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L’organizzazione aveva costituito anche una ‘batteria di picchiatori’ composta da soggetti appositamente incaricati dell’esecuzione di attività estorsive per il recupero dei crediti maturati, mediante l’impiego della violenza

 

 

 

 

ROMA – I finanzieri del Comando provinciale di Roma stanno eseguendo – nel Lazio, in Calabria e in Sicilia – un’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, nei confronti di 51 persone (50 finite in carcere e una assegnata ai domiciliari), accusate di appartenere ad un’organizzazione criminale specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti, in grado di rifornire gran parte delle “piazze di spaccio” dei quartieri della Capitale.

L’organizzazione, secondo gli investigatori, aveva costituito “una ‘batteria di picchiatori’ composta da soggetti appositamente incaricati dell’esecuzione di attività estorsive per il recupero dei crediti maturati, mediante l’impiego della violenza”.

All’operazione, denominata “Grande Raccordo Criminale”, partecipano circa 400 militari, con il supporto di elicotteri e unità cinofile.

Seguono aggiornamenti

Pubblicato in Italia

come-funziona-elettricita-it-000Il Consiglio Comunale di Trebisacce, nell’esprimere solidarietà al Sindaco di Nocara, Francesco Trebisacce, ha voluto prendere una netta posizione di protesta nel confronti delle Misure di Salvaguardia imposte nei confronti di alcuni comuni calabresi, tra cui Nocara, da parte dell’Enel SpA.

Il Regime di Salvaguardia è un regime particolarmente oneroso che viene applicato nei confronti degli Enti anche solo parzialmente morosi in relazione al pagamento delle utenze legate alla fornitura di energia elettrica.

Da tale regime discende, per l’ente, una sensibile maggiorazione delle tariffe, calcolato in base ad un coefficiente chiamato Parametro Omega, che per la Regione Calabria è in assoluto il più alto di tutta Italia, pari a 51,86 punti contro, ad esempio, i 13,89 della Lombardia, i 12,39 di Veneto ed Emilia Romagna, i 15,90 di Toscana, Marche ed Umbria e i 39,96 della vicina Sicilia.

Una disparità di trattamento tra le regioni del Nord e quelle del Sud, in particolar modo la Calabria, che ha spinto il Consiglio Comunale di Trebisacce ad adottare una mozione, la quale verrà condivisa con gli altri Comuni del territorio e della Regione. Fine di questo atto è indurre il Governo Centrale ad una riflessione, ponendo una semplice domanda “Perché sono le regioni del Sud quelle che vengono sempre più penalizzate?”.

L’Assessore ai Lavori Pubblici, Filippo Castrovillari, che ha esposto la questione nel corso del Consiglio Comunale, ha così commentato: “Il Regime di Salvaguardia è una misura particolarmente iniqua e penalizzante. Lo è per qualsiasi Comune, lo è ancora di più per i Comuni calabresi che sono sottoposti ad un regime in alcuni casi tre volte superiore a quello degli altri comuni, soprattutto quelli del Nord. Non è chiaro il motivo di questa discriminazione, e la ratio di questa norma. Se un Ente è in ritardo con i pagamenti lo è in funzione di una reale difficoltà, non certo per un capriccio. Condannare un Comune in difficoltà alzando le tariffe per la fornitura di un bene fondamentale come l’energia elettrica è un paradosso difficilmente comprensibile.”

Il Sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, ha dichiarato: “Dobbiamo fare squadra tra tutti i Comuni Calabresi, levarci con una sola voce e spingere perché questa determinazione di condanna di un meccanismo penalizzate, iniquo e discriminatorio per le città del Meridione, venga quanto prima rivisto e archiviato. Non è accettabile che a fronte di una medesima fattispecie ci sia una tale diversità di trattamento. Invito i miei colleghi sindaci a portare nell’ambito dell’assise dei Consiglio Comunali la stessa mozione che ha approvato il Consiglio Comunale di Trebisacce quanto prima, per mandare un segnalare, chiaro ed inequivocabile, di condanna contro il sistema del Regime di Salvaguardia che punisce, invece di supportare, gli enti in difficoltà.

