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Una operazione svoltasi su tutto il territorio calabrese ha visto impegnati uomini appartenenti alle Capitanerie di porto di Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia, Gioia Tauro e Corigliano Calabro ed ai rispettivi uffici marittimi dipendenti.

 

Sono stati sequestrati circa 7000 metri di reti da posta derivanti, in gran parte sequestrati ad ignoti ed in un caso ad un pescatore professionista non autorizzato all’utilizzo di questo tipo di reti

Sono state sequestrate 36 nasse utilizzate illegalmente in violazione della normativa in materia di pesca sportiva.

 

Sono stati comminati 8 verbali amministrativi per un ammontare di oltre 11.000 euro, a carico di un pescatore professionista per aver utilizzo un tipo di attrezzo per il quale non era autorizzato, e di un conduttore di automezzo perché sprovvisto della documentazione attestante la tracciabilità del prodotto.

Sono stati sanzionati tre pescatori professionisti per non avere comunicato alla Capitaneria di Porto di Reggio Calabria l’ingresso e l’uscita dell’unità da pesca dai rispettivi sorgitori in violazione all’ordinanza n°.8 datata 5 maggio 2015 della Capitaneria di porto di Reggio Calabria.

 

Sanzionato anche un diportista per la detenzione di una rete da pesca non consentita per la pesca sportiva/ricreativa, per una lunghezza di 150 metri circa.

Complessivamente sull’intero territorio regionale sono stati redatti 32 verbali di illeciti amministrativi, per un importo complessivo di oltre € 28.000

Sequestrati 750 kg circa di prodotti ittici, in quanto pescati illegalmente e privi di documenti obbligatori per la tracciabilità, tra cui 14 esemplari di pesce spada sottomisura sequestrato a carico di un pescatore professionista effettuato dal personale della Capitaneria di porto di Crotone

 

Sequestrati 3.000 metri di palangari ed attrezzi da posta sequestrati dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Soverato ad ignoti utilizzati illegalmente in violazione alle norme di sicurezza della navigazione ed in materia di pesca sportiva.

Elevati 570 sequestri amministrativi di esemplari di tonno rosso per complessivi 593 kg.

In particolare sono stati sequestrati, 367 esemplari di tonno rosso dal personale della Capitaneria di porto di Vibo Valentia, 210 kg esemplari di tonno rosso dal personale dell’Ufficio Circondariale marittimo di Cetraro e altri 80 kg da parte del personale dell’Ufficio Circondariale marittimo di Maratea.

 

Gli uomini della Guardia Costiera hanno effettuato controlli nei mercati ittici, in mare, nei porti, nelle pescherie, nei ristoranti e lungo le strade cittadine presso i rivenditori ambulanti.

Ha contribuito il personale dei Servizi veterinari delle ASL di tutta la Regione Calabria.

Pubblicato in Calabria

logo marano

Comunicato stampa

L’azienda di Amantea specializzata nella lavorazione dei fichi secchi coinvolta nell’operazione condotta dal Corpo Forestale dello Stato finalizzata al controllo delle tecniche di lavorazione dei prodotti non è in alcun modo riconducibile ai Fratelli Marano.

I referenti della prestigiosa ditta a conduzione familiare, che opera da più generazioni in questo settore, in una nota stampa hanno voluto rimarcare la propria estraneità ai fatti verbalizzati dagli agenti.

“Nelle scorse ore – spiegano i rappresentanti dell’azienda – abbiamo ricevuto messaggi di stima e di solidarietà da parte di amici e clienti che hanno appreso dell’indagine condotta dal Corpo Forestale dello Stato e che hanno erroneamente abbinato luoghi e circostanze, identificando la ditta di Amantea coinvolta con la nostra. Non è assolutamente così. La lavorazione fichi Fratelli Marano è costantemente attenta e scrupolosa nel mantenere elevati livelli di produzione e di conservazione dei propri prodotti. Non abbiamo dunque nulla a che vedere con le attività della Forestale che ringraziamo per l’opera di controllo sulla qualità a difesa dei consumatori, messa in campo giorno dopo giorno, unitamente alle altre forze dell’ordine. A loro va il nostro plauso”.

via Garibaldi 3

87032 Amantea (CS)marano

Tel +39 098241277

Fax +39 0982428926

Mob +39 3463034310

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.fichimarano.it

L’impianto era privo di ogni tipo di autorizzazione sanitaria.

