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Preg.mo sig Commissario Emanuela Greco, la Piazza è quel pugno di case poste lungo Corso Umberto Primo, la strada urbana che va da dal Municipio fino a poco oltre Piazza Santa Croce.

 

Qualcuna di queste case è caduta e si vede ancora la brutta ferita rappresentata dal crollo di un vecchio manufatto dove un tempo era allocata la Posta.

Il manufatto cadde per colpa delle perdite della rete idrica e fognaria.

Ed anche perché nel tempo Amantea ha dimenticato che se non si allontanano correttamente le acque piovane queste si infilano nel terreno sottostante indebolendo le fondamenta delle case.

 

Le prove di questa situazione sono fisiche ed ancora oggi evidenti.

La stecca di case lato ovest di Corso Umberto è vistosamente fratturata.

La foto ne mostra un esempio palese.

Purtuttavia sembra che l’ufficio della protezione civile di Cosenza abbia escluso la necessità dello sgombero delle abitazioni compromesse ma a condizione che si eseguano gli interventi suggeriti.

 

Tra questi :

-la realizzazione di opere di regimazione delle acque meteoriche che dovranno esser convogliate al di fuori del corpo di frana.

In sostanza si da atto che quelle esistenti non sono affatto idonee alla bisogna, anche perché quasi mai manutenzionate.

Si tratta di una grave omissione dell’amministrazione comunale in testa alla quale restano tutte le responsabilità.

-la realizzazione di opere di drenaggio sotterranee per il controllo delle acque di infiltrazione e delle acque di falda.

 

Anche in questo caso si impone che il canalone a monte sia manutenzionato e le acque avviate verso il fiume e verso il canale cd Delle monache.

Ovviamente occorrono urgenti controlli.

-la verifica delle reti idriche e fognarie presenti nell’area di frana e/o procedere alla loro sostituzione con tubazioni capaci di assorbire sforzi tensionali.

Si tratta di una ripetizione di una vecchia disposizione che imponeva la realizzazione di un canale a vista destinato a contenere tutte le reti.

-la realizzazione di interventi di rifacimento della pavimentazione stradale su Corso Umberto primo, Via Nazionale, Via Sopportico e sulle altre strade che interessano il corpo di frana, al fine di evitare infiltrazioni di acque meteoriche nel sottosuolo.

-la realizzazione di un adeguato intervento strutturale per il risanamento idrogeologico ed ambientale dell’intera area di frana.

-la estensione del monitoraggio inclino metrico e piezometrico a tutta l’area interessata dal fenomeno franoso considerata la densità abitativa della zona.

-la realizzazione di un sistema di monitoraggio strumentale real-time procedere ad effettuare una verifica strutturale sugli edifici interessati da un quadro fessurativo significativo.

 

Tra le altre cose l’ufficio di protezione civile ha ricordato la pavimentazione :

-Di Corso Umberto Primo è costituita da massicciata di ciottoli mista a lastre di tipo porfido;

-di Sopportico Piazza è costituita da cemento attualmente fratturato e dissestato;

-di Via Nazionale è costituita da un manto di asfalto con segni di danneggiamento in più parti.

 

E che tale realtà favorisce la infiltrazione nel sottosuolo delle acque meteoriche che alimentando la falda sotterranea provocano un aggravamento dello stato geomorfologico dell’area.

In sostanza la Piazza non è moribonda ma sicuramente non sta bene ed ha bisogno di attente e durature cure.

Non sarebbe male aprire tutti i pozzetti e pulire tutti i canali espungendo le acque che vi permangono.

E non sarebbe male nemmeno avvertire con parole semplici gli abitanti del quartiere sulla gravità della situazione franosa e sulle cautele da osservare.

Non vogliamo scaricare su di Lei tutti i guai di questo paese ma solo ricordargliene qualcuno.

Usi la sua autorità per ricordare all’Ufficio della protezione civile che Amantea ha bisogno di finanziamenti tratti dai fondi POR.

Se dovessero cadere queste case si perderebbe una parte della nostra storia.

Quella parte di storia che il centro storico esprime e rappresenta.

Quel centro storico che la invitiamo a visitare .

 

Grazie

 

Pubblicato in Primo Piano

La storia che manettesto per raccontarvi è davvero strana e faccio tanta fatica a credere che possa essere vera. Fino ad ieri sapevo che la gente potesse finire in galera e mangiare il rancio dello Stato se avesse compiuto alcuni reati come uccidere, rubare, causare disastri e reati per mafia, ‘ndrangheta, camorra, spaccio di droga.

No, niente di tutto questo. Si può oggi finire in gattabuia senza commettere reati. Anche chi non vuole lasciare la sua terra, chi non vuole abbandonare i luoghi in cui è nato e cresciuto, può finire in galera con le manette ai polsi come un delinquente incallito.

 

Ad Arquata del Tronto, luogo colpito e devastato dal terribile terremoto, vive un uomo di 58 anni il quale non vuole abbandonare il paesello natio.

Soffre di una fobia, causa il terremoto, verso i luoghi chiusi.