L’atto deliberativo sarà inviato al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero dell’Interno, all’Autonomia Nazionale per l’Energia, all’ANCI Nazionale e Regionale, per chiedere di avviare le più utili ed opportune iniziative dirette a riportare equità e giustizia tra i Comuni, che inevitabilmente non possono garantire con puntualità i pagamenti, considerato che i relativi ruoli vengono incassati semestralmente e con somme inferiori, mentre le fatture di pagamento sono bimestrali. Ciò genera debito.”

L’Italia ci sembra, sempre più, un paese senza futuro.

Il paese dei furbi che approfittano delle pieghe della legge per farsi i fatti propri.

Mille gli esempi.

 

Ma la cosa che ci appare veramente oltraggiosa, non scandalosa, è quella denunciata da Nello Musumeci nella recente conferenza stampa sulla gestione del personale della Regione Siciliana.

Un Nello Musumeci determinato e politicamente senza veli quello che ha dichiarato «In Sicilia ci sono dipendenti della Regione che si sono fatti adottare da anziani malati per potere beneficiare della legge 104 per l’assistenza.

È possibile che su 13mila dipendenti, 2.350 usufruiscano della legge 104?».

Poi aggiunge : «Faremo dei controlli e troveremo le organizzazioni sindacali dalla nostra parte, ognuno si assumerà la responsabilità delle proprie azioni, il tempo dei giochetti, delle coperture e dei ricatti reciproci è scaduto.

Pubblicheremo gli elenchi abbiamo 13.000 dipendenti ma i nostri uffici non dispongono di personale, non solo tecnico, avremo bisogno di avvocati e esperti di economia».

Infine Musumeci snocciola anche le altre incredibili difficoltà sul fronte dei dipendenti regionali: «Ci sono 2.600 dipendenti dirigenti sindacali e non possono essere distaccati.

Si pensi che non possiamo trasferire personale da un ufficio all’altro oltre i 50 Km.

Ognuno si assumerà le proprie responsabilità.

Basta, il tempo dei giochetti e dei ricatti reciproci è scaduto».

NdR: Presidente, restiamo in attesa di quanto farete e nel mentre vi formuliamo l’augurio di grandi successi.

Sarebbe bello che la Sicilia diventi l’ apripista per tutta la nazione,un esempio di correttezza e di civiltà!

Pubblicato in Italia

«In Sicilia sono finiti i candidati per Palazzo Madama e probabilmente il Senato avrà un seggio in meno perché abbiamo più seggi che candidati».

Luigi Di Maio dal palco della sua Pomigliano d’Arco si sbilancia, affermando che l’ondata a cinque stelle in Sicilia è stata così inaspettata da aver portato alla luce dei problemi nel nuovo sistema elettorale.

Conquistato tutti e 28 i collegi uninominali dell’isola, oltre al 49% dei consensi, la Sicilia porta in dote al M5S un nutrito numero di parlamentari: 57 eletti, con 28 parlamentari nella quota uninominale.

Alcuni dei vincitori al proporzionale sono già eletti nei collegi uninominali e, in caso di doppia elezione, prevale quella nell’uninominale.

Succede quindi che al proporzionale il successo è così grande che non ci sono abbastanza nomi in lista per occupare tutte le poltrone: per occupare quelle 57 poltrone ci sono solo 53 teste, quattro di meno.

E all’appello mancano tre persone per la Camera e una per il Senato.

Un effetto collaterale non nuovo alla politica, che nelle ultime ore ha acceso il dibattito, così come le polemiche.

Chi occuperà quelle poltrone?

Come verranno suddivisi i seggi?

In base al decreto del Presidente della Repubblica numero 361 del 1957, «qualora una lista abbia esaurito il numero dei candidati presentati in una circoscrizione e non sia quindi possibile attribuire tutti i seggi ad essa spettanti in quella medesima circoscrizione, l’Ufficio centrale nazionale assegna i seggi alla lista nelle altre circoscrizioni in cui la stessa lista abbia la maggiore parte decimale del quoziente non utilizzata, procedendo secondo un ordine decrescente.

