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mario aloeProsegue la riorganizzazione degli uffici comunali per rendere più funzionale l’apparato burocratico dell’ente. Nei giorni scorsi Maria Concetta Zagordo è stata assegnata definitivamente al ruolo di funzionario dell’ufficio tributi, colmando di fatto una lacuna che si era venuta a creare a seguito del pensionamento di Carmelo Zucco che ha diretto il settore negli ultimi anni. Fino ad ora è stato il segretario comunale Luisa Mercuri a dirigere l’ufficio. La nomina della Zagordo è stata salutata con soddisfazione dall’intero consiglio comunale nel corso dell’ultima seduta. Maggioranza e minoranza, infatti, riconoscono al neo funzionario le competenze e la professionalità necessarie.

Ma non è questa l’unica novità. Il sindaco Monica Sabatino, in ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 75 dello Statuto comunale, ha nominato Mario Aloe quale vice segretario dell’ente locale. Lo stesso Aloe è attualmente responsabile del settore contenzioso, personale, attività produttive e servizi sociali. «Il regolamento vigente – spiega il primo cittadino – assegna al vice la mansione di collaborazione con il segretario generale nello svolgimento delle sue funzioni organizzative o di sostituzione dello stesso in caso di assenza o impedimento. Con l’affidamento di tale incarico garantiremo la continuità amministrativa ed un grado di maggiore presenza della funzione gerarchica apicale. L’esperienza di Mario Aloe, inoltre, consentirà di creare il giusto collante tra le diverse funzioni amministrative dell’ente, coniugando al meglio presenza e conoscenza».

Comunicato comune di Amantea

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Ovviamente è una ipotesi. Una ipotesi giornalistica per quanto promanante dalla bella penna di Orofino il giornalista intuitivo ma anche informato.

E comunque la notizia sembra verosimile e sicuramente connessa a fatti che hanno inciso sulla attuale giunta e sulla precedente.

Per esempio la incredibile,  e per taluni versi incresciosa, vicenda dei vigili urbani da stabilizzare

E che (ri)esca ancora oggi dopo che il sindaco Sabatino è stata sentita per quasi due ore dalla Polizia di Paola alla presenza del Procuratore Bruno Giordano, non solo la rende praticamente vera , cioè molto più che verosimile, ma credibile nella misura in cui il sindaco attuale abbia correlato le vicende attuali con quelle precedenti.

Di quali amministratori stiamo parlando  ? E’ di tutta evidenza; di quelli che durante la giunta a guida Vadacchino hanno adottato le delibere di modifica della dotazione organica con le quali si è dato vita al procedimento per la assunzione.

Parliamo della delibera n 236  del 20 dicembre 2013 alla quale parteciparono Vadacchino , Mazzei, Cappelli e Tempo ( responsabile tecnico Aloe, segretario Sabatino) ma alla quale fu assente Gianfranco Suriano

E parliamo della delibera di giunta n 246 del 30 12 2013  con la quale venne modificato il fabbisogno triennale 2013/2016, si dispose lo scorrimento della stabilizzazione e decise l’avvio della procedura di stabilizzazione. A tale delibera parteciparono Vadacchino, Mazzei, Tempo, Suriano ma fu assente Cappelli(  responsabile tecnico Aloe, segretario Sabatino)

E non sarebbe inverosimile nemmeno che siano sentiti il dr Aloe ed il dr Sabatino.

La ipotesi emergente è che gli adempimenti della attuale giunta siano una semplice attuazione delle decisioni della giunta precedente ed allora appare ben ovvio che debbano essere sentiti anche loro, pur quali semplici informati sui fatti.

Ed allora occorre guardare in ogni dove per capire bene questa intricata vicenda.

Poi le conclusioni e le eventuali sorprese.

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Altro che refusi, ormai siamo vicini alla schizofrenia. Eccovi qualche piccolo esempio.

1)Con delibera di giunta n 12 del 23.01.2015 viene approvato l’avviso pubblico per la selezione di n 2 assistenti sociali per la costituzione del nucleo di valutazione del progetto Home care Premium 2014 (La stessa delibera, infatti, recita che la direzione centrale dell’INPS ha assegnato all’ambito del quale il comune di Amantea è il referente responsabile la somma di euro 123.750,00)

E sempre il bando dispone che la verifica dei titoli e l’esame del curriculum vitae sarà effettuata da un’apposita commissione.

Poi, incredibilmente, e per noi in modo palesemente illegittimo( ma chiediamo il soccorso-se basta- della segretaria comunale) viene stabilito che a parità di titoli verrà utilizzato il criterio cronologico di presentazione delle domande. Ma come? In questo modo “gli amici degli amici” saranno favoriti! (Aspettiamo di leggere le domande presentate nell’immediatezza del bando e capiremo meglio).