Infatti, fino ad ieri, è vissuto in una tenda della Protezione Civile. Non vuole lasciarla e per questo è stato arrestato e subito processato. E il Giudice ha pure convalidato il suo arresto. Ma andiamo in ordine.

L’uomo si chiama Enzo Rendina che ha cercato di rimanere nel suo paese natale completamente distrutto dal sisma, accanto alla sua casa diroccata, dormendo prima all’aperto sotto le stelle, poi in una tenda in un luogo indicato dalla Protezione Civile. Non ne vuole sapere di abbandonare la sua casetta anche se è ridotta ad un cumulo di macerie, perché sotto quelle macerie ci sono ancora tutte le cose belle che lui ha sempre amato e sognato.

Molti hanno cercato di convincerlo ad abbandonare il paesello distrutto.

Niente da fare. Ci ha provato il Sindaco, ci ha provato finanche Vasco Errani il Commissario per la ricostruzione. Gli hanno offerto un alloggio in un comodo albergo della costa adriatica,niente.

Enzo ha paura del terremoto, ha paura di dormire in un luogo chiuso e ostinatamente si rifiuta di lasciare la sua tanto amata terra di Arquata. Quando è arrivata la seconda scossa di terremoto è costretto a spostarsi a Borgo Arquata, paese vicino.

E’ arrivato il crudo inverno, è arrivato il freddo e il gelo, è arrivata finanche la neve in grande quantità e il nostro amico è ancora là sotto una tenda al freddo e al gelo, neppure riscaldato la notte da un bue e da un asinello come Gesù Bambino. Viene minacciato dalla Procura di Ascoli Piceno e viene accusato di intralcio ai lavori dei soccorritori e minaccia a pubblici ufficiali.

 

Ma se dormiva la notte in una tenda che la Protezione Civile aveva sistemato in luogo sicuro quali difficoltà ha potuto creare ai Vigili del Fuoco?

Gli avvocati lo hanno tirato fuori dal carcere ed ora, forse, passerà gli arresti domiciliari in un camper messo a disposizione da una associazione francese “Io non crollo”, perché in una stanza in muratura, per adesso e solo per adesso, non vuole più starci.

 

L’arresto?

E’ semplicemente un arresto assurdo di un uomo, amante del suo paese anche se distrutto dal sisma che non vuole abbandonare. Ma la cosa che lo ha infastidito e turbato di più non sono state le manette ai polsi, è stato vedere che qualcuno aveva preso il suo zainetto con i pochi effetti personali che era riuscito a recuperare dopo il crollo della sua casetta.

Pubblicato in Italia

Finalmente arriva la nota della Protezione Civile sulla situazione di Corso Umberto primo.

 

Da una prima lettura sembra di poter dire che possono considerarsi venute meno le fortissime paure degli abitanti della Piazza.

Sembra, cioè ,che l’ufficio della protezione civile di Cosenza abbia escluso la necessità dello sgombero delle abitazioni compromesse.

 

Ma sono diverse le prescrizioni imposte.

 

Ve ne richiamiamo qualcuna:

-Realizzare opere di regimazione delle acque meteoriche che dovranno esser convogliate al di fuori del corpo di frana.

 

In sostanza si da atto che quelle esistenti non sono affatto idonee alla bisogna, anche perché quasi mai manutenzionate.

Si tratta di una grave omissione dell’amministrazione comunale in testa alla quale restano tutte le responsabilità.

-Realizzare opera di drenaggio sotterranee per il controllo delle acque di infiltrazione e delle acque di falda.

Anche in questo caso si impone che il canalone a monte sia manutenzionato e le acque avviate verso il fiume e verso il canale cd Delle monache.

 

Ovviamente occorrono urgenti controlli.

-verificare le reti idriche e fognarie presenti nell’area di frana e/o procedere alla loro sostituzione con tubazioni capaci di assorbire sforzi tensionali.

Si tratta di una ripetizione di una vecchia disposizione che imponeva la realizzazione di un canale a vista destinato a contenere tutte le reti.

-realizzare interventi di rifacimento della pavimentazione stradale su Corso Umberto primo, Via Nazionale, Via Sopportico e sulle altre strade che interessano il corpo di frana, al fine di evitare infiltrazioni di acque meteoriche nel sottosuolo.

-continuare e realizzare un adeguato intervento strutturale per il risanamento idrogeologico ed ambientale dell’intera area di frana.

-continuare ed estendere il monitoraggio inclino metrico e piezometrico a tutta l’area interessata dal fenomeno franoso considerata la densità abitativa della zona.

-realizzare un sistema di monitoraggio strumentale real-time procedere ad effettuare una ve3rifica strutturale sugli edifici interessati da un quadro fessurativo significativo.

Con tutto ciò, comunque, viene demandato al sindaco quale autorità comunale di protezione civile di provvedere ad effettuare idonea vigilanza in caso di fenomeni meteorologici avversi attivando le UTMC cordonate dall’Ufficio Tecnico Comunale o dal comando di Polizia Municipale , al fine delle attività indifferibili ed urgenti finalizzate a tutela della privata e pubblica incolumità, anche con ordinanze temporanee di interdizione della viabilità ed eventuale sgombero, comprese anche quelle da rischio indotto.

