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casa circondariale

Per il secondo anno consecutivo, a causa della pandemia ancora in corso, non si è potuta portare la statua di San Francesco di Paola, come consuetudine oramai decennale, presso il carcere circondariale di Paola.

 

Comunque don Aurelio Marino, dei frati Minimi di San Francesco di Paola, cappellano del centro di detenzione cittadino, ha fortemente voluto portare la reliquia di San Francesco di Paola all’interno del carcere, dove ha celebrato, assieme ai detenuti, una messa in onere del Santo Patrono della Calabria, dove ha benedetto tutti i detenuti.

 

Inoltre, per chi volesse seguire la Santa Messa di domani mattina martedì 4 maggio, giorno di San Francesco di Paola, ci sarà alle ore 11.00 una messa presieduta dal vescovo Francescoantonio Nolè, arcivescovo della diocesi Cosenza-Bisignano presso il santuario di Paola.

 

La stessa sarà in diretta sia su TEN - Tele Europa Network, oltre che sui canali social del santuario regionale San Francesco di Paola, nella messa si assisterà all'accensione della lampada votiva da parte del Presidente della Regione Calabria facente funzione Spirli.

 

Pubblicato in Paola

Voleva passare a casa le feste di Natale

Forse per questo Vito Merigo, dopo un permesso, non aveva fatto ritorno nella casa circondariale lo scorso 14 ottobre.

È stato rintracciato in un appartamento dai carabinieri di Bianco con numerosi indumenti per camuffare la sua identità.

I carabinieri della Compagnia di Bianco e della Stazione di Palizzi Marina, col supporto dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno arrestato Vito Merigo, 27enne di Palizzi Marina.

Ricercato dal 14 ottobre scorso, Merigo era evaso dal regime di detenzione cui era sottoposto presso la casa circondariale di Paola, approfittando di un permesso premio di 5 giorni che gli era stato concesso, da fruire in una casa di accoglienza del posto.

Al termine del beneficio, infatti, il giovane non si è più presentato al carcere, facendo perdere le proprie tracce. Il latitante, responsabile di numerosi reati in materia di produzione e spaccio di stupefacenti oltre che di rapina e sequestro di persona in concorso e maltrattamenti in famiglia, stava scontando presso il carcere di Paola una pena di 9 anni e 5 mesi di reclusione inflittagli dal Tribunale di Locri, che sarebbe terminata nel gennaio del 2020.

Lo stesso - che agli inizi del 2009 si era già reso protagonista di una fuga da un centro di recupero del cosentino cui era stato affidato dal Tribunale dei Minori di Messina a seguito di un arresto in flagranza per spaccio - aveva trovato rifugio nel capoluogo reggino, dove si nascondeva in un appartamento disabitato del centro, privo di energia elettrica e riscaldamento, in cui sono stati rinvenuti, oltre ai suoi effetti personali, diversi indumenti ed oggetti vari atti a camuffare l’identità personale, probabilmente utilizzati per gli spostamenti e per la commissione di altri reati.

La cattura è arrivata al termine di un’articolata attività di indagine, sotto il coordinamento delle Procure della Repubblica di Locri e di Paola con un intenso ed efficace concorso operativo tra tutte le componenti dell’Arma.

Le operazioni di localizzazione si sono concluse, nel tardo pomeriggio, con la cattura del latitante che, ormai braccato dai militari dell’Arma, ha tentato senza successo una disperata fuga a piedi per le affollate vie cittadine, creando stupore tra i numerosi passanti, prima di essere immobilizzato e condotto presso i locali del Comando provinciale carabinieri di Reggio Calabria.

Al momento dell’arresto il Merigo aveva con sé una pistola “scacciacani”, priva di tappo rosso, carica e dall’aspetto analogo ad un’arma da fuoco.

Al termine delle formalità di rito è stato associato presso la casa circondariale di Reggio Calabria “Arghillà” dove, oltre alla menzionata pena - in scadenza nel 2020 - risponderà all’autorità giudiziaria anche del reato di evasione. 

Da Il corriere di Calabria

Pubblicato in Paola

Esattamente un mese fa, il 27 dicembre 2016 , erano le 5 di stamattina quando il giovane Mario Gallo venne accoltellato davanti al "Green Park" di Cetraro Marina.

 

Il ragazzo venneo portato al pronto soccorso dell’ospedale di Cetraro, dove i medici accertarono che era stato raggiunto da tre coltellate: due ai glutei ed una all’addome. Il referto parlò di“trauma pneumotoracico da arma da taglio”.

Mario Gallo venne stabilizzato e subito dopo fu stato trasportato all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza dove venne stato operato.

 

Il ragazzo, comunque, non corse pericolo di vita.

Si trattò del figlio del messo notificatore del Tribunale di Paola e legato da vincoli di parentela con il consigliere regionale del PD Giuseppe Aieta.

Le indagini dei carabinieri portarono al fermo di un giovane, che si presunse fosse l’aggressore.

 

Si trattava di Matteo Iorio.

Vennero ascoltati alcuni ragazzi che erano presenti al momento della lite, sembra provocata da motivi passionali.

La colluttazione sarebbe iniziata con l’assalto di Iorio a Gallo, che si trovava in auto con una ragazza.

Iorio iniziò provocando danni all’auto con un corpo contundente, poi pretese che Gallo uscisse ed è iniziò la colluttazione, al culmine della quale l’ accoltellamento.

 

Oggi nel pomeriggio i militari della Stazione di Cetraro hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio, emessa dalla Procura della Repubblica di Paola.

Le indagini, condotte dai militari della locale Stazione, hanno consentito di individuare come autore dell’accoltellamento Iorio.Matteo, 20enne incensurato di Cetraro. L'indagato è stato tradotto alla casa circondariale di Paola su disposizione dell'autorità giudiziaria.

Pubblicato in Cetraro
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I Racconti

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