Ma come mai non si rispetta la legge di Stato ed in particolare l'art. 5 comma 4 del DPR 487/1994 che prevede e nei concorsi/selezioni pubbliche a parità di punteggio?

2) Ma non basta. Guarda caso 10 giorni dopo la giunta si “auto pente” ed adotta la delibera n 20 del 3.2.2015 con la quale integra la delibera 12 stabilendo che la selezione del personale avverrà a cura di una apposita commissione appositamente nominata dalla giunta municipale( ma prima chi lo avrebbe dovuto fare? Forse direttamente l’ufficio del personale? Forse la Giunta? ).

3) E non finisce qui! NO! La giunta cambia le carte in tavola stabilendo che la selezione non avverrà più per titoli ed esame del curriculum vitae. NO! La giunta stabilisce anche un successivo colloquio!

Ed allora una domanda che rivolgiamo, per ora, alla segretaria comunale. Ma è legittimo tutto ciò? Quando cambiano le regole non occorre annullare il bando precedente e indirne un altro? Noi riteniamo di si!

4)Ma ecco l’altra incredibile piroetta politico amministrativa. Il dr Aloe in data 20 febbraio adotta la determina n 38 con la quale nomina la commissione di selezione per i due assistenti sociali

Ma la delibera n 20, firmata dallo stesso Aloe, oltre che dalla segretaria, non stabiliva che la commissione era nominata dalla giunta?

Ed invece solo ora si scopre che quella delibera è illegittima perché l’articolo 11 del (non pubblicato) regolamento dei concorsi stabilisce la competenza del dirigente degli affari del personale. Non troviamo il regolamento ma riusciamo a trovare il suo articolo 11 nella delibera di giunta n 194 del 14.11.2014.

5)Ed ecco la commissione come nominata dal dr Aloe:

Segretario comunale Maria Luisa Mercuri presidente,

Responsabile servizi sociali Mario Aloe Componente

Istruttore direttivo Maria Concetta Componente.

Scusi dr Aloe , Maria Concetta chi? Non vi siete accorti che manca il cognome? A che cosa state pensando? Ma andiamo avanti.

6)Leggiamo l’art 11 del regolamento. Esso dice che la commissione è nominata dal responsabile dell’ufficio del personale sentita la giunta comunale ed è composta ai sensi dell’art 9 del dpr 487/94 ed anche per la sola presidenza dall’art 107 comma 3 del Dlgs 267/2000.

6a) Ma che significa “sentita la giunta?”. Nessuno ha letto ( tra l’altro) la sentenza del Consiglio di Stato del 17 aprile 2012 laddove i giudici ricordano “come la nomina dei componenti delle commissioni giudicatrici non possa seriamente essere ricompresa tra gli obiettivi di natura politica assegnati alla competenza degli organi di governo, trattandosi all'evidenza di una attività di mera gestione amministrativa riservata espressamente ai Dirigenti”, nemmeno, ed ovviamente, in termini di “sentita!” . Sulla legittimità di tale articolo aspettiamo la pronuncia della segretaria comunale, almeno per ora.

E poi dove è il verbale di giunta che conferma il fatto? E quale “parere” è stato espresso? E chi si è pronunciato?

6b) E non finisce qui! Come mai si richiama l’art 9 del DPR 487/94 per la commissione e si disattende la stessa legge per le preferenze? Ma in che repubblica siamo?

6c)Non solo, ma questa volta si richiama l’art 107 comma 3 del dlgs 267/2000 il quale stabilisce che “Sono attribuiti ai dirigenti tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo adottati dai medesimi organi, tra i quali in particolare, secondo le modalità stabilite dallo statuto o dai regolamenti dell'ente: a) la presidenza delle commissioni di gara e di concorso”

Porca miseria! Questa volta questa norma vale e viene richiamata (il caffè gratis ai primi 10 che ci diranno in quale concorso del comune di Amantea per il quale pende ricorso al TAR questa legge non è valsa!)

7)E poi l’articolo 11 dice che il presidente è scelto tra il dirigente responsabile del settore competente , il segretario dell’ente, un dirigente dell’ente appartenenti a qualifiche funzionali pari o superiori a quelle del posto messo a concorso. Ovviamente la commissione avrà un UNICO PRESIDENTE.

Infine l’art 11 dice che la commissione è composta anche da 2 esperti nelle discipline interessate dall’area funzionale del posto e scelti tra professori o dirigenti appartenenti a qualifiche funzionali pari o superiori a quelle del posto messo a concorso o altre persone che per la loro qualifica, titoli ed esperienze professionali completano le competenze della commissione nelle materie previste dal bando.

