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procuraSi sapeva. O meglio si sospettava fortemente che la procura di Paola avesse attenzionato i comuni dopo un lungo periodo di franchigia, diciamo così. Ed i risultati non sono mancati. Ma si sospetta che altri ne arriveranno, forse molti altri. A sorpresa, come in verità anche alcuni di cui la stampa ha parlato recentemente. Non si tratta certo di una caccia alle streghe ma di un atto di giustizia. La politica non è esente. Affatto. Ad ogni livello. Certo ci sono stati sempre, ci sono ancora e ci saranno sindaci ed assessori onesti e perbene, e forse altri sono caduti e cadranno in errore senza piena consapevolezza dello stesso, e similmente funzionari e dirigenti. Ma quello che è sempre meno accettabile è la spocchia e la arroganza di funzionari ed amministratori nell' escutere le proprie competenze. Quasi che si tratti spesso di fatti personali. Ed allora quando si viaggia borderline benissimo fa la procura a bacchettare.

Pubblicato in Cronaca

Ora basta!

Sembra essere stata la parola d’ordine del sistema economico amanteano, quello che sta collassando, anche per il famoso semaforo della SS18 in località Principessa.

 

 

 

 

 

Un semaforo che continua a garantire il transito ai TIR ed ai grandi Autocarri che creano oggettivo pericolo all’uso di una strada che di fatto è al collasso e che aspetta il Giro d’Italia per essere bitumata .

Un semaforo che crea incredibili file nei week and inibendo la frequenza della stessa strada statale, la frequenza di Amantea e dei suoi alberghi ristoranti e negozi.

A nulla sono valse le azioni promosse dal sistema economico nepetino che sta pagando i costi di un progetto di messa in sicurezza della statale 18 che evidentemente non è stato sufficiente

E’ questo che hanno contestato albergatori e commercianti.

Ed allora la domanda perché non ha funzionato l’intervento?

Siamo a di un progetto insufficiente?

O forse la sue esecuzione è stata inadeguata?

Ed allora, visto il silenzio della politica( tranne pochissime eccezioni tra cui – ci dicono- Bevacqua e Iacucci) non è rimasto che il procuratore Pierpaolo Bruni

Ed è in procura che sono andati un gruppo di albergatori e commercianti amanteani ad esporre le loro ragioni ed a sollecitare il suo intervento.

Ed incredibilmente la cosa è andata in porto!

Da non credere! Nemmeno il tempo di tornare ad Amantea e di andare al comune per chiedere al sindaco una sua decisa presa di posizione, che ecco il miracolo!

Un nuovo finanziamento di 1,5 milioni di euro per il completamento dei lavori di messa n sicurezza della SS 18.

Lavori urgenti da completare prima della stagione estiva quando il traffico diventerà impossibile con il rischio di code multichilometriche ed il fallimento del turismo amanteano e del tirreno calabrese.

Insomma un esposto ha fatto diventare il semaforo STABILMENTE VERDE!

Pubblicato in Politica

Ma è emerso tutto?

Abbiamo ricordato la parola dialettale amanteana “ rivuotu” l’11 agosto 2017 nell’articolo “Amantea. Arriva il maltempo. I pescatori temono la completa chiusura del porto” chiedendoci “se il mare si sporcherà, come capita sempre quando il mare è agitato e solleva il “rivuoto” dal fondo”.

Lo riproponiamo evidenziando quanto scrivevamo e cioè che “Il “rivuoto” è ciò che si deposita nel resto dell’anno e che proviene dai fiumi o è portato dal mare: fango, terra, polvere, fosfati, nitrati ed altro”.

Due giorni fa il maltempo ha sollevato dal recente passato il “rivuoto” della precedente amministrazione comunale.

Sono emerse, sia pure parzialmente, forse, vicende che hanno interessato politici, funzionari e personale del comune e diversi cittadini.

Le acque amanteane si sono così sporcate.

Di cosa ancora non si sa bene. Né può essere chiamata l’Arpacal che non ci ha ancora detto di che cosa si era sporcato il Catocastro. E sono passati mesi!

Ed ancora può anche darsi che come quelle del mare, se non ci sarà altro maltempo, le acque si schiariranno e quanto è salito a galla si reimmergerà e scenderà sul fondo, pronto a riemergere, magari, alla prossima mareggiata .

Così come, può darsi, che lo sporco si sposterà verso altri lidi.

Il tempo, poi, è sempre taumaturgico.

Se poi si sia davvero sollevato tutto non è dato sapere.