Amantea – Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, Nucleo investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Cosenza in collaborazione con il Comando Stazione di Longobardi hanno eseguito un controllo agroalimentare presso un’azienda di trasformazione prodotti alimentari nel Comune di Amantea.

Durante il controllo si è rinvenuto un laboratorio completamente abusivo privo dei titoli edilizi e delle autorizzazioni sanitarie all’interno del quale venivano prodotti fichi secchi.

 

I fichi erano trattati presumibilmente con anidride solforosa, gas tossico utilizzabile solo sotto lo stretto controllo di un tecnico chimico abilitato al trattamento.

I controlli hanno evidenziato come l’impianto di gassazione, così come la camera stagna erano realizzati in modo artigianale e privi di qualunque sistema di controllo e sicurezza.

 

A seguito del controllo si è posto sotto sequestro il magazzino e l’impianto oltre a 80 cassette di fichi secchi in procinto di essere immessi sul mercato.

Il titolare dell’azienda è stato deferito per abusi edilizi e detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione. su delega della Procura della Repubblica di Paola, che ha convalidato il sequestro, la bombola contenente anidride solforosa è stata asportata e consegnata al dipartimento di chimica e tecnologie chimiche dell’Università della Calabria per le analisi sull’additivo chimico, le analisi su un campione di fichi prelevati verranno invece effettuate dall’Asp di Cosenza con la collaborazione dell’istituto zoo profilattico.

Pubblicato in Primo Piano

Scigliano (cs) – 22 giugno 2015 – Una operazione congiunta di Guardia Di Finanza e Corpo Forestale dello Stato ha portato nei giorni scorsi al sequestro nel Comune di Scigliano (cs) di tre manufatti adibiti a vasche di depurazione. In particolare il controllo degli uomini delle Forze dell’Ordine ha interessato le località “Pellara”, “Lupia” e “Piano d’Orlando”.

Nella prima, dove confluiscono le acque reflue dell’abitato della frazione “Diano”, l’accertamento ha evidenziato la presenza di alcune vasche non funzionanti e prive di autorizzazione.

Tali rifiuti allo stato liquido non subendo alcun processo di trattamento depurativo, venivano sversati in un fosso adiacente per poi finire in alcuni torrenti naturali.

Nel secondo manufatto, o pseudo depuratore confluiscono le acque reflue delle abitazioni della frazione Calvisi, le quali anche in questo caso che senza subire alcun processo di depurazione sversano nel torrente Vallone del Monaco che successivamente si immette nel Fiume Savuto con conseguente danneggiamento ed alterazione dell’equilibrio chimico-fisico e biologico del corso d’acqua.

Infine il terzo controllo è stato effettuato a “Piano d’Orlando” ad un manufatto che raccoglie le acque della linea fognaria delle abitazioni della frazione “Travers”.

Acque che poi venivano sversate a cielo aperto nei terreni circostanti rappresentati da comprensori boscati di specie varie con limitrofi terreni agricoli.

A seguito dell’accertamento si è quindi provveduto al sequestro dei manufatti e al deferimento degli amministratori comunali per attività di gestione non autorizzata di rifiuti speciali, essendo il tutto effettuato senza le dovute autorizzazioni e nulla osta previsti ai sensi del decreto legislativo 152/2006 che regola tale attività.

Pubblicato in Cosenza

cAP1Sono appena terminate le operazioni di sequestro di una grossa azienda di lavorazione bitumi presente in località Santa Maria o Paliano di San Pietro in Amantea che contigua al fiume Catocastro. 
L'operazione eseguita dalla Compagnia dei Carabinieri di Paola e dagli uomini della Guardia Costiera.