 

Tra le altre cose l’ufficio di protezione civile ha ricordato la pavimentazione :

-Di Corso Umberto Primo è costituita da massicciata di ciottoli mista a lastre di tipo porfido;

-di Sopportico Piazza è costituita da cemento attualmente fratturato e dissestato;

-di Via nazionale è costituita da un manto di asfalto con segni di danneggiamento in più parti.

E che tale realtà favorisce la infiltrazione nel sottosuolo delle acque meteoriche che alimentando la falda sotterranea provocano un aggravamento dello stato geomorfologico dell’area.

In sostanza la Piazza non è moribonda ma sicuramente non sta bene ed ha bisogno di attente e durature cure.

Non sarebbe male aprire tutti i pozzetti e pulire tutti i canali espungendo le acque che vi permangono.

E non sarebbe male nemmeno avvertire con parole semplici gli abitanti del quartiere sulla gravità della situazione franosa e sulle cautele da osservare.

Pubblicato in Primo Piano

Non si è ancora spenta l’eco della denuncia che Carlo Tansi (Responsabile U.O.A. Protezione Civile Regione Calabria) in uno scontro in diretta con l'onorevole Domenico Tallini (Forza Italia) faceva denunciando l'acquisto, da parte della Protezione Civile Calabria, di un radar meteo costato 3 milioni e mai arrivato, che eccone un’ altra molto più importante.

Il responsabile della Prociv calabrese ha presentato alla Gdf un esposto sulla gestione post-alluvione di Vibo e sugli eventi che hanno colpito diversi comuni della regione.

E’ una notizia risalente a 25 febbraio intorno alle ore 09.00 scorso varca il portone della caserma della Guardia di finanza di piazza Marconi nel centro storico di Catanzaro e raggiunge gli uffici del “Gruppo tutela spesa pubblica e frodi comunitarie”.

E’accompagnato da Paolo Cappadonna e da Edoardo D'Andrea, entrambi nella qualità di funzionari della Protezione civile, per evidenziare che non si tratta di una iniziativa personale ma dell'ufficio del dipartimento Presidenza, che fa capo solo al governatore Mario Oliverio e dal quale dipende la Protezione civile.

Viene ricevuto dai tenenti colonnelli Simonluca Turriziani e Giovanni Caruso.

Presenta un «esposto-denuncia relativamente alla gestione, ritenuta irregolare, di alcune procedure attuative in seno alla Protezione civile».

La sua denuncia riguarda «la gestione e la messa in sicurezza a seguito dell'alluvione di Vibo Valentia del 3 luglio 2006», nonché «diversi eventi alluvionali che hanno colpito diversi comuni della Regione Calabria».

Per dar forza all’esposto consegna un documento composto da otto pagine unitamente a 10 allegati composti da 125 fogli di allegati in esso richiamati.

Si legge: «Per tutto quanto sopra denunzio a tutti gli effetti, per i provvedimenti che l'Autorità giudiziaria competente riterrà di adottare, i responsabili degli illeciti penalmente rilevanti che emergono dal documento che vi esibisco. Per i fatti costituenti reato per i quali non può procedersi d'ufficio, la presente deve intendersi quale richiesta di punizione di chiunque sarà ritenuto responsabile dei fatti medesimi».

Lo stessi Carlo Tansi nel dicembre scorso, all'indomani del suo arrivo, aveva riferito di indagini aperte dalle Procure di Reggio Calabria e Catanzaro per presunti illeciti commessi nella gestione degli interventi e delle forniture nel settore della protezione civile.

Tansi ha condotto direttamente indagini, dopo avere messo i sigilli e chiuso con catene le porte d'accesso al dipartimento.

Si parla degli ultimi tre anni di gestione dell'ufficio, ed in particolare dell’assunzione e del pagamento di consulenti esterni utilizzati come componenti della “struttura di supporto”, nonché dei pagamenti a fornitori e imprese coinvolte in «interventi di somma urgenza» che, secondo quanto scrive Tansi nella sua denuncia, portano a «pagamenti per i quali sussistono gravi indizi di illegittimità».

Pubblicato in Calabria

E meno male che il piano generale di emergenza ha funzionato!

Che cosa sarebbe successo se non avesse funzionato?

A questo punto non capiamo:

 

-          Perché Carlo Tansi Direttore della UOA Protezione Civile Calabria dica ( leggi Iacchitè) che “ È inconcepibile che una nevicata, ampiamente prevista e annunciata dalla Protezione Civile della Regione Calabria, abbia messo in ginocchio l’autostrada Sa-Rc. Questa situazione era stata ampiamente preannunciata anche all’Anas con i bollettini meteo della Protezione Civile Regione Calabria che da oltre 36 ore prevedevano nell’area colpita neve fino a 200 metri sul livello del mare.Ricordo che l’Anas e solo l’Anas, come previsto dalla legge, deve assicurare il transito veicolare – rimuovendo la neve – su una strada di sua proprietà, come l’autostrada Salerno-Reggio Calabria.