Ma allora la dizione che i componenti della commissione debbono possedere il titolo di studio di laurea riportata dalla determina n 38 è un falso, una approssimazione od una semplice aberrazione giuridica . Chiediamo ancora una volta, per ora, alla segretaria se si tratti di un refuso, di una approssimazione o di un vero e proprio errore visto che ci sembra contraria al regolamento.

Possibile che nessuno ( tranne Francesca Menichino ed anche in parte) se ne accorga? Ma nessuno legge gli atti del comune?

8) Ed ultimo, ma non per ultimo. Che significa che “ per un principio di economicità ( la scelta) non può non ricadere che su personale interno?”. Come è possibile infatti che in attuazione del regolamento si possa nominare un professore( addirittura universitario) senza nemmeno pagarlo?

9) Ma allora come si comporrà la commissione per il legale? Con personale interno che non ha nemmeno il titolo di avvocato? La signora segretaria ci illumini o rimedi!

10) e poi.......................................

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disabilità2 20141203175829Verrà presentato lunedì 26 gennaio alle ore 11, presso la sala consiliare del comune di Amantea, il progetto “Home care premium”, varato nelle scorse settimane dall’Istituto nazionale di previdenza sociale allo scopo di strutturare percorsi innovativi e sperimentali di assistenza domiciliare in favore di utenti iscritti all’Inps, gestione dipendenti pubblici, in condizione di non autosufficienza.

All’incontro, oltre al sindaco Monica Sabatino, interverranno, per conto della direzione provinciale Inps di Cosenza la dirigente regionale per le pensioni Raffaella Saracino, il vicario del direttore provinciale Pasquale Scortecci e la responsabile del credito e welfare Emilia Bruni.

«Molte volte – spiega il sindaco Monica Sabatino – coloro che si prendono cura di un familiare non autosufficiente hanno spese difficili da sostenere. Senza considerare quelli che sono gli aspetti emotivi e psicologici che inevitabilmente si legano a situazioni di questo genere. Occuparsi di un familiare disabile a domicilio è una responsabilità enorme che inevitabilmente ha serie ripercussioni sul bilancio. “Home Care Premium” può alleviare tali disagi con un contributo mensile. Per questo motivo il comune di Amantea ha deciso di aderire al progetto».

A breve uscirà l’avviso Inps per la presentazione delle domande, volte all’acquisizione del beneficio relativo all’assistenza domiciliare e sarà operativo anche uno sportello sociale presso il comune di Amantea, ente capofila del progetto. Tale sportello non solo avrà il compito di fornire tutte le informazioni in merito al piano, ma provvederà anche alle acquisizione delle domande. Per il comune di Amantea le attività saranno seguite da Mario Aloe e da Rosa Currenti

«Questa iniziativa – conclude il primo cittadino – vuole essere un atto tangibile nella formulazione di un welfare di portata nazionale che tenga però conto della realtà sociale locale. Le famiglie che vivono quotidianamente questa condizione riceveranno un concreto aiuto economico e sarà un’occasione di lavoro per tante persone che si occuperanno in prima persone dell’assistenza dei soggetti diversamente abili».

locandinaSabato 20 dicembre alle ore 18.00 presso il Teatro del Campus “Francesco Tonnara” sito in Via Vulcano ad Amantea, si terrà la 31esima edizione del Concerto di Fine Anno da parte del Concerto Bandistico “Mario Aloe” città di Amantea diretto dal Maestro Roberto Francescano.

Ospite d’onore della serata sarà il Colonnello Vincenzo Borgia, già Maestro Direttore della Banda dell’Arma dei Carabinieri, al quale l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Monica Sabatino, riconoscerà (prima dell’inizio del concerto) la cittadinanza onoraria. Il Maestro Borgia, ha iniziato da giovanissimo gli studi musicali, diplomandosi in tromba con il maestro Reginaldo Caffarelli, in strumentazione per banda con Salvatore Rubino ed in composizione con Dino Milella, Alfredo De Ninno e Armando Renzi. E’ stato insignito altresì, di numerosi riconoscimenti artistici tra cui il “Diploma di Medaglia d'Oro ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte” e, recentemente, l'Onorificenza di Commendatore, conferitagli dal Presidente della Repubblica Italiana, e la “Croce d'Argento al merito dell'Esercito”. Sotto la sua direzione la Banda dell'Arma dei Carabinieri ha toccato le maggiori città di tutto il mondo. Il programma del concerto di sabato 20 dicembre, redatto attentamente dal Maestro Roberto Francescano prevede in apertura il classico Canto Natalizio (Astro del cielo, titolo italiano di Stille Nacht), Ammerland (brano di Jacob De Haan, compositore contemporaneo olandese), La Traviata atto I (opera di Giuseppe Verdi), Ricordo (valzer lento del Maestro Mario Aloe, premiato con medaglia d'Oro al concerto nazionale di Palermo nel 1929), Dicitencello vuje (canzone napoletana scritta nel 1930 da Rodolfo Falvo ed Enzo Fusco). La seconda parte invece si apre con la marcia sinfonica Dorotea (composta dal Maestro Vincenzo Borgia, un genere musicale sviluppatosi in particolare nell'Italia centro-meridionale), La Donna è mobile (l'aria che il Duca di Mantova (tenore) intona nel terzo ed ultimo atto del Rigoletto di Giuseppe Verdi), Cavalleria Rusticana - Intermezzo (dall’opera di Pietro Mascagni), 'O surdato 'nnammurato (canzone napoletana, scritta dal poeta santegidiano Aniello Califano), Quadro per un giglio (brano composto dal Maestro Bernardino Picone), Nessun Dorma (celebre romanza per tenore della Turandot di Giacomo Puccini). Si conclude con la marcia Radetzky (con la quale la banda ogni anno saluta tradizionalmente i suoi concerti) e con il Canto degli Italiani (Mameli – Novaro). Il concerto vedrà la partecipazione del tenore Alessandro D’Acrissa e del Soprano Rosaria Buscemi. Presenta Luigi Granditetti. Ingresso Libero

