessità di coinvolgere il mondo culturale e scolastico affinchè la storia venga rivista e riscritta e quindi conosciuta, perché la verità non sta di mezzo, ma dalla parte dei deboli. Guardare all’Europa, certo, ma rimarcando quindi la nostra identità e soggettività.

Pubblicato in Calabria
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