Mutuando Confucio basta dire : "Raccogli le tue cose, vai sulla riva del mare , siediti e aspetta. Un giorno vedrai se tutto lo sporco è emerso!”.

Insomma basta aspettare la prossima mareggiata.

Ma il reale problema è la scarsa visibilità che si determina in questi casi.

Una visibilità ridotta che impone una navigazione difficile.

Che succederà , ora, alla giunta Pizzino per quanto sia uscita quasi indenne da questa vicenda?

Ci saranno dimissioni?

Le pressioni per entrare nella giunta diventeranno fortissime ed ossessive?

E se non accolte creeranno fibrillazioni nella tenuta nella attuale giunta?

Anche in questo caso basta aspettare.

Pubblicato in Primo Piano

Individuato da carabinieri e polizia Paola, denunciato complice

(ANSA) - PAOLA (COSENZA), 3 GEN - Un 37enne di Cetraro, F.T., è stato sottoposto a fermo dai carabinieri della Compagnia di Paola insieme a personale del Commissariato della Polizia di Stato, con l'accusa di essere l'autore della rapina fallita ai danni dell'autolavaggio MP di Paola.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'uomo la sera del 18 dicembre scorso, mascherato da topo, è stato sorpreso da uno dei proprietari mentre provava a scardinare le casse automatiche.

Il bandito era riuscito a fuggire brandendo un piede di porco e minacciando di morte la vittima.

Il provvedimento di fermo è stato emesso dal pm della Procura di Paola Valeria Teresa Grieco per la sussistenza del pericolo di fuga ed in ragione della pericolosità di T.F., già arrestato a seguito di un furto compiuto all'interno di un bar pasticceria del posto.

Gli investigatori sono risaliti anche al complice, F.S., di 54 anni, di Cetraro, che è stato denunciato in stato di libertà.

Redazione ANSA PAOLA (COSENZA)

03 gennaio 2018 13:21

Pubblicato in Paola

Sotto indagine della Procura anche l’affidamento per le luminarie natalizie.

E poi nel mirino centinaia di contratti e migliaia di delibere.

Esistevano rapporti molto stretti tra dirigenti e imprenditori.

Ggli indagati sono 14, e per tre funzionati del Comune anche l'interdizione dai pubblici uffici

«Oggi qui parliamo di reati particolarmente gravi che riguardano mal funzionamenti nella pubblica amministrazione.

È stato un lavoro assolutamente specialistico, portato avanti con estrema professionalità, con indagini importanti e attente».

Lo ha detto il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo nella conferenza stampa per illustrare gli esiti dell’operazione della Guardia di finanza che ha portato all’esecuzione di quattro interdittive per tre dirigenti e un imprenditore.

«Gli indagati sono in tutto 14, ma i provvedimenti di interdizione riguardano tre dirigenti comunali e un imprenditore – ha aggiunto Spagnolo – e si è trattato di indagini complesse e attraverso lo studio di decine e centinaia di appalti e di contratti, circa cinquemila determine dirigenziali dalle quali si è potuto ricostruire un quadro unitario.

Il modus operandi era sempre il medesimo, veniva attribuita in maniera arbitraria la somma urgenza e spezzettato un singolo lavoro sotto la soglia dei 40mila euro, per eludere quanto imposto dalla legge».

«L’attività parte – ha detto il procuratore aggiunto Marisa Manzini – da un esposto fatto da un senatore della Repubblica e siamo arrivati a scoprire che alcuni dirigenti avevano rapporti molto stretti con imprenditori, che alla fine venivano favoriti».

Il senatore che ha presentato la denuncia è Nicola Morra, del Movimento 5 Stelle.

«È stata svolta una attività di intercettazione telefonica e acquisizioni di atti le imputazioni sono per falso e abuso d’ufficio, per lavori dati in affidamento sempre alle solite imprese, e riguardano vari appalti, l’affidamento per le luminarie natalizie e i canili».

Ecco l’elenco delle persone indagate:

Arturo Bartucci (per il dirigente del Comune di Cosenza è stata decisa dal gip anche l’interdizione dai pubblici uffici per sei mesi);
Carlo Pecoraro (anche per lui interdizione dai pubblici uffici, ma per tre mesi);
Domenico Cucunato (interdizione per tre mesi);
Francesco Amendola (divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per sei mesi);
Francesco Amendola;
Antonio Amato;
Antonio Scarpelli;
Vincenzo Rubino;
Ferruccio Stumpo;
Francesca Filice;
Michele Fernandez;
Renato Cerzosimo;
Pasquale Perri;
Ivan Mandarino;
Pietro Mazzuca.