Amantea. Oltre al ricorso per il concorso a Comandante dei Vigili Urbani, ancora da trattare dal TAR Calabria, dopo la prima pronuncia della sezione 2 del TAR stesso del 7 febbraio sulla domanda incidentale di sospensione, è stato presentato, anche, il ricorso per il concorso per la copertura di 6 agenti di Polizia urbana a tempo indeterminato e part-time.

Ora, il comune dovrà nominare, come ha fatto per il ricorso contro il Comandante, gli stessi qualificati legali avv. Luigi Manzi, Andrea Reggio D'Aci e Giacomo Carbone.

L’accoglimento del ricorso contro il concorso dei vigili trascinerebbe, infatti, inevitabilmente, sulla stessa via anche l’altro concorso di comandante.

Molte le ragioni del ricorso.

Un ricorso fondato su diversi elementi tra cui la “violazione del regolamento dei concorsi del comune di Amantea”, “l’eccesso di potere per carenza di motivazione”, “l’eccesso di potere per sviamento”, “la violazione di norme e principi in tema di correttezza e trasparenza egli atti della P.A.”

Il primo motivo di opposizione è la violazione dell’art 11 del regolamento comunale per i concorsi, approvato con delibera della GM n 224/2003 e smi, la violazione di norme e principi in tema di correttezza e trasparenza egli atti della P.A. e l’eccesso di potere per carenza di motivazione e per sviamento.

Sostiene la ricorrente, che l’art 11 del regolamento ( per ultimo modificato dalla GM con delibera 38/2012), prescrive che la commissione debba essere nominata dal responsabile dell’ufficio del personale , sentita la Giunta comunale.

In sostanza il responsabile dell’ufficio del personale ha proceduto alla nomina senza alcun atto di indirizzo da parte della Giunta.

Non solo, ma sempre l’art 11 prescrive che la commissione giudicatrice debba essere composta da un dirigente responsabile del settore competente dello stesso comune o, in mancanza, dal direttore generale o dal segretario del comune medesimo ed inoltre da due esperti nelle discipline interessate, scelti, uno tra professori universitari o di scuola secondaria superiore, l’altro tra i dirigenti di un P.A. appartenenti a qualifiche funzionali pari o superiori a quella dei posti messi a concorso.

Orbene, sostiene la ricorrente, manca assolutamente tra i membri nominati uno di appartenenza del comune come previsto dal regolamento ( dirigente responsabile del settore competente dello stesso comune o, in mancanza, dal direttore generale o dal segretario del comune medesimo) e manca, altresì, giustificazione della diversa nomina.

Non solo, ma continua il ricorso, manca il membro che sia professore nel settore competente.

Ed, inoltre, manca un membro che appartenga alla P.A. di qualifica funzionale eguale o superiore a quella dei posti messi a concorso.

Infine il funzionario responsabile ha omesso di spiegare anche minimamente le ragioni per le quali nella nomina non si è attenuto alle prescrizioni del regolamento.

Gravissima, per ultimo, è la affermazione contenuta nel ricorso che segnala ai giudici del TAR Calabria “ il chiaro intento di sviare dalla ratio che è sottesa alle prescrizioni del regolamento sulla nomina dei componenti, atta ad evitare qualsiasi possibilità di nomina di componenti di “comodo”.

In sostanza la illegittima composizione della commissione esaminatrice del concorso de quo rende ovviamente nulli ed illegittimi in via derivata tutte le operazioni e gli atti compiuti dalla commissione medesima, compresa la graduatoria finale dalla stessa formulata e poi approvata con la determinazione del funzionario responsabile dell’area delle risorse umane dr Mario Aloe n 291 del 1 0ttobre 2013, anche questa nulla ed illegittima in via derivata.