Qualora al termine di detta operazione residuino ancora seggi da assegnare alla lista, questi le sono attribuiti nelle altre circoscrizioni in cui la stessa lista abbia la maggiore parte decimale del quoziente già utilizzata, procedendo secondo un ordine decrescente».

Secondo il leader del Movimento in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, «abbiamo ottenuto una valanga di voti che ha mandato in tilt persino il sistema elettorale, facendo emergere tutte le criticità di una legge, il Rosatellum, scritta ad arte per fermare il M5s».

Secondo lui, il decreto del 1957 non sarebbe sufficiente: «Se per la Camera la situazione è chiara, per il Senato la norma ha un buco. I seggi a Palazzo Madama sono attribuiti su base regionale: chiederemo un chiarimento ufficiale».

Anche secondo Emanuele Rossi, costituzionalista della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, «nel caso del Senato il Rosatellum presenta un vero e proprio `buco´ che deve essere colmato» perché «se una lista ottiene più seggi dei candidati, alcuni seggi non possono essere assegnati».

La legge andrebbe inoltre corretta per «assicurare la possibilità di proporre un numero di candidati per ciascuna lista pari al numero dei seggi disponibili».

Se ora non si troverà una quadra, si potrebbe ripetere quanto già accaduto nel 2001 con la cosiddetta «legge Mattarella» , quando alla Camera ci fu un numero di deputati inferiore a 630.

Allora la «causa» non fu la valanga di voti ottenuta dalla coalizione della Casa delle libertà, bensì la presenza di numerose «liste civetta», create appositamente per non essere votate.

A mancare all’appello allora furono 12 eletti di Forza Italia: la Commissione elettorale della Cassazione diede un suo parere, ma alla fine la scelta fu politica e Montecitorio arrivò nel luglio 2002 a decidere di non assegnare i seggi.

Ma il «caso siciliano» non dovrebbe essere così grave: il dubbio ora è chi saranno i quattro parlamentari mancanti a rappresentare i siciliani nella prossima legislatura.

Palazzo Madama infatti non potrà eleggere la propria guida finché la Giunta provvisoria per la verifica dei poteri del Senato non dirimerà la questione del seggio conquistato in Sicilia dal Movimento 5 Stelle e non attribuito, per insufficienza dei candidati in lista.

Non un errore dei pentastellati, ma un vero e proprio bug del Rosatellum.

La composizione della Giunta in prima riunione è formata dai componenti rieletti che già ne hanno fatto parte nella scorsa legislatura. La situazione attuale non vede una maggioranza chiara.

Sui nove componenti, tre sono del Pd (Dario Stefano, Ada Ginetti e Giuseppe Cucca), tre del Movimento 5 Stelle (Vito Crimi, Mario Giarrusso e l'espulso Maurizio Buccarella), tre del centrodestra (due di Forza Italia, Giacomo Caliendo e Lucio Malan, e uno della Lega, Erika Stefani).

Va da sé che, in una situazione al 22 marzo ancora di confusione o di mancato accordo, se due o più forze politiche volessero ritardare l'elezione del presidente del Senato, attendendo lo sblocco dell'impasse e cercando di equiparare i tempi ai colleghi di Montecitorio, potrebbero avere uno strumento per farlo.

Si configurerebbe una situazione senza precedenti di caos istituzionale, e forse non si arriverà mai a un punto tale di involuzione della situazione politica.

Ma è un elemento di cui tener conto.

Sarà il forzista Caliendo, in qualità di consigliere anziano, ad assumere la presidenza pro tempore. Da lui e dai suoi colleghi potrebbe passare una fetta del destino della prossima legislatura.

Ma a pressioni tali ci sono abituati.

Sono loro infatti che decisero la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

Con tutto quel che ne è conseguito.