 

Le operazioni di sequestro sono state eseguite dai Militari del N.O.E. di Catanzaro, dalla Compagnia Carabinieri di Paola, dalla Stazione dei Carabinieri di Amantea, congiuntamente ai Guardacoste di Vibo e della Delegazione di Spiaggia di Amantea. Quattro le pattuglie impiegate nell’attività, che hanno proceduto a dare esecuzione al provvedimento della misura cautelare reale emesso dal Procuratore Capo della Repubblica di Paola Dott. Bruno Giordano, in virtù del Decreto di Sequestro Preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Paola Dott. Pierpaolo Bortone.

L’attività d’indagine ha avuto iniziato nel febbraio 2014, con specifica delega d’indagine data dalla Procura della Repubblica di Paola al Personale della Guardia Costiera di Amantea. La stessa è poi proseguita, a seguito della denuncia sporta da alcuni residenti della località la Fiumara del Comune di San Pietro, alla Stazione dei Carabinieri di Amantea, mediante ulteriore delega dell’Autorità Giudiziaria di Paola data ai Militari dell’Arma per l’esecuzione di specifiche attività investigative svolte sia dai militari della predetta stazione che dagli esperti del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro.

Le attività investigative svolte dai Carabinieri e della Guardia Costiera hanno permesso di deferire in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Paola due soggetti, nella qualità di amministratore unico e legale rappresentante di due società entrambe con sede in Amantea, per la violazione di reati del testo unico ambientale D.lvo 152/2006 e di occupazione di demanio fluviale. In particolare, dal definito quadro delle indagini, svolto in sinergia tra i due Corpi di Polizia è emersa l’illecita condotta da parte degli indagati per aver:

             depositato in maneria incontrollata materiale ferroso nei pressi dell’argine del fiume Catocastro e quello di cumuli di materiale inerte e di risulta edile, nell’area di stoccaggio adiacente l’impianto in questione, nonché aver depositato materiale inerte e fresato di bitume nelle aree appartenenti al demanio fluviale, senza la prevista autorizzazione;

             sversato, sul piazzale antistante l’impianto, liquidi oleosi fuoriuscente da contenitori e rotoli di pennelli di bitume sul terreno, depositati senza cautela;

             convogliato gli scarichi delle acque piovane, attraverso una serie di canalizzazioni al pozzetto di raccolta e da qui alla vasca poi sfociante nel fiume Catocastro, senza la prevista autorizzazione della Provincia;

             immesso, senza la prevista verifica semestrale (quest’ultima mai richiesta), fumi in atmosfera e la dispersione di polveri nell’area durante il processo di produzione del conglomerato bituminoso.

Per tali motivi e al fine di impedire la protazione delle conseguenze della suindicta illecita attività e al fine di salvaguardare la pubblica incolumità dei cittadini residenti nella zona, il G.I.P. ha disposto il Sequestro Preventivo dell’intera area occupata e dell’azienda di lavorazione di bitumi.

Affissi, quindi, sigilli e cartelli monitori, recanti la dicitura “AREA SOTTOPOSTA A SEQUESTRO PREVENTIVO”, data in custodia giudiziale, senza facoltà d’uso, al responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di San Pietro in Amantea.

Su richiesta della parte, per come disposto anche nell’Ordine di Esecuzione di Misura Cautelare reale, è stato concesso agli interessati un termine di sette giorni per l’allontanamento dai siti interessati, di materiale deperibile e di mezzi in esso custoditi.

 

Comunicato Stampa della Guardia Costiera

Pubblicato in Primo Piano

tonno1Continua incessante l’attività di contrasto alla pesca illegale, alla detenzione ed alla vendita del tonno rosso illegalmente catturato. Per tale specie ittica, infatti, la Comunità Europea ha stabilito le quote di cattura, distribuendole alle varie Nazioni, tra cui l’Italia.

Il Terzo Reparto del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, all’interno del quale è inserito anche il Centro Nazionale di Controllo Pesca, emana le direttive relativamente ai controlli, che, a livello regionale, per la Calabria, vengono coordinati dalla Direzione Marittima di Reggio Calabria.