L’Anas non ha adottato alcun provvedimento preventivo per fronteggiare tale situazione. Non è un caso che le criticità sulle strade calabresi si siano verificate quasi esclusivamente sull’autostrada. La protezione civile regionale, pronta sin dalle ore 15.45 per soccorrere la popolazione, è stata messa nelle condizioni di accedere con i propri mezzi sull’autostrada per soccorrere le autovetture bloccate solo nella serata.

Inoltre Anas non ha fatto assolutamente niente per bloccare il transito verso l’autostrada delle centinaia di veicoli sprovvisti di catene e gomme termiche che successivamente – per i numerosi testa-coda – hanno bloccato l’autostrada. Vorrei ricordare che la Protezione Civile della Regione Calabria è intervenuta in molti casi per mettere in sicurezza e soccorrere decine di persone, tra cui dializzati, donne in avanzato stato di gravidanza, disabili.Carlo Tansi”

-          Perché il presidente dell'Anas, Gianni Vittorio Armani, abbia attivato il commissariamento della struttura di Esercizio dell'A3 Salerno-Reggio Calabria. (leggi il Lametino) e dichiari che "E' inammissibile che centinaia di automobilisti siano rimasti bloccati per tante ore su un'autostrada: è evidente che qualcosa non ha funzionato. L'Esercizio dell'autostrada e la prosecuzione delle operazioni di soccorso degli automobilisti rimasti bloccati dalla neve sono stati assunti a partire dal 19 gennaio dal vicedirettore dell'Esercizio nazionale Roberto Mastrangelo. E' stata avviata contestualmente un'indagine per accertare le responsabilità di gestione e le eventuali disfunzioni del piano emergenza neve”."Da una prima analisi di quanto accaduto - dice Armani - il mancato o ritardato filtraggio da parte di Anas dei mezzi privi delle obbligatorie dotazioni invernali ha determinato che decine di mezzi pesanti si siano intraversati bloccando il traffico.

 

L'operazione di filtraggio è necessaria in quanto la A3 non essendo un’autostrada a pedaggio non dispone di barriere/caselli che consentono la rapida chiusura per emergenze". Sono circa 200 i veicoli leggeri soccorsi dall'Anas nelle scorse ore dopo essere rimasti in panne per le forti nevicate sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria.“Alle 00:30 - informano dall’Anas - la circolazione è stata ripristinata”. Intrappolati sull’autostrada anche molti studenti che tornavano da scuola da Cosenza e alcuni bambini.

In collaborazione con Polizia stradale e Protezione civile, gli automobilisti bloccati nel tratto compreso tra Cosenza e Altilia Grimaldi sono stati guidati fuori dall'autostrada da safety-car dell'Anas. Le attività hanno consentito di raggiungere e prestare soccorso a centinaia di persone rimaste a bordo delle loro auto.

“Le condizioni meteo - rende noto Anas - tendono a un miglioramento e proseguono gli interventi per completare la pulizia del piano viabile dagli accumuli di neve e garantire la massima sicurezza alla circolazione in entrambe le direzione. Anas ricorda che resta in vigore l'obbligo delle dotazioni invernali (catene o gomme da neve) tra Padula e Falerna".

-          Perché Oliverio dichiari che "E' assurdo che una nevicata, peraltro ampiamente prevista e annunciata, possa mettere in ginocchio un'arteria di grande comunicazione e mobilità qual è l'autostrada Salerno-Reggio Calabria". Lo ha affermato il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, "che ha chiesto in merito chiarimenti - é detto in un comunicato dell'ufficio stampa della Giunta - sia al responsabile regionale dell'Anas, ing. Massi, che al Presidente nazionale Armani". A Massi ed Armani Oliverio ha sollecitato "interventi urgenti ed adeguati per togliere tantissime persone ed automobilisti da una condizione di gravissimo disagio a cui sono costretti da ore".

-          Perché Magorno del gruppo parlamentare Pd presenterà una interrogazione ed intanto dichiari : “Quanto sta succedendo in queste ore lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria è davvero inaccettabile per un Paese che si dice civile: una tra le più importanti arterie di collegamento bloccate da una nevicata, ampiamente prevista. L’inefficienza dell’Anas è difficile da giustificare”. Si faccia chiarezza su quanto è accaduto per rimediare agli errori – afferma Magorno – e che ci si adoperi per ‘liberare’ le tantissime persone da una situazione che è diventata un vero e proprio incubo permettendo loro di tornare sane e salve alle proprie case”.

-          Perché Truglia di Italia Unica dichiari che :” Sono anni che abbiamo lo stesso problema sulla Salerno-Reggio Calabria. Ogni qualvolta che nevica decine e decine di persone rimangono bloccate ed i soccorsi ritardano ad arrivare. La Calabria rivela sempre la mancanza di strutture e piani di pronto intervento, ma soprattutto di prevenzione. Chi ha le responsabilità, non si è reso utile alla comunità quindi deve essere spostato dal suo ruolo. Si è troppo elastici con i dirigenti che non sanno fare il proprio ruolo, e cosi facendo cade sul cittadino il disagio".