Pubblicato in Cosenza

Il Comune di Diamante aveva emanato un bando per il servizio civile dal titolo “Diamante un Gioiello da scoprire”

Ora sembra che la Procura di Paola guidata da Pier Paolo bruni abbia acquisito gli atti del bando

 

Secondo il Fatto Quotidiano “A scoprire l’inghippo, il solito “escluso” dalla convocazione dei collo-qui.

Dopotutto per partecipare al colloquio, bastava presentare la domanda, rispondere a requisiti anagrafici e lavorativi non troppo stringenti.

Fatto sta che l’escluso non solo non ha visto il suo nome nell’elenco dei convocati a colloquio (per il quale è previsto un tabellario con relativo punteggio) ma ha anche riconosciuto tra gli ammessi ragazzi “noti”.

L’escluso ha presentato immediatamente ricorso.

E sembra che l’amministrazione di contro abbia posticipato i colloqui, già calendarizzati.

Sembra che quattro vincitori siano parenti di dipendenti ed amministratori.

Una parentopoli, allora?

Forse simile a quella avvenuta al Comune di Eboli.

E più recentemente a Gragnano

Insomma, in questo periodo di crisi 14.46 euro netti al giorno di compenso, che equivalgono a 433 euro netti al mese devono davvero fare gola a tutti.

Intanto ad Amantea ancora si aspetta la emanazione della graduatoria dei due progetti di sevizio civile

Speriamo che non ci presentino fatti similari

Ma ecco cosa ha detto il comune di Diamante:

“Subito dopo il ritiro della graduatoria e il serpeggiare delle prime polemiche, immediate sono arrivate le precisazioni del Comune: “In merito alle notizie recentemente apparse sulla stampa relative al Bando Nazionale del Servizio Civile per l’annualità 2016-17, l’AC intende fare le seguenti precisazioni. Il Comune di Diamante ha partecipato al Bando Nazionale del Servizio Civile con il progetto “Diamante un Gioiello da scoprire” che è stato ritenuto valido e di conseguenza ammesso al finanziamento per l’utilizzo di 6 giovani entro i 28 anni di età per l’annualità 2017-18. Detto Bando unitamente al progetto predisposto dal Comune è stato trasmesso al preposto servizio per l’inserimento on line degli atti amministrativi e pubblicato sull’Albo Pretorio e sull’Home Page del Sito Istituzionale. Contestualmente al fine di darne la massima pubblicizzazione lo stesso bando veniva diffuso tramite il numero di Maggio del giornale cittadino l’Olmo in formato cartaceo e on-line e caricato sulla pagina Facebook del comune dove in pochi giorni si registravano 660 visualizzazioni. Il rilievo di un errore materiale che aveva portato all’esclusione di tre concorrenti veniva immediatamente corretto con la riammissione alle selezione dei tre concorrenti esclusi, mentre per l’errore formale delle procedure di pubblicazione, e non di pubblicizzazione, il responsabile del Servizio avanzava istanza al Ministero per la riapertura dei termini delle domande. Poiché il Ministero non autorizzava alla riapertura dei termini per la presentazione delle domande il responsabile bloccava le ulteriori procedure. Tale precisazione si rende necessaria, allorché in maniera non veritiera, sono state fornite alla stampa notizie che ipotizzano percorsi non trasparenti dell’Amministrazione Comunale finalizzati a non diffondere adeguatamente il bando. Si evince da questa ricostruzione dei fatti, verificabile dagli atti a disposizione di tutti, di come l’AC abbia proceduto con estrema linearità e trasparenza preoccupandosi di diffondere e pubblicizzare il bando anche con strumenti opzionali (Giornale cittadino e Facebook) esclusivamente al fine di garantire una opportunità occupazionale per sei giovani. In ultimo, l’AC informa che per lo stesso bando di Servizio Civile relativo alla annualità 2017-18 il Comune di Diamante ha predisposto due progetti uno incentrato sul patrimonio culturale e un altro sul Servizio di Protezione Civile”.

Pubblicato in Alto Tirreno

Nelle primissime ore della mattina del sette ottobre, poco dopo le 10, abbiamo postato l’articolo dal titolo “Il Catocastro “nero” ed il mare “nero”, corredato dalle foto delle acque nere del fiume Catocastro e delle acque nere antistanti la foce.

 

Nell’articolo sottolineavamo l’impegno del corpo di Polizia municipale, due agenti del quale era stati alla foce del fiume e si accingevano a risalirlo per capire il punto di immissione.