Nell’ambito delle richiamate attività di controllo e contrasto, nella scorsa notte, allo svincolo autostradale di Falerna (CZ), due radiomobili del Nucleo Operativo Difesa del Mare della Guardia Costiera di Vibo, procedevano al fermo di un TIR appartenente ad una società Siciliana, a bordo del quale si accertava la presenza di 42 (quarantadue) esemplari di tonno rosso privo dei documenti di trasporto previsti per questo prodotto ittico, i cosiddetti BCD (Bluefin Tuna Catch Document). Tale documento deve, infatti, essere regolarmente vidimato dall’Autorità Marittima del posto ove avviene lo sbarco del pescato e all’interno di quest’ultimo viene ricostruita e garantita la tracciabilità delle diverse fasi della filiera di sfruttamento del Tonno Rosso, dalla cattura alla commercializzazione. In mancanza del B.C.D. gli esemplari di tonno rosso sono da considerarsi provenienti da cattura illegale, poiché in palese violazione dell’art. 34 del Reg. (CE) n. 302/2009 datato 06.04.2009.

Appurato ciò, i guardacoste operanti procedevano a porre sotto sequestro amministrativo oltre 6.200 kg di tonno rosso e ad elevare, a carico del conducente del Tir, una sanzione amministrativa di 4.000,00 euro. Il mezzo pesante impiegato per il trasporto del prodotto ittico illegalmente detenuto, veniva, quindi, scortato dalle due pattuglie fino al porto di Vibo Valentia Marina, ove la Sala Operativa della Guardia Costiera, richiedeva l’intervento del veterinario di turno dell’ASP di Vibo, che giunto sul posto verificava l’idoneità al consumo umano dell’intero prodotto ittico sequestrato.

Trattandosi di merce altamente deperibile, i quarantadue esemplari di tonno rosso, sotto l’attenta supervisione dei militari operanti, venivano sbarcati dal camion, pesati singolarmente e riposti in una idonea cella frigo presente nell’area portuale di Vibo Marina. Al più presto il prodotto verrà avviato alla vendita da parte della Capitaneria di Porto di Vibo ed il ricavato versato nelle casse dell’erario.

Continueranno nei prossimi giorni – si legge nella nota stampa – le attività di controllo da parte della Guardia Costiera, sia via terra che via mare, finalizzate al contrasto della pesca illegale del tonno rosso e dell’immissione del frutto di tale pesca sul mercato ad opera di Motopesca Comunitari.-

Comunicato  guardia costiera 

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Pubblicato in Calabria

coreca3CONTINUA INCESSANTE IL LAVORO DELLA GUARDIA COSTIERA DI VIBO, CHE ANCHE NEL WEEK END PASQUALE HA OPERATO CONTROLLI IN MATERIA DI TUTELA AMBIENTALE LUNGO LA FASCIA COSTIERA DI COMPETENZA E CHE HA PORTATO ALL’INDIVIDUAZIONE DI ETERNIT ABBANDONATO SULLA SPIAGGIA DELLA LOCALITA’ CORECA DEL COMUNE DI AMANTEA.

NELLO SPECIFICO, UN OPERATORE BALNEARE DELLA ZONA, ALLERTATO DA ALCUNI TURISTI CHE AVEVANO INDIVIDUATO FRAMMENTI DI ETERNIT SPARSI SULLA SPIAGGIA DI CORECA, HA CONTATTATO IL NUMERO EMERGENZE IN MARE 1530 DELLA GUARDIA COSTIERA.

LA SALA OPERATIVA DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO, ANALIZZATA LA SEGNALAZIONE, DIROTTAVA IMMEDIATAMENTE IN ZONA LA PATTUGLIA DELLA GUARDIA COSTIERA DI AMANTEA, IL CUI EQUIPAGGIO ESPLETA UNA ACCURATA ISPEZIONE DEI LUOGHI. I MILITARI, INFATTI, OLTRE A INDIVIDUARE I FRAMMENTI DI ETERNIT SULLA SPIAGGIA, VERIFICAVANO CHE ALTRI DI DIMENSIONI PIU’ GRANDI ERANO STATI OCCULTATI TRA I MASSI A PROTEZIONE DELLA LINEA FERROVIARIA.