Pubblicato in Italia

estivbeL'estate ci ha lasciati da pochi mesi ma nonostante ciò sono in molti a sognare di trovarsi al mare, di concedersi momenti di relax al sole gustando allo stesso tempo una fresca bevanda. Nonostante manchino ancora molti mesi all'arrivo dell'estate 2018 sono in tanti coloro che si trovano già ad organizzare le prossime vacanze e se la domanda che vi state ponendo è "dove andare?" ecco che è possibile affermare che sono tantissimi i posti in Italia dove potersi rilassare al mare. Tra le migliori destinazioni per le vostre vacanze al mare in Italia vi troviamo la Puglia, la Calabria, la Sardegna, la Campania ,la Sicilia e tante altre regioni ancora. Ad esempio per le vostre vacanze in Puglia potreste scegliere di recarvi a Gallipoli, comune della provincia di Lecce conosciuto anche come 'Perla dello Ionio'.

La città di Gallipoli è divisa in due parti ovvero il Borgo e quindi la città nuova, ed il Centro Storico all'interno del quale potrete trovare numerosi palazzi antichi e chiese in stile barocco. Sempre nella parte della città vecchia troverete case con cornicioni azzurri e mura bianche ed inoltre vi è anche una spiaggetta alla quale potrete accedere scendendo le scale che collegano il centro storico al porto turistico. Tale spiaggia viene nello specifico chiamata 'Spiaggia della purità' in quanto situata vicino alla Chiesa della Purità. Gallipoli è anche una città molto nota per il suo mare e per i suoi due litorali ovvero quello nord e quello Sud dove si trovano gli stabilimenti balneari principali e tra le spiagge più famose di Gallipoli vi troviamo quella di Punta della Suina.

Per le vostre vacanze al mare Italia potreste anche scegliere una meravigliosa isola ovvero la Sicilia dove basterà recarvi solo una volta nella vita per capire quanto questo posto sia speciale e ricco di profumi intensi oltre che caratterizzato dalla presenza di un fantastico mare. Tra le località ideali dove trascorrere le vostre vacanze in Sicilia vi troviamo Cefalù, famoso comune situato sulla costa siciliana settentrionale a pochi chilometri da Palermo, il cui mare si presenta cristallino, quasi trasparente, e la sabbia dorata. Mondello viene invece considerata la spiaggia più bella nell’area di Palermo e, sempre nella parte occidentale della Sicilia merita di essere citata la spiaggia di Mazara Del Vallo che si presenta bianca e finissima circondata dall'azzurro del mare. E parlando di mare in Italia non può infine non essere citata la Calabria e nello specifico Tropea.

Pubblicato in Viaggi e Tempo Libero

Il gip di Messina ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per il neo deputato regionale Cateno de Luca, accusato di evasione fiscale sostituendo la misura con quella interdittiva del divieto di esercizio di posizioni apicali negli enti coinvolti nell'inchiesta.

Per il giudice sussistono i gravi indizi di colpevolezza di De Luca ma si sarebbero affievolite le esigenze cautelari. La settimana scorsa, dopo le continue esternazioni sui social del deputato il gip aveva disposto il divieto di comunicazione con l'esterno.

Revocati i domiciliari, il deputato regionale Cateno De Luca potrà insediarsi alla prima seduta dell'Assemblea siciliana, non appena verrà convocata dal presidente della Regione, Nello Musumeci.

De Luca, eletto nella lista Udc alle recenti elezioni regionali, è indagato per evasione fiscale dalla Procura di Messina.

Ma ecco cosa ha dichiarato De Luca su Facebook

"Guardate che sono un uomo libero.

Il gip ha revocato l'arresto, il sequestro, ha sconfessato tutto, tutte le porcherie, che noi abbiamo subito in questi giorni.

Vi prego solo di una cosa: ho bisogno di due, tre giorni per completare le denunce: stiamo denunciando tutti per falso in atti giudiziari, infedele patrocinio, per calunnia.

Ce ne è per tutti".

“Vi chiedo soltanto un supplemento di attesa.

Ho bisogno di due -tre giorni di stare concentrato con i miei avvocati per completare le denunce e depositarle, poi faremo una bella conferenza stampa e ricominciamo la nostra attività politica".

"Per il resto abbiamo un conto aperto con alcuni personaggi nel tribunale di Messina

Noi non stiamo col capo chino, noi denunciamo qualunque tipo di mafia anche quella giudiziaria. Noi andiamo avanti con forza, siete stati grandiosi.

