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gruppoVenerdì scorso si è svolto il terzo “Memorial Francesco Pagliaro”, un torneo di calcetto a quattro squadre, ideato e organizzato dagli amici per ricordare il ragazzo di Amantea venuto a mancare nella notte del 21 aprile 2018.

Il proposito degli amici è di rimarcare e divulgare la bellezza del pensiero di Francesco attraverso lo sport che tanto amava. Molti sono stati i presenti, sugli spalti e sul campo, a celebrare l’amico di sempre e vivere una serata di sport, amore, amicizia e solidarietà, quei valori che sono espressione viva delle idee del ragazzo.

Riportiamo una breve riflessione della sorella, del padre, e degli amici:

“Rivedervi qui tutti insieme è bellissimo, è come rinnovare Francesco. Tutti voi lo rappresentate con l’amore che dimostrate di nutrire per lui. Un amore che lui definiva essenziale e che racchiudeva in una frase: "l’amicizia è una cosa bella. "

E l’amicizia è, per lui, amore costante, attivo che si struttura sulla fiducia e disponibilità reciproca, l’unica in grado di generare una sincera unione tra individui.

Probabilmente, le cose materiali che sono appartenute alle persone lentamente si spengono, così com’è scomparso il loro corpo. Ma voi siete qui e, anche per questo, gli esseri umani non muoiono mai.

Il loro pensiero è eterno e quando hai un'empatia forte con loro, lo avverti costante e presente. È come vivere insieme un mondo parallelo. Il dialogo è regolare, il loro esempio ti appare più chiaro e l'energia che ne emerge la avverti persistente.

Sicuramente, è un bene riuscire a staccarsi emotivamente dagli oggetti dei nostri cari, esorcizzare quel senso di melanconia che ti assale nel rivedere le loro cose, per vivere in armonia la nuova dimensione che essi ci propongono. Una dimensione di sinergie che s’integrano nel miracolo dell’universo.”

Pubblicato in Primo Piano

pagliaro2Martedì scorso si è svolto presso il Campo di Calcetto Andrea Guido ad Amantea il secondo “Memorial Francesco Pagliaro”, un torneo di calcetto a quattro squadre, voluto dagli amici per commemorare il ragazzo di Amantea venuto a mancare nella notte del 21 aprile 2018.

Lo scopo degli amici è di rilevare e diffondere la bellezza del pensiero di Francesco attraverso lo sport che tanto amava. Numeroso è stato il pubblico sugli spalti a ricordare l’amico di sempre e vivere una serata di sport, amore, amicizia e solidarietà in un connubio di valori espressione delle idee del ragazzo.

Si legge in una nota diffusa dal padre, dalla sorella e dagli amici:

“Un pensiero, quello di Francesco, che ha preso vita e, come un’essenza vitale, si espande autonomamente.

La sua autentica libertà da qualsiasi suggestione opportunistica, il rifiuto dalla dipendenza dei beni materiali che lui riconosceva come superflui, non a parole ma con lo stile di vita che amava condurre, privo di effimeri piaceri, sono sintomi di un’umanità spiazzante, che suona poco in voga. Ma è illuminante, come lo è il suo senso di rispetto della persona e della natura.

La sua visione che tutto è collegato, che l’uomo è un’entità connessa agli altri uomini, alla natura, all’universo, ci insegna che ogni cosa genera qualcos’altro.

Era solito ripetere che siamo una costellazione di pensieri messi in relazione a formare l’umanità. Se riusciamo a migliorare la nostra morale, se siamo capaci di mantenere una coerenza nell’agire con altruismo, se eleviamo lo spirito etico in ciò che sappiamo fare col nostro lavoro, senza nessun clamore né gesti eclatanti, ma con semplici e piccole azioni quotidiane, allora possiamo contrastare il morbo della competizione. Possiamo, con l’esempio, contraddire quell’affermarsi ad ogni costo che inasprisce la mente e saremo in grado di costruire una speranza di solidarietà e amicizia.

Sono riflessioni che presuppongono un certo coraggio e una buona vitalità. E soprattutto sono pensieri che esulano dall’ego, da quell’egocentrismo che Francesco replicava continuamente come generatore di ostacoli sociali.

Francesco rifiutava il principio che una condizione sociale, un tipo di lavoro o professione potesse renderci più importante degli altri. Per lui non esistono scale sociali, non c’è un lavoro più elevato di un altro, non ha senso il concetto di competizione. Ogni mestiere dà dignità all’uomo e solo un sano confronto fra le persone, soprattutto di diverse provenienze, può creare un’armonia condivisa.

Diceva spesso: l’amicizia è una cosa bella.

Se siamo capaci di avere quell’umiltà giusta per connetterci agli altri e scambiarci attenzioni e rispetto, se sappiamo leggere e apprezzare il dolore degli altri, soprattutto di quelli più in difficoltà, allora saremo in grado d’imparare e crescere.

La sua propensione al sociale lo rendeva ansioso di partecipare in qualche modo, anche con piccoli gesti ordinari, a dare una forma più solidale del futuro.

Tutto ciò che è istituzione, lo infastidiva. Non si lasciava coinvolgere dall’enfasi comune, dai dettami che la contemporaneità impone o dalle false illusioni che una posizione sociale garantisce. Rifiutava in pieno una formazione istituzionalizzata per essere esploratore e fautore del proprio destino. Solo in mezzo alla gente pensava che si potesse apprendere ed essere precursore d’ispirazioni importanti che una formazione convenzionale non può darti.  

Il suo coraggio infinito consisteva nella capacità di mantenere un grande entusiasmo e un assoluto rispetto verso l’uomo e la splendida natura che ci circonda.  