-          Perché Barbanti dica "Per cinque ore centinaia di automobilisti sono rimasti bloccati sull'A3 nel tratto Altilia-Cosenza in entrambe le direzioni e lasciati al freddo e senza assistenza. Ciò che sta accadendo è indegno visto che non si tratta di una eccezionale nevicata. Chiedo al presidente dell'Anas se per il 2015/2016 era stato predisposto un piano antineve per l'A3 così come è stato fatto negli anni scorsi e di verificare eventuali responsabilità per la mancata attuazione. Tutto ciò non può passare in cavalleria. Chi ha responsabilità deve pagare".

-          Martino coordinatore regionale dell’Udc si scagli contro Anas e Regione Calabria e dichiari:"Bene l' emergenza neve, ma che ad una situazione drammatica durata circa 10 ore dovessero seguire le menzogne di chi è predisposto a tutelare ed a garantire un servizio mi sembra scorretto e di una bassezza inaudita. Quando accaduto ieri sull' Autostrada A3 è davvero ridicolo. Il gelo, la neve, i bambini le famiglie, come si fa a non avere un cuore? In tempi evoluti dove queste situazioni dovrebbero rappresentare il lato più misero dei problemi che la Calabria possiede, ci ritroviamo invece ad affrontarli come se fossero questioni apocalittiche gravi anche per l' incolumità di centinaia di persone che erano alla guida della propria autovettura e che si sono dovute scontrare contro un' attesa infinita e temperature sotto lo 0. Vi era anche chi appena dimesso dal nosocomio ospedaliero o chi recava condizioni di salute davvero precarie. Noto con piacere che il vero intento fosse quello di inaugurare la Cittadella regionale alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella. Ma dove viviamo e sopratutto quale proposte concediamo al Presidente Sergio Mattarella che il prossimo 30 Gennaio sarà in Calabria per l' inaugurazione della faraonica infrastruttura regionale, un nastro? Solo un nastro tricolore che rappresenta il nostro paese  vuoto però di contenuti e sopratutto di capacità nell' affrontare le vere problematiche che attanagliano la nostra regione. Quanto si è millantato ma soprattutto quante le promesse fatte dagli organi preposti. A noi cosa ci restano le chiacchiere e le bugie di chi pensa che le vite umane possano essere sostituite con delle parole incoraggianti? Ed al resto chi ci pensa? Ma sopratutto alla Regione Calabria, dove si scoprono solo ora gli attacchi del governatore regionale contro Anas.

E soprattutto non capiamo le dichiarazioni del Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, che, nel corso di una conferenza stampa convocata per parlare dei disagi verificatosi ieri sul tratto cosentino dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi di Altilia, dove, a causa della neve e del ghiaccio, sono rimaste bloccate centinaia di auto, dichiari :"Ci siamo principalmente concentrati sulla criticità dell'A3 che ha comportato, come sapete, un blocco di circa 10 ore. Avevamo subito predisposto anche un piano per portare generi di prima necessità, come coperte e bevande calde, agli automobilisti rimasti intrappolati ma il piano ha avuto notevoli difficoltà nella sua realizzazione, e non tutti gli automobilisti sono stati raggiunti, a causa del tratto autostradale che non ha corsia di emergenza e dei veicoli che bloccavano la sede stradale, rendendo impossibile arrivare sul posto".

Decenza, ci vuole, sig Prefetto!

Decenza per ribattere al capo compartimento dell'Anas Vincenzo Marzi, presente all'incontro con i giornalisti, e che ha puntualizzato che "il codice rosso è stato diramato alle 14,55 perché per noi la strada era assolutamente percorribile fino a quell'ora, e fin dalle 10 di mattina i mezzi spargisale erano in azione", così contestando il prefetto che aveva dichiarato che "la criticità si è registrata a causa del mancato spargimento di sale in tempo utile”.

Questa è la nota stampa della Protezione civile :” Una vasta area di bassa pressione determina, sulle regioni meridiona li, una fase perturbata che nelle giornate di domani e soprattut to mercoledì appor terà fenomeni tempora leschi, anche intensi.

 

Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le Regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso l’ avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino di criticità consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it).

 

In particolare, l’avviso prevede dal pomeriggio di domani, martedì 8 settembre, precipitazioni a prevalente carattere di rovesci o temporali, sulla Sicilia. I fenomeni avranno carattere diffuso con quantitativi puntualmente molto elevati nella giornata di mercoledì 9 settembre. I fenomeni saranno inoltre accompagnati da rovescio di forte intensità, frequente attività elettrica, forti raffiche di vento e locali grandinate.

Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per oggi criticità gialla per rischio idrogeologico su gran parte della Calabria e sulla Sicilia orientale, mentre per domani la criticità sarà gialla sulla punta meridionale della Calabria e su tutta la Sicilia”.

Poi, secondo le previsioni, il nucleo del maltempo muoverà verso nord nord est lambendo la Calabria ed incidendo probabilmente più sulla costa ionica della nostra regione che su quella tirrenica.

Ma è doveroso essere pronti

Amantea lo è?

I tombini sono stati puliti?

Gli scarichi a mare sono stati riaperti?

Le pompe sono state controllate ?

Le acque bianche sono state avviate direttamente a mare ?

Noi siamo qui. E speriamo comunque che non avvengano bombe d’acqua.