Ora vi chiedo qualche giorno di pazienza".

"Sono sorpreso che una stampa attenta non capisca cosa è accaduto.

Se sei anni fa De Luca è stato arrestato riciclando un processo nel quale era stato tutto archiviato e ora dopo sei anni viene fatta la stessa operazione rispetto a processi di carattere fiscale nei quale c'era già stata la sentenza di non doversi procedere del gup di Messina, tutto ciò non vi lascia perplessi?".

Lo ha detto l'avvocato Carlo Taormina al termine dell'udienza davanti al tribunale della Libertà di De Luca.

"Se poi l'arresto dopo le elezioni non vi dice ancora nulla dubito del vostro equilibro.

E' chiaro che nei confronti di De Luca c'è un'operazione guidata da qualcuno che abbiamo già individuato.

Vi rendete conto che rispetto al sacco di Fiumedinisi è stato deciso che il fatto non sussiste e un gip dopo un interrogatorio di garanzia giunge alla conclusione di revocare i domiciliari?

Contro di lui c'e' killeraggio.

C'è uno scacchiere di situazioni che dobbiamo valutare e che dobbiamo prendere in considerazione e che, indirettamente e direttamente, sono riconducibili a organi giudiziari di questo palazzo di giustizia.

Faremo un bel processo nei confronti di alcuni magistrati che devono rendere conto di quello che stanno facendo"

Anche per Carmelo Satta, ex presidente della Fenapi, il gip ha disposto la revoca degli arresti domiciliari sostituendo la misura con quella interdittiva del divieto di esercizio di posizioni apicali negli enti coinvolti nell'inchiesta.

Pubblicato in Italia

Ancora scandalo nella Regione Sicilia.

La procura di Palermo ha avviato un’indagine su Edy Tamajo, 41 anni, neodeputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, con l’accusa di aver comprato parte dei 14 mila voti ottenuti a 25 euro l’uno.

L’indagato,candidato con Sicilia Futura che appoggiava Fabrizio Micari, domenica scorsa è risultato il più votato nelle liste palermitane ed il terzo con più consensi in tutta la Sicilia, ha quindi ricevuto da parte delle forze dell’ordine un avviso di garanzia con un supplemento di perquisizioni e sequestri.

Nello specifico, il reato ipotizzato a carico di Tamajo si tratta di associazione per delinquere finalizzata alla compravendita di voti e corruzione elettorale.

Coinvolte anche altre tre persone già identificate e localizzate nella parte sud-orientale del capoluogo siciliano: si tratta di Giuseppe Montesano, Cristian D’Alia, Nicolina D’Alia.

L’accusa è quindi legata ad un reato legato alla politica e a questa tornata elettorale, a differenza dell’altro neo eletto Cateno De Luca ai domiciliari per evasione fiscale e quindi per fatti precedenti alle regionali.

La Bindi presidente della commissione antimafia, a ridosso di un convegno organizzato da Libera contro le mafie ha detto “Il caso Tamajo preoccupa molto, perché il vizio della corruzione del voto di scambio, l’uso improprio del consenso, sembra attraversare in modo bipartisan le forze politiche.

La notizia è sicuramente preoccupante ; non è infatti una buona possibilità di partenza per il presidente Musumeci, che merita una condizione migliore per amministrare bene quella regione, che ha tanto bisogno di un buon governo.

Si conferma la necessità di un impegno maggiore delle forze politiche nel selezionare la classe dirigente e nel trovare i modi per ricercare il consenso.

Anche perché in quella terra le politiche clientelari sono sicuramente un vettore per la mafia”

Claudio Fava, candidato della sinistra alle elezioni del 5 novembre scorso in Sicilia, a poche ore dalla notizia dell’avviso di garanzia per voto di scambio che ha raggiunto Edy Tamajo, ha dichiarato “Tamajo, uomo di Cardinale (artefice della campagna elettorale del Pd, figlio di Totò, democristiano di nascita e due volte ministro delle telecomunicazioni nei governi D’Alema), eletto con il centrosinistra con 25 euro a voto. E secondo Orlando, Micari e Faraone mi sarei dovuto alleare con questi personaggi?».