VENIVA, QUINDI, RICHIESTO L’INTERVENTO DELL’UFFICIO TECNICO DEL COMUNE DI AMANTEA, CHE GIUNTO SUL POSTO, FACEVA INTERVENIRE UNA DITTA SPECIALIZZATA ALLO SMALTIMENTO DEL MATERIALE INQUINANTE COMPOSTO DA LASTRE DI ETERNIT, CHE, UNA VOLTA RACCOLTO (QUASI UN METRO CUBO), VENIVA MESSO IN SICUREZZA E RECINTATO CON TRANSENNE DI ALLUMINIO, PER ESSERE SUCCESSIVAMENTE ANALIZZATO DALL’ASP COMPETENTE PER L’AVVIO A DISTRUZIONE.

L’EQUIPAGGIO DELLA PATTUGLIA DELLA GUARDIA COSTIERA, PROVVEDEVA, INOLTRE, AD AVVISARE TELEFONICAMENTE IL PUBBLICO MINISTERO DI TURNO DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PAOLA, CHE HA PRESO IL COORDINAMENTO DELLE INDAGINI TESE AD INDIVIDUARE I SOGGETTI CHE HANNO ABBANDONATO MATERIALE PERICOLOSO INQUINANTE SU SUOLO DEMANIALE MARITTIMO, RENDENDOSI RESPONSABILI DEL REATO DI ABBANDONO DI RIFIUTI PERICOLOSI.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO.

Pubblicato in Calabria

Parliamo del colonnello della Guardia di Finanza Fabio Massimo Mendella, l'ufficiale che secondo l'accusa, avrebbe ottenuto tangenti per oltre un milione di euro in cambio di verifiche fiscali compiacenti nei confronti di imprenditori.

I magistrati lo accusano di aver agito «In violazione dei doveri di imparzialità e trasparenza imposti a tutti i funzionari pubblici».

Il colonnello della Guardia di Finanza Fabio Massimo Mendella ,era stato comandante del gruppo Tutela entrate di Napoli e successivamente del gruppo di Roma

E’ accusato, nell'ambito di una inchiesta della procura partenopea, di vari episodi di corruzione e concussione.

Per questo è stato disposto dalla Corte dei Conti, sezione per la Campania il sequestro conservativo di una somma fino a un milione e 619mila euro.

Il sequestro è stato disposto per il danno arrecato al ministero dell'Economia e delle Finanze. L'udienza davanti alla Corte dei Conti è stata fissata per il 9 aprile prossimo.

Pubblicato in Italia

Continua su più fronti l’attività congiunta svolta dalla Capitaneria di Porto di Vibo e dal Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza che stanno eseguendo una intensa attività di controllo del territorio demaniale marittimo della Provincia di Vibo.

 

 

In particolare nei giorni scorsi, due pattuglie, una del Servizio Operativo della Guardia Costiera e una della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Vibo, impegnate in attività di controllo sull’abusivismo edilizio, giunte in località Bivona del comune di Vibo Valentia, notavano che all’esterno di un fabbricato in muratura vi erano in corso lavori di manutenzione straordinaria.

All’esito di approfondimenti investigativi, si accertava che l’immobile oggetto di lavori di manutenzione ricadeva interamente su suolo demaniale marittimo senza che il proprietario nonché committente dei lavori, avesse ottenuto la prevista concessione demaniale.

Veniva, pertanto, contestato il reato di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo e sequestrata l’intera area di cantiere, nella quale ricadeva il manufatto in cemento armato, di oltre 500 metri quadri, composto di un piano fuori terra, munito di solaio di copertura e serrande metalliche di accesso.

Il responsabile, veniva, quindi, denunciato a piede libero alla competente Procura della Repubblica di Vibo Valentia per la violazione degli Art. 54 ed 1161 del Codice della Navigazione.

I controlli della Capitaneria di Porto e della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia a tutela del bene pubblico proseguono incessanti per evitare che cittadini onesti possano essere danneggiati da comportamenti illegali che agevolano economicamente chi decide arbitrariamente di violare le regole.