La sua meraviglia nei confronti della natura era tale che in essa ritrovava quell’alito creativo capace di dare valore all’esistenza. Uno stupore che ci riconnette all’universo e ci rende coscienti che nell’interagire con essa noi troviamo la bellezza e la serenità.

Tutto questo è in parte la forma di pensiero che Francesco ci suggerisce giorno per giorno. Un’espressione potente che influenza il nostro percorso. Non è una lezione morta, conclusa, ma la percepiamo viva e aperta all’espansione. La sua giovane vita non si è conclusa in una notte di primavera ma, ogni momento, è un’opportunità di sviluppo delle sue idee.

La sua presenza costante ci indica che non esistono limiti, che ogni circostanza, condizione o stato di cose rappresentano grandi possibilità. C’insegna che impegnare le proprie energie nell’ampliare empatie, nel realizzare nuovi comportamenti che comprendono gli altri, ravviva la propria umanità anche nella realizzazione del proprio lavoro.”

Un messaggio positivo che insieme i ragazzi vogliono condividere, per il sorriso e l’amore che Francesco sapeva protendere in modo assolutamente disinteressato.

Durante la serata è stata fatta una raccolta fondi che sarà devoluta in beneficenza.

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Pubblicato in Primo Piano

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato::

“CIAO FENOMENO…

GIOVEDI 9 AGOSTO SI E’ TENUTO PRESSO IL CALCETTO CLUB AMANTEA IL 1° MEMORIAL FRANCESCO PAGLIARO, IN RICORDO DEL GIOVANE SCOMPARSO IL 21 APRILE SCORSO.

 

 

LA MANIFESTAZIONE SI E’ APERTA ALLE ORE 22 CON IL DISCORSO DEL SINDACO MARIO PIZZINO CHE HA RICORDATO LA GENEROSITA’ E L’ALTRUISMO CHE HANNO CONTRADDISTINTO LA VITA DI FRANCESCO.

AL TORNEO HANNO PARTECIPATO SEI SQUADRE: ZANNUTI F.C., AMANTEA PENNE, RESEARCH REVOLUTION, COSTARICA, SASSULA F.C. E LA FAMILIA. NUMEROSO IL PUBBLICO SUGLI SPALTI, SOPRATTUTTO GIOVANI INTERVENUTI PER RICORDARE IL CARO AMICO CHE AMAVA IL CALCIO COME MOMENTO DI GIOIA DA CONDIVIDERE CON GLI AMICI, PERCHE’ COME DICEVA LUI: “L’AMICIZIA E’ NA COSA BELLA”.

E’ PROPRIO NEL SEGNO DELL’AMICIZIA CHE SI SONO AFFRONTATE LE SQUADRE, OGNI INCONTRO E’ STATO DISPUTATO ALL’INSEGNA DEL DIVERTIMENTO E DEL FAIR PLAY, COME AVREBBE VOLUTO FRANCESCO CHE AVEVA TALENTO CALCISTICO MA GIOCAVA SOLO PER DILETTO.

IL TORNEO SI E’ CONCLUSO ALLE DUE DI NOTTE DOPO CHE SI SONO DISPUTATE SEI PARTITE A ELIMINAZIONE DIRETTA ,

LA SQUADRA CHE SI E’ AGGIUDICATA IL PRIMO POSTO E’ STATA QUELLA DELLA FAMILIA, MA QUESTO CONTA POCO PERCHE’ DUE ERANO GLI SCOPI DELL’EVENTO: RICORDARE UN RAGAZZO CHE SE N’E’ ANDATO TROPPO PRESTO E CHE HA LASCIATO UN VUOTO INCOLMABILE NEI CUORI DI CHI LO AMAVA E FARE UNA RACCOLTA FONDI DA DEVOLVERE IN BENEFICIENZA.

SONO STATI GLI AMICI DI UNA VITA E LA SORELLA GIULIA AD ORGANIZZARE LA MANIFESTAZIONE, UNA SERATA DA TRASCORRERE IN ALLEGRIA, CON MUSICA, STRISCIONI E CON LE DIVISE DELLE SQUADRE CON IL COGNOME DI FRANCESCO E IL SUO NUMERO PREFERITO DA UNA PARTE E L’IMMAGINE DI LUI MENTRE GIOCA DALL’ALTRA.

LA SERATA SI E’ CONCLUSA CON LA PREMIAZIONE CON UNA TARGA DELLE PRIME DUE SQUADRE CLASSIFICATE, ED ANCHE SE IL MIGLIOR MARCATORE (CON 9 GOL) E’ STATO PASQUALE BURGO, GIOVANE PROMESSA DEL CALCIO CALABRESE, IL PREMIO AL MIGLIOR GIOCATORE, CONSISTENTE IN UN QUADRO DIPINTO DAL PADRE DI FRANCESCO, E’ ANDATO A FRANCESCO CARIDI (DETTO “PACHECO”).

A CONCLUSIONE DELL’EVENTO E’ STATA LETTA UNA LETTERA DEL PADRE DEL GIOVANE PREMATURAMENTE SCOMPARSO IN CUI RICORDANDO LA BONTA’ E L’ONESTA’ DEL FIGLIO HA AUSPICATO CHE I SUOI VALORI POSSANO GUIDARE CHI LO HA CONOSCIUTO. IN UN CLIMA DI COMMOZIONE LA MANIFESTAZIONE E’ TERMINATA CON UN LANCIO DI PALLONCINI BIANCHI NEL CIELO, DA DOVE FRANCESCO E SUA MADRE VEGLIANO SU CHI ANCORA LI AMA.

CIAO FENOMENO…                                    

                                                                                           GLI AMICI DI SEMPRE

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