Ma non finiscono certamente qui le ragioni del ricorso.

….continua domani…..

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La fine di un sogno

Mario Aloe, autore de La fine di non sogno risponde sui temi e il carattere del suo romanzo edito da Mannarino.

Il suo romanzo descrive la precisa realtà storica della sua terra di origine, cosa o chi hanno ispirato tale argomento?

Il romanzo è nato nei mesi precedenti la celebrazione dei 150 anni dell'Italia unita e in un momento di forte contestazione da parte della Lega Nord dello stato unitario.

I personaggi vengono dal sud perché è necessario mettere in risalto il ruolo avuto dai meridionali nella costruzione dello stato unitario. La mia città, la Calabria il Regno delle Due Sicilie in cui si svolge l'azione del romanzo hanno rappresentato per tutto un periodo il tentativo di tanti italiani di farsi nazione.

Quanto è importante per lei documentarsi su fatti realmente accaduti?

I personaggi principali sono invenzione letteraria ma la scena e i fatti raccontati il più delle volte sono reali e nella quasi totalità verosimili. Allora la ricerca diventa necessaria: occorre sentire l'epoca, conoscerne i costumi, vederne le strade, avere negli occhi i vestiti, sentire nelle orecchie il suono della musica colta e popolare e nelle papille il gusto dei cibi. Alla base del romanzo vi è infatti una ricerca minuziosa, basti pensare al salotto, al suo arredamento, ai giochi e agli intrattenimenti.

Nel romanzo lei ha inserito molti dialoghi in dialetto calabrese, ritiene dunque che il dialetto sia un'espressione linguistica da non perdere nella nostra narrativa contemporanea?

Sì penso che il ritorno del dialetto sia importante e dia linfa nuova al racconto. I mezzi di informazione e di intrattenimento hanno uniformato i costumi ma non cancellato l'idioma. Gli uomini e le donne diventano reali, sono legati così alla terra e hanno un passato mentre agiscono nel presente.

Quanto influisce la propria ideologia politica nella stesura di un romanzo?

Appartengo ad una generazione che ha vissuto l'ideologia come mezzo per cambiare il mondo: ora questo modo di pensare è residuale. Tuttavia, quello che penso, il modo di affrontare le cose, il desiderio di giustizia sociale, l'inorridire per l'iniquità, condividere il disagio e il dolore influiscono sui personaggi del romanzo. Anche i dubbi e le incertezze, insomma le cose non risolte hanno avuto dei risvolti nei protagonisti. Il romanzo è un racconto, una storia che lo scrittore vede per gli altri e mentre la racconta percepisce le emozioni dei lettori.

A quale fascia di lettori consiglierebbe il suo romanzo?

Non ho un riferimento specifico e la domanda per la prima volta mi mette di fronte ad un dilemma: il romanzo è adatto alla lettura di tutti? Non lo so. Il libro potrebbe essere utile nelle scuole superiori per una rilettura della storia, penso proprio che il luogo idoneo sia quello.

Nell'eventualità di progetti letterari futuri, a quale genere di narrativa preferirebbe dedicarsi?

Mi piace il noir, le sue tinte fosche, il raccontare la vita mentre le forze eterne che agitano l'animo umano entrano in azione: avidità ed altruismo, amicizia ed odio, amore e separazione. Sì, mi piacerebbe scrivere un noir sulla crisi. Un mondo di difficoltà, i beni da consumare che diminuiscono, i sogni dorati delle tv che si strappano e sul fondo e dietro la scena i potenti, coloro che amano il potere e consumano la vita degli altri.

Si intitola "Rosso" il primo romanzo di Mario Aloe, 60enne di Amantea, impiegato al Comune con la passione per la scrittura. Rosso come il nome della motonave della società di navigazione Ignazio Messina & C., utilizzata alla fine della sua "carriera", per trasportare rifiuti tossici e che prima del 1989 portava il nome di Jolly Rosso. Intorno alla Rosso o "nave dei veleni", come venne battezzata dalla gente, aleggia un velo di mistero e ben 19 anni di indagini. Indagini circa l'ambiguo spiaggiamento della stessa, avvenuto il 14 dicembre del 1990 sulla spiaggia di Formiciche, poco a sud dal centro cittadino di Amantea, che ha portato gli investigatori lontano, fino alla Somalia, sulle tracce dell'ultima inchiesta della giornalista Ilaria Alpi, uccisa nel 1994 mentre si trovava a Mogadiscio come inviata del Tg3, per seguire la guerra civile somala e per indagare su un traffico d'armi e di rifiuti tossici illegali.