Pubblicato in Vibo Valentia

nocera01CONTINUA INCESSANTE L’ATTIVITA’ DEL PERSONALE DEL NUCLEO OPERATIVO DIFESA DEL MARE DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO VALENTIA MARINA, IMPEGNATO SU PIU’ FRONTI IN QUESTO PERIODO.

L’AZIONE SVOLTA RIGUARDA I CONTROLLI AGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE, QUEST’ANNO IMPLEMENTATI ANCHE NELL’ENTROTERRA, LA TUTELA DELLE RISORSE ITTICHE, CON MIRATI CONTROLLI SOPRATTUTTO FINALIZZATI A DEBELLARE IL FENOMENO DELLA PESCA ABUSIVA, NONCHE’ SULLA VERIFICA QUOTIDIANA DEL LITORALE COSTIERO E DEI PORTI RICADENTI NEL COMPARTIMENTO MARITTIMO DI VIBO VALENTIA MARINA, UNO DEI PIU’ VASTI D’ITALIA AVENTE UNA COMPETENZA  TERRITORIALE DI OLTRE 220 KM DI COSTA.

IN PARTICOLARE, NELLA MATTINA DI IERI, UNA RADIOMOBILE DELLA GUARDIA COSTIERA DELLA SEZIONE STACCATA DI POLIZIA MARITTIMA E DIFESA COSTIERA DI LAMEZIA TERME, MENTRE ERA IMPEGNATA IN ATTIVITA’ DI PATTUGLIAMENTO DEL LITORALE COSTIERO COMPRESO TRA CURINGA E NOCERA, NOTAVA LA PRESENZA DI LAVORI IN CORSO IN UNA STRUTTURA ALBERGHIERA DELLA LOCALITA’ MARINA DEL COMUNE DI NOCERA.

I GUARDACOSTE, INSOSPETTITI DAI LAVORI IN ATTO SULLA STRUTTURA CONTIGUA AL DEMANIO MARITTIMO, PROCEDEVANO AL CONTROLLO DEL FABBRICATO E RILEVAVANO INNOVAZIONI ESEGUITE ALL’ESTERNO DELLA STRUTTURA.

ALLA RICHIESTA DELLE VARIE AUTORIZZAZIONI OCCORRENTI PER LE MODIFICHE IN CORSO D’OPERA, EMERGEVA CHE I LAVORI ERANO PRIVI DELL’AUTORIZZAZIONE EX ART.55 DEL CODICE DELLA NAVIGAZIONE, CHE PREVEDE: “PER L’ESECUZIONE DI NUOVE OPERE ENTRO UNA ZONA DI TRENTA METRI DAL DEMANIO MARITTIMO O DAL CIGLIO DEI TERRENI ELEVATI SUL MARE E’ SOTTOPOSTA ALL’AUTORIZZAZIONE DEL CAPO DEL COMPARTIMENTO MARITTIMO”.

OLTRE ALL’ASSENZA DELL’AUTORIZZAZIONE DELL’ART.55 C.N., VENIVA, ALTRESì, RAVVISATA LA MANCANZA DEL PERMESSO A COSTRUIRE PER LE NUOVE OPERE, COME PREVISTO DAL TESTO UNICO IN MATERIA DI EDILIZIA.

EFFETTUATI GLI ACCERTAMENTI DEL CASO, I MILITARI DELLA GUARDIA COSTIERA OPERANTI PROCEDEVANO AL SEQUESTRO D’INIZIATIVA DEL CANTIERE E DELLE OPERE DI CIRCA 190 MQ.

SUL POSTO, LA SALA OPERATIVA DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO, DIROTTAVA ANCHE LA PATTUGLIA DELLA GUARDIA COSTIERA DI AMANTEA PER COLLABORARE ALLE ATTIVITA’ DI SEQUESTRO GIUDIZIARIO

LA ZONA E’ STATA DELIMITATA CON NASTRO BICOLORE  E SONO STATI AFFISSI SIGILLI E CARTELLI.

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