E Sonia Spallitta, dirigente regionale di Rifondazione comunista e candidata all’Assemblea regionale siciliana nelle ultime elezioni dice «De Luca e adesso anche Edy Tamajo. A pochi giorni dallo spoglio, a far parlare di sé è un esponente del centrosinistra candidato con Sicilia Futura. Tamajo, recordman di preferenze a Palermo, è accusato di aver pagato 25 euro per ciascun voto in suo favore. Il reato ipotizzato dalla Procura è pesantissimo: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Se il reato fosse confermato sarebbe l’ennesima dimostrazione che la piaga degli “impresentabili” affligge trasversalmente quasi tutta la politica siciliana dei poteri forti e degli inciuci».

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Ieri, 6 novembre 2017, si è votato in Sicilia per l’elezione del Governatore e dell’Assemblea Siciliana.

Ha vinto il centro destra.

Ma il primo dato che emerge da questa tornata elettorale prima delle elezioni politiche del prossimo anno è il clamoroso flop del Partito Democratico di Renzi e il tracollo di Angelino Alfano e del suo partitino formato da fuoriusciti del partito di Berlusconi che aveva proprio in Sicilia il principale bacino elettorale.

Matteo Renzi aveva fiutato la debacle del suo partito e si era rifugiato in America. Tornato in Italia ha trovato un nuovo scenario e i suoi avversari interni sono già pronti a partire all’attacco in vista delle prossime elezioni politiche.

Per Alfano è l’inizio della fine.

Anche per lui suoneranno le campane a morte e si profila un rapido tramonto politico, come è successo all’altro traditore Fini.

Ma chi è davvero il vero, il principale vincitore di questa competizione elettorale?

Non è Renzi, non è Grillo, non è Berlusconi.

Ancora una volta ha vinto il partito del non voto.

Infatti meno della metà degli aventi diritto al voto si è recata alle urne.

Solo il 46,76% ha votato.

Un sintomo concreto del diffuso malcontento che regna tra gli elettori.

A questo punto la politica dovrebbe chiedersi il motivo di questa crescente disaffezione al voto. Il terremoto del voto in Sicilia ha portato alla cancellazione del confronto in televisione tra Renzi e di Maio, perché secondo il candidato premier del movimento 5 stelle Renzi non è più candidato Premier e il Pd, politicamente sconfitto, non è più secondo lui il competitor diretto del Movimento 5 stelle.

Il segretario Renzi dovrebbe dimettersi come lo hanno fatto altri segretari prima di lui dopo una batosta elettorale subita, ma sono sicuro che non lo farà.

E’ partito, invece, il solito spettacolino indecente alla ricerca di un capro espiatorio.

E nel mirino è finito addirittura il Presidente del Senato Pietro Grasso, colpevole di non aver accettato la candidatura a Governatore della Sicilia a sua volta proposta dal Partito Democratico il 25 giugno scorso.

Fino ad ieri Rosy Bindi. Renzi, Serracchiani ripetevano come un mantra:

Noi siamo il primo partito e ci candidiamo ancora un’altra volta a governare il paese.

Il Primo partito è quello di Grillo. Boom!

Il botto questa volta c’è stato ed è stato pure molto forte ed ha fatto tremare tutta la Sicilia e questa volta l’hanno sentito anche a Roma.

Chissà se il nostro amato ex Presidente della Repubblica Re Giorgio avrà sentito la tremenda botta proveniente dalla lontana Sicilia.

Beppe Grillo se la ride sotto i baffi e pensa già alle consultazioni nazionali della prossima primavera.

Questa è l’Italia che cambia.

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Mancano meno di mille sezioni alle fine delle operazioni.

Sono state scrutinate 4.401 sezioni su 5.300.

Questi i dati:

Musumeci ha 664.583 voti pari al 39,7 per cento;

Cancelleri ha 581.902 preferenze pari al 34,8 per cento;

 

Micari ha 309.418 voti pari al 18,5 per cento;

Fava ha 103.598 preferenze pari al 6,1 per cento e

La Rosa ha 12.195 voti pari allo 0,7 per cento.

