Nella giornata di ieri 26 aprile, a Corigliano un uomo si è tolto la vita impiccandosi ad un albero di ulivo presente nel suo terreno. Al momento non sono stati ben capiti i motivi che avrebbero spinto l’uomo a commettere questo tragico gesto. A ritrovarlo privo di vita sono stati i suoi familiari che, non vedendolo rientrare nella propria abitazione, sono andati a cercarlo. Gli inquirenti hanno iniziato a raccogliere tutti gli elementi utili del caso.
Fonte notizia pillamaro.it
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In questi casi è sempre molto difficile capire le ragioni di un gesto che è sempre inaccettabile.
Ancora più quando si tratta di un giovane poco più che quarantenne, in buona salute, senza problemi economici ed indipendente.
Sta di fatto che Franco Mazzotta gestiva un campetto di calcetto che aveva fortemente voluto utilizzando una parte del suo terreno in quel di Catocastro.
Ed è qui che si è tolto la vita impiccandosi ad un gancio posto sulla scaletta che portava agli spogliatoi ed alle docce del campetto.
Nei giorni scorsi aveva detto alla madre Anna che sarebbe partito.
Ma nessuno ha compreso che si trattava del suo ultimo viaggio.
Dicevamo difficile capire le vere ragioni
Franco aveva vissuto con la madre anziana, ma ancora dedita al lavoro, almeno fino a qualche tempo fa
Poi la signora Anna aveva scoperto il tumore, un male al quale era difficile resistere , un male che non riusciva a vincere , così come al dolore che la attanagliava.
Ed il giovane Franco si è trovato da solo ad affrontare questa dura battaglia della madre e forse non sapeva come fare.
E poi la solitudine che lo avvolgeva.
Franco non era sposato, viveva insieme alla madre.
Dramma della solitudine?
Forse.
Incapacità di affrontare tutto da solo, il lavoro ( conduceva anche un orto), la malattia della madre, la solitudine ….?
Il pensiero di dover vivere da solo il resto della sua vita?
Non è dato sapere.
Quello che sappiamo è che mentre scriviamo decine e decine di ragazzi, amici e qualche parente sono là nei pressi del campetto di calcio ad aspettare il medico legale.
Una vita che si ferma alla prassi, alla burocrazia…
Intanto la povera Anna, avvertita del luttuoso evento, è davanti al vetro del balcone che traguarda lo spettacolo della gente che inane aspetta l’evolversi del triste evento.
Sul posto, ovviamente, i Carabinieri ed una pattuglia dei vigili urbani.
Addio Franco, nessuno ti dirà che erano in molti a volerti bene.
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Primo Piano
E' stato trovato quando ormai era senza vita.
Un catanzarese di 42 anni ha deciso di farla finita all'interno della sua abitazione in via Ferdinandea.
Si è impiccato nella propria casa.
Sul posto gli inquirenti stanno cercando di capire cosa abbia spinto l'uomo all'estremo gesto.
Inutile l'intervento del 118.
Così è morto un 42enne catanzarese impiegato di una ditta che si occupa di uno dei servizi pubblici in città.
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Catanzaro
Tragedia familiare ad Amantea.
Ignote le ragioni del gesto drammatico del sig Ernesto Provenzano di anni 68, residente in via Fiumara di Amantea.
Stamattina si è impiccato.
Il gesto ha lasciati esterrefatti coloro che conoscevano il sig Ernesto per il suo carattere dolce e remissivo.
Stando alle voci circolate il povero Ernesto era un contadino vissuto dignitosamente del suo lavoro.
Ma da qualche tempo la moglie era gravemente ammalata ed il marito doveva assisterla quotidianamente in un compito non facile per una persona tra l’altro di età avanzata.
E’ probabile così che la disperazione derivante dalla solitudine nella quale era confinato e dal gravoso compito al quale doveva attendere sia stata la causa di questo terribile gesto.
Ora il difficile e gravoso compito di assistere la signora Provenzano dovrebbe restare alla giovane figlia.
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Politica