C’è il sospetto che avremmo una situazione rovinosa per le aree basse della città tra cui Via Dogana, Garibaldi, Baldacchini, eccetera . E non solo.

grottaDa un lato il sole di una splendida giornata primaverile, dall’altro i visi gioiosi dei bambini che hanno avuto modo di apprezzare la professionalità e le capacità umane dei Vigili del Fuoco. Il Parco della Grotta ha saputo accogliere al meglio delle proprie possibilità gli alunni delle scuole elementari di Amantea e Campora San Giovanni, che hanno partecipato, insieme alle proprie maestre, al progetto “Non scherziamo con il fuoco lo domiamo con un gioco”. L’iniziativa in questione nasce da una felice sinergia intercorsa tra il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Monica Sabatino, l’associazione “Stefano Medaglia 78”, il gruppo comunale di Protezione civile, la locale sezione della Croce Rossa Italiana e la dirigenza delle scuole dell’obbligo del comprensorio nepetino.

All’interno del parco sono stati allestiti dei percorsi che hanno messo in evidenza l’efficienza del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Sono state mostrate le tecniche da adottare in caso di discesa con le funi in zone particolarmente impervie ed è stato simulato lo spegnimento delle fiamme che fuoriescono da una bombola del gas. Ed ancora sono stati spiegati i comportamenti da tenere in caso di terremoto e di incidente stradale e procedure da seguire per consentire l’evacuazione una scuola o di un luogo pubblico di fronte ad una situazione di pericolo.

«Non è stata solo una giornata dedicata alla sicurezza – spiega l’assessore all’istruzione Emma Pati – ma è stato anche un momento per capire le difficoltà che possono insorgere quando abbiamo bisogno di aiuto. Non dimentichiamo infatti che i Vigili del Fuoco intervengono nelle situazioni più disparate, affrontando il pericolo a mani aperte, con coraggio, determinazione e preparazione, nella consapevolezza di difendere la vita umana. Al pari di tutte le forze dell’ordine e di pronto intervento rappresentano un valore aggiunto per l’intera collettività. Ringrazio l’associazione “Stefano Medaglia 78”, ma soprattutto Massimo Ragusa per l’impegno profuso nell’organizzazione di questo evento che, mi auguro, possa essere replicato quanto prima».

Presenti anche il presidente del consiglio comunale Linda Morelli e l’assessore all’ambiente Antonio Rubino che hanno rimarcato la propria soddisfazione per come la manifestazione è stata programmata nei minimi particolari.

«L’educazione dei bambini – spiega il sindaco Monica Sabatino – passa anche attraverso attività di questo tipo. I nostri figli sono stati messi di fronte, sottoforma di gioco, a quello che potrebbe succedere nella vita reale, imparando soprattutto la funzione che i Vigili del Fuoco svolgono a salvaguardia della nostra sicurezza. Arricchire il bagaglio personale e culturale dei bambini che hanno partecipato all’evento è certamente il regalo più bello che, come amministrazione perseguiremo anche nel prossimo futuro».

Comunicato comune di Amantea.

I Vigili del Fuco impegnati

 

Procede oggi, venredi alle ore 15:30, la selezione per il posto di Funzionario responsabile settore ambiente-protezione civile-servizi tecnologici e manutentivi comunali fino ad ora detenuto dall’ingegnere Domenico Pileggi incaricato dal 2008 con nomina commissariale o sindacale.

comune amantea

Ora, per una ragione sconosciuta, l’amministrazione comunale ha deciso di non reiterare lì incarico con le modalità usuali e di invocare la legge 165 ed ha così indetto una selezione.

La delibera di indizione è la n 228 del 18 dicembre 2014

L’avviso di selezione è stato pubblicato il 31 dicembre 2014 ed è scaduto il 20 gennaio 2015-

Con delibera n 8 del23 gennai 1056 è stata nominata a commissione tecnica costituita dalla segretaria comunale Maria Luisa Mercuri, dall’ingegnere Franco Lorelli responsabile lavori pubblici ed urbanistica e dal dr Mario Aloe responsabile dell’ufficio del personale

Sono pervenute 4 domande, cioè quelle dello stesso ingegnere Domenico Pileggi, dell’Ingegnere Dignitoso Luca , dell’architetto Garofalo Santo e dell’architetto Giuseppe Caracciolo

La commissione tecnica si è riunita ieri 3 febbraio ed ha deciso la esclusione dell’architetto Giuseppe Caracciolo per carenza del requisito della prestazione di 3 anni di servizio presso ente pubblico

 

Restano per la selezione solo l’ingegnere Domenico Pileggi, l’Ingegnere Dignitoso Luca e l’architetto Garofalo Santo.

 

Ma chi sono?

L’ ingegnere Domenico Pileggi non ha bisogno di presentazione perché come è noto opera presso il comune di Amantea sin dall’agosto 2008 quando venne incaricato dalla triade commissariale e dopo l’allontanamento dei commissari venne reiterato nell’incarico da tutti i sindaci succedutisi fino al 31 gennaio 2015.

L’Ingegnere Dignitoso Luca, vive ad Amantea e lavora presso il Consorzio di Bonifica dei Bacini Meridionali del Cosentino, dove svolge le funzioni di responsabile delle OO PP.