La storia dell'ex Jolly Rosso, i misteri e le indagini della Procura

Quando la nave si arenò, suscitò subito grande curiosità mista a preoccupazione tra la gente del luogo. Una preoccupazione fondata, perché dettata dai cupi precedenti della Rosso. Nel 1988 la motonave era stata noleggiata dal nostro governo per recuperare in Libano 9 mila 532 fusti di rifiuti tossici nocivi, esportati illegalmente da aziende italiane, restando poi in disarmo nel porto di La Spezia dal 18 gennaio del 1989 al 7 dicembre del 1990. Il timore era quindi quello che anche stavolta il carico della nave potesse essere pericoloso. Tant'è che alle 5 di mattina del 15 dicembre, i carabinieri ispezionarono la motonave con i militari della Capitaneria di porto di Vibo Valentia. Lo stesso giorno salirono a bordo anche i vigili del fuoco e i «rappresentanti della società armatrice Messina. Un'ulteriore presenza è quella della Guardia di Finanza. E a tutti questi interventi si aggiungono gli agenti dei servizi segreti», come scrisse nel verbale Giuseppe Bellantone, comandante in seconda della Capitaneria di Vibo Valentia. Alla fine però, malgrado tutte le attenzioni, nessuna inchiesta venne aperta dal ministero della Marina mercantile, mentre i sospetti sul carico della nave anziché svanire aumentarono. Prima che la nave venisse demolita, venne aperto uno squarcio enorme nella murata sinistra della stiva. «Detto squarcio - riferì ai Carabinieri Cannavale, titolare della ditta che si occupò della demolizione della Rosso - non era assolutamente visibile da terra, e si era potuto verificare solo dopo che la nave si era arenata». Secondo i Carabinieri, era chiaro che tale apertura fosse servita «per fare uscire dalla stiva qualcosa di importante e voluminoso, e con assoluta certezza si può dire che la "manomissione" è stata fatta con professionalità e mezzi in possesso delle ditte intervenute prima della demolizione». Circostanza aggravata dal fatto che sul fondale marino vennero poi rinvenuti un camion, un muletto da 40 tonnellate e tre container, malgrado «non ci si spieghi come abbiano fatto a spostarsi da soli verso lo squarcio e a cadere in mare, considerato che la nave insabbiata non era soggetta a movimenti né longitudinali né tra¬versali», come scrisse la Guardia di finanza. Inoltre, nel rapporto riassuntivo della Capitaneria di Porto di Vibo, i container vuoti stivati a prua del garage vennero quantificati in 25, mentre quelli recuperati sono stati 17 vuoti dalla prua del garage e tre nel fondo del mare in corrispondenza dello squarcio.

Pertanto permane ancora il mistero della reale entità del carico, e soprattutto non si è ancora scoperto che fine abbiano fatto i cinque container mancanti all'appello. Nei giorni dopo lo spiaggiamento della Rosso, Bellantone, il comandante in seconda della Capitaneria di Vibo, rinvenne sulla plancia della motonave strano materiale. Si trattava di documenti che, a suo dire «richiamavano la natura della radioattività del carico» ed erano introdotti dalla sigla O.d.m., ossia Oceanic Disposal Management Inc., società creata da un certo Giorgio Comerio, nato a Busto Arsizio (Varese) nel 1945. Tra queste carte, spiegò il procuratore capo Scuderi, c'era pure una mappa marittima, che riportava evidenziati una serie di siti. Cinque anni dopo lo spiaggiamento della Jolly Rosso, nel dicembre del 1995 il comandante della Capitaneria di Porto, Natale De Grazia, elemento di spicco del pool investigativo Ecomafie della Procura di Reggio Calabria, morì in tragiche e misteriose circostanze. Quello stesso anno, durante una perquisizione nella villa dello stesso Comerio a Garlasco (Pavia), venne trovata la riproduzione del materiale scoperto dal comandante Bellantone sulla Rosso. Mappa compresa, che sulla copia ereditata dei magistrati di Paola riportava i nomi di una lunga serie di navi affondate nel Mediterraneo. Lo stesso Comerio venne indicato il 25 ottobre 2000 dalla Commissione parlamentare come «faccendiere italiano al centro di una serie di vicende legate alla Somalia».