Più tardi il comune evidenziava che non era stato possibile rilevare il preciso punto di scarico, ma anche di essersi “subito attivati per il tramite del Comando dei Vigili Urbani e, d’intesa con la Procura della Repubblica, abbiamo prelevato dei campioni del materiale sversato che lunedì sarà consegnato all’Arpacal, per le necessarie analisi”.

La nota concludeva ringraziando il Maresciallo Avolio dei carabinieri Forestale per essersi recato sul posto prontamente per un sopralluogo e lanciando l’ipotesi che potesse trattarsi degli effetti del “ dilavamento di zone bruciate”

 

L’amministrazione si impegnava a tenere la popolazione aggiornata sugli sviluppi.

Giorno 10 ottobre, infine, il comandante della PM locale certificava l’avvenuto prelievo delle acque e l’invio all’Arpacal.

Fintanto non sapremo che cosa e chi abbia inquinato il Catocastro ed il nostro mare saremo preoccupati.

Sono inaccettabili queste continue violenze al nostro ambiente ma è ancora più inaccettabile la sostanziale indifferenza della società civile amanteana.

Ora l’Arpacal cortesemente ci informa che gli esiti delle indagini sono stati acquisiti dalla competente procura della repubblica di Paola e che essi saranno resi pubblici non appena i giudici daranno la necessaria autorizzazione

Possiamo, così, supporre che non si tratti di nerofumo.

Curiosi e preoccupati ringraziamo ed aspettiamo.

Appena possibile vi faremo sapere.

Pubblicato in Primo Piano

Ecco il comunicato stampa della Federazione di Reggio Calabria

“É, ormai, di dominio pubblico la notizia relativa ad una pesantissima inchiesta della Procura della Repubblica guidata dal dott. Federico Cafiero De Raho che

 

coinvolgerebbe tutta la giunta comunale di Reggio Calabria, a partire proprio dal fallimentare sindaco Falcomatà.

Sembrerebbe, infatti, che quasi tutti i componenti della giunta, a partire dal sindaco, sarebbero i destinatari di un provvedimento della Magistratura.

Sotto la lente d’ingrandimento della Procura sarebbero finiti una miriade di discutibili atti e delibere dell’amministrazione Falcomatà che, fra l’altro, furono oggetto di fortissima e unanime indignazione dell’opinione pubblica.

Atti e delibere che hanno rappresentato la rapida e ingloriosa conclusione del rapporto di fiducia e del gradimento della città nei confronti del sindaco dei selfie Falcomatà.

Infatti, la vicenda “Miramare” coniugata alla vergognosa vendita ad un privato di una larga porzione di Parco Caserta rappresentano fatti gravissimi ed indelebili che costituiscono uno sfregio permanente nei confronti di Reggio e dei reggini.

Si é trattato di episodi che hanno evidenziato l’assoluta mancanza del benché minimo senso del Bene Comune da parte della fallimentare giunta Falcomatà.

In tal senso, auspichiamo che la Magistratura proceda con fermezza e vada avanti nella sua azione finalizzata al banale rispetto delle leggi e delle norme. Ricordiamo che, proprio in merito alla vendita ai privati di Parco Caserta, il PCI ha formalmente presentato due dettagliati esposti alla Procura reggina.

Nonostante la diffusione della notizia esplosiva concernente il coinvolgimento nell’inchiesta giudiziaria della giunta Falcomatà, dobbiamo drammaticamente registrare il trasversale ed assordante silenzio tombale che sta accompagnando questa vicenda.

Infatti, tutti silenti e conniventi: non si ode nessuna voce da parte di alcun partito, movimento o associazione, nonchè, e figuriamoci il contrario, di qualsivoglia consigliere comunale né di maggioranza né della finta e inesistente minoranza.

Noi comunisti, al contrario dei tanti lacchè, da molto tempo denunciamo, in maniera assolutamente solitaria, le palesi malefatte che hanno caratterizzato la pessima azione amministrativa della fallimentare giunta Falcomatà; in tal senso, in tempi sospetti, avevamo profeticamente denunciato la grave e macroscopica “questione morale” che caratterizza e coinvolge gravemente l’amministrazione comunale di Reggio.

Oggi i fatti ci danno ragione!!

E’, pertanto, venuto il momento di spazzare rapidamente via la fallimentare giunta Falcomatà poiché questa ulteriore grave vicenda giudiziaria conferma, senza appello, il tracollo etico e morale della nostra città provocato da un sindaco e da una giunta totalmente inadeguati.

La Federazione reggina del Partito Comunista Italiano”

Pubblicato in Reggio Calabria
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