….continua …..

ore 21.00

Sezioni scrutinate 4.877 su 5.300“

Giancarlo Cancelleri 652.535 34,5

Movimento 5 Stelle 26,6

Nello Musumeci 754.603 39,9

Fratelli d'Italia, Noi con Salvini - Alleanza per la Sicilia 5,51

Diventerà Bellissima 6,06

Popolari-Autonomisti Idea Sicilia 7,2

Udc 7,09

Forza Italia 16,3

Fabrizio Micari 349.358 18,5

Pd 12,9

Arcipelago Sicilia Movimento dei territori - Micari presidente 2,4

Alternativa popolare-Centristi per Micari 4,1

Pdr Sicilia Futura - Psi 5,9

Claudio Fava 117.164 6,2

Siciliani Liberi "Cento passi per la Sicilia" 5,29

Roberto La Rosa 13.588 0,7

Siciliani Liberi 0,6 “

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Aumentare il numero dituristi siciliani in Greciae il numero di turisti greci in Sicilia: è questo lo scopo dell'accordo che è stato raggiunto tra la Kede, l'Unione centrale dei comuni greci, e l'Anci Sicilia, vale a dire la sezione regionale dell'associazione nazionale che raggruppa i comuni italiani. Per raggiungere l'obiettivo auspicato, il primo passo dovrà essere quello di abbassare i prezzi dei biglietti aerei tra l'isola e il Paese ellenico, in modo tale da favorire un maggiore afflusso turistico in entrambe le direzioni.

aereo

La bozza di accordo

La prima bozza di accordo che è stata sottoscritta dai rappresentanti delle due associazioni dovrebbe condurre alla firma di un vero e proprio protocollo di intesa che si baserà sulla fruizione di finanziamenti attivati dalla Comunità Europea: anche laFondazione Federico II dovrebbe essere partner dell'iniziativa. Giovanni Ardizzone, il presidente dell'Ars, ha voluto mettere in evidenza che in virtù di tale accordo si intende chiedere un abbattimento delle tariffe aeree alle istituzioni, in modo tale da poter beneficiare di nuovi voli diretti per tratte aeree inedite. Ardizzone, in particolare, si è lamentato non solo della scarsità dei collegamenti (offerti solo durante la stagione estiva e con poche destinazioni raggiunte, tra cui Santorini), ma anche del costo dei biglietti (con prezzi che possono arrivare a superare i mille euro).

Non solo turismo

Insomma, lo scopo è quello di non limitarsi a pensare ai greci che vogliono venire in vacanza in Sicilia per apprezzare i villaggi turistici in costa Iblea, il mare di Messina, il mercato di Palermo, gli arancini e la pasta con le sarde: occorre un punto di vista più completo e uno sguardo più generale, come ha avuto modo di spiegare Leoluca Orlando, il presidente dell'Anci Sicilia, secondo il quale è effimero pensare al collegamento unicamente in un'ottica turistica. Ecco perché da ambo le parti - quella greca e quella siciliana - si è sentita la necessità di favorire unapresenza costanteche non coinvolga solo i turisti ma anche, per esempio, l'organizzazione di meeting e congressi.

Sì agli scambi culturali

Scambi commerciali, allora, ma anche scambi culturali e, più in generale, incontri bilaterali, come è stato previsto dalla bozza di protocollo che è stata definita da Anci Sicilia con l'ente omologo greco. Giorgos Patoulis, il presidente della Kede, ha voluto far notare che in un contesto politico ed economico come quello europeo che sta affrontando una situazione di crisi il compito delle amministrazioni locali deve essere quello di unirsi. I legami tra realtà differenti al di là dei confini nazionali, insomma, sono in grado di consolidare gli scambi e di renderli più solidi. In un momento in cui i movimenti anti-europeisti sembrano sempre più forti, ecco che dalla Sicilia arriva un richiamo a cercare la collaborazione degli altri Paesi e delle altre realtà per sopravvivere più facilmente.

Pubblicato in Viaggi e Tempo Libero
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