Nella villa di Garlasco, oltre ai suddetti documenti dell'Odm, venne rinvenuta l'agenda di Comerio, sulla quale il 21 settembre 1987 vi era appuntato in inglese: «La nave è affondata». Un chiaro riferimento alla maltese Rigel, che proprio quel giorno fece naufragio al largo di Capo Spartivento e che secondo Scuderi non solo si sospetta trasportasse rifiuti radioattivi, ma «è implicata in una vicenda truffaldina ai danni della società di assicurazione». Anche la Rosso al momento dello spiaggiamento era assicurata: dalla Siat, per un valore di 2 miliardi 500 mila lire. E anche la società Ignazio Messina, armatrice della motonave, dopo "l'incidente" incasso la polizza. Secondo la Guardia di finanza, i vertici della Ignazio Messina e Comerio si conoscevano, vista la trattativa che ci fu nel giugno 1988, tra la società Navimar, rappresentante della Comerio Industry of Malta, e la Ignazio Messina per l'acquisto della Jolly Rosso. «Comerio - scrissero i finanzieri, voleva acquistare la nave per trasformarla in una sorta di officina e la Ignazio Messina confermava di volerla vendere per un miliardo 50 milioni di lire, comunicando però successivamente che rinunciava per scadenza dei termini». A distanza di qualche anno, cominciano a venir fuori le testimonianze di chi ha visto strani "movimenti" intorno alla nave. Un testimone oculare, ad esempio, raccontò che «dopo circa due mesi dall'avveduto spiaggiamento, iniziarono i conferimenti di rifiuti provenienti dalla motonave Rosso alla discarica in località Grassuilo (nel comune di Amantea). Tali conferimenti avvenivano di giorno, e ogni automezzo veniva scortati dalla Guardia di Finanza o dai vigili urbani».

Negli stessi giorni il testimone notò «effettuare scarichi nella stessa discarica, però di notte e senza scorta da parte degli organi di polizia. Tale materiale la mattina successiva veniva subito interrato con l'utilizzo di mezzi meccanici». «In particolare - scrivono i Carabinieri - il testimone riferiva che sarebbe tuttora in grado di indicare con estrema precisione il punto in cui furono sotterrali tali rifiuti, che si troverebbero a una profondità di circa 40 metri». Un secondo testimone raccontò invece di aver visto i camion che la notte partivano dalla Rosso e arrivavano a scaricare in località Foresta (comune di Serra D'Aiello). Qui sono stati effettuati con l'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) sondaggi su un'area di 10 mila metri quadrati a circa otto metri di profondità, dai quali è risultata la massiccia presenza di fanghi industriali. Durante i rilievi, un terzo testimone ha inoltre ammesso di aver trovato nel 1999 fusti gialli arrugginiti nella briglia del fiume Oliva, contigua alla zona sondata. In seguito il testimone ha negato, tornando però poi ad ammettere di avere visto un fusto. A condurre le successive indagini, per accertare i reati di smaltimento illegale di rifiuti e occupazione abusiva dell'area demaniale, fu la procura di Paola. Il rinvio a giudizio della società di Ignazio Messina, proprietaria della ex Jolly Rosso, e della Mo.Smo.De Sas che si era occupata della demolizione della nave, arrivò nel marzo 2007. L'assoluzione degli imputati conseguita in seguito al dibattimento, non convinse però il procuratore Francesco Greco che chiese al gip di riaprire le indagini. L'inchiesta della procura di Paola, avviata nel 2004, fece seguito anche alle dichiarazioni di un pentito che riferì delle cosiddette "Navi a perdere" utilizzate, in accordo con la criminalità organizzata, per smaltire rifiuti scomodi perché tossici. Pur avendo individuato però le discariche abusive di Grassullo (Amantea) e Foresta (Serra d'Aiello), dove si presume sia stato interrato il carico di rifiuti trasportato dalla motonave Rosso, l'inchiesta giudiziaria approdò solo al capo di imputazione di abbandono di rifiuti in suolo pubblico e occupazione abusiva di suolo demaniale.

Il libro di Aloe

Un fedele servitore dello Stato assassinato ad un passo dalla meta mentre è alla caccia delle navi dei veleni: un intrigo internazionale e il perenne conflitto tra bene e male, amore e crudeltà, dedizione e cupidigia. E' questo il filo conduttore del romanzo, il cui protagonista è una persona comune, costretta dagli eventi e dalla propria disillusione a scendere in guerra. Totò Zafarone non aspira alla gloria e non vuole essere ricordato dai posteri, ma ha voglia di vivere la sue esistenza, godere dell'amicizia di altri esseri umani, amare ed essere amato. L'etica della professione e l'amore per una donna lo trascinano in guerra, in uno scontro mortale con una potente organizzazione che depreda i mari e i territori del Meridione e della Somalia. Attraverso una scrittura fluida, mai noiosa Mario Aloe riesce ad informare il lettore delle varie vicissitudini legate alla nave Jolly Rosso. «Sebbene l'argomento sia divenuto ostico e impopolare – ha spiegato l'autore – partendo da quei fatti ho scritto un romanzo, la storia di un'indagine giornalistica condotta in Italia e in Somalia, un intrigo i cui protagonisti sono da un lato delle donne e degli uomini coraggiosi, piccoli eroi dimenticati e dall'altro delle organizzazioni possenti e pervasive, impegnate a depredare i territori del sud italiano e del mondo. L'idea che il romanzo possa emozionare per l'impegno civile dei suoi protagonisti, esseri umani normali che operano per contrastare il male – ha concluso – mi da una grande soddisfazione e rappresenta per me una ricompensa adeguata.