L’architetto Garofalo Santo invece dopo presenze in vari comuni calabresi è ora Responsabile dell’Area Tecnica Settore II – Sviluppo del Territorio – del Comune di Rogliano (CS).

 

La prova di selezione con relativo colloquio si terrà venerdì 6 febbraio alle ore 15:30 presso la casa comunale sita in corso Umberto primo n 7.

Pubblicato in Cronaca

Un incendio inspiegabile, sul quale stanno indagando i Carabinieri. Raggiunto da TirrenoNews.it, Ottaviano Di Puglia, si dice sereno "un fuoco inspiegabile, la macchina era lì da ore"

Abbiamo sentito Viano nel pomeriggio di oggi. 

Era sereno e mostrava di aver preso la vicenda quasi filosoficamente.

Infastidito, certo, ma tranquillo, senza timori.

Quando ieri sera è stato chiamato quale componente operativo della locale protezione civile perchè un’auto bruciava si è recato sul posto scoprendo che era proprio la sua auto che era stata attinta dal fuoco.

Un fuoco inspiegabile. L’auto, infatti, era lì da ore .

Il sangue freddo lo ha indotto a chiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco della vicina Paola per avere una certificazione tecnica sulle cause dell’incendio.

Ma sembra che non siano state trovate tracce di attentati incendiari

Certo che le indagini sono iniziate con immediatezza e non lasciano di percorrere alcuna delle possibile vie che potrebbero portare a scoprire mandanti ed esecutori

Difficile credere che si tratti di autocombustione

Ignote le “diverse” ragioni alla base di questo evento che quindi potrebbe non essere accidentale.

Certo è anche difficile credere che il fatto possa essere legato all’impegno di Viano di Puglia nella locale protezione civile.

Altri fatti similari hanno quasi sempre orientato verso altre ragioni.

È anche vero che siamo in dirittura di arrivo delle consultazioni amministrative e che non sarebbe impossibile trovare nel fatto una matrice politica .

Se fosse così sarebbe un bel problema, significherebbe che si stanno avvicinando giorni difficili, significherebbe che la politica comincia a giocare sporco.

Forse ad intimidire .

Forse, ma forse siamo su una pista sbagliata.

Lasciamo gli investigatori al loro lavoro.

Certo ci chiediamo a che cosa servano tutte le vantate telecamere di sicurezza. Sembra che le sole telecamere efficaci ad Amantea siano quelle dei photored!

La sede della protezione civile di Germaneto in Catanzaro si è allagata. Non siamo riusciti a trovare le foto dell’acqua e del fango che allagavano la sede di quella struttura che dovrebbe difendere la Calabria e che alle prime acque non è stata capace nemmeno di difendere se stessa.

Abbiamo notato soltanto che il piano di posa del manufatto è più basso rispetto alla strada di accesso e della quota dei terreni laterali, così che sembra strano che finora non si sia allagata.

Un tecnico della stessa Protezione civile ci ha detto che non comprende come la regione Calabria abbia potuto prendere in fitto tale sede vista la sua ubicazione in un alveo fluviale e la sua sottoposizione ai terreni circostanti. Ma evidentemente qualche ragione ci sarà stata. O forse qualche interesse.

Quando ci siamo andati noi il giorno dopo la pioggia le aree esterne della sede della Protezione civile erano completamente piene di fango ancora umido, in parte schiacciato e schizzato dai mezzi che le avevano percorso.

Di questa vicenda se ne è parlato poco e senza alcun accento critico. Eppure avrebbe meritato qualche riflessione.

Quantomeno avrebbe avuto diritto a trovare grande spazio nei mass media il fatto che oggi non sono soltanto i “soliti” fiumi ad esondare.

Oggi esondano anche i “nuovi” fiumi che sono le strade che appaiono indifese dalle acque che le invadono, come occorso nella zona di Germaneto . Parliamo della provinciale 48 , una strada che non ci sembra sia dotata di canali di allontanamento delle acque piovane al punto di diventare essa un fiume di acqua .

Esempio classico di sottovalutazione tecnica delle piogge.

Un altro esempio forse deriva dal fatto che il sig Prefetto di Catanzaro è stato preso di sorpresa e solo alla 10,12 ha convocato d’urgenza il Centro provinciale per il coordinamento dei soccorsi.

E’ vero che sono caduti 140-145 mm di pioggia in 6 ore ma è vero che la pioggia ha sorpreso perfino la Protezione civile regionale, deputata non solo a dare l’allarme, ma anche ad intervenire in soccorso della popolazione calabrese!

Eppure sentite cosa dice spostando evidentemente l’attenzione lontano da sé l’ingegnere Raffaele Niccoli (Arpaca responsabile del centro funzionale decentrato della Regione Calabria.