Da “I Salotti di Approdonews”

Mario Aloe, autore de La fine di non sogno risponde sui temi e il carattere del suo romanzo edito da Mannarino.

Il suo romanzo descrive la precisa realtà storica della sua terra di origine, cosa o chi hanno ispirato tale argomento?

Il romanzo è nato nei mesi precedenti la celebrazione dei 150 anni dell’Italia unita e in un momento di forte contestazione da parte della Lega Nord dello stato unitario.

I personaggi vengono dal sud perché è necessario mettere in risalto il ruolo avuto dai meridionali nella costruzione dello stato unitario. La mia città, la Calabria il Regno delle Due Sicilie in cui si svolge l’azione del romanzo hanno rappresentato per tutto un periodo il tentativo di tanti italiani di farsi nazione.

Quanto è importante per lei documentarsi su fatti realmente accaduti?

I personaggi principali sono invenzione letteraria ma la scena e i fatti raccontati il più delle volte sono reali e nella quasi totalità verosimili. Allora la ricerca diventa necessaria: occorre sentire l’epoca, conoscerne i costumi, vederne le strade, avere negli occhi i vestiti, sentire nelle orecchie il suono della musica colta e popolare e nelle papille il gusto dei cibi. Alla base del romanzo vi è infatti una ricerca minuziosa, basti pensare al salotto, al suo arredamento, ai giochi e agli intrattenimenti.

Nel romanzo lei ha inserito molti dialoghi in dialetto calabrese, ritiene dunque che il dialetto sia un’espressione linguistica da non perdere nella nostra narrativa contemporanea?

Sì penso che il ritorno del dialetto sia importante e dia linfa nuova al racconto. I mezzi di informazione e di intrattenimento hanno uniformato i costumi ma non cancellato l’idioma. Gli uomini e le donne diventano reali, sono legati così alla terra e hanno un passato mentre agiscono nel presente.

Quanto influisce la propria ideologia politica nella stesura di un romanzo?

Appartengo ad una generazione che ha vissuto l’ideologia come mezzo per cambiare il mondo: ora questo modo di pensare è residuale. Tuttavia, quello che penso, il modo di affrontare le cose, il desiderio di giustizia sociale, l’inorridire per l’iniquità, condividere il disagio e il dolore influiscono sui personaggi del romanzo. Anche i dubbi e le incertezze, insomma le cose non risolte hanno avuto dei risvolti nei protagonisti. Il romanzo è un racconto, una storia che lo scrittore vede per gli altri e mentre la racconta percepisce le emozioni dei lettori.

A quale fascia di lettori consiglierebbe il suo romanzo?

Non ho un riferimento specifico e la domanda per la prima volta mi mette di fronte ad un dilemma: il romanzo è adatto alla lettura di tutti? Non lo so. Il libro potrebbe essere utile nelle scuole superiori per una rilettura della storia, penso proprio che il luogo idoneo sia quello.

Nell’eventualità di progetti letterari futuri, a quale genere di narrativa preferirebbe dedicarsi?

Mi piace il noir, le sue tinte fosche, il raccontare la vita mentre le forze eterne che agitano l’animo umano entrano in azione: avidità ed altruismo, amicizia ed odio, amore e separazione. Sì, mi piacerebbe scrivere un noir sulla crisi. Un mondo di difficoltà, i beni da consumare che diminuiscono, i sogni dorati delle tv che si strappano e sul fondo e dietro la scena i potenti, coloro che amano il potere e consumano la vita degli altri.

 

Pubblicato in Primo Piano

La giunta ha adottato la delibera n 241 con la quale è stato riconosciuto il patrocinio legale al sindaco Francesco Tonnara ed al Dr Mario Aloe parti offese nel procedimento promosso dal dr Giuseppe Scutellà.

La vicenda che ebbe inizio con la denuncia del dr Scutellà e la apertura di una fascicolo del procedimento 1574/12 RG e n 109/12 RGNR.

Il procedimento penale giunse ad epilogo con la proposta di archiviazione avanzata dalla Procura della repubblica.

A tale archiviazione si oppose il dr Scutellà

Da qui la fissazione della udienza in camera di consiglio emessa dal tribunale ordinario di Paola Ufficio del Giudice per le indagini preliminari.

I reati contestati appaiono lesivi dell’immagine dell’amministrazione comunale di Amantea e del suo sindaco Francesco Tonnara in qualità di legale rappresentante dell’ente. Da l interesse alla tutela dell’immagine e l’incarico ad un legale

L’incarico per ambedue i rappresentanti comunali è stato affidato all’avvocatessa Siberia Politano del foro di Paola.

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