“I sindaci sono l’anello debole della catena. All’ultimo corso di formazione dedicato all’organizzazione del sistema di protezione civile, promosso nel 2006 subito dopo l’entrata in vigore della nuova normativa, su 409 comuni calabresi, hanno partecipato solo 83 amministrazioni. C’è un problema di formazione culturale”. Lo ha detto, nel corso di una conversazione con l’Agi, il responsabile del centro funzionale decentrato della Regione Calabria, l’ingegnere Raffaele Niccoli, commentando la situazione emersa dopo l’ondata di maltempo che ha interessato buona parte della Calabria. La struttura, incardinata nel sistema dell’Arpa Calabria, aveva diffuso in anticipo, attraverso la Protezione civile nazionale, lo stato di allerta per i territori interessati poi dal nubifragio. Niccoli ha evidenziato che “l’evento era stato previsto, ma il problema è come i sindaci intervengono. È questo il punto che va rafforzato - ha aggiunto - insieme ad un adeguamento culturale delle proprie azioni per una maggiore attenzione verso questi avvisi. Basti pensare che ci sono comuni che non hanno ancora nemmeno il piano di protezione civile che dice ancora cosa bisogna fare. La pratica, purtroppo, è diversa dalla teoria”. Per quanto riguarda quanto accaduto ieri, e quindi eventuali disfunzioni organizzative, Niccoli ha sottolineato: “Da quello che abbiamo visto in giro come cittadini, direi che siamo stati presi di sorpresa. Ieri mattina, ad esempio, durante quella pioggia, il traffico di Catanzaro era incredibile. Bisogna fare delle scelte, decidere se spostarsi in auto con quelle condizioni meteo piuttosto che chiudere le scuole. È un problema nazionale, poi c’è un’azione pedagogica da attuare, soprattutto attraverso una formazione dei giovani nelle scuole. Il problema grosso, in questi casi, è come i Comuni danno comunicazione alla popolazione”. Rispetto al fatto che, visti i numerosi avvisi di criticità emessi di volta in volta, si rischierebbe la paralisi di tante realtà, il responsabile del centro della Regione ha spiegato: “Questa è una scelta di gestione della cosa pubblica. Bisogna decidere se è peggio un mancato allarme o un allarme di troppo”. D’altronde, secondo l’esperto, “abbiamo un territorio troppo fragile. Non serve rincorrere le responsabilità, serve prevenzione e coscienza di auto protezione. Se un corso d’acqua è tappato perché qualcuno ha costruito un passaggio o ha ristretto la sua portata, è evidente che ci saranno delle conseguenze. Martedì, durante quella tempesta, c’erano mamme che portavano i bambini a scuola e poi rimanevano bloccate nelle loro auto per la pioggia. Si aspetta sempre - ha aggiunto - che siano gli altri a fare qualcosa, ma il sistema non è più così. Oggi, anche per chi ha avuto la casa allagata o invasa dal fango, non c’è più l’intervento delle istituzioni, come d’altronde abbiamo visto in Sardegna. Se ci sono allagamenti bisogna rimboccarsi le maniche perché non ci sono più nemmeno le disponibilità economiche di una volta per intervenire”. Mettendo a confronto il dato della Sardegna, con circa 440 millimetri di pioggia caduti, e quello di Catanzaro, con circa 140 millimetri, Niccoli ha evidenziato: “Su Catanzaro non abbiamo avuto danni dai corsi d’acqua. I grossi danni sono venuti dall’acqua che scendeva dai versanti che, non avendo una regimentazione dello scolo delle acque bianche ha provocato una canalizzazione sulle strade che hanno fatto da collettore. Ho avuto modo di visionare alcuni filmati - ha proseguito - e questi dimostrano che queste strade erano diventate dei fiumi in piena”. Guardando ai danni prodotti, invece, in provincia, Niccoli ha sostenuto che “a Sellia Marina la situazione è stata diversa. Il villaggio è stato lambito dal fiume, e questo è stato l’unico allagamento di questo tipo. Purtroppo c’è un disordine del territorio, basta vedere via Lucrezia della Valle, ad esempio, per vedere le stradine che scendono dalle colline e che si trasformano in fiumi di acqua”. Niccoli ha anche analizzato le azioni da intraprendere: “Gli effetti non si annullano in tempi brevi e medi. Occorre fare - ha detto - dei piani di protezione civile e le esercitazioni con la popolazione, senza prenderle con superficialità. Bisogna fare imparare i piani di protezione civile intanto che si mette in sicurezza il territorio. Nell’immediato c’è solo la prevenzione”. Per quanto concerne le attività dell’ufficio che dirige, Niccoli ha dichiarato che ““dal punto di vista tecnologico limiamo anche i minuti, ma è frustrante se poi non c’è nessuno che attua gli avvisi”. Ci sono, dunque, responsabilità e ruoli ben precisi secondo Niccoli, anche se i sindaci sono l’anello debole di questa catena: “Il sindaco sa di essere il responsabile locale di protezione civile - ha sottolineato - e lo sa da quando decide di candidarsi. C’è un problema di formazione culturale. Bisogna aiutare soprattutto i piccoli comuni, che sappiamo essere in difficoltà, ma bisogna essere disponibili a fare e poi - ha concluso - bisogna arrivare alla popolazione”

Insomma , la solita tecnica quale è quella di spostare l’attenzione verso gli altri; nel caso i sindaci che pur se avvertiti non hanno comunque i mezzi finanziari per attendere a quanto necessario.

Siamo all’anno zero. O forse sotto zero!

Pubblicato in